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MLimDESI
Settimanale
della Chiesa Valdese
" Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXIX - N. 35 ABBONAMENTI 1 Eco: L. 1.200 per l’interno Eco e La Luce: L.' 1.800 per l’intemo j Spediz. abb. postale - tl Gmppo TORRE PELLICE - 4 settembre 1959
Una copia L i re .30 f L. 1.600 per Testerò L. 2.500 pCT l’estero | Cambio d’indirizzo Lire 5 0 Ammin. Claudiana Torre Pellice - C.C.P. 2-17557
Uomìnì dì frontiera
Con un culto presieduto dal Past. Aldo Staffi doménica scorsa si è
aperta la sessione sinodale 1959. Il tempo inclemente non ha impedito
che si raccop-liesse una numerosissima Assemblea, nel Tempio di Torre
Pellice che pare farsi di anno in anno più piccolo, occupato com’è per
quasi la metà dal rappreséntanti delle Chiese estere, dai Pastori e dai
delegati al Sinodo. Dopo che, nell’Aula Sinodale, i quattro Candidati
hanno compiuto l’ultimo atto prima della loro consacrazione, la firma
in presenza del Sinodo della Confessione di fede della Chiesa Valdese,
i membri del Sinodo si sono recati in corteo 'nel Tempio. Pubblichiamo
una parte della vigorosa e densa predicazione del Past. Sbaffi. Dopo il
culto i membri del Sinodo si sono costituiti in assemblea e hanno nominato il Seggio: presidente e vice-presidente del Sinodo so>no stati eletti
rispettivamente il Past. Aldo Sbaffi e il Dott. Manlio Gay. Alla prossima
settimalna il resoconto dei lavori sinodali che vertono su temi importanti
come la crisi della parrocchia, l’evangelizzazione nei grandi centri urbani,
l’autonomia della Chiesa e la cooperazione con la Chiesa Metodista, là
organizzazione distrettuale, la stampa periodica.
Romani IZ: X-%
I a misericordia di Dio. Paolo ne
" aveva parlato alla fine del cap. 11.
Anzi era stato proprio su questo motivo che aveva concluso la parte dottrinale della epistola. Ecco quel che
aveva detto: Da parte delluomo, e
dei giudei e dei gentili, non vi è che
disubbidienza; ma da parte di Dio,
per i giudei come per i gentili non vi
è che misericordia. « Dio ha rinchiuso tutti nella disubbidienza per iar
misericordia a tutti ». Così trionfa la
libertà di Dio: Egli può salvare tutti
gli uomini. E l’Evangelo è la buona
novella che questa è la Sua volontà.
Dio aveva introdotto Paolo nella
conoscenza di questo suo piano di salvezza, e Paolo afferrato dalla commozione e dallo stupore aveva esclama
to: «Oh profondità della ricchezza o
della sapienza e della conoscenza d
Dio! ».
Una sola affermazione si impone fin
dall’inizio dell’esortazicne di Paolo, da
sola fa da ponte con quello che precede, evoca tutto quello che Paolo ha
annunziato del disegno di Dio, fonda
tutto quello che sta per dire : la misericordia di Dio. « Non dipende dunqua
nè da chi vuole nè da chi corre, m ^
da Dio che fa misericordia» (9: 16);
è per la Sua misericordia che « Di.)
non ha risparmiato il suo proprio Figliolo, ma l’ha dato per tutti noi »
(8: 32).
E’ solo a causa di questa misericordia di Dio, che oggi siamo qui riuniti.
Ed è la misericordia di Dio che ha
fatto di voi, cari candidati, quello che
ora siete. Per la sua misericordia e
solo a causa di essa voi state per esser consacrati al ministero di Cris .
nella nostra Chiesa. Quale risposta
potete voi dare al fatto di esser stat.
chiamati? Come avete potuto supera
re i momenti di delusione, di dubbio
ed anche il tormento della vostra «de
bolezza» davanti all’eccellenza del m nistero che vi veniva affidato? Ed ancora, come potete guardare con fi
ducia al vostro avvenire, all’opera de!
vostro pastorato? Vi è forse un’altra
risposta più vera, più autentica, più
profonda che questa: la misericordia
di Dio? Ricordate le parole tant_
umane del teologo K. Barth, che talvolta ci appare tanto severo? « Men
tre noi agiamo e ci sentiamo respon
sabili, mentre rispondiamo all’appello
della grazia divina, dobbiamo dei
continuo ripetere : se io sono ora ca
pace di qualche cosa di buono, per
tetto, accettevole a Dio, ciò avviene
per la sola misericordia di Dio ». E a i
cora : « Io non posso lare altro eh
volgermi ad ogni istante verso Die
e dirgli : Tu sei colui che mi tiene. Tu
sei colui che compie ogni cosa, ed è
per questo che io oserò... ».
l/offerta totale
Ed ecco la risposta dell’uomo alla
misericordia di Dio: l’offerta di s
stesso a Dio: «Io vi esorto dunque...»II « corpo » è per Paolo la realtà
dell’esistenza, la persona concreta. Stratta quindi di un’offerta totale!
«Tutto avete ricevuto dalla misericordia di Dio: siate dunque disponibili per Lui senza riserve ». E l’accen
no al corpo ci porta a considerare
non solo l’assoluto del dono di noi
stessi, ma anche la concretezza del
servizio.
Dio ci ha posti in questa esistenza
temporale, ed è in inezzo alla realtà
presente, in questa vita umana condì
zionata dalla corporeità che siamo
chiamati a servirlo, non nelle cosi facili fughe del pensiero e del sentimento. Oggi, grazie a Dio, vi sono dei « se
gni » un po’ ovunque di questo servi
zio che iricama il messaggio di Cristo ; questi « se^i » siano un monito
per tutta la Chiesa di Cristo e anche
per la nostra Chiesa Vaìdese.
Il nostro essere disponibili nel ser
vizio, la nostra offerta, è un dono della grazia di Dio. Nello stesso óap. 11
deH’epistola Paolo dirà : « Abbiamo ricevuto doni differenti secondo la gra
zia che ci è stata data». Manifesta
zione della grazia di Dio, il vostro servizio nella Chiesa, anziani e diaconi,
docenti e diaconesse, fratelli e sorelle
che siete impegnati nell’opera della
Chiesa nei compiti più gravi come in
quelli più modesti. La Chiesa guarda
al vostro servizio come ad un dono di
Dio, che si rinnova.
Nel nostro testo c’è poi una nota
particolare, che riempie sempre di
nuovo il nostro cuore di commozione:
Dio accetta il nostro servizio; la no
stra offerta è accettevole a Dio. Oh
grandezza della misericordia di Dio!
E — aggiunge Paolo — questa offerta di noi stessi a Dio è il nostro
culto logico, è la naturale espressio
ne della nostra fede vissuta.
Il vero antíconformisino
« Non vi conformate a questo secolo, ma siate trasformati mediante il
vero rinnovamento della vostra mente »,
E’ solo da una trasformazione radi
cale dell’uomo che può derivare un,
non-conformismo che sia realmente
un atteggiamento cristiano. Vi è un
anticonformismo, infatti, ohe può es
sere motivato dalle più diverse ragio
ni, anche molto valide sul piano della
storia umana, un anticonformismo
dipendente da condizioni contingen
ti. Ma ranticonformismo cristiano ha
una connotazione inconfondibile, ii
suo movente è dipendente da una situazione completamente nuova : la ve.
nuta di Cristo e la sua risurre
zione rappresentano l’irruzione
nel « presente secolo » della nuova
creazione. Certo, il Regno di Dio, gid
presente in Cristo, non lo è ancora in
modo visibile, poiché non viene in
modo da attirare gli sguardi e solo
coloro che hanno occhi per vedere e
orecchie per udire [>ossono percepirne
la presenza, e il « presente secolo »
continua ad esistere, ma una situazione fondamentale nuova è apparsa,
con l’inizio dell’adempiersi della prò
messa di Dio.
Noi viviamo cod alla frontiera di
due mondi ostili l’uno all’altro, ma in
Cristo siamo già entrati nella nuova
creazione, e ne abbiamo ricevuto la
« caparra », lo Spirito Santo.
Paolo parla di mia trasforinazione
che avviene mediante « il rinnovamento della mente », e qui la mente è
molto più della facoltà intellettuale
di conoscere, ma indica la personalità nei suoi aspetti più profondi, la
coscienza che l’uomó prende della
sua situazione nel jH»sente secolo. In
esso siamo chiamati a servire Dio,
ma non è possibile farlo con una
mentalità conforme al presente secolo. L’uomo nuovo ha una mente nuova : « Noi abbiamo la mente di Cristo » — afferma Paolo in modo davvero audace in un’altra epistola.
Nel termine originale usato da Paolo per « conformarsà » è incluso un
concetto che sfugge'alla traduzione
Si potrebbe tradurre;, «non schematizzatevi al presente», ove «schema»
ha anche il senso eh. « parte » che viene recitata a tesàro», qualcosa che
«passa sulla scen*».— per ben pxe-,..
sto scomparire, s’intende. Ed allora
quale fecondo messaggio ne deriva!
«La figura di questo mondo passa»,
afferma Paolo, la sua «parte» è, in
definitiva, giimta al termine.
Una volta che sappiamo questo, come conformarci ancora al secolo presente, come se esso fosse la sola realtà? L’attesa del Regno, del ritorno dì
Cristo deve dare un carattere di inconfondibile provvisorietà e relatività a tutte le cose : « La notte è avan•;ata, il giorno è vicino».
