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Roma, 5 Dìcombre 1008
SI pubblica ogni Sabato
ANNO 1-N. 491
LA LUCE
Propugna gl’interessi sociali^ moraii e religiosi in Itaiia
O
Sì
6
A.BBONÀMKNTI
Semestre L. 1,50
« « 3,00
Italia : Anno L. 2,50 —
Estero : » » 5,00 —
XTn numero separato Cent. 5
I manoseritti non si restitniscono
INSBR2:iONI
Per linea e spazio «orrispondente L. 0,15
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Per eolonna intera, mezza colonna, qnarto di colonna e
per avvisi ripetuti prezzi da convenirsi.
Direttore e Amministratore : B. Celli, Via Magenta 18, Roma
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SOMMARIO
Guardando attorno. — Acqua freschissima. — Un ex
abate anticlericale. — Per distruggere il Romanismo, Arturo Mingardi. — Le Missioni Evangeliche
nell’Estremo Oriente, E. M. — Missioni e missioni, Giacomo Weitzecker. — Una profezia, T. G.
— Una passeggiata colla mia bambina, Giuseppe
Banchetti. — Galleria scientifico religiosa : G. B.
Biot, E. M. — Il monte della legge, Y. — Ad
un’anima afflitta, Prof. A. M. — Chiesa e pastori,
e. r. — Croce azzurra. — L’Asilo infantile di Pomaretto, G. B. — Corriere Nord-Americano, Prof.
Alberto Clot. — Nella Penisola e nelle Isole. —
Oltre le Alpi e i Mari. — Primavera deliavita. —
Eroine Valdesi (nuova serie), Teofilo Gay.
Gaardaodo attorno
(Noterelle e Spigolature)
A Firenze l’otto di questo mese, Cristiani Evange'
lici commemorano il centenario della nascita del conte
Piero Guicciardini, araldo dell’Evangelismo in Italia.
Per tale occasione Carlo Antonio Zanini ripubblica
un suo discorso da cui spira il forte e soave profumo
di quei tempi di entusiasmo vivo, spontaneo, invidiabile.
E’ tanto che avremmo voluto pubblicare in parte
almeno un lungo studio che ha veduto la luce nella
Rivista per le Signorine. La mancanza di spazio ce
l’ha impedito. Veramente lo studio, che porta per
titolo; Un'eroina evangelica e si aggira intorno alla
compianta e rimpianta signorina Luisa Andi'é di Firenze, non contiene nessuna notizia nuova per noi.
E’ notevole tuttavia lo spirito ottimo con cui l’articolo è scritto. Vive congratulazioni aU’Autrice che ha
scelto un bello pseudonimo dietro cui modestamente
nascondersi; Fede.
*
Quella raccomandabilissima pubblicazione quindicinale che s’intitola : Conferenze e Prolusioni, reca
questa volta in extenso la conferenza tenuta in Pavia
e quindi all’Università popolare di Genova nel gennaio scorso dal pio e valente professore Mario Falchi,
preside del Liceo di Torrepellice e nostro collaboratore, intorno al tema: L’anima religiosa di una bi
blioteea d’argilla. La conferenza ha un modesto ma
schiètto sapore apologetico.
Fa il giro dei fogli qùo'tidiani il romanzo ecclesiastico deH’infelioe abate Carlo Perraud. Così lo
chiama nel Corriere della Sera P. Croci, il quale vi
dedica un lungo e bell’articolo.
Il fatto doloroso è noto; non occorre raccontarlo
qui. Noi ci restringiamo a far voti perchè preti, frati
e monache si uniscano a costringere chi può a sop
primere l’assurda anticristiana legge del celibato
forzato.
»
• •
Giacomo Perroni pubblica nella Gazzetta del Popolo di Torino un attraente scritto dal titolo: Un
cardinale modernista. Il cardinale modernista è il
Newman.
€ Se un modernista qualunque, Tyrrel o Murri che
sia, al giorno d’oggi pubblicasse la metà di quanto
ha scritto il Newman, verrebbe non solo sospeso « a
divinis *, ma gettato fuori del grembo della Chiesa;
a Newman invece tali parole così severe e così ribelli procurarono, quattro anni dopo, lo porpora cardinalizia ».
I tempi sono mutati. Adesso il Papato sente il bisogno di stringere i freni, signor Perroni.
*
Un redattore della Gazzetta di Torino ha testé avuto
un piacevole abboccamento con un dotto e simpatico
missionario cattolico romano nell’Estremo Oriente.
♦ Come vanno le missioni cattoliche nell’Estremo
Oriente ?» ha domandato il redattore.
« Purtroppo non molto bene », ha risposto il missionario. » Pubblicherò prossimamente un libro su
« questo argomento. E dico non molto bene, anche e
« specialmente nel confronto con le missioni prote« stanti, le quali -- e lo riconosco per ossequio alla
« verità — conseguono risultati addirittura meravi* gliosi ».
Questo è parlar chiaro !
II missionario ha fatto al suo interlocutore una
storia esattissima, del tutto obiettiva dell’introduzione del cristianesimo e delle sue vicende nel Giappone; aggiungendo le ragioni (tutt’altro che disonorevoli) per cui là gli Evangelici hanno riportate se
gnalate vittorie e i Cattolici non poche sconfitte.
*
* *
Nella Civiltà Sociale P. Nucchio, ragionando di militarismo e di nazione armata, domanda una * educazione civile atta a trasportare un uomo dal suo
stato più vile di egoismo ad una delle manifestazioni
più sincere d'altruismo », qual’è quella d’esporre la
propria vita con calma consapevole, con ardimento
sagace. « Occorre — egli dice — educare ed istruire
militarmente i cittadini anche fuori delle caserme
perchè le forze morali non si improvvisano e bisogna
prepararle pazientemente di prima mano ».
E per venire a questo effetto l’articolista formula
un principio fondamentale : • Il rispetto e la deferenza
ai più vecchi nella famiglia, ai maestri nelle scuole,
ai capi di officine — rispetto e deferenza che sono semplice manifestazione di educazione e non implicano
per nulla alcuna rinunzia alla propria dignità, alle
proprie idealità e alle proprie aspirazioni — trasportati nella milizia diventano sana e buona disciplina,
senza bisogno di insegnamenti speciali ».
Notevoli parole, specie se si pensa ch'esse sono apparse in un periodico socialista ; ma insufficienti rimedi: l’educazione alla militare farà degli automi dei
dovere esteriore, non mai esseri interiormente morali
e puri.
*
• •
Adesso si comincia a introdurre nei manuali di letteratura e di storia qualcosa dell'Antico e del Nuovo
Testamento, sotto forma di pillole minuscolissime. Ma
quante scioccherie qua e làl Un libro di storia che si
studia nelle scuole normali di Roma reca un capitoletto sotto il titolo La civiltà ebraica ; ove, tra le altre stramberie, si dice che il Dio degli Ebrei era
« impersonale » e « terrìbile vendicatore » e che la
Pentecoste significava «cinquanta giorni dopo la promulgazione della legge ! »
Se tanto mi dà tanto, se ogni capitolo è esatto a
questo modo, che bella storia s’insegna alla Capitale !
«
* •
Se gl’insegnanti laici e spregiudicati svisano così
i fatti, certo per conoscenza superficiale e frettolosa,
che cosa si può pretendere da L’ Araldo Cattolico ?
Questo rugiadosissimo giornale pretende di far la storia del Protestantesimo, e in realtà fa la storia di cerie
settacce condannate dai Protestanti specialmente !
Gli è come se noi — scrivendo la storia della Chiesa
di Roma— dessimo come caratteristiche dì essai movimenti religiosi prodotti da Fra Dolcino o da un
qualsiasi prete Negroni o da un qualsiasi Davide Lazzaretti dì comica memoria i
■ 'I
ACQUA fAeS(HiS$iih|A
Il Giornale d'Italia ha riassunto l’articolo Il diritto al furto del nostro Enrico
Rivoire. Gliene siamo grati.
Altri giornali o periodici citano la Luce.
La Vie Nouvelle, che si pubblica a Montauban (Francia), ne cava notizie, si può
ben dire, settimana per settimana, quantunque ell’abbia un corrispondente dall’Italia o per l’Italia bene informato, il quale
firma Oudeis.
Anche VAraldo Cattolico di Roma, foglietto settimanale, color nero ebano, rugiadoso alla maniera di circa un mezzo
secolo fa, è assiduissimo lettore della Luce.
E come se la gode a combatterla ! Noi, dal
canto nostro, siamo lieti di procurargli
così intima e dolce soddisfazione. Ma il
giornaletto non é molto equilibrato. Nelr ultimo numero, destinava 13 (diciamo
tredici) delle sue esili colonne a pigliarsela
col nostro Arturo Mingardi. Andando di
codesto passo, bisognerà cambiar titolo e
assumer francamente quello di Antiluce.
Questo titolo sarebbe anche più adatto,
tenuto conto delle idee che VAraldo propugna.
Nel penultimo numero, ecco una tirata,
sotto il titolo Per intenderci, contro il
brano di quel tal romanzo inglese The
Priest, che A. C. G. pubblicava alcune
settimane or sono qui nelle nostre colonne.
Alter, 1 articolista araldico del Per intenderci, non sa (e ne sembra impensierito,
poveretto ! bisogna compatirlo) se A. C. G.
sia autore o riproduttore. In un orecchio,
mio soave Alter: A. C. G. non è nè autore, nè riproduttore e nemmeno traduttore. Apriti cielo ! Che cos’è dunque ?
Oh bella ! A. C. G. è... una traduttrice.
Dunque, Alter sarebbe disposto a credere
che A. C, G. abbia buttato giù la versione
di quelle quattro righe per amor... del
danaro. Sospetto insolente che rivela in
2
LA LUCE
chi l’ha concepito una coscienza senza nemmeno il più misero ideale dinanzi, una
coscienza disposta... a « vendersi » come...
