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Anno 128 - n. 36
18 settembre 1992
L. 1.200
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10066 TORRE PEIL ICE
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
ANTISEMITISMO E NUOVO RAZZISMO
Custodi
della memoria
La nostra società tende a dimenticare: le responsabilità delle chiese di fronte al mondo
Per la seconda volta, in poco
più di «n anno, prima in Francia ed ora in ItaUa, a Sanremo,
nn cimitero ebraico viene violato. E sulle tombe di gente che
ha conosciuto i campi di concentramento si imprime beffarda la svastica nazista.
Con preoccupante rassegnar
zione l’opinione pubblica sta a
guardare. L’episodio viene ridimensionato dal TG che cerca di
rassicurarci dicendo che la cosa
è stata opera di « balordi ». Ma
la tesi non regge, se si considera
che ovunque in Europa, non ultima la Germania, soffia il vento di un nuovo razzismo, contro
lo straniero, ma anche contro
l’ebreo.
Anche se noi protestanti, per
ragioni culturali e teologiche,
non siamo dei frequentatori dei
cimiteri, sappiamo che questo
luogo ha nell’immaginario di
tutti i cristiani un significato
simbolico di grande rilievo. E’
da una tomba vuota che nasce
la nostra speranza nella resurrezione. E fu proprio mentre delle donne andarono per vegliare
una salma che si trovarono a
confrontarsi con un messaggio
che le rimandava al mondo
emancipate e riempite di una
nuova speranza.
Le tombe sono, in un certo
senso, il « ventre di Dio ».
Dalla morte, conseguenza secondo la Bibbia del nostro peccato, Dio, in Cristo Gesù, ha in
gestazione una nuova umanità,
una nuova creazione.
Profanare le tombe è perciò
un gesto gravissimo. E’ un sacrilegio delia « memoria ».
La nostra società vive un tempo nel quale si cerca di dimenticare. Tutto è evasione. L’imperativo collettivo più importante
sembra essere quello di svagarsi, di non pensare. Tanto che
forse sarebbe giusto preoccuparsi più che degli « skinheads »
( teste rapate ) degli « emptyhcads » (teste vuote). Siamo in
un tempo segnato da un « vuoto », oltre che politico ed ideologico, ormai anche culturale ed
esistenziale.
E’ anche a causa di questo
« vuoto » che i rigurgiti di razzismo anziché trovare nella mobilitazione delle masse la risposta
politica più adeguata vengono
tollerati, e qualche volta perfino incoraggiati. Al riguardo è
esemplificativo quanto accaduto
nella città tedesca del baltico,
Rostock, dopo gli attacchi agli
ostelli dei rifugiati.
Nel contempo si fa avanti una
pseudo-storiografia che mette in
questione l’esistenza delle camere a gas e i terribili eccidi di
Auschwitz e Dachau.
Ciascuno, a qualsiasi ideologia
faccia riferimento, dovrebbe a
questo punto interrogarsi seriamente su quale debba essere il
proprio compito, prima che sia
troppo tardi e vecchie ombre di
morte si materializzino di nuovo
sullo scenario della storia europea.
La chiesa cristiana, è mia convinzione, è posta per essere, in
questo scorcio di millennio, un
custode della memoria.
Ogni domenica, da ogni pulpito abbiamo soltanto un dovere;
ricordare al mondo la croce di
Gesù, l’ebreo di Nazaret. Senza
memoria della croce non c’è speranza per la resurrezione. Senza la storia della passione di Gesù, non v’è pasqua di resurrezione del Cristo.
E con la croce di Gesù, dobbiamo custodire la memoria delle mille croci di innocenti di cui
è disseminata la storia umana
antica e recente.
Mentre il mondo ascolta le
nostre parole, e vede dei gesti
con cui un pane è spezzato e un
vino è versato, — in memoria di
lui —, gli viene offerta l’opportunità per capire le atrocità di
una storia che non deve ripetersi, le scelte dei potenti, alla luce dell’amore profondo di un
Dio che ha dato il suo unico figlio, affinché noi vivessimo, la
responsabilità di un popolo che
ha il compito di dare « corpo »
alla solidarietà e alla condivisione.
INTERVISTA AL PASTORE SUDAFRICANO FRANK CHIKANE
Predichiamo un Evangelo
di pace e riconciliazione
Occorre mantenere aperti il dialogo e il confronto per evitare nuovi episodi di violenza - Il rinnovamento necessario dopo l’apartheid
Il pastore Frank Chikane, segretario del Consiglio sudafricano
delle chiese (SACC), è stato invitato dalla Federazione delle chiese
protestanti della Svizzera (FEPS) ad una consultazione che aveva
per oggetto l’odierna situazione del Sud Africa, e ha tenuto il 20
agosto una conferenza stampa a Berna, in cui ha risposto alle domande sull’attuale fase di crisi nel processo di transizione ad una
piena democrazia.
Massimo Aprile
— Ultimamente si registra un
irrigidimento delle posizioni fra
le parti, e sembra che la situazione sudafricana sia bloccata.
Qual è la vostra speranza per
i prossimi mesi?
— Dopo le azioni di massa abbiamo constatato un certo riavvicinamento tra l’African National Congress e il governo. Il presidente De Klerk ha emesso un
comunicato favorevole a Nelson
Mandela, e altrettanto è stato
fatto dall’altra parte. Ma poco
dopo è sorta un’altra divergenza e le trattative sono nuovamente state interrotte. Ci auguriamo che la dichiarazione tanto
attesa da parte delle Nazioni
Unite possa essere un catalizzatore per aiutare i contendenti
a superare gli ostacoli; se ciò
non avvenisse il paese rischierebbe la devastazione.
— Ritiene che le sanzioni economiche da parte della comunità internazionale debbano essere mantenute?
— La nostra posizione non è
cambiata: l’economia ha sempre
funzionato in modo da salva
guardare gli interessi dei bianchi, piuttosto che quelli della popolazione nel suo insieme; essa
cioè esclude l’SO'Vb della popolazione, anche se potrebbe nutrirla tutta. Per questo diciamo che
degli investimenti di capitali
stranieri in un regime di apartheid finirebbero per rinforzare
la posizione dei privilegiati rispetto alle vittime, mentre noi
pensiamo che quegli investimenti dovrebbero contribuire a invertire questa dinamica. Ci interessa ovviamente ricostruire il
paese, e abbiamo quindi bisogno di investimenti stranieri,
ma occorrerà che essi siano preventivamente accettati e formalmente decisi dal popolo.
Un comportamento
responsabile
— Le chiese potranno contribuire alla pace insegnando i valori della democrazia, come per
esempio un comportamento politico responsabile, la trattativa
nonviolenta, ecc...?
IL DONO DELL’EVANGELO
Debitori gli uni gli altri
« Io sono debitore tanto ai greci quanto ai barbari, tanto ai savi quanto agli ignoranti; ond’è
che, per quanto sta in me, io son pronto ad annunziar l’Evangelo anche a voi che siete in Roma. Poiché io non mi vergogno dell’Evangelo ;
perché esso è potenza di Dio per la salvezza d’ogni
credente; del giudeo prima e poi del greco; poiché in esso la giustizia di Dio è rivelata da fede
a fede, secondo che è scritto; Ma il giusto vivrà
per fede». (Romani 1; 14-17)
Quello che dice Paolo, « Io sono debitore », deve dirlo ciascuno di noi: sono debitore, o debitrice, verso tutti, non mi è permesso di fare distinzioni, sono in debito verso tutti, siano simili a
me o dissimili, mi piacciano o no.
Il debito che ha l’apostolo, e che ha ciascuno
di noi, è grande: è l’Evangelo di Gesù Cristo.
L’Evangelo è un debito che noi abbiamo, e non
credo che ne siamo sempre coscienti.
Sì. sappiamo di averlo ricevuto da Dio, e quindi pensiamo di « doverlo » a Dio; ma qui non è
detto questo: è detto che noi ne siamo debitori
agli uomini e alle donne di tutto il mondo, indistintamente.
L’Evangelo dunque appartiene a loro? Credo
che con la precisa definizione di « debito », Paolo
voglia dirci proprio questa verità: l’Evangelo, la
buona notizia della « potenza di Dio per la salvezza
di ogni credente », è stato portato da Gesù .per
tutti, «prima al giudeo e poi al greco», ai pesca
tori della Galilea che lo seguirono per primi e poi
a tutti gli stranieri incontrati via via.
Noi che l’abbiamo avuto dovevamo darlo agli
altri, come si passa di mano in mano il calice
della Santa Cena; comunicarlo « da fede a fede ».
Invece troppo spesso questa notizia di liberazione
ce la siamo tenuta per noi, l’abbiamo nascosta
come se ce ne vergognassimo, oppure l’abbiamo
custodita troppo gelosamente nella cassaforte della nostra coscienza di superiorità: ci sentivamo
ricchi e non ci siamo accorti di essere debitori
di una ricchezza altrui. O forse ce ne siamo accorti, ma abbiamo preferito tacerne e dimenticarcene. Sarà forse per questo che sorvoliamo tanto spesso sull’argomento dell’evangelizzazione, e
abbiamo paura di dire « proselitismo »?
Oggi la parola di Paolo mi è sembrata nuova:
ma quante volte riscopriamo la parola dell’Evangelol Ripensando alla mìa esperienza di credente,
devo riconoscere che quello che mi ha fatto diventare evangelica è stato, anche allora, proprio
questa scoperta di essere una debitrice.
Essere evangelici voleva dire per me non sentirsi proprietari della salvezza, pagata di tasca
propria, ma sentirsi compartecipi di un dono
assolutamente gratuito; essere evangelici voleva
dire non tenere per sé la notizia di questo dono,
ma restituirla a tutti i figli e le figlie di Dio Padre,
ai quali e alle quali appartiene.
Ninfa Raggi
Il pastore Frank Chikane, segretario del SACC.
— Due cose sono state già realizzate in questo senso. In primo luogo il SACC ha deciso di
avviare quattro « distaccamenti
speciali » per aiutare i responsabili delle chiese ad appoggiare i loro ministri nel periodo di
transizione. Essi riguardano la
giustizia politica, la giustizia economica, la violenza e l’educazione alla democrazia. Riteniamo che l’apartheid abbia sviluppato una cultura di violenza e
intolleranza: per lottare coiitro
questo stato di cose le chiese
hanno intrapreso dei programmi
di educazione che si occupano
di questa cultura di violenza e
tendono a promuovere una cultura di democrazia e di tolleranza. Ecco perché abbiamo proposto un « codice di comportamento » da seguire nel corso
delle manifestazioni di massa.
La gente deve sapere che ha il
diritto di scegliere senza essere
brutalizzata e senza essere punita per le proprie scelte, a condizione che queste scelte non
siano criminali.
In secondo luogo, ad aprile abbiamo convocato un incontro
dei leader neri dei diversi partiti in conflitto. Nel corso della
riunione ci siamo trovati d’accordo sulla necessità di affrontare questi problemi, e in un’altra assemblea questi responsabili hanno accettato di affidare alle chiese il mandato di riunire
rappresentanti dei diversi partiti e delle diverse comunità per
collaborare al processo di confronto.
— Le chiese organizzano delle
attività per coinvolgere i giovani e prevenire così la violenza
tra gruppi rivali?
— Non credo che sia possibile far tale delle attività ai giovani se hanno lo stomaco vuoto. Siamo tuttavia impegnati in
un progotto destinato a quelli
più emf j'ginati, e cerchiamo di
sviluppa re un programma che offra ai l'iovani delle possibilità
Intervista a cura di
J. M. Spothelfer
(continua a pag. 8)
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fede e cultura
18 settembre 1992
IMPORTANTE VOLUME DELLA CLAUDIANA
ALLA MOSTRA DELL’ARTIGIANATO
Teologia e filosofia:
un dialogo di 200 anni
Uno strumento prezioso per indagare i rapporti fra due branche del
sapere - Due appendici sulla teologia francese e su quella italiana
Sebbene fra i teologi di professione, sia protestanti che
cattolici, Hendrik Berkhof goda
da almeno 50 anni di una reput^ione che si è venuta sempre
più allargando, non si può certo
dire che egli sia un autore co»
nosciuto dal grande pubblico; in
Italia una sua pregevole operetta, dedicata ai rapporti fra pneumatologia e ecclesiologia (in
grado di rinnovarne profondamente la tematica in modo estremamente origliale, ben prima
de i ponderosi sforzi di Moltmann), tradotta negli anni 70,
non ha avuto un grande successo; le ragioni di questo fatto
non devono certamente essere
ricercate nella qualità della sua
opera (fra le più innovative e
vivaci), quanto piuttosto in una
certa marginalità della teologia
protestante olandese che, a differenza di quella cattolica, malgrado nomi eccellenti, non ha
raggiunto il favore del mercato.