Non siamo più dunque costretti a
vivere nei limiti della storia umana,
delle leggi inesorabili dell’inconscio
che determina la nostra vita interiore, e neppure nei limiti delle leggi
economiche che governano la nostra
condotta nella società. Noi tutti, in
questa nuova situazione in cui ci ha
posti la grazia di Dio, possiamo lottare contro queste leggi inesorabili —
e ci è pure data, dalla stessa grazia
All’uscita dai Tempio di Torre Pellice, dopo il culto d’inaugurazione del Sinodo, il
Pastore A. Sbaffi e i neo-consacrati (da sinistra) S. Rostagno, F. Giampiccoli, G.
Conte, G. Rogo (Foto Pellegrin)
di Dio, la possibilità di porre qui, nel
« presente secolo », dei « segni » inconfondibili della realtà della «nuo
va creazione ».
Essa non potrà mai essere codificata, nè rinchiusa in formule valide
una volta per sempre. Non vi è che
la legge dell’amore che è per tutte le
età. Lasciamo ad altri la pretesa di
fissare soluzioni permanenti a tutti
gli angosciosi p.roblemi della vita; in
quanto a noi rimaniamo saldamente
ancorati alla ben scomoda jKtsizione
del « comtasttimentó ». dell’« agonia »
ha detto qualcimo, nel mutare delle
esigenze concrete della nostra fedeltà. Le prese di posizione, le « soluzioni », le deliberazioni siano rimesse in
cantiere del continuo, e riedificate
mediante la meditazione e- la vigilanza di tutta la Chiesa
1) Accettare la situazione.
Innanzitutto si tratta per noi tutti
di accettare questa situazione in cui
ci pone l’Evangelo, la situazione di
pellegrini che non hanno- qui una città stabile da abitare. Accettare di es
sere posti fra due mondi, come uomini di frontiera, dando già come scontate le inevitabili conseguenze che
derivano da questa situazione di «tensione».
2) Ritrovare il senso delle propoi zioni
E poi, dovremmo saj^r ritrovare il
senso delle proporzioni degli avvenimenti e.saminati, vagliati, valutati,
ma alla luce dell’unico avvenimentc
veramente decisivo della storia umana. Un arguto pensatore francese hj
scritto : « La libertà cristiana è questo « humor » deH’uomo affrancato,
che ora conosce la sproporzione tra
TEvangelo che permane e le civiltà
Suor Margherita Rivoire
« Toiit ce que .j’ai enteiidu d’elle
el de Hon activité me prouve rprelle
!>ourrait devenir une excellente diaconesse ». Con queste parole, die,
pm lroppo, da vari anni la Casa d) 1le diaconesse non è jiiù abituata a
scniire, il Pastore di Torre Pellice,
Davide Bosio, raccomandava, nel
loniano 1923, la giovane Margherita
B ivoire.
Kra nata il 1® Aprile 1888 ad Angrogna, ma la famiglia si era ben
l>reslo trasferita a San Giovanni
Cominciò a lavorare alPospedale di
Torre Pellice, poi al Rifugio, e a
poco a poco, specialmente con il
contatto quotidiano con le diacones‘‘c di Saint Loup che qui lavoravano,
persuase che la sua vita doveva
essere interamente consacrata al Signore. Cosi fu per lei naturale, dopo vari anni di attività negli Istitn‘U di domandare l’ammissione nella nostra Casa.
A quel tempo non avevamo ancora la Casa madre, e le novizie, che
affluivano abbastanza numerose, venivano ricevute all’Ospedale Aaldese di Torino. Era direttore dell’Opera il compianto Pastore Adolfo Comba. (Così suor Margherita fece il suo
anno di noviziato, dopo di che fu all’Ospedale evangelico di Milano, dove molte nostre suore hanno perfe
zionato la loro preparazione sotto
la guida sperimentata delle suore di
Zurigo. Un anno dopo ritornò alle
Valli, all’ospedale di Pomarelto,
dove rimase per sei anni, fino al
19,11. Vienne poi trasferita al Rifugio, e qui per 26 anni esercitò il suo
ministero. Due anni fà la salute, già
compromessa, la obbligò a ritirarsi
alla Casa Madre, con un alternarsi
di miglioramenti c cadute, finché,
dojio gravi sofferenze. Iddio la ri
chiamò a sè il 17 dello scorso mese.
Se si volesse scrivere la biografia
di suor Margherita, da un certo
punto di vista, ci sarebbe poco da
dire. T.Ina vita di 71 anni si trova
riassunta nelle aride date e nell’elenco dei trasferimenti. Ma le cose
sarebbero diverse se potessero alzarsi a testimoniare le centinaia di poveri che essa ha curato, speeialinente al Rifugio. Il Rifugio era veramente la sua famiglia, il suo mondo.
Ora che se ne è andata, pensiamo
che certo il Signore della Chiesa
trae la sua gloria da grandi pensatori, Riformatori, organizzatori. Ma
maggiormente Egli si glorifica nell’opera dei più umili, come suor
Margherita.
Quando il 9 maggio 1926 essa
venne consacrata nel tempio di San
Giovanni, il Pastore Adolfo Comba
predicò sul testo di Isaia 6; 8: « Udii
la voce del Signore che diceva: Chi
manderò? Chi andrà per noi? E io
dissi: Eccomi, manda me ».
Forse qualche giovanetta a cui
capiterà di leggere queste righe che
non parlano nè d’eroismo nè di gloria umana, sentirà che una vita non
è spesa inutilmente quando, con
gioia, si risponde al Signore : a Eccomi, manda me ».
Roberto Nisbet
che passano, ia sovrana libertà deliuomo itinerante» (P. Ricoeur).
à) Riconoscere i veri problemi.
Dall’esortazione di Paolo scaturisca
un altro aspetto concreto del non-conformismo cristiano. Si tratta per tutti i cristiani nel mondo di saper riconoscere i veri problemi del nostro
tempo senza lasciarsi fuorviare dalle
apparenze.
Il nostro popolo — ad esempio —
vive di apparenze, soffre per delle
apparenze, muore per delle apparenze. quelle che gli vengono imposte
dalla propaganda. Si pongono al nostro popolo falsi problemi in modo
che esso non possa vedere ed affrontare il. vero problema. Sì, è una fuga
dal vero problema, il presentare ai
nostro popolo come urgenti ed essenziali problemi economici e politici,
pur tanto gravi, quando il problema
di fondo è altrove.
E’ soltando ricevendo l’Evangelo di
Cristo, vivendo questo Evangelo, che
potrà essere trasformato il costume
del nostro popolo, e solo allora potranno avere una soluzione non illusoria i problemi economici, sociali,
politici, religiosi.
4) La rottura.
Quanti aspetti può assumere im vero anticonformismo cristiano! Mi limiterò a citare ancora l’accorato richiamo di un altro pensatore: «Il
primo atto, la prima necessità di una
presa di coscienza è una distruzione
feroce e appassionata dei miti, degli
ideali intellettuali, dei rifiuti inconsci, delle dottrine vane, è la rottura
violenta del carnevale delle informazioni, dei fatti visivi, lo sgonfiamento, mediante un esame attento e vigile, delle interpretazioni e dei palloni gonfiati che ci vengono présentât',
come capaci di sollevare il mondo »
(J. Ellul).
Lo Spirito Santo, che solo può operare questa radicale trasformazione
della mente, doni ai cristiani del nostro tempo la possibilità di ritrovare
in tutte le sue dimensioni la vera immagine del nostro mondo che va così rapidamente trasformandosi, mediante ideologie e tecniche nuove, ma
che si manifesta insanabilmente
orientato verso la creazione di nuovi
miti.
Il inmagjìio della chiesa
La Chiesa, ogni Chiesa, è quindi
posta in causa, con la domanda se la
sua esistenza serve realmente a manifestare la potenza creatrice, purificatrice, rigeneratrice di Dio, se essa
adempie la sua specifica missione e
ragione di vita, o se ha scelto altri
compiti, diventando la custode e l’interprete di realtà certo importanti,
ma che non possono essere, nel nostro mondo di tenebre, una luce —
per quanto modesta — che indichi la
vera luce del mondo.
Quando le nostre Chiese sono sulla via del cedimento nel compromesso, quando esse sono tentate, anche
se con le migliori intenzioni, di allearsi con le potenze di questo secolo,
e quindi di lasciarsi imbrigliare o
peggio imprigionare dai metodi, dalle preoccupazioni, in ima parola dagli schemi del presente secolo, si sovvengano a loro confusione di quanto scriveva recentemente un monaco belga parlando del protestantesimo : « La vocazione storica del protestantesimo sembra essere quella di
reagire con l’intransigenza estrema
del profeta contro la secolarizzazione della Chiesa, secolarizzazione sempre minacciosamente incombente e
sempre attiva» (P. Oehmen, nella rivista «Irenikon») e di quanto anco(segue in 2« pag.)
2
L'tCO DELLC VálLf VALDESI
4 settembre 1959 — N. 35
Dioconifl DeiLñ CHiesn
Con una distinzione che non deve
essere considerata comoda, noi parliamo di Chiesa e di Mondo e di una
posizione delia Chiesa nei conironti
dei Mondo che è fondamentalmente
una posizione missionaria, ma che
ha incluso già da sempre un corrispondente prendersi cura del Mondo
nelle persone dei poveri e degli ammalati, verso i quali ci si dirige mossi dalla cristiana carità.
La Chiesa ha voluto in passato essere all avanguardia nel campo della
assistenza, poiché a questo la portava il suo amore per l'uomo, specialmente per l'uomo sofferente. Per non
risalire troppo lontano, si può far commciare circa un secolo fa l'mizio di
un importante sforzo ecclesiastico,
concretatosi nella istituzione di numerose case di cura ed altre opere
caritative (nei paesi protestanti come in quelli cattolici) e nella fondazione di quelle case di diaconesse, che
hanno preparato tante persone al servire il prossimo con amore.
Naturalmente nel frattempo la società civile ha provveduto, spesso
anche più degnamente, ad ospedali
ed opere assistenziali di altro genere,
in modo che oggi il problema della
diaconia ha cambiato almeno parzialmente aspetto.