A. C. G.
Tutto il resto dell’articolo giustifica la
nostra espressione : « argomenti all acqua
fresca. » Alter salta a pie pari come un
agile clown sopra la tradizione cui la Chiesa
sua papalina se ne sta tenacemente ancorata da secoli. È comodo saltare, non è
vero ? E questo della tradizione era il punto
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Ad Alter non va l’idea della scienza rivelatrice di Dio ; come se la scienza non
avesse per ufficio — specie ai tempi nostri,
in cui ell’ha fatto tanü progressi — di
mostrarci le meraviglie del creato, che
sono meraviglie di Dio. La scienza è una
rivelazione, e, com’è naturale, non sopprime nè rende vana la rivelazione; ci aiuta
anzi a intenderla, come quando trattavasi
di interpretare il passo poetico relativo alla
fermata del sole. Ma, nella breve lista di
scienziati cattolici, Alter non mette Galileo
Galilei... e si capisce : a lui premeva di
dimostrare — confondendo chiesa romana
con cattolici romani — ehe la chiesa sua
è grande protettrice della scienza. Nulla
di più falso! Cattolici scienziati, e scienziati
genuini, e più molti che non quelli da
Alter stesso citati, si; e gloria a loro tutti, da
Galileo Galilei e da altri prima di lui fino
agli Ampère, ai Pasteur, ai Denza, agli
Stoppani, ai Secchi, ai Cerobotani ! Gloria
a tutti loro ! Ohi sa tuttavia che, a frugar
bene, in questi grandi animi, non si trovi
il cristiano più che il cattolico ? In ogni
modo, Secchi e Cerebotani non sono la
chiesa. Fin che ha potuto, la chiesa ha
perseguitato la scienza in persona perfino
dei suoi propri figlioli ; quando più non
ha potuto, o quando s è accorta eh era
tempo di smettere tanto barbarico atteggiamento, ha cominciato a far alla scienza
l’occhio di triglia, che pareva più che
altro — un occhio da... gatto ; ora poi
ella si dà per . mecenate addirittura. Resta
che la chiesa, come chiesa, è ancorata alla
tradizione medievale, ed è quindi la zavorra più antiscientifica che esista.
E non vuole VAlter dell Araldo Cattolico
che si parli di argomenti all acqua fresca?
Va bene. D’ora innanzi, per fargli piacere,
li chiameremo argomenti all acqua freschissima !
Un ex abate anticlericale
#Ìnartire di Tanrisano, Gialio Cesare Vanini, è
stato novamente comroemorato : nell industre e colta
Milano, ove I’Oq. Francesco Rubichi ha tenuto una
bella conferenza nella grande aula del R. Liceo Beccarla ; ed anche, all’altro capo d Italia, a Lecce, ove
si è‘ sol^tB^mente inaugurato un Circolo giovanile
che poT¿Ím il nome del glorioso martire.
L’ex abate prof. Salvatore Minocchi ha diretto ai
giovani di Lecce nna lettera gratulatoria, che il giornale, i/a Provincia di Lecce ha pubblicata. Nella
lettera, il Minocchi si appalesa schiettamente e...
sanamente anticlericale. ...
« Egregi giovani » egli scrive « col più vivo piacere apprendo che volete fondare in Lecce un Circolo di coltura moderna, intitolato, al nome illustre
di Gialio Vanini.
Pensiero giusto e doveroso. Perché sta bene nn
tributo di riconoscenza a lui, che lasciando coraggiosamente sul rogo dell’ Inquisizione la vita del
corpo, riaftermò nell’immortalità quegli indiosi veri,
direbbe Dante, con cui lo spirito umano tenta perennemente oltrepassare le arcane frontiere deifi Essere.
Noi dobbiamo onore ai nostri martiri, che suggellarono col sangue la loro coscienza e ci hanno
cosi guadagnata questa divina libertà di pensiero e
di parola.
Noi oggi raccogliamo nella gioia ciò che essi hanno
seminato nelle lacrime.
Voi proponete alla vostra vita un ideale nobile,
intendendo di combattere una sana lotta anticlericale. Noi dobbiamo essere contro il clericalismo che
vorrebbe perpetua l’oppressione degli uomini e delle
coscienze, in nome di interessi economici e di passioni politiche inverniciate di una apparenza di religione.
Ma un sano anticlericalismo, permetterete a me
sacerdote cattolico un’ osservazione quasi personale,
non può consistere nel tirar sassi ai preti o nello
sfondare le porte delle chiese.
Esso dev’ essere invece, tutto un’opera di amore
e di educazione genuinamente cristiana. Elevare l’animo rude, ma schietto e generoso, del popolo con
la viva propaganda delle idee elementari del Vangelo,
cercare per ogni verso di istruirlo con giornali, libri, letture e biblioteche sociali, spingerlo insomma
verso nna concezione ed esperienza superiore della
vita religiosa e civile, dove alla servile superstizione di ieri sottentra oggi nna spirituale libertà di
coscienza forte e coraggiosamente fino all’ estremo
sacrificio di sé.
Ecco, per me, il migliore degli anticlericalismi.
Combattete, senza tregua, il fariseismo che, ridotta la religione ad un sviluppo di esteriori imposizioni rituali senza vita, non ha ritegno di fare empio mercato delle cose sante, ingannando turpemente
il povero e semplice spirito popolare.
Ma vi rimane per altro, e sopra tutto da curare
la diffusione della cultura generale e di tutte le
conquiste civili e'spirituali del sapere moderno e
dimostrare ai popolo come s’integrino tutte le forme
del sociale benessere del fondamento unico delle libertà politiche ed economiche. Voi dovete insegnargli,
con paziente amore, che queste libertà, principio
d’ogni nostra vita e grandezza, esso può e deve volerle e conquistarle proprio in nome del Vangelo e
della vera religione cristiana.
I preti mercanti ó peggio, compatiteli fin dove è
possibile, ripensando alla falsa e snaturata educazione che essi sogliono ricevere per lunghe decine
di anni dentro i seminari, chiusi ad ogni alito di
vita contemporanea.
Date ai preti buona testimonianza fraterna di simpatia e di incoraggiamento, specialmente se l’autorità li disprezza e li avvilisce, perchè si mostrano
di sincera coscienza.
Vi assicuro che in Italia c’è un grandissimo numero di preti e frati che gemono, impotenti ancora,
sotto fi oppressione comune del clericalismo, e che
attendono da voi e dalla società la liberazione. Essi,
quando sia per sopraggiungere la crisi suprema,
lotteranno con voi.
Con ammirazione ed affetto io seguirò l’opera vostra, tanto più volontieri in quanto io sono fra quelli
che pure grandi speranze ripongono nella vostra Italia meridionale, per l’avvenire comune del popolo
italiano.
In altri tempi voi avete dalla Grecia innestata
in Roma la civiltà umana, ed avete accompagnato i
romani alla conquista del mondo.
Voi ci sembrate popoli ancora pieni di occulte energie, pronte a manifestarsi appena tocche nel vivo
dall’impulso di un’idea.
Noi contiamo su voi per riescire a creare la futura Italia, vagheggiata nei sogni dei padri.
« Accogliete fi espressione dei miei fraterni sentimenti con cui rimanga vostro :
Salvatope minoeehi
Firenze, 3 nov. 1908
I
Per JistruggBre il Bomanisnio
Il Rev. sig. Alfa nel suo famoso articolo, in cui
si volle occupare di me, mi getta quasi il guanto
di sfida a dimostrare che anche una sola dottrina
cattolica non sia evangelica ed in particolare mi
domanda se io sono convinto in coscienza di avere
dei motivi per credere che la confessione sacramentale non è evangelica.
Intanto egli stesso dà una dimostrazione sommaria
delfievangelicità di tutta la dottrina romanista col
ricordare la vanità degli sforzi di tutti gli eretici
dal primo all’ultimo, che secondo lui sarebbe VAsino
di Podrecca. Per 19 secoli fallirono gli eretici e
vinse la divina Chiesa romana !...
Bravo, Rev. Alfa, ella è un polemista incomparabile, il quale mentre difende la propria causa non
pretende di stravincere e lascia qualche risorsa all’avversario.
Io posso invertire il suo bel ragionamento : gli
eretici oggi sono più numerosi che mai non ostante
gli sforzi della Chiesa romana, che con buona volontà
in ogni tempo preparò capestri e accese roghi agli
iniqui figli del diavolo che non volevano pensare
com’essa imponeva. La Chiesa romana oggi non può
più uccidere e perciò, come di conseguenza naturale
si assotigliano le sue fila : segno evidente che essa
consisteva non per la verità della sua dottrina ma
per la violenza dal suo modus procedendi.
E quando fra poco non resterà al papa neppure
la possibilità di affamare molti de’ suoi preti e de’
suoi frati — più evangelici che papapalini — allora vedremo, Rev. sig. Alfa, quali delle dottrine
romaniste siano evangeliche e quali semplicemente
romane
L’Evangelo di Gesù Cristo si fa strada nel mondo
e la Chiesa romana da tre secoli in qua va perdendo terreno irreparabilmente.
Sua S. Pio X, il quale ebbe il coraggio di condannare le dottrine moderniste e protestanti che si
erano infiltrate nel suo gregge, abbia anche il coraggio
di esigere una completa, cosciente e illuminata
professione di fede romanista da tutti quelli che egli
crede suoi, non permettendo più oltre che intere
masse figurino quali cattolici romani nella statistica, mentre ignorano supinamente anche i capi più
essenziali della fede romana. Allora, Rev. Sig. Alfa,
toccarà con mano a che cosa si riduca la vittoria
che la Chiesa papale ha riportato sulle eresie...
Vox populi - vox Dei !
*
ÍÜ «
Ma sul tema particolare della confessione sacramentale rispondo : sissignore, sono certo di avere
degli argomenti ehe mi dimostrano, come dimostrano
ad altri 200 milioni di credenti in Cristo, che la
dottrina della Chiesa romana intorno alla confessione sacramentale non è dottrina nè di Cristo, nè
degli Apostoli ; ma è nna pratica umana che fu in
uso tra i monaci e si estese poi gradatamente a
tutta la Chiesa, col crescere dell’iniluenza monastica tra il popolo e nella curia.
Anche oggi vige nel monachiSmo quel sistema
di confessione naturale da cui derivò quella sacramentale.
Sono poi intimamente convinto di essere stato
involontariamente ingannato dai preti che mi fecero credere alla divina istituzione della confessione,
come pure di avere io stesso per qualche tempo
ingannato il mio prossimo, a cui chiedo scusa e perdono, sebbene già abbia fatto ammenda superiore
al mio fallo, insegnando la verità.
L'esperienza inoltre mi ha insegnato, ed ha insegnato, a moltissimi altri, che la confessione sacramentale in uso è immorale, perchè se si mette
ju una bilancia il bene e il male che un confessore
k a sè e agli altri - il male vince, e il bene è incerto ed effimero : in ogni caso è un bene che si
sarebbe potuto conseguire tanto meglio praticando
il 'V’angelo e rispettando i diritti naturali dell’uomo.
Io ragiono cosi perchè so che ormai pochissimi
anche tra i sacerdoti romanisti credono alla facoltà
magica della formala assolutoria.
