1
DELLE VALLI VALDESI
ProaP.
ARirAKD 1IÜG02Í AlT}USTO
Casa Nueve
TOPiS PSLLICE
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno
Una conia
Num. 1
ti i r e 3 0
-(------
AIBlBONAiMENTI
Eco: L. 1.300 per rinterno
L. 1.800 per l’estero
« Eco » e « Presenza Evangelica »
interno L. 2.000 - estero L. 2.800
Spediz. ahb. poetale • I Gruppo
Cambio d’indirizzo Lire SO
TORRE PEUJCE — 5 Gennaio 1962
Ammin. Claudiana Torre PeUice - CXUP. 2-17557
“6esù Cristo è lo stesso
lori, qggi, o in eterno,,
Ebrei 13: 8
Noi uomini siaino i soli a poter dire ieri, oggi, domani, perchè siamo
i soli ad aver coscienza di vivere. Non lo possono dire le stelle negli spazi
infiniti nè gli alberi^ delle nostre foreste, tsloi soli abbiamo un passato, un
presente, un avveni
un anno ed all'inizic
delle nuove realizza:
e perchè ci rendiamo conto di vivere. Al tèrmine di
di un nuovo anno sentiamo però più chiaramente che
la nostra vita è un lasciare dietro a sè dei ricordi, dei rimpianti, ed attendere
ioni, delle speranze, dei sogni.
Mai come ora però abbiamo sentito che la nostra vita procede verso
incognite, mai come ora abbiamo realizzato che vivere
mpo di ieri per andare incontro ad un domani scono
spinti, cacciati verso
un avvenire pieno di
significa lasciare il tfn
sciuto.
La nostra vita civiene ogni anno più inquieta e scontenta, forse per
il solo fatto che il nostro avvenire non è più nelle nostre mani, che siamo
'avvenire dagli eventi e non siamo più in condizione
di affrontare il nostro destino con serenità e fiducia. L'avvenire, il domani
non è più per noi la continuazione del tempo di ieri ma l'interrogativo di
eventi sconosciuti. All'inizio dell'anno non diciamo più come forse potevano
dire i nostri padri: < Se Dio vuole potremo fare questo e quello, andare
qui o là », ma diciamo « Dio voglia che non succeda niente ».
ie * *
L'apostolo dice eie Gesù Cristo sarà lo stesso anche domani.
Quando pensiamo a Dio, e perciò anche a Gesù Cristo, pensiamo ad
un essere che sta fuclri del tempo, che è eterno, che non invecchia perchè
è immortale. Il nostrd è, spesso, un Dio lontano che domina il destino di
noi tutti e del mondi perchè è fuori della vita nostra.
Questa eternità rion è l'eternità di Gesù Cristo, l'eternità cui allude
l'apostolo. Gesù Cristo è lo stesso domani come ieri; significa che Egli
solo è sempre giovane mentre noi invecchiamo. Noi abbiamo i ricordi i
rimpianti le delusioni jdi ieri. Egli ha invece la vita di domani. Giovane è
Gesù non della nostra! gioventù un pò euforica ed agitata ma giovane della
vita, della speranza, dèlia presenza, del rischio, dell'opera di Dio.
All'inizio del nuc^o anno cui andiamo incontro, all'inizio di quel domani pieno di incognite, l'apostolo ci ripete la parola della vera speranza:
Gesù Cristo già enttatc^riejji'ostro avvenire, nel 1962, lo ha già conouistato e benedetto. Il vostro avvenire non è più una incognita: è il tempo
che Cristo vi dona peli il suo servizio. Giorgio Tourn
Un anno nuovo per la nostra stampa
RACCOGLIERE LE FORZE
in un impegno raddoppiato
Si è giunti alla discussa unificazione de L’ECO DELLE VALLI VALDESI e de LA LUCE (roxdine è quello
dell’anzianità): una -specie di «Son
et lumière » valdese ! Molto umile, del
resto. Per quanto si stano, i^r il momento, volute consen'are distinte le
testate — con una noievole complicazione del lavoro d’a¿nministraziane,
per cui chiediamo scusa e... pazienza
per i disguidi che potranno verificarsi in queste prime settimane — si
tratta de facto di una vera unificar
zione; e noi che ne siamo stati sempre convinti assertori, ce ne rallegriamo ora vivamente.
Ce ne rallegriamo non solo e non
anzitutto perchè vi sarà, lo speriamo,
un'economia di energie e di danaro,
che potranno essere rivolte a potenziare l’organo di stampa unificato;
ma perchè è in qualche modo una tappa nella vita della nostra umile stampa, che rispecchia un procedere della
vita della nostra Chiesa.
L’ECO e LA LUCE di ora non saranno più esattamente quel che i due
giornali erano prima; il confluire degli intenti, e del pubblico dell’uno e
dell’altro, mentre impegna in modo
più ampio la redazione, indica pure
che lentamente matura, per la Chiesa
Valdese nel suo insieme, la coscienza
di formare veramente un solo corpo,
con problemi ugualmente sentiti, insieme, dalle Alpi a Trieste, a Taranto,
a Trapani, e all’estero. Non si tratta
certo di una « smobilitazione » delle
Valli (ma le trasformazioni sociali e
la discesa al piano, in città, sono una
realtà sempre più marcata); è piuttosto vero che anche la chiesa alle
Valli, comé ogni chiei^ di popolo, sta
nel nostio Leiiipu at S’Wersaiido vna
crisi particolarmente forte — il che
non vuol dire tutta negativa, anzi! —
Lia Chiesa Valdese
ajile soglie del 1962
Al suo ritorno da Nuovaj Delhi e come
di conisueto in vista del Nltale, il Moderatore, Past. Ermanno Rosan, ha inviato
ai dipendenti delia Tavola Valdese una
circolare, da cui riporliaiio i seguenti
dati che pensiamo possano |sisere di interesse per tutti i nostri me/i^hri di chiesa.
I
»
In campo ecumenici
Riferendo ulteriori imprefeioni riportate alla IH Assemblea ecumeiica di Nuova
Delhi, pgli scrive fra l’altrd: « ...Mi son
reso conto di tutto un lavtfo organizzativo che dev’esser compiuto i poco a poco
nella nostra Ohiesa sul pianu dei rapporti
con i vari Dipartimenti ecainfenici, se non
vogliamo più rimanere isolai, fuori dalle
molte Commissioni di studio rhe sono alTopera fra un’Assemblea e l’lira, e dove
alcuni nostri rappresentanli p Irebbero invece fare udire effi'cacement , la propria
voce. (La consulenza della n «tra Facoltà
teologica è stata riehie.sla, in passato, su
questioni teologiche di « Fed e Costituzione », e alcune personalità, fra cui il
Dott. Giorgio Peyrol, hanno ato il loro
contributo allo studio del prò Jema della
libertà religiosa e di coacieni; ma indubbiamente, e pur considerado la nostra limitatezza, il nostro api irto di riformati latini potrebbe essere più considerevole. N. d. r.). In questo lomento le
Chiese del Mediterraneo sono asciate un
po’ in disparte e si assiste ill’ingresso
niassi(:cio dei gruppi africani d asiatici,
accanto a quelli anglosassoni, a tutte le
Commissioni di studio e in tul i i Diparlimenti. Basti pensare che ne Comitato
centrale ci sono ben due rap resentanti
del Camerún (uno dei quali i ippresenta
una ciiiesa di 15.000 membri) e nessun
rappresentante delle Chiese iiinoritarie
nei paesi cattolici, all’infuori ¿ lia Francia. Il oJhe signifiica che non bi ogna soltanto attendere la IV Aesembl a ecumenica, fra sei o «elle anni ; ma b ogna che
la Chiesa Valdese compia in qu 1 periodo
di tempo un lavoro di organi! azione e
di cooperazione adatto alle esi|mze dell’ora presente». Perchè cosi poi a essere,
bisogna che la problematica eoo aenica, e
la passione ecumenica si diffondi io a tutti
i livelli; «e ‘sentiamo di avere u compilo
particolare in seno al movimen • ecumeniico, bisogna die sappiamo eticamente
quale esso è, e che conosciamo t riamente
i problemi sul tappeto.
Allo •sco'po auiguiriamo ampia liffnsione
al Rapporto ufficiale dell’Assetti ffea, die
com’è stato annunciato uscirà prossimamente in francese, inglese e tedesco, per
un prezzo che 0‘Scillerà fra le 1.500 e le
2.500 lire. Le prenotazioni vanno inviale
entro il 10 gennaio al Moderatore Rostan,
che comunica pure il prossimo arrivo di
una serie di diapositive a colorì per proiezioni, che illustrano momenti particolari
dell’Aseemblea e alcune vedute di Nuova
Delhi. Esse ‘saranno a disposizione deUe
comunità dio desidereranno dedicarvi una
serata ; per questo servizio, rivolgersi al
Past. Roberto Comba, Tavola Valdese, Via
IV Novembre 107, Roma.
Riunioni e missioni
Come di consueto, la Tavola Valdese
si riunisce per le periodiche sedute, nei
primi giorni di gennaio. In seguilo il Moderatore si Tedierà in Sieilia per prender
conoscenza deUo stato dei lavori di rifal imento dell'dsi/o dei Vecchi di Vittoria,
ormai molto progrediti, e predisporre lo
sviluppo di quella istituzione neR’awenire. Più in là egli progetta la visita ad alcune chiese nell’Italia settentrionale e centrale.
Nelle scorse settimane il Past. Paolo
Marauda Ita compiuto l’annua missione in
Scozia, sostituito ad .Aosta dal Past. Teofilo Pons (mentre da Prali si provvedeva
alla cura di Rodorelto). I Pasl. Giovanni
Rogo fc Franco Davite hanno accettato di
svolgere una breve missione in Svizzera,
mentre la consueta ’tournée’ nella Svizzera francese è stata affidata al Past. Enrico
Geymet. Il Pa'st. Liborio Naiso si recherà
per due mesi in Germania, e particolarmente nel liaden per compiervi un’opera
fra gli operai italiani, invece il Past. Arnaldo Genre sarà per un mese a Marsiglia,
per visitare i Valdesi ivi residenti, in collaborazione con i Pastori della Cliiesa Riformala di quella città.
Finanze: luci e ombre
La circolare del Moderatore inizia questo paragrafo su una nota di lieto riconoscimeato : « Non posso accennare a questo
argomento senza esprimere pri‘ma di tutto
la sincera riconoscenza della Tavola alle
chiese ‘per la serietà e per l’im‘pegno con
cui si sono tutte messe all’opera in vista
del raggiungimento dell’obiettivo proposto (il risanamento del defi‘cit di esercizio
1960-61, di 15 milioni). Ho varie volte
letto con gioia quanto si faceva neUe comunità per convincere i nostri fratelli in
fede ad assuimersi un ulteriore carico; la
mia impressione, però, è che le nostre comunità abbiano risposto con generosa sensibilità, confermandomi neUa convinzione
che è un errore dire « non «i può cliiedere di più di quanto già si è dato »; anzi,
ho la certezza che ci siano ancora altre
possibilità che Dio può rivelare e sempre
più rivelerà se il denaro sarà veramente
« strumento di servizio », non di egoistico
possesso...
« Al momento attuale, l’obiettivo non è
lontano dall’esser raggiunto... alcuni altri
verisanienti sono preannunziati e, pertanto,
ritengo che un altro passo avanti sarà fallo, nella speranza di poter dire: quel deficit è stato quest’anno colmalo con un
dono speciale di tutte le nostre comunità ».
E tultavia...
« Il problema delle nostre difficoltà finanziarie persiste... La Tavola è molto
impegnata all’ora attuale nel settore stabili; a parte il tempio di Prali, ci sono
alcune decisioni definitive ohe bisogna
prendere per Ferentino e S. Giovanni Lipioni, con i doni che ri sono già pervenuti. Ma la Tavola ha ir questo momento
gli occhi anche altrove: a Catania ed in
altre località, fra cui Sanremo e Taranto,
per una sistemazione dei nostri stabili che
ci garantisca per l’avvenire e ci aiuti a
ri.solvere alcuni gravi .problemi finanziari
senza gravare sulla Cassa Centrale ».
■Si ricorda infine la distribuzione alle
chiese della relazione a stampa .su « II
denaro al servizio della fede », preparalo
dalla Commissione sinodale, strumento per
lo .studio di questo proiblema da parte di
ogni (omunilà.
La stampa
Il Moderatore ricorda e rsottolinea il lancio del nuovo mensile melodista-valdese
« Presenza Evangelica », ohe viene caldamente raoeo-raandato ; e l’unificazione, de
facto, de « L’Eco delle Valli Valdesi » e
de « La Luce ». Un pressante invito ad
abbonamenti cumulativi.
.Anche sul piano locale si sviluppa la
confluenza dell’azione eeclesiastica e dì
quella missionaria ; il « Service de Presse
Protestante » (S.P.P.), agenzia di stampa
della Federazione protestante elvetica, a
partire dal 1® gennaio rappresenterà ufficialmente presso ‘gli organi di stampa le
.sei soieietà missionarie che cooperano .sul
piano « roinand ».
e lentamente avverte che la Ohiesa
del Signor Glesù Cristo è sempre e
dovunque minoranza, nel mondo. Da
altra parte, i problemi sociali che agitano i vari settori della nostra chiesa, quello agricolo e quello operaio e
quello impiegatizio o professionale,
quello montano e quello cittadino o
quello all’estero, devono essere sentiti da tutti come problema di tutti. E
la nostra stampa può essere in questo
un mezzo meraviglioso di collegamento, di discussione, nell’ambito della
più alta comunione della fede e della
comune speranza in Cristo e nel suo
regno che viene.
Con questi sentimenti, al di là e al
di sopra dei piccoli antagonismi di testata, vediamo l’unificarsi dei nostri
due periodici « interni », che per il
momento rappresenterà certo qualcosa di estremamente modesto, ma che,
con l’appoggio di tutti (anche discorde!) potrà diventare uno strumento
di collegamento, ima pista di confronto, uno stimolo di ricerca e di testimonianza, più di quel che su due fronti distinti si sia riusciti a fare finora.
In questi giorni, dopo oltre tre anni di impegnoi, il Past. Luigi Santini
lascia la redazione de « La Luce », che
negli ultimi mesi ha costituito per lui
un carico tutto particolare, impegnato com’era nella presa di contatto con
la comunità di Firenze in cui è stato
chiamato ad esercitare il ministero
della Parola. Tutti sanno quanto egli
abbia dato di sè — e quanto impegno
abbia suscitato in una cerchia di collaboratori — in questi anni; l’in^nnata decìsa di nuovi abbonamenti, ne
è indice sì^ificativo; e l’ampiezza
cieli'informazione con cui ha aooonipagnato articoili di pensiero, resterà
un modello e uno stimolo anche per
i' settimanale unificato. Molti e molti sono certamente quelli che si uniscono a noi neiresprimere al Pastore
Santini la più viva riconoscenza per
quanto ha fatto, attraverso « La Luce », in questi anni. E vorremmo chiedergli di continuare a cooperare al
nostro giornale, se non sapessimo che
dovrà dedicarsi alla corredazione del
nuovo periodico « PRESENZA E"VANGELICA ». Un sentimento di viva gratitudine va pure al Prof. Ferruccio
Corsani, che dalla fine del mese di
settembre ha curato con molta capacità e vivacità l’impaginazione de « La
Luce» e in parte anche la redazione,
resa difficile al « responsabile » da
lontano. Sulla sua collaborazione contiamo con molta speranza per il futuro,
■Vogliamo anche rirmovare il più
fraterno augurio al nascituro mensile
«Presenza Evangelica»,, ohe attendiamo con lieta impazienza. Ricordiama al riguardo che l’abbonamento
annuo a questo mensile sarà di lire
900 per ITtalia e lire 1500 i»r l’estero;
è anche prevista la ixtssibilità di abbonamenti cumulativi ECO-PRESENZA c LUCE-PRESENZA, L. 2.000 per
l’Italia, L. 2.800 per l’estero.