E cioè l’assistenza agli ammalati
resta ancora una opera d’avanguardia della Chiesa solo in quelle regioni, che da poco sono state considerar
te, per così dire, come facenti parte
a tutti gli effetti del mondo civile,
nelle regioni ancora sottosviluppate
nelle quali sono tanti i problemi economico-sociali più urgenti, che i ga
verni sono contenti di poter esser
grati alla Chiesa di creare e mantenere ospedali. A dire il vero ancne da
noi si ha l’impressione che opere assi
stenziali gestite dalla Chiesa o con
personale ecclesiastico rispondano
meglio allo scopo, m quanto si riconosce che l’amore cristiano che le
anima riesce molto bene di conforto
agli ammalati e d’altra parte lo stesso personale di assistenza si dimostra
più pronto al servizio e più compassionevole.
Ma rimane da meditare, a mio modo di vedere, sul fatto, se oggi dalla
Chiesa non ci si aeooa attenuere un
nuovo passo in avanti; se la Chiesa
non debba mostrare di aver colto con
cristiana sensibilità la necessità di
inserimento in nuovi campi assisten
ziali, con nuove visuali e nuovi strumenti di lavoro. Questi campi non
possono che esser quelh delle cosidette opere sociali, nelle quali però,
è meglio dirlo subito, non siamo da
molto tempo più i primi, perchè le
fabbriche e lo Stato ci hanno sopravvanzato. Ma questo non significa che
arriveremmo a rimorchio: chiunque
conosca un po’ il nostro paese sa che
rimane largo spazio per nuove iniziative nel campo dell’assistenza sociale.
La cosa, poi, dovrebbe esser considerata anche sotto il profilo economico. La diaconia suppone: 1) ima cer
ta disponibilità finanziaria e 2) la
consacrazione di persone adatte.
Vediamo il primo presupposto, il
denaro. Si può raggiungere certo una
disponibilità con uno sforzo di contribuzioni dettato dalla sensibilità
cristiana. Ma non ci si può illudere
di riuscire a reperire e di conseguenza ad impiegare troppo denaro per la
diaconia. Pensiamo alla piccolezza ed
alla povertà delle nostre Chiese. La
Chiesa non può impegnarsi in opere
che comportino un ingente e sproporzionato impiego di denaro. Dovrebbe
piuttosto aver di mira opere relativamente modeste, ma agili e ben indirizzate. E’ forse più facile mantenere
una piccola ed efficiente équipe di la
voro sociale, che un grande ospedale
che suppone attrezzature costosissime. Inoltre la Chiesa può forse organizzare ed intrattenere delle opere
con molta minor spesa dello Stato,
potendo fare appello, a differenza di
quest’ultimo, all’altruismo evangelico
ed alla dedizione dei suoi membri.
E questo ci porta al secondo punto.
La diaconia suppone in primo luogo
la consacrazione di persone che rinuncino, per un certo tempo almeno,
ad un diverso inserimento nella so
cietà civile ed al guadagno che ne
trarrebbero. E’ evidente che queste
persone devono esser reclutate tra gli
abbienti o, più realisticamente, tra i
giovani che non abbiano ancora una
responsabilità familiare. L’impiego
dei giovani si presenta così naturale
(dopo che tutta la Chiesa li ha visti
all’opera in altri campi), che dovreb
be suggerire spontaneamente l’indrizzo nuovo neiropera di diaconia che
qui si vuol proporre. E’ risaputo in
latti che i giovani vengono attirati
verso i settori della vita sociale ed
economica in espansione. Se oggi, in
un certo senso, si crede nell’opera sociale. non è avventato pensare che i
giovani la preferiscano ad altre.
Anche la crisi della Casa delle Diaconesse potrebbe esser vista sotto
questa prospettiva: non si può concludere dalla mancanza di novizie
che lo spirito di diaconia nella Ghie
sa vada estinguendosi, ma solo che
esso si indirizza forse verso altre forme di servizio.
Naturalmente non sarebbe ragione
vole sostenere la tesi, che lo Stato
debba lasciare alla Chiesa tutti i
compiti assistenziali. Non si può es
ser così assoluti. In Svezia lo Steto
li ha al contrario presi su di sè; ma
là lo Stato io può e lo deve fare. Per
contro si sa di paesi in sviluppo eco
nemico, i quali sono lieti di lasciare
che la Chiesa si occupi dell’assisten
za. In Cina anni fa Oiu-En-Lai disse
quanto lo stato comunista fosse disposto ad apprezzare quest’opera ecclesiastica (e vedeva in essa ima ragione di tolleranza) ...fino al momentc in cùi lo Stato avrebbe avuto la
possibilità di occuparsene direttar
mente. Credo, senza avere notizie precise, che in Africa succeda la stessa
COSSr
Da noi, in Italia, lo Stato, dal governo ai prefetti, dovrebbe convincersi deH’oppiortunità di lasciare campo
libero alle iniziative sociali della
Chiesa. E la ragione dovrebbe essere
in primo luogo esclusivamente economica. Lo Stato moderno conosce
tutto un settore nuovo nei suoi com-*
piti, che è quello assistenziale, e che
non è dei meno onerosi per il suo bilancio. Oggi lo Stato assiste soprattutto coloro che, in qualche forma,
pagano per farsi assistere. Ma l’assistenza non può avere, da noi, lo sviluppo delllnghilterra o della Svezia.
In un paese come il nostro, con i prò
blemi insoluti di vaste zone sottosviluppate, e la scarsità dei mezzi per risolverli, è dovere della Chiesa intervenire con i suoi mezzi e dovere dello
Stato accettare l’intervento della
Chiesa. Certo la Chiesa, specialmente la nostra, potrebbe fare quantitativamente poco, ma comunque qualche cosa, e questo poco, per quanto
frutto di sacrificio, costerebbe meno
che un’opera statale ed allo Stato
come tale non costerebbe forse nulla.
Ed ora dico qual’è il presupposto
di tutto questo discorso: la diaconia
della Chiesa non ha da valersi della
ricchezza della Chiesa, ma della sua
povertà. La Chiesa evangelica è po
vera per definizione: essa è dunque
adatta ad usare la sua povertà per
soUevare i bisognosi, perchè per questo, occorre soprattutto non essere
ricchi. La Chiesa è adatta a lavorare
in un campo improduttivo; essa è
l’impresa più antieconomica che esista, ma la diaconia dell’opera socia^
le è appunto il modo di inserire questa anti-economia, per mezzo della
solidarietà cristiana, nella economia
di un paese.
E per quanto riguarda i giovani,
che ora nelle nostre Unioni o chiedono « che cosa dobbiajno fare? » — oi>
pure si danno ad un superficiale attivismo, diciamo che forse tra non
moi co la loro buona volontà sarà
messa alla prova. La Chiesa rivolgerà
loro una vocazione precisa al servizio. S. Rostagno
PRO VALLI
La « Pro Valli » ricorda che sono tuttora in vendita nella Val Pellice, ad Angrogna e a Rorà, alcune ville nonché case di
campagna con terreni (campi, frutteti, vigne, castagneti).
Richiedere chiarimenti alla Segreteria Casa Valdese - Torre Pellice.
"Fui inienno e non mi visilasle”
Solitudine de^li ammalati ■ ■ Comunione della fede ■ ■ Manifestazione dell’ amore
Sono ormai cinque inverni che nella
mia qualità di pastore di Corso Principe Oddone a Torino, ho l’incarico
dell’assistenza spirituale dei ricoverati evangelici negli ospedali psichiatrici. E poiché è un’opera che riguarda
non tanto la chiesa di Torino quanto
quelle delle Valli per le ragioni che
sto per esporre, credo che i lettori delle nostre parrocchie dovrebbero riflettervi per un momento.
11 campo di lavoro
Il <i campo di lavoro » è rappresentato per il 95% da una unica istituzione : gli « Ospedali psichiatrici di Torino », che comprende quattro « ospedali » : l’Ospedale cittadino di Via
Giulio 22 a Torino, femminile, adibito
in parte a centro di smistamento verso
gli altri centri fuori città; l’Ospedale
di Grugliasco, anch’esso femminile;
quello di Savonera, sempre femminile, chiamato pure n Ricovero provinciale », e infine il grande ospedale maschile di Collegno, dal quale popolarmente il nome si è esteso ad ognuno
degli istituti psichiatrici. Oltre ai quattro Ospedali, vi sono ancora le ville
Regina Margherita, annesse al centro
di Collegno, e la Villa Cristina, fra la
strada di Druento e il villaggio di Savonera. Questi centri, che fanno parte di una medesima istituzione, raggruppano il 95% dei malati mentali
evangelici della provincia di Torino
mentre il rimanente è affidato occasionalmente a cliniche private.
In questi istituti si trovano presentemente più di séssanta ricoverati
evangelici. Questa .cifra, apparentemente molto alta, può stupire: ma
dobbiamo ricordare che pervengono a
Torino gli ammalati di tutta la provincia, che conta da sola due terzi di
tutti i Valdesi d’Italia! Mentre invece
l’altro terzo distribuisce i suoi ammalati negli ospedali di,tutta la penisola.
Abbiamo, negli ospedali psichiatrici
di Torino, una vera e propria comunità evangelica, sujteriore, per numero di membri, a non poche comunità
evangeliche d’Italia.
Di questi istituti, il più tetro è quello di Via Giulio, la cui istituzione ri
sale a Vittorio Amedeo II. Lunghi androni oscuri dalle alte volte aumentano la tristezza dell’ubicazione in piena
città vecchia, senza un raggio di sole.