E’ quindi con viva soddisfazione che si accoglie questa traduzione di un’opera redatta per
un prestigioso editore tedesco e
che, per il suo taglio e per il
suo assunto, rappresenta esemplarmente la preoccupazione centrale del suo autore, presentandosi sulla scena teologica nel
lontano 1948 con un articolo, .ancora oggi estremamente intefés-sante, teso a delineare l'importanza della teologia di Karl
Barth per la chiesa e per il mondo, contributo nel cui nucleo già
viveva l’interrogazione eminentemente pastorale di Berkhof sui
rapporti fra Evangelo e mondo
moderno, quel mondo cioè nato
dalla svolta illuministica, diventato nostro inevitabile retaggio,
comunque lo si accolga.
Uno sforzo che
viene ripagato
Non si tratta di un’opera criptica, sebbene la traduzione del
titolo (che è anche interpretazione rispetto all’originale) avrebbe
guadagnato a porre in risalto
che qui si tratta del rapporto
fra evangelo e cultura moderna;
né si tratta di un’opera globale,
anche qui malgrado la pretesa
del sottotitolo italiano (di fatto
la teologia cattolica resta marginale, sebbene il capitolo dedicatole non sfiguri); ma indubbiamente di un’opera difficile,
che esige una grande buona volontà, seppure alla fine lo sforzo sia ampiamente ripagato. La
finalità perseguita è netta:
« Prendo sul serio la problematica di questi duecento anni,
non come riflesso di rapporti
economici, ma in se stessa, come
espressione di un problema teologico-antropologico insormontabile per la nostra epoca. Sono
convinto che i rapporti economico-sociali condizionino la cultura molto più di quanto abbiamo spesso creduto (il pensiero
infatti è stato il privilegio delle
classi abbienti), ma sono altresì
convinto che non esercitino in
linea di massima un'influenza
più forte di quella di numerosi
altri elementi che costituiscono
nel complesso l’infrastruttura
della società. Ogni sfera di vita
è radicata nel nostro essere creati e nel nostro essere fatti a
immagine di Dio. Non si possono
fare derivare le diverse sfere
della vita l'una dall'altra. Anche e soprattutto la religione costituisce una dimensione originale, unica, che non si può
spiegare in base ad altre. Il modo in cui riflettiamo su di essa
è indubbiamente condizionato
da inumerevoli fattori non reli
Héfidrik Berkhof-7
W , I .
annidi
teologia
e filosofia
t ■
! Da Kant a Rahnor
,-U-.- C laudiaim'
apertura (memore della lezione
giosi e non teologici. Eppure si
ripresentano sempre le medesime domande e le medesime risposte, per quanto diverse possano essere le coloriture e a proporle è l'oggetto stesso: nel nostro caso, la discussione fra
evangelo e cultura » (p. 13 sgg).
Punto di partenza obbligato
è Kant. Nel 1781 è infatti pubblicata quella Critica della ragion pura che ha operato una
svolta epocale nella discussione
tra teologia e cultura, distruggendo l’armonia fin d’allora instaurata fra conoscenza del mondo e conoscenza di Dio, e che
con la successiva Critica della
ragion pratica del 1788 sembrò
a molti porre la conoscenza di
Dio come radicalmente sottratta
alla sfera del conoscibile; la teologia che nel Medioevo era stata
regina, poiché nel suo sforzo di
dire Dio inanellava e presupponeva tutte le altre arti dialettiche (Bonaventura non aveva
forse scritto una Reductio
artium ad theologiam?), slittava
ora a mera appendice all’etica;
il conflitto (termine questo eminentemente kantiano) rischiava
di diventare estraniazione. Alla
teologia se vuole continuare ad
esistere e a comunicare perché
esistere senza comunicare significa mancare alla sua più intima esigenza, non bastano più le
confuse risposte di stampo razionalistico e soprannaturalistiche
formulate nell’incontro con l’empirismo e il razionalismo illuministici; occorrono nuove strade
e lo sforzo di trovare una nuova collocazione, se non entro il
quadro del pensiero kantiano,
in modo da tenere comunque
presente la rivoluzione copernicana operata da Kant nella dottrina della conoscenza; e tali
nuove strade sono indispensabili,
perché la rivelazione, se è comunicazione di salvezza, non è
meno parola da ascoltare e da
comprendere. D’altra parte anche la filosofia non intende fare
a meno della teologia; Kant e gli
idealisti tedeschi che lo hanno
.seguito erano essi stessi in parte teologi ed assegnare un posto
alla teologia nel loro sistema
non era certo cosa di poco conto; ed anche quando, con il progredire della secolariz7.azione, la
distanza fra filosofia e teologia
si è allargala, teologia e filosofia sono sempre rimaste a portata di voce. E di questo rapporto
ininterrotto la teologia ha senz’altro avuto una comprensione
maggiore, perché la filosofia, in
quanto concezione della vita propria dell'uomo moderno, rappresenta per i teologi un punto di
riferimento indispensabile.
E’ la storia di questo rapporto
ad essere narrata in queste pagi
Il banco libri
Un occasione, quella di Pinerolo, per diffondere il libro protestante nelle nostre città
ne; con grande cordialità ed
barthiana citata come esergo);
e ben oltre i limiti consueti, co^
me dimostra l’ampio spazio accordato alla teologia anglicana
e com’era prevedibile alla teologia olandese (una prospettiva
questa cui è molto difficile accedere per altra via, come
ha autorevolmente notato Pannenberg).
Quanto alla telogia francese e
italiana, che sono assenti, sempre in campo protestante, provvedono André Gonnelle e Sergio
Rostagno in due appendici di cui
bisogna essere loro riconoscenti.
Berkhof non intende redigere
una storia completa; vuol cogliere nodi e svolte, là dove un pensiero cornpiuto, fa sgorgare dalle
sue inevitabili aporie nuove domande e nuovi rilanci; ha però
cura di raccordare, affinché la
radicalità delle svolte non sembri improvvisa. Se è lecito schematizzare, cinque sono le svolte
proposte: la posizione kantiana
con le risposte suscitate (Fichte,
Schleiermacher, Hegel, l’epilogo
deH’idealismo teologico, Kierkegaard; ma già spunta la grande
figura di Barth in dialogo con
questi maestri); poi un tuffo in
un mondo parzialmente diverso,
ma non meno ricco di interrogativi (il moto ondulatorio del pendolo anglicano e il complesso
mondo olandese); quindi la fervida ripresa di fine secolo
e d’inizio del nuovo (Ritschl,
Kaelher, Herrmann, Troeltsch;
con un parallelo sovente misconosciuto fra i due ultimi, certo
opposti nei loro esiti, non però
nelle loro intenzioni). Il nostro
secolo vive degli impulsi di Bultmann, Barth e Tillich, con influssi non indifferenti nel pensiero americano. E infine, punto
cruciale, la controversia fra
barthiani e post-ibarthiani, fiorita intorno a Kuitert. Qui si tocca
il vero fulcro del dibattito, che
non per nulla rispunta oggi nella discussione su Pannenberg.
La rilevanza
della teologia
iPoche opere come questa sono
preziose per tutti coloro che sono convinti che l’illuminismo
non può essere scavalcato, ma
deve essere assunto e integrato
nella nostra epoca postmoderna;
certo questa è una guida, tesa a
comprendere il presente e il suo
futuro: ma è anche di più. E’ un
tentativo coraggioso che mette
in evidenza la rilevanza della teologia, facendola nuovamente ruotare attorno alle grandi questioni di Barth. Se Kuitert ha mostrato come non si possa semplicemente ripetere Barth, ma
occorra ripensarlo, Berkhof mostra che, se non si vuol tornare
al secolo XIX, le sue domande
restano insostituibili.
Forse domani si dovrà riscrivere un libro come questo, allungando l’elenco delle risposte; difficilmente però queste pagine
potranno essere scavalcate; Berkhof sa portare infatti al centro
delle interrogazioni autentiche,
aprendo il di,scorso a tante voci
recenti, troppo sconosciute dalla
cultura italiana. Per questo merita un elogio sincero e un augurio non convenzionale.
Aldo Moda
Già negli anni passati alcuni
niembri della Chiesa valdese di
Pinerolo erano stati presenti alla mostra dell’artigianato della
città con un banco libri della
Claudiana editrice.
Da due anni il II circuito ha
cercato di potenziare questa iniziativa assumendola come propria e sollecitando la collaborazione delle chiese della zona.
In modo particolare, quest’anno, si è costituito un gruppo di
volontari, coordinato dal sovrintendente past. Klaus Langeneck,
che si è riunito diverse volte
per organizzare questo servizio.
Tra le altre cose si è pensate di
produrre una videocassetta che
potesse attirare l’interesse del
pubblico. La videocassetta, realizzata da Armando Graia con
la collaborazione di altre persone, contiene interviste fatte ad
autori di alcuni libri pubblicati
dalla Claudiana sulla storia valdese e su aspetti caratteristici
della vita delle chiese valdesi alle Valli.
Questo video, della durata di
quasi due ore e di ottima fattura, molto interessante, potreb
be ben prestarsi per animare serate di tipo culturale.
Nell’assemblea di circuito dello scorso autunno era stato proposto di richiedere uno stand
a pagamento nella zona centrale della mostra in modo da avere un maggior contatto con la
massa dei visitatori. A causa dell’elevato costo e della resistenza
di alcuni membri dell’asssmblea
che non ritenevano utile presentare un banco della Claudiana
a fianco di prodotti di vario genere si è ripiegato sulla soluzione degli anni scorsi accettando
le spazio gratuito concesso nell’ambito delle attività culturali.
L’iniziativa ha comunque avuto un buon successo, numerosi
membri delle varie chiese si sono alternati al banco, si sono
venduti diversi libri e calendari
:< Valli nostre ».
Certamente questo tipo di presenza evangelica che permette la
diffusione del pensiero protestante al vasto pubblico delle
nostre città deve essere ripetuto
in ogni occasione possibile.
Ruben Vinti
BIELLA
Zingaro “nocivo”?
Un fatto ó\ sangue, tristemente ereide (della
tradizione di persecuzione di una minoranza
In molti stati d’Europa gli
zingari furono considerati « animali nocivi » come l’orso, il lupo, la volpe... C’era l’impunità
per chi li uccideva. Ancora nel
XIX secolo, in Danimarca, la gente cacciava gli zingari appunto
come si dà la caccia alla volpe.
L’il novembre 1835 si tenne una
grandiosa caccia allo zingaro nel
territorio di ben quattro prcxvince dello Jutland: la giornata fruttò complessivamente un
« carniere » di oltre 260 tra uomini, donne e bambini. Si racconta di un nobile terriero del
Reno che nell’elenco delle prede
di una giornata di caccia aveva
annotato: « Uccisa: una donna
con il piccolo ».
Con le guerre di religione, l’intolleranza, l’odio per gli ebrei e
per lo « straniero » bisognoso
d’aiuto, ricompare oggi la « caccia allo zingaro ». L’anno scorso,
accampamenti di Rom a Roma
ed a Bologna furono presi a fucilate: ci furono morti e feriti,
anche bambini. Il 7 agosto scorso, a Fontaneto d'Agogna (Novara). Alessandro Dellagaren,
domiciliato al campo nomadi di
Biella, di cui era uno dei responsabili per il corretto funzionamento, stava tranquillamente
parlando con il figlio quindicenne e con la .sorella, in una piazzetta, voltando le spalle ad un
cancello che immette nella proprietà di un anziano, vittima di
precedenti furti: ciò è bastato
perché il pensionato, riconosciu
to nell’uomo che parlava con
una donna dalla lunga veste uno
zingaro, imbracciasse la sua doppietta calibro 12 e lo colpisse da
dietro, al collo, sparando da una
finestra del primo piano ed uccidendolo sul colpo. Ammazzato,
quindi, non perché tentasse un
furto o stesse scappando dopo
averlo compiuto, ma soltanto
perché zingaro. L’uccisore non
è in carcere ma agli arresti dorniciliari confortato, come riferito da « La Stampa », dalla solidarietà dei compaesani.