Per tutto quanto riguarda gli abbo
namenti, poiché ci viene giustamente
richiesta la massima precisione e puntualità — non è sempre facile, credetelo, sono tanti gli ingranaggi... — vi
preghiamo di essere voi pure tempestivi e precisi nell’indicarci, all’atto
dell’abbonamento o del rinnovo, la
causale esatta, gli evftituali camM di
indirizzo. Mentre ringraziamo quanti
hanno già provveduto, e in particolare coloro che hanno aggiunto im’offerta di solidarietà, preghiamo i lettori de « La Luce » che ci hanno versato
l’abbonamento secondo il canone an
Giovani ad Agape
studiano
ia situazione italiana
Varie diecine di giovani sono ad
Agape per il tradizionale Campo invernale che quest'anno ha per tema:
« Italia 1961, mito e realtà ». Al termine di un anno di celebrazioni centenarie, dietro il miscuglio di verità e
di retorica che ha sollecitato ma non
sempre chiarito, certo, il ripensamento della vita italiana in questo secolo e oggi, è buona cosa che tanti giovani impieghino, almeno in parte, le
loro vacanze invernali allo studio e
alia ùiscussióne. Ne rifciiicnio.
tenore, di integrare aPPena possibile
il loro versamento; e rinnoviamo a
quanti — forse perchè non ci eravamo .spiegati chiaramente, o perchè la
comunicazione è venuta piuttosto tardi (ma tardi è venuta la decisione superiore) — ci hanno ancora inviato
l’abbonamento comulativo a L’Eco e
La Luce, la richiesta di comunicarci
tempestivamente se, come speriamo,
possiamo considerarli abbonati cumulativamente a L’Eco — o a La Luce —
e a Presenza Evangelica, o se desiderano la restituzione di quanto hanno
versato in più, dato che, ovviamente,
non ha .senso l’invio di due giornali
identici, sotto due testate.
4 !» *
Ancora vi chiediamo : pazienza e
comprensione, e soprattutto, continuate a sostenerci con il vostro interesse e la vostra solidarietà. Con affetto vi salutiamo e vi auguriamo un
anno benedetto. L
U
C
ECO
O Signore, tu sei stato per noi un rifugio d’età in età.
Insegnaci a così contare i nostri giorni che acquistiamo un cuor savio.
E rendi .stabile l’opera delle nostre mani. (Dal Salmo 90).
2
pag. 2
N. 1 — 5 gennaio 1962
MENTIE iltMf UOMO «SltTTA L’ULTIMA NOTTE
, CYJinÌ'r'T-ira--
Gesù camniina sul mare
« Penso con gioia silenziosa alTultima Pasqua trascorsa con voi ».
Questa frase è contenuta in una delle lettere che Eichmann nell’aprile
del ’61 inviò dal carcere alla famiglia. Perchè lo zelante servo di Satana aveva una famiglia, moglie e
figlio, ai quali ha rivolto la frase che
sarebbe così toccante se il ricordo
della mano che l’ha scritta non ci
desse un senso di nausea addirittura
doloroso.
Chi è stato Eichmann? che cosa
è stato? Dobbiamo fare quasi uno
sforzo per inquadrarlo nel periódo
storico dal quale siamo appena usciti ma che si presenta come un’epoca
remota avvolta in una notte di spaventosi incubi. Una forza bestiale
senza precedenti si è scatenata nel
mondo mettendo in moto la cieca
macchina dell’ odio, gigantesca nel
suo apparato e perfetta nei suoi ordigni. Eichmann è stato il meccanico
addetto al funzionamento, uomomacchina anche lui, ordigno diabolico ma non soltanto passivo poiché
a un certo punto lo stato di passività
non è suflSciente a far compiere determinate azioni. Paragonarlo ai
grandi carnefici ¿della storia, ai grandi « esecutori » sarebbe puerile, l’exufficiale nazista è una figura a sè. E’
la « cosa » di Satana. Eppure è un
uomo, è anche un uomo. Come tale
parla, scrive, si nutre e si veste, s’infila ogni mattina la tunica rossa del
condannato a morte.
Nessun esemplare vivente può offrire materiale di studio così vasto
alla filosofia, alla criminologia, alla
sociologia come lo sterminatore dei
sei milioni di ebrei. E’ stato condannato alla forca; dopo l’esecuzione
sarà un morto fuori tempo, antico
come il mondo e insieme precorritore di un’epoca apocalittica dove oscure forze sprigionatesi da un novello
caos avranno il loro epilogo nell’ultimo squillo di tromba. Anche con
la sua tunica rossa, chiuso tra i muri- della cella, egli rimane tremendo.
Ha innalzato a Satana il monumento
più eccelso, simbolo della potenza
del dio Maligno.
♦ ♦ ♦
Eppure, al di là del suo edificio
mostruoso, sopra un altura luminosa
sorge ancora la Croce del Salvatore,
il volontario patibolo. Cristo è morto anche per Eichmann e per i suoi
padroni. Se questa semplice formula
potrà mutarsi nella nostra anima in
una dichiarazione di fede allora chiederemo ai giudici di Israele di soprassedere all’esecuzione. Il cadavere dell’aguzzino non servirà più a
Dio. Eichmann non aveva religione,
aveva soltanto il culto dell’odio emanato dalla forza politica cui era asservito anima e corpo. La Pasqua di
cui ha rimpianto il ricordo non era
che il significato di un giorno trascorso allegramente in famiglia. Ora
egli aspetta l’ultima notte. E rimasto senza più vittime, isolato sullo
scoglio in mezzo all’oceano, non salvo, solamente vivo, per ora. E solamente Dio può giungere a lui, Dio
solo cammina sul mare.
Lasciamo Eichmann incatenato a
quello scoglio, vivo nell’ergastolo.
Tutta una vita di solitudine e di
espiazione tra i muri squallidi, nella
terra delle sue vittime ritornate nazione, cibandosi ogni giorno di quel
pane amaro, ricordando, sentendo
negli orecchi le grida strazianti di
un popolo intero massacrato, arso,
distrutto dalla macchina diabolica.
Vediamo fino a qual punto resiste il
sitò incredibile cinismo.
Non sappiamo in qual modo Dio
volge il destino dei mortali ma « nel
Tuo libro erano tutti scritti i giorni
che mi erano destinati quando nes
11 Cardinale llttaviani
e la Spagna
Qualche tempo fa il card. Ottaviani si ìi
recato a far visita al generale Franco.
Dorante un discorso ha sottolineato come
'I guerra civile spagnola fu « una gesta
memorabile come le antiche; nessuno lo
vuole riconoscere, ma lo riconosce la Ghie.
Si (romana) a patto che non approfittino
del sangue versato altre fazioni avvMse, se
non alla verità, alla libertà. La Chiesa (romana) è riconoscente agli spagnoli, ma vuote da loro ancora di più, attende ancora
■li meglio ».
suru? di essi era sorto ancora » (Salmo 139). Sulla Croce Cristo vide
anche Eichmann con l’uniforme di
ufficiale nazista e con la tunica rossa, e non fece eccezioni. Egli può
distruggere il monumento innalzato a
Satana e piantare sulle rovine il segno del riscatto.
4: «
Nel settembre del 1937 la cantante
negra Bessie Smith gravemente ferita in un incidente veniva rifiutata da
numerosi ospedali americani a causa
del colore della sua pelle. Quando
giunse ad un ospedale per soli negri
era troppo tardi e morì: dissanguata.
Il razzismo è una scala mostruosa:
sul primo gradino c’è il corpo di
Bessie Smith, sull’ultimo quello di
uno tra i tanti bambini ebrei sbranati dai cani-lupo delle S.S. Ogni
forma di governo e di vita sociale
che respinga l’insegnamento evangelico « Amatevi come io vi ho amati »
alimenta di odio razziale il bubbone
pestifero di cui il nazismo fu ed è
la cellula più prolifica. Ma con la
forca non si uccidono i princìpi, si
uccide l’uomo, si impicca il servo
Eichmann. Lasciamo l’ultimo giudizio all’Ebreo crocifisso sul Golgota,
non defraudiamo il grande Martire
della Sua rivincita, forse Egli ha deciso che dagli occhi di Eichmann
una lacrima scenda un giorno su
quella tunica rossa.
Marco
Dell’uso delle cose ecclesiastiche
e di chi ne decide
Non intendo riaprire la discussione
che su queste colonne si è svolta nello scorso settembre sulla questione
dell’uso della toga che, come è stato
ben detto da Aldo Comba presenta
un aspetto importante ed uno secondario. Il primo « è che la Chiesa riconosca che non vi sono due categorie
di persone, pastori e laici, di cui i primi avrebbero particolari prerogative
e particolari paludamenti»; il secondo riguarda invece « il modo di esprimere questa convinzione». Ma richiamandomi ad entrambi questi aspetti,
sono indotto a riprospettare l’argomento da una lettera inviata ad una
nostra rivista e dalla risposta che è
stata data alla stessa («Diakonia»
n 6 nov. 1961 x
Ed ecco il punto. Un laico, che
quando predica indossa la toga «in
tutte le chiese che glielo hanno chiesto » (e fa bene, appunto in quanto le
Chiese glielo chiedono), scrive che da
qualche tempo gli è stato « autorevolmente vietato d’indossarla, perchè gli
è stato detto: per delibera del Corpo
pastorale la to^ è riservata ai pastori ».
Quantimque io sia un laico che,
predicando assai di rado, la toga non
se la mette, perchè non ne ha dimestichezza, tuttavia ne riconosco il vantaggio e le ragioni. Una volta ad esemE»m rammento che, predicando a Pomaretto (senza toga), mi fu fatto giustamente osservare dal caro amico e
pastore Oreste Peyronel che il fazzoletto che sporgeva dal taschino della
mia giacca dava fastidio; e che conveniva pertanto toglierlo... o coprirlo
con la toga. A queste coserelle per lo
più non si bada, ma esse inducono a
ritenere che sia bene, .stando sul pulpito, che l’uomo ed i suoi dettagli personali vengano obliterati dalla toga.
Penso però che interessi viceversa
la questione di fondo e cioè che la
Chiesa riconosca che pastori e laici
hanno le stesse prerogative ; e che valga soffermarsi sul modo con cui questa convinzione viene espressa, anche
sul punto di sapere chi abbia a decidere sull’uso della toga medesima e
delle altre cose ecclesiastiche.
Nel rispondere alla suddetta lettera la redazione di « Diakonia » conclude che « tra parentesi vien voglia di
andare a spulciare i verbali del Corpo
pastorale per controllare se la delibera riferita dal nostro lettore è mai
stata presa». Orbene il Corpo pastorale non è un organismo ecclesiastico
munito di potere normativo, ma solo
un « corpo », cioè un consesso di persone tecnicamente qualificate per
esercitare la funzione del dottorato
nella Chiesa, designando in conseguenza i professori in teologia; per
approvare in sede tecnica, ma non
esecutiva, le liturgie ed altri testi ecclesiastici; per procedere per cooptazione alla integrazione del ruolo pastorale; e per vigilare sull’integrità
della dottrina; ma non è chiamato,
nè ha competenza per prendere provvedimenti di alcun genere nel campo
normativo della disciplina ecclesiastica (CV. a. 13; RO. a. 148). Se il Corpo pastorale avverte la opportunità di
un provvedimento, tutto quello che
può fare, nell’esercizio del suo compito di vigilanza e di cooperazione tecnico-dottrinaria, è di segnalare con un
suo voto o con un suo rapporto, la
questione al Sinodo. Questo è infatti
rorgano ohe ha il potere di decidere,
oltre che delle questioni maggiori, anche delle minori, uso della toga compreso. Se il Corpo dei pastori volesse
invece prendere delle decisioni del genere, prevaricherebbe, per cui è da at
tendersi con certe®a che il Moderatore «e lo presiede, e che ne porta la
responsabilità dell’operato davanti al
Sinodo ed alla Chiese, lo impedirebbe.
Nmi vi è quindi alcuna possibilità
pratica che una delibera del Corpo
pastorale sia stata presa al riguardo
dell’uso della t<^a, per cui non è punto il caso, neppure «tra parentesi»,
di andare a « spulciare » i verbali del
Corpo pastorale, ma vale piuttosto la
pena di affermare, in piena conformità con il nostro ordinamento ecclesiastico,: che delibere del genere non
avrebbero alcun valore nè efficacia
nella Chiesa, neppure per le persone
che eventualmente le avessero prese.
Quello che sorprende non è quindi
tanto che vi possa essere chi, per
amor di tesi, possa affermare che il
Corpo pastorale avrebbe deciso che la
toga è un paludamento ’’speciali modo reservato” ai pastori; ma che laici
e pastori che si sentono impegnati in
un lavoro di rivalutazione del servizio
della Parola e di valorizzazione della
molteplicità dei ministeri e dei doni
nella Chiesa e che lavorano in definitiva perchè, tra l’altro, l’aspetto
« importante » e quello « secondario »
(anche nell’uso della toga) siano affermati doviitaniente, non si siano
avveduti che l’accettare implicitamente la eventualità di ima tale delibera,
denuncia un grado di pastorizzazione
incosciente delle cose ecclesiastiche
che contrasta notevolmente con i presupposti su cui lavora il gruppo redazionale di Diakonia. Per chiarire la
questione infatti non basta il dubitare che una tal delibera sia stata realmente presa, occorre prima di tutto
avvertire e far avvertire con tutta
chiarezza la fondamentale illegalità
e la conseguente invalidità di una tale decisione. Giorgio Peyrot
PARLIAMO DEL PASTORATO
Dall’ultimo numero di ’’DIAKONIA”
riportiamo un articolo del pastore Aldo
Comba, seguito ad uno apparso nel numero precedente del periodico, che aveva suscitato un’ampia discussione: discutere del
pastorato significa discutere di tutta la vita
della chiesa.
Parlare del paatorato ha senso solo se il
discorso è fatto entro il quadro di un preciso ■concetto della realtà e coniipito della
chiesa.
In un breve articolo non è possibile sviluppare tutta una dottrina della chiesa;
tuttavia, come premessa, vogliamo indicare alcumi spunti .che ci semihrano particolarmente interessanti.
1) Il Nuovo Testamento non ci offre un
solo modello di organizzazione ecclesiastica o una sola immagine della chiesa, ma
diversi. Ciò significa ohe, entro certi limiti, la chiesa può variare la propria struttura ed organizzazione. In ogni secolo ed
in ogni ambiente culturale la chiesa deve
darsi quelle strutture che meglio le perniettono di essere il Corpo di Cristo, il
popolo di Dio in quel luogo.
2) I concetti di « Corpo di Cristo » e « popolo di Dio » applicati alla comunità dei
credenti non vanno intesi in un senso astratto e metaforico, ma realistico. I credenti
sono .sudditi di Cristo e perciò in loro il
suo regno già si afferma in attesa della sua
piena manifestazione.
3) Il mondo oggi non è cristiano, affatto, neppure nei paesi cosidetti cristiani. La
chiesa (intendendo per tale non la massa
dei battezzati indifferenti, ma il gruppo di
coloro per cui Cristo è veramente il Signore) è una infima minoranza. Si pone,
per questa minoranza, il problema di sapere come affermare la signoria di Cristo
in questo mondo che non vuol saperne:
è il problema della missione e della testimonianza della chiesa.
Sono possibili .tre metodi, che iliuBtriamo con paragoni tratti dalla vita militare:
a) essere come un esercito che avanza e,
a poco a poco, conquista tutto il mondo.
(Questo metodo oggi non va, perchè la chiesa non è una massa, ma una piccola minoranza j ed è un metodo che tiene poco conto degli insegnamenti biblici sull’escatologia e sulla venuta del Regno di Dio.
b) essere come una fortezza assediata.
(Questo metodo ha permesso a dei credenti
di mantenersi per dei secoli; però, non solo nella società moderna la fortezza è diventata estremamente vulnerabile, ma essa si limita ad affermare la signoria di Cristo in un solo punto anziché affermarla in
tutto il mondo.
c) essere come una squadra di azione partigiana e come una quinta colonna che vive in permanenza in territorio nemico ed
organizza in ogni luogo dei colpi di mano
per dimostrare che i potenti del momento sono degli usurpatori, mentre resta in
attesa della venuta (stavamo per dire cc dello sbarco in forze ») del Signore legittimo.
Quest’ultimo è il metodo che si addice oggi alla chiesa.
(Questi pensieri sono estremamente schematici e qualunque paragone usato per descrivere la realtà deUa chiesa e deUa sua
missione è sempre approssimativo. Anche
i noMri paragoni tratti da immagini guerresche vanno intesi con buon senso, poiché intendono suggerire una idea orientativa generale.
Accettando l’idea della chiesa come
« squadra parligiana » o come « quinta colonna » del Regno di Dio (che è un altro
Un discorso che ha senso solo se fatto
nel quadro di una visione ben precisa
della realtà e del compito della Chiesa
modo per dire « sale della terra » e « lievito nella farina »), quali conseguenze ne
derivano per i ministeri, e specialmente
per quello pastorale?
La vocazione
In un esercito regolare la massa dei sol
dati è leclutata per coscrizione, cioè per
obbligo e tradizione. Un groppo partigia
no invece è formato di volontari che han
no un ideale ben chiaro e lottano per esso
In nn esercito vi sono alcuni gruppi spe
cializzati e poi la massa anonima dei sol
dati semplici; in un gruppo di azione par
tigiana, per quanto vari siano i compiti di
(iascuno, .è più sentita la fondamentale
ugnagli» nza di tutti e al tempo stesso la
responsabilità personale di ognuno.