3
LA LUCE
Sono poi sicuro in piena coscienza e con tutta la
mia intelligenza, che Cristo é nemico della Chiesa
romana come meccanismo burocratico e autoritario
— non parlò dei singoli individui — e che se Egli
tornasse uomo in terra, condannerebbe la chiesa
romana proprio come fece del fariseismo giudaico
e probabilmente Cristo sarebbe dal papa sospeso a
divinis, essendo che il Ministro Giolitti, più onesto
di Pilato forse non si presterebbe per sospenderlo
all’obelisco della Piazza di S. Pietro.
*
* ^
Il sig. Alfa ripete fino alla noia che i protestanti
affermano, e negano senza mai dare delle prove e
infarcisce i suoi scritti di inviti a dimostrare quel
che affermiamo. Incominci lei, signore, a provare,
se vuole anche con dei fatti, ciò che sostiene. Per
mio conto le posso dare degli indirizzi per avere
informazioni sul mio conto, vedrà che prove ho date
10 della mia fede non con delle parole ma con delle
opere e con dei sacrifizi. Non ho fatto invero che un
po’ del mio dovere, chè Gesù ha ben fatto di più
per me : ma dopo tutto davanti ad un essere come
lei, Rev. Alfa, posso bene permettermi di appellarmi
ai martirii che la Chiesa romana mi ha fatto soffrire per molto tempo.
Per me sono prove di vero cristianesimo non le
quisquiglie dei signori teologi romani, o tedeschi o
inglesi, ma la giustizia, Tampre e la verità in pratica.
Cristo non è venuto a fare della teologia, ma a
creare una vita nuova tra gli uomini : ed io riconosco più cristianismo là dove c’ è più amore per
Dio e per il prossimo e più giustizia e più verità
nell’azione.
Ci vuole altro che scrivere dei lunghi articoli snlVAraldo Cattolico, o sui giornali protestanti : è la
vita che prova la religione, sig. Alfa. Cristo ha detto
che ci daremo a conoscere suoi se faremo quanto
Egli ci ha insegnato.
Ora, Ella deve sapere molto bene, che io vivendo
per quindici anni tra preti e frati ho dovuto convincermi che tra essi non vi è la vera religione di
Cristo, per quanto vi sia della cieca ubbidienza
verso il papa.
E per citare soltanto un tatto, mi dica signor
Alfa, è generosa, è cristiana la sfida che ella mi
fa di nuovo nel numero ultimo AqWAraldo, (un articolo di tredici colonne capitatomi tra mano proprio ora mentre trascrivo quest’altra parte della
mia risposta) a dimostrare quel che piace a lei,
mentre ella crede che io scrivendo incorra in nuove
censure della sua chiesa divina la quale per di più
proibisce ai suoi fedeli di leggere i giornali protestanti ?
Che bella forza scrivere tredici colonne di Araldo
contro di me mentre poi è proibito ai cattolici di
leggere le mie ragioni scritte prima e quelle che
scriverei dopo ?
Fra noi evangelici non vanno così le cose : anzi
furono dei giovanetti evangelici che mi portarono VAraldo quando per la prima volta si interessò di me.
Quando tra i cattolici romani sarà permesso di
leggere anche le ragioni degli avversari!, allora io
le porterò le prove, Rev. sig- Alfa. Stando cosi le
cose, mi presterei al gioco pretino : ella avrebbe
sempre ragione davanti a’ suoi lettori, i quali crederebbero di fare un peccato mortale esaminando
anche le mie ragioni.
Adunque incominci lei a dimostrare ; lei che tanto
insiste perchè io provi, mentre altro non fa che
affermare, e insultare scrivendo che chiaramente
in me si manifesta la coscienza di scrivere
contro coscienza. Però se si compiacerà dì darmi
finalmente delle dimostrazioni, la prego sig. Alfa,
dì essere più decoroso che non fu il Mulo di Bologna,
11 quale fece una scommessa contro Podrecca in
favore delle verità cattoliche. La verità non è cosa
da decidersi con una scommessa in danaro o in un
giro di rulette, o con un duello di chiacchiere insulse e banali.
Il meglio però sarà che ella, mi lasci in pace:
tanto più che ha riconosciuto « essere inutile, par« laudo a protestanti, insistere su certe verità. Essi
« le negano solo perchè vogliono negarle non avendo
« altro modo di giustificare la loro apostasia. »
, Se ella, Rev. sig., è convinta di questo, perchè
scribacchia tanto nel suo organetto contro di chi
dopo tutto deve lendere conto a Dio, non a lei,
del proprio operato ?
Inoltre ella confessa di non capire troppo il mio
oscuro parlare : adunque abbia almeno la santa pazienza di intendermi prima di sciupare metà del
suo organetto araldico.
E qui punto e basta.
Il giornale La Luce non è un giornale di esclusiva polemica antiromanista, come VAraldo è
antievangelico : quindi non voglio abusare della deferenza dell’Egregio sig. Direttore per badare alla
prosa araldica ed infallibile di prete Alfa.
Che se costui continuerà ad occuparsi di me e
« della mia coscienza di scrivere contro coscienza »
incomincerò a pubblicare la crisi della mia anima tra
le sante pareti dei conventi, dove il sig. Alfa da
buon papalino deve ammettere si viva la più alta
perfezione evangelica...
Allora egli si convincerà come io dovrei piuttosto
vergognarmi di aver perseverato fino a trent anni
dentro al sepolcro scialbato del monachiSmo romanista : anzicchè della mia apostasia.
Certamente io giustificherò la mia apostasia non
già negando la verità, come pensa il grande Alfa,
bensiaffermando fatti che nessuno, nè Alfa, nè papa
potranno contestare, — Arrivederci.
flrtapo ^ingai'di
Le Missioni EuangelictiB c FEstrenio OrientB
Se le nazioni diverse dell’ estremo Oriente si aprono, a poco a poco, ai benefici influssi della civiltà,
ciò si deve, in gran parte, all’azione dei missionari
evangelici. Il che, ancora una volta, distrugge i falsi
apprezzamenti, che, in genere, si hanno, nei paesi
latini, sulle missioni. E’ vero, che i missionari cattolici hanno dato luogo a lagnanze e a critiche non
del tutto infondate. Ma ciò non giustifica punto il
disprezzo che da noi coinvolge le missioni tutte.
Ecco ora alcune testimonianze e alcuni fatti che
dimostrano il contributo grande che ì missionari evangelici, segnatamente americani, portone al progresso della civiltà in quelle lontane regioni.
L’erudito anglo-cinese, Edoardo Parker, considera
l’ospedale missionario di Canton, « come'la principale influenza incivilitrice nella Cina meridionale ».
Furono i missionari Bridgman, Peter Parker Williams, che ebbero una parte importante nella negoziazione del primo trattato tra la Cina e gli Stati
Uniti, nel 1844. Parker fu incaricato di affari, poi
ministro degli Stati Uniti aPekino (1855-57). Williams fu incaricato di affari e segretario della legazione ; egli contribuì al successo delle negoziazioni del
trattato di Tientrin, la cui famosa clausola di tolleranza è interamente opera sua ; il suo dizionario di
lingua cinese ha reso degli inapprezzabili servizi.
Il dott. Williams A. P. Martin ha contribuito
alla conclusione dei trattati del 1858 e del 1860 ;
durante 28 anni, coi suoi scritti e col suo insegnamento egli ha inculcato il diritto internazionale a
numerosi diplomatici e addetti di ambasciata cinesi;
dal 1869 al 1900, egli ha diretto la prima università imperiale per 1’ insegnamento delle scienze e
delle lingue occidentali, ed ha esercitato una grande
influenza sul governo cinese. Mediante la creazione
di rutta una letteratura delle scienze politiche in
cinese, egli ha contribuito alla formazione del grande
partito nazionale della « Nuova Cina ».
In Corea, il primo medico missionario (stabilito
dopo il 1814) divenne ministro degli Stati Uniti,
nella quale qualità egli guadagnò lapidamente la fiducia del sovrano.
Il Giappone deve pure molto ai missionari evangelici. Il missionario Guido F. Verbeck ebbe fin dal
1858, più credito, alla corte del Mikado, di qualsiasi ambasciatore dell’occidente. Egli fondò l’università di Tokio. Per degli anni, fu il consigliere ascoltatissimo del governo ; molti uomini di stato fu
rono suoi allievi. Diresse la traduzione in giapponese di alcuni trattati di diritto, fra i quali, il Codice
Napoleonico. Compose pure una mirabile versione
giapponese dei Salmi. Fu lui che provocò e diresse
l'invio della grande missione diplomatica che fece
il giro del mondo nel 1871-73 e apri gli occhi ai
giapponesi. Durante gli ultimi suoi anni di vita, preferì consacrarsi esclusivamente alTevangeiizzazione.
I suoi funerali furono fatti alle spese del Mikado
con gli onori militari e una concessione perpetua
accordata dalla città di Tokio.
Si potrebbe ancora citare T influenza esercitata
dal dotto Divie Bethune Mae Cartee come consigliere della prima legazione cinese al Giappone.
Pur servendo il loro proprio paese, questi missionari diplomatici hanno cercato, con tutta la loro
energia, di fare il più del bene che fosse possibile
ai paesi in cui risiedevano. In luogo di essere, come
fu sostenuto, delle cause di conflitto tra le nazioni,
i missionari evangelici hanno nella maniera più potente contribuito a stabilire il buon accordo tra l’Asia
e gli occidentali.
Ecco alcune testimonianze.
Sir William Mackworth Joung, funzionario alle
Indie inglesi, durante 38 aani: * Se gl’indigeni dell’India hanno qualche nozione pratica della carità
cristiana; « se conoscono qualche cosa dei sentimenti
elevati, disenteressati e del sacrificio di se stessi,
ciò hanno imparato principalmente dai missionari ».
Sir Augustos Rivers Thompson, luogotenente-govejmatore del Bengala : « I missionari cristiani hanno
fatto al popolo dell’India più di bene reale e durevole che tutti gli altri agenti insieme. Sono stati
il sale del paese e la salvaguardia del nostro Impero ».
Il Marchese Ito : « Il progresso e lo sviluppo del
Giappone è dovuto, per una buona parte, all’influenza
dei missionari esercitata con un buon spirito, nel
momento in cui il Giappone si poneva a studiare il
mondo esteriore.
La sola vera civiltà è quella che riposa sui principi cristiani ; perciò siccome il Giappone deve incivilirsi secondo questi principi, i giovani che ricevono una educazione cristiana, saranno gli agenti
principali dello sviluppo avvenire del nostro p-rese ».
Il principe Malcom Kham, ministro di Persia :
« Ho sempre considerato la presenza dei vostri missionari in Cina come un beneficio della Provvidenza ».
