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»ELLE
S pet L.
-BÎBLIOIECA VALDESE
TORRE.PELLICE
(Torino)
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Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XC — Num. 48 1 Eco: L. 1.300 per Pintemo Eco e La Lucei L- 2.000 per rinterno Spediz. abb. postale • I Groppo
Una copia Lire 30 ABBONAMENTI L. 2.800 per l’estero Cambio d’indirizzo tir. 50
TORRE PELLICE —2 Dicembre 1960
Ammio. Claudiana Torre Pellice ■ C.C.P. 2-17557
Qualcosa si muove in
Secondo iniormazioni da Madrid,
venerdì scorso è stata consegnata ai
ministri dell’Istruzione e delle Inlormazioni una lettera aperta firmata
da oltre 250 intellettuali spagnoli,
personalità eminenti rappresentanti
tutti i rami della cultura e tutte le
tendenze politiche: i firmatari protestano contro la censura e chiedono
un sistema di controllo legale ben definito. Pur non illudendosi che « nelle circostanze presenti» la censura
possa essere abolita (è da notare che
in Spagna tutto è soggetto a censura
preventiva; giornali — compresi gli
annunci pubblicitari — libri, testi psr
la radio, dipinti, sculture, documenti
scientifici, opere drammatiche, riviste
musicali, ecc.), essi chiedono comunque con urgenza regolamenti « giuridicamente garantiti » che stabiliscano chiaramente il diritto di appeiio
e la nomina pubblica dei censori, dato che l’attuale, anonima, «permette
degli arbitrii ». « La situazione ha raggiunto un punto in cui gli scienziati
e gli intellettuali spagnoli sono co
stretti in una posizione vicina aH’esilio, 0 debbono lavorare per pubblica
zioni, laboratorii, società e centri d^
studio stranieri, in modo da esprime
re sè stessi: una fuga culturale che
il paese non può, a nostro avviso, soppiortare ».
Si estende dimque, indipendentemente dalle tendenze politiche, una
lorte insofferenza verso la dittatura
iranchista, che dura ormai da 24 an
ni. Franco, « il terzo compare » ac
c.-uito a Hitler e Mussolini, resiste,
grazie aH'eSicacia della sua polizia,...
e probabilmente grazie alla NATO
che ha nella penisola un retrotena
sicuro... Resiste ancora, ma fino a
quando?
La situazione interna è grave. E’
/ dati sulla situazione spagnola sono stati tratti da inchiesteré portages comparsi su II Gallo
(agosto 1960), L’Illustré protestant (ottobre 1960) e La Vie
protestante (18 novembre 1960).
ben nota la miseria dagli operai e dri
piccoli proprietari | « dal pinato di vista della giustizia sf)|iìale, in certe regioni la concezione quasi feutole dei
grandi proprietari, lo stato d’ignoranza religiosa, d'incultura, di servitù e
di miseria in cui vive una buona parte del popolo sonò sempre una tragica realtà» tCarloS^Sàntamaria, su La
■Vie protest..). In feomplesso la dittatura non è riuscita, a soffocare i sentimenti repubblicani,, che sembrano
anzi farsi particolarmente vivi accompagnati ad un 'vivo desiderio di
autonomia regionale, specie nella Catalogna e in altre .Regioni del Nord,
molti torse ri.'.orderanno i disordini
di Barcellona, in occasione della visita di Franco nel maggio scorso, con
lo strascico di processi, in cui furono
implicate anche varie personalità cat
toliche di rilievo (è pure tristemente
risultato che la polizia falangista non
ha la mano più leggera dei « paras»
nel torturare gli iniziati). Da tempo
larga parte dell’« intelligenza » spagnola ha cercato all'estero un più spirabil aere, ora anchè in patria si comincia apertamente a protestare.
...e nel suo Cattolicesiifìo
In questa situazione complessa e in
movimento, qual’è la posizione delia
Chiesa cattolica, questa grande forza della Spagna? Già altra volta abbiamo detto come sia diffìcile dare un
giudizio unitario, perchè assai diver
silicato è l’atteggiamento cattolico.
Malgrado il Concordato del 1953 le
l’art. 6 della Costituzione o «Fuero»),
secondo cui tra l’altro lo Stato garantisce l’insegnamento della religio
ne cattolico-romana come- materia
ordinaria e obbligatoria in tutti gii
istituti pubblici e privati, malgrado
il conferimento dell’Ordine del Cristo
al Caudillo, da parte del Vaticano,
.sarebbe ingiusto dire che la Chiesa
cattolica fa blocco con il regime fran
chista; e se quel certo riserbo, che si
può sentire oggi nella politica curia
le romana e iberica nei confronti di
Franco, potrebbe anche essere interpretato come un principio di distacco da un regime ohe mostra chia,ie
crepe (i meandri della politica, anche
e soprattutto ecclesiastica, sono pieni
d’ombre), teniamo però a riconosce^
re, con viva gioia, che vari settori
del cattolicesimo iberico, nel clero e
nel laicato, mostrano una sensibilità
evangelica vivissima e profondamente rallegrante. L’indubbio clericali
smo spagnolo e le frequenti collusioni fra alte gerarchie ecclesiàstiche c
quelle franchiste hanno favorito il
La professione e la pratica della
religione cattolica, che è quella dello Stato, godono della protezione
ufficiale. Nessuno sarà molestato per
le sue credenze religiose nè per
Vesercizio privato del suo culto.
Cerimonie o manifestazioni esteriori diverse da quelle della religione
cattolica non saranno tollerate.
(Ari. 6 del Fuero de los
Españoles del 1945)
risorgere in Spagna di un’ondata di
acceso anticlericalismo, che pone la
Chiesa sotto una spietata accusa.
eco della sollecitudine evangelica e
pastorale di fronte a questo fatto e
stata la bella lettera firmata da dds
sacerdoti baschi e rivolta ai loro vescovi, che i nostri lettori fedeli certo
ricorderanno (Eco n. 29 del 15 luglio
1960; la lettera, commentata, è ripci
tata in buona parte del fascicolo 61960 della rivista «Protestantesimo»...
Ne riportiamo alcime frasi: «Le_ a\.cuse di cui siamo oggetto sono divenute cosi penose e violente da coati
tuire un vero clamore. Siamo circondati da un’atmosfera ostile. Ogni
giorno si scava maggiormente 1 abisso fra noi e le anime che ci sono staoc
affidate (....) Sarebbe un errore fune
sto sottovalutare la gravità di ima Situazione che può compromettere, i^r
delle generazioni, l’avvenire delia
Chiesa i....> Crediamo sinceraineiicc
che nè gli individui nè le classi ne i
popoli che compongono la comunna
spagnola godano di una libertà suffi
cíente ». .
A questa lettera rivolta da sacerd^
ti ai loro superiori — degno di apprez
zamento il fatto che sia stata
nota all’estero dalle « Informations
Catholiques Internationales» —
me hanno risposto l’arcivescovo
Painpaloria e i vescovi di BilbaO, Vit
toria e S. Sebastian? Con il biasimo
più netto : il documento è respinto
come « sospetto e irresponsabile » e
mirante ad « oscuri fini politici ». « A
causa dell’evidente falsità delle ragioni allegate e del suo carattere politico, non possiamo accettare questa
lettera (...) Ni chiediamo di non immischiarvi mai in alcuna attività estranea al vostro ministero; perciò
esigiamo da tutti voi che abbiate il
senso -deìle vostié“ responsabilità pèf
non diventare, come si è purtroppo
verificato in questo caso, lo strumento
di manovre dai torbidi fini politici».
Ai.cora in ottobre Mons. Gurpide, vescovo di Bilbao, scriveva nella sua
pastorale : « Non sono i laici nè i preti che hanno vocazione di istruire i
vescovi. A loro spetta ascoltare e ricevere gli insegnamenti della dottrina dai loro pastori, vescovi in comunione con Roma ».
Anche il Nunzio apostolico in Spagna, MoiiS. Antoniutti, ha ripetutamente preso posizione; a Sevilla, poco dopo i’« incidente » : « Chi si oppone al vescovo si oppone a Cristo.
Chi intralcia la missione del ve
scovo paralizza l’opera deila Chiesa. Chi non ama il suo vescovo ha
perso il sentimento di dignità cristiana (...) Onorate il vostro vesco
vo, guardiano della fede, difensore
della morale, araldo dell’Evangelo,
maestro della verità, cittadella della
famiglia, speranza della società (ecc.).
Difendete il vostro vescovo : protettore dell’ordine, apostolo della pace,
consigliere delle autorità, splendore
della diocesi » ;. e più tardi ad una
riunione di prelati a Bilbao : « Il compito principale dei sacerdoti è di comportarsi coi dovuto rispietto e la necessaria sottomissione per non creare difficoltà ai loro superiori con gesti contrari agli interessi ecclesiastici (...) Distribuendo volantini antifranchisti i sacerdoti baschi hanno
messo in difficoltà i rapporti fra Stato e Chiesa, alleandosi, a tale scopo,
perfino coi nemici della religione».
Riecheggia questa voce autorevole
quella di Mons. Herrera, vescovo di
Malaga; «L’autorità rappresenta il
bène comune. Nulla ha fatto più torto al bene comune della Spagna cne
la scandalosa licenza della stampa.
A mio modesto avviso il paese non è
m condizione di permettere che sia
soppressa la censura preventiva». Dichiarazioni molto « governative », certo bene accette al Caudillo che nel
discorso anniversario del 18 luglio ha
fra l’altro dichiarato: «Mi si può accusare di autoritarismo o di quel cnc
si vorrà. Quello che non si potrà mai
dire è che i principi della legge cattolica e dello Stato confessionale non
costituiscano per tutti gli Spagnoli
una garanzia di moralità e di giusti
zia suprema ». E invece, crediamo proprio di poterlo dire...
Sarebbe pero ingiusto affermare che
tutta la gerarchia ecclesiastica iberica abbia questa posizione; si ricorderà lo sforzo di indipendenza della rivista deU’Azione cattolica, «Ecclesia»,
difesa a più riprese dal cardinale aicivescovo di Toledo, primate di Spagna, Mons. Pia y Daniel; bisogna ricordare il manifesto del 1» maggio
della HO AG (Fratellanza operaia di
Azione cattolica) che, approvato dal
card. Pia y Daniel, fra l’altro ricordava la missione particolare delia
HO AC :« cristianizzare il mondo opc
raio, il cui allontamènto dalla Chiesa
e uno dei più grandi scandali del nostro secolo»; il mianifesto è stato
proibito dai governo è vari dirigenti
deil’HOAC hanno avuto noie.