Senza trarre dal paragone illazioni esagerate, si può dire che la situazione del
gruppo partigiano corrisponde abbastanza
bene a quella di una comunità ohe applichi
rinsegnamento biblico sulla varietà dei ministeri.
L’immagine usata da Paolo (il corpo e
le membra, 1 Cor. 12) indica che ogni credente ha un suo ministero, che questi ministeri sono complementari, che nessun ministero può essere isolato o sostituirsi agli
altri, ma che ognuno fiorisce normalmente
quando anche gli altri fioriscono con lui.
Dire che la funzione dell’occhio è quella
di vedere non significa abolire o disprezsare quella deU’oreiocbio : quindi precisare
U funzioni dei laici non significa affatto
(come qualcuno insinua) abolire o disprezzare quelle dei pastori, ma soltanto assegnare ad ogni credente e stimolare in lui
quella funzione particolare a cui il Signore
10 ha chiamato.
Si vuol stabilire talvolta una differenza
tra il ministero pastorale e gli altri ministeri affermando che il pastore consacra
tutta la sua vita al Signore. In realtà tutti
i credenti consacrano tutta la vita al Signore nel momento del battesimo (o della
cenfermazione). 11 guaio è che la maggior
parte dei credenti l’ha dimenticato. Perciò la discussione sui ministeri richiede
anche una nuova riflessione sulla confermazione: essa è un vero e proprio arruolamento volontario, per la vita e per la
morte, sotto le bandiere del Signore.
Sullo sfondo di questa consacrazione di
lutti i credenti la funzione dei pastori acquista il suo giusto rilievo: essi non detengono la vocazione ad esclusione di altri
(ledenti, infatti ogni cristiano ha ricevuto
la vocazione di servire il Signore con tntta
la propria vita; ma il pastore lo serve in
un modo, i] diacono in un altro, la madre
di famiglia ancora in un altro, e cosi via.
11 servizio specifico
del pastore
Oggi, per un complesso di motivi, i pastori hanno finito per assorbire ogni sorta
di servizi ed in pratica ci si aspetta da loro
non solo La predicazione e la cura d’anime,
ma moltissime altre cose che spesso non li
riguardano : dall’organizzazione di una recita alla direzione di un giornale, dalla distribuzione di soccorsi alimentari alle de
cisioni in materia di edilizia ospedaliera.
Nella no-stra chiesa, tuttavia, la caratteristica essenziale del pastore è quella che
gli deriva dall’aver studiato teologia e dall’essersi preparato a spiegare il messaggio
biblico : egli è dunque fondamentalmente
un teologo, ed in questo campo va individuato il suo compito specifico, che si configura più esattamente tenendo conto della
situazione in cui agisce la chiesa.
Se torniamo alla nostra immagine di una
squadra di azione partigiana potremmo paragonare il compito del pastore non a quella del comandante della squadra, ma a
quello del commissario politico, idell’uomo,
cioè, che ricorda, spiega, interpreta ai credenti la verità per la quale essi vivono e
muoiono, per la quale lottano.
Il ministero del pastore si articola dunque sui termini classici di predicazione,
insegnamento e cura d’anime.
Ma la predicazione non vuol dire necessariamente presiedere e dirigere tutto il
culto. Anzi, siccome il culto è il momen
to essenziale della vita della chiesa, la re
sponsabilità di dirigerlo ricade sui cap
della comunità, cioè gli Anziani, ai quali
tocca anche la celebrazione dei sacramen
ti. Invece la predicazione, in qnanto spie
gazione della Scrittura, è compito specifi
co di chi ha uno studio die lo qualifica
per poterlo fare. Perciò non si deve essere
faciloni nel far predicare persone che non
lianno una preparazione adatta. Chi non è
teologo non ha da imitare i teologi ma,
precisamente, da adempiere altri compiti.
Del resto bisogna distinguere tra la vera
e propria spiegazione della Scrittura che
richiede una preparazione di studio, e
l’annuncio dell’Evangelo che ogni credente deve poter fare per rendere ragione della propria fede a dii parla con lui, anche
quando non sia capace di predicare in
pubblico.
La predicazione, poi, non è soltanto il
monologo die avviene dal pulpito, ma
può anche assumere la forma di un dialogo o di una conversazione o di uno studio comunitario della Scrittura, come avviene, per ec., nei « gruppi del Vangelo »;
li i problemi di ciascuno vengono confrontati in comune con la Bibbia ed il teologo,
che presieda la conversazione o che vi intervenga come consulente, sta effettivamente predicando.
L’insegnamento, oltre alle forme classiche del catechismo, dovrebbe tener conto
di tre elementi:
a) la dispersione di una comunità di miruranza, accresciuta dalla vita moderna,
rinde a volte e-stremament-; difficile la formazione di classi di catecumeni, specialmente in grandi metropoli o in zone di
diaspora; di qui la necessità che il teologo, a volte, anziché insegnare direttamente ai catecumeni istruisca dei catechisti. Ed
istruisca anche, eventualmente, dei predicatori locali.
b) la necessità in cui i credenti si trovano di testimoniare sul lavoro e mediante
il lavoro, pone loro a.ssai spesso dei problemi pratici, spirituali e morali estremamente complessi; il teologo deve quindi
diventare il «consulente» dei suoi fra
telli che da soli o in gruppo cerchino una
risposta cristiana a quei problemi.
(■) una comunilà in stalo di «guerra parligiana» è necessariamente formata di credenti coscienti e non di cristiani nominali
e ignoranti delle basi della fede, l’ereii)
l'insegnamento del pastore deve perdere
in una certa misura il carattere «elemen
tare» di Un insegnamento dall’alto, da maestro ad alunno, e deve diventare mollo più
(Universitario» nel senso di una collaborazione nella ricerca, dove al suo maggior
sapere teologico, corrispoiidt la cono.seenza pratica delle situazioni da parte degli
altri credenti, l’er mezzo di questa colla
horazioi e si possono trovare le vie di una
testimonianza vera ed attuale nel mondo
di oggi.
Quel che si è detto della predicazione e
deU’istruzione vale anche in larga parte
per la cura d’anime che, per molti aspetti,
c una forma panicoiare della predicazione
e delFistruzione, La riprensione, l’esortazione e la consolazione non sono riservate
al teologo, ina fan parte, in modi iiiversi,
del dovere di assistenza fraterna che è comune a lutti . credenti.
Consigliere
o conduttore?
Con questo abbiamo cercato di delineare una figura di pastore-teologo che sia
essenzialmente un maestro, un consigliere,
uno che guida i suoi fratelli non fondandosi sulla propria autorità ma aiutandoli
a confrontare «e stessi ed i loro problemi
con la Parola li Dio.
E lo vedreramo invece scaricato della
inasvsinia parte di quelle incombenze di carattere diretliro, organizzativo, amministrativo e di rippresentanza che oggi occupano gran parte del suo tempo e che invece sono compito naturale di anziani, diaconi, assistenti di chiesa. (Su questi diversi ministeri, e su altri, che sono reali pur
non avendo un nome che li definisca, dovremo tornare).
Così il pastore sarebbe il «consigliere»
anziché il «conduttore» deUa comunità. E
a chi trovasse questa posizione troppo debole ricorderemo che in fondo anche l’apostolo Paolo era il consigliere delle comunità da lui (ondate, tanto è vero che non
disponeva d! nessuna autorità amministrativa, di nessun «potere» su di loro e doveva perciò sempre richiamarsi all’autorità del Signore, che si esprimeva adeguatamente appunto nella debolezza del suo
apostolo.
Dobbiamo menzionare rapidamente due
aspetti della posizione amministrativa del
pastore-teologo: il suo rapporto con La comunità locale ed il suo salario. Sulle due
questioni dovrebbe esserci molla più elasticità che al momento attuale. Non dovremmo piò pensare nello schema rigido
«una parròfchia-un pastore» poiché il pastore non ' è più necessario per il governo
di una (ioinunità, grande o piccola, dal
momento che vi provvedono gli Anziani
Dovrebbero invece stabilirsi dei rapport
molto più vari fra pastori e comunità te
nendo conto della grande diversità di pos
sibilità e di bisogni in cui la chiesa si tro
va in luoiiiii e tempi diversi: potrebbero,
per es., cancentrarsi vari teologi in una
comunità anche piccola se in un certo momento la testimonianza vi diventasse particolarmente diffìcile e impegnativa, in altri casi uro solo potrebbe supplire ai bisogni di tutta una regione dove vi fossero
Anziani e catechisti efficienti.
(continua in 3.a pag.)
3
5 gennai« 19fâ — N. 1
Un centenario e un bilancio
P^- 3
La Bibbia in Braille
Il 1961 fu chiamato l’anno del
centenario per i grandi avvenimenti
nazionali ricordati. Anche nella vita
singola d’una Chiesa, o sia pur solo
per una categoria di persone quanti
avvenimenti, per loro di grande importanza, sono ricordati con gioia e
riconoscenza, ben lo sappiamo noi
valdesi. Ma vorrei qui ricordare un
avvenimento, modesto, ma grande
per i privi di vista: è il primo centenario della trascrizione della Bibbia in Braille, che fu in francese,
mentre in italiano venne fatta molto
più tardi.
La storia comincia dal 1856 quando al sig. Hirzel, direttore dell’istituto dei ciechi di Losanna giunse la
richiesta di procurare ai ciechi la
Bibbia in caratteri in rilievo. Hirzel
vide in questa richiesta un invito da
parte di Dio per dare ai privi di vista la luce della Sua Parola e chiese
a Dio di aiutarlo a realizzare il grande compito. L’ideale è bello, grandioso, ma altrettanto diffìcile è realizzarlo. Quali caratteri adoperare?
Il Braille è ancora poco conosciuto
la sua diffusione ostacolata, l’impresa esige mezzi finanziari non indifferenti.
Hirzel comincia con pazienza a
documentarsi, cerca d’interessare altre persone, dopo due anni visita la
Germania, l’Inghilterra e la Francia
per esaminare e studiare i caratteri
in rilievo, al suo ritorno è deciso
per il Braille. Presso amici cerca i
mezzi finanziari, il materiale ed i
copisti; questi devono imparare la
scrittura Braille.
Oggi abbiamo comode tavolette e
ci si perfeziona sempre più. ma allora si lavorava con dei mezzi rudimentali; tuttavia Hirzel riesce a montare
una piccola tipografia e il laboratorio di legatoria; nel settembre del
1860 mette la prima pagina dell’Èva ngelo di S. Giovanni sotto le dita
degli allievi del suo istituto; man
mano che il lavoro procede sorgono
nuove difficoltà tecniche, ma al 31
dicembre dello stesso anno il primo
volume in l^raille della Bibbia è
terminato. Chi può immaginare la
gioia di quei ficchi? ecco cosa scrive
Hirzel : « Seguendo la lettura che
qualche cieco- faceva dell’Evangelo
di S. Giovami, fui come illuminato
della nuova giande importanza del
Vangelo ed hoji perfettamente compreso quella po^ira donna che stringendo sul cuc^ il volume esclamava « ora con ®esto libro come sono
felice nella mi| solitudine! ».
Nel 1866 i |rimi 32 volumi della
prima edizione li 255 esemplari è terminata; è costa a 39.000 franchi svizzeri di allora! La rilegatura fu così
ben fatta che i olti volumi sono ancora oggi in ui . Come il primo lavoro con i cara eri mobìli di Gutenberg fu la stan la della Bibbia, così
il primo libro ascritto in caratteri
Braille fu la Pa ala di Dio.
La modesta 1 xagrafia di Hirzel è
oggi un laborafi io moderno, elettrificato, che contii la a dare gran parte
della sua attivitàalle copie della Bibbia. I
La storia di c lesta prima Bibbia
an po’ quella della
evangelica Braille.
in Braille è pure
nostra biblioteca
Certo che le difficoltà non sono da
paragonare, cent’anni non sono passati inutilmente, anche in questo campo hanno segnato un fecondo progresso, ma quando si comincia da zero in finanze e in materiale vi è una
sola cosa da fare: procedere con fede
nell’aiuto di Dio; così ha fatto Hirzel,
così abbiamo fatto noi e dopo un anno di lavoro abbiamo mandato i primi volumi. II successo di Hirzel è stato pure il nostro, l’ha dimostrato la
sorella di Fiume che ha pianto di
gioia ricevendo l’Evangelo di S. Giovanni : « Finalmente posso leggere la
consolante Parola di Dio ».
La Bibbia
su nastri magnetici
L’« Amicale des aveugles pratestants» (Gruppo 33 di «La Cause»)
ha intrapreso Timportante lavoro di
registrare su nastri magnetici tutti i
libri della Bibbia, mentre è pure già
stata fatta una tiratura su dischi microsolco di alcuni libri; i lettori sono
artisti professionisti, pastori, e altri.
Per ogni informazione relativa a
questi dischi, ai prestiti dei nastri
magnetici e di magnetofoni (per sei
mesi), scrivere a «La Cause», Canières-sous-Poissy (S. et O.) - France.
Inoltre «La Cause » mette mensilmente a disposizione dei ciechi una
rivista parlata della stampa protestante. (B.I.P.)
Una delle nostre maggiori difficoltà è sempre stata la carenza di copisti: in quattro anni abbiamo preparato cento volumi, mentre altre istituzioni del genere, quali « La Cause »
e la « Publications évangeliques pour
aveugles ». in quarant’anni hanno
realizzato duemila volumi, il doppio,
per ogni anno; ma non per questo disperiamo, basta aumentare la consistenza numerica in proporzione a
quella dei lettori per poter soddisfare
tutte le esigenze dei vari gradi di cultura. Anche il prestito è giunto al
centinaio di libri, non sempre si aspetta che sia richiesto, si offre al cieco
il libro più adatto al suo problema
morale o spirituale, ai ciechi che non
conoscono il Braille, se hanno qualcuno che legge per loro, mandiamo
lettere, circolari e libri in nero.
Il nostro programma per il nuovo
anno è di estendere l’attività fuori lei
campo evangelico, cioè fare dell’evangelizzazione tra i privi di vista « perchè tutti vengano alla conoscenza della Verità ». Questo sviluppo è reso
possibile grazie ai doni piccoli e grandi che riceviamo dai nostri amici, a
loro dobbiamo molto. Non Io dimentichiamo e domandiamo al Signore
che spanda su loro le ricchezze delle
sue benedizioni; e noi andiamo avanti
con fiducia sapendo che « 11 Dio del
cielo ci darà buon successo ».
Carlo Davite
LO SOPOUflTO?
'ff Nei Congo, colpito da tutte le piaghe
e roso da una miseria spaventosa, in cui
sfuggono alla fame solo i profughi accolti
nei campi, i ministri hanno stipendi di un
milione al mese, e i capi politici e militari
si disputano le truppe con aumenti di paga. Del resto non ha da fare il moralista,
un paese in cui si verificano gli scandali
di Fiumicino, della penicillina, e della
farsesca dichiarazione dei redditi (N. Adelfi ha scritto, amaramente, a proposito dell’esempio Lollobrigida, uno fra i moltissimi: « \ parole, vogliono tutti un’Italia
prospera, giusta, pulita; ma quando ciascuno è chiamato a contribuire secondo le sue
sostanze per dare all’Italia proqmrità, giustizia e pulizia, tutti o quasi diventano cittadini del Canada »).
Nel 1961 le francesi hanno « speso » in
prodotti di bellezza una quarantina di miliardi di franchi «leggeri»; circa 19 miliardi in creme e cipria; per i rossetti,
slanziainemo di 8 miliardi di franchi (circo dieci miliardi di lire), per lo smalto da
unghie due miliardi, sette miliardi per acque di colonia e profumi e due per creme
solari...
L’ex-generale delle S.S. Hans LamnierditiAg — che nel 1914, comandando la
divisione « Das Reich », fece trucidare
per rappresaglia l’intera popolazione di
Oradour, in Francia, compresi 176 bambini .— vive ricco e indisturbato a Düsseldorf, dov’è a capo di una grande impresa
edilizia, abita una villa principesca e può
far « fermare » e perquisire due giornalisti francesi venuti ad intervistarlo.
In Serbia, quale protesta per l’arresto a Monaco di un ex-partigiano jugoslavo, accusato di omicidio, è stata boicottata
la tournée del circo tedesco Bush. La carovana, forte di centinaia di ammali affamati, ha dovuto riparare affrettatamente in
Austria.
Buon Capodanno : tre morti per i
« fuochi » di fine d’anno a Napoli e Palermo ; 60 feriti e 20 incendi nel Napoletano ; oltre 50 feriti a Roima ; a Stoccolma
■scontri violenti fra la polizia e bande di
« raggare », i teddy-hoys svedesi.