Il re del Siam : « I missionari americani hanno
contribuito, più che qualsiasi influenza straniera,
alla prosperità del mio paeae e del mio popolo ».
L’ultimo secolo della storia delle missioni evangeliche nel mondo intero potrebbe essere messo in
confronto col primo secolo del Cristianesimo nell’Impero romano, il cui risultato fu una trasformazione .dell’Europa tutta.
fD&WAmerican Journal of Sociologi, riprodotto
dalla Bevae du Christianisme Social).
E.m.
Missioni e Missioni
(vedi N. 43)
Era nei primi mesi della mia campagna mis.sionaria
nell’Africa Australe, il che ci riporta all’ aprile 1884.
Si era in mezzo alla guerra civile. I due fratelli Yonathane e Yoele Molapo, dei quali ero il Missionario a loro mandato dalla Società delle Missioni
Evangeliche di Parigi, (1) si odiavano a morte ed avevano messo tutto il paese a ruba ed a fuoco, coi
ripetuti combattimenti e colle continue scorrerie e
razzie. Soli gli edilìzi della missione erano stati rispettati : distrutto ne era il villaggio e distrutti i
trecento e più altri villaggi del mio distretto all’ infuori del nostro campo trincerato di Yonathane, ad
un’ora di cavallo dalla stazione e nel quale era pure
rimasta in piedi la stazione anglicana, perchè situata
nel campo trincerato. Ero in relazione giornaliera col
capo più vicino, Yonathane, ma il suo fratello Yoele
che stava lontano, più in su nella Valle del Caledone,
non avevo potuto ancora visitarlo a cagione delle peripezie della guerra.
Finalmente, potei ottenere un’udienza dal « capo ri-
4
LA LUCE
belle » come lesi -chiamavaed effettuare il vagheggiato
progetto. Partimmo in sul far del giorno, a cavallo,
la mia moglie, la signorina Miriaca Cochet (che ci faceva da interprete, figlia essendo di missionario, nata
e cresciuta nel Bosutoland) il bravo Matthiase (uno
dei. due catechisti che il Yonathane aveva dispensato
di stare sotto le armh, per aiutarmi) ed io.
Lunghetto ed alquanto faticoso il viaggio.
Verso runa e mezza del pomeriggio soltanto dopo avere attraversato parecchi altipiani, magnifici ma desolati, con rovine dappertutto ed in alcuni luoghi tracce
ancora di combattimenti, ed aver salutato fra 1’ altre
le rovine della stazioncella di Matthiase, Bocha-Bothe,
stata incendiata da Yoele, come pnre quella di una
stazione missionaria anglicana, di cui anzi il missionario era stato brutalmente da lui scacciato, ci trovammo
in vicinanza della residenza del capo il cni nome aveva
tante volte sparso il terrore dalle nostre parti, e ci
fermammo per farci annunziare.
Uno dei suoi uomini degli avamposti inforcò il
cavallo di Matthiase e via di corsa senza pietà per la
mia povera bestia, che aveva già tanto camminato.
Mi sentivo perfettamente tranquillo all’idea di trovarmi in faccia a Yoele, di « vedere la sua faccia »
come aveva augurato poco prima, fattala nostra colazione, il bravo Matthiase : Ora non altro più ci resta
che di potere, per la grazia di Dio, -vedere la faccia
di Yoele, Io avevo la coscienza di essermi sempre mantenuto lealmente neutrale tra i due fratelli nemici,
adoperandomi sempre per quanto potessi, per la loro
pacificazione, e trattandoli con pari amore cristiano. Ne
avevo potuto dare la prova a Yoele, poche settimane
prima, ottenendo da Yonathane di seppellire i morti
di Yoele che non eransi potuti portar via dopo una
battaglia sull’altipiano della mia stazione, ed i miei
due aiuti in questa, poco piacevole ma pure soddisfacentissima, operazione erano stati i due catechisti lasciatimi di cui era uno il Matthiase. Il fatto era stato
saputo da Yoele ed aveva certamente facilitato le cose
per la nostra udienza. Ma ecco tornare il nostro messo,
ad un passo sempre troppo accelerato per il mio
quadrupede. Quasi vorrei muovergliene un rimprovero,
ma svanisce questo sulle mie labbra, quando sento ch’egli dice che Yoele ini fa dire che sarebbe stato suo
dovere di venirmi a dare il benvenuto, quando il sig.
Coillard (mio precedessero) gli avevo annunziato il mio
arrivo a Leribe, ma che non glielo avevano permesso
gli eventi, che ora egli sarà felice di ricevermi, ma
che gli rincresce molto di non poterlo fare in modo
conveniente, perchè non ha più casa ed è obbligato di
ramingare pel paese.
Sono ripresi quegli altri nostri cavalli che se ne stavono pasturando, e insellati, rimontiamo in sella e ci
avviamo verso il luogo indicato, preceduti dallo stesso
messo che, questa volta pure, va di corsa, ma a piedi.
In un Venti piinuti, siamo alla residenza momentanea
di Yoele: una larga e piana roccia, alta, a picco, al
confluente del Caledone e della Kalo. Tre o quattro
capanne ed un kraal per il bestiame, ecco tutto. Ma
neanche quel luogo, al riparo d’ ogni sorpresa, basta
alla tranquillità di Yoele che ogni sera passa il fiume
e va a dormire sull’altra sponda, sul territorio dei Boeri,
dove hanno trovato rifugio la sua madre, le sue mogli
coi figli, ed il meglio delle sue ricchezze.
E’ òccupata la roccia da un buon numero di guerrieri, in piedi gli uni, seduti, cioè accoccolati, gli altri, tutti più 0 meno in armi. In mezzo a loro stà
Yoele, che la signorina Cochet riconosce ma non riesce a farci vedere in faccia, perchè proprio al nostro
avvicinarsi, egli giudica opportuno di voltarci le spalle.
A venti passi, scendiamo da cavallo e ci avviamo a
piedi verso lui, ed eccomi, aitine, dopo le presentazioni,
a sti ingere la mano al rude e temuto capo, vestito in
quel momento mezzo all’europea (camicia e pantaloni) e
mezzo all’indigena (una coperta invece di giacca). Egli
ha marcatissimo il tipo del defunto suo nonno il re
Moshesh, che fu quello che aperse ai missionari il Paese
dei Basuto.
Cordialissima fu la nostra conversazione, nonostante
il tono alquanto aspro col quale Yoele, da buon mosuto, mi fece la domanda di prammatica : Che sei venato a far gai f Tutto quanto io gli dissi: dei vantaggi
della pace e del dovere di procacciarla, fu da lui accolto con approvazione e quando alla domanda alquanto
imbarazzante ch’egli mi rivolse : « Tu, che vivi vicino
a Yonathane e che vedi il colonnello Clarke (il nuovo
presidente inglese), credi tu che proprio potremo giungere ad avere la pace ?» io ebbi risposto : « Il Colonnello
Clarke lavora per la pace, e noi l’avremo certamente.
se tu ed il tuo fratello Yonathane la desiderate sinceramente, e fermamente » egli rispose: « Tu dici il vero ».
Egli poi soggiunse: « I missionari, francesi sin da Casalis ed Arbousset, sono sempre stati gli amici del nostro popolo. Gli altri bianchi sono venuti dopo i francesi;
ma i francesi sono venuti i primi e non ci hanno mai
fatto che del bene ».
Ed ecco la parola, storica, precisa, autorevole di un
gran capo africano, messo nel suo quadro naturale ed
impressionante alla quale volevo venire per porre in
chiaro la mia asserzione del mio precedente • articolo.
« Non mai fare che del bene agli indigeni », astenendoci, al loro riguardo, dagli egoismi della politica, sarà
mai sempre la via regale per rendere loro accette le
missioni, destinate a recar loro il bene maggiore di
tutti : la salvezza.
Giaeotno Weitzeehei*
__________ IvIISS. ONORARIO
(1) Dietro accordi presi col Sinodo Valdese e colla conferenza dei missionari.
(2) Cioè della Società delle Missioni Evangeliche di Parigi,
e dei quali molti non sono di nazionalità francese.
Una. passiegglata
Una Profezia
Un mio giovane amico, cresciuto in una famiglia
più che bigotta e sotto le amorose ali dei frati, mi
parlava un giorno dei suoi papi colla manifesta intenzione di convertirmi, « Vedi » mi diceva « per ogni
papa ci fu una profezia che si avverò sempre ! » E
qui l’amico andava citando, c Anche per Pio X' »
disse infine « c’è una profezia ed è questa : la chiesa
sotto il suo regno si sfascera totalmente!... »
Mi pare che per un cattolico sincero non dovrebbe
essere una profezia molto rallegrante, e pure il mio
amico mi parlava sorridente, ed il suo sorriso mi diceva: « Se vivrai, vedrai, » Credeva, il caro amico,
di dimostrarmi cosi palpabilmente la veridicità della
sua religione !
Certo è innegabile che le file papaline si assottigliano
sempre più e che il numero dei disertori va aumentando di
giorno in giorno. Le idee moderniste, sane e non sane,sono
sparse nel campo romano largamente e portan frutto.
L’Ateismo e la corruzione fanno man bassa sui fedeli cattolici talché poche sono ancora le pecore che
nonsieno sbandate. Tuttavia, nonostante questo, il Vaticano è ancora una rocca, e solida.
La catastrofe del romanesimo è certo inevitabile, ma
sarà sotto il regnante pontifice ?
Cosi pretende la profezia ! Senonchè Pio X' non deve
averla udita mai o meglio non ci crede affatto, altrimenti se fosse persuaso che lui regnante, la chiesa
deve sfasciarsi totalmente, perchè cercherebbe d’opporsi
alle idee nuove ? perchè opporrebbe ogni giorno nuovi
argini al Modernismo che, lasciato libero, allagherebbe
anche il Vaticano?
La profezia parla chiaro ! Lasciate dunque che la
chiesa di Roma si sfasci... poi, chi sa, milioni di animeconvertite forse dall'avverarsi stesso della profezia,
verranno, e coi massi atter.-ati ricostruiranno S. Pietro!..
Ma non sarebbe forse la famosa profezia, un’invenzion e
di un frate qualunque, il quale, vedendo le cattive acque in cui naviga la chiesa romana, l’abbia inventata
per mettere le mani avanti o almeno almeno per cavarsi la voglia di sentirsi chiamar profeta ?
Comunque stieno le cose secondo* me. Pio X- è troppo
vecchio per poter vedere la sua botte sfasciarsi, sebbene i cerchi sieno tutti corrosi e il vino (vino nuovo)
ribolla e fermenti. Lo sfasciamento è inevitabile, ma
non avverrà tanto presto.