Collegno, malgrado l’antichità, è sereno per il suo carattere campestre,
che fa pensare a un collegio americano, dai vari edifici sparsi in un ampissimo prato, con orti, allevamenti, laboratori di falegnameria, metallurgia,
e tutto quanto può occorrere a una comunità di oltre 4.000 persone, molte
delle quali in grado di lavorare sotto
sorveglianza. Anche Savonera, Grugliasco e le ville sono in salubri parchi, specialmente Grugliasco dagli edifici tutti recenti.
Cosa si fa?
Cosa si fa attualmente per questi
nostri ricoverati?
Premettiamo che soltanto pochi
possono veramente essere classificati
con quel che intende il volgo quando
dice « pazzi » : la più parte sono soltanto malati di mente o del sistema
nervoso, hanno delle fissazioni, delle
manie, dei vizi; oppure delle tare ereditarie, o si sono rovinati con l’alcool
— molti di loro sono come un delicato apparecchio elettrico che abbia
una valvola bruciata, un filo che si è
staccato; ma apparentemente normali
in tutto il resto. E così si spiega che
molti possano lavorare tranquillamente, avere la loro piccola vita di società, in un ambiente dove sono tutti come loro e quindi non vi è dileggio, nè
sentimento di inferiorità, nè gelosie o
odii provocati da difficile adattamento
all’ambiente familiare. E comprendiamo anche che molti siano perfettamente lucidi e ragionevoli sul terreno
religioso ed apprezzino profondamente quelle briciole di assistenza che può
esser loro offerta.
Due o tre volte l’anno si domanda
— e si è sempre ottenuto, sinora, con
squisita comprensione e cortesia — il
permesso di poterli riunire nei quattro
ospedali principali per un culto pubblico. Ogni lettore comprende facilmente che per la direzione non si tratta solo di dare il permesso, ma di
provvedere una complessa organizzazione prima di tutto per l’accompa
Uomini di frontiera
(segué da pag. 1)
ra è stato affermato da W. A. Visser ’t
ilooft : « La liberazione della Cfiiesa
non implica che essa volti le spalle
al monao, ma che essa torni ad essere totalmente dipendente dal suo
fciignore, che essa rinuti di prestare
ascolto alle voci dello straniero e che
in mezzo agli uomini essa sia l’araldo della Parola di Dio. di quella
parola che non è incatenata». E lo
stesso teologo ed esponente del movimento ecumenico continuava : « Così ogni rinnovamento della Chiesa
costituisce in un certo modo un movimento di ritirata dal mondo e dall’imbroglio delle alleanze politiche
sociali, culturali e filosofiche. Ma que
SCO ritirarsi dal mondo non è un fatto a sè stante, non è attuato che per
servire da trampolino per un nuovo
attacco ».
La terza razza
Si narra che i pagani nel circo di
Cartagine lanciassero questo grido
contro i cristiani: «Fino a quando
sopporteremo questa terza razza? » I
cristiani ben presto accettarono questa definizione che voleva essere una
ingiuria, ed un cristiano d’Africa scriveva: « Noi siamo la terza razza». La
La Chiesa primitiva era dunque ben
co.sciente di essere una forza assolutamente nuova aveva fatto istruzione nel mondo. Ed essi erano inassi
tniìabili sia dalla cultura giudaica
come da quella pagana.
Ebbene, sia ancora oggi la Chiesa
cristiana nel mondo « una terza razza » inassimilabile in tutto e per tut
to. E invece di lasciarci sedurre dai
molteplici richiami del nostro mondo, accetti l’esortazione di Paolo a
lasciarsi trasformare radicalmente ed
a ricercare m ogni situazione la sovrana libertà dei figlioli di Dio, nella obbedienza all’unico Signore delia Chiesa.
Discernere la volontà di Dio
« ...affinchè conosciate per esperienza qual sia la volontà di Dio, la buona, accettevole e perfetta volontà ».
Certo, questo discernimento della
volontà di Dio è un dono dello Spiri
to Santo: «Lo Spirito investiga ogni
cosa, anche le cose prcfonde di Dio»
(1 Cor. 2: 10) — «e noi abbiamo ri
cevuto non lo spirito del mondo, ma
10 Spirito che viene da Dio, aiflnchè
conosciamo le cose che ci sono donar
te da Dio» (1 Cor. 2: 12).
Ma non dobbiamo rimanere inerti.
11 discernimento della volontà Dio
è anche compito affidato alla vigilan
za della fede della Chiesa come de'
singolo credente.
In mezzo alla vita del mondo, alla
quale noi pure siamo sottomessi, bisogna che il credente, che la Chiesa
sia in grado di poter distinguere tra
la legge di questa vita e la volont-i
di Dio, tra quello che è di Dio. e
quindi è «buono, accettevole e perfetto» e le manifestazioni puramente naturali della vita.
La meditazione odierna della Parola di Dio, secondo l’esortazione delTapostolo Paolo ha posto dinanzi a
noi due esigenze, onde avere questo
discernimento : l’offerta di noi stes
si a Dio, la trasformazione radicale
del nostro modo di vedere le cose
e di valutarle. In questa nostra completa disponibilità per Dio, in que.sto
«rinnovamento della mente» ci sara
dato dallo Spirito di Dio il discer
nimento della sua volontà.
1/unità e Taiiiore
Nel medesimo cap. 12 dell’epistola
ai Romani Paolo ci offre due indicazioni chiare di quella che è concre
tamente la volontà di Dio per la sua
chiesa.
La prima si riferisce alla diversità
dei doni in seno alla comunità: si
tratta dell’unità della Chiesa, « siamo un sol coi’po in Cristo ». La vita
comune nel Corpo di Cristo è la cooperazione armoniosa di uomini e di
donne che hanno ricevuto ciascuno
una vocazione speciale e doni parti
colali dalla grazia di Dio.
La seconda indicazione è l’amore,
Tagàpe. L’amore è il primo frutto
dello Spirito Santo ed esprime il pensiero dello Spirito. Lo Spirito e l amo
re sono i caratteri inseparabili del
tempo inaugurato da Cristo, e dell esistenza che è conforme a questo
nuovo tempo.
Come descrivere questo amore.
Quello che Paolo esprime nel cap.
12 della epistola ai Romani ha gli
stessi accenti del gi'ande « inno alla
carità» contenuto nella 1“ Epistola
ai Corinzi.
L’amore aborre il male e si attie^ic
fermamente al bene, ama i fratelli
e ricerca il loro onore; non viene
mai meno nello zelo, è fervente nei
IO Spirito, serve Dio. L'amore provvede alle necessità dei fratelli ed eser
cita con premura l’ospitalità. L’amore benedice quelli che lo perseguitano, benedice e non maledice; si ral
legra con quelli che si rallegrano e
piange con quelli che piangono. L’amore vive in armonia con i fratelli,
non assume atteggiamenti di superiorità, ma si impegna in tutto ciò che
è umile; non è mai presuntuoso. L’amore non rende mai ad alcuno male
per male: se passibile, per quanto dipende da lui, vive in pace con tutti;
non rivendica, i propri diritti nella
vendetta, ma ama anche il nemico,
secondo la Scrittura che afferma:
« Se il tuo nemico ha fame, dagli da
mangiare, se ha sete, dagli da bere ».
L’amore non è sopraffatto dal male,
ma vince il male col bene.
Cari colleghi, fratelli e sorelle in
Cristo,
il senso più vero delle nostre sedute sinodali è appunto il discernimento della volontà dì Dio qui ed ora
per la nostra Chiesa 'Valdese. Noi vogliamo insieme, nei prossimi giorni,
esaminare le esigenze concrete di Dio
per la sua Chiesa, discemere che cosa sia accettevole al Signóre della
Chiesa. Le esigenze così chiare dell’unione dei credenti e dell’amore
siano sempre presenti nei nostri interventi e nel nostro operare.
E voi, fratelli, che state per essere
consacrati, voi avete conosciuto la volontà di Dio per la vostra vita e ave
te risfwsto con l’offerta di voi stessi:
che Dio vi benedica! Come Corpo Pa
storale, come Chiesa Valdese vi esortiamo a rimanere fedeli alla volontà
di Dio nel ricercare l’unità della
Chiesa, e nel vivere il vostro ministero pastorale ’avendo come esigenza
fondamentale, come movente costante l’amore. E siate solidali con noi
tutti nel tormento del discernimento della volontà di Dio per la nostra
Chiesa Valdese e per la Chiesa Universale, e nella ricerca del modo con
cui que.st’unità debba esprimersi. Sia
tc solidali con la nostra Chiesa e con
la Chiesa Universale nel pregare e
nel vegliare onde discemere i m i
menti di Dio, i segni di Dio, gli ordi^
ni di Dio. Amen. Aldo Sbaffi
gnamento degli infermi dalle rispettive sezioni al locale offerto per il culto (a Collegno sono più di venticinque le sezioni!), poi per la presenza
cautelativa di un gruppo di infermieri
durante tutto rincontro, infine per il
riaccompagnamento in sezione: tutto
questo lavoro extra, che coinvolge tanto personale, mi lascia ogni volta pieno di ammirazione per lo spirito di
collaborazione della Direzione generale, alla quale non manchiamo mai
di esprimere la nostra riconoscenza.
Particolarmente commovente il Culto di Natale, durante il quale in ciascun ospedale viene portato il nostro
albero con le candele accese, e quello
di Settimana Santa, nel quale viene
offerta ai ricoverati che lo desiderano,
la possibilità di partecipare alla S. Cena. In ogni caso, e specialmente a Natale, doni e generi di conforto vengono distribuiti a tutti. Un anziano e un
bel gruppetto di sorelle dell’Assistenza di Corso P. Oddone hanno sempre
partecipato a questi culti, mentre per
un certo tempo anche l’assistenza di
Corso Vittorio collaborava finanziariamente all’acquisto dei doni.
Cosa si dovrebbe fare?