Il naso fra i libri
BENJAMIN FARRINGTON: Scienza
e politica nel mondo antico. Universale Economica Feltrinelli, Milano 1961, L. .600.
E’ un’inleressanle analisi dello sviluppo
del pensiero greto, dalla scuola ionica (6"
sec. a. C.) a Lucrezio con riferimenti a fatti c personaggi d’epoclie più recenti. Questo saggio, in cui la trallazione è chiara e
logica, la terminologia sufficientemente accessibile, vivace lo stile, poggia su due concetti-base: scienza e cultura non possono
prescindere dal fatto politico; l’istnizione
è fattore di progresso e d’emancipazione
per il popolo. Secondo FA. la storia del
pensiero (filosofia e scienza) greco è una
alternanza di due correnti fondamentali;
quella che fondandosi esclusivamente sulFosservazione della natura, ne formula le
leggi, sia pure nella inevitabile penuria di
strumenti atti alla dimostrazione empirica
dei dati scoperti; e quella che costruisce
un apparato di forze soprannaturali (e perciò nè conoscibili nè governabili) con cui
spiegare i fatti e giustifi'Care le norme della
vita.
Uomini come Anassagora, Ippocrate, Epicuro e Lucrezio rifiutarono l’intrusione di
elementi fantastici nelle loro discipline,
preoccupandosi soltanto di liberare l’umanità dall’asservimento dell’ignoranza e dal
terrore di illusorie maledizioni. Per contro giunsero a posizioni del tutto ingenue e
superstiziose (e perciò retrograde) quei cristiani (anche grandi poeti come Prudenzio) che ammisero come unica base di autorità, anche scientifica, la B bbia. Di qui
è facile concludere che la religione si oppone al progresso. In senso più politico è
dipinta come nefasta l’opera di Platone che
tentò di render vana l’opera dei suoi predecessori più illuminati, vagheggiando uno
stato fondato sulla menzogna ufficiale, sul
l’intolleranza di una religione astrale e su
una stretta divisione di caste che lasciava
il popolo nell’ignoranza e riservava il potere a pochi eletti.
Ora, che lo studio di una civiltà non
debba trascurare l’aspetto politico; e che
in questo avesse gran parte un intenso travaglio sociale, è indubbio. Ci pare tutta
via una pericolosa limitazione quella per
cui FA. vede le correnti di pensiero e la
opera dei loro maggiori esponenti in esclusiva funzione della lotta di classe. Non si
può studiare il pensiero dell’antichità con
la prospettiva della società moderna, in cui
l'eguaglianza sociale è divenuta se non un
fatto compiuto almeno un principio universale. (Non dimentichiamo le peripezie
per le quali è passato e passa tuttora il termine «democrazia»!), (juanto all’oscurantismo religioso in genere, si tenga present'i il contributo della Riforma protestante
all’attuale progresso culturale e sociale (v.
i missionari-insegnanti evangelici scacciati
pochi giorni or sono dalF.Angola portoghese!).
In definitiva uno studio impostato in modo unilaterale ma vivo ed utile a chi sappia e voglia veder le rose sotto più di un
punto di vista. F. C.
ogni lezione e una serie di riusciti accorgimenti tipografici.
Il catechismo del 1936 aveva il suo motivo centrale ne « la gloria di Dio » annunziata, profanata e re.staurata; conteneva
una introduzione biblica ed una serie di
lezioni conclusive sulla vita cristiana. (Questo schema è, in sostanza, conservato nel
nuovo catechismo, il quale però abbrevia
l’introduzione per entrare subito nel vivo
della rivelazione biblica e dare un largo
posto alla cristologia. Alla vita cristiana è
riserbata una larga parte, ma l'esame del
decalogo è spezzato da altri argomenti,
mentre alla fine abbiamo la ecclesiologia.
Qui appare per la prima volta una lezione
sull’ecumenismo.
Alcuni elementi per un avvio alla pietà
personale sono sviluppati con autentica
sensibilità biblica.
HENRY CORNELL GOERNER: Così sta scritto. Casa Editrice Battita, Roma 1961, pp. 194, L. 750.
Il prof. H. C. Goerner ha tracciato in
questa sua opera con mano felice quella
che potremmo dire « la storia dell’amore
di Dio », così come è annunziato nella
Scrittura. Da Abramo alla fine dell’età presente, la Bibbia ci ragguaglia su quanto è
avvenuto e dovrà avvenire; in tutto questo
il credente ha un particolare compito di
testimone, ed il popolo eletto prima, quindi la Chiesa, hanno avuto vita per vocazione, quali strumenti della elezione di Dio
Scorrevole la traduzione, esigua ed esclusivamente anglosassone la bibliografia, buona la presentazione editoriale.
CATECHISME. Eglise nationale
évangélique réformée du Cantoîi
de Vaud. (Vevey) 1961. s. p.
(Juesto nuovo catechismo della Chiesa
Riformata soreUa differisce notevolmente
da quello già in uso (1936). Lo sforzo più
appariscente è quello di ordine pedagogico-didattico : una maggiore sobrietà, la ricerca di espressioni semplici e pur dense
di significato, l’inquadratura didattica di
Un
convegno delFAICl
ne chiediamo scusi
no, ma ci è parso
fosse ancora dover so.
convegno dell’A.I.C.E.
Questo breve re oconto dell’ultimo
vede la luce con
notevole ritardo s IForario previsto :
ai soci. Varie cir
costanze hanno coi durato ^ suo dan
£ te un breve cenno
Ha avuto luogo s
che rinunciamo a ; reclsare, presieduto dal giovane maet ro Paolo Gardiol.
Scarso il numero dei partecipanti
maestri; scarsissim quello dei prce
fessori; ed è stati peccato, perchè
l’argomento delFox ?- era atiualissiino e pratico.
Gli organizzat-ori avevano voluto
affrontare sul terrei > tecnico uno degli aspetti più disei si della di^ussa
e discutibile riformi sco'asjica in gestazione : la saldatu a tra i programmi di ita’iano neba scucia Elementare e nella Scuola Ivii li i' uno dei punti più controversi r; 1 nu';vo (.rdmamento scolastico defa nuova scuola
d’obbligo.
Forse è mancato
Pinerolo, in data
lelFimpostazione
della discussione una visione chiara
del problema; si è peccato per eccesso; si è voluto dire su tutto; si è voluto essere realistici anzitutto, e le
premesse teoriche hanno inesorabilmente rivendicato il loro diritto ad
essere prese in considerazione. I soliti
difetti di tutti i convegni (non solo di
quelli magistrali), che, tutto sommai
to, hanno rivelato anche un aspetto
insolitamente positivo: nessun timore
riverenziale per schemi dottrinali, ma
uno schietto scambio di pensieri e di
esperienze.
Il carattere del nostro gicmale non
ci consente di entrare nei particolari
di questa conversazione tecnica sul
«problema^ dell’insegnamento della
lingua italiana nella scuola elementare, oggi ». Ci sia solo concesso di segnalare la serietà e l’impegno di questi giovani che avevano preso molto
sul serio un questionario, e che ha
me^ in risalto tanto più grave la
fattura che oggi esiste tra la Scuola
Elementare e la Scuola Media cosi come essa funziona oggi.
L’abolizione dell’esame di ammissione alla S. Media, come ormai è noto a tutti, ha reso più acuta questa
frattura, ed ha fatto sentire in tutta
la sua gravità la complessità dei problemi che la riforma deve risolvere:
una scuola in cui la tecnica si sposi
agoniosamente alla tradizione umanistica: in cui il latino e la grammatica, non si isteriliscano in un arido
nozionismo: una scuola in cui si insegni la viva lingua italiana.
Un buon convegno, concluso da comunicazioni varie della sig.na Evelina Pons che pimtualizza la situazione sindacale nel campo magistrale, e
dà informazioni e suggerimenti p>er il
potenziamento dell’attività didattica.
L’implacabile maestro Dosio si dimostra come sempre sollecito nel ricordare ai presenti il dovere sociale
del versamento della quota sociale. A
lui pure devono esser versate le offerte di solidarietà con le scuolette isolate del Centro Sud. Fraterna l’ospitalità della Chiesa di Pinerolo. rep.
PARLIilMO
del pustorato
(segue da pag. 2)
Si potrebbe prevedere il raso di teologi
( he guadagnassero il pane in un mestiere
secolare pur prestando il loro ser.izio alla
comunità; mentre in altre circostarze (zon.i depresse, emigrazione, ere.) la chies.i
potrebbe stipendiare per un servizio a pieno tempo non dei pastori ma dei diaconi,
delle persone cioè che fossero chiamale e
specializzate nell’organizzazione ed amministrare opere di soccorso o di aiuto solíale.
Anche qui abbiamo appena accennato a
molti argoimenti che andrebbero sviluppati
più amipiaimenle. Anche così non mancherà
dii trovi die lutto ciò è utopia e stranezze
inutili. Vi è certamente molto da correg
gere e precisare, eppure non riteniamo che
siano delle cose irragionevoli, per poco
che si voglia tener conto della situazione
di una cristianità di minoranza che vive
nel mondo d’oggi indifferente ed ostile, e
che per propria vocazione non può limitarsi a sopravvivere isolandosi dal mondo
nella chiusa fortezza degli edifìci parrocchiali, ma deve recare in ogni luogo ed
ambiente non solo a parole ma a fatti l’annunzio chiaro e perentorio del Regno di
Cristo che viene. Per far questo la chiesa
ha bisogno dell’impegno totale di lutti i
suoi membri e di strutture solide ma eslrev
mámente elastiche ed adattabili. Non vorrei che discutendo questi pensieri ci si attardasse su questioni secondarie, domandandosi per es. se è veramente possibile
avere pastori non stipendiati : esempi ce ne
sono, ma non è questo il punto importante. E’ invece importante che ci si trovi
d’accordo sulla necessità deH’impegno dì
tutti e delle strutture elastiche: le modalità di esecuzione si troveranno in ; ?,iuiio,
con la pratica.
A chi chiedesse che conto verrebbe fatto
della consacrazione dei pastori, si può rispondere che quando la confermazione dei
catecumeni o il battesimo degli adulti fossero diventali una vera e propria consacrazione del credente al suo ministero di testimone di Cristo nel mondo, non vi sarebbe più distinzione tra laici e non-laici,
e non vi sarebbe neppure una particolare
consacrazione pastorale, ma un semplice
insediamento, analogo per i diversi ministeri, e celebralo di volta in volta per quelle funzioni che richiedono un certo riconoscimento di carattere pubblico.
Ai.DO COjMIU
7 giorni
GIOVEDÌ’ 28
A Bruxelles i miiüstri degli esteri dei ó
paesi del MEC cercano un compromesso
per superare i colorasti (che vertono in
particolare snlla polìtica agraria e vedono
affrontarsi soprattutto la Francia e la (Jernunia, con i loro ’tipi’ d’economia cosi
diversi) e permettere che si entri nella seconda fase del Piano, prevista dal Trattato
di Roma ; anima deUa volontà d’accordo è
il belga Spaak.
Sempre inquieto il Medio Oriente, dove
Kassem riafferma la volontà irachena di annettere il ricchissimo sceìccato petrolifero
del Kuweit e protesta all’ONU per le misure militari inglesi ; Nasser annuncia uno
spettacolare rafforzamento dei suoi armamenti, in larga misura ottenuti dalFURSS,
ipotecando però i raccolti di 48 anni; si
generalizzerà la nazionalizzazione dei beni
stranieri? Comunque, tutti gli insegnanti
francesi saranno espulsi dall’Egitto entro
febbraio.
A Milano la Questura — pare per intervento diplomatico francese — vieta la raccolta di offerte per i lavoratori algerini in
lotta, indetta dalla Camera del Lavoro. Intanto De Canile manda in Algeria 30.009
soldati « fedeli ».
VENERDÌ’ 29
A Bruxelles dietro i contrasti agricoli
affiora il timore francese di esser trascinati
in una direzione contraria ai loro interessi
(immediati e ristretti, però): i francesi vor
rebbero che fosse garantito dal fondo co
mune un sistema autarchico all’interno del
la Comunità, per quanto riguarda i pro
detti agricoli; tale sistema sarebbe in reai
t.i un grave inciampo ad una effettiva e
comunitaria resivione dei problemi agrari.
In un discorso alla nazione De Canile
annuncia per il 1962 il graduale abbandono
dell’Algeria.
.Nuovo scontro ad Elisabetliville fra rererti delFONU e katanghesi; a Léopoldville viene ritirata l'immunità parlamentare a Kalonji, capo del Snd-Kasai, che dovrà rispondere di violente epurazioni antilumumbiste, ma è scomparso minacciando.
SABATO 30
A Bruxelles, rinvio al 4 gennaio della
decisione per il futuro del MEC; la Germania, potenza industriale extraeuropea,
non vuole vincolare interamente la propria economia al MEC.
Intorno a Berlino: l’ambasciatore americano a Mosca, Thompson, è invitato a
trattare con il ministro degli esteri sovietico, Gromyko, pur senza mettere in discUìSsione il diritto degli alleati a rimanere
nella città; il presidente della Germania
lederalc, Luebke, li invita a non cedere a
ricatti; a Berlino-Ovest, quale rappresaglia al divieto orientale nei confronti di
tre funzionari americani, viene rifiutato
l’ingresso di Soloviev, comandante militare della zona russa.
DOMENICA 31
Stroncato con relativa facilità un colpo
di Stato organizzato nel Libano da un
partito di destra e da alcuni militari.
LUNEDI’ 1
Tutti i « grandi » si scambiano auguri
di pace. Se si potesse credere alla buona
volontà degli uomini...
Messaggio alla Nazione del Presidente
Gronchi: progressi e carenze.
Domato in Portogallo un tentativo di
rivolta, nella città di Beja; fra i morti,
un vice-ministro di Salazar. L’opposizione
portoghese comincia a muoversi, e fra le
sue fila militano p-ure cattolici, che evidentemente non condividono gli osanna
dei loro‘vescovi al regime.
MARTEDÌ’ 2
Sette paesi dell’America latina (Argentina, Brasile, Cile, Messico, Paraguay,
Perù, Uruguay), con oltre 145 milioni di
abitanti, hanno costituito un loro « mercato comune », o piuttosto una zona interna di libero scambio, in cui entro 12
anni saranno abolite le tariffe doganali.
11 mini.stro Andreotli annuncia un procedimento per Fiumicino contro il col.
Amici, die prima aveva difeso in Senato.
Arrestalo alla frontiera uno dei rapi della rivolta portoghese, Manuel Serra, exsegretario della gioventù operaia cattolica.
MERCOLEDÌ’ 3
La « mafia » tenta di far saltare un rimorchiatore nel porlo di Palermo. Ultimo
di una serie di attentati contro una società die ha l’appallo di una diga.
L’Olanda accetta di trattare senza condizioni con l’Indonesia per l’Irian (Nuova Guinea).
Le nipoti Margherita e Minette Armand-Hugon, con i mariti Guido
Miegge e Michel Klein, ringraziamo
tutti coloro che hanno preso parte al
Icro lutto per la morte dello zio
TENENTE GENERALE MEDICO
COMM.
GiovaoDÌ illessaodro tbniauii-Hii^uD
In modo particolare ringraziano i
Pastori Ribet e Rostagno della Chiesa Valdese di Milano, il Dottor Gay,
il personale della Clinica Internazionale Evangelica e tutti coloro ohe
hanno espresso la loro simpatia con
un gesto fraterno e una parola cristiana durante la di lui malattia e le
recenti esequie.
« Ho combattuto il buon combattimento...ho serbata la fede... »......(2 Tim. 4: 7)
Via F. Giambullari, 8 - Roma.
106 Rue De Lattre, Sainte Marie
aux Mines, Haut-Rhin - France.
4
IW*. *
FRALI
La Chiesa
il letargo
— L anno di attività iniziatosi al principio di novembre si è svolto regolarmente,
sebbene in alcuni settori con un ritmo lento. 11 Pastore è stato incaricato dalla Tavola di occuparsi anche della parrocciliia
di Rodoretto durante l’assenza del suo titolare, impegnato in altra sostituzione, e
recentemente tornato in sede. Ourante questo periodo si sono alternati ai culti domenicali diversi predicatori: la comunità
ringrazia per i loro messaggi i pastori
Giorgio Girardet, Bruno Costabel e Franco
Giampiecoli.