Bisogna pure nottee la maggiore
diffusione della Bibbia nella Chiesa
cattolica; un’edizione tascabile del
Nuovo Testameinq, pubblicata da
Herder, incontia urj,i^an successo, e
così numeregq, operfetèologichè* di ..va
' lore. Ricca di sperai!^, anche se ancora agli inizi, è infine l’infiuenza dell’ecumenismo: non solo attraverso la
azione dell’abbazia benedettina di
Montserrat, che è una delle roccafor"
ti dell’ecumenismo cattolico, ma con
il diffondersi in alcune diocesi della os
servanza della Settimana di preghiera
per l’unità, e con la comparsa di una
rivista cattolica consacrata alle questioni ecumeniche, seriamente oggettiva, anzi cordiale. Il nostro augurio
è che queste vene evangeliche del cattolicesimo spagnolo si irrobustiscano,
per il bene di quel paese tormentato
e della Chiesa di Cristo all’opera là.
* UìM nuova formula del movimento
dei preti operai riceve Vapprovazione del
Faticano. A Roma ogni giovedì dei seminaristi cambiano la loro tonaca con una
tuta operaia. L'esperimento, agli inizi, dovrebbe aiutare i futuri sacerdoti a meglio
comprendere Vambiente operaio e lottare
contro il comunismo in Italia.
raUPEBITO = 2^
La straniera
Ruth 1 : 14-22
Viene il momento della decisione, della scelta; e Orpa non ha ragioni
sufficienti per « bruciare » la sua vita in compagnia di una donna
senza speranza come la suocera Naomi : se ne rimarrà fra i suoi, nel suo
paese, nella sua religione. Ma per Ruth le cose stanno diversamente. La
sua scelta, la sua commovente fedeltà a Naomi, vinta della vita, non è
solo frutto della sua bontà d’animo — innegabile — e del suo affetto
sincero e profondo: è un atto di fede. Perchè Ruth, nella famiglia in
cui si è inserita con il suo matrimonio, ha trovato qualcosa di assolutamente e meravigliosamente nuovo, la fede nell’Iddio vivente, che non
si può paragonare alla religione di Kemosh. In fondo, per lei è stato
ben vero quello che esprime, nella preghiera, la nostra liturgia del matrimonio: l’alleanza, il patto con il compagno della sua vita è stato pure
un entrare nel grande Patto di Dio con Israele, del Signore con la sua
chiesa; anche ora che la parabola umana sembra svanita, che il suo
compagno le è stato tolto, il Patto rimane il fondamento e la speranza
della sua vita.
Casi, un po’ come altra volta Abramo (Gen. 12), Ruth lascia la sua
casa, il suo paese, l’ambiente religioso in cui è cresciuta, e jKirte, seguendo la volontà di Dio (c’è storia biblica in cui il 5® comandamento
sia più ammirevolmente illustrato, nel suo duplice aspetto di ordine e
di promessa?), verso il paese che il Signore le mostrerà; e infatti la sua
dichiarazione così semplice e priva di retorica ha quasi un sapore di
confessione di fede ; « Dove andrai tu, andrò anch’io, e dove starai tu, io
pure starò; il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo Dio sarà il mio Dio ».
Di Abramo, padre dei credenti, è detto che partì senza sapere dove
andava (Ebr. 11); e certo anche Ruth doveva chiedersi come sarebbe
finita quella vita insieme a Naomi la sfortunata, la colpita dal Signore
(1: 13, 20, 21): il ritorno in patria, .sogno di ogni emigrante, che avrebbe dovuto essere fonte di gioia, avviene invece nella povertà, nella solitudine e nell’abbandono; il gioioso bentornato muore sulle labbra delle
donne di Bethlehem, perchè è un triste ritorno quello delle due povere
vedove... .Naqmi è stata avvicinata a Giobbe, o aUa misteriosa figura del
'Sèrvo sofferente delì’Éterno (Is. 53): comunque, nella sua umile piccolezza, ella racchiude il mistero della sofferenza dell’uomo e del credente,
su cui si aggrava la mano di Dio; ed è a questa credente sofferente, mansueta e umile, che Ruth si attacca con tutte le forze del suo affetto e
della sua fede: l’Eterno rimane il nostro Dio, l’Emmanuele, anche nel
tempo — lungo, talvolta — della prova più oscura e angosciosa.
Se triste è il cuore di chi ritorna, luminoso è il mondo che le circonda:
« Esse giunsero a Bethlehem quando si cominciava a mietere l’orzo »
(1: 22); infatti « l’Eterno aveva visitato il suo popolo (quale fremito
premonitore d’Avvento in questa espressione!), dandogli del pane »
(1 ; 7). Bethlehem, « casa del pane », è di nuovo ben degna del suo bel
nome, e le messi biondeggiano aH’orizzonie tutt’intomo. Un segno di immediata speranza per le reduci, che potranno almeno spigolare; ma è
un segno che prelude ad un ben altro « rialzamento », dopo il doloroso
abbassamento; quelle messi saranno il mezzo di cui il Signore si servirà
non solo per saziare le affamate ma per consolare le afflitte, ridando loro
una casa, una famiglia, un pegno di speranza; un figlio, nel quale la
Promessa continuerà la sua misteriosa ma incrollabile marcia verso
l’Adempimento.
GIOVEDÌ’ 24
In un'animata seduta a Mòntei-itorio
Fanfani risponde ali'interpellanza di Tambroni circa il giudìzio delPaltuale governo
sui fatti di luglio, e l’ex-presidente si trova quaisi isolato.
Giungono a Roma per colloqui Debré e
il ministro degli esteri francese Coiive de
Murville.
VENERDÌ’ 25
Si conclude a Mosca la conferenza comunista: si attende un comunicato ufficiale.
Irritato perchè la Tunisia non ha apoggiato il suo ri-corso all’ONU circa i diritti
accampali dal Marocco sulla Mauritania,
Maometto V ritira il suo ambasciatore a
Tunisi.
Si conclude a Bonn ’1 Congresso delia
socialdemocrazia tedesca; Ollenhauer viene rieletto alla segreteria del partito.
SABATO 26
Secondo indiscrezioni, il presidente cinese avrebbe affermalo alla conferenza comunista di Mosca che la Cina sarebbe in
grado di far esplodere, fra non molto, la
sua prima bomba atomica; già quattro
reattori nucleari sono in attività, a fini pacifici.
Al concludersi della conferenza parlamentare atlantica di Parigi il segretario
generale Spaak annuncia che è allo studio
un piano per fornire di armi atomiche la
NATO.
DOMENICA 27
Firmati a Varsavia ampi accordi commerciali italo-polacchi.
Giunge in Italia in vista ufficiale il presidente uruguayano, Nardone.
Ad Atlanta (Georgia) giovani negri rispondono ad una minacciosa manifestazione del Ku Klux Klan con una controdimoslrazione, pacifica; i negri boicotteranno negozi e locali gestiti da razzisti.
GIORNI
LUNEDI’ 28
Dopo quattro giorni di sanguinOisi tumulti a Caracas, viene proclamato nel Venezuela lo stato d’assedio, per impedire una
guerra civile e comunque per schiacciare
¡’insurrezione ; anche qui : azione « castrista »-^comunista o reali dissensi interni?
A Roma il gen. Norstad, capo delle forze ddla NAID, espone il piano che dotandola di armamento atomico, ne farebbe
la quarta potenza atomica mondiale accanto ai tre « grandissimi ».
Iniziandosi all’ONU il dibattito sulla
concessione dell’indipendenza ai Paesi coloniali, scambio di accuse di imperialismo
fra sovietici e occidentali.
Giunge ad Algeri il nuovo ministro per
gli affari algerini, L. Joxe, che preparerà
l’ormai prossimo viaggio di De Gaulle;
nuovi attentati del FLN algerino.
La Mauritania celebra la propria indipendenza; « giornata di lutto » nel Marocco, in segno di protesta.
MARTEDÌ’ 29
La Camera discute sulla censura teatrale
e cinematografica.
A Caracas l’atmosfera permane lesa e il
governo istituisce la censura.
Muore d’infarto lo scrittore negro Richard Wright.
MERCOLEDÌ’ 30
Mentre nel Venezuela continuano i rumulti, anche in Argentina, a Rosario e
nella regione petrolifera-mineraria di Salta, scopp'ano tentativi d’insurrezione peronisli contro il governo Frondizi; le truppe governative isolano i rivoltosi ma il
paese è inqu eto.
Al Parlamento v'ene presentato il progetto di proroga dei fitti; la Camera discute l’aumento degli organici della Magistratura e il Senato la legge per l’affissione dei
manifesti.
F. U. V. - GRUPPO VALLI
Convegno
a San Secondo
Domenica 11 dicembre avrà luogo
a S. Secondo un Convegno giovanile
per le due Valli col seguente programma ;
Ore 10,30: culto nel tempio di S. Secondo
Ore 12,15: pranzo in un ristorante
locale (prezzo L. 500)
Ore 14,30: riunione nella Scuola
Umberto I con presentazione di uno dei quaderni di studio della
F.U.V. e saggio di uno
studio a gruppi. Saranno a disposizione pure
i nuovi fascicoli con giochi per le nostre serate.
Per il pranzo prenotarsi presso il
Past. Genre di S. Secondo entro e
non oltre il giovedì 8 dicembre.
Si avvicina la fíne dell’anno:
amici lettori
abbonatevi
riabbonatevi
L’Eco delle Valli Valdesi
2
pag. 2
L’ECO DELLE VALU VALDESI
Ñ. 48 — 2 dicembre 1960
ZACCHEO; una^arola per i buoni
e per i cattivrfflembri di Chiesa
Gesù... gli disse: Zaccheo, scdndi presto, perchè oggi debbo albergare in casa tua. Ed egli si affrettò a scendere e l’accolse con
allegrezza. E veduto ciò tutti mormoravano dicendo: è andato
ad albergare da un peccatore! Ma Zaccheo présentât òsi al Signore, gli disse: Ecco, Signore, la metà dei miei beni la dò ai
poveri; e se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo. E Gesù gli disse: oggi la salvezza è entrata in questa
casa, poiché anche questo è figliuolo di A bramo; poiché il FigUuol dell’uomo è venuto per cercare e .salvare ciò che era
perito. (Luca 19: 1-10).