Alessandro Dellagaren, Sinto
piemontese, incensurato, collaborava nell’azienda familiare costituita da una giostra, quella
del tipo più povero con i seggiolini di ferro ruotanti attaccati
ad una catena, e commerciava
in ferrovecchio utilizzando un
furgoncino. Lascia la vecchia
madre, la giovane moglie e cinque bambini, il più piccolo di
nove mesi.
Un Sinto ucciso come i maori
di Tanzania, i canachi della Nuova Caledonia, gli indios dell’Amazzonia e ali inermi pellirosse
a Wounded Knee.
Il periodico « Il biellesario »
(c.c.p. n” 10790137; Cooperativa
In/forma, via Tarino 90, 13014
Cossato, Biella) con l’Qpera nomadi di Biella, ha aperto una
sottoscrizione Par le tikné do
Sinto (per i bambini dello zingaro piemontese).
Tavo Burat
Hendrik BERKHOF: Duecento anni di
teologia e filosofia. Da Kant a Rahner:
un itinerario di viaggio. Ed. it. a cura
di M. Fiorillo, con due appendici di
A. Gounelle e S. Rostagno. Torino,
Claudiana, 1992, pp. 462, L. 48.000.
PROTESTANTESIMO PER I VOSTRI ACQUISTI
IN TV DOMENICA 20 SETTEMBRE LIBRERIE CLAUDIANA
RAIDUE - ore 23,50 Replica • TORRE PELLICE ■ Piaz- za della Libertà, 7 - Telef. (0121) 91.422.
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18 settembre 1992
vita delle chiese
LA TAVOLA INFORMA
CORRISPONDENZE
Il corteo si avvia al culto di apertura del Sinodo.
Gli spostamenti pastorali
Una commissione per attuare il mandato su Villa Olanda - Un convegno per fare il punto sulla Commissione sinodale per la diaconia
Le sedute post-sinodali della
Tavola hanno solitamente tre
punti centrali all’ordine del giorno : l’esame degli atti sinodali,
la sistemazione conclusiva del
campo di lavoro per l’anno ecclesiastico che sta per iniziare,
gli incarichi e le nomine di comitati e commissioni.
Atti sinodali
La Tavola ha iniziato i suoi
lavori sabato 29 agosto in riunione congiunta con le CED
( Commissioni esecutive distrettuali), i sovrintendenti del circuito, i rappresentanti delle
Commissioni sinodali amministrative (OPCEMI, Facoltà di
teologia, CIOV). Insieme sono
stati esaminati gli atti contenenti mandati per le chiese, i circuiti, i distretti, le opere. Utili indicazioni sono emerse nel dibattito e — seguendo una linea che
ha avuto eco in Sinodo, anche
se non tradotta in precise disposizioni — una maggiore responsabilità è stata affidata alle
CED soprattutto nei rapporti
con le chiese locali e per il riesame dell’estensione e del numero dei circuiti e dei distretti.
Proseguendo i suoi lavori per
proprio conto, la Tavola ha esaminato gli atti contenenti mandati rivolti specificatamenté alla Tavola, avviandone l’esecuzione. Menzioniamo decisioni e
orientamenti relativi a due temi
che hanno impegnato in modo
particolare il Sinodo.
Per attuare il mandato concernente Villa Olanda, che incarica la Tavola di proseguire nel
lavoro istruttorio in vista della
destinazione della casa, la Tavola ha nominato un gruppo di lavoro — formato da Carla Beux
Longo, Livio Gobello, Claudio
Pasquet — con il compito di
raccogliere, controllare, approfondire le varie ipotesi emerse
o emergenti, mantenendo il contatto con la Tavola per il tramite di Maddalena Giovenale
Costabel.
Per ciò che ritarda la CSD
(Commissione sinodale per la
diaconia) la Tavola si propone
di approfondire con la CIOV i
punti indicati dal Sinodo come
necessitanti di ulteriori chiarimenti. Su questi punti, e sulla
bozza di statuto della CSD che
è stata presentata al Sinodo, la
Tavola ha proposto alla CIOV
di interpellare coloro che sono
intervenuti nel dibattito sinodale e i comitati delle opere direttamente interessate al progetto
della CSD. Il convegno delle
opere a Firenze deH’inizio di
marzo — che è ormai un appuntamento tradizionale per le opere — fornirà un importante riscontro per la definizione finale
del progetto.
Cos’è il battesimo
Campo di lavoro
Diverse decisioni sono state
prese nei mesi precedenti, come
è ovvio. Ma è dopo il Sinodo
che il quadro generale del campo di lavoro risulta definito in
ogni sua parte con i relativi spostamenti pastorali.
A Torino per la Comunità di
lingua inglese arriva il pastore
J.,eo Tautfcst, USA, reduce con
la moglie da un anno di volontariato al Centro diaconale di
Palermo che tuttavia, per problemi di salute, potrà iniziare il
suo ministero solo tra alcuni
mesi. Lo segue la simpatia di
quanti lo hanno già conosciuto
e apprezzato. A Felonica Po finalmente la Tavola ha potuto
destinare im pastore : sta per
trasferirsi da Catanzaro Samue
le Giambarresi. A Padova e Vicenza arriva dalla Svizzera Paolo De Caro, che per molti anni
nella chiesa di Bellinzona ha ricoperto il ruolo di diacono con
funzioni pastorali. La Tavola lo
ha accolto come « predicatore
locale in servizio pastorale temporaneo » secondo quanto previsto dai nostri regolamenti. A Rimini si sposta, da Padova-Vicenza dove ha compiuto un settennio, il pastore Bruno Costabel.
A Milano (chiesa valdese), annunciato da tempo, si trasferisce il pastore Antonio Adamo.
A Cremona e Piacenza prende
il suo posto il pastore Nigel
Williams, proveniente dalla
Chiesa metodista inglese, che
si sta ambientando tra noi da
alcuni mesi. A Milano (chiesa
metodista) giungerà, appena avrà concluso i suoi impegni di
studio, la candidata Eliana Briante per coadiuvare il pastore Giovanni Carrari che da ottobre
presterà parte del suo tempo al
Servizio istruzione educazione
della Federazione. A Bordi,ghera-Vallecrosia giunge daH’Olanda la candidata Ellie Boot, che
ha studiato recentemente un anno alla nostra Facoltà di teologia. A Imperia si sposta il pastore Ugo Tomassone lasciando
San Marzano. A Pisa ritorna il
pastore Guido Colucci dopo il
quattordicennio di ministero milanese. A Livorno è destinata la
neoccnsacrata pastora Ursel
Koenigsmann, proveniente da
Milano. A Catanzaro arriverà il
candidato Bruno Gabrielli, una
volta risolte le sue pendenze di
studio. A Palermo La Noce è atteso a giorni il pastore Christof
Froeschle proveniente dalla Germania.
Sono state affidate provvisoriamente al circuito o ad un pastore vicino le chiese di S. Marzano e di Brindisi. La Tavola ha
potuto provvedere alla sostituzione della pastora Erika Tomassone a Pinerolo, in congedo di maternità da maggio, solo coordinando collaborazioni locali. Consente questa sistemazione del
campo di lavoro la collaborazione di due pastori emeriti che
proseguono per un anno nel servizio attivo : Irene Wigley ad
Agrigento-Grotte e Giuseppe
Baldi a Susa.
Hanno lasciato il servizio attivo nella nostra chiesa; il pastore Ken Hougland, tornato negli Stati Uniti; il neopastore
Paolo Tognina, che ritorna in
Svizzera; il pastore Iginio Carera che va in emeritazione e il
pastore Salvatore Briante che
ha continuato il ministero un
anno dopo la sua emeritazione.
Fruisce di un congedo sabbatico, assegnatogli dalla Tavola
anche per motivi di salute, il
pastore Sergio Aquilante, trasfe
ritosi — dopo nove anni di ministero pastorale diaconale a
Palermo — in Campania, dove
riprenderà il suo ministero l’autunno prossimo.
Completa il quadro la vacanza della chiesa di Palermo via
Spezio, che la Tavola ha proclamato a partire dal 1” ottobre tenendo conto del fatto che il pastore Giuseppe La Torre non si
ripresenta per im secondo settennio in quella chiesa autonoma.
Incarichi e nomine
Se la sistemazione del campo
di lavoro dopo il Sinodo è ormai definita, non così la distribuzione degli incarichi e la nomina di comitati e commissioni
che richiedono un lungo lavoro
di ricerca dei responsabili delle
opere e dei componenti delle
commissioni di studio e di lavoro. Questi, insieme ai componenti dei concistori e consigli di
chiesa — di nomina locale —
formano le articolazioni del corpo della chiesa. Menzioniamo
solo uno snodo delicato di cui
la Tavola si è occupata: nella
Commissione direttiva dell’ospedale di Torino è stato nominato
anche Giovanni Ghelli che ' è
presidente del Comitato di gestione degli Ospedali di Torre
Penice e Pomsretto. Questo inserimento — che è stato concordato con l’interessato e in un
incontro con la Commissione
dell’Ospedale di Torino — potrà favorire l’integrazione pratica dei tre ospedali mentre prosegue l’impegno per giungere ad
una integrazione anche giuridica, secondo l’indicazione sinodale.
Tutto pronto per l’inizio di un
nuovo anno, dunque. Il Signore
dia a ciascuno di poterlo spendere al meglio al suo servizio.
ANGROGNA — Domenica 13
settembre, nel tempio del Serre,
è stato presentato al battesimo
il piccolo Angelo Giachero, di
Franco e di Ivana Odin.
In queste circostanze viene
sempre da interrogarsi sul senso del battesimo agli infanti.
Noi pensiamo che sia un atto di obbedienza al comandamento del Signore di « andare
in tutto il mondo e battezzare »
(Mt. 28); un atto di speranza
nel dono dello Spirito che il Signore, nella sua suprema libertà, vorrà conferire quando e come gli sembrerà opportuno, alla creatura oggi battezzata con
l’acqua; un atto pedagogico che
è un po’ una parabola di quella che è la nostra reale condizione davanti a Dio; come diceva Lutero, il pedobattesimo è il
«sacramento degli ignari ». Di
chi cioè non ha né può far nulla per meritare la grazia di Dio,
se non riceverla a mani vuote,
da « mendicante ».
Al piccolo Angelo e ai suoi
cari, residenti a Lusernetta, vanno la nostra simpatia e la nostra assunzione di responsabilità a contribuire, come chiesa,
alla crescita di Angelo nella conoscenza della Parola di Dio.
O Nel giro di pochi giorni abbiamo sepolto nel nostro cimitero di Angrogna Elio Puy, WiRy
Chiavia e Davide Bertin.
Siamo vicini con affetto alle
famiglie di questi tre fratelli, e
rinnoviamo alle loro vedove e
ai loro figli l’annunzio della speranza cristiana: « Non siate afflitti come gli altri che non hanno speranza. Se infatti crediamo che Gesù è morto ed è risuscitato, così Dio riunirà con
lui anche quanti si sono addormentati in Gesù» (1 Tessalonicesi 4: 13-14).
ri auguri ai giovani Claudia Armand-Hugon e Giuseppe Maggi
che si sono uniti in matrimonio.
• L’Evangelo della resurrezione è stato annunziato in occasione dei funerali di Carlo Cesan e di Roggero Maggi.
• Mercoledì 23 settembre alle
ore 20,30 presso i locali della
Comunità alloggio in via Angrogna agli Appiotti, il pastore Marchetti darà inizio ad un ciclo di
studi biblici sui primi 12 capitoli della Genesi.
Ricordo di Anna
TARANTO — La sorella Anna D’Amico Mafflone non è più
tra noi. Dopo una lunga sofferenza vissuta sempre con cristiana rassegnazione, dicendo
« Sia fatta la volontà di Dio,
mi affido a lui... », si è addormentata nel Signore.