— 11 Concistoro ha tenuto diverse sedu
te in cui si è occupato tra l’altro anche
della questione del deficit ed ha incarica
to gli Anziani di esporre la situazione finanziaria deUa chiesa alle famiglie. Queste
hanno in genere risposto con comprensione anche se non si può per ora anticipare
i risultati di questa iniziativa. Queste visite hanno lasciato in parecchi l’impressione che sarebbe desiderabile che le famiglie venissero tenute al corrente con più
frequenza della situazione finaziaria deUa
chiesa in modo da conoscerne esattamente
le singole necessità. Questo argomento Ita
fatto oggetto di discussione anche aH’Assemblea di Chiesa tenutasi al principio di
Novembre.
— Alla fine di dicembre si è iniziata la
celebrazione quindicinale di un culto serale, e precisamente alle ore 19 del giovedì nelle settimane in cui i minatori lavorano nel turno di giorno. Tale culto ha
Io scopo di permettere una partecipazione
alla vita della chiesa anche a quelli che la
domenica sono impegnati in attività attinenti al turismo. 11 primo esperimento ha
dato un buon risultato, ma notiamo che il
culto domenicale è pur sempre troppo poco frequentato, anche da parte di quelli
che non hanno nessun impedimento. Nei
mesi di novembre e dicembre la media
delle presenze al culto è stata di 43 per.
sone. Se si tien conto che siamo quattrocento appartenenti alla chiesa di Frali si
può affermare che la presenza al cullo è
eccessivamente scarsa.
— UUnione Giovanile ha iniziato regolarmente la sua attività nella nuova Sala
parrocchiale. La Commissione Direttiva è
stata eletta nella seconda seduta ed è risultata così composta : Rino Genre, presidente; Romano Grill, vice-pre.sidenle;
Edoardo Grill cassiere; Use Genre e Claudio Baud consiglieri. Anche l’Unione Femminile ed i Catecumeni si riuniscono regolarmente nella nuova Sala che si dimostra
■inolto accogliente. Pure le riunioni quartierali della 'borgata Ghigo si cc.lebrano
nella stessa sede.
—■ Domenica 17 dicembre durante una
seduta della Commissione prò Damieggiati
Alpe Selle è stato deciso di versare ai danneggiati, secondo i criteri stabiliti in precedenza, l’intero ammontare delle offerte
non soggette a vincolo da parte dei donatori. Tra le offerte per questi danneggiati
è da ricordare quella dei giovani tedeschi
che sotto la guida del Pastore 1 Haarbek
hanno effettuato nel mese di luglio e agosto scorso un campo di lavoro a Giordano ;
essi hanno lasciato il controvalore del lavoro effettuato, ossia circa 250.00# lire a
favore delle famiglie danneggiate dalla valanga di Selle.
— Dopo alcuni anni di intervallo si è
riaperta la Scuola sussidiata di Pomieri,
ihe si dimostra di grande utilità per i bambini di quella borgata e di Giordano, trop
non vive
invernale
pò lontani dal centro, specialmente se ancora in giovane età. Le lezioni di religione
nelle scuole sono assicurate dagli insegnanti evangelici; per le classi che hanno insegiianti di religione non-evangelica il Concistoro ha designato per l’insegnamento
della religione le Signorine Dora Boston e
Franca Richard,
■— Nell’ultimo semestre sono stati celebrati i seguenti atti liturgici:
Battesimi: Letizia Grill di Remo e Anita
Garrou |2 luglio'; Piero Pascal di Romildo e llda Artus l'Io ottobre/.
Matrimoni; Osvaldo Pascal e Frida Rostan (30 novembre).
Sepolture: Prof. Emanuele Grill (17 settembre).
Nelle ore della gioia, come in quelle
della prova, sia il nostro sguardo ed il
nostro pensiero rivolto a Dio dal quale
viene ogni vera consolazione e ogni donoperfetto. S. G.
N.' 1 — 5 gennaio 1962
R0RÁ
— Samo assai riconoscenti agli Anziani
Bino Gardiol e Aldo Tonni e al Pastore
CipnaM Tount, che hanno nresieduto i
colti di domenica 31 dicembre e 1® gen.
naio, mentre il Pastore locale era momentaneamente costretto a letto. Alle due comunità di S. Giovanni e di S. Secondo
che ci .hanno così dato la loro collaborazione fraterna, un grazie di cuore.
I giovani hanno avuto la preannunciata s&rata di iiiie d anno, e la saletta
delle aHività era per l’osvasione affollatissima da una gaia e rumorosa brigata. Una
ini'provTisnta banda ha tialutato a pieni
]>olmom il primo matiino dell’anno.
1^ serata ricreativa. nnnunciflta por
lunedì 1® ìgennaio, è gtala riniviata per malattia pur non indispensabile regislasuggeritore e... te<*niit‘o del suono. Avrà
luogo al Centro sabato 6 spennato ore 20.30
e alle Fucine domenica 7 gennaio alle
ore 20.30.
PINEROLO
Il Presidente della Provincia^ prof. Grosso, e VAssessore alla Montagna^ avv. G. Oberto
fra gli scolari pramollini davanti alla nuova scuola della Fuata; a sinistra, il past. E. Micol.
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
BOBBIO PELUCE
Dopo gli Stati Uniti, la nazione in
l’ui SI vendono più Bibbie è il Giappone:
quasi 2 milioni dì copie nello scorso anno.
— Il ciclo delle celebrazioni natalizie e
di Capodanno ha avuto inizio la domenica
24 dicembre con la festa delValbero, alle
ore 10. Tempio gremito di adulti e bambini. Messaggio del Pastore, indi un ricco
programma di recite e canti centrati sul
mesisaggio del Natale presentato nei suoi
vari aspetti. La Corale partecipava eseguendo lodevolmente due inni. Segui la
distribuzione di un ricco pacco-dono ad
ogni bimbo della Chiesa. Il poimerìggio
la nostra nuova sala era stipata di bimbi
invitati alla proiezione di un bel film.
Ringraziamo qui ancora i giovani Unionisti del centro che hanno trasportato l’abete dalla eomba della Biava al tempio ed
il Comune e la Forestale che ce lo hanno
benevolmente concesso. L’abete era bellissimo al naturale ed ancora più bello
lutto scintillante di luci. Un grazie pure
agli Insegnami per aver preparato un così
buon programma od a tutti coloro che in
vario modo hanno collaboralo alla buona
riuscita della festa.
— Temevamo forienienle circa Taflluenza del pubblico al nostro culto di Natale.
Infatti un vetrato quanto mai insidioso ricopriva tutte le strade sì da rendere problematica e pericolosa la viabilità. Eppure a Natale il nostro teanpio era gremito
da una assemblea raccolta che ha ascoltato
con viva attenzione il messaggio deU’Evangelo. Buona anche la partecipazione
alla banta Cena. La Corale ha eseguito
molto bene un inno di circostanza. Il pomeriggio di Natale i bambini sono stati
nuovamente invitati ad una proiezione cinematografica nella nostra nuova sala.
Il giorno 26 dicembre è stato benedetto nel noistro tempio il matirìmonio di
Durand Valter (Lusema S. Giovanni) e
Gönnet Elma (Pidone). Ringraziamo la
Corale che ha voluto cantare un inno di
circostanza in occasione del matrimonio
di questa giovane di Bobbio die è stata,
durante la sua permanenza qui tra noi,
membro attivo della Corale, dell’Unione e
monitrire apprezzala della nostra Scuola
Domenicale. Agli isposi, che si stabiliscono
agli Airali, ridiciamo ancora il nostro augurio affettuoso domandando di cuore al
Signore di sempre benedirli.
— La sera di sabato 30 dicembre, sotto
VILLASECCA
Tempo di Natale
Gli alberi di Natale nei quartieri
hanno avuto inizio il 21 a Roccia dove
1 insegnante Gabriella Pons ha preparato
lodevolmente i bambini ed ogni coisa per
la buona riuscita della festicciuola. La sera seguente è stato il turno di Bovile che
si è riunito compatto intorno all’albero
ed ai ragazzi che, sotto la direzione della
Sig.ra Elda Peyrot hanno preparato un bel
programma e lo hanno eseguito con successo. Al Trussan la festa ha avuto luogo
^ sera del sabato 23, preparala dalla sig.na
Rosina Peyronel del Trussan che questo
anno si occupa anche delle lezioni di religione. Anche questa volta abbiamo avuto
a Rtclarelto il solito pienone eon rappresentanti di vari quartieri. Alla fine, oltre
al pa<?co normale, i hamhini della scuola
hanno ancilie ricevuto un grande nanetlone offerto dal Comune ai ragazzi delle
'Scuole di Ferrerò.
La festa dell’albero a Villasecea, per
E’ scomparsa una figura di rilievo del
Prolestanteeimo francese: il Prof. Emile G.
Léonhard, una ricca, vivissima personalità
di storico e di credente. Pubblicala da poco, e non ancora terminata, la sua ultima
opera d’insieme su VHistoire génétale dn
Protestantisme ba già avuto un’eco assai
larga, e costituisce una delle rare sìntesi di
carattere scientifico che della storia protestante siano date in questi decenni. Ci
auguriamo vivamente che, dopo i due forti volumi già pubblicati, possa ancora uscire il terzo, conclusivo: purtroppo, postumo.
tutta la parro'Ccibia, non è stala favorita
dal tempo che ba rivestito tutte le pietre
delle strade e dei sentieri con un sottile
quanto scivoloso strato di ghiaccio renrendo coimplicalo e pericoloso oigni percorso. Nonostante questo il pubblico è stato discretamente numeroso ed Ila applaudito calorosamente le recite ed i canti olie
i ragazzi di Ghiotti e degli altri quartieri
hanno preparalo. Particolarmente bello
1 atbete fornito dalle foreste di Bovile.
— I ragazzi delle scuole domenicali hanno compiuto quest’anno un gesto particolarmente simpatico curando il trasporto e
la ispedizione fino a Blesi di un abete offerto ai ragazzi di quella scuola domenicale sorella. .Speriamo che questo primo
eonlalto poesa condurci verso relazioni
più strette e fraterne fra le due scuole
domenicali.
— La difficoltà delle comunicazioni non
ha impedito, il giorno di Natale, di avere
un’assemblea abbastanza buona per il culto
con Santa Cena. C’è solo da domandarsi
come mai, in una « grande occasione »
molti sanno correre anche dei risolti per
scendere al culto, mentre durante tutto il
resto deH’anno, quando le strade sono
belle e non si riscliia nulla, non ei pensano neppure.
Sabato 30 ha avuto luogo all’Albarea
una riunione un no fuori del normale,
con proiezioni, musica e canti pesr sostituire la festa dell’albero che non ha potuto aver luogo perchè in tutto il quartiere non ci sono più dei raigazzi sotto i 13
anni ed aitobe di questi ce ne sono soltanto più due.
gli auspici dell’Unione del centro, è stato
organizzato, dopo l’esercizio di canto della Corale, un simpatico trattenimento di
fin d’anno al quale hanno partecipato 26
giovani. Ottima l’atmosfera fraterna: un
grazie sentito agli organizzatori.
— Domenica 31 dicembre, mollo ben
frequentato il cullo di fine d’anno, malgrado il teniipo non molto incoraggiante;
il pomeriggio, nuovo spettacolo cinematografico gratuito per tutti i bambini.
— Ottima ancora la frequentazione da
parte dei membri di Chiesa dei nostro
culto di Capodanno. Nel corso del cullo
abbiamo ricordato i nomi dei fratelli e
delle, sorelle che il Signore ha richiamato
da questa vita terrena neH’anno testé trascorso ed i nomi dei bambini nati nello
stesso periodo nella nostra Comunità. Buona, ma suscettibile di forte aumento la
partecipazione dei fedeli alla Santa Cena.
La Corale ha eseguilo lodevolmente un
inno di circostanza.
— 11 nostro augurio è che il messaggio
dell’Bvangelo udito in queste varie circostanze, si imprima indelebilmente nei nostri cuori e faccia di ognuno di noi un
« uojno nuovo in Cristo ». Allora, il 1962
sarà veramente un anno « nuovo » per
ognuno di noi e per la nostra Coimunità
nel suo insieme. e. a.
MASSEL
Les activités ecclésiastiques ont poursuivi pendant le mois de décembre leur rythme habituel. Une assemblée nombreuse
a participé au culte de Noël mais comme
il arrive souvent dans ces cultes exceptionnels la participation à la S. Cène n’a pas
été exceptionnelle. Il est regrettable que
ce soit le sacrement de la Gène qui manifeste notre indifférence. La fête de l’arbre
a eu lieu l’après-midi au Reynaud. Nous
remercions les donateurs qui ont offert
les cornets aux enfants. La collecte nous
a procuré la somme de 5.000 L.; elle a été
offerte à l’oeuvre du pasteur Vinay à Riesi.
La collecte pro Déficit a atteint la somme de L. 63.000. Ce résultat n’est pas entièrement gali'sfaisant mais nous avons
■constaté par contre avec plaisir que la
■contribution annuelle a fait de nouveaux
progrès; la somme de 400.000 L. a été dépassée à la fine de l’année c’est à dire le
70% de la somme annuelle; nous espérons réussir à collecter la somme entière
avant la fin de janvier.
Nous souhaitons une année bénie à tous
les masselins à Massel et à rélranger.
I culti di domenica 24 dicembre e di
lunedì 1® gennaio sono stali presieduti dal
Past. emerito Luigi Marauda al quale rinnoviamo il nostro ringraziamento per i
suoi messaggi e per la sua eollaiboirazione.
L’assemblea de] giorno di Natale
avrebbe potuto essere più nutrita; in compenso sono stati nnnierosi i partecipanti
alla S. Cena.
La sera del 22 dicembre il Comitato
del Convitto si è unito ai nostri studenti
per l’accensione dell’albero di Natale. La
natività del Signore è stala celebrata con
< 3iiti e proiezioni luniinoise. E’ seguito un
piccolo ricevimento eon scamhio dì doni.
La sera del 31 dicembre un numero®
so grupipo di giovani si è ritrovato nei locali del Convitto per una simpatica agape
iraterna, svoltasi in una atmosfera gioiosa
di fraternità. Do'po l’agapf i giovani hanno svolto un programma di giochi, nel salone, in attesa dell’anno nuovo ehe è slato
ini/iato con una breve meditazione della
Farola di Dio.
Ringraziamo ancora quelli <die si sono
adoperati per l’ottima riuseila del simpatiro ritrovo.
Nella prima quindicina del corrente
mese saranno riprese, a Dio piacendo, le
riunioni nelle famìglie.
* Il Consiglio protestante del Congo «la
costituendo un dipartimento di radio,
stampa e informazione, sotto la presi^dciiza del Magg. J. Mabwidi, dell’Esercito
della Salvezza. E’ stalo steso un progetto
per il miiglioraimenlo delle tra'smi&sioni
prote.stanti alla radio nazionale e a quelle
provinciali. Si progetta la coistr tizio ne di
uno studio per la registrazione dei programmi che sairanno trasmessi dalle emittenti governative.
PRAMOLLO
Ricordando una tragica giornata
Due importanti cerimonie si sono svolte
ultimamente a Pramollo.
La prima ha avuto luogo la domenica 17
dicembre. Quel giorno, malgrado il freddo
intenso e il leggero nevischio caduto durante la notte, la popolazione di Pramollo
e numerosi amici delle parrocchie vicinio*
ri, si sono raccolti sul luogo ove il 18 dicembre 1960 perirono nove fratelli e sorelle dei Tournim. Là essi hanno assistito
allo scoprimento di una lapide-ricordo degli scomparsi fatta apporre dal Comitato
Pro Soccorsi Sinistrati. Erano presenti: la
Aomministrazione Ooimunale; il Concistoro; il Parroco di Pramollo Don Audìsio;
il Comandante la Stazione Carabinieri, Maresciallo Marchello. Fra le Autorità venule di fuori : il Cons. Prov. Doti. Carlo Borra, in rappresentanza del Presidente della
Provincia; il Comandante del Presidio Militare di Pinerolo, Colon. Grimaldi; il Presidente della Commissione Distrettuale,
Pastore Girardet; i Sindaci di S. Germano
Chisone e Inverso Pinasca, Doti. Gustavo
Ribet e Cav. Andrea Olivero; il Doti. Ros.
in rappresentanza del Sindaco di Pinerolo ;
il Vice-Sindaeo di Prarostino, in rappresentanza del Sindaco Sig. Remo Gardiol:
il Sig. Guido Beux, in rappresentanza della RIV. Avevano inoltre inviato la loro
adesione e il loro messaggio di simpatia;
il Moderatore Past. Ermanno Rostan:
l’ing. Colla; il Cons. Prov. Avv. Pittavino; il Vice-Moderatore Pastore Ribet; i
Pastori Deodato, Beri, Genre, Da vite; il
Presidente dell’Unione Valdese di Marsiglia, Sig. Henri Poét; il Parroco di S. Germano Chisone, Don Besso.