E noi, cristiani evangelici, che dobbiamo fare dinanzi
alla lenta, ma progressiva rovina di questo grande colosso ? Rallegriamoci, ma rammentiamoci nello stesso
tempo che la nostra missione è quella di costruire !
Pensiamo che il costruire sopra rovine è cosa difficilissima. All’opera dunque 1
Lavoriamo alla demolizioue del Romanesimo e costruiamo altrove, sopra fondamenta più solide. Se la rovina della chiesa del Papa è prossima all’opera, all’opera! lavoriamo alla edificazione della chiesa di Cristo!
Non restiamo inerti spettatori innanzi ad un avvenimento di cosi sublime importanza !
All’opera! All’opera! Iddio non mancherà di chiederci
ragione della nostra inoperosità! T. C.
lì Camera mobiliata, con uno o due letti
• •.»----presso famiglia evangelica, a pochi
passi fuori Porta Salaria - Rivolgersi alla Direzione
del nostro giornale Via Magenta N. 18.
colla, rnla bambina
Me ne andavo tranquillamente, col'a mia bambina a
fianco, da Pomaretto aPerrero. La mattinata era bella,
ed io ascoltavo beatamente il chiaccherio della bimba
e filosofavo tra me e me.
A un certo punto incontriamo un quadrupede col
suo carico di due ceste. — Un asino, dice la mia bambina.
No, è un mulo, dico io ; guarda come ha le orecchie più
corte. — Ah, si, é un mulo. E continuiamo a camminare.
La strada ora passa tra rocce scoscese e minacciose.
Proprio in un angolo d’una roccia, dove c’è un po’ di
terriccio, c’è un misero castagno basso e magro. — Papà,
mi dice la bambina, perchè quel castagno non cresce
e non fa frutto ?
Per due ragioni, rispondo ; la prima perchè non
ha terra sufficiente ; la seconda perchè nessuno gli accorda alcuna cura.
E tiriamo avanti.
Ecco un gruppo di uomini e bestie. La bambina bada
più alle bestie che agli nomini. — Cinque muli, esclama,
memore della lezione di pochi minuti prima.
Ma quando le bestie son più vicine, essa riconosce
che una di essi non è mulo, ma un cavallo ; soltanto è
un cavallo così degradato che par quasi un mulo.
— Perchè, riprende essa, quel cavallo pare un mulo ?
— Mah! lo trattano come un mulo (vedi il suo carico), ed esso si è adattato a divenir mulo quanto ha
potuto.
Il resto della passeggiata non v’interessa e non ve
10 racconterò.
*
* *
La bambina aveva diverse altre cose da osservare e
diverse osservazioni da fare ; ma io per alcuni minuti
non le diedi più retta ; mi ero assorto nei miei pensieri
e riflettevo al castagno ed al mulo.
— Ecco, pensavo, due esseri, uno vegetale ed uno
animale, che avrebbero potuto avere uno sviluppo ben
diverso se avessero trovato circostanze diverse. Il castagno è vittima, dirò cosi, della natura, il cavallo-mulo
è vittima degli nomini.
Il castagno non può prosperare perchè non ha terra ;
e non avendo terra rimane senza cure, perchè nessuno
ha interesse a curarlo prevedendo che le cure richiederebbero molti sforzi e rimarrebbero senza compenso.
Quel castagno è per me un’ immagine dell’ umanità
in generale,, almeno dall’epoca della cadnta d’ Adamo.
L’uomo nasce fra le rocce, fra le condizioni dure e
tristi che il peccato ha stabilito sulla terra. Cresce
un tantino, fa delle foglie, ma non riesce a prodnrre
buoni frutti.
Bisognerebbe che « una virtude amica » come dice
11 Manzoni, si occupasse amorevolmente di lui. Le cure
sarebbero necessariamente assai dispendiose e penose ;
ma infine, sotto il castagno si potrebbe spezzare la
roccia, agginngervi buon terreno, innestare l’albero. Ed
è proprio quello che Iddio ha fatto od ha incominciato
a fare per 1 umanità. Dapprima ha spezzato la roccia ;
è stata la parte più difficile e grave dell’opera ; c’ è
voluto per questo nientemeno che il sacrifizio, la morte
di Cristo. Poi bisogna aggiungere terreno e terreno
buono ; ed è ciò, io credo, che Iddio sta facendo ora,
0 sta cominciando a fare. Poi verrà l’innesto, l’innesto
non già su alcuni speciali e rari individui, ma sulla
pianta tutta. I profeti ci fanno prevedere quel giorno
benedetto. (Isaia XLIV 1-5 e specialmente Geremia
XXXI, 23-24).
Quel cavallo-mulo poi, è per me T immagine, non
dell umanità tutta quanta, ma di buona parte di essa.
L’uomo in generale nasce con molte cattive inclinazioni,
ma altresì dotato di qualche spirito generoso. È più
tendente, forse, alla vocazione di cavallo (spero che ognuno capisca il mio.pensiero) che a quella di mulo.
Ma gli uomini che cosa fanno l’uno per l’altro ? Alcuni
si sono stabiliti dominatori, ed assoggettano gli altri
a tali carichi, a tali miserie, a tale ignoranza, a tale
abbrutimento, che la maggioranza di questi disgraziati
perdono ogni giorno più i loro istinti più elevati, ed
acquistano sempre gl’istinti più bassi e li sviluppano
E cosi molti cavalli divengono muli o
molto simili ai muli. Inutile brontolare contro i cavalli
divenuti muli ; meglio sarebbe persuadere i padroni che
cercassero di sviluppare nei dipendenti, cioè nel popolo minuto, non gl’istinti più bassi ma quelli più elevati; il che si otterebbe in gran parte col fare alla
vita del popolo quelle condizioni che gli permettessero
di curare maggiormente la sua intelligenza e il suo
5
LA LUCE
cuore, la sua dignità, i suoi pensieri ed i suoi affetti.
Altrimenti i cavalli tendono a diventare muli.
Ma io credo all’evoluzione verso l’alto; e il giorno
s avvicina, io ritengo, in cui anche i muli tenderanno
a divenir cavalli.
Gius. Sanehetti.
fialleria sciBntìfico-PElifliosa
Giov. Batfisfai Bìof (17741862).
Il Biot si distinse come fisico, astronomo e matematico. Verso la fine della sua vita, fa indotto a
professare idee spiritaaliste, avendo potato constatare
l’inflaenza rigeneratrice del Vangelo. Ebbe l’alto
onore di sedere nell’accademia di Francia. Nel sao
tiiscorso di ricevimento pronunziò le segaenti parole
che meritano di essere ricordate :
« Scopo delle scienze positive si è la manifestazione delle forze che la mente divina mette in opera
nel meccanismo dell’universo e la determinazione
delle leggi astratte che ne regolano le conbinazioni.
« Osiamo tentare di discernere o ricondurre alle
medesime leggi astratte ciò che vi ha di meccanico
in quella infinita moltitudine di ^seri nei quali Dio
ha mosso il soffio che chiamiamo la vita, ciascuno
di essi costituendo, a dir cosi, un mondo speciale che
si conserva e si rinnovella mediante un miracolo
continuo di creazione interna, durante il tempo che
gli ò assegnato...
« Se poi ci facciamo ad esaminare rufficio o l’uso
relativo di ciascana di quelle parti nell’armonia delrinsieme, troveremo in siffatta ricerca una soddisfazione che non finirà mai, laddove il più tenue
rampollo vegetale, il menomo tra gli animalazzi
microscopici, contiene maraviglie quante se ne ammirano nel cielo, e dove ancora, per una maniera
d’illuminazione divina, ci è dato di intravvedere e
adorare la potenza creatrice traverso il velo degli
atti suoi e ciò tanto più davvicino che facciamo
sforzi maggiori onde penetrarli colla nostra osservazione ».
E. m.
11 Monte della Legge
Il Signore adunque scese in
snl monte di Sinai, nella sommità del monte, e chiamò
Musò alla sommità del monte.
Eso. XIX, 20.
I monti hanno sempre esercitato sulla immaginazione
dei popoli un fascino potente, irresistibile ; ne fanno
fede gli antichi pagani e... i moderni alpinisti. Le alte
cime, verso le quali grisraeliti volgevano lo sguardo
ed aspettavano l’aiuto, suscitano in tutti emozioni inef*
fabili, ispirano pensieri elevati, accendono brame insa.
ziabili, tanto che chi le contempla non se ne può più
distaccare. Una vetta grida aH’altra vetta : Excelsior /.
Excelsior /
La distesa panoramica che dai monti si gode, la
fresca ombra delle selve, il mormorio sommesso delle
convalli-- il contrasto fra le guglie rigide e rocciose
che si slanciano come frecce verso il cielo, e le gole
oscure, i baratri profondi, gli abissi neri, con le considerazioni che gli uni e gli altri ispirano : tutto è
grandioso, affascinante, impressionante. V’ è di che
maravigliare se il prestigio dei monti nnivasi in antico alla venerazione paurosa della divinità? se eran
riguardati quali altari giganteschi ?
I Greci posero sulla sommità dell’Olimpo la dimora
dei loro numi; e cosi poi, nella lunga età dell’evo medio,
le cime dei monti europei s’incoronarono di castelli non
solo, ma di sacelli, di cappellette, di santuari miracolosi, e si popolarono di fate, di folletti, di gnomi, di
spiriti d’ogni fatta, da cui originarono leggende strane.
I profeti dell’Antieo Patto e gli apostoli del Nuovo,
amarono anch’essi i monti, sui quali furono, volta a
volta, attori e spettatori di scene grandiose. Il Carmel,
il Fabor, THermon « il monte » delle Beatitudini,
l’Uliveto, il monte Hor, il Nebo, il Sinai, ecc., videro
spettacoli oh ! quanto diversi gli uni degli altri ! E
quante volte il Signor nostro Gesù Cristo, o dai monti
della Galilea o dalle lor pendice, sparse i suoi divini
insegnamenti sulle turbe affollate che l’assiepavano !
Bene a ragione e Paolo (Gal. IV, 24-26)e Giovanni
(Apo. XIV, 1-6) e l’autore dell’epistola agli Ebrei
(XII, 18-21) mettono a contrasto il monte di Sinai
« che genera servitù », ed il monte di Sion « la Ge
rusalemme di sopra, che è franca, e madre di tutti
noi » (Gal. IV, 22-27).
»
* *
Il monte di Sinai segna ii punto centrale, e si potrebbe dire anche calmmante, del viaggio degli Israeliti dalla « casa di servitù » alla « terra promessa ».