A questa domanda, rispondo con
un’altra interrogazione: che cosa farebbe un pastore che avesse una comunità di 60 membri, tutti vegliardi,
paralitici o ammalati? Chiunque comprende quale assidua e fraterna assistenza egli sentirebbe di dover loro
prestare! Cinque o sei al giorno, per
tre o quattro giorni alla settimana,
egli li visiterebbe, incoraggiandoli, aiutandoli a comprendere se stessi, a superare la loro prova... Questo farebbe
un pastore, che non avesse altro che
questa comunità! Ma ecco che questa
comunità di oltre 60 infermi è affidata ai pastori di una chiesa di 2.000
membri comunicanti... di oltre 3.000
anime... Chi scrive ha più di 400 famiglie nella sua zona, non arriva materialmente a visitarle in un anno (com’è
breve un anno! E come vola una settimana! Togli la domenica, togli due
pomeriggi per i catechismi, togli quelli
che ti sono sottratti da un funerale, da
un comitato, da visite ospedaliere...).
Dove trovare dieci pomeriggi al mese
per gli ospedali psichiatrici, senza rinunziare a due terzi dell’opera di visita pastorale m città? Eppure ogni
volta che vado a Col legno mi sembra
di leggere nel volto di quei fratelli un
muto rimprovero : Perchè non ci visitate più sovente? E mi ricordo delle
parole che ho scritto in cima a questo
articolo...
Ma questo campo di lavoro, di cui
vi ho parlato, non è soltanto della
Chiesa di Torino! Torino lo ha fatto,
e lo farà ancora, perchè è un’opera
che ci sentiamo affidata. Ma ricordate, lettori delle Valli: è altrettanto
opera nostra quanto opera vostra! Per
tre quarti, essi sono i vostri parenti,
sono — anche se materialmente lontani, — membri delle vostre comunità!
La loro solitudine non è solo un rimprovero a noi, ma anche alla loro terra, spesso ai loro stessi familiari! Forse soltanto dalle forze unite di tutte
le comunità del 1° Distretto, potrebbe
sorgere la possibilità di una migliore
assistenza a questi fratelli tanto provati.
Bruno Corsani
Scomparso un amico
deJla Valle
Maiuliamo da questa Valle un pensiero
rieonoseente alla memoria del Sig. K alter
Lowrie, ex pastore della Cliiesa Anglicana
di Roma ed amico generoso della nostra
valle.
A lui infatti si deve la costruzione d'
quello che è l’attuale « Castagneto » e del
rifugio alpino alla testala della comba dei
« Carboneri ,) o vai « Guicc.iarda »: rifugio
che, dedicato un trent’anni fa alla giovane
Signora Lowrie, venne chiamato col nome
sonoro di « Rifugio Barbara ».
11 dottor Lowrie si è spento negli Stali
Uniti a 92 anni. Di lui rimane, a chi lo
ha conosciuto negli anni success'vi alla
prima Guerra mondiale del 1915-18, il vivo ricordo di una fervida intelligenza, d
una grande attività pratica e di un vero
crist’ano, profondo conoscitore ed ammiratore del Kierkegaard e propugnatore della « unità della Chiesa di Cristo ».
La nostra simpatia cristiana a coloro che
lo piangono.
3
N. 35 — 4 settembre 1959
L'ECO DELLE VAUI VALDESI
— 3
TORRE RELUCE, 23 AGOSTO
La IX “giornata,,
del Collegio Valdese
Domenica 23 u. s. e stata celebrata la
nona Giornata del Collegio Valdese, organizzata dall’Associazione degli Amici del
Collegio. L’Associazione stessa, promossa
in seguito ad una deliberazione del Sinodo
Valdese del 1949 e fondata il 26 settembre
•Il quell anno da un Comitato provvisorio
( presidente il vice-moderatore Achille Deodato, vice-presidente il preside prof. Adol
10 TroO’ segretario cassiere prof. Attilio
Jalla, consiglieri Dott. Enrico Gardiol,
Dott Nello Paltrinieri, Dott. Toselli, sig.
1 lerluigi Cagna), ha istituito la prima g ornata celebrativa il 19 agosto 1951, a cui è
seguita la prima assemblea ufficiale, il 9
settembre del medesimo anno, nella quale
la Associazione si è regolarmente costituita,
approvando il proprio Statuto ed eleggendo il primo Consiglio direttivo regolare
(presidente il prof. Attilio Jalla, vice-presidente cassiere il preside prof. Teofilo
Polis, Dottori Gardiol, Toselli, Gustavo Ribet. Renato Giampiccoli, Pier Luigi Cagna). 1 SOCI iscritti come fondatori erano
allora 217, a cui un altro centinaio s’è
successivamente aggiunto.
Da allora in poi la giornata si è ripetuta
di anno in anno, generalmente la domenica d’agosto precedente a quella del Sinodo Valdese; manifestando via via quelli
clic sono gli scopi dell’Associazione: ristalo lire ira gli ex studenti del Collegio legami più efficienti di solidarietà e porgere
al benemerito Istituto tutti i possibili coniriliuli d opere e di denaro, per potenziarlo- sempre meglio la missione culturale
educatrice, formatrice. ’
Vuoile quest anno la Giornata celebrativa, nonostante il persistente tempo avverso,
s è svolta in modo soddisfaciente secondo
11 programma prestabilito. 11 pranzo familiare, nei locali amici della Foresteria Valdese, ha riunito quasi un centinaio di persone, liete di ritrovarsi insieme per rievocare gli anni della loro indimenticabile
gioventù studentesca. Oltre che dai centri
valligiani, ne sono intervenuti da Pinerolo.
da Torino, da Milano, da Genova, da FiI enze, da Roma, anche dall’estero, ricostiluendo per qualche ora una simpatica riunione familiare. Al levar delle mense, il
inesidente Dott. Gardiol ha rivolto ai presenti un cordiale benvenuto; ha poi dato
la parola al prof. Jalla, che, affettuosamenle salutato dai commensali, ha brevemente
I ¡cordalo come da ormai cinquant’anni,
cioè dal 1909, egli ha praticamente dato al
(.ollegio la sua attività collaboratrice.
Nel pomeriggio, nell'aula della Casa
Valdese, ha avuto luogo l’assemblea annua
dell’Associazione Amici del Collegio. Riteniamo qui opportuno segnalare che in
questa riunione, che dovrebbe considerarsi come il momento centrale della ceie1 nazione, il numero dei presenti sia stalo
relativamente scarso: fatto deplorevole sn
cui è bene attirare l’attenzione dei numerosi ex studenti ed amici che effettivamente
> interessano al loro Istituto e che dovrebbero nei prossimi anni sentire la necessità
di ritrovarsi appunto in quest’assemblea.
Il presidente Dott. Gardiol ha presenlalo una assai succinta relazione sull’attivilà svolta nell’anno decorso; il prof. Teolibi Fons ha poi letto il resoconto finanziario da cui è risultata un’entrata totale
di L. 576.043 ed una uscita di L. 541.587,
con un residuo in cassa di L. 35.456.
La spesa più cospicua è stata il pagamento residuo a saldo per l’impianto di
riscaldamento.
E’ seguito un breve scambio d’idee sul
inogranima e sull’attivilà da eseguirsi nel
imissimo anno. Notiamo Ire suggerimenti
inieressanti giustamente presentati al Consiglio direttivo in vista dell’azione futura.
Anzi lutto, considerato il numero relativamente limitato degli ex studenti iscritti
alla Associazione, il Consiglio è stato invitato a promuovere una più attiva opera di
propaganda verso la massa degli ex studenti lontani per persuaderli ad iscriversi ;
poi è stata suggerita l’opportunità che il
Consiglio prepari un preciso programma
di opere da compiersi in favore del Collegio, col relativo preventivo, ¡n modo che
si sappia esattamente quel che l’Associazione si propone di fare nel prossimo avvenire; infine si è proposto d’includere
anche la Scuola Latina di Pomaretto nell’azione da compiersi. Un pensiero di rimpianto e di simpatia è stato rivolto alla
memoria del sig. Pier Luigi Cagna, che
nei primi anni dell’Associazione è stato un
attivo simpatico collaboratore della nostra
Istituzione. In ultimo si procedè alla conferma dei componenti il Consiglio direttivo, nelle persone dei sig.ri Dott. Gardiol,
Avv. Not. Turbil, Avv. Cotta Morandini’
Sig.na Allio; a cui si aggiungeranno i tre
da confermarsi dalla Tavola Valdese, prof.
T. Pons, prof. G. Costabel, Dott. G. Ribet!
Verso le ore 16,30 gli intervenuti, conchiusa l’assemblea, si sono recati nel salone del Convitto Valdese per svolgere nella più schietta allegria la parte ricreativa
del programma della Giornata. Mentre funzionava attivamente un ricco servizio di tè
e di dolci, si è iniziata una nuovissima originale varietà di caccia al tesoro, molto
bene immaginata ed eseguita, a cui tutti
i presenti hanno partecipato con vivace
fervore. Essi si sono divisi in una diecina
di gruppi ed a ciascuno di essi la giuria
appositamente formata ha assegnato quattro compiti o quiz da risolvere e da presentare poi all’esame della giuria stessa,
la quale li avrebbe dovuti apprezzare con
un numero graduale di punti, stabilendo
una graduatoria fra i gruppi concorrenti.
Così quella sessantina di ex studenti ed
ex studentesse più o meno giovani od anziani si sono divertiti, svagati, eccitati, nell’allegra concorrenza, come quando erano
ragazzi.
In conclusione, la giuria, dopo attento
esame ha assegnati premi a sette gruppi,
cosi disposti in ordine di merito: primo,
il gruppo Deslex con 46 punti; successivamente in merito decrescente, i gruppi Cabella, Ruhoff Malan, De Bettini, Artom,
Peyronel, Coisson Roberto...