Dopo una breve parte liturgica presieduta dal Pa'Store di Pramollo e la preghier.i pronunziata dal Pastore Girardet, la
piccola Vanda Long dei Tournim — fra la
intensa commozione di tulli — ha scoperto la lapide ed ha letto i nomi degli scomparsi. La Corale di S. Germano e la folla
hanno cantato l’inno 263 dell’Innario.
Ha preso in seguito la parola ed ha prò■rtunzialo un elevato, commovente discorso
il Sindaco di Pramollo, Cav. Isidoro Rosta. Egli, dopo aver rinnovato alle famiglie
in lutto la viva simpatia sua e della popolarione, ha rievocato il tragico evento ed
ha ringraziato gli intervenuti e quanti un
anno fa, nella tristissima circostanza, seppero essere cosi larghi d’aiuto e cosi fraternamente vicini ai fratelli colpiti.
Terminata la cerimonia i numerosi intervenuti hanno sfilato silenziosamente, come per un ultimo commosso saluto, davanti alla lapide che, oltre ai nomi, porta incisi i ritratti dei nove scomparsi.
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La seconda cerimonia ha avuto luogo il
22 dicembre, giorno in cui si è conclusa a
Pramollo la simpatica iniziativa della Amniinislrazione Provinciale del « Natale del
piccolo montanaro ». Il piccolo villaggio
della Ruata ha avuto l’onore di ospitare
per alcune ore le più alte Autorità della
Provincia: il Presidente Prof. Grosso
l’Assessore alla Montagna, Avv. Oberto;
Consiglieri Provinciali Prunas-Tola e Cav
Elia; il Pi-ovveditore agli Studi, Prof. La
ma ; l’Ispettore Scolastico, Prof. Bermoiid ;
il rappresentante del Prefetto e dell’Auto
lità Militare; il Vice-Moderatore; i Sinda
ci di S. Germano Chisone e Porte; Finge
gnere Capo del Genio Civile ed altre nu
merose personalità.
L’Amministrazione Provinciale ha regalato alle scuole nuove della Ruata, inaugurale quel giorno, un magnifico arraadioiruseo contenente tutti i sussidi didattici
atti ad illustrare l’insegnamento dei programmi scolastici. L’offerta ha avuto luogo
dopo il discorso del Presiiìenle della Pro
vincia, del Sindaco di Pramollo, dell’As
sessore alla Montagna e del Provveditore
agli Studi. 1 pramollini, accorsi numeros
alla simpatica manifestazione,, hanno ani
mirato vivamente il magnifico dono. Ess
esprimono ancora luUa la loro sentita ri
conoscenza. .AI termine deUa festa i barn
Lini hanno ricevuto, dalle mani del Presi
dente della Provincia, un pacco dono l'orlenente un grosso panettone.
— Quest’anno Natale è stato celebrato
all’insegna del freddo e del « giiure ». Dopo una giornata di densa, fredda nebbia,
lunedi 25 dicembre tutte le strade erano
ricoperte di un sottile, insidiosissimo strato di ghiaccio. Malgrado questo i fedeli
sono accorsi numerosi al tempio ad udire
ancora una volta il grande, gioioso annunzio del giorno di Natale. Diverse famiglie
hanno avuto la gioia di veder tornare, al
meno per breve tempo, diversi loro familiari assenti durante l’anno e di trascorrere con loro la gioiosa giornata.
— Il Presidente della Commissione Distrettuale, Pastore Giorgio Girardet, ha visitato la nostra Comunità la domenica 17
dicembre, in occasione del primo triste anniversario della disgrazia dei Tournim.
La comunità lo ringrazia molto vivamente del messaggio che le ha portato e delle
sue parole di simpatia e di solidarietà cristiane.
— Diamo il più aJettuoso e sincero benvenuto ai due piccoli: Oscar e Enrica, venuti a rallegrare rispettivamente le famiglie di Alberto e Medina Plavan (Pomeano) e di Emilio e Ìrminia Bartalot (Case
Nuove Pellenchi). Ai loro genitori felici le
nostre più vive felicitazioni.
Scuola Latina
Pomaretto
Doni ricevuti fine td 31-12-1961 dalle direzione che, ritotoscerUe, ringrazia:
Enrico e Marco Costantino in memoria
sorella Clara, L. 1-000 — Balana Arturo
(Torino) l.WM) — Prof. Renato Longo
'Torre Pellice) l.Olh) — Col. Luigi Grill
e signora (Torre Pellice) 50.000 — Prof.
Jean Gönnet e sigt'®''® (Oslo) 8.600 — G.
B. (Bovile) 5.000 Giulietta Balana (Parma) l.OOO — TroO Rolando (Rodoretto)
2.000 — Rostan Cesarina (Pomaretto) ricordando il compleanno del marito, 2.000
— Prof. Liliana Varese, in occasione battesimo Paolo Oliviero, 5.000 — Bvelina e
Valdo Giaiero (Pffosa Argentina) 9.000 —
Ribet Roberto (PUttarelto) 1.000 — Ber
lalot Dino (Prali)2-ff00.
5
1
5 semaio lí)62 — N. 1
P««- S
Il problema dell'obiezione di coscienza ripresen^a^o alla pubblica opíínione
I processi por eresia
ai tempi nostri
Il mondo di oggi sembra più tollerante. Pensiamo che la -tolleranza
sia ormai una conquista salda della
civiltà. Barriere che ieri erano fortissime, oggi cadono. Un soffio di irenismo circola da molte parti. Ma
non bisogna lasciarsi ingannare, il
mondo oggi è intollerante. Adopera
con disinvoltura la tortura come sistema. Si « tollerano » gli altri, a
patto che siano sottomessi.
Il <c caso » degli obbiettori di coscienza mi sembra ben più che un
caso. E’ un esempio molto eloquente, il più tipico forse, della mancanza di tolleranza di un certo mondo occidentale. Il processo ad un ohbiettore di coscienza è un tipico processo per eresia. Eravamo abituati
ad associare certe espressioni al « tenebroso )) Medio Evo, a collegarle
con Inquisizione e roghi. La condanna dell’obbiettore di coscienza è la
condanna di un eretico in pieno secolo ventesimo.
L’argomento dell’obbiettore è uno
solo, « io credo » ; non importa per
i! momento se dietro c’è un credo
cattolico, protestante o filosofico;
prendiamo l’espressione nel senso
che ha tutti i giorni. L’obbiettore
dice: io credo di dover fare cosi.
Questa alTermazione è essenzialmente diversa da quella di un asociale.
I-’allennazione dell’obhiettore è infatti del l’ordine del più-che- sociale,
deH’ordine di ciò che (iesù chiamava l’amore del prossimo e del nemico. Esattamente come avviene nel
¡irocesso |)er eresia, l’obhiettore non
ha nessun vero argomento di difesa
e nessuna posaihilità di difesa in ordine alla legislazione esi.stente. Il
suo u caso » mette in crisi la legislazione esistente, introilmendo nel
jiroeesso qualclie cosa ciie supera il
mondo. Ma appartiene all’essenza
del l’obiezione di coscienza che essa
non abbia un veijo argomento di difesa. ^^el procesi^ normale raccusa
mette in evidenzajil fatto, ma ci sono
sempre degli elenfenti che giocano in
favore della difesà. Nel processo per
eresia la difesa è ^ontenuta tutta nel!’« io credo cosi », che costituisce
proprio la ragioneldella accusa. L’obbiettors può richiamarsi solo alla
sua affermazione.| La soluzione del
« caso )) può esserjlasciata all’acume
dei giuristi. Ma lÌi figura che fa il
giurista « modernoi» di fronte ad un
t’jrocesso per eresifi iion è sempre
bella. j
Vi possono ess^ obbiettori cattolici o proteslaniii spiritualisti e filosofi. Non mi seinlra dubbio che la
fisionomia della lo]|o posizione, derivi da un fondameiiale atteggiamento cristiano. L’« io feredo così », senza altra motivazioiù che non sia contenuta già nedla pai da « credo » nou
ì solo un'espression ì prettamente riformata. A questo proposito viene
naturalmente di pc isare a Lutero« Non posso e non voglio ritrattare
nulla perchè non è gusto nè salutare andare contro cos lenza. Iddio mi
aiuti », fu la sua ul ma risposta alla Dieta di Worms. i fppure alla frase anche più riformaoria dello stesso Lutero (se cito b«te): Se ho sba.'diato, preferisco es.s^r giudicato da
Di o che dagli uomin
L’origine di tale at|eggiamento risale ai ])rimi cristian:
h> anche per evitare
ne della Riforma sia
ta. La fede dei prini cristiani nel
Signore risorto li fa t stinioni di un
avvenimento che supe
che è senza riferiment
do greco-romano degl:
dei giuristi. « Questa
che ha vinto il mond(
de » (I Giov. 5: 4). L atteggiamento
cristiano non ha appo; p o giustificazioni che nel « credo >. La fede isola il credente dall’or« ine del mon■;o esistente. 1
• Particolari problemi vengono alla
uce quando l’opposizitne alla obie
ziore di coscienza pro' iene da una
chiesa. Vi è infatti subii 3 da subodorare un atteggiamento òndamentalme.nte antiriforinatorio. Opporsi al
bisogna diche la posizio1 lal inierpreta
a il mondo e
in quel monimperatorl e
è la vittoria
la nostra fe
1 obiezione di coscienza non significa infatti solamente affermare il diritto dello Stato alla difesa (e connesso diritto dello Stato di obbligare il cittadino alla difesa), significa
condannare un atteggiamento tipicamente cristiano e riformato. Il sospetto con cui qualcuno per natur.a
guarda all’obiezione, è il sospetto
contro « la libertà del cristiano ».
Fare, come è stata fatta, una distinzione tra cittadini che hanno il diritto e cittadini che nfm hanno il diritto di vedere il film di Autant-Lara
sull obiezione di coscienza, significa
conformarsi .al sempre vivo spirito
d: Controriforma. Eh questo atteggiamento non può esser resa direttamente responsabile la Chiesa Cattolica;
ma et si può domandare perchè nel
caso d."l film siill’obiezione la Chiesa Romana non abbia usato un po’
della sua grande influenza politica
])er favorirne la proiezione. L’episodio del film di Autant-Lara rende
evidente per me il fatto che nel dialogo con la Chie.sa Romana non hanno per nulla perso d’importanza i
fondamentali motivi della testimonianza evangelica del secolo XVI".
Sergio Rostagno
Se l’Italia è un paese civile...
Nello scorso novembre l’Associazione italiana per la libertà della cultora, d’inte^ con l'Associazione per la
libertà religiosa in Italia, ha deciso
di promuovere una címipagna per il
riconoscimento giuridico dell’obiezione di coscienza, costituendo a tal fine
un apposito Comitato nazionale. Le
due Associazioni hanno diramato sull’argomento una dichiarazione comune del seguente tenore:
« I frequenti casi di giovani che per
motivi di coscienza hanno subito in
questi ultimi tempi un seguito di condanne piuttosto che consentire a prestare il servizio militare, e le traver
LA CHIESA
e la violenza
PARIS. — Il recente Sinodo della 6» Circoscrizione della Chiesa Riformata di Francia ha pubblicato la seguente presa di posizione:
« 11 Sinodo, convinto che la predicazione del tempo di Natale sarebbe vana:
1 - se non affrontasse, senza timore e a
tulli i livelli (culti, insegnamento, visite,
associazioni, ecc.) tutti i problemi che dividono oggi i francesi (violenza, razzismo,
guerra d’Algeria, opzioni politiche, ecc.)
alla luce dell’Evangelo della riconciUazione;
2 ■ se non cercasse contemporaneamente
sul piano della Diaconia quaU segni di qne
sta riconciliazione devono essere manifestati dalla Chiesa di Gesù Cristo, oggi, in
questa Francia divisa;
chiama tutti i membri della Chiesa ed in
particolare i consiglieri presbiteriali a militare senza stanchezza per la riconciliazione fra gli uomini ». (ÌB.I.P.i
sie cui è andata soggetta la preffeaio
ne dd film di Autant-Lara «N«m uccidere», hanno nuovamente posto all’attendoae d^ia pubUiea opinione
del nostro paese il proUema de^
obiettori di costdmza.
« Considerando ehe taluni tra i paesi luà «dvili e progrediti, come ad
esempio ringhUterra, la Danimarca,
la Finlandia, la Germania occidratale, la Norvegia, l’Olanda, gU Stati
Uniti, la Sve^ ed altri, hiuino già da
tempo risolto il problema stabilendo
per legge un servMo alternativo per
gli obiettori di coscienza, l’Associazionc italiana per la libertà della cultura
3 l’Associazione per la libertà religiosa in Italia ritengono che tia giunto
il momento, anche per U nostro paese, di riconoscere la sineerità ed il civismo di coloro che, richiamandosi a
motivi di carattere religioso, politico,
etico od umanitario, intendono resistere alla tentazione della guerra e
deUa violenza opponendosi a ricevere
un addestramento all’uso delle armi
di ogni genere.
«Fertanto le dette associazioni auspicano, e à impegnano a promuovere le opportune iniziative affinchè con
apposita legge si riconosca uno stato
giuridico adeguato per gli obiettori di
coscienza al servizio militare, istituendo per essi un servizio alternativo che ponga questi cittadini in grado di assolvere i loro doveri verso lo
Stato in piena armonia con la loro
coscienza ».
Ad iniziativa del summenzionato
Comitato nazionale composto di onorevoli deputati, di docenti universitari, di giuristi e di personalità della
cultura, ha avuto luogo in Roma il 2
dicembre un pubblico convegno dal
titolo: «Il film di Autant-Lara e l’obiezione di coscienza», nel quale hfumo
presentato relazioni l’avvocato Leopoldo Piccardi, il prof. Arturo Carlo
Jemolo e il prof. Aldo Capitini; ha
fatto Bruito un animato ^Ltuttito.
L’Associazione per la libertà della
cultura ha dato incarico al prof.
Giorgio Peyrot di compilare un opuscolo sul problema degU obiettori di
coscien;-ia che verrà pubblicato nella
collana « Problemi del nostro tempo »
a cura dell’Associazione stessa.
Un testo di G. Peyrot
SOMMARIO
Obiezioni e coscienza - Vari tipi
di obiezione agli obblighi militari - Attuale sorte dell’obiezione di coscienza in Italia - Soluzione adottata in altri paesi Possibilità di riconoscimento
dell’obiezione di coscienza nel
nostro paese - Argomentazioni
contrarie al detto riconoscimento - Argomenti a favore - Il pensiero delle Chiese.
In appendice: a) proposta di
legge n. 801 del 23-11-1949; b)
proposta di legge n. 3080 del
20-7-1957; c) progetto dei processi a carico di obiettori di coscienza; d) bibliografia.
L’opuscolo è pubblicato nella
collana: «Problemi del nostro
tempo » edita dall’Associazioiie
italiana per la libertà della cultura; per le ordinazioni rivolgersi alla segreteria dell’AILC,
Via Pisanelli, 2 - ROMA.
In Italia e in Francia l'obiettore di coscienza
Spesse volte su quotidiani c riviste gli
italiani si elnedono pe.rchè da noi non viene affrontalo risolutamente il problema
dell’obiettore di coscienza.
Su questo problema un lettore ha scritto recentemente al quotidiano milanese «Il
Giorno»: « \ proposito del caso del pilota
Healerly, un giornalista ha scritto die oggi ruomj ’’nelle democrazie” è sempre responsabile delle proprie azioni e che la
libertà di scelta è benedetta. Ma questo
è proprio vero per tutte d.5mocrazie?
toiii’è trattato l’obiettore di cos.denza in
Italia? Che fine ha fatto la proposta del
! onorevole Basso per il riconoscimento
giuridico dell’obiezione di coscienza? Quale è a questo proposito, l’opinione della
Chiesa Cattolica?
« Altrove, le cose stanno diversamente,
lo Inghilterra, America, Canada, Svezia,
Norvegia. Danimarca, Olanda, Africa del
Sud, Nuova Zelanda, Australia è facoltative un servizio civile per un periodo di
tempo eguale o di un terzo superiore alla
ferma militare. In Germania, come in Belgio, è allo studio il riconoscimento giuridico della obiezione di co.seienza. L’Italia
è rimasta una delle poche nazioni in cui
cjuesta posizione .sia considerata propria
degli anormali psicliici ».
Il direttore de « Il Giorno » ha fatto presente che in Germania è stata approvata la
legge che prevede il diritto all’obiezione
di coscienza. In Italia il progetto di legge
dell’onorevole Basso è decadmo con la
passata legislatura. Ma il parlamentare socialista ne ha ripresentato uno, più elaborato. Quanto alla posizione della Chies.i
Cattolica in materia è assai complessa. La
grande maggioranza dei teologi sostiene la
necessità per tutti i cittadini di servire in
armi la Patria, quando dò sia necessario
per il bene comune. Tuttavia, negli ultimi
tempi, si registrano nuove impostazioni :
va ancora in prigione
esemplare per tutte quella del movimento
« Tu non uccìdere », nato intorno alla rivesta n Adesso » del defunto sacerdote don
Primo Mazzolari.