Senza la lunga sosta a piè del Sinai, senza gli avvenimenti che vi si connettono, l’entrata nel paese di Canaan non sarebbe stata possibile Avanti di occupare
il « Buon Paese », il popolo d’Israele dovea ricevere
da Dio statuti e leggi e ordinamenti che ne irrobustissero la compagine, e lo facessero ben persuaso che,
con Geova, esso sarebbe stato il popolo più forte e più
grande della terra, anzi che in lui tutti i popoli della
terra sarebbero stati benedetti; ma che, sema Geova,
esso non sarebbe stato nulla, e non avrebbe raggiunto
i suoi alti destini.
Poniamo il caso che gl’israeliti, mormoratori incorreggibili, se ne fossero tornati in Egitto, che cosa
sarebbe diventata la promessa di Dio ad Abramo
(Gen. XII, 3)? — Ai figliuoli di Abramo dovea
dunque esser data una legge santa, che mettesse in
evidenza il peccato e lo rendesse estremamente peccante (cfr. Eom. VII) e suscitasse nell’uomo peccatore
il bisogno imperioso, assoluto di una salvazione che
fosse per grasia e non per opera; che venisse da Dio
e non da noi, e che fosse ricevuta per fede nel sacrifizio espiatorio del promesso Messia.
Dall’alto del Sinai, dove Mosè stette con Dio due
volte quaranta giorni e quaranta notti — imperocché
« l’uomo non vive di solo pane, ma d’ogni parola procedente dalla bocca di Dio » (De ut. Vili, 3 - Matt. IV, 14)
furono promulgati i due primi codici del Patto; non
v’ha dubbio però che Mosè abbia continuato a ricevere
statuti, leggi e ordinamenti dalla Nuvola sino al termine dei suoi giorni. A questo riguardo ben può dirsi
che Israele è stato un popolo singolarmente privilegiato. * Quale è la gran nazione alla quale Iddio sia prossimo come a noi ?... che abbia statuti e leggi giuste, siccome è tutta questa legge, la quale oggi io vi propongo ? » (Deut. IV, 6-8). Invero, a che scopo queste
leggi se non per far di Israele un popolo a parte e sviluppare in esso il doppio sentimento della santità di
Dio e della nequisia del peccato ?
«
* *
La legislazione mosaica è stata oggetto di molto
studio da parte di molti ed eminenti teologi, esegeti,
cementatori, ecc.; essa è stata sottoposta aU’esame critico di molti sapienti nelle discipline letterarie, storiche, ecc., ecc. — e tutti indistintamente han dovuto
riconoscere in queste leggi la « molto savia sapienza di
Dio » (Ef. Ili, IO). Se in talune parti, qu'ssti statuti sono
poi stati riformati, o per la volontà del legislatore, o
per le esigenze delle circostanze mutate; se taluni precetti sono diventati inapplicabili — la base loro non
è però mutata ; nessuna legge è buona, è giusta, è
santa, se non ha il suo fondamento in Dio.
Tutta la legislazione mosaica si ispira alle < Dieci
Parole » e ne riceve l’impronta. Iddio se ne dichiara
l’Autore. Cosi, l’autorità divina, che è il principio fondamentale della teocrasia, si trova espressa formalmente
nella primissima parola del primo Patto : Io sono il
Signore Iddio tao... Dio è il vero Monarca d’Israele :
Monarca assoluto, da cui emanano tutte le leggi, di
qualunque siasi natura ; le leggi fisiche, morali, sociali,
religiose, civili, giudiziarie, igieniche, ecc. Israele deve
incarnare questo principio nel mondo, proclamare il
monoteismo fra i popoli. Se oggi non è più ammessa la
forma teocratica di governo; se oggi prevalgono idee
di libertà e di indipendenza perfin da Dio ; nondimeno,
pei credenti dell’Autico e del Nuovo Patto, sussiste
e sussisterà sempre la pietra fondamentale angolare,
d’ogni convivenza — che è Dio (cfr. Eom. 13, 1-2;
Giov. 19, 11).
Il Decalogo, proclamato sul Sinai fra mezzo a folgori, tuoni e terremoti, è la espressione elevata e succinta dei nostri doveri inverso a Dio e inverso al nostro prossimo: il compendio di ciò che Iddio domanda
dal popolo ch’egli ha eletto. Queste « Dieci Parole »
preludono alla Legge del Vangelo, che le conferma e
le completa, e conferisce loro un significato più alto,
più sublime, più spirituale di quello che risulta dalla
lettera. (Vedi il Sermone s»/#o«fe). Notevoli a questo
riguardo, sono le dichiarazioni di San Paolo: < La
Legge è stata il nostro pedagogo a Cristo, acciocché
fossimo giustificati per fede » (Gal. Ili, 24). « Perciocché il fin della Legge è Cristo, in giustizia ad
ogni credente » (Eom. X, 4).
*
* *
Inchiniamoci adunque davanti alle Tavole della Legge!
Siene lette del continuo nei nostri culti più solenni.
Dimorino nel nostro cuore; insegnamole ai nostri figliuoli; ragioniamone in casa e fuor di casa, meditiamole in su i nostri letti e mentre lavoriamo con le
nostre braccia (cfr. Dant. VI, 1-13). Queste parole concise, semplici, chiare, imperative, sebbene espresse in
forma negativa, saranno sempre, per l’adulto e pel fanciullo, uno stimolo possente al bene, una salvaguardia
sicura della pubblica e della privata moralità.
Altresì, inchiniamoci tutti davanti al Sommario della
Legge, che ha la sanzione di Mosè e di Cristo ed è
superiore alla Legge. Non fu desso proclamato subito
dopo le « Dieci Parole »? Non è desso il compendio del
compendio di quanto hanno insegnato Mosè e i profeti ?
Si, l’Iddio.della Legge e l’Iddio della grazia domandan
questo da Israele e da noi :
Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore,
con tutta l anima tua, e con tutto il tao maggior potere... (Deut. VI, 4-5). Questo è il primo e gran comandamento ; e il secondo simile ad esso è : Ama il
tuo prosssimo come te stesso (Lev. XX,? 18). Di questi
due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti (XXII, 30-40). Y.
<1d an’anima afflitta
Mio carissimo amico,
Nell’esaberanza del tuo dolore chiedi a me come io
possa sopravvivere in pace alla perdita della nostra
cara Maria.
Senza volerlo tu sei venato a rinnovare nel mio
povero cuore un dolore inesprimibile.
Ogni qualvolta ripenso a quella creatura bella, mi
sento stringere il cuore nel petto; mi si ferma il
respiro e la mente perde il suo equilibrio. Allora
tutto il mio essere par ribellarsi e grida : Oh potessi morire I
La morte che ieri quasi maledissi, perchè mi rapiva
il mio tesoro, oggi io invoco, affinchè rapisca me
pure e mi avvolga nel suo gelido manto e mi trasporti là dove essa depose la mia Maria.
E pur troppo a continuare il mio dolore la cara
imagine mi sta li sempre viva sotto gli occhi e nelle
orecchie mi risuona pertinace la sua dolce voce, il
suo canto melodioso.
Oh ! Hai ragione, mio caro amico, come posso io
sopravvivere a tanto dolore ?
Invero non lo potrei spiegare neppure a me stesso;
ma credo che la mia cara, allontanatasi col corpo da
me, mi sia più vicina in ispirito e mi aiuti ad assopire il martirio del cuore.
Il fatto è che quel dolore medesimo che a volte
pare voglia togliermi l’intelletto, realmente poi mi
rende più ragionevole e più uomo.
E penso : dopo tutto la parte migliore della mia
Maria, l’anima, non è morta col corpo : quella gentile bontà, che rendeva seducenti i suoi occhi ceesti, non si è spenta; e non è svanito nel nulla
quel sorriso che, pur rivelandosi sul volto di lei,
non era di carne. Sono certo che l’ingegno aperto
ad ogni idea grande e il cuore entusiasta per ogni
’ibertà santa, che formavano la caratteristica di quella
nobile creatura, sussistono ancora, che anzi hanno
conquistato tutto il bene e il vero, a cui aspiravano.
Di fronte a questa certezza intuisco l’irragionevolezza della mia disperazione e mi calmo alquanto
)er non essere un egoista.
Forse non sarei un’egoista se continuassi a voermi ribellare (del resto inutilmente) alla legge
della morte, che mi trasportò in un mondo migliore
la compagna della mia anima, l’amica del mio
cuore ?
Ella mi è lontana dai sensi del corpo, ma col suo
spirito è sempre vicino a me ueU’amore e nel servizio di Dio.
6
6
LA LUCE
Comprendo inoltre come il dolore per la morte
delle persone più care non può e non deve essere
assoluto, è bensì soltanto relativo, come quello che
ogni cuore affettuoso prova quando la persona amata
intrapprende un lungo viaggio : si spera, anzi si è
certi di rivederla e di potere intanto corrispondere
con essa per iscritto, perciò il distacco non arreca
il più grande dolore.
Anche la divisione in cui ci pone la morte è corporale ed anch’essa temporanea : ma le anime continuano ad amarsi e a corrispondere in Dio.
Certamente ciò che più mi giova a lenire il mio
dolore è il senso profondo della divinità, di cui è
dotato il mio cuore per la fede, e il concetto ben
sodo che mi son formato dell’unione delle anime
in Dio.
Perciò ringrazio il Salvatore Gesù che mi ha donato la fede.
Un giorno dovrò morire io pure; la mia Maria
non ha fatto che precedermi nel passaggio inevitabile.
Sono queste le riflessioni di cui mi rende capace
la fede nel mio dolore.
E’ l’nomo basso di, carne e d’egoismo che a volte,
risvegliandosi in me, mi eccita la mente e mi turba
il cuore gettandomi nell’infelicità e nella disperazione.
Mio buon amico, abbi fede anche tn e troverai
quella pace che perdesti quando ti fu rapita la dolce
Maria, a te sorella di sangue e a me sorella
d’anima.
Prega Iddio nostro Padre, acciocché fortifichi in
te l’uomo della fede ed annienti il vecchio uomo che
non sa vivere se non di terra.
Anch’io pregherò per te. Il dolore sia a te pure
maestro di verità grandi e soprattutto ti insegni a
purificare l’amore che si deve all’umanità.
Forse anche tu amavi Maria quale una realtà terrena c ne ignoravi la personalità spirituale : ecco
perchè ora c’è nel tuo cuore la disperazione.
La realtà terrena e sensibile di Maria non è più,
quindi nulla di essa rimane per consolarti, poiché
tu non vedevi altro in essa.