Una particolare espressione di riconoscenza e di plauso deve essere rivolta a
tutti coloro che hanno organizzato e realizzato, con cosi felice risultato il programma
della festività, e specialmente al presidente
Dott. Gardiol, che ne è stato l’attivo dirigente, all’Avv. Cotta Morandini, al prof.
Teofilo Pons; e d’altra parte alle sig.re
Lillina Deodato e Ade Varese ad al gruppo
gentile delle loro infaticabili collaboratrici, per l’inappuntabile servizio del pranzo
e del buffet.
Concludendo la nostra relazione, mentre
esprimiamo un doveroso senso d’apprezzamento al nucleo degli ex studenti ed amici
rimasti fedeli intorno al Consiglio direttivo, continuando a svolgere un’opera veramente utile ed efficace in favore del benemerito Collegio Valdese, non possiamo
non rivolgere un cordiale richiamo a quei
numerosi ex studenti d’ogni età, i quali,
per dimenticanza, per indifferenza, per
apatia, non hanno ancora offerto all’Associazione il loro contributo d’opere e di
denaro; oppure che, dopo un periodo di
utile adesione, ora se ne sono per qualsiasi ragione allontanati. Se gli apporti degli uni e degli altri si potessero aggiungere
a quelli già cospicui dei soci attuali, evidentemente l’azione del sodalizio sarebbe
infinitamente più considerevole ed efficace.
Esprimiamo l’augurio che questo richiamo
valga a trovare molli volonterosi ascoltatori.
}■
Dialogo con il laicismo
La Settimana teologica che tla
inolii anni si tiene ad Agape sotto
la direziono del prof. G. Miegge ha
avuto luogo anche quest’anno, ed
ha ottenuto un buon successo anche
se ridotta a due sole giornate. Il tema [iroposto all’attenzione dei parlecijianti era di estremo interesse:
«lialogo con il laicismo. Si proponeva di definire le posizioni reciproche del laicismo e del protestantesimo nella situazione attuale in Italia. Di fronte all’estendersi delle
influenzi' clericali ed al ritorno della nostra vita politica a posizioni
pre-risorgimentali come quelle cui
stiamo assistendo, la presa di coscienza, tendenza laica si rende ine
vitabile.
L’incontro si è svolto sulla traccia
di due relazioni tenute dal prof
l'asserin d’Entrèves dell’Università
•li Torino e del prof. G. Miegge delia nostra Facoltà di Roma. Il primo
•lava sotto il titolo « Senso e limiti
•lei Laicismo » il punto di vista di
un laicismo moderno conscio dei
suoi limiti e delle sue possibilità,
anche se a volte forse troppo poco
laicista. Il prof. Miegge dal canto
suo dava alla sua confeienza il titolo significativo u Significato e problemi del Protestantesimo » e sottolineava con la competenza che gli è
propria la vitalità del pensiero j)rotestante e la sua presenza viva nel
mondo della cultura moderna. La
partecipazione a queste ormai tra• Azionali giornate è stata buona anche se la si sarebbe voluta più nutrita da parte laica, o meglio laicista. Quest’ultimo fatto ha reso
assai tenue in sede di discussione, il progettato « dialogo con il laicismo », che invece sarebbe stato vivamente auspicabile La V^ia è comunque aperta ed è augurabile che
su di essa si proceda, non fosse che
jter chiarire sempre di nuovo il senso del 1 aicismo stesso.
Nuove pubblicazioni
Pierre Petit
LOURDES
(Traduzione Gino Costabel)
L. 450
Giovanni Miegge
LA VERGINE MARIA
Seconda edizione ampliata e riveduta
L. 750
Emma Forti
LA LAMPADA ACCESA
(Racconto)
L. 800
Ordinazioni alla Libreria Claudia
na — Torre Pellice
Protestantesimo
t
Ecco il sommario del n. 3/1959 della rivista u Prolestanlesimo », appena uscito:
V. ViNAv — La crisi spirituale di Luigi Desanctis, parroco e inquisitore.
Alcune rassegne:
C. Gay: Europa e Cristianesimo. Impressioni e problemi della Conferenza delle Chiese Europee (Nyborg, gennaio
1959).
G. Tourn: La civiltà bianca e il problema
dei popoli di colore. Uno studio critico di « Aux carrefours du monde »
(H. de Boer) e « Entre la peur et
l’espoir » (Tibor Mende).
S. Rostagno: Po.stilla alle « Ultime lettere
di Stalingrado ».
Recensioni.
PERSONALIA
Un nuovo lutto ha colpito un membro
del Corpo Pastorale. Al Pastore Arnaldo
Genre che lui perduto la Mamma va la nostra più viva simpatia fraterna nel dolore
e nella speranza in Cristo.
La nuova Tavola Valdese
MODERATORE :
Past. ERMANNO ROSTAN
VICE-MODERATORE :
Past. NERI GIAMPICCOLI
MEMBRI :
Past. ROBERTO COMBA
Past. ALBERTO RIBET
Past. PIETRO VALDO PANASCIA
Avv. ETTORE SERAFINO
Dott. UGO ZENI
L’À.I.C.E. ha dieci anni
Bilanci e programmi al congresso di Torre Pellice
Il Congresso annuale dell’AICE
che si è tenuto a Torre Pellice il 27
u. s. è stato posto sotto il segno del
suo decennale. Come si esprimeva la
relazione del seggio, letta dalla Sig.na
ive Pons, si tratta di «Un anniversario già abbastanza importante — poiché segna il passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza -— da legittimare u-j otiartcio... One cosa ci proponevamo dieci anni fa? La nostra ambizione — se così si può dire, era quella dì costituire, con l’AICE, per tutti
gli insegnanti evangelici una «comunità» ai fratelli, imiti dalla fede e
dal servizio comune e chiamati dai
Signore della Chiesa a servirlo nella diaspora del mondo. Desideravamo in particolare raggiungere i nostri colleghi che vivono in margina
alla Ch esa, geograficamente e spiritualmente, per affermare che il nostro protestantesimo non è una tara,
che la nostra fede è quella che ci dà
forza, coraggio, intelligenza anche
neU’adempimento del nostro compito
ji educatori... »
Così, dopo il culto iniziale presieda
to dal Moderatore Rostan, i membn
dell’AICE si mterrogavano sul cam
mino percorso e su quello che si apriva davanti. « L’AICE ha ancora qualcosa da dire, da fare, dopo la prova
di questi dieci anni?» — chiedeva
qualcuno, forse un po' rattristato dal1 assenteismo di molti, forse in modo
un po’ retorico, per suscitare la reazione che infatti si è fatta sentire :
di lasciar cadere l’attività dell’AICE
non se ne parla neppure!
Essa non e soltanto uno strumento
utile offerto agli insegnanti per un
servizio di consulenza e di collegamento (al Congresso è stato invitato
un segretario sindacale che ha fornito vari schiarimenti), ma un mez
zo assai importante, per vigilare sui
la minaccia discriminatoria che pa
re addensarsi anche e soprattutto sui
la scuola, nel nostro clima di involu
zione clericale (cfr. il recente e tanto atteso « Stato' giuridico » degli insegnanti elementari, elaborato dai
Ministero della Pubblica Istruzione);
ed infine — e ci pare essere il lat.,
essenziale della sua funzione — è il
legame unico nel suo genere che può
avvicinare e unire gli insegnanti e
vangelici — è stato preso atto con
profonda soddisfazione della promessa di contatti e di collaborazione, da
ternpo attesa, giunta da parte della
Chiesa Metodista — che avvertono
il loro lavoro come un « servizio »
reso alla comunità civile come membri del popolo' di Dio, la Chiesa di
Cristo. Evidentemente, questo «servi
zio » può essere inteso in senso e con
accentuazioni diverse — e non sono
mancate, nel Congresso. Questo vincolo si può esprimere nella ricerca
del fondamento e dei modi di questo
servizio, di questa vocazione ; e si istituisce. oltre che nel nostro paese, con
i colleghi di altri paesi.
Infatti i punti maggiormente discussi ed interessanti sono stati i.
Convegno deila sezione calabro-sicula
a Pachino, e le relazioni intemazio
nali. Al primo sono intervenuti an
che alcuni insegnanti del Piemonte
(se n’è parlato sull’Eco, a suo tem
po), e si spera che questi rapporti
possano intensificarsi. Ciò darebbe
pure modo ad im numero maggiore
di rendersi conto con più immedia
tezza della necessità di personale vo
lontario e temporaneo o stabile che
si fa sentire in vari Asili, Scuole, Do
poscuola, in particolare in Sicilia. Si
è fatto eco, molto vibrata, di questa
urgenza il Past. S. Giambarresi d
Pachino, che ha parlato del locale
Asilo evangelico e del desiderio di af
fiancargli un doposcuola, onde poter
seguire i ragazzi, per lo più cattolici
che già affluiscono al nostro Istituto
Ma è necessario personale didattico
evangelico...
Quanto al secondo punto, le relazioni intemazionali, la Sig.na Frida
Malan ha riferito su di un recente
incontro, in Italia, di delegati delle
organizzazioni del Belgio, della Fran
cia. deiroianda, del Lussemburgo e
dell’Italia che aderiscono alla Lega
Internazionale dell’ Insegnamento,
dell’Educazione e della Cultura Popolare, e ne ha letto la risoluzione
finale, interessante per quanto im poco generica. E' stato fatto notare che
il problema della laicità e del laicismo (in particKilare della scuola) si
presenta in modo assai diverso nei
suddetti paesi. Nel pomeriggio, la Signorina Jolanda Schenk ha riferito
sui lavori di un recente incontro di
responsabili dell’insegnamento evangelico, tenutosi in giugno a Berlino,
e che pare aprirsi su un programma
futuro ricco di promesse, da cui la
famiglia dell’AICE non deve tenersi
da parte. E’ già in programma per
il ’61 un grande Congresso pedagogico, che si terrà a Strasburgo, e in
cui il problema dell’insegnamento religioso evangelico potrà avere una
parte notevole. E’ stato ancora ricordato il recente Campo latino degli
Insegrianti evangelici, al Chambonsur-Lignon, a cui la partecipazione
dei nostri insegnanti avrebbe potuto
essere, con loro vìvo arricchimento
aisai più ampia.