Zaccheo viveva ai margini del suo popolo e della sua comunità; le
sue gravi colpe di cittadino e di credente erano evidenti e note a tutti.
Anche Gesù le conosceva e meglio degli altri; ma ecco che. fra lo stupore e lo scandalo dei buoni israeliti di Gerico egli non gli rimprovera
i torti e i peccati, non gli fa la « morale », non gli rivolge alcun « appello » alla conversione ; si invita semplicemente a casa sua, gli fa un
onore che rende molte persone per bene gelose ed invidiose del peccatore, finora disprezzato ed odiato.
Il Vangelo non riferisce che cosa Gesù ha detto a quell’uomo sulla
strada di casa e questo ci permette di pensare che non ci siano stati dei
discorsi speciali o particolarmente importanti. Ma la presenza stessa e
sola del Signore ha fatto capire a quell’uomo la cosa essenziale: che
Dio amava lui, Zaccheo, lo scarto del suo popolo.
E questo ha sconvolto la vita di quell’uomo che aveva potuto preparare le risposte alle accuse che si aspettava di ricevere, ma che era
stato preso alla sprovvista e senza possibile difesa dall’amore di Dio che
non aveva saputo e potuto prevedere.
Esso lo conduce a confessare i suoi peccati, a rinunziare a quelle
ricchezze che costituivano la sua potenza ed il suo vanto, a vivere quel
ravvedimento che cambia radicalmente la sua vita e fa di colui che non
è ricuperabile un autentico figliuolo di Abrahamo.
L’atteggiamento di Gesù in questo episodio costituisce un serio avvertimento per i « buoni » membri delle nostre Chiese : quelli cioè che
sono impegnati nella propria fede e che si sforzano di viverla nella Comunità e nella vita quotidiana.
Di fronte a quelli che vivono ai margini della Chiesa, che non si
vogliono impegnare per la propria fede o la smentiscono con la loro
vita è inevitabile che i « buoni » membri di Chiesa siano tentati di accusare — e non accuserebbero a torto — oppure di fare la classica « predica » — e avrebbero di che predicare — od ancora di rivolgere degli
appelli, sinceri, ma che sono pur sempre una parola rivolta da un « buono » ad un « cattivo », da un « giusto » ad un « peccatore ».
Non così ha fatto Gesù che ha saputo rinunziare alle giuste accuse
ed alla pura e semplice giustizia per vivere l’amore di Dio per Zaccheo,
e per noi. Il torto di tanti buoni e sinceri credenti è quello di non avere
abbastanza fiducia nell’amore di Dio — quello pure che ci perdona e ci
salva e che rappresenta la nostra unica speranza — e credere che si ottenga di più predicando la legge che non la « buona novella » dell’amore
di Cristo, che serva di più ricordare ai peccatori il loro peccato più che
il perdono che Cristo ha acquistato per loro morendo sulla croce.
Non così Gesù ha salvato Zaccheo e noi stessi, e la nostra vocazione è quella di seguire il nostro Signore amando i nostri fratelli —
anche e specialmente quelli che possono essere paragonati al pubblicano
di Gerico — con un amore simile al suo, osando credere che l’amore è
più forte e più convincente di qualunque altra cosa perchè così Dio ha
disposto nella sua libertà misericordiosa.
Se poi un « cattivo-membro-di-chiesa » mi avrà seguito fin qui vorrei che mi credesse quando gli dico che questo stesso episodio del Vangelo ha una parola anche per lui che non si sente o non vuole impegnarsi per la sua fede e per la sua Comunità, che ha magari l’impressione di aver ricevuto dei torti dai « buoni credenti » (e la cosa è tutt’altro che impossibile) o che non sente alcun interesse ad unirsi a fratelli e
sorelle per ascoltare la Parola di Dio e per adorare il Signore.
Gesù ha detto qualcosa a Zaccheo e queste parole hanno sconvolto
e cambiato la vita di quell’uomo perchè erano proprio quello che Zaccheo aveva bisogno di sentire e di ricevere.
Ora Gesù non ha ripetuto a lui il discorso fatto al paralitico o al centurione di Capemaum, non ha ridette le parole rivolte prima a Pietro
od a Matteo, non ha anticipato quello che dirà a Lazzaro nel sepolcro
o al Sommo Sacerdote; è stata invece una parola tutta per lui che nessun
aveva udito prima nè udrà poi. Gesù ha avuto ima parola tutta e solo
per Zaccheo e questo lo ha salvato. Ma, nello stesso modo, il Signore
ne ha una tutta e solo per ognuno di noi, per ognuno che vive alla periferia della Chiesa, una parola tutta e solo per coloro che sono gli « scarti »
e sono stimati non più ricuperabili per la fede cristiana.
Ascoltare questa parola è la grande occasione della vita di ogni
uomo, l’occasione che non si deve perdere; e poiché il Signore, nella sua
libertà, ha promesso di parlare lì dove fratelli e sorelle sono riuniti pei
ascoltarlo, la comunità, la riunione, la predicazione dell’Evangelo vi interessa tutti.
Non per la mia presenza sul pulpito o per le prediche più o meno
brillanti che so fare, non per le persone simpatiche od antipatiche che si
sono riunite, per gli inni vecchi o nuovi che sono cantati bene o solo
così così; ma perchè è lì che Gesù Cristo ci aspetta tutti, perchè è quella
la strada per cui ha promesso di passare, perchè lì possiamo aspettarci
di ricevere, oggi o la prossima volta, la parola che cambierà la nostra
vita: la parola solo e tutta per noi di cui abbiamo assolutamente bisogno, anche se non lo sappiamo e non lo vogliamo riconoscere - come
Zaccheo.
Per questo cari « cattivi-membri-di-chiesa » e fratelli nostri vi aspettiamo al prossimo culto e alla prossima riunione. Franco Davite
Dalla meditazione per l’a esame di quartiere » nella Parrocchia di Villasecca.
Rivedute in Australia
le leggi d’iuimigrazioue?
Sydney. Il sinodo della diocesi anglicana
di Sydney ha chiesto al governo auslrarano di nominare una commissione di cittadini incaricati di rivedere la politica d’immigrazlone del paese. Questa commissione
dovrebbe esaminare se la politica detta deire Australia b'anca » non dovrebbe essere
modificata « nell’interesse dell’Australia
stessa e delle sue relazioni con l’Asia di
Sud-Est». Le restrizidni poste all’imm’grazione sembrano essere per molti un tipo
di « apartheid intemazionale o di segregazione razziale per esclusione ».
JOHN KNOX
sullo schermo
Edimhurgh. Tre film sulla vita e l’opera
di John Knox sono in preparazione in
Scozia. Uno di essi, un documentario a
colori che s’int’tolerà probabilmente « La
storia di John Knox » è in via di realizzazione nei Glasgow Park Film Studios. Un
altro, in hianco e nero, sotto il titolo
« Ombre di John Knox », darà indicazioni
sui luoghi che hanno avuto importanza nella vita del riformatore e dei suoi seguaci.
Un terzo film, « La nostra eredità », ilfiistrerà l’influenza d: John Knox nella Scozia d’oggi. S.OE.P.l.
Union Vaudoise
de Marseille
Comme oliaque année, les vacances terminées, l’Union Vapdoise a repris son
activité ave-i la tr^ilionnelle fête des
châtaignes, où environ 140 Vaudois se retrouvèrent, dans l’atmosphère si familiale
qui caractérise nos réunions.
Après que l’assemblée, debout, eut ehanté un cantique, le Président Mr. Poet donna des nouvelles, et bien entendu, fit un
bref compte rendu de son passage à Torre
Pellice à l’occasion du Synode.
Ainsi fut comblé le vide des vacances,
et la liaison entre notre dernière réunion
de Juin, et celle présente était faite. Mr.
Poet émit le souhait, que cette reprise
soit pour nous tous une reprise riche en
enthousiasme et dévouement, et que nous
ayons la joie de voir largement s’aggrandir le nombre des Vaudois qui viennent à
l’Union, se retremper certes, dans une
atmosphère des Vallées, mais aussi espérons-nous, y puiser des forces spirituelles
pouvant être utilisées et porter des fruits.
Inutile de dire que les châtaignes furent
trouvées excellentes et que le petit vin
blanc qui les accompagnait a été apprécié
par tous. Comme toujours, d’un coté on
entendait chanter les airs et complaintes
des Vallées, tandis que d’un autre coté,
notre jeunesse se distrayait gaiement.
Vers 20 heures, tout était terminé. On
se donna rendez-vous au 11 Décembre,
où aura lieu la réunion de compte rendu
Moral et Financier de l’Union, et où sera
projeté le film: v. A Dieu seul la gloire»
...et on pense aussi à préparer l’Arbre
de Noël.
Souhaitons que toutes ces réunions à
venir, connaissent un aussi brillant succès
que celle des châtaignes, et que la Vénérable Table pensera à Marseille...
A. P.
Echi dal Distretto
Rioplatense
Dal ‘{Mensajero Vaidense ;
A fine settembre è stata inaugurata a Montevideo una Sala evangelica
di lettura, contigua alla sede delle
Società Bibliche Unite: questa attività è frutto della collaborazione con
i metodisti,’che hanno fornito il locale. Nella medesima sala si trova
pure la avviata Biblioteca della Associazione dei pastori evangelici dell’Uruguay, e una Biblioteca ecumenica
sotto gli auspici della Federazione
delle Chiese evangeliche dell’Uruguay.
Intanto a Tarariras, dopo la posa
della prima pietra della nuova Sala
di attività, contigua al tempio, continua con un buon ritmo la costruzione dell’edificio che nelle sue linee moderne fornirà un ottimo strumento di
lavoro a quella comunità.
« Il Libro per tutti », questo il motto con cui è stata celebrata, la domenica 9 ottobre, la giornata della Bibbia, indetta dalle Società Bibliche
dell’Uruguay. Un numero del Mensajero era particolarmente dedicato a
questo tema.