La personalità spirituale invece non è cosa mortale e beato chi la sa riconoscere nei suoi cari per
consolarsi della loro morte corporale e in tutti gli
uomini per non tare a loro ingiustizia mentre vivono.
So che tn amavi tanto Maria perchè oltre ad esserti sorella, ella era anche una giovane rara per
le sue virtù e per la sua bontà.
Or bene, quelle virtù e quella bontà, oh! tn lo
senti, non possono essere morte; esse erano effluvii
dell’anima di Maria, e l’anima non muore appunto
perchè è una partecipazione della bontà e della verità assoluta. Iddio.
Sii uomo, adunque, o carissimo amico: non ti
vinca il dolore; ma piuttosto fa si che esso sia il
principio di un’elevazione religiosa della tua anima.
Molti altri si convertirono totalmente a Dio nel
dolore dopo essere stati insensibili a mille dei soliti
argomenti degli uomini di chiesa.
Il Padre celeste, che già nel suo regno ha accolta la nostra Maria, ci consoli e ci illumini, acciocché per la fede e nella pratica sincera del Vangelo di Gesù, ci rendiamo certa l’eterna dimora nella
patria celeste con la nostra Maria e con tutti i
giusti.
Addio. Prof. A. M.
Chiesa e Pastori
Diamo qui un riassunto del rapporto presentato dal
sig. Frank Thomas, in occasione della Conferenza che
usano avere i pastori di Parigi all’inizio della campagna invernale che egli era stato invitato a presiedere.
L’argomento scelto dall’oratore ginevrino era il seguente : « Le chiese e i pastori che ci occorrono » ;
Il ministero evangelico è certo più arduo oggi che
non sia stato per lo innanzi, per via delle crescenti
esigenze dei nostri contemporanei avvezzi a vedere
continui progressi nel campo delle scienze e del l’industria; come pure della spaventevole indifferenza loro
riguardo alle questioni religiose e morali ; la gente si
appassiona per ogni cosa, lavoro, studi, sport, salvo
per l’unica cosa essenziale ; essa non si dà pensiero
delle cose invisibili : a che prò chiese e pastori ? Ma
nonostante codeste difBcoltà, anzi a cagione appunto
delle medesime, rifulge il ministerio di bellezza anche
maggiore.
Noi siamo però umiliati dell’impotenza della Chiesa.
Forse sarebbe di mestieri riformare la nozione della
Chiesa giusta il Nuovo Testamento... qui il sig. Thomas
svolge ben 8 tesi che ci è forza sunteggiare. Il vocabolo Chiesa ha in generale due significati : uno più
largo di Chiesa universale comprendente i credenti
tutti; uno ristretto ; la società degli uomini professanti
la stessa fede. Le Chiese particolari non sono scopo a
sè, ma servir devono ad affrettare mediante il trionfo
della Chiesa (in senso generale) l’avvento del regno di
Dio in terra ; a lavorare per la salvezza del mondo ;
una Chiesa che cessi dall’essere missionaria si condanna
da sè, e negli sconvolgimenti dell’avvenire sarà travolta in rovina. Le Chiese inseguiranno senza posa un
duplice ideale : divenire simili al loro re, rendergli simile l’Intera umanità. Esse non riconosceranno verun
altro capo all’infuori di Gesù Cristo : nessun credo,
nessun Eiformatore, neanche la Bibbia, ma Gesù Cristo
solo. Le Chiese saranno ad un tempo evangeliche e
moltitudiniste (accessibili alla moltitudine); esse avranno
una base cristiana larga abbastanza per accogliere ogni
uomo che voglia essere cristiano se anche ondeggi ancora nel dubbio su taluni punti secondari. Lo scopo finale di nna chiesa particolare sarà il rendersi inutile
mercé il trionfo del suo Capo divino e la trasformazione della umana società.
Che cosa sarà il pastore in nna Chiesa siffatta ?
Egli deve mirare — al pari della Chiesa — a rendersi inutile ; ei vien meno al compito se rimane necessario ai fedeli, sarebbe un trattener la chiesa in
uno stato di minorennità. Guai al pastore che si abbarbica alla sua Chiesa quasi fosse indispensabile.
Il pastore dev’ehsere — anzi tutto — un profeta.
Come Amos egli ha sentito nna vocazione e parla perchè non può altrimenti. Uomo del passato per la fede
al Cristo storico ; del presente, per la simpatia, perchè
vive, soffre coi suoi contemporanei ; uomo ACiVavvenire
per le speranza che l’anima e Faccènde. 11 pastore ha
due orecchi, l’uno per dar ascolto alla voce di Dio,
l’altro per sentire i sospiri dei fratelli. Egli a tre armi:
la parola (convien predicare con fedeltà sempre maggiore Gesù Cristo, la Bibbia, la dottrina sensa la quale
la pietà è floscia come i molluschi) ; l'azione, il profeta
sarà sempre un uomo d’azione che dà sè stesso nel predicare, nell’intercedere, in tutta l’immane fatica del
ministerio ; l’esempio : tanto vale un uomo quanto egli
è, il valore è determinato dall’essere suo, non dal dire
0 dal fare. Il pastore cosiffatto sarà nel mondo, pur
non essendo del mondo, uomo di autorità senza essere
autoritario, difensore della sua Chiesa particolare, eppur pronto a metterla da parte ; l'io sparisce, soprattutto l’io ecclesiastico. Nel risveglio gallese, i pastori
rimasero a piè dei pulpiti : fu il trionfo dello Spirito
Santo. L’ultima parola del pastorato ha da esser quella
di Giovanni Battista:
« Convien ch’Egli cresca e che io diminuisca ».
e. r.
CROCE AZZURRA
Francia
fCorr. della Sera) — Il Senato, riunitosi oggi, ha nominato una commissione di 18 membri, con l’incarico
di esaminare un progetto di legge presentato dal senatore De Lamarzelle e da un gran numero di suoi
colleghi perchè venga proibita la fabbricazione e la
vendita àeìYabsffnthe. La maggioranza dei commissari
eletti, è favorevole al progetto.
Ingliilterra
(Corriere della Sera) — La Camera dei Comuni ha
oggi approvato in terza lettura, trasferendolo definitivamente all’psame della Camera dei Lords, il famoso
Licensing Bill, diretto a limitare lo spaccio delle bevande alcooliche in Inghilterra. E’ noto come que.sto
progetto di legge sia stato accolto con vivissima ostilità da una larga parte della popolazione inglese e come
abbia snsqjtato una grave agitazione antigovernativa
in quelle numerose sfere commerciali che traggono profitto della fabbricazione e dalla vendita della birra.
L’opposizione unionista non valse a impedire che il
Licensing Bill fosse approvato con 350 voti contro
113, cioè con una maggioranza di 237 voti.
L’asilo inlantile «aldesa ili Pomaretto
Col gentile intervento del sottoprefetto di Piuerolo,
del pretore di Perosa, dei rappresentanti le Ditte industriali di Perosa stessa, del Moderatore della Chiesa
Valdese, del presidente della Commissione esecutiva
del Distretto delle Valli e di molli altri amici e signori, dinanzi a un scelto pubblico ebbe luogo martedì
alle ore 15,30, l’innaugurazione dell’Istituto che forma
una nuova gemma del nostro grazioso paesello.
Gli alunni delle Scuole e l’Unione Cristiana femminile della Gioventù ci fecero sentire e gustare parecchi bei cauti che intramezzarono i discorsi varii degli
oratori.
Il sig Weitzecleer apri la simpaticissima funzione
col rivolgere ud vivo ringraziamento a tutti coloro che
10 hanno validamente aiutato nella sua laboriosissima
impresa. Cita fra essi, a ragion d’onore, il Govtrno
(e per esso specialmente Fon. Facta), il Comune di Pomaretto, i proprietari delle Ditte industriali di Perosa,
e particolarmente il sempre compianto comm. Matteo
Prochet. Legge un telegramma di congratulazione delFon. Facta che a malincuore ha dovuto lasciarci senza
la sua presenza in questo momento, e un’affettuosa
lettera del rev. Giuseppe Sallen, parroco di Eodoretto.
Continua col dire che l’istituto sarà di carattere valdese, cioè guidato da principii religiosi, giacché la religione ha parte importantissima nella educazione dei
bambini ed anche nella storia intellettuale dell’umanità.
(Bene l) Aggiunge però che mai in questo od in qualunque altro dei nostri istituti d’istruzione si commetterà il minimo atto d’intolleranza, chè anzi la coscienza
d’ognuno sarà scrupolosamente rispettata.
Il Sottoprefetto esprime il proprio compiacimento
pel grazioso invito ricevuto. L impianto di questo asilo
dic’egli, torna ad onore del sig. Weitzecker, al quale
augurerebbe che rassomigliassero in generale tutti i
cittadini italiani. Come funzionario chiamato alla direzione di questo Circondario egli ritiene suo dovere di volgere una parola di encomio al sig. Weitzecker e da tutti i
suoi coadiutori.
Il Moderatore delle Chiesa Valdese si dice lieto di
questa solennità, che benché aliena da sfarzo o da
chiasso, ha una grande importanza. I bambini sono la
nostra gioia e nieritàhO le maggiori cure perchè sono
l'avvenire della famiglia, della patria e della Chiesa.
E’ stato dunque ottimo pensiero quello che ha mosso
11 sig. Weitzecker all’Istituzione di questo Asilo.
Parlano ancora il sig. Augusto Jahier, il cav. C. A.
Tron, e il cav. uff. E. Coucourde che ringrazia il sig.
Weitzecker a nome del Comune di Pomaretto.
In generale si è accentuata la nota religiosa e si é
dichiarato apertamente la nostra intenzione di ispirare
a vivi e profondi sentimenti religiosi l’educazione che
nelle nostre scuole si impartisce ai baubini ed ai giovani. E noi siamo lieti di tale doverosa franchezza.
Si finisce con una preghiera del sig. Pascal, e la
benedizione pronunziata dal sig. Weitzecker ; al quale
rivolgiamo cordialmente il senso delle nostre congratulazioni e della nostra viva simpatia.
0. B.
(Da La Lanterna Pinerolese).
Corriere jVord ñmer/cano
La statistica è una scienza relativamente giovane
almeno in Europa ; ma credo che gli americani sieno
stati i primi ad innalzarla alla dignità di scienza...
pratica 1 Qui non si respira, che un’atmosfera satura
di cifre 1
Non posso ancora scrivere pei lettori della Luce cose
riguardanti la vita... religiosa o politica negli Stati
Uniti ; più tardi, quando conoscerò meglio l’ambiente
spero interessarli con notìzie fresche; oggi mi accontento di mandare alcune statistiche staccate.