Ha lasciato un vuoto nella comunità valdese di Taranto e
specialmente tra le donne perché, anche se con difficoltà, riusciva sempre ad essere presente in ogni riunione, affermando
che solo in compagnia di sorelle e fratelli nella fede riusciva
a provare la gioia profonda che
viene dall’amore che ci accomuna a Gesù Cristo.
Voglio ancora ricordare un
suo preciso desiderio: « Al mio
funerale vorrei che tutta la comunità cantasse l’inno 86 ’’Più
presso a te Signor” ». Non abbiamo avuto la possibilità di farlo perché si è spenta nell’ospedale Villa Betania di Ponticelli,
dove era ricoverata da qualche
mese. Però, cara Anna, noi credenti abbiamo la certezza che
il Signore ha ascoltato il grido
del tuo cuore.
A estate conclusa ** nuovo tempio
PRAROSTINO — Nel corso
dell’estate la comunità è stata
chiamata a partecipare ad avvenimenti felici quali il battesimo
di Katia Maero di Ivano e Brunella Balmas, di Massimo Genre di Mauro e Adelaide Di Guglielmo; il matrimonio di Cinzia
Bourne e Enrico Griglio durante un culto domenicale, e la benedizione del matrimonio civile
di Sara Bertalot e Gianni Rostan.
Ci siamo anche trovati a condividere la tristezza della separazione per la morte di Valerio
Gardiol, Fanny Fornerone ved.
Gardiol e Giovanni Davide Coisson.
Alle scuolette
TORRE PELLICE -- Continua
la simpatica iniziativa dei pomeriggi comunitari presso le
scuolette Beckwith, che costituiscono un’ottima occasione per
trascorrere fraternamente alcune ore. Dopo gli incontri dei
Coppieri, della Ravadera e dei
Simound siamo attesi per domenica 20 settembre alle ore 15
ai Chabriols.
• Formuliamo i nostri miglio
TAVOLA VALDESE
Vacanza
di sede pastorale
La Tavola, ricevuta comunicazione dal past. Giuseppe La
Torre sulla sua decisione di non ripresentarsi per un secondo settennio quale pastore della Chiesa valdese di Palermo
V. Spezio, visto l’art. 17 del R.0.4, proclama la vacanza di
detta chiesa a partire dal 1° ottobre 1992. La designazione del
nuovo pastore titolare dovrà aver luogo, secondo gli artt.
12, 13, 14, 15 del R.0.4, entro il 31 dicembre 1992.
per la Tavola valdese F. Giampiccoli, moderatore
ALBANELLA — La comunità
di Salerno-Albanella festeggia
domenica 27 settembre il tempio restaurato. La giornata prevede alle 11 il culto con Santa
Cena e predicazione del past.
Claudio H. Martelli, momenti
musicali con la fanfara dell’Esercito della Salvezza di Napoli,
e il pranzo comunitario in un
ristorante locale.
TEV
La decisione
di chiudere
L’Assemblea plenaria del Movimento di testimonianza evangelica
valdese, riunita II 20 agosto nel
tempio del Ciabas, ha preso in
esame la possibilità di continuare
la propria attività.
Durante 16 anni questo Movimento si è proposto di presentare alla chiesa un'alternativa a una determinata corrente di impegno socio-politico; inoltre ha riproposto
la difesa dei valori cristiani della
famiglia.
L'Assemblea lamenta che diverse
centinaia di aderenti abbiano terminato il loro viaggio terreno senza che sia avvenuto un ricambio
con forze giovani, continuativamente impegnate.
— ritiene quindi che il mancato
consenso dei giovani comprometterebbe la vita del Movimento:
— auspica che comunque la
chiesa proceda su una linea di
sempre fedeltà alla Parola di Dio;
— ringrazia quanti hanno offerto
la loro collaborazione, in particolare il pastore Nisbet che è stato il più impegnato con assoluta
dedizione e competenza:
— è riconoscente al Signore per
le abbondanti benedizioni accordate;
— dà mandato ai coordinatori
delle Valli per le pratiche di cessazione dell'attività entro il 31 dicembre 1992.
4
prospettive bibliche
18 settembre 1992
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
"PAOLO" DOPO PAOLO i
Benché indirizzate a persone singole, come quella a Filemone, le lettere a Timoteo e a Tito contengono soprattutto regole di condotta per chi ha la responsabilità
di una comunità e per i diversi gruppi
che la compongono. Le esortazioni si riferiscono all’ordinamento, alla disciplina
della chiesa e alla lotta contro le deviazioni. I due destinatari sono invitati a disegnare con il loro insegnamento e il loro
comportamento un modello di vita coerente con il messaggio del Vangelo. Vangelo
poi che non viene spiegato di nuovo, o
reinterpretato in modo originale, ma ricordato in occasione di esortazioni, sotto forma di brani riportati dalla tradizione: inni, formule catechetiche, confessioni...
Le pastorali si presentano, dunque, come un ’’discorso indiretto”. Timoteo e Tito sono chiamati ad esortare, invitati ad
insegnare, come se Paolo volesse « esercitare la sua influenza sopra la comunità
non in maniera immediata, come nelle restanti lettere, ma in maniera mediata, per
il tramite dei loro pastori » ^
Uno scritto della terza generazione
Dall’inizio dell’800 si è sviluppato un
ampio dibattito critico, che ha messo in
luce le differenze tra queste tre lettere e
le grandi” epistole di Paolo. La diversità
di linguaggio e di stile, la difficoltà di collocare i dati personali ricavati dalle pastorali nel quadro biografico paolino, conosciuto sia dalle altre epistole che dagli Atti, le caratteristiche del conflitto con i falsi dottori, il modo di concepire l’organizzazione della chiesa, infine l’espressione
teologica sono le cinque direzioni nelle
quali numerose ricerche hanno portato alla convinzione, oggi ampiamente condivisa, che le pastorali sono state scritte non
da Paolo, ma probabilmente da un responsabile di comunità paoline della regione
dell Egeo, in Asia Minore, tra la fine del
primo e l’inizio del secondo secolo ^
Severo, poi, è stato il giudizio teologico
che ha accompagnato questo lavoro critico. La forte coscienza di vivere tempi decisivi ed ultimi dei primi testi del Nuovo
Testamento ha fatto posto ad un cristianesimo integrato, « imborghesito », che si
e conformato al mondo e non si presenta
più come alternativa. La giustificazione
per fede, spartiacque del paolinismo « vero », è ridotta a mera citazione. Un certo
moralismo occupa il campo. Insomma, c'è
odore di protocattolicesimo ».
Negli ultimi vent’anni, però, si verifica
una loro rivalutazione. 11 rapporto di continuità e di distanza con le lettere paoline
considerate comunemente autentiche non
viene più spiegato come «pallida imitazione». L evoluzione storica del cristianesimo antico non è solo « perdita » e « decadenza » della freschezza delle origini
paoline, è anche faticosa ricerca di fedeltà in situazioni storiche, culturali e religiose che cambiano. Le pastorali vengono
considerate per loro stesse e non per quello che manca loro, se paragonate alle altre epistole di Paolo.
Sotto forma di corrispondenza tra Paolo e i suoi collaboratori più stretti, le pastorali sarebbero un insieme di tre testi
destinati alla « formazione di quadri », un
«aggiornamento» per responsabili di comunità della terza generazione cristiana.
L autore non solo propone le diverse esortazioni, istruzioni, regole, ma anche la rappresentazione della relazione tra Paolo, Timoteo e Tito come modello originario, archetipo della trasmissione corretta del patrimonio paolino.
Tale progetto può anche essere paragonato alla letteratura d’esortazione trasmessa sotto forma di corrispondenza tra «padri » prestigiosi e discepoli, attraverso la
quale le scuole filosofiche di allora cercavano di diffondere le loro idee!. Per altri
versi 1 Timoteo e Tito ricordano le lettere
più amministrative mandate dai re ellenistici, oppure dai superiori nell’impero romano per comunicare istruzioni ai loro
rappresentanti nelle province. 2 Timoteo
dal canto suo echeggia certi aspetti del genere testamentario conosciuto nella letteratura giudaica: Paolo prigioniero, a Roma, vicino alla morte, legittima il suo discepolo a continuarne l’opera.
Preoccupazioni
Questa varietà sia nel contenuto, fatto
di tradizioni diverse, sia nella forma, che
assume come modello non solo Paolo, risponde alla tensione specifica ad ogni attualizzazione: essere fedeli all’origine che
esprime l’identità, ma essere anche significativi, quando cambiano le circostanze.
Anche se delicato, ed ipotetico, resta im
l’affermazione dell’appartenenza del credente alla sfera divina, raggiunta attraverso una conoscenza particolare (« genealogie senza fine», «ricerche», 1 Tm. 1: 4).
Si potrebbe anche pensare a delle derive
interne alla tradizione paolina, dove una
comprensione sempre più radicale della resurrezione e della presenza dello Spirito
porterebbe a vivere la salvezza come realtà già totalmente presente.
Le epistole pastorali
tra fedeltà alle origini e nuove sfide
II pastore Yann Redalié, nominato dall’ultimo Sinodo per succedere
al prof. Bruno Corsani alla cattedra di Nuovo Testamento della Facoltà a partire dall’autunno ’94, ha rielaborato per il nostro giornale una
serie di lezioni sulle « lettere pastorali » tenute alla Facoltà nel ’91.
Le tre lettere pastorali (1 e II Timoteo, Tito), attribuite a Paolo,
hanno sempre posto il problema di far quadrare il loro contenuto con
il pensiero originale dell’apostolo. Negli ultimi vent’anni, però, esse
sono state rivalutate come faticosa ricerca di fedeltà in tempi profondamente cambiati. Le lettere, rivolte a singoli e non a comunità, si presentano come « formazione quadri » per responsabili di comunità della
terza generazione cristiana. Come rimanere una comunità paolina in
assenza dell’apostolo? Come gestire la durata? La fede non nasce solo
dalla « folgorazione » sul cammino di Damasco: essa si trasmette anche
con l’educazione familiare e la casa. Da qui le numerose esortazioni,
norme e regolarnentazioni ecclesiastiche che ne costituiscono la massima parte (Red.)
portante lo sforzo per identificare alcune
delle circostanze e preoccupazioni che attraversano queste comunità.
Il tempo passa
Come rimanere una comunità paolina
in assenza dell’apostolo? Come gestire la
durata? Nelle pastorali si nota la chiara
coscienza che le comunità della terza generazione sono, e devono rimanere, il frutto di una storia « cristiana », anzi « paolina ». Numerosi sono i richiami alle raccomandazioni passate di Paolo (1 Tm. 1:
3; Tt. 1: 5), all’ordinazione (1 Tm. 1: 18;
4: 14; 6: 12; 2 Tm. 1: 6), all’insegnamento ricevuto (1 Tm. 4: 6; 2 Tm. 1: 13; 2:
2; 3: 10). Si insiste sulla continuità. Non
soltanto la « folgorazione » del cammino
di Damasco trasmette la fede, ma anche
l’educazione familiare e la casa (2 Tm.
3: 10-17), le madri e le nonne (2 Tm. 1:
5), le donne anziane verso le più giovani
(Tt. 2: 4).
Allora la pseudoepigrafia, mezzo diffuso
nell’antichità ellenistica e giudaica anche
per trasmettere ed attualizzare un patrimonio tradizionale, diventa l’affermazione
di una fedeltà. Attraverso le pastorali Paolo parla alla terza generazione, prevede la
sua assenza (1 Tm. 3: 14 ss.; 4: 13) ed
indica nelle sue esortazioni lo stile di vita
coerente con l’annuncio della salvezza ricevuto da lui. L’etica non è soltanto una
« questione morale », è anche identità, comunicazione, appartenenza nel « tempo che
passa ».
Le deviazioni minacciano
Non solo il tempo minaccia questa continuità del patrimonio paolino ma anche,
ed in modo attivo, quelli che sono accusati
di «insegnare qualcos’altro» (1 Tm. 1:
3; 6: 3). Malgrado la difficoltà d’identificazione degli avversari, che l’autore squalifica con gli stereotipi della polemica del
tempo, si è cercato di tracciare l’identikit
di questi devianti, mettendo assieme i rari
passaggi che danno qualche informazione.