Lasciando in disparte la situazione di casi nostra che ben conosciamo, in Francia
« Le Popidoire » organo della socialdemocrazia francese — lia scritto qualche mese
fa a proposito della guerra in Algeria e
[obiezione di coscienza: «Quando gli insegnanti laici e i giovani operai cristiani,
assieme ai protestanti e al Cardinale di Parigi, al gran Rabbino e al rettore della Moschea di Parigi,' tengono durante la stessa
settimana discorsi quasi identici intorno al
problema della guerra, e quando vi si aggiungono ordini del giorno del tutto simili dei socialisti, dei democristiani e di numerose organizzazioni professionali, culturali, e dì ex combattenti la cosa non può
passare inosservata e deve indurre a riflettere ».
Sono anche noti i fatti più recenti. E’
stato fatto un tentativo comune in Algeria
presso i dirigenti del F.L.N. e il generale
De Gaulle, da tutte le Autorità Superiori
religiose della Francia. Ebbero l’iniziativa gli evangelici francesi e il fatto ebbe
una grande risonanza. Poi unirono il loro
consenso israeliti e musulmani. La Chiesa Protestante ha addirittura garantito il
suo appoggio agli obiettori di coscienza e
ha ammesso ohe in determinatd casi i miliitari hanno diritto la rifiutare l’obbedienza.
Ma chi si rifiuta di portare le armi e si
pro'olaima « obiettore di coscienza » la legge francese lo considera disertore ed i tribunali militari lo condann.ino a forti pene
detentive come volgari delinquenti.
11 non volere uccidere, l’ascoltare i sentimenti più morali e più umani di quelli
che fanno dell’uomo una bestia, è un crimine anche quando l’obiettore può dire a
sua scusante che non si tratta di una guer
ra di difesa, ma di offesa con tutte le sue
più nefaste conseguenze? Le torture più
orrende, i rastrellamenti con conseguenti
devastazioni e fucilazioni (e chi scrive ne
ha ancora orrore per quelle che ha visto
in .Iugoslavia durante la breve occupazione italiana) le condizioni di terrore in cui
vivono le popolazioni algerine, fanno sì
che gli uomini di cultura francesi, intervengano perchè dopo 6 anni di inutili stragi e di sperpero di miliardi, si ponga fine
alla guerra.
In Francia il problema degli obiettori di
coscienza ha già una sua storia che risale
alla guerra 14-18, allorquando un certo nu
mero di militanti socialisti rifiutò di vestire l’uniforme. I tribunali della Repubblica li condannarono come disertori ed il loro caso di coscienza non turbò nè l’opinione pubblica, nè la magistratura. Soltanto
la fitta schiera di obiettori formatisi dopo
l’inizio delle ostilità in Algeria, nel 1954,
ha mosso Tapatia dei benpeuisanti ed ha
posto degli interrogativi ai pubblici poteri. Da sei anni gli obiettori di coscienza
vengono inesorabilmente mandati in galera dalle corti marziali che giudicano Tatto di diserzione con particolare severità
liovandasi la nazione in guerra, nonostante la propaganda governativa sostituisca con
subdola metafora alla parola guerra il termine « pacificazione ». Se da un punto di
vista strettamente giuridico le sentenze pronunciate dai tribunali contro gli obiettori
sono ineccepibili, mancando una legge che
li giustifichi e che consenta di assolverli,
l’aspetto morale è diverso. Non solo questi
giovani vengono imprigionati, ma essendo
stale soppresse le prigioni militari, sono
gettati in penitenziari comuni, fra galeotti di ogni mala specie. Ottimi ragazzi di
venti anni, in maggioranza studenti ed onesti operai si trovano messi brutalmeente
al bando dalla società, gettati in cella fra
A proposito del film di
Claude Autant - Lara
NON UCCIDERE
E’ ben noto come questo film, che il
governo francese ha vietato fosse presentato in concorso al Festival di Venezia, è
stato vietato dalla censura italiana, cond4innato ufficialmente dal Vaticano tramile ’’L’Osservatore Romano”, cui ha fatto
eco la stampa cattolica. Nè è cessato l’eco
dello ’’scandalo” di Firenze, dove il cattolico La Pira ha avuto l’incredibile presunzione di pensare con la sua testa e la
sua fede. In Francia, il film non è neppure stato ancora presentato alla Commissione di censura. Pubblichiamo qui una
traduzione dell’articolo che Henri Roser
vi dedica su « Gite Nouvelle » (7.12.1961).
Non uccidere. E’ la parola di Dio. E’
parola di Dio anche nel film contro verso ?
Si sa su quale fatto si basi la trama. Nel
1949 furono giudicati dal medesimo tribunale, davanti al medesimo pubblico, un
sacerdote tedesco che aveva abbattuto con
suo fucile mitragliatore, in una cantina
di Issy-les-Moulineaux, un partigiano catturato nei dinlomi nel luglio 1944, e un
giovane cattolico francese obiettore di coscienza. Il primo fu assolto, il secondo
condannato al massimo della pena.
Tutto il dramma è in questo confronto.
Uno dei due protagonisti rappresenta Tistiluzionc ecclesiastica, l’altro la fede solitaria. Il priitno non turba i poteri, nè Tdstituzione militare, nè l’ordine della società.
L’altro sconvolge le posizioni e le con
vinzioni aixjuisìte. L’uno si aggiusta con
un Dio facile, ehe copre lutto ed è soddisfatto di buoni cristiani che siano buoni
.soldati e sappiano oibbedire, fino alle gesta di Oradonr incluse. L’altro lotta, in
fondo alla sua coscienza, con un Dio terribilmenie esigente che trionfa di Ini nel
momento stesso in cui Tuomo, a causa
delle confusioni, si decide a non più richiamarsi a lui.
L’Evangelo ci insegna a scegliere fra le
due vie. Dice chiaramente che, per bocca
del sommo sacerdote, lo spirito farisaico
esclamava: « Avete udito: ha bestemmiato », per prostrare Gesù figlio di Dio. Non
tutti i farisei sono morti. Credenti e noncredenti, coisi uniti a fianco della verità,
non s.omigliano loro .stranamente?
poiché a porsi con gli altri sotto il giudizio, acquiisterebbe forza nella sua lestimonainza. In fatto di coscienza, l’autorità non
viene dalTindignazione, ma daU’umillà.
La verità filtra meglio.
Ma questo vale altrettanto per la comunità intera quanto per l’individuo. La
Chiesa di Gesù Cristo non conosce grandezza che nel suo abbassamento, sotto la
inano del suo Signore. Nel diminuire perchè egli cresca, essa trova la sua ragion
d’essere e la sua radiosa bellezza. Elocola
tutta adorna di una verità ohe riceve in
ginoceliio, tutta gloriosa di una vita crocifissa in cui si annunzia, sicura, la risurrezione.
Ma che uè è della Chiesa, in questo
film? Le figure di sacerdoti, quella del
colpevole, quella del suo superiore non
mancano di indubbia grandezza. Ma un
certo zelo clericale nello stornare la sanzione umana, anzi ad evitare un giudizio
religioso delTasisaissinio, sottolinea l’opzione cattiva Come pure il consenso del
sacerdote assatssino a cambiare in extremis
la sua casacca di soldato tedesco con una
sottana, per meglio conciliarsi la giuria.
Romani o non-romaui, i cristiani faranno bene di ascoltare con umiltà quel che
viene loro detto così. Si vorreblie <ihc
Aulanl-Lara si presentasse come cristiano.
E i militari. Tutto considerato, non sono
poi cosi maltrattati. E’ evidente òhe Taulore non si è proposto di farlo. E ha fatto
bene. Il capitano è disorientato, il maggiore sconvolto e le guardie del tribunale
lianno lo sguardo teso dei momenti in cui
Tanima ascolta, e quelle che dopo il giudizio devono caricare Tobieltorc condannalo nel cellulare, lardano quanto possono a troncare l'addio al figlio della madre
ammirevole.
I giudici sono presentali severamente. E
ancora, in camera di consiglio un sottotenente « bullo » e un giovane capitano
eleveranno obiezioni e voteranno contro
la condanna. Tuttavia, gli altri sono mise(conlimia in 6.a pag.)
ladri, manutengoli e assassini e trattati come tali per anni. Il periodo di pena previsto dal codice può variare da due a veiit’anni. Molti sono quelli che languiseono
nelle carceri francesi da ormai cinque anni per essersi rifiutati di andare a combattere contro gli algerini. La loro forza morale è maggiormente ammirevole se si pensa che basterebbe loro di dire una parola
acquiescente per riottenere la libertà e con
la libertà T uitoiizzazi.me legale ad uccidere altri uomini che lottano per conquistarla...
L’ultimo caso sembra, pertanto, aver impressionato lo stesso De Gaulle, che si sarebbe pronunciato in favore di uno statuto
per gli obiettori di coscienza. Si tratta del
famoso « affaire Cheyrouze ». Henri Cheyrouze, giornalista, segretario di redazione
dell’organo del movimento operaio di liberazione « Vie populaire », rifiutò di lasciarsi « incorporare » nel luglio 1959. E’
un obiettore di cescienza assoluto, contrario ad ogni forma di violenza e di guerra
e non soltanto alla repressione in Nord
Africa. Al processo indirizzò ai suoi gindioi queste poche parole: « Dovreste risolvere con giustizia il caso di tutti coloro
che per ragioni umane, filosofiche o religiose, dicono no alla violenza, no alla guerra e che si battono per la venuta di un
mondo d’amore, di pace e di libertà ».
Incarcerato a Vincennes, poi a Fresne,
il 9 marzo 1960 è stato condannato dal tribunale militare di Parigi a 18 mesi di prigione. Lo stesso giorno, Cheyrouze scriveva al Presidente della Repubblica per informarlo che iniziava uno sciopero della
fame, affinchè uno statuto legale fosse riconosciuto agli obiettori. Proponeva inoltro. di servire la Patria sia in seno al servizio civico internazionale, sia come monitore o insegnante in Algeria, sia come infermiere. Dopo ventidue giorni di sciopero, Cheyrouze ottenne la sospensione della pena e venne rimesso in libertà. Trovandosi in stato di estrema debilitazione fisila. Io ricoverano all’ospedale di Versaglia.
Dal giorno del processo non aveva più
rivisto ;iè la moglie nè il bambino, vessazione questa che non è prevista neppure
per i peggiori gangsters in attesa della
ghigliottina. Ma il Venerdì Santo 15 Aprile, giunse un contr’ordine. Lo trascinarono
nel campo disciplinare di Satory. AlTindcnianì del suo arrivo al campo riprese lo
sciopero della fame. Le autorità responsaliili dello « stalag » non se ne curarono e
lo lasciano senza assistenza, chiuso in una
cella di rigore con altri quattordici detenu
ti che mangiano e bevono. Il 4 maggio,
t.heyrouze evade dal campo ed estenuato
raggiunge il suo domicilio. I gendarmi ’o
arrestano nuovamente e lo riconducono al
campo di Satory, ma il digiuno Tha ridotto in tali condizioni che si teme per la sua
-iila. I Gabinetii ministeriali si agitano.
Varie petizioni giungono al Ministro della
Difesa, Pierre Messmer, militarista convinto e nemico giurato degli obiettori di coscienza. Il 26 luglio accade un incredibile
colpo di scena: Henri Cheyrouze è tradotto per la seconda volta davanti al Tribunale militar.'; di Parigi che lo condanna ad
altri due anni di prigione ed il coraggioso
giornalista ha accolto con un debole sorriso l’ignobile verdetto. Non potendo vincere mor.ilmente, il ministro della Difesa
e l’autorità militare hanno deciso di spezzarlo fisicamente. E’ certo che se una volontà superiore o il Generale De Gaulle
non intervengono rapidamente, Henri Cheyrouze non vivrà più a lungo e gli obiettori di coscienza francesi avranno conosciuto il martirio. Athos Mandelli
6
pag. 6
N. 1 — 5 gennaio 1%2
Non uccidere
I segue da pag. Si
rabili. Solenni nel pranun<iare le tirate
peggiori, tremanti al pensiero delle con
«eguenze i«04'iologieJie del gesto ohe potrebbero compiere in segno di rispetto
della coscienza che dice ’no’ all’ordine mi.
litare, servilmente inclini a quanto rassicura e tranquillizza e dà buona coscienza
e rassentimento del potere.
Bisogna ripeterlo, Autant-Lara non è un
mangia-isoldati, ne il suo scopo è antimilitarista. Si tratta di far valere nei nostri
tempi faraonici rimprewrittibile diritto
della persona. Poieliè la ragion di Stato
grava .sulla co®cienza con la coscrizione,
AiUtant-Xiàra fa obiezione di .coscienza. Sarebbe più religioso di quel che non si creda? Piaccia a Dio ohe noi, buoni cristiani, sopportiamo con altrettanto disagio il
totalitarismo militare in cui il diritto di
Dio viene sabotato!
Di fatto, è un po’ come in Sofocle. Antigone e Creonte rappresentano due momenti interiori del poeta. Se infine questi
sceglie Antigone e opta per la liberti che
trova impegnandosi nelPamore, la tragedia deve la sua grandezza immortale al
fatto che la scelta avviene solo alla fine,
come termine di un confronto leale, insistente, essenziale fra il magistrato che
esprime le fatalità della società co'n ciò
che 1 o.rdine pubblico ha di necessario e
talvolta d’offensivo, e la giovinetta che incarna la coscienza e ricorda fino alila morte le leggi profonde dell’universo.
Co'Si, qui si e voluto .conservare al dram.
ma tutta la sua dimensione, rifiutando di
sopprimere l’antagonista con il ridicolo
o rodiosità. I protagonisti, l’obiettore e
l’esercito, non si incontrano che nelle altezze della ricerca della verità. E l’obiettore distanzia l’esercito, com’è naturale.
Aggiimigiamo ohe Laurent Terzieff è un
obiettore veridico. Mi pare ohe non abbia
coinimesso alcun errore. Ha saputo conservare l’atteggiamento modesto che conviene a chi porta una verità che lo supera.
* * *
Un rimpian.to. L’autore non ha conosciuto alcuni dettagli del pro.cesso evocato. L’avvocato, il prete-operaio venuto a
testimoniare, erano sensibilmente migliori
di come appaiono nel film; e così il pubblico ministero. L’infelice comimiisisario governativo aveva dovuto succeissivamente
suggerire all’assassino tedesco che in cedi
casi conveniva mitigare l’oibbedienza, e aflermare all’obiettore francese che l’obbedienza era di rigore in ogni caso. Interrogato, alla sospensione deirudicnza, sul
suo visibile disagio, rispose: « Ve ne siete
accorti? In ogni .caso, dovendo fare al ministero il rappiorto .sulle due questioni,
non maueberò di farli congiuntamente e
di concludere che bisogna aissolutamente
stabilire uno statuto -degli obiettori di coscienza, per permettere ai coimmissari governativi di render loro giustizia e di rispettare se steisisi ».
Dodici anni sono passati. E tutti i nostri
governanti, che sanno qual’è il loro dovere, continuano a tremare davanti allo
stalo maig'giore. E a non fare il loro dovere. Eppure, ne va del nostro onore, di
quello della Francia, Generale. AutantLara, almeno, l’ba capito. Lo salutiamo
con rispetto.
Del resto, la Co.mmitssio‘ne di Censura
non abbia timore. Dopo aver visto la
« .passione » dell’obiettore, ben po'chi saranno quelli che decideranno di seguirlo.
A meno che... ma questo dipende da Dio.
Henri Roser
Un'altra
condanna
Da ”R]é/orme” (30-12-1%!) riportiam.j
questa notizia:
Il Tribunale di Carpentrns ha emesso
il 13 dicembre la sentenza concernente 5
responsabili dell’Action Civique Non Violente: Joseph Pyronnet, Jacques Tinel, Marie Faugeron, Simone Pacot, imputati di
’’aver istigato soldati alla disubbidienza e
tentato con manovre colpevoli di ritardare
o impedire la partenza di giovani soldati”
Il movimento diretto dagli imputati si leva
contro ogni violenza, da qualunque parte
provenga. L’azione degli imputati è fondata sulla convinzione che solo metodi pacifici possano risolvere il problema algerino. Un gran numero di persone, fra cui
personalità, hanno firmato i testi incriminati. Gli imputati hanno riconosciuto di
aver accolto e .sostenuto i giovani venuti a
loro e organizzato manifestazioni per far
conoscere la disubbidienza dei giovani. J.a
legge condanna come provocazione ogni
apologia della disubbidienza e ogni azione
anche indiretta nello stesso senso.