1. Si calcola che in un anno 718.000 persone, a cagione della crisi finanziaria, abbiano lasciati gli Stati.
Si prevede dall’Ufficio d’immigrazione che nei mesi
invernali 500.000 persone, ritorneranno in America,
poiché le condizioni econcmiche paiono oramai avviarci
verso lo stato normale.
2. Vi sono negli Stati Uniti 17.000 stabilimenti per
la manifattura del tabacco nei quali sono impiegati
200.000 uomini.
3. Vi sono 30 milioni di persone in questo paese
che lavorano, fra cui 2 milioni di fanciulli, 1 milione
di donne maritate, ma 10 milioni d’individui sono senza
lavoro per una gran parte dell’auuo.
La * Standard Gii Co. » impiega 12 mila uomini; la
7
LA LUCE
« Steel Trust » 125 mila. Vi sono in media ogni anno
14 mila fallimenti.
4. Gli Stati Uniti spendono ogni anno 200 milioni
di dollari per l’esercito e la marina.
5. New York ha la foituna di possedere 2437 milionari ed 1 bilionario ed è la più ricca città del mondo.
L’anno scorso soltanto in New-York furono dati 120
milioni di dollari per istituzioni di carità.
Prof, ñlbefto Clot
Rochester N. Y. Pastore valdese
jYclU Penisola e nelle Jsole
____________(ITotizie delle nostre Chiese)
" Sottoscrizione al fondo Matteo Frocliet „
Per Scuola Maestri Evangelisti
La Scuola è stata aperta li 15 ottobre u. s. a Firenze e non è stata chiusa la sottoscrizione, perchè si
è ancora lungi dall’avere raccolto quanto sarebbe necessario per assicurare una solida base a questa eccellente istituzione. Se il Fondo lo avesse permesso si
sarebbe potuto accogliere qualche altro studente desideroso di frequentare i corsi.
Sono parecchi ancora i nomi di amici dell’Opera di
Evangelizzazione e del compianto Dott. Matteo Prochet
che mancano negli elenchi fin qui pubblicati. Chi vorrà
negare il suo tributo di affettuosa riconoscenza alla
memoria di un uomo che tanto oprò per il trionfo del
Vangelo in Italia ? Fra i doni di Natale e di Capo
d’anno quanto opportuno sarebbe il ricordare la nascente
Scuola Maestri-Evangelisti !
Intanto pubblichiamo la
Trentesima lista.
Somma precedente . . . . L. 26921,95
Signorina E. Pasquet, Forano, 2- vers. » 10,00
« J- G. », per J. Forbes Moncrieff, Edim
burgh.....................L. 5. —■ » 125,50
Through thè Italian Evang.n Society,
Edimburgh, (Sheriff Clegborn’ s Le
gacy).....................L. 50 — » 1255,00
Miss C. L. Gostenhofer. , L. 10 — » 251,20
Totale L. 28563',65
noma.
Togliamo da la Relazione annua testé pubblicata i
periodi seguenti :
« Vogliamo rammentare il nome di coloro che dalla
« nostra famiglia cristiana sono partiti per dimore
« celesti. Sei volte il pastore fu chiamato a additare
« il divino Consolatore a famiglie sgomente, visitate
« dalla morte. In .due casi si trattò di uomini, distinti,
« non appartenenti alla congregazione: il comm. Gero« lamo Nisio e il conte Alberto Keyserling ; le altre
« quattro persone dipartite furono : la piccola Maria
« Giacometti, un angioletto di pochi mesi, Quintilia
« Marangoni, Angelina Angelica, Elda Celli, tutte della
« stessa verde età : 23 anni I e le ultime due moni-K trici della nostra scuola. Il loro ricordo per lungo
« tempo ancora rimarrà in molti cuori commossi ; i
« parenti afflitti siano persuasi che la calda simpatia di
« tutti i fratelli li ha circondati e sempre li circonda ».
Quanto al problema finanziario, non è ancora risoluto
del tutto, ma andiamo ottimamente.
« La meta non è ancora raggiunta, ma la vediamo
« ogni anno più vicina: la contribuzione alla Cassa
« Centrale da 2700 è salita a 3200 : il punto d’arrivo
-« porta la cifra .3500. Coraggio ! Non bisogna fermarsi,
« e guai indietreggiare I Avanti con fede e sopratutto
« con sacrificio personale ! ».
Catania.
« Assai imponenti, e degni dell’estinto, riuscirono
* le esequie funebri in onore del compianto signor Bal« dassare Caflisch. Il corteo, assai numeroso, si parti
* da Piazza Cavour, ove abitava l’estinto e percorse in
« mezzo ad una fitta ala di popolo, commo.sso e reve« rente, fra cui notammo le più spiccate notabilità
« del commercio catanese, il tragitto che da Piazza
« Cavour conduce al Cimitero.
« Numerosissime le corone di fiori freschi che fu« rono mandate : segno questo dell’immensa stima che
« Bald issare Caflisch godeva nella nostra città per le
« non comuni doti che lo adornavano ».
Una fila intermiuabile di carrozze, mandate da privati.
Intervento di illustri persone.
« La colonia svizzera e tedesca, il club svizzero al
•« completo, le rappresentanze di tutte le banche, nu« merosi impiegati.
« La salma venne accompagnata al cimitero, ove il
« pastore evangelico Fasulo disse alcune commoventi
« parole. Dopo di che la solenne e mesta cerimonia
« ebbe fine ».
{Da * L’Azione » di Catania)
OLTRE LE riLFI E I flARI
(notizie delle Chiese Evangeliche estere)
Stati Uniti
(G.d.P.Jll sig.G iuseppe Giardini, ex-prete cattolico
romano, è stato consacrato al Ministero evangelico
nella chiesa di Montilair New-Jersey.
Il sig. Aurelio Cantafio, un candidato al S. M inistero
venuto da New-York, è stato consecrato dal Presbiterio di Elisabeth, N. J. ov’egli è a capo della missione
fra gli Italiani di quella città.
Scrivono da Pittsburg, Pa. che l’opera fra gli italiani di quella città è oltremodo incoraggiante. L’italiano americanizzato ha tutti i requisiti per fare un
ottimo cittadino. Il Presbiterio di Pittsburg ha pure
consecrato il sig. Dimittry Holenda che lavorerà specialmente fra gli slavi di quella regione.
Da Detroit, Mich., il Dott. Bryant scrive che nelle
miniere di rame di quello stato lavorano molti italiani
(lombardi e piemontesi) ben disposti a ricevere l’Evangelo. E’ stato combinato colla Società Biblica Americana di avere un colportore italiano, veramente convertito, che lavori fra i suoi connazionali.
Negli ultimi anni, non pochi preti sono stati ricevuti
nelle Chiese Evangeliche. Nel 1907, il Potter di New
York, ne ha accolti quattro.— Non vi è una sola congregazione che non abbia fra i suoi membri qualcuno uscito dalle file della chiesa romana.
FRIMAVERA DELLA VITA
Svizzera. — La vita cristiana nelle Unioni
della Svizzera e soprattutto della Svizzera tedesca
è molto fiorente ed attraente.
La Conferenza nazionale dei segretari svizzeri
ebbe luogo a Ginevra dal 25 al 27 novembre scorso.
Il numero ultimo del « Bollettino dell’Unione di
Ginevra » contiene il rapporto annuale da cui risulta la grande attività dell’Unione stessa.
Grermania. — Nella venticiquesima Conferenza nazionale di Germania fu risoluto d’incominciare un’opera d’evangelizzazione tra la gioventù
germanica all’estero.
Quest’opera si proporrà : 1) di fornire buoni giornali alle Unioai tedesche dell’estero; 2) di eleggere
un segretario per l’opera tra i giovani tedeschi residenti in Parigi; 3) di affidare i giovani tedeschi
residenti in Inghilterra alle cure d’un segretario;
4) di stabilire un segretario per l’America del Nord.
C. T.
EROINE YHLDESI
Nuova Serie
III.
Kafharina tieniflin
Martire Valdese della Boemia nel 1340
Tra i paesi nei quali i perseguitati Valdesi di Francia
cercaron rifugio, viene in prima linea la Boemia ; anzi
si vuole che Pietro Valdo stesso vi abbia accompagnato
una truppa dei suoi seguaci e vi sia morto poi nel 1217.
Quarant’auni dopo eran cosi cresciuti i Valdesi in
quella regione che il re Otokar tentava distruggerli
mediante l’inquisizione; e l’inquisitore di Passau, che
ci ha lasciato la relazione della sua inchiesta, confessa
che in Boemia ed Austria ei conosceva 42 località ove
i Barba Valdesi tenevau le loro riunioni e che ad
Einzispach risiedeva un loro vescovo. A Kemateu vi
eran dieci riunioni Valdesi e quando si vide il curato
intento ad aiutare l’inquisitore nella sua inchiesta, lo
si uccise.
Cinquant’anni dopo, un’altro inquisitore fece una
nuova inchiesta da cui risultò che in una provincia vi
erano 36 località tutte Valdesi. Si arsero sui roghi verso
il 1315 centotrenta Valdesi di cui centodue a Vienna,
fra i quali trovavasi il vescovo Valdese Neumeister.
Questi nel salir sul rogo disse che nel solo ducato
d’Austria erano oltre 80 mila i Valdesi e che in Moravia e Boemia il lor numero era incalcolabile.
Nel 1330 l’inquisizione si trasporta nel distretto
boemo di Neuhaus ove abbondano i villaggi interamente Valdesi, e tosto vi iniziano l’opera loro gl’inquisitori Gallus di Neuhaus e Pietro di Naczeracz. Ma
incontrano tale un’opposizione che Gallus stima prudente di recarsi, con Ulrich signore di Neuhaus, ad
Avignone onde consultarsi sul da fare col papa Benedetto XII. Ne approfittano i Valdesi per insorgere, ma
aveano appena avuto tempo di rovinare un castello,
che già tornava Ulrich coll’inquisitore armato d’ un
bando papale per una crociata contro i Valdesi. Non
conosciamo tutte le vicende di quella crociata, ma un
foglio di pergamena ritrovato pochi anni or sono e
pubblicato dal prof. Haupt e dai verbali di alcuni processi fatti nel corso di essa, da Ottobre a Dicembre
1340 nel villaggio di Gross Bernharz a due ore da
Neuhaus. E in uno di questi processi che apparisce la
nostra eroìna.
A Gross Bernharz tutti erano Valdesi ad eccezione
del giudice, del baguatore e del tosatore ; essi ricevevano la vìsite dei loro Barba tre volte all’anno, ed
ognuna di queste visita durava al più un mese. Le
riunioni si