Insegnano a non sposarsi e ad astenersi da
certi cibi (1 Tm. 4: 1 ss.; Tt. 1: 15). Si
presentano come « insegnanti », forse depositari di conoscenze particolari su Dio. Affermano che la « resurrezione è già avvenuta » (2 Tm. 2: 18). Alcuni passi sottolineano i loro tratti giudaici (1 Tm. 1: 7;
cfr. Tt. 3: 9; 1: 10, 14, 15).
Si parla di « tendenze gnosticizzanti ».
Le pratiche ascetiche, interpretate come un
rifiuto del mondo, vanno di pari passo con
Una ricerca recente ipotizza per il secondo secolo in Asia Minore un conflitto
nella rappresentazione di Paolo Le pastorali sarebbero una reazione alle leggende che presentano un Paolo sovversivo,
predicatore dell’ascesi, affiancato nel ministero da donne come Tecla, che rifiuta il
matrimonio e la logica domestica per insegnare e predicare. Tali racconti (che troveranno una forma scritta alla fine del secondo secolo negli Atti apocrifi di Paolo)
sarebbero stati trasmessi da gruppi radicali fautori di ministeri femminili e critici
dei valori patriarcali. Le pastorali eontrobattono con la figura dell’apostolo come
uomo d’ordine, che indica a ciascuno il
suo ruolo, valorizza la figura maschile, invita ad avere delle buone relazioni con lo
stato e la società... (cfr. 1 Tm. 4: 7; 2 Tm.
3: 5 ss.).
La comunità si diversifica
Quest’ultima ipotesi fa capire meglio come le deviazioni e le eresie non sono mai
soltanto questioni di dottrina, ma mettono
in gioco dei comportamenti sociali. E gli
indizi di una terza generazione si leggono
anche nella complessità sociale crescente
del cristianesimo, anch’essa fonte di tensioni. 1 Tm. 5: 3-15 ,per esempio, tratta
delle responsabilità della comunità verso
le vedove. Ma, appunto, le vedove non sono un gruppo omogeneo e si deve calibrare e graduare l’intervento secondo le situazioni. Ci sono delle vedove anziane,
delle giovani, che devono risposarsi, quelle che hanno una famiglia alle spalle e
quelle senza nessuno, e poi ci sono diversi itinerari spirituali. Oppure nelle questioni economiche non c’è soltanto un’opposizione tra poveri e ricchi, ma l’esortazione
ad un atteggiamento giusto di fronte alla
ricchezza e la richiesta di essere generosi.
Accanto alle rivendicazioni femminili, e
particolarmente a quella di poter insegnare (1 Tm. 2: 12), l’autore sembra identificare altri nodi di tensione nel rischio d’insubordinazione tra certi schiavi (1 Tm. 6:
1 ss.; Tt. 2: 10) e forse l’aspirazione di
gruppi nuovi ai posti di leadership nella
comunità.
« Quelli di fuori » guardano
Infine, ci si rende conto che il mondo
non volge al suo termine. Bisogna coabitare, L’alternativa non si riduce a convertire il mondo o separarsene. Ci si preoccupa del giudizio di « quelli di fuori » ( 1
Tm. 3: 7). C’è una sensibilità all’immagi
ne, ed una certa agitazione creata dai falsi dottori potrebbe dare un’idea sbagliata
e pericolosa della comunità nella società.
Le prime testimonianze esterne sul cristianesimo risalgono proprio all’epoca della
redazione probabile delle pastorali^, e l’occhio di « quelli di fuori » verso le novità
religiose è, comunque, sempre sospettoso.
Per rispondere a queste preoccupazioni
l’autore delle pastorali propone una serie
di istruzioni finalizzate al buon ordine della comunità, presentata come « casa » ben
organizzata (1 Tm. 3: 5, 15) attorno alla
figura di ministri dal comportamento esemplare, dall’atteggiamento fermo verso le
deviazioni, dall’insegnamento fedele. Prima
di esaminare nel terzo articolo come funziona questa « casa di Dio » che permette
di abitare il mondo in modo tale da rendere concreta la salvezza, della quale si
fa l’esperienza, vedremo nel prossimo articolo come le diverse tradizioni (inni, credi, confessioni, esortazioni, istruzioni...) riproposte dall’autore vengono montate in
un quadro di riferimento generale, un « calendario soteriologico » che dà un significato teologico al presente vissuto da queste
comunità e motiva l’esigenza etica.
E noi?
Al di là dell’importanza di capire meglio le prime trasformazioni del cristianesimo primitivo, quale può essere, oggi, l’interesse di una lettura di testi moralizzanti
e conservatori, più preoccupati di mantenere un pairimonic ch.e di cercarne le novità? In un momento di incertezze come
quello che viviamo, nel quale non sono
pochi gli « ex » e i « post » di ogni tipo,
può essere importante capire meglio la relazione tra questo « Paolo » dopo Paolo e
i suoi destinatari minacciati, secondo lui,
nella loro stessa identità. D’altronde anche
la questione del « mantenere » e del « custodire», del trasmettere fedelmente un
patrimonio, centrale nelle pastorali (« custodisci il deposito », 1 Tm, 6: 20; 2 Tm.
1: 12, 14), è una questione tornata nostro
malgrado all’ordine del giorno. Ciò che ancora ieri faceva l’oggetto di progetti ottimisti di trasformazione e di cambiamenfto,
il mondo, la natura, la democrazia, il pluralismo.., si ritrova oggi oggetto fragile da
mantenere (vedi le discussioni per attribuire ai movimenti ecologici funzione progressista o reazionaria, i dibattiti di bioetica, i discorsi politici recenti sulla scelta
« progressista » di un presidente « conservatore » per « salvaguardare » la democrazia parlamentare!),
E poi le pastorali sono luogo di dibattito interconfessionale. I cattolici vi hanno
ritrovato l’importanza data alla tradizione,
al ministero, al principio della successione
apostolica... Invece il carattere non sacerdotale del ministro cristiano, la cui responsabilità è tutta imperniata su compiti d’insegnamento e di direzione etica, corrisponde ad una certa figura del pastore protestante.
Ce n’è abbastanza per dedicare qualche
attenzione a queste lettere comunemente
trascurate.
Yann Redalié
' N. BROX, Le lettere pastorali, Brescia,
Morcelliana, 1970, p. 13.
^ Per completare questa breve panoramica dei dibattiti sulle pastorali, vedi B.
CORSANI, Introduzione al Nuovo Testamento II, Torino, Claudiana, 1975, pp. 220228; R. FABRIS, Le lettere pastorali, Lob
2.11 Queriniana, Brescia, 1986; l’introduzione del commentario di BROX già citato.
^ D. R. MACDONALD, The Legend and
the Apostle: the Battle for Paul in Story
and Canon, Philadelphia, Westminster
1983.
* Tacito, Annali, 15, 44, 3; Plinio il giovane, 10, 96. 97 (Traiano;) cfr. R. PENNA,
L'ambiente storico culturale delle origini
cristiane, Bologna, EDE, 1986.
ERRATA - CORRIGE
Il testo dell’Evangelo di Matteo di riferimento per il sermone di Valdo Benecchi è Matteo 25; 13 e non Matteo 25: 19
come erroneamente pubblicato sul numero del 4 settembre.
Ci scusiamo con i lettori e con l’autore
per l’involontario errore.
5
18 settembre 1992 obiettivo aperto 5
PROTESTANTI NEL SUD EUROPA
L’identità delle chiese minoritarie
LA CEPPLE INTERVISTA AL SEGRETARIO
Chiese protestanti,
minoritarie e latine
Un’azione tesa a saldare i legami fraterni e
a mettere in comune diverse utili esperienze
Da circa quarant’anni le chiese che formano la CEPPLE
{Conferenza delle chiese protestanti dei paesi latini d’Europa)
operano insieme nel quadro dell’Europa latina. Esse hanno un
triplice denominatore comune:
- a) sono protestanti, legate all’Evangelo, nello spirito della Riforma,
- b) sono minoritarie, quasi
ovunque, con il pericolo del
complesso di inferiorità dato
daU’esiguo numero, ma anche
con il coraggio e la fermezza di
coloro che hanno un messaggio
di verità da trasmettere.
- c) sono latine, e affermano
airinterno deH’unità europea
l’identità della loro cultura.
Nell’Europa in costruzione le
chiese protestanti hanno un ruolo importante da giocare ogni
volta che testimoniano della giustizia, della pace e dell’amore
fraterno che esse trovano nell’Evangelo di Gesù Cristo.
Questa azione delle chiese protestanti si attua sia a livello nazionale, tramite le Federazioni
e Unioni di chiese, sia a livello
internazionale, tramite il Consiglio ecumenico delle chiese
(CEO, sia a livello europeo,
tramite la Conferenza delle chiese europee (KEK) e, appunto,
la Conferenza delle chiese protestanti dei paesi latini d’Europa.
Là dove le chiese riformate
vivono la condizione di diaspora
Un ruolo da valorizzare per far sentire in Europa la voce dei protestanti dei paesi latini - Esigere una laicità fatta di rispetto
La CEPPLE è attenta, ad ogni
livello, alla riflessione delle chiese nella linea proposta dal Consiglio ecumenico delle chiese o
dalla Conferenza delle chiese europee.
Essa cerca di promuovere o
di incoraggiare incontri specializzati fra rappresentanti di tutte le chiese membro, quali:
— seminari di studio e di lavoro per i responsabili delle trasmissioni protestanti alla radio
0 alla televisione
— colloqui di professori di
teologia
— incontri di donne dei paesi
latini
— incontri di giovani di tutti
1 paesi
— incontri di operatori rurali
per lo studio dei loro problemi
specifici
— gemellaggi di chiese
— visite tra comunità
Cerca di stabilire e di rafforzare legami fraterni e frequenti
tra i responsabili delle chiese
membro, con la partecipazione
ai loro sinodi e assemblee.
L’Assemblea generale della
CEPPLE si svolge ogni quattro
anni. Oltre ai delegati delle chiese, essa è aperta ad ogni persona interessata ai progetti e all’azione della CEPPLE. La prossima assemblea avrà luogo in
Belgio nel 1994, sul tema: « Protestanti perché... » (alla ricerca
di un’identità protestante per
chiese minoritarie).
— In occasione dell’Assemblea
protestante europea di Budapest
i delegati delle chiese dei paesi
latini d’Europa hanno chiesto di
valorizzare il ruolo della CEPPLE
nel quadro del protestantesimo
europeo. In quanto segretario di
questa organizzazione, come valuta questa richiesta?
— La valuto favorevolmente
perché è sempre rallegrante vedere svilupparsi un progetto che
ci sta a cuore. Nello stesso tempo, sono un po’ preoccupato perché mi chiedo come riusciremo a
realizzare questo progetto. Sviluppare la CEPPLE vuol dire
stabilire nuovi contatti, organizzare nuovi incontri, potenziare
il dialogo a vari livelli e quindi
impegnare nuove persone. Si pone un problema organizzativo
non indifferente. Detto ciò, è
chiaro che se vogliamo che la
voce delle chiese dei paesi latini si faccia sentire, è indispensabile creare amplificatori.
— Dire chiese protestanti dei
paesi latini d’Europa significa
parlare di minoranze. Si può
parlare di problematica comune
con altre situazioni di minoranze in altre parti d’Europa?
— Certo vi è similitudine con
altre situazioni minoritarie, in
particolare nei paesi dell’Est.
Con una differenza, però: di
fronte alle chiese minoritarie dei
paesi latini vi è sempre una
Chiesa cattolica romana potente, massiccia, a volte schiacciante. Nei paesi dell’Est non è sempre così. Lo è in paesi come
la Polonia certo, ma in vari di
questi paesi ad essere maggioritarie sono le chiese ortodosse.
— Una delle particolarità delle chiese protestanti del Sud Europa è di aver promosso e difeso la laicità. Quale contributo
possono dare, da questo punto
di vista, alla costruzione della
nuova Europa?
— Ciò che possiamo fare è
di esigere questa laicità, soprattutto nel senso che, personalmente, dò a questo termine,
cioè il rispetto degli uni e degli
altri. Per cui mi auguro che, nell’Europa di domani, tutte le minoranze vengono ascoltate, tutte possano avere voce in capitolo. Lo stesso vale a livello ecumenico; l’ecumenismo infatti è
anche questo: rispettare l’altro,
considerarlo a tutti gli effetti
come un vero fratello.