Altre questioni affrontate e discus
se; il lavoro della Sezione Valli, che
potrebbe essere assai ptotenziato con
l’impegno di tutti (non escluso quello finanziario, cosi modesto); le buo
ne notizie che giungono dalla Commissione per i nuovi libri di testo
per l’istruzione religiosa nelle scuole
elementari delle Valli: il lavoro è
bene avviato; l’acquisto e l’utilizzazione di un proiettore che è stato
acquistato in grazia di un dono di
amici olandesi; l’utilità della pubblicazione delle circolari dell’AICE, e
di curare una rubrica sui nostri giornali (A questo proposito sottolineamo tale utilità, e anzi la carenza sulla nostra stampa periodica della presentazione dei problemi dell’insegnamento, sia per gli insegnanti stessi,
sia per le famiglie degli alunni! n.
d. r. ); la possibilità, per chi lo desiderasse, di conse^ire il diploma di
maestra giardiniera, seguendo un
corso Montessori che dura quattro
mesi e costa circa L 10.(XX); e vari altri interessanti spunti di discussione
e riflessione. Naturalmente, quando
parecchia gente si ritrova, è sempi j
facile che corra qualche parola non
del tutto indispensabile... ma in complesso è stata una buona giornata.
Gli intervenuti harmo espresso la
loro viva riconoscenza al Seggio, riconfermandolo per acclamazione; al
posto del Prof. Jouvenal, che a cau
sa del suo lavoro ha chiesto di accet
tare le sue dimissioni, il Congresso,
inviandogli l’espressione della sua
gratitudine per l’impegno di tutti gli
anni scorsi, ha eletto a sostituirlo il
Prof. Guido Bert.
Come celebrerà. l’AICE, il suo decennale? rep.
Unà scuola ideale
per giovanette valdesi
La Scuola Valdese d’Econoniia domesliea
ita deciso d’anlic'pare di 15 giorni il nuovo anno scolastico, per evidenti ragioni di
opportunità: essa quindi inizierà l’anno il
giovedì 15 ottobre. La festa delle premiazioni e della ch'usura dell’anno scolastico
ormai concluso avrà luogo nel pomeriggio
della domenica 4 ottobre. Per la stessa
occasione sarà presentata una piccola mostra di lavori di cucito, confezione, ricamo e maglieria delle allieve che Itanno
finito i loro corsi.
si ricevono appositi diplomi superiori. Osserviamo che in quest’ultimo anno la Scuola è stala regolarmente frequentala da 20
allieve.
E" noto lo scopo della Scuola Valdese
d’Economia domestica: quello di formare,
in un ambiente sanamente cristiano, esperte donne di casa, convenientemente preparate a tutti i servizi domestici e d’assistenza della famiglia, alle cure dell’orlo; e di
fornire loro, con la lavorazione d’indumenti a maglia, col cucilo, la confezione
ed il ricamo, un vero e proprio artigianato
femminile; in modo che le giovani allieve,
uscite dall’Istituto, sono pronte ad assumersi, nel proprio paese, in Italia, all’Estero, un’occupazione dignitosa, utile,
redditizia. Cosi la Scuola vuol provvedere
ad aumentare il benessere economico delle
famiglie, a promuoverne lo sviluppo sociale, a formare giovanette bene attrezzate, materialmente c moralmente per superare le difficoltà della vita e farsi una posizione soddisfaciente.
Considerati i notevoli vantaggi materiali, culturali e morali die offre alle giovanelte la Scuola Valdese d’Eìconomia domestica, si rivolge alle famiglie ohe hanno
figliuole nelle condizioni adatte, fra i 12
ed i 18 anni, un cordiale invito perchè le
mandino a frequentare la Scuola stessa,
procurando loro non soltanto una preparazione ed un’educazione assolutamente nelessaria, ma il mezzo migliore per trovare
per loro un posto dignitoso e redditizio.
La Scuola d’Economia domesliea ha la
durata d’un anno. Il suo programma comprende corsi teorici e praFci di cucina e
di cura della casa, di bucato e stiro, di taglio, cucito e confezione, di lavorazione a
maglia, di cura dell’orto e del pollaio. Si
aggiungono inoltre lezioni semplici e pratiche di religione, d’italiano, di francese,
d’inglese, di corrispondenza e contabilità,
d’igiene, di pronto soccorso e di puericultura.
Superali gli esami finali, ad ogni allieva
viene rilascialo un diploma di licenza.
Ogni anno le due allieve p'ù meritevoli
godono d’un corso gratuito di perfezionamento della durata d’un semestre, presso
la Scuola Statale d’Economia domestica di
Marcelin sur Morges (Svizzera); ed alcune
altre possono seguire un corso gratuito di
perfezionamento per le lavorazioni di maglieria a Milano. Per l’uno e l’altro corso
La retta mensile è fissata in L. 7.000,
compresa la pensione completa nel convitto e la frequenza a tutti i corsi. Per le
giovanette meritevoli di condizioni molto
modeste, la Direz one è disposta a fornire
condizioni di favore.
Le iscrizioni e tutte le necessarie informazioni si ricevono presso la Direzione
della Scuola Valdese d’Economia domesfea (ai Monnet - Luserna S. Giovanni lei. 93.53).
Albert Schu/eitzer
visiterà I’ Europa
Secondo una notizia apparsa su « La
Stampa » il missionario Albert Schweitzer
è giunto a Bordeaux il giorno 24 agosto
per un periodo di studio e con lo scopo
di visitare, nel corso dei prossimi tre mesi,
la Svizzera, la Dan'marca, l’Olanda, il
Belgio, la Svezia ed altri paesi. La principale preoccupazione del dottor Schweitzer
rimane il suo ospedale di Lambarenè. Per
l’autunno egli ha in progetto la costruzione di un secondo edificio nel quale troveranno posto altri trenta letti.
Al suo arrivo a Bordeaux lo Schweitzer,
ormai quasi ottantacinquenne, sfoggiava un
vecchio feltro divenuto informe e scolorito. « Vedete — ha detto scherzando —
sono fedele al passato. Questo è un cappello che porto da trenl’anni » (La Stampa,
25 agosto 1959).
4
Noi abbiamo conosciuto l'amore che Dio ha per noi e vi
abbiamo creduto.
1 Giovanni 4: 16
L'Eco delle Valli Valdesi
I lettori ci scrivono...
Una proposta
alla CIOV
Egregio Direttore,
Con riferimento alla rar<‘omandazione,
rivolta dalla Commissione che ha esaminato l’operato della CIOV al Sinodo di
aprire le porte dell’Ospedale Valdese di
Torre Pellice possibilmente a tutti i medici, vorrei rendere noto il disagio di molte famiglie, i cui membri in caso di malattia devono essere ricoverati nell’Ospedale di Luserna perchè il loro medico della Mutua non ha il diritto di seguirli nel
nostro ospedale, ma dovrebbe affidarli ad
un altro sanitario. Questo non è sempre
facile perchè ognuno desidera essere seguito dal proprio medico. Ora se il disagio
non è causato dall’ospedale di Luserna.
dove anclie i Valdesi sono ben curati, trattati con la massima deferenza e visitati dai
loro Pastori, ma dalla lontananza delle famiglie che abitano nel Comune di Torre
Pellice e talvolta a due passi dal nostro
Ospedale, è sempre preferibile per noi essere ricoverati in un ambiente evangelico
e non privarci di una eventuale opera di
testimonianza nei confronti di persone di
altra confessione religiosa. Non potrebbe
la CIOV con la competenza ben nota, ri
prendere in esame questo problema, e risolverlo in modo soddisfacente per tutti
gli interessati, per il nostro Ospedale che
vedrebbe aumentate le sue entrate (anche
se questo non è la cosa più importante) e
per il medico stesso che all’inizio della sua
carriera ha spesso dato la preferenza al
nostro Ospedale per i suoi malati privati?
Con distinti saluti.
Lina Varese Beri.
A PROPOSITO
del cubo - radio
Egregio Signor Direttore,
avendo visto riportato sul Suo settimanale l’intervento del compagno On. Bogon‘ Le saremmo grati se potesse specificare
che il deputato appartiene al gruppo de
PSl. Questo per dimostrare alla popolazione valdese che al momento opportuna
i parlamentari del ns. Partito sanno d fendere gli interessi delle minoranze evan
gelicbe. Così come avevamo promesso durante le campagne elettorali.
Grazie e distinti salut;.
La Sezione del PSI di Torre Pellice
L’On. Bogoni è membra della Ch es
Va’dese di Taranto n. d. r.
Consiglio della Val Pellice
Il Presidente rende notò che, con bando
in data odierna, viene indetto pubblico
concorso per l’assegnazione delle borse di
studio annuali istituite da questo Consiglio di Valle, e precisamente:
L. 30.000 per alunni licenziati dalla 5“
classe elementare e che si iscrivano alla
prima classe di una scuola secondaria inferiore;
L. 40.000 per alunni che si iscrivano alla
2“ e 3“ classe di una scuola secondaria inferiore;
L. 60.000 per alunni iscritti a qualsiasi
classe di una scuoia secondaria superiore.
Gli aspiranti debbono risiedere in uno
dei Comuni facenti parte del Consiglio di
Valle (da Brieberasio a Bobbio Pellice),
appartenere a famiglia particolarmente bisognosa (con riguardo al numero delle
persone a car'co del capofamiglia e della
residenza disagiata) ed avere riportato una
media di voti pari a 8/10 per i licenziati
dalla scuola elementare ed i 7/10 per gli
altri.