Nel pomeriggio di sabato 12 novembre si è tenuta nel tempio di Colonia
Vaidense la Festa di canto, con và
partecipazione di numerose corali. Il
programma della Pesta constava di
due parti: un culto nella cui liturgia
intervenivano tutte insieme o singolarmente le varie corali, e la festa
vera e propria nel corso della quale
ogni corale presentò due cori.
Una bella iniziativa è stata quella
della Commissione esecutiva che ha
rivolto ai laici un appello per visitare
i valdesi disseminati del Nord argentino. Il giovane Lilio Pons rispose a
questo a,ppello, e per alcune settimane Raggiò per vie sconosciute nel eliaco, di casa in casa, incontrando ovunque fraterna accoglienza e recando
gioia a quei fratelli dispersi, nella
comunione della fede. Nel corso di
ottoore e di novembre i past. R. Ribeiro e N. Toum hanno visitato o
stanno visita,ndo famiglie valdesi nella stessa regione, e in particolare nella zona di Santa Fè e di E1 Sombrerito.
Intanto sono ni preparazione due
conferenze ecumeniche di notevole rilievo: d.al 10 al 19 febbraio il Dipartimento della Gioventù del Consiglio
muto di Educazione cristiana della
Repubblica Argentina ha convocato
e sta preparando nella città di Rosaria 1 Argentina) la prima conferenza
della gioventù rioplatense. Ricordiamo che nel Consiglio unito collaborane i metodisti, i valdesi e i « discepoli di Cristo». Per ottenere la massima partecipazione giovanile, gli organizzatori hanno deciso che la conferenza non si costituirà con un numero determinato e limitato di delegati. In secondo luogo, dopo il successo della prima conferenza evanac
lica latino-americana tenutasi a Buenos Apes, si sente il desiderio e la
necessità di un nuovo incontro della
stessa natura, ed è alTopera una commissione organiz2:ativa che prepara la.
seconda conferenza latino-americana,
la quale si terrà a Lima (Perù) nel
luglio 1961.
íá
Date, e vi sarà dato
II
Luca 6: 38
Questa parola del Sermone sul Monte riassume tutto quello che è stato
detto ed ancora si dirà per incoraggiarci a dare per l’Opera del Signore
tutto, veramente tutto quello che possiamo e dobbiamo dare. La parola di
Gesù è una esortazione ed una promessa. Accogliamo Tuna e l’altra nel
cuore, e con animo volenteroso compiamo il nostro dovere. Ma perchè ci
possiamo rendere conto in modo chiaro del nostro dovere, è opportuno ricordare alcuni punti che spesso son
dimenticati.
Un doverB (i’ugni mimibi’u
comunicante
L'articolo 9 dei nostri Regolamenti
Organici dice che cosa bisogna fare
per esser membro comunicante. Al
comma c) è detto: «contribuire nella
misura dei propri mezzi per i bisogni
della Chiesa».
Io penso alla cerimonia della Confermazione dei Catecumeni, che per i
Pastori è sempre una fonte di gravi
preoccupazioni. Mi chiedo: quanti sono i nuovi confermati che pensino seriamente ai dovere (insegnato nel Catechismo) di incominciare a dare il
loro contributo quali membri di Chie
sa?
Purtroppo, v’è ormai una lunga tradizione secondo la quale le contribuzioni si fanno non in modo individuale, per ogni membro comunicante, ma
per ogni famiglia, piccola o munerosa
che sia, cosi, in blocco. Risultato: solo
il capofamiglia compiè (più o meno...)
il proprio dovere. Succede anche talvolta che in una stessa famiglia vi
siano tre o quattro membri che attendono ad un lavoro discretamente redditizio, eppure soltanto il padre di famiglia contribuisce. Se rientrassimo
nell’ordine prescritto dai nostri Regolamenti, faremmo un gran passo
avanti.
Che cosa implica
l’autnnomia delle Chiese?
S'e parlato molto di codesta benedetta autonomia. Ma s’è talvolta dimenticato l’articolo 6 dei nostri Regolamehti che dice, al comma d): si
chiamano autonome le Chiese costituite che «provvedano a tutte le spese locali e versino alla cassa centrale
i contributi richiesti dalla Tavola pei
il mantenimento dell’autonomia... ».
Purtroppo, molti rivendicano a gran
vece il diritto alTautonomia, e... ne
trascurano una condizione essenziale.
1 contribuenti
ritardatari
Forse s’è per lunghi anni sbagliato
metodo, col parlare di « Colletta annua », di « Contribuzione annua », ecc.
Ora, che cosa succede?
La maggior parte delle contribuzioni si raccolgono soltanto alla fine del
Tanno ecclesiastico, in ima sola volta.
Ne deriva un inconveniente molto
grave. Perchè l’Amministrazione deve
continuamente provvedere alle necessità dell’Opera; e se le mancano i fondi necessari, deve ricorrere a dei mezzi costosi... Talché le semme versate a
fine d’anno hanno ormai perduto ai
quanto del loro valore nominale. Il
contribuente s’illude d’avere dato una
data somma, mentre in realtà ha dato una somma inferiore. Non possiamo entrate in particolari. Ma ci preme sottolineare il grave inconveniente o danno, che occorre eliminare.
In qual modo?
Ogni membro di Chiesa dovrebbe
dare il suo contributo in una serie di
versamenti. Già molti hanno accettato di contribuire con le buste settimanali, o mensili, ecc. Ed hanno fatto
una scoperta: dando un po’ per volta,
il contributo è stato' meno gravoso, ed
alla fine dell’anno han dato di più.
E se dessimo retta (perchè no?) al
grande Apostolo Paolo, che fra tante
cose grandi ed elevate ha scritto una
cosa Così piccola (ai nostri occhi!)
che non vi abbiamo fermato il nostro
pensiero... Ecco quello che dice Paolo : « Ogni primo giorno della settimana, ciascun di voi metta da parte a
casa quel che potrà secondo la prosperità concessagli, affinchè, quando
verrò, non ci sian più collette da fare » (1 Cor. 16: 3).
Un donatori; allegro
Anche questo dice S. Paolo: «Dia
ciascuno secondo che ha deliberato m
cuor suo; non di mala voglia, nè per
forza, perchè Iddio ama un donatore
allegro ». Lo dice in 2 Corinzi 9: 7. Andrebbe letto e meditato tutto il capitolo.
Quanti brontolìi han sempre suscitato gli appelli alle collette!... Nè manca un Tizio che, prima di dare la sua
contribuzione, cerca di sapere che co
sa ha dato Caio, o Sempronio, perche
...non vorrebbe far cattiva figura di
fronte a loro !
Allegria ! La gioia di poter esprinrere in modo pratico tangibile la nostra
gratitudine a Dio che tanto ha fatto
e sempre farà per noi. Gioia di un
cuore che trova qui un mezzo di lodare il Padre Celeste ed offrirgli il culto
che gli è dovuto. Oh, venga il giorno
in cui si potrà abolire il sistema at
tuale delle nostre contribuzioni, ed
opmno darà il suo tributo con la
gioia nel cuore, ed il tributo sarà ano
nimo, in armonia con la parola di Gè
sù : « Non sappia la tua sinistra quei
che fa la destra» (Matteo 6: 3).
S. Paolo augura agli Efesini di « ricordarsi delle parole del Signor Gesù,
il quale disse Egli stesso : Più felice
cosa è il dare che il ricevere» (Atti
20: 35).
^
— Gesù dice che la povera vedova
ha gettato nella cassa delle offerte
« più di tutti ...tutto ciò che possedeva, tutto quanto avea per vivere »
(Marco 9; Luca 21),
— Il re Davide disse : « ...non offrirò
alTEterno, al mìo Dio, olocausti che
non mi costino nulla» (2 Samuele
24 : 24).
— E noi? G. Bertinatti
Protestantesimo
spagnolo 1960
« La minoranza protestante, che costituisce TI per 1.000 della popolazione, affronta la grande inquietudine
della Chiesa cattolica. Siamo intralciati dalla molteplicità delle denominazioni e forme « prefabbricate », ìm
portate dall’estero. Tuttavia s’intensificano fra protestanti gli sforzi di
riavyiciiiamento. Da parte cattolica
la diffusione della Bibbia prosegue.
L’opera evangelica, benché oppressa,
è più fiorente che mai...» (Da una re
cente dichiarazione del past. Gutiérrez Marin, presidente della Chiesa
evangelica).
Le comunità sono in genere assai
viventi; il culto, molto seguito, non
può essere celebrato che « in privato », cioè nessun segno esteriore deve
indicare la presenza di un luogo di
culto; e vietata ogni propaganda, c
tuttavia una capillare opera di evangelizzazione si compie, tanto che i>
numero dei simpatizzanti triphea
quello dei membri delle varie chiese.
A Madrid il Seminario teologico è
sempre chiuso, ma sette futuri pasturi sono formati « elandestinamentc ».
Il Protestantesimo spagnolo è costituito da queste chiese:
— La Chie.sa Evangelica (presbiteriana), la più numerosa, conta 48 luoghi di culto, 26 pastori e 3 evangelisti, 2.100 membri comunicanti; con i
b.imbiiii, i catecumeni e i simpatiz
zanti si calcola che essa raggiunga
circa 10.000 spagnoli.
— La Chiesa Riformata Episcopale,
più modesta, ha un vescovo, 6 pastori e 5.600 membri.
— L’Unione delle Chiesa Battiste
conta 44 comunità, 35 pastori, 93 predicatori laici, 3.200 membri iscritti, cifra che si può triplicare contando i
simpatizzanti. 'Vi sono inoltre 14 comunità battiste indipendenti, e importanti assemblee di « Fratelli », di
Metodisti, di Pentecostali. Ogni anno
da 4 a 500 Cattolici passano all’Evangelismo.
Due importanti istituti madrileni
sostengono l’opera evangelica; il Porvenir, collegio costruito alla fine del
secolo scorso e chiuso come scuola dal
tempo della guerra civile (tutte le
scuole non cattoliche sono proibite):
ha ospitato il .Seminurio teologico,
finché anch’esso é stato chiuso nel
1956; oggi accoglie un convitto con
un centinaio di ragazzi, mentre una
altra trentina sono accolti ed educati nella Casa della pace, presso TEscurial; questi due istituti dipendono dalla Chiesa Evangelica, con la collabofazione di altre denominazioni.