— La maggior parte delle chiese protestanti dei paesi latini
sono calviniste. A livello europeo, esistono differenze sensibili tra la tradizione calvinista e
quella luterana?
— La tradizione luterana non
è uguale dappertutto. E’ molto
forte nell’Europa del Nord. Nei
paesi latini le differenze tra lu
II pastore Gérard Cadier, segretario della CEPPLE.
terani e calvinisti sono quasi
inesistenti. Con i luterani del
Nord abbiamo problemi simili
a quelli che incontriamo con i
cattolici o con gli ortodossi. Ma
anche qui deve prevalere il grande principio della laicità, quello
del pluralismo: ogni confessione
deve essere rispettata nella sua
identità particolare, ma nessuna deve prevaricare sulle altre.
Pagina a cura di
Jean-Jacques Peyronel
LE CHIESE ADERENTI
Fanno parte della CEPPLE le seguenti chiese e Unioni di chiese:
Francia:
Chiesa riformata di Francia
Chiesa evangelica luterana di Francia
Chiesa della Confessione di Augsbourg di Alsazia e Lorena
Chiesa riformata di Alsazia e Lorena
Chiese riformate evangeliche indipendenti di Francia
Federazione delle chiese evangeliche battiate di Francia
Spagna:
Chiesa evangelica spagnola
Chiesa spagnola riformata episcopale
Portogallo:
Chiesa evangelica presbiteriana del
Portogallo
Chiesa evangelica metodista portoghese
Chiesa lusitana cattolica apostolica evangelica
Belgio:
Chiesa protestante unita del Belgio
Svizzera:
Conferenza delle chiese romande
Conferenza delle chiese francesi
della Svizzera allemanda.
Italia:
Chiese evangeliche valdesi
Opera per le chiese metodiste in
Italia
Unione cristiana evangelica battista in Italia
Equipe di continuazione
Belgio: Jean-Paul Lecomte
Francia: Jean Tartier
Portogallo: Sergio Paulo Furtado
Spagna: Carlos Capo
Italia: Mirella Scorsonelli
Svizzera: Irénée Haniss-Pierrehumbert
Presidente: Jean-Joseph Huge (Belgio)
Segretario: Gerard Cadier (Francia)
FRANCE
EGUSE REFORMEE DE FRANCE
47. rue de Clichy, F - 75009 PARIS
EGUSE EVANGEUQUE LUTHERIENNE DE FRANCE
13. rue Godefroy, F - 75013 PARIS
EGUSE DE LA CONFESSION D’AUGSBOURG
D'ALSACE ET DE LORRAINE
1b, quai SI-Thomas, F - 67081 STRASBOURG Ced^
EGUSE REFORMEE D’ALSACE ET DE LORRAINE
1b, quai St-Thomas, F - 67081 STRASBOURG Cedex ^
EGUSES REFORMEES EVANGEUQUES INDEPENDANTES
DE FRANCE
6, rue Friedland, F -13006 MARSEILLE
FEDERATION DES EGUSES EVANGEUQUES
BAPTISTES DE FRANCE
48, rue de Ulle, F - 75007 PARIS
CONFERENCE DES EGLISES PROTESTANTES DES PAYS LATINS D'EUROPE
(C.LP.P.LE.)
PORTUGAL
IGREJA EVANGEUCA PRESBITERIANA
DE PORTUGAL
rúa Tomás da Annundacáo 56/1“ Oto, P - 1300 LISBOA
IGREJA EVANGEUCA METODISTA PORTUGUESA
Praqa do Coronel Pacheco 23. P - 4000 PORTO
IGREJA LUSITANA CATOUCA APOSTOUCA
EVANGEUCA
rúa 1» de Malo 54, 2”, P - 4400 Villa-Nova de Gaia
EQUIPE DE CONTINUATION DE LA CEPPLE
RF1GIQIJE Jean-Paul LECOMTE
rue Dufresne 11. B-7230 FRAMERIES
FRANCE : Jean TARTIER
18. Grande Rue, F-70400 COUTHENANS
PORTUGAL : Serge Paulo FURTADO
apatano 2248, P-3081 FK3UEIRA-DA-FOS
ESPAGflE. Carlos CAPO
Segarra 43, E-08191 Rubi (Barceiona)
ITALIE: Mirella SCORSONELLI
corso Vittono Emanueie 170,1-80122 NAPOLI
SDISSE rénée HANISS-PIERREHUMBERT
UrueHenn Mussart CH-1208 Genève
Préeident. Jean-Joseph HUGE
me Barre Sl-Biieo 14, B-7500 TOURNAI
(Belgique^
Secrétaire : Gérard CADIER
Le Rastet. F-26400 BOUROEAUX - Drôme
(France)
6
18 settembre 1992
E Eco Delle Aàlli ¥vldesi
LE SCUOLE NEL PINEROLESE
CONVEGNO GIOVANILE A POMARETTO
Al
mai
r
Venerdì 18 settembre bambini
e ragazzi piemontesi varcheranno le porte della scuola e inizieranno un cammino che dovrebbe concludersi il 10 giugnp prossimo^ dopo 205 giorni di lezioni
effettive, secondo quanto è stato
stabilito dal sovrintendente scolastico per il Piemonte che ha
decretato anche il calendario delle varie festività comuni e non
comuni alle altre regioni d’Italia.
A guardare un po’ più da vicino la situazione della scuola nelle nostre valli ci sembra che in
linea generale i problemi da affrontare, le novità, le difficoltà
saranno più o meno dello stesso
tipo che incontreranno gli studenti italiani un po’ ovunque.
Innanzitutto il problema del personale docente: quest’anno non
sono ancora disponibili, e non lo
saranno presumibilmente fino ai
primi di ottobre, i supplenti annuali nominati dal Provveditorato per ricoprire posti vacanti; infatti a tutt’.oggi non sono ancora
state rese note le graduatorie definitive per gli aspiranti supplenti nei vari ordini e gradi di scuola. Questo significa che in molti istituti si andrà avanti a lungo prima di avere il corpo insegnante al completo e consentire
così un andamento abbastanza
regolare delle lezioni.
D’altro canto, ancora sul fronte dei docenti, c’è da registrare
che quest’anno sono stati immessi in ruolo nella provincia di
Torino alcuni dei vincitori dei
concorsi a cattedra banditi tra
il 1989 e il 1990 e questo forse è
un segnale positivo, significa
forse che nella nostra regione e
quindi anche nelle nostre valli
la situazione non è del tutto statica e nuove forze ed energie entrano a dar vigore e si spera
entusiasmo.
Per quanto riguarda poi il .numero degli studenti presenti in
questo anno scolastico nei vari
tipi di scuole nelle Valli e nel
Pinerolese la situazione appare
stazionaria; così se nei Comuni
più piccoli si è tirato un sospiro
di sollievo laddove non sono state chiuse le varie sedi staccate
o succursali della scuola dell’obbligo, va detto che a Pinerolo,
che serve un vasto bacino d'utenza per la frequenza di istituti
di istruzione secondaria, le cose
sono andate davvero bene. In generale per le iscrizioni al primo
anno, per esempio è il caso del
liceo scientifico, c’è stato un deciso aumento nel numero di studenti.
La scuola comincia dunque, in
mezzo a qualche luce e tra parecchie ombre, nella confusione
che regna anche altrove, con problemi vecchi e in attesa che le
decisioni che dovrebbero essere
prese dall’alto aiutino la scuola
nelle nostre valli come nel resto
del nostro paese ad essere un
momento fondamentale e significativo nel cammino educativo
individuale e collettivo.
Garmelina Maurizio
Un'ampia scelta scout è belio
Molte le possibilità dopo la media inferiore
Dunque le scelte sono state
fatte; un giro di informazione
nel Pinerolese ci permette di fare il punto. Le classi negli istituti superiori sono state definite, i docenti più o meno individuati.
Il Pinerolese, dal punto di vista delle possibilità di scelte nei
settori tradizionali della scuola
superiore, è abbastanza completo; certo quasi tutte le opzioni
sono situate a Pinerolo, ma quale programmazione, con il calo
demografico che si è registrato
in questi anni, avrebbe potuto
proporre un decentramento di
determinati istituti, ad esempio
nelle valli?
Pochi anni fa è arrivata in vai
Penice una sezione distaccata
dell’istituto tecnico « Puniva »
per geometri e ragionieri, ma
oggi già si registrano le prime
difficoltà: gli allievi iscritti al
primo anno sono diminuiti nel
complesso rispetto all’anno scorso e gli stessi docenti a volte
sono titubanti a scegliere Luserna come sede.
In tutta la vai Chisone in compenso non c’è un istituto superiore, per cui i 150 licenziati lo
scorso anno fra le medie di Perosa Argentina e Villar Perosa
non hanno altro riferimento che
il polo scolastico di Pinerolo.
Un polo che, si diceva, offre
quasi tutte le possibilità di scelta (liceo scientifico, classico, istituti tecnici con vari indirizzi, alberghiero, magistrali, ecc.) e che
su tale base diventa riferimento
per un’area ben più vasta della
città e delle sue valli: rispetto
a circa 600 ragazzi che hanno
ottenuto lo scorso anno la licenza media siamo infatti fra tutti
gli istituti superiori alla cifra di
circa 1.600 iscritti alle prime dei
vari corsi ed istituti.
Fra tutti sembra godere della migliore salute il liceo scientifico, passato dai 217 iscritti al
prime anno nell’anno scolastico
’91-’92 agli attuali 265; sembra
evidente che le sperimentazioni
avviate nell’ultimo periodo abbiano saputo qualificare ancor
di più questo istituto e la riprova che sono le sperimentazioni a portare nuove iscrizioni
arriva dal Puniva, dove il corso
sperimentale Igea, inserito da
due anni, ha più iscritti sia del
corso per geometri che di quello per ragionieri (entrambi fermi a 114 allievi).
Che ci siano, dietro queste
scelte, reali convinzioni o piuttosto la sensazione che determinati corsi ormai non siano più
in grado di offrire vere prospettive di inserimento in un mondo del lavoro in forte crisi, il
dato pare sufficientemente chiaro circa l’incertezza del futuro.
In qualche modo lo stesso numero di oltre 1.000 iscritti al
corso di giornalismo, appena
istituito presso l’Università di
Torino, testimonia di una quasi
affannosa ricerca di una qualche
garanzia per il future.
Da un lato non sono pochi
quelli che cercano la via del lavoro immediato, subito dopo la
fine della scuola dell’obbligo;
dietro tali scelte ci sarebbe, se
MOBILIFICIO
(di fronte alla caserma alpini)
esposizione e laboratorio:
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FA VIVERE LA TUA CASA
condo alcuni, un bisogne più indetto che reale di rapidi guadagni (sic!) ma la grave crisi di
molti settori deH’industria ci dice ogni giorno della difficoltà a
riconvertire personale considerato in esubero in questa o quella fabbrica.
Ed è anche così che taluni posti di lavoro risultano appetiti
da molti mentre altri, di un certo rilievo, faticane a trovare
candidati.
Un discorso a parte merita il
Collegio valdese di Torre Penice che dopo un periodo di incremento a cavallo fra gli anni ’70 ed ’80 ed un certo successo di adesioni, con l’introduzione di sperimentazioni, anche
dal vicino bacino del Saluzzese,
soffre oggi una carenza di iscrizioni dal momento che analoghe
sperimentazioni sono state introdotte anche negli istituti pubblici di Pinerolo.
Il lieve decremento (da 17 a
16) registrato quest’anno può
essere un segnale o un punto
di partenza. Certo è che, malgrado borse di studio ed altre
iniziative, non solo da oggi, il
Collegio valdese è per troppo
poche famiglie valdesi un riferimento per quanto riguarda la
formazione.
Piervaldo Rostan
« Siamo venuti perché abbiamo esperienze di scoutismo da
comunicare ad altri, perché non
ne sappiamo nulla, perché siamo
curiosi ».
Questi sono alcuni dei motivi
che hanno spinto una trentina
di persone a partecipare sabato
5 e domenica 6 settembre, a Pomaretto, al convegno sulla questione giovanile promosso dal
« Coordinamento scout valli vaidesi ».