Le domande debbono essere presentate
entro il 20 settembre p. v. alla Direzione
D dattica od ai Capi Istituto competenti.
Per informazioni rivolgersi alle suddette Autorità Scolastiche od alla Segreteria
del Consiglio di Valle (Segreteria Comunale di Torre Pellice).
11 bando è pubblicato presso i Comuni
della Valle e le .Scuole ed Istituì' interessati.
Notizie dalle nostre comunità
SECOIVDO
Profonda impressione ha destato nella
nostra comunità la spaventosa disgrazia
che ha colpito il nostro fratello Bruno Don.
deceduto tragicamente venerdì scorso durante la furia di un temporale.
Egli era uscito sull’imbrunire dalla sua
casa della Lombarda per recarsi lungo ii
greto di un torrente vicino a cercare de'
vermi che gli servivano per la pesca quando fu sorpreso dall’uragano. All’improvviso, nei pressi di un centenario rovere, uno
dei fulmini lo raggiunse in pieno carbo
nizzandolo.
Aveva 24 anni.
La dolorosa notizia ha tristemente colpito non solo la popolazione di San Secondo dove il caro giovane era molto conosciuto per la sua bontà, il suo attaccamento alla famiglia di cui era figlio unico, la
sua attività operosa di agricoltore, ma anche una cerchia numerosissima di cono
scemi e di amici dei paesi vicini che i.:
circondavano di stima e di affetto per ii
suo carattere leale e socievole.
Era membro della locale Unione Gio
vanile e lutti lo ricordano come un giovane buono e volenteroso, pronto setnprs
a dare la sua opera disinteressata al servizio delle varie attività dell’Unione.
Il servìzio funebre, diretto dal Pastore
Cipriano Tourn, ebbe luogo domenica pomeriggio alla presenza di un follissim:)
pubblico che, malgrado la pioggia, ha vo
luto accompagnare all’estrema dimora ter
rena il caro Scomparso e portare ai pareti
t- in lagrime il suo tributo di affetto e d.
simpatia. Il Moderatore, attraverso un
commovente messaggio inviato alla famiglia, ha ricordato il Bruno come uno de.
suoi catecumeni migliori nello studio c
nella disciplina. Il pastore Luigi Marau
da che ha avuto il caro Estinto alla Scuola Domenicale ed il pastore Arnaldo Genre hanno pronunciato commosse espressioni di simpatia, di cordoglio e di speranza
i-ristiana.
Non è facile dire una parola di confor
to ad un padre ed una madre cosi duramente colpiti. La Fede sola ha la poleniia
di lenire un così grande dolore, per cui.
convinti che credere è più sicuro che ragionare specialmente in una simile circostanza, noi chiediamo al S'gnore di fortificare la fede di questa famiglia in Itillr
affinchè possa sopportare la prova guardando con piena fiducia verso le dimore
del Padre additate da Grislo, Vita c B surrezione.
BOBBIO PELblCE
Il 22 agosto è stato celebralo il matrimonio di Ricca Carlo (Torre Pellice) e
Negrin Angiolina (Costa). Il Signore accompagni con la sua presenza questi cari
sposi.
Ringraziamo i pastori Giambarresì Samuele e Tourn Cipriano che hanno presieduto rispettivamente i culti delle domeniche 23 e 30 ago-sto.
Nous apprenons que le 13 août à Cannes
est décédée à Tâge de 65 ans après une
longue et pénible maladie supportée avec
chrétienne résignation, madame Aline Benecli veuve Etienne Malan. Madame Malan
étal originaire d’Angrogne mais depuis
40 ans habitait Cannes, où Elle avait su,
avec son mari, se former une bonne situation. Les Vaudois qui se rendaient à Cannes se rappelleront certainement d’Elle et
des chaleureux accueils qu’Elle réservait à
ses corréligionaires dans son Hôtel National. Femme toute dévouée à sa famille
laisse d’Elle un doux souven'r et nous voulons exprimer à la famille si durement
éprouvée par Son départ, toute notre sympathie.
MBRRERB = MAHIIGLia
Cou larga partecipazione dì parent!,
ani ci e conoscenti, il 28 agosto sono stai
celebrali i funerali della nostra venerala
sorefla Sig.ra Lidia Pons ved. Genre, .spentasi serenamente, dopo breve infermità,
nel suo 9(>a anno di età, al Serre di Man glia.
A tutti i figliuoli ed alle loro famigl'c
ed ’n particolare al pastore Arnaldo G" i
re rinnoviamo l’e.spreasione delle nosir
sentite condoglianze.
COMUNICATO
La riunione comune fra le chiese
di Pomaretto e 'Villasecca è convocata agli EICIASSIE domenica 6 set
tembre alle ore 14,30.
Parleranno i Pastori Liborio Naso
dì Venezia e Giovanni Tron di Montevideo. Parteciperà pure la Banda
del Baden. In caso di pioggia l’assemblea si riunirà nella chiesa dei Chiotti. Portare l’Innario Cristiano.
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ARREDAMENTI COMPLETI DI ALLOGGI
POMaRETTO
Domenica 30 u. s. è stata battezzala
Long Antonella Paola di Aldo in occas'one del culto del mattino. Il Signore conceda alla tenera creatura di camminare sulle Vie Sue mediante la preghiera e l’esem
pio dei genitori.
Domenica 6 settembre il culto sarà presieduto dal Pastore dì Venezia sig. Liborio
Naso. La fanfara tedesca del Baden accompagnerà i canti con l’organo. Nel pome
riggìo alle ore 14,30 avrà luogo la tradizionale riunione agli Eiciassie.
TORRE PELLICE
I culti domenicali, nel Tempio del Cen
tro come in quello dei Coppieri, registra
no in queste domeniche una partecipazio
ne assai numerosa: .è il momento in cui
Torre vede raccogliersi il maggior numero
di villeggianti e di amici vecchi e nuovi
Nel pomeriggio della domenica i membri
del Concistoro, a turno, a cominciare dal
mese di luglio, hanno prestato servizio alla
porla del Tempio del Centro, tenuto aperto per eventuali visitatori: e questi sono
stati numerosi, e i membri del Concistoro
;jno stati concordi nel rallegrarsi delle opportunità che sono stale loro offerte, in
tal modo, di testimoniare in tutta semplicità della loro fede.
Come ogni anno la nostra Chiesa è lieta
di ospitare il Sinodo. E come ogni anno
molli membri della nostra Chiesa si sono
impegnati senza riserve nella preparazione
del bazar e del servizio dì buffet, e in
questo servizio stesso. Sanno di poter contare sulla riconoscenza di tutti, ed il successo del loro lavoro è la migliore ricompensa. Siamo pure lieti che anche quest’anno la nostra Corale abbia arricchito il
cullo d’inaugurazione del Sinodo <on un
bel coro, adatto al inomenlu della consacrazione.
Ringraziamo vivanientc il Moderatore
E. Rostan e il Past. A. Ricca che hanno
presieduto i culli ris{)eltivamente domenica
23 u. s. al Centro e domenica 30 ai Coppieri.
Nelle due ultime sedute estive dell’Unione Giovanile del Centro hanno parlalo il
Prof. Ferruccio Corsani su « La nostra
Chiesa e il canto sacro » e lo - in extremis
Candidato (!) Sergio Rosiagno su « La diaconia della Chiesa ».
Alti liturgici.
Sono stati battezzati Danielle Marguerite
Joitvenal di Roberto e di Germana Colombo; Simone Cerrina-Feroni di Gianfranco
e di Orietta Vacalello; Marina Rivoira di
Renalo e dì Dina Rovari.
E’ stato celebrato il matrimonio di Riccardo Lorenzo Bersandi e Mirella Giulia
ìalla.
Si è tenuto il servìzio funebre di Suor
Margherita Ritmir e di Fuigi Maritano.
Le famiglie Sappè-Eynard profondamente commosse per la dimostrazione di affetto e di stima ricevuta
in occasione della dipartenza del 1
ro
Robertino
riconoscenti ringraziano tutti quant
vollero partecipare al loro dolore. In
modo particolare il Dott. Gardiol, 1;.
Sig.na Giorda, il pastore Sommani,
gli amici della Corale e i conosconi
di Pramollo.
Nei dì della prova, nell’ora del duol.
L’aiuto ai trova, fratello, in Lui aol!
Ei solo sa offrirti, la pace quaggiù,
Ei solo sa dirti: Non ¡liangere più.
Torre Pellice, 1 settembre 1959
Le famiglie Don e Avondetto profondamente commosse dalle dimo
strazioni di simpatia avute in occasione della dipartenza del loro car
indimenticabile
Bruno
ringraziano sentitamente quanti han
no preso parte al loro lutto.
S. Sec.ondo di Pinerolo, 30 agosto 1951
Profondamente commossa per le
dimostrazioni di simpatia ricevute in
occasione della dipartenza della loro
cara
Lidia Pons
ved Genre
la famiglia ringrazia quanti di presenza, 0 con scritti, han partecipato
al loro dolore.
« Io so in chi hoi creduto »
(1 Tim. 1; 12)
Maniglia, 28-8-1959.
Se uno dice ; lo amo Dio, e
odia ¡1 suo fratello, è bugiardo
1 Giovanni 4: 20
Prof. Hr. Franco Operli
Libero Docente
in Clinica Ortopedica
Specialista in Ortopedia
Traumatologia e Chirurgia Plastica
Visite presso Ospedale Valdese di
Torino: Lunedì e Venerdì ore 16,30
Consulenze presso Ospedale Valdese
di Torre Pellice : previo appuntamento
Dottoressa
Iolanda De Carli Valerio
Medico Chirurgo
Specialista
in malattie dei bambini
Psicologia e pedagogia
Consultazioni presso l'Ospedale
Valdese di Pomaretto
Il primo e il terzo mercoledì del mese
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Redattore; Gino Conte
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