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2 dicembre 1960 — N. 48
L’EGO DELLE VALLI VALDESI
pag. 3
Qu^entendeÆ~vous par
l’espérance chrétienne?
Un mineur du Borinage m’a raconté l’histoire vraie que voici : « Nous
étions cent cinquante à plus de neuf
cents mètres sous terre. On travaillait dur! La journée, cependant, était
à son terme: un quart d’heure encore et nous remonterions à la suriace,
nous rentrerions dans la vie. Tous,
nous songions à cela qui est tellement
important pour nous autres mineuro.
Tout le jour, nous faisions des projets pour notre soirée. Moi, je pensais
à ma femme et à mes gosses; mon
frère, à côté de moi, au jardin qui!
allait arroser. Il y en a, bien sûr, qui
flaira’ent l’odeur du bistrot, ou calculaient leur revanche à la belote, à
quoi ne pense-t-on pas quand la journée s’allonge? Ce fut à ce moment-la
qu'une effroyable détonation nous
renversa tous et nous plongea dans
la nuit: le grisou. Couverts de terre
et passablement ébranlés, nous revînmes à nous, rallumâmes nos lampes
et nous précipitâmes vers le puits ae
la sortie. De Ja cage, il ne restait plus
rien: tout était pulvérisé par l’explosion. La maçonnerie intérieure du
puits s’était effondrée en un amas de
pierres et de briques dans un nuage
de poussière. Allions-nous être prisonniers? "Vite, nous nous dirigeâmes vers
le second puits plus étroit par où
l’on remonte le charbon. Même constatation! Même consternation! Nous
étions ensevelis. Nos lampes brûlaient encore, mais dans quelques heures, le carburant manquera: ce sera
ia nuit, la faim, la souffrancte, la
mort !
« Alors, Ils s’est passé une chose
étrange: un départagement entre
nous autres de la «Fraternité» (On
appelle ainsi souvent les postes avancés d’évangélisation principalement
dans le Nord) et tous ceux du dehors.
Si vous les aviez vus, les pauvres; ce
n’étaient que cris et dispûtes! Je ne
¿ais pas pourquoi ils se sont mis aux
querelles, comme si c’était notre faute, cette aflaire-là. Il y en a qui restaient accroupis sur le sol, complètement anéantis, les dents serrées, le
regard flxe. Il y en a aussi qui pleuraient comme des Allés.
« Nous autres, nous étions trente.
On n’a pas pu s’empêcher d’aller plus
loin un peu à l’écart et là, on s’est
mis à genoux comme on faisait avec
le pasteur. C’était pour la prière. Je
crois que nous avons surtout chanté
des cantiques. Pendant que nous
étions ensemble, l’un do nous eut une
bonne idée: il nous rappela — ce que
nous avions tous oublié dans l’émoi
de cette heure — l’existence d’un trou
d’aération quelque part aux fond de
la galerie numéro vingt-cinq. C’est
un tube assez étroit qui traverse la
mine verticalement et sert à la ventilation. On ne peut pas sortir par là,
bien sûr. Mais on y allait, on pourrait crier et peut-être qu’ils nous entendraient là-haut! Je fus délégué
avec mon frère et je vous assure que
nous avons «bataillé» pour arriver
jusque-là. La course était longue et
rude, la galerie étroite et souvent encombrée. On y est arrivé tout de même. Alors, on a crié, crié et encore
crié... Vingt minutes! Tout à coup
une voix perdue, lointaine s’est fait
entendre. C’était un ouvrier de la surface. «Attendez, répondit-il, je vais
chercher le chef! » On a attendu et,
vous savez, c’est l’ingénieur en chef
qui est venu. Il nous a dit : « Mes
pauvres amis, prenez courage! Les
travaux de déblaiement sont commencés, Nous avons mis tout en oeuvre :
le maximum de bras. On travaillera
tout le jour et la nuit entière. Je ne
peux pas vous dire quand viendra
pour vous la délivrance, si ce sera
dans deux, dans quatre ou dans dix
jours; mais prenez courage. Moi, l’ingénieur en chef qui vous parle,^ je
vous le jure, je viendrai moi-même
vous délivrer; je descendrai jusqu’à
vous; le dernier coup de pioche, c’est
moi qui le donnerai. En attendant,
soyez là tous les jours à sept heures
le matin, au coup de midi et à sept
heures du soir. Vous entendrez ma
voix chaque fois. Je vous triendrai
moi-même au courant des travaux de
déblaiement. De plus, nous vous lan
cerons des boules de pain, des conserves et tout ce qu’il faut pour subsister. Vous souffrirez, mais tenez
taon, je viens! ».
« Vous pensez si nous étions heu
reux. Vite, nous avons rejoint les fières. Nous courions comme des gens
qui sont porteur d’une bonne nouvelle et certes, nous l’étions. C’est pour
le coup que les frères ont remercié
Dieu et qu’on a chanté tous ensemble. Ah! je vous assure que ça sortait
de nos poitrines comme des grandes
orgues d’ime église.
« Ensuite, on est allé le dire aux
autres. Les pauvres diables, ils étaient toujours là! Seulement, ils avaient roulé la bonbonne de genièvre au
milieu d’eux et je vous prie de croire
qu’ils en avaient déjà pris leur compte. Que voulez-vous, quand on n’a
plus d’espérance! On leur a dit ça
tout crûment, je veux dire cette affaire de l’ingénieur en chef. Eux, ils
nous ont répondu qu’on leur bourrait
le crâne, qu’on ne leur apportait que
des blagues, que ce n’était pas l'ingénieur en chef qui avait parlé, que
c’était un copain d’en haut qui avait
imité sa voix, ou bien encore que toux
cela avait été dit pour tromper notre
confiance et que, naturellement, après tout cela, la «débiné» serait
plus grande.
« Ils ont gesticulé ; ils ont crié tous
à la fois et je vous a.ssure que quelques-uns d’entre eux n’étaient plus
du tout de sang-froid.
«Alors on a vu ceci: d’un côté les
chrétiens, nous autres et quelquesuns qui se sont joints par la suite à
nous. Nous avons formé ensemble la
communauté des croyants. Je veux
dire que nous avons cru à la parole
de l'ingénieur en chef. Nous avons
cru à sa promesse. Et nous avons
attendu. D’ailleurs nous avons pu vérifier la justesse de ses affirmations
en ce qui concernait le ravitaillement
quotidien. Trois fois par jour, nous
avons envoyé quelques-uns des nôtres dans cette galerie d’aération, dont
ils rapportaient des secours vivriers
et beaucoup d’encouragement. Quand
c’était notre tour d’y aller, je vous
assure que nous nous remplissions
les poumons de cet air d’en haut et
puis, en nous penchant bien au-dessous du puits, nous voyions cette tache de lumière brillante, ce point lumineux de ciel profond. Nous entendions aussi la voix de l’ingénieur qui
nous apprenait toujours où en éta,ient les travaux de libération. Et puis
surtout, nous rapportions le repas
des frères, ce bon pain de boulangex
des terres libres et tant d’autres choses excellentes que ceux d’en haut
nous faisaient passer à nous, les pauvres prisonniers de la mine. Nous vi
vions ensem^ble le jour et la nuit
comme des frères d’espérance. Nous
chantions, nous priions, et la paix
demeurait dans nos coeurs.
«Tout au long de ces vingt-et-un
jours — vous entendez, monsieur :
vingt-et-un jours — nous avons été la
communauté des espérants. Parce
oue nous avions cette espérance très
ferme de la libération prochaine, nous
avons pu vivre fraternellement et dominer nos passions. Nous étions à la
portion congrue, nous autres avec nos
lampes éteintes et ce mauvais air
étouffé; ma’s une consolation nous
venait quand nous songions que nous
avions encore le nécessaire et que
tout ce nécessaire nous venait d’en
haut et nous était comme le gage et
le signe d’une prochaine et somptueu
se abondance — d’air, de lumière, de
pain, de présence et d’amour.
« Et les autres, monsieur, ils étaient la horde des désespérés. Non pas
une communauté mais une horde,
c’est bien cela. Pourquoi? Parce que
ils n'avaient pas cru au témoignage
de ceux qui avaient entendu et vu et
reçu. Ah ! si vous les aviez connus dans
l’état où ils étaient. La démobilisation les gagnait jour après jour. Pour
eux tout était fini. A quoi bon vivre
désormais? Je veux dire: à quoi bon
vivre comme on vit là-haut? Ils om
bu. Ils se sont enivrés. Ils ont juré.
Ils ont menti. Ils se sont battus et
l’impureté les a rongés. Nous les entendions blasphémer. L’un deux, môme, fut tué à coups de couteau. Une
affaire de moeurs! J’ai compris, monsieur, ce que veut dire la Bible quand
elle parle des «-enfants des ténèbres » !
«'Vingt-et-un jours! C’est long, vous
savez! Mais quelle force dans la communauté des trères dont la cohésion
s’affermissait jour après jour! Les autres, au contraire se défaisaient un peu
plus chaque jour, je veux dire qu’ils
se divisaient; ils se dissolvaient dans
le mal et la nuit. Nous par contre,
on se refaisait, on s’édifiait dans la
lumière à force d’y croire, à force de
l’attendre...
« Un jour, cependant, la délivrance
est venue, premièrement pour nous
autres qui l’attendions et qui luttions
ensemble. Nous avons été délivrés et
notre joie fut délirante, ainsi que la
joie des nôtres là-haut. Eux, on n’a
pas bien su ce qu'ils sont devenus. Cela sentait la mort dans leur coin. Je
(suite en p. 4)
Nell Asilo Valdese
di Vittoria
Grande movimento v’è stato qui per la
venuta del nuovo Pastore Giovanni Scuderi. I fratelli di Chiesa andavano e venivano per salutarlo. Domenica 23 Ottobre
fu celebrato un culto solenne con celebrazione della Santa Cena presieduto dal
Pastore S. Giambarresi che insediò il nuovo Pastore dandogli il saluto di benvenuto
da parte di tutta la comunità. Tutti alla
uscita si strinsero attorno a lui.