Scoutismo, come? Perché? (lo
abbiamo criticato in passato).
Molti dei partecipanti avevano
bisogno di informazioni. Un rappresentante dello scoutismo prò
testante francese, Aldo Costantino, ha illustrato in modo ampio
che cos’è Io scoutismo, come è
nato, come è organizzato in Francia. Lo scoutismo è un gioco, un
metodo attivo di educazione alla
natura con fratelli e sorelle; la
spiritualità ha la sua importanza ed il fine è quello di « fare
uomini liberi e responsabili nel
gestire la creazione in armonia
con il Creatore ed il creato ».
Non è facile parlare di scoutismo a chi non ha mai fatto
questa esperienza. Per questo,
dopo le accurate spiegazioni anche di Attilio Scali e Cecilia Dupré, gli interrogativi non erano
scomparsi anche se l’ottimismo
cominciava ad affiorare e molti
pregiudizi a scomparire.
Durante i due giorni si sono
anche avute testimonianze sul
l’organizzazione dei gruppi scout
cattolici e discussioni su cosa
significa educare ed essere educati oggi. I dati e le informazioni ricevuti durante una tavola
rotonda sulla situazione socioeconomica nelle valli, alla quale
hanno partecipato Piervaldo Rostan, Claudio Rivorrà per la
FCEI-Valli, Dario Tron, Massimo
Long, con uno sguardo particolare ai giovani, destano preoccupazione. Vi è un calo demografico; un ingrossamento delle comunità di fondovalle; il grande
problema della tossicodipendenza con valori pari a quelli cittadini; dell’alcolismo; della diminuzione dei posti di lavoro a
causa della chiusura o deH’entrata in crisi di molte industrie.
Il livello di scolarizzazione sta
nuovamente diminuendo, pochi
sono i diplomati ed i laureati. E’
una situazione difficile, fatta di
diminuzione degli interessi, di
crisi dell’aggregazione; lo scoutismo potrebbe essere una nuova
via da battere.
Ognuno è ritornato alla propria casa con informazioni in
più, con il desiderio di far
« partire » qualcosa ma, soprattutto con l’impegno di incontrarsi fra sei mesi durante un campo scuola e tirar fuori neU’aria
primaverile le idee, i pensieri
serbati e meditati durante l’inverno.
M. M.
RIFORMA.
TRE VOCI EVANGELICHE
UN SOLO GIORNALE.
IL VOSTRO.
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SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE, METODISTE E VALDESI
7
18 settembre 1992
Yallì
cinema
INVERSO RINASCA
Dalle fi
vedo la mia casa
Contro ì tagli
allo stato sociale
PINEROLO — Contro i tagli
alle pensioni e allo stato sociale, i provvedimenti economici
del governo Amato, la trattativa sul costo del lavoro, per la
difesa dei posti di lavoro ed il
ripristino della scala mobile, all’insegna dei « Ricostruire il sindacato dei lavoratori », la Confederazione unitaria di base di
Pinerolo organizza un’assemblea
pubblica per martedi 22 settembre, alle ore 21, presso il Centro sociale di via Lequio; interverranno Giovanni Zungrone,
Renato Strumia, Bruno Dottorini, Cosimo Scarinzi.
Incontro con un
gruppo argentino
RORA’ — Sarà un giorno di
festa, domenica 20 settembre
nel piccolo Comune dell’alta valle Penice; un gruppo di argentini di Alejandra, originari delle valli valdesi ed alcuni proprio
di Rorà, saranno ospiti della comunità civile e religiosa. Domenica ci sarà una cerimonia di
benvenuto in piazza, alle 9,30, il
culto evangelico alle 10,30, un
pranzo comunitario. Lunedì sera, al parco montano, si svolgerà un concerto del coro la Draia
di Angrogna.
Il gruppo di argentini, discendenti di una forte emigrazione
della prima metà del XIX secolo, proseguirà il suo soggiorno
alle valli visitando varie località nel corso della settimana successiva, sotto la guida del sindaco di quella cittadina che, essendo originario di Rorà, non
poteva che chiamarsi Toum.
Formazione delle
guardie ecologiche
PINEROLO — E’ iniziato lunedì sera il corso per la formazione di guardie ecologiche volontarie a cui partecipano 30 aspiranti provenienti dalle valli
Penice, elùsone, Germanasca e
dalla Comunità montana Pinerolese pedemontano. I partecipanti, in larga maggioranza giovani, sopiranno in totale 140 ore
di cui una parte di pratica con
uscite sul territorio. Fra le materie del corso: legislazione ecologica, zoologia, botanica, prevenzione e lotta agli incendi,
pronto soccorso.
Una Comunità alloggio per anziani
due scuole elementari - Proprietà
Una decina d'anni fa veniva
chiusa una delle due scuole
elementari di Inverso Pinasca.
Ormai non erano più necessarie
due strutture così grandi per i
pochi bambini presenti nel Comune. E proprio quella scuola,
familiare a molti inversini, è diventata, dopo aver subito accurate ed adeguate ristrutturazioni, una Comunità alloggio per
anziani.
E’ stata inaugurata a metà
giugno e può' accogliere nove
ospiti (attualmente i posti sono
tutti occupati).
La Comunità alloggio appartiene ed è completamente gestita
dalla cooperativa di servizi socio-assistenziali « La dua valadda », che si occupa di assistenza
domiciliare ad anziani e di assistenza a portatori di handicap.
A differenza delle altre cinque
Comunità per anziani presenti
in valle (alle quali la cooperativa
fornisce i servizi), questa offre
un’assistenza continua ed accoglie anziani sia autosufficienti
che semi-autosufficienti.
La lingua « ufficiale » della
Comunità è il patuà, tutti i nove
ospiti provengono infatti dalle
valli Chisone e Germanasca;
hanno fra i 75 e i 93 anni.
La casa è strutturata su due
piani. Il primo è composto dalla cucina, la sala da pranzo, un
soggiorno ed i servizi; al piano
e
e
sorta nei
gestione
locali di una delle
di una cooperativa
La Comunità alloggio per anziani di Inverso Pinasca.
superiore vi sono quattro camere doppie, una singola, e servizi;
è in allestimento una palestra.
Vi è un progetto di ampliamento
(quando vi saranno i finanziamenti), che consentirebbero di
avere 4-5 posti in più ed anche
una gestione ottimale senza dovere incidere troppo sulle rette
che oggi si aggirano su 1.300.0001.500.000 al mese (non vi sono
integrazioni USSL).
Gli ospiti ricevono molte visite dai parenti e da chi abita vi
cino alla Comunità. Passano il
loro tempo chiacchierando in
giardino, leggendo, andando a
passeggio, si occupano dell’innaffiatura delle piante, di bricolage...
« Qui sto bene — dice la signora Enrichetta — ho una buona
compagna di camera, degli ottimi compagni di comunità, posso
fare passeggiate e dalla finestra
vedere la mia casa che non è
lontano da qui ».
Milena Martinat
MINORANZE LINGUISTICHE
Manifestazioni
TORRE PELLICE — Il cinema Trento ha In programma, venerdì 18, ore
21,15, «Rocketeer»; sabato 19, ore
20 e 22,10, domenica, ore 20 e 22,10,
lunedì, ore 21,15, «Poliziotto in bue
jeans ».
PINEROLO — Il cinema Hollywood
propone, da giovedì 10 a mercoledì
21, « Double impact: la vendetta finale»; orario feriale: 20,15 e 22,30, festivi ore 16, 18,15, 20,15, 22,30.
Al cinema RITZ è in programma, fino a mercoledì 21, «Batman, il ritorno ». Feriali ore 19,45 e 22,15; festivi ore 15. 17.30, 19,45, 22,15.
BRICHERASIO — Nell’ambito della
sagra dell'uva in corso in questi giorni, domenica 20, alle ore 17, in piazza Giretti si terrà una esibizione canina del gruppo cinofilo piemontese di
Bricherasio.
VILLAR PEROSA — Dal 25 al 27
settembre si terrà la mostra mercato
dei prodotti artigianali ed agricoli della valle.
CAVOUR — Si svolgeranno, nel prossimo fine settimana, numerose manifestazioni in occasione del 400° anniversario della conquista, del saccheggio e della distruzione di Cavour e
dell'Abbazia di S. Maria da parte del
Lesdiguières.
Venerdì 18, alle 20, verrà aperta la
rassegna mercato « Il libro e la storia »: alle 21. presso l'abbazia di S.
Maria, conferenza del gen. Guido Amoretti: « Situazione storico-politica nell'Europa del XVI secolo ».
Sabato, ore 21,30, concerto di canti gregoriani con il coro Abbazia Novalesa.
Libro sloveno
in occitano
Concerti
PINEROLO — Domenica 20 settembre, a conclusione del festival delle
bande '92. presso il campo sportivo
- Barbieri » si svolgerà un concerto di
tutte le bande che hanno partecipato
alla rassegna; inizio ore 14,30.
E’ uscito in questi giorni, tradotto in occitano (nella parlata
dell’alta valle Stura), un racconto scritto in sloveno nel secolo
scorso, contemporaneamente ad
una versione in cimbro e una
in franco-provenzale, favorendo
così la conoscenza della minoranza slovena in Italia e tre altre minoranze linguistiche dell’arco alpino.
Il racconto è divertente e simbolico: Martin Querpan, l’eroe
di questo libro, è un uomo libero, non riconosce le frontiere
imposte dalla politica e dalle
convenzioni sociali. Vive principalmente di contrabbando di sale e proprio mentre ne trasporta un carico si incontra, in uno
stretto passaggio, con la carrozza dell’imperatore Giovanni, in
viaggio verso Trieste. Per far
passare la carrozza Martin Querpan solleva il suo mulo col carico di sale come fosse una piuma, dando via libera al convoglio.
L’imperatore è stupito dalla
straordinaria forza di quell’uomo e se ne ricorda quando Vienna è terrorizzata da un terribi
le gigante che abbatte tutti i soldati che osano affrontarlo. Ricorre a Querpan, che vince il
gigante e libera Vienna dalla
paura meritandosi la gratitudine dell’imperatore che, come
compenso, gli rilascia un attestato che gli permetterà di svolgere liberamente il suo commercio di sale.
Il racconto è illustrato da divertenti disegni originali; l’autore, Pran Levstik (1831-1887) è
stato uno dei più significativi
poeti e scrittori del secolo scorso.
La versione occitana è stata
curata da Teve Martini con la
collaborazione di Jan Peire de
Bousquier, Massimo Raseni, Andrei Vremec e la consulenza di
Arturo Genre e Ezio Martin. Ci
auguriamo che questo primo
esempio di scambio culturale
fra le minoranze linguistiche italiane, dedicato all’infanzia, venga ripetuto in avvenire per una
miglior conoscenza reciproca.
RINGRAZIAMENTO
Le famiglie Ruotolo e Pasijualmi
ringraziano le sorelle delle comunità
di Genova e di Chiavari per l’assistenza prodigata alla loro congiunta
Annamaria Pasqualini
durante la degenza in ospedale e tutti coloro che l’hanno accompagnata alrultima dimora.
Chiavari, 10 settembre 1992.
RINGRAZIAMENTO
« Non temere perciocché io ti
ho riscattato »
(Isaia 43: 1)
Finila la sua sofferenza, è entrata
nella pace del Signore
Severina Alimonda
ved. CaUiano
Lo annunciano i cugini Alimonda,
Peroni, Peyrot, Tropea.
Un grazie commosso e riconoscente
all’impareggiahile amica Alma Gilìo,
che tanto l’ha aiutata in ogni eirco»
stanza.
Busca, 11 settembre 1992.
RINGRAZIAMENTO
« Siate saldi e il vostro cuore
si fortifichi, 0 voi tutti che sperate neU’Eterno! »
(Salmo 31: 24)
Il 25 agosto, dopo breve ma inesorabile malattia, prematuramente ci ha
lasciati nel dolore
Franco Ribet
di anni 52
Lo piangono la mamma, il papà,
la moglie Carla e i figli Donatella e
Silvio, il fratello, la sorella, i cognati
ed i nipoti, la zia, i cugini e la madrina. Commossi e riconoscenti, ringraziano tutti coloro che erano presenti al funerale con parole di conforto,
con fiorì ed opere di bene e tutti coloro che, pur non potendo essere presenti, sono stati loro vicini col pensiero, dimostrando così il loro affetto per
colui che oi ha lasciati.