’’Tenendo conto della situazione familiare- dei primi due imputati e delle informazioni eccellenti su tutti loro, il tribuna
le accorda loro il beneficio della condizio
naie condannandoli alle seguenti pene: J.
Pironnet, 10 me.si di carcere; J. Tinel, 3
mesi; M. Faugeron e S. Pacot, 6 mesi”.
Le scuole evangeliche
di Forano Sabino
L’insegnanti / tori Ila Merlivi con i suoi alunni di Forano. A destra un quadro illustrativo
dell’attività del Consiglio ecumenico.
In conformità con quanto è sempre stato fatto dal Cristianesimo e in particolare
dalla Riforma, alla fondazione della Chiesa di Forano seguì prontamente l’apertura
di Scuole, allora le sole del paese. Scuole
che diedero una formazione non solo religiosa, ma anche sociale e civile a numerose persone, che ancora adesso le ricordano
con gratitudine.
Queste Scuole continuarono a funzionare
egregiamente fino al novembre 1926, quando vennero improvvisamente chiuse in seguito a provvedimento delle Autorità fasciste, che assecondavano la meschina opposizione e la fanatica intolleranza di alcuni ambienti.
Nel frattempo venivano costituii^ delle
Scuole elementari gestite da Suore cattoliche, in questi ultimi anni, delle Scuole
libri
I cristiani e la guerra
ANDRÉ TROCMÉ ; Jésus et la révolutian non violente. Editions Labor et Fides, Genève 1961, bella
presentazione con copiertina illustrata plastificata, pp. 216, fr. sv. 8.
Non è necessario presentare il pastore
André Troemé, che si è fatto conoscere in
molti ambienti per la lotta tenace che ha
condotto e ancora conduce in favore della
pace e della non violenza ; egli è istato a
lungo segretario generale del Movimento
internazionale della Riconciliazione. Nell’importante volume che .pubblica oggi, ci
offre il frutto delle sue riflessioni biblitbe
su ciò che egli chiama « la rivoluzione
non violenta ».
La prima parte del lavoro contiene uno
studio estremamente approfondito e minuzioso, dominato dalla ipaissione di ritrovare la « punta » sociale e rivoluzionaria
della testimonianza biblica nel suo insieme. La grande scoperta che permette all’A. di rinnovare quasi del tutto il modo
di porre e di risolvere il problema, è che,
all’inizio della sua attività pubblica, Gesù
ha proclamalo « il Grande anno del Giubileo » (Luca 14: 16-32), che coaupiva l’anno sabbatico dell’Antico Testamento. Per
cuniprendere le incidenze sociali e politiche del Nuovo Testamento, bisogna leggerlo alla luce di questo adempimento, che
culmina nella croce e nella risurrezione
di Gesù.
La seconda parte evoca, con l’ausilio di
lesti storici conleauporanei a Gesù, i movimenti di resistenza, violenta e non violenta, che agitavano il popolo ebraico.
La terza parte descrive l’urto fra la rivoluzione non violenta, proclamata da Gesù, e i difensori, giudei o romani, delle
istituzioni umane. Dallo scacco apparente
del Regno di Dio sulla terra nascerà il
personalismo della civiltà cristiana, elemento essenziale nello sviluppo della società.
Affermando — in verità in modo eccessivo — di non essere uno « specialista »
Ima non c’è un tantino di comipia'cimento, o un pizzico dell’eterna ironia sulla
teologia?) l’A. precisa di non avere ohe
un metodo e uno scopo: interrogare Gesù
Cristo per mezzo di Gesù Cristo. Nella
misura in .cui si è attenuto a questo metodo, è riuscito a mettere in evidenza tutto un »spetto ignorato o dimenticato dell’EIvangelo.
Possiamo ancora aggiungere che questo
libro appaissionato è anche un « manifesto »: <( après avoir flirté, comme tous
ceux de sa génération, avec les théologies
et les philoisopliies du désespoir, il (l’auteur) en rejette aujo.urd.’hui le poison. 11
ne veut plus se laisser attirer par les dialectiques du relatif et de l’absolu, de l’horizontal et du vertical, du diable et du
bon Dieu. Il est rassasié de lucides analyses, qui posent les problèmes, sans jamais
proposer une obéissance virile capable de
les résoudre. Il considère que de telles
formes de pensée sont les subtiles excuses
que rintellectnel ise donne à lui-même pour
éluder sa responsabilité envers ses semblables, et que cette forme d’évasion est la
marque des périodes de décadence morale
et religieuse ». E’ un giudizio severo, in
parle ingiusto come ogni generalizzazione,
ma pur sempre assai stimolante e degno
di essere meditato.
O. LASAGNA: I cristiani sono contro le guerre?. Edizioni « La tramontane», Lausanne 1961, pp,
230, L. 1.300.
Il signor Lasagna non è nè cattolico nè
protestante: è il signor O. I^asagna. Questo
va detto subito, u scanso di equivoci. Egli
adopera spesso la parola « Chiesa » per in
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dicare quella buona, quella «vera», ma si
tratta di un suo ideale o, al più, di una
nuova formazione ecclesiastica della quale
fa parte.
Data questa precisazione, ri piace sottolineare un suo grido appassionato, che mi
pare riassuma bene il meglio del libro:
« Non si può essere discepoli di Cristo senza diventare autentici pacifisti» (p. 147l.
Purtroppo non è possibile scrivere bene
su un argomento circoscritto saltando continuamente di palo in frasca: dalla ecclesiologia alla guerra nucleare, dal controllo
delle nascite ai padroni del vapore, dai
messaggi pontifici al Patto di Varsavia, e
chi più ne ha più ne metta. Ne vien fuori,
come è qui il caso, uno zibaldone assai curioso, dove si leggono innumeri citazioni
di Bibbia, libri e giornali, ma non si ha
proprio l’impressione di trovarci davanti
a un’opera organica e chiaramente meditata.
In particolare, il signor Lasagna non conosce affatto (e giudica e condanna) Finsegnamento della Riforma protestante, e lo
iuo.stra in un paragrafo sui « principali errori della Chiesa Cattolica romana e delle
Chiese Riformale in Italia... ». Quali,
quante sono queste Chiese Riformale, in
Italia? cosa .credono? L’A. accenna ad una
« pretesa iiilalUbilìtà pastorale nel seno di
ciascuna denominazione » (p. 25), e la sua
pretesa è davvero curiosa. Lasciamo anda
re, oggi in Italia tutti — cattolici ed evangelici — ci godiamo un diluvio di pastorivolontari delle più Incredibili sètte; qualsiasi mente eccitata può impancarsi a pastore e gettare carrettate di spregio sui
« vecchi » pastori, sulle Facoltà di Teologia e sulla Riforma. E’ la sarabanda delle
sètte, e non è escluso che l’abbiamo meritata. Oggi pullulano i pastori che della
loro ignoranza, della loro superba incoltura fanno un vanto: questo fa parte, psicologicamente, delle rivendicazioni sociali di
un popolo che troppo a lungo ha sofferto
pcrcliè taluni compiti — anche quello pastorale — erano appannaggio quasi esclusivo della borghesia e di una cultura boighese. Anche da questa motivata rivolta il
Signore trarrà certo del bene.
Ma ;tiranlore di questo libro bisogna che
un « vecchio » pastore (uno di quelli pagali, prezzolatii dalle congregazioni, che
tion fanno altro lavoro che il pastore e
quindi sono solo dei miserabili mercenari, seceondo la sua opinione), dica che lo
studio probo e attente, Fumiltà di chi è
consapevole dei propri limiti e la cliiara
percezione dei termini di un problema -prima non dico di sdottorare ma di esprimere un parere — fanno parte del mestiere
di chiunque si metta a scrivere libri, cosa
grave qu.into quella di spiegare la Parola
di Dio in una assemblea di credenli.
S.
elementari statali e, dall’anno in corso,
uno Scuola media unificata, il problema
della educazione rimane tuttavia assai vivo, sia per la insufficienza dei programmi
scolastici, sia, soprattutto, per la impossi,
bilità dei genitori, assorbiti durame lutto
il giorno da pesanti lavori, per lo più a
Roma, di seguire e controllare lo studio
dei fanciulli, che quindi traevano poco o
nessun profitto dall’insegnamento
Per queste ragioni si decise tre anni or
sono di riaprire le Scuole evangeliche di
Forano sotto forma di Asilo per i bambini
fino ai cinque anni e di Doposcuola per i
più grandi.
In questi tre anni le due Istituzioni sono
sempre state dirette da Maestre qualificate
che, oltre l’assistenza scolastica vera e propria, danno ai fanciulli preziosi insegnamenti di educazione civile e sociale, collaborano alla istruzione catechistica e all’inserimento dei fanciulli neUa vita della
Chiesa.
Per Fanno in corso, la direzione della
Scuola è data dalla Signorina Fiorella Meynier, che ha preso l’eredita della Signorina
Laura Bounous, e che con grande amore
si è messa all’opera; nell,« mattinala cura
l’Asilo co.n una decina di bambini c nel
pomeriggio il Doposciicda con una ventina
di fanciulli di cui alcuni cattolici.
■Nello svolgimento di questa attività ci
troviamo ora di fronte a due problemi.
In primo luogo vi è la questione del riloposcimento dell’Asilo e del Doposcuola,
ridonoscimenti; che è stato finora ritardato
dalle Autorità con vari pretesti e che è
invece necessario per assicurare alla Maestri il dovuto punteggio.
Ili secondo luogo vi è il problema (inaliziajio; finora il fiinzioiiamento delle due
Isljlii/ioiii i stato assieuralo non senza ialiei( dai circa cento inenibri della Comuni
là 4i Forano, che non versano davvero in
floride condizioni economiche, da qualche
dolio e, soprattutto, dallo spirito di ahnegazione delle Maestre che, considerando
qiiefla opera come un servizio nella Chiesa, ii sono accontentate di parziali rimhoiille spese da loro sostenute,
ili speriamo di poter continuare in avvenire, e fino a che sarà nece.ssaria, questa opera che ha già dato risultati preziosi;
la mccoimandiaiino alla vostra allenziono.
alla vostra preghiera e al vostro aiuto in
modi che la predicazione delFEvangcIo
coiiliaui ad essere incarnala nella vita di
Forano, attraverso l’opera indispetisahilc
svolti nei riguardi dei suoi più giovani
iiiemjri. F. .1.
(ip
Nb
Santa Lucia di Quistello
Restaurato il tempio,
l'idotto a pimía cappella
— In questi giorni sono stati portati a
termine i lavori di restauro del Tempio di
S. Lucia, sorto all’inizio del secolo e da
alcuni anni pericolante.
L’ampio Tempio è stato ridotto a piecola cappella, più adatta alFcsiguo gruppo
di fratelli.
Il nuovo locale è stato inaugurato il 26
novembre, presenti il Vice-Moderatore,
Pastore Alberto Ribet, il dottor Isemburg
e il Pastore Tommaso Soggin, rispettivaInente vlice-presidente e segretario della
Commissione Distrettuale, il Pastore Guido Colucci di Verona e il signor Felice
Bertinat, pastore locale; una larga rappresentanza delle vicine chiese di Felonica
Po, di Mantova e di Verona, di simpatizzanti e di amici.
Ha presieduto il culto il Pastore Ribei
che, dopo aver tracciato brevemente la storiii della chiesa locale, ha portato il suo
messaggio ai presenti sul seguente passo
evangelico: Matteo 5: 14-16. I Pastori presenti si sono quindi alternati nel portare
la loro calda parola, insieme con l’augurio
di una feconda testimonianza.
Noi ci auguriamo che il nuovo Tempio
edificato, segni un sempre più profondo
rinnovamento spirituale per questa piccola
comunità.
Dopo il cullo è stato offerto un tè ai convenuti, riunitisi in una accogliente sala.
Ora desideriamo rivolgere, da queste colonne, il più vivo ringraziamento a coloro
die hanno diretto quest’opera e a quanti,
i'i qualunque modo, l’banno sostenuta e si
seno adoperati per la sua attuazione. Un
caldo ringraziamento vada pure alla signora Brigida Pedrazzoli, che per qualche anno ci ha ospitati nella sua ca.sa, offrendoci
la possibilità di ritrovarci, ogni domenica,
uniti nel nome del Signore.
— Il 3 Aprile, lunedì di Pasqua, il piccolo Sergio Mantovanelli, veniva accompagnato al tempio di Felonica Po dai genito
ri e da un numeroso stuolo di parenti e di
amici, per ricevere il santo Battesimo. Al
neonato e ai genitori rinnoviamo i nostri
auguri.
— Il ,5 giugno la già numerosa famiglia
Marchi fu rallegrala dalla nascita della piccola Daniela. Ma a soli quattro giorni di
distanza, il penultimo nato, il piccolo Daniele di 15 mesi, venne richiamato dal Signore, lasciando i genitori e i fratelli prostrati nel dolore. Alla famiglia così provala, rinnoviamo la nostra fraterna simpatia
cristiana.
— 11 23 settembre si unirono in malriinonio il signor Alfio Piccinini e la signorina Maria De Siasi, cui esterniamo il nostro augurio dì una lunga comune esistenza, vissuta nello spirito del Signore.
R. G.
SAN SECONDO
Le celebrazioni I ine d’anno
— Il Culto di domenica 24 dicembre è
stato presieduto dal diacono Dino Qardiol.
E’ stato un messaggio di preparazione per
il Natale, una esortazione airimpegno di
celebrare questa festa cristiana nella piena allegrezza e nella consapevolezza che
con essa noi celebriamo la nascita di Colui che Dio ci ha dato in dono, Gesù Cristo, Túnico Signore e Salvatore.
— Al solenne Culto di Natale un buon
numero di fedeli, malgrado il cattivo stato
delle strade, si è ritrovato nel Tempio per
cantare le lodi del Signore e pei accostarsi al Tavolo della Santa Cena.
Po'ssa questa comunione che ogni anno
trova la nostra comunità riunita attorno
alla Sacra Mensa regnare tutti i giorni della nastra vita e quesL’atmosfera di pace
del giorno di Natale possa continuare ad
essere presente sempre in ognuno di noi.
— La simpatica Festa dell*Albero di
Natale ha avuto luogo nel Tempio martedì
pomeriggio. I canti, le poesie, i dialoghi
recitati dai bambini della Scuola Domenicale, si sono alternati davanti ad un magnifico abete riccamente allestito ed illuminato ed alla presenza di nn pubblico
che ha vivamente applaudito i piccoli attori.
La Festa si è conclusa con la tradizionale
distribuzione di doni a tutti i bambini
— ]^*Uniotie Giovanile ha trascorso la
mezzajiotte del 31 dicembre in un fraicrno ri^ovo nei locali della Scuola Umberto 1. ^llo scoccare della mezzanotte il xiajenre ha letto il Salmo 23 imi ha
cguito una preghiera di ringraziaa Dìo per le grazie die continuaci elargisce nella Sua infinita bontà,
orata ha poi continuato nella fra
store
fatto
mento
mente
La
le
rna j; sana allegria di canti e giochi.
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Additiamo alla riconoscenza della Chiesa il signor Aldo Paschetto delle Prese che
ha offerto il bell’abete, la signora Gerire e
le brave monitrici che si sono prodigale
nella preparazione dei canti e delle recile
e tulli eoloro che hanno lavoralo per la
buona riuweita della Festa.
— AI Culto Liturgico di Santa Cena di
fine Anno ed al Cullo di Capodanno ha
parleeipalo una buona akSSemhlea, raccolta
ed attenta uelFascolto della lettura della
sola Parola che non passa, la Parola di
Dio, e della predicazione che il pastore
Genre ha fatto con un forte e convincente
messaggio di fede.
— La Corale, diretta dalla signora Genre, ha portato un efficace (onlributo ai
Culti solenni di Natale e di Capodanno
con dei cori preparati con impegno e serietà. Ad essa ed alla sua brava Direttrice
va la riconoscenza di tutta la Chiesa.
— Il nostro Natale è purtroppo stalo
rallrislato da un lutto, ma non per questo abbiamo sentilo meno vicina e itreziosa la presenza di Dio.
Il 25 dicembre, mentre fervevano in
ciliiesa i preparativi per la Fe.sta dell’Albero di Natale, il nostro Tempio si gremiva
di fratelli ed amici commossi attorno alla
bara del nostro fratello Rivoir Ernesto,
deceduto nella sua abitazione a San Secondo all’età di anni 78.
Rinnoviamo da queste 'colonne alla famiglia in lutto le condoglianze e la simpatia di tutta la comunità.
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1 Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960
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