Il Pastore e Direttore Giovanni Scuderi
dovette subito interessarsi di una ammalata grave di questa- « casa di riposo »
chiamando subito il dottore e andando a
cercare medicine, ma la serenità di tutti
fu turbata perchè l’ammalata, la Signora
Troili Slefanina di 93 anni, finì di soffrire chiamata dal Signore la sera del 31
ottobre. 11 1« Novembre fu fatto il funerale e tutti i membri di Chiesa la accompagnarono all’ultima dimora terrena. Il
Pastore, non conoscendo ancora il paese
dovette tribolare un po’ per cercare e
sbrigare tutte le pratiche, andò parecchie
volte in Municipio e la mattina dopo il
funerale dovette recarsi alle 4 del mattino
al cimitero per il seppellimento perchè a
causa della folla che abbondante si riversa nei cimiteri il 2 novembre v’era ordine
di effettuare le sepolture all’alba prima
della apertura dei cancelli.
Pochi conosceranno questa « Casa di
Riposo » qui a Vittoria e chissà molti
avrebbero piacere di conoscerla. Essa accoglie quanti hanno bisogno di un ambiente fraterno e familiare ove trascorr^e
serenamente gli anni della vecchiaia. Pochi giorni fa il numero dei ricoverati si è
accresciuto con l’arrivo del Signor Malan
Giovanni da Lusema S. Giovanni.
E’ invero la nostra casa un’oasi di pace,
dove si vive lontano dalle preoccupazioni
della vita, circondati dalle cure di buone
persone che si preoccupano di rendere
sempre più piacevole l’ambiente. Vi è un
grande giardino dove si può stare tranquillamente a leggere, a prendere il sole
e a respirare un po’ d’aria buona. Il Comitato dell’Asilo, formato da persone
elette e buone, si interessa continuamente
del benessere di tutti. Vittoria è un paese
grande e bello in cui si può trovare di
tutto. Il personale provvisoriamente è ridotto ad una sola giovane evangelica proveniente dalla Chiesa di Bari, essendo
l’altra ragazza molto ammalata, però attendiamo una sorella che desidera venire
nell’asilo per compiere il suo fraterno
servizio. Voglia Iddio suscitare sempre
delle buone persone consacrate all’amore
del prossimo che possano venire, con buona volontà, a lavorare in quest’opera che
è veramente diretta dalla mano di Dio.
F. Dì Gennaro
NELL’VNIONE SOVIETICA
Coesistenza e tensioni
fra chiesa e partito
Mosca. L’attività dei battisti e di altri
« settari » nella Russia meridionale sono
state violentemente criticate in un articolo comparso neWIzvestia, organo ufficiale del partito comunista. L’autore dell’articolo, A. Blech, è membro del tribunale di Krasnodor; accusa questi gruppi
religiosi di infrangere la legge e di darsi
ad « attività antisovietiche ». Il biasimo
ricade essenzialmente sulla pretesa negligenza delle comunità incriminate nel
farsi registrare all’anagrafe, come lo richiede la legge, ed è rivolto pure alle
autorità che non ne esigono la stretta applicazione. L’articolo ricorda pure il regolamento che vieta che dei minori siano attirati nelle associazioni religiose e
protesta contro la non osservanza di
questa norma.
D’altra parte i sindacati sovietici dovranno epurare i loro ranghi dai sacerdoti di qualsiasi religione. Infatti Trud,
il giornale ufficiale dei sindacati, accusa
gli ecclesiastici di avere illegalmente ottenuto di essere ammessi nei sindacati
per godere i vantaggi che questi offrono,
per esempio le vacanze pagate.
« Atei e credenti possono, gli uni e gli
altri, essere membri dei sindacati - ricor
da l’articolo - ma, precisa, ciò non si
gnifica che la porta sia aperta a quei fan
nulloni che vivono dell’inganno religio
so. Non è per loro che sono stati stan
ziati i fondi delle assicurazioni sociali
dello Stato nè quelli dei sindacati ».
Un decreto del 1956 autorizza gli impiegati non-ecclesiastici delle organizzazioni religiose ad essere membri dei sindacati, ed è grazie a questo decreto, che
tuttavia non si applica ai predicatori di
qualsiasi religione, che dei sacerdoti si
sono insinuati nei sindacati.
Queste notizie sono riportate dal S.OE.
P.I. Noi deploriamo certo il malanimo
ohe da parte ufficiale sovietica circonda
1’« inganno religioso », ed usa discriminazioni in base ad esso. Ma c’è da chiedersi se sia più giusto, e diciamo pure
evangelicamente giusto, che una chiesa
faccia in una misura considerevole pagare il suo clero da uno Stato in cui non
tutti sono cattolici apostolici romani (e
non parliamo poi delle sovvenzioni statali per le costruzioni ecclesiastiche).
Una filmina sulla Chiesa Valdese
E’ interessante, in questo tempo di aperture ecumeniche, vedere come, sul piano
didattico più moderno, i cattolici presentano la Chiesa Valdese e la sua opera. Naturalmente, essi la limitano al territorio
delle Valli — tutt’al più mostrano il tempio di Torino C.V.E, — ma accennano
nondimeno ad una ricerca di completezza. E’ pregio deH’opera esaminare una filmina edita dall’Opera di Don Bosco, la
cui didascalia spiega, a modo di prefazione, che essa fu « suggerita dal desiderio di conoscersi meglio, cattolici ed acattolici, per riunirsi neU’amore a Cristo, e
formare, un giorno, una sola Chiesa, sotto
un solo Pastore. Ai cattolici l’impegno di
pregare perchè si avvicini l’ora di Dio e
il trionfo della grazia ». Parole che, per
parte nostra, sottoscriviamo pienamente.
Il film a foto fisse, che si intitola preci
sámente « filmina dociunentaria della Chie
sa Valdese », comprende un’ottantina d
vedute nel complesso, suddivise in 5 parti
Origine storica (1-4).
Località, Istituti, Templi (5-32).
Gli errori del catechismo valdese (33-58).
Il culto (59-62).
Augurio conclusivo (63-77).
Riprendiamoli brevemente.
1-2. Stemma Valdese. Notiamo con piacere, che non è stato abolito il candeliere.
3. Pietro Valdo, raffigurato secondo l’iconografia ispirata ql monumento a Lutero
a Worms. La didascalia storica è sostanzialmente corretta. Alla veduta 4, è raffigurato San Francesco, di cui si presenta
l’analogta con Pietro Valdo. Paragone
calzante, tranne che nella prova razionale
addotta con l’ausilio di due... proverbi
cinesi.
5-9. Si vedono successivamente: Torre
Pellice (veduta panoramica), il Tempio
nuovo di Torre, il Collegio Valdese, il
Convitto, l’Dspedale. Anche qui, le didascalie sono corrette. Per il Collegio Valdese, è però aggiunto: «I cattolici desiderosi di compiere gli studi classici non
debbono frequentare queste scuole, perchè strettamente confessionali, e come tali
potrebbero nuocere alla integrità della
loro fede. Ciò, senza entrare nel merito
del valore didattico di detta scuola ».
/ 10-13. Entriamo in quello che si potreb
be chiamare, per analogia col « quartiere
latino » di Torre Pellice, il « quartiere
albertino » della piccola Ginevra italica.
Si vedono, infatti, successivamente la
Chiesa cattolica di San Martino, eretta nel
1844 da Cari’Alberto, la famosa fontana
monumentale regalata dal Re « per riconoscenza dell’affettuosa accoglienza ricevuta » in quello stesso anno, e due belle vedute soleggiate delle Scuole Mauriziane,
chiamate in didascalia « scuole confessionali cattoliche ». A questo punto, i Vaidesi, riferendosi alla veduta N. 7 del Collegio Valdese, potrebbero dire a loro volta « poiché si tratta di scuole strettamente
confessionali »... con quel che segue.
Sul piano didattico più moderno,, i cattolici
presentano la Chiesa Valdese e la sua opera
14-15. Casa Valdese e Casa delle Diaconesse. Di queste ultime è detto: «vestono
ejuasi come le suore cattoliche, ed usano
una terminolo-gia cattolica ».
16. Dopo tante vedute così limpide, che
non possono non impressionare favorevolmente, ecco una tenebrosa allegoria: il
seminatore di zizzania. Che cosa ci stia a
fare, in questa parte del film, non è chiaro. Ad ogni modo, la didascalia precisa
che la propaganda eretica si vale, fra l’altro, anche « di rappresentazioni drammatiche ». I denigratori del famoso dramma
storico valdese sono serviti!
17. Una foto di raro interesse slotìeo •.
la rappresentanza Valdese a Roma per il
venticinquesimo anniversario della breccia
di Porta Pia (1895). In didascalia, la foto
offre il destro per un pistolotto antimassonico, di cui la Chiesa Valdese fa le
spese.
18-19. Foto dedicate ad Agape.
20. Il colportore valdese. I colportori
hanno « soprattutto imparato le risposte
da dare ai quesiti che a loro pongono i
cattolici ». « Possono essere in buona fede ».
20 bis. Tempio di Angrogna, « eretto
nel 1555 in disubbidienza delle leggi ducali ». Sempre cattivoni, quegli angrognini!
21. Il cippo di Chanjoran,
22. Chiesa cattolica di S. Lorenzo di Angrogna. Due parroci romani vi furono
uccisi, nel 1332 e nel 1445.
23-24. Ciabas e Tempio dei Blonats di
S. Giovanni. La didascalia tende un velo
pietoso sul passato sanguinoso « ®u cui la
storia ha dato ormai il suo sereno giudizio », ed auspica, rilevando « tutte le libertà, anche della loro propaganda religiosa », di cui godono i valdesi, una pace
confe.ssionale nella chiarezza e normalità
dei reciproci rapporti. « Episodi marginali
se ne potranno sempre avere tra i due popoli dissidenti, ma si tende a colmare
quella trincea di odio e di incomprensioni
che hanno arrecato tanto danno alle anime ». Ai Valdesi, naturalmente: è bene
che si sottolinei il fatto che il danno lo
hanno avuto, per otto secoli, soprattutto
loro /
Seguono due vedute geografiche delle
Valli, evidentemente fuori posto.
25. Chiesa del Sacro Cuore degli Airali.
Qui « i parroci hanno soltanto il dolore
di constatare qualche matrimonio misto ».
D’accordo anche noi!
26- 26 bis. Le due chiese del Villar.
27- 27 bis. Le due chiese di Bobbio. Si rileva che nel 1800 Napoleone soppresse la
parrocchia, ridusse la chiesa ad un magazzeno di carbone, alienò la campana, e i
redditi devolse tutti alla chiesa valdese.
28-32. Chiese di S. Germano Chisone,
di Pinerolo, di Ferrerò, di Torino C.V.E.,
di Bergamo. Di Torino, è detto che sorse
« fra molte difficoltà, perchè Don Bosco
cercava in ogni modo di impedire la penetrazione protestantica in città ». Sarebbe
dunque mai vero il contrario di quel che
si è spesso ripetuto — ossia che i Valdesi
avrebbero tentato di uccidere Don Bosco
—• e che invece Don Bo-sco avrebbe voluto distruggere i Valdesi?!
33-46. Seguono diverse diapositive a carattere catechistico e dottrinale: l’ispirazione è ovviamente quella del catechismo
romano. Si hanno vedute su: la Chiesa
(allegoria), la consegna delle dilavi a
Pietro, Piazza S. Pietro, S. Pietro in Vaticano, col famoso altare beminlano e
plinti relativi (ma questo richiederebbe un
altro discorso!), la statua in bronzo di
San Pietro (quella dal piede consunto dai
baci dei fedeli, che raffigura poi un imperatore romano!), l’interno della basilica
di San Paolo fuori le mura, il pontefice
Pio XII benedicente, il Messale romano,
l’eunuco della regina Candace (la didascalia precisa giustamente: « Capisci ciò
che leggi? » E’ un avviso al culto in latino?), la nascita di Gesù Cristo (« ci rallegriamo che i Valdesi siano con noi nelTammettere la nascita m'iracolosa », un»
iconografia raffigurante la gloria di Cristo
e dei santi in cielo (a quanto pare, il
cielo si è lasciato benignamente fotografare per la circostanza), la canonizzazione
di un santo in San Pietro, ripresa dall’alto (dopo la foto del cielo, la foto dal cielo: questo fotoreporter romano sa il fatto
suo!), una teca con reliquie dei santi («le
ossa di un martire possono essere veicolo
di grazie concesse da Dio in onore del
suo santo »).
47. Manica.
48. Il Battesimo nel fiume Giordano.
49. Il Battesimo valdese, da un noto
quadro d’autore. « Il Battesimo è valido »,
commenta brevemente la didascalia.
50. L’Eucarestia (da un quadro).
51-54. Svariati quadri riprodotti in diapositive si susseguono su: la penitenza,
l’estrema unzione, l’ordine sacro, il matrimonio, l’inferno. Quest’ultimo è un disegno orripilante, tipicamente medievalesco :
« il danno consiste in un fuoco reale, non
metaforico». Accidenti: dove si troverà
tutto il combustibile?
55-57. 11 Purgatorio e il Paradiso, più
o meno danteschi. Le opere buone.
58. Il Culto Valdese. E’ costituito « da
alcuni banchi » (sic!). La veduta ne fa
vedere una sfilata, non sappiamo da dove
presa (la didascalia spiega : « dall’America meridionale »).
59. Interno del Tempio Nuovo di Torre
Pellice. « Sala di conferenza o concerti ».
60. 11 pulpito del tempio di Manìglia.
Qui la didascalia nota : « Abbiamo registrato una parte del culto tenuto una mattina di domenica ». E dopo averne notato
le manchevolezze — in senso romano —
conclude paolinamente : purché ad ogni
modo, o per pretesto o per lealtà. Cristo
sia predicato: di questo io pure godo, e
ancora ne godrò ».
61. Interno di un tempio luterano. « Vi
.si trovano già i segni del culto cristiano ;
dei candelieri, degli inginocchiatoi ». Bene, che diamine!
62. Una sepoltura valdese. Se non andiamo errati, celebra il rito il pastore Marauda junior. La didascalia lamenta che in
questa sepoltura manchi la luce delle candele « che portano un pàlpito di vita nella
immobilità cadaverica ». Indi conclude,
con tristezza: « nelle sepolture protestanti
nessuna preghiera si fa per il povero morto ! ».
63. Cristo attira il popolo a sè.
64. 11 vescovo di Pinerolo. Avremmo
visto volentieri anche il nostro Moderatore in carica, che, per i cattolici, rappresenta comunque il capo dell’eresia valdese.
65. Manca.
66. Raffaele e Tobia.
67-68. Oratorii salesiani.
69. Cristo predica agli apoistoli.
70. L’albero della Chiesa (immagine che
non è biblica). Un consiglio: perchè non
ispirarsi all’allegoria affrescata nella nostra
Casa Valdese? La quercia mozzata è assai
più impressionante, e conforme alle sofferenze che la Chiesa ha sofferto, attraverso
i secoli, per il suo Signore.
71. Allegoria sulle pecorelle di Cristo.
72. Gesù e Nicodemo. Non si capisce il
suo posto in questa filmina sull’eresia.
73-74. Allegorie della Chiesa.
75-76. Cristo in croce. Sacro cuore di
Gesù.
77. La madre di Gesù. Tutti i salmi finiscono in gloria, anche per la Chiesa romana.
In conclusione, a parte l’incongruenza
di certe vedute che con i Valdesi non hanno nulla che fare, a parte l’iconografia tradizionale (anche troppo tradizionale!) romana, che non sappiamo quanto possa andar d’accordo con un mezzo didattico moderno come quello delle filmine (anche
Maciste all’inferno, ai primordi della cinematografia italiana, aveva saputo tenersi all’altezza dei tempi!) — notiamo comunque un sincero rforzo di comprensione, una lodevole obbiettività generale di
dati, un’onesta iconografia del fenomeno
valdese. E di questo va reso atto.
Mascherino
4
pag. 4
L’ECO DELLE ViULLI VALDESI
à N. 48 — 2 dicembre 1960
Qu^eniendeÆ^vous par
l’espérance chrétienne ?
(suite de la 3' p.)
fÆis qu'on en a remcinté plusieurs sur
des civières et pas si attachés que ça
à la vie! Nous, nous étions libres et
conservés pour la liberté. Et notre
joie s’est trouvée accrue du fait que
nos rangs ont tout de même grossi
dans la bagarre: plusieurs camarades qui ne croyaient pas au début sont
venus à la lumière parce qu’ils ont
vu sans dente en nous le fruit de notre attente, la foi de notre coeur ».
Voilà bien l'histoire qui nous concerne tous! Nous sommes en effet ces
hommes dans la mine catastrophée.
Un terrible et irrémédiable coup de
grisen a fermé toutes les issues et
bouché toutes les communications entre la terre et le ciel. Faits pour la
lumière, nous vivons dans la nuit.
Destinés à la paix, nous vivons dans
la guerre. Crées pour l’amour, nous
vivons dans la haine. La catastrophe
irrémédiable, c’est la chute dont parle le premier livre de la Bible : mystérieuse et incompréhensible chute de
l’humanité tout entière dans le péché de séparation d’avec Dieu. Ainsi
nous sommes perdus, créatures déracinées et séparées du Créateur.
Cependant quelqu’un est venu d’en
haut, par compassion, par amour, il
s’est volontairement enfermé dans
notre prison de mort... pour en faire
sauter les verrous. Par son obéissance à celui qui l’envoyait, par son acception volontaire de la souffrance,
par son acquiescement à une mort
injuste, par sa résurrection qui signifie la victoire totale de Dieu sur l’empire de la mort, il a premièrement fc
ré un trou d’aération, un canal unique par où — en attendant la délivrance finale et l’achèvement de son
oeuvre de salut — il nous est déjà
possible de respirer tous le jours l'oxygène d’un monde nouveau, de recevoir le pain blanc de la vie véritable,
et d’entendre la voix même du Libé
rateur. Car c’est lui qui est devenu
là-haut, par son retour à la vie, l’entrepreneur général du déblaiement de
la mine, le chef d’exploitation du salut, le premier ingénieur de notre libération. Il parle et que dit-il? Il dit:
«Hommes sans espérance (ou qui
vous forgez de fausses espérances).
vous êtes perdus. Ne cherchez pas ailleurs le terme de votre captivité dans
la nuit. Pas ailleurs qu’en moi qui
viens vous délivrer. Prenez courage,
les travaux de déblaiement sont commencés. Ils sont en cours depuis longtemps. Maintenant je viens. Encore
un peu de temps et je viendrai moimême vous délivrer. 'Vous avez des
tribulations, vous êtes dans la nuit,
veus souffrez. C’est l'heure cependant
de relever vos têtes parce que votre
délivrance approche» (Luc 21: 28). 11
dit encore que nous pouvons nous
glisser tous le jours dans la petite
galerie de la méditation, ouvrir la Bible (.Sa Parole) et entendre Sa Voix.
Il dit qu’il nous envoie tous les jours
la nourriture pour l’esprit, le pain de
vie pour nos coeurs — et il le fait. Il
le fait dans nos recueillements. Il le
fait dans nos cultes. H le fait très
particulièrement à la table de coin
munkm. A nous de croire, à nous de
prendre, à .nous d’entendre, à nous
d'attendre! Cependant le monde autour de nous n’est qu’une triste hor
de d’incrédules, de désespérés et de
hallucinés dont les meilleurs s’appliquent astucieusement à remonter de
toutes pièces l’artihce d’un paradis
décidément perdu. Violence, mensonge, luxure, possession orgueilleuse tels
sont leurs modes d’action.
Levons-nous donc pour former ensemble la vraie, la contagieuse communauté d’espérance, l’Eglise véritable et unie de Jésus-Christ sur la terre, car il vient.
«Cela importe d’autant plus», dit
l’apôtre Pauli, « qlue vous savez en
quel temps, nous sommes: c’est l’heure de vous réveiller enfin du sommeil,
car maintenant, le salut est plus près
de nous que lorsque nous avons cru.
La nuit est avancée, le jour approche. Dépouillons-nous donc des oeuvres des ténèbres, et revêtons les armes de la lumière. Marchons honnêtement, comme en plein jour, loin
des excès et de l’ivrognerie, de la luxure et de l’impudicité, des querelles
et des jalousies» (Romains 13: 11-13).
Levons-nous pour proclamer l’espérance du salut (Romains 8: 24) par
un comportement digne des enfants
de lumière (1 Thessaloniciens 5: 5).
(Paix et Liberté) A. Bremond
Per un focolare
domestico
■V
La tirannia del tempo e del lavoro non
ci permette di dedicaré al nostro « servizio » tutte le cure d» richiederdtbe e ci
impone spiacevoli ritardi nel pubblicare
le richieste pervenuteci. Se si riflette che
ogni « caso » richiede spesso prima delle
« presentazioni » un<ji ' scambio di varie
lettere, si comprende come il nostro lavoro prosegua con inevitabile lentezza.
Prosegue tuttavia nella serenità e nella
gioia. Già numerose presentazioni hanno
avuto luogo e felici matrimoni sono stati
celebrati ed altri sono sul punto di esserlo. La viva gioia d^li interessati e dei
loro congiunti ci lia più che mai convinti
della bontà della causa e delle sue preziose possibilità per, la nostra comunità
evangelica.
Raccomandiamo perciò molta pazienza
a quanti ci hanno scritto e pubblichiamo
alcuni nuovi messaggi.
— Montanaro valdese, pienamente dotato
della forza, della rudezza e della passione
del lavoro dei montanari, povero come
spesso essi lo sono e dell’età di 35 anni
circa, cerca compagna dotata di caratteristiche corrispondenti.
— Giovanissima ereditiera valdese ottima
presenza e istruzione superiore, isolata in
lontane località della diaspora nostrana,
entrerebbe volentieri in corrispondenza
con giovane professionista o laureando,
correligionario, pienamente e sicuramente
raccomandabile sotto'ógni punto di vista,
principalmente sotto quello della fede.
— Signorina cinquailtenne, valdese, nata e
cresciuta alle Valli, attualmente professionista apprezzata in una importante località del mezzogiorno, economicamente indipendente, gradirebbe parlar di focolare
domestico con frateUo in fede residente
alle Valli, di età adeguata (55-60), pensionato o comunque indipendente.
— Giovane trentenùe di origine valdese
ma residente in grande città francese,
membro attivo della propria Chiesa e delle sue attività giovaniU, cultura commerciale superiore, eccellente situazione economica, domanda a Dio di fargli incontrare come compagna per la sua vita, una
giovanotta delle sue Valli, credente e
capace di amare come ancora si usa tra
noi.
N. B. — Siccome le nostre corrispondenze si fanno numerose, saremo grati ai
nostri corrispondenti se vorranno, in avvenire, unire qualche francobollo ai loro
scritti e anticipatamente li ringraziamo.
Indirizzare le corrispondenze per questa rubrica a Enrico Geymet ■ Pastore Paidese - Villar Pellice ^Torino).
Siamo stati lieti di aver celebrati recentemente il matrimonio di Long Edina e
Ricca Enrico nonché di Pinçon Pilly e
Gardiol Flora alla presenza d’un simpatico gruppo di amici e parenti. Desideriamo
invocare su questi focolari la benedizione
di Dio perchè il Signore sia la loro guida
ed il loro Salvatore in Cristo.
Ricordiamo che i’8 dicembre sera avrà
luogo una importante riunione in tutti i
quartieri seguenti: Pomaretto, Perosa,
Paiola, Pivian, Clot Inverso, Cerisieri,
Masselli, Clot Boulard.
Domenica 4 dicembre avrà luogo la riunione dei cadetti che non hanno ancora
compiuto lo anni: l’ora è fissata per le 15.
Libreria "Ciaudiana,,
Segnaliamo alcuni dei calendari di
cui disponiamo:
Valli Nostre, L. 4(X).
In carta patinata, per ogni mese
una grande foto; segue un utile mdirizzarió evangelico.
Il Buon Seme, Blocco L. 330, con cartone L. 380.
Una breve meditazione per ogni
giorno.
L’Eglise en marche, L. 300.
Calendario missionario.
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Svizzero. Per ogni mese una bella
riproduz. a colori.
Grande Calendario Svizzero, L. 700;
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E’ la nostra novità di quest’anno.
Lo abbiamo in esclusiva con versetto in italiano. Ogni mese una grande foto a colori. In robusta custodia.
Paroles et textes, L. 250.
Il noto prezioso libretto di meditazione quotidiana dei Fratelli Mora
vi.
Gli abbonati di Torre Pellice, Saa
Giovanni, Villar e Bobbio Pellice possono rinnovare (o iniziare) presso ia
nostra Libreria l’abbonamento a:
La Stampa, un anno L. 10.000.
Christìanisme Social, L. 2.000 annue.
Protestantesimo, L. 1.500 annue.
L’illustré Protestant, L. 1.500 annue.
Scrivete alla « Libreria Claudiana »
Torre Pellice (Torino).
Giornali Missionari
Ricordiamo il rinnovo degli abbonamenti 1961 a:
« Journal des Missione », L. 900 per i
Laici, L. 550 per Pastori ed Evangelisti.
« Petit Messager », L. 630.
Cambio d’indirizzo L. 50. Gli abbonamenti decorrono dal 1® gennaio.
Indirizzare a: E. L. Coi'sson - Via G.
Matteotti 15 - Torre Pellice (Torino).
— Domenica prossima 4 dicembre aUe
ore 14 avrà luogo alle Fucine la riunione
dell’Vnione delle Madri.
— Giovedì 8, ore 20, riunione alle Fucine.
— Si ricorda che la Corale ha le sue
sedute il mercoledì alle ore 20 e non 20,30.
— I giovani sono invitali a ‘ partecipare
al Convegno di S. Secondo di domenica
11 dicembre. Leggere il programma pubblicato suH’Eco.
— K Magua Fleurelte », ben nota a rorenghi e non rorenghi per la passione e la
competenza con cui cura le sue magnifiche
piante difendendole dal freddo nella sua
linda casetta dei Rumò, .si è recentemente
dedicata ad un’impresa meno poetica ma
non certo meno importante: dopo aver
dovuto per anni, con qualsiasi tempo, andare a riempire i suoi secchi ad una fontana ben lontana da casa, spesso rompendo il suo isolamento solo a prezzo di vigorosi colpi di pala per sgombrare la neve
ha deciso die l’acqua doveva averla in
casa. Ha fatto perciò collegare la sua dimora con una sorgente distante oltre 650
metri. Un efficientissimo e modernissimo
tubo in plastica fa già giungere un getto
vigoroso sull’uiscio di casa. Presto un lavandino farà la sua apparizione nel cucinino della no-stra cara « magna ». Le assicuriamo che siamo fieri del suo spirito
di iniziativa e che la sua energia è un
buon esempio per i più giovani, talvolta
assai meno intraprendenti.
A questo proposito non vogliamo dimenticare di fare le nostre felicitazioni
ad Oreste Tonrn che ha voluto alleviare
la fatica della sua consorte modernizzando
la cucina e facendovi apparire quel magico oggetto che è un rubinetto dell’acqua
nonché un immacolato lavandino.
Cari rorenglii, questa è la strada da seguire per voi prima di tutto e per il turismo in secondo luogo!
— La Sig.a Luciana Pozzi Morel ha dovuto recentemente subire un intervento
chirurgico all’Ospedale di Lusema. Sappiamo che si avvia ormai alla guarigione
e ne sdamo riconoscenti.
S. GERMANO CHISONE
— Il 26 Novembre la nostra Unione
Giovanile ha ricevuto la gradita visita degli Unionisti di Luserna S. Giovanni.
Dopo il culto di apertura presieduto da
una giovane unionista di S. Germano, il
pastore incaricato dello studio si è ispirato ad un articolo di Gioventù Evangelica
intitolato: «Un dialogo impossibile». I
giovani sono intervenuti ripetutamente nella discussione e, come conclusione, è stato
leggermente modificato il titolo stesso dell’articolo, aggiungendo un semplice punto
interrogativo che, se non altro, apre l’animo alla speranza.
La riunione giovanile ha continuato, fra
giochi e canti, fin oltre la mezzanotte.
Siamo grati per la simpatica serata.
— L’Unione Femminile ha ripreso le
sue attività. II nuovo seggio è composto
dalle sigg.re A. Rostan, L. Stringai, V.
Vinçon e D. Beri. Rispondendo al Questionario sui matrimoni misti dell’ultimo
numero del Notiziario, le unioniste hanno
avuto un proficuo scambio di idee sullo
scottante argomento. E’ in corso di distribuzione il libretto di intercessione preparato a cura della F.F.V.
— Il 3 e il 4 Dicembre alle ore 20 la
nostra filodrammatica invita cordialmente
il pubblico ad una serata ricreativa. Verrà
presentata una commedia in 3 atti ed un
doppio quartetto porterà un apprezzato
contributo con l’esecuzione di canti della
montagna.
— La colletta della domenica della solidarietà cristiana (27 Novembre) ha prodotto L. 13.400 ed è stata devoluta a favore dei nostri Istituti.
— Battesimi. Comba Luciano di Alessio
e Coisson Maria. Comba Doriana di Attilio e di Girard Renata. Bounous Marco di
Gustavo e di Long Bianca. Bounous Vera
di Giovanni e di Peyronel Susanna.
— Dipartenze. Pons G. Domenico, di
anni 70 (Rueassa). Stabilitosi da molti anni fra di noi ove era giunto dalla natia
Pragelato, si è spento improvvisamente
lasciando nella solitudine la sua compagna.
Baret Ezio, di anni 18 (Tupin). Si è
spento il 31 Ottobre In una corsia di Ospedale, dopo lunghe settimane di sofferenze,
fra lo strazio dei suoi familiari.
Giraudin Giovanni, di anni 80. Originario di Villar Pellice, si è spento all’Asilo dei Vecchi ove era stato ricoverato da
due settimane.
Agli afiSitti rinnoviamo la nostra simpatia cristiana.
Direttore resp. : Gino Conte
Coppieri ■ Torre Peli. - Tel. 9476
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - c.c.p. 2/17557
Reg, al Tribunale di Pinerolo
________n. 175, 8-7-1960_______
Tipografia Subalpina - s. p. a
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Dottoressa
Iolanda De Carli Valerio
Medico Chirurgo
Specialista
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