Genova, 27 agosto 1992.
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18 settembre 1992
CRIMINI CONTRO L’INFANZIA
AMNESTY INTERNATIONAL
I martiri
deila pseudo-scienza
Una mappa dell’orrore: bambini rapiti e fatti oggetto di mercato e
di asportazione degli organi - Un abominio che non si può tollerare
Il nostro settimanale ha già
purtroppo avuto parecchie occasioni di informare i lettori sulle
numerose e gravissime situazioni di violenza e di sfruttamento
a cui i bambini vengono sottoposti in varie parti del mondo. E'
noto a tutti che ammontano annualmente a decine di milioni i
bambini che muoiono o restano
minorati per fame, malattie,
maltrattamenti, persecuzioni, abbandono, ma la cosa ancor più
abominevole — se possibile —
è che vanno man mano aumentando i rapimenti e le false adozioni allo scopo di prelevare da
quei poveri esserini degli organi da trapiantare o innestare su
altre ignare creature.
Alcune situazioni
emblematiche
Una denuncia circostanziata è
apparsa sul numero dello scorso
agosto del mensile « Le monde
diplomatique », denuncia che lascia esterrefatti. Questo atroce
mercato nasce al Sud (specie in
America Latina) e la « merce »
viene spedita verso le cliniche e
gli ospedali dei paesi sviluppati.
Nello scorso marzo, in Messico,
è stata aperta un’inchiesta a seguito della sparizione di parecchi bambini. Dopo qualche settimana essi venivano restituiti
alle famiglie dopo aver subito
l’asportazione di un rene.
Nell’Honduras la polizia scoprì nel 1986 parecchi istituti infantili denominati « case d’ingrasso » dalle quali i bambini venivano inviati illegalmente all’estero « per adozioni ». Nel
1987 un esponente della Giunta
nazionale rivela che i bambini
venivano utilizzati come donatori di organi negli Stati Uniti, do
ve venivano accolti da un’altra
organizzazione illegale che li pagava 10 mila dollari a testa. Malgrado questa denuncia, nell’anno successivo la polizia arrestò
due trafficanti israeliani di bambini che confessavano di averli
inviati in Israele e negli Usa a
scopo di prelevamento di organi.
L’ambasciata israeliana protestò
vivamente e quella statunitense
pretese la pubblicazione di una
smentita, ma il giornale honduregno (E1 grafico) che aveva
fornito le notizie confermò i fatti secondo testimonianze inoppugnabili.
Sempre nel 1988 le rivelazioni
di un giudice di Asuncion (Paraguay) fanno un gran rumore
e la polizia smantella un’organizzazione di esportazione di piccoli brasiliani che utilizzava appunto il Paraguay come base di smistamento.
A Lima, in Perù, a seguito della denuncia deH’arcivescovo cattolico, la polizia perquisisce dei
centri medici legati alla mafia,
dove risulta che bambini p>overi e
handicappati vengono eliminati
per utilizzarne gli organi.
In Brasile, dove secondo dati
ufficiali 7 mila bimbi sono stati
uccisi negli ultimi quattro anni,
padre Barruel, professore di teologia all’Università di S. Paolo
allerta l’Onu: « Il 75 per cento
dei cadaverini presentano mutilazioni interne mentre quasi tutti sono stati privati degli occhi ».
Italia: l’affare
« Di Nuzzo »
E in Italia, chi ricorda il caso
Di Nuzzo, trafficante di bambini? In quattro anni 4 mila fanciulli brasiliani sono giunti da
noi per esservi adottati. Un mi
Predichiamo un
Evangelo di pace
(segue da pag. 1)
e una formazione; cerchiamo
per loro dei posti di lavoro e
anche degli uomini d’affari sono
coinvolti in questo progetto, ma
tutte le misure prese per rilanciare l’economia a questo scopo
sono inutili. Quando i giovani
sono affamati cercano il sistema
per far soldi, e cadono nella
criminalità.
— Se l’apartheid cesserà, il
Consiglio sudafricano delle chiese si troverà modificato per
l’eco
delle valli vaideel
via Pio V, 15 - 10125 Torino
Tel. 011/655278 - 0121/932166
Dir. respons. Franco Giampiccoli.
Aut. Trib. Pinerolo n. 175.
EDITORE; A.I.P. - via Pio V, 15 10125 Torino - ccp 20936100 - tei.
011/655278.
Stampa: Coop. Tipografica Subalpina - Torre Pelllce.
FONDO DI SOLIDARIETÀ’: ccp n.
11234101 intestato a «La luce •
via Pio V, 15 - 10125 Torino.
quanto concerne le proprie strutture e i propri obiettivi?
— Ritengo che gli obiettivi del
SACC siano intimamente legati
all’Evangelo della pace, della giustizia e della riconciliazione nel
mondo. Questi obiettivi quindi
non cambieranno; potremo modificare i dettagli o dei punti di
vista. Potremo concentrarci maggiormente sulla ricostruzione,
quando non ci sarà più l’apartheid da combattere.
Allora ci indirizzeremo sulla
riconciliazione e sul rinnovamento della nostra società; aiuteremo i sudafricani, arrabbiati e
amareggiati, a iniziare a riflettere secondo una visione diversa da quella legata all’apartheid,
nella quale essi non sono nemmeno considerati esseri umani.
Ci attende dunque un ministero oltre l’apartheid. Se un governo si ergerà ad oppressore
di altri, interverremo nuovamente, e diremo che ciò è malfatto,
e torneremo in prigione. Qui
sta la nostra responsabilità; per
noi non si tratta del colore della pelle 0 di un particolare gruppo di individui, ma degli imperativi evangelici che tendono a
realizzare la giustizia.
Intervista a cura di
J. M. Spothelfer
(SPP)
Prigionieri
del mese
In diverse zone del mondo si registrano sempre gravissime violazioni dei diritti umani
gliaio è stato effettivamente individuato. Degli altri 3 mila, nessuna traccia. Due giudici italiani, recatisi in Brasile per chiarire le cose, al loro rientro allertano il governo; secondo le
loro indagini — appurato che un
forte numero di adozioni veniva
dalla Campania — giunsero alla
conclusione che la camorra aveva messo a punto un traffico
d’organi di bambini, inviati anche in altre parti d’Europa. Il
governo italiano si rivolse anche
all’Interpol ed il quotidiano « La
Repubblica » ne dette a suo tempo notizia.
Materiali per i
corsi di anatomia!
I casi citati dal periodico si
susseguono ulteriormente e vanno ancora dall’Argentina all’Uruguay, dall’India alla Turchia. Ma
forse il più spaventoso è quello
successo in Colombia nel marzo
scorso, e degno di un horror alla Frankestein. Nella Facoltà di
medicina di Barranquilla vengono ritrovati dieci cadaveri di indigenti, fra cui quello di un
quindicenne, unitamente ai resti
di altri 40 esseri umani. Viene
appurato che alcuni inservienti
atterravano i mendicanti a colpi
di mazza da baseball. Le vittime,
in stato comatoso, venivano poi
finite dopo che erano stati loro
estratti gli organi più richiesti e
venduti al mercato nero. I corpi venivano successivamente utilizzati per i lavori pratici dei
corsi di anatomia o gettati nelle
discariche.
Non è facile fare seguire un
commento a questi fatti mostruosi che forse costituiscono
solo la parte visibile di im mondo sotterraneo chissà quanto
mai esteso. Certo non basta che
l’Organizzazione mondiale della
sanità nel suo rapporto generale, rilevando la mancanza di organi umani a disposizione per i
trapianti, accenni al loro traffico illegale ed al suo progressivo
aumento.
Collaborazioni
e connivenze
C’è innanzitutto da chiedersi
come tutto questo possa avvenire senza la stretta collaborazione di medici e di personale sanitario, i quali non possono ignorare, da un lato, la provenienza
del materiale umano messo a loro disposizione e, dall’altro, le
re.sponsabilità gravissime che si
assumono nell’alimentare, col loro operato, questo abominevole
mercato.
Viene anche da pensare alla
connivenza di coloro che vengono a « beneficiare » di questi trapianti e con quale animo essi
possano accettare che la vita
giunga loro attraverso la consumazione di un crimine di tal genere.
C’è da augurarsi che le varie
organizzazioni umanitarie — in
primo luogo Amnesty International, così attiva nei confronti dei
diritti umani — rafforzino la loro azione di denuncia e di sensibilizzazione. Anche le chiese
devono intervenire energicamente, nella consapevolezza che la
protezione dei bambini e dei loro diritti è uno dei capisaldi della fede e della carità cristiana.
Roberto Peyrot
« La candela non brucia per
noi, ma per tutti coloro che non
siamo riusciti a salvare dalla
prigione, per tutti coloro che sono stati uccisi lungo la strada
per la prigione, che sono stati
torturati, sequestrati, che sono
scomparsi. Per tutti costoro brucia la candela... ». Queste sono
parole di Peter Benenson, fondatore di Amnesty International
(1961), un movimento in difesa
dei diritti umani. Affinché quanto scrive non succeda ai prigionieri che qui presentiamo, Abdelhaq Rouissi e Lue Mayelo
Mokasoso, invitiamo i lettori a
sottoscrivere appelli per la loro
immediata e senza condizioni liberazione alle autorità dei loro
rispettivi paesi. Un terzo prigioniero segnalato con loro nel numero della rivista di A. I. del
mese di luglio, un cattolico, avvocato e scrittore, Nguyen Khac
Chinh, detenuto da 17 anni in
un campo di rieducazione del
Vietnam, è stato liberato. La notizia della ultima ora è data
dalla rivista stessa. Ce ne rallegriamo moltissimo!
Abdelhaq Rouissi — MAROCCO
Impiegato di banca e sindacalista delTUnione marocchina del
lavoro. Nel 1962 aveva boicottato le elezioni criticando il peso
eccessivo della monarchia sul
governo in via di costituzione.
Nel 1963 si era schierato contro
il conflitto scoppiato tra Algeria
e Marocco per una questione di
confini. E’ stato arrestato e nel
1964 è scomparso, probabilmente detenuto in un centro segreto di prigionia. Parecchi prigionieri, che erano scomparsi come lui, sono riapparsi quando
il governo ha ordinato il loro
rilascio nel dicembre del 1991.
Alcuni detenuti ora rilasciati
hanno dichiarato di aver visto
Rouissi nel 1975 in un centro
segreto di prigionia della gendarmeria di Rabat e più recentemente in un carcere militare
di Ahermoumou.
Indirizzo per gli appelli;
Sa Majesté le Rei Hassan II
Bureau de Sa Majesté le Roi
Palais Royal
Rabat - Maroc
Si prega di inviare copia dell’appello all’ambasciatore del
Marocco, Via Spallanzani, 8 00161 Roma.
Lue Mayolo Mokasoso - ZAIRE
Medico dentista, colonnello
delle forze armate dello Zaire.
E’ stato arrestato il 21 luglio
1991 con altri dieci ufficiali e
portato nel quartiere generale
dei servizi di sicurezza, dove è
stato torturato. Poi è stato trasferito insieme a un altro ufficiale in una prigione militare
della capitale, Kinshasa. Si suppone che egli sia stato sospettato di aver complottato contro
il governo, prendendo contatti
con la Union sacré, la coalizione di partiti e movimenti politici che mirano ad ottenere un
cambiamento di governo con
mezzi pacifici. Per questo motivo e per il fatto che egli non
sia stato ancora incriminato né
processato, si ha ragione di credere che sia stato arrestato solo per le sue opinioni politiche.
Si rivolgano gli appelli per la
sua liberazione a;
Président Mobutu Sese Seko
Président de la République
Présidence de la République
Kinshasa-Ngaliema - ZAIRE
(Africa)
Si prega di inviare copia dell’appello all’ambasciatore dello
Zaire, via del Circo Massimo 7 00153 Roma.
N. B. Lettere in francese o anche in italiano per ambedue i
casi.
Affrancatura per via aerea L.
1.05C per il Marocco, L. 1.200 per
lo Zaire (peso non più di 20 gr.).
Si possono anche usare gli aerogrammi postali.
A cura di
Anna Manilio Reedtz
per la stampa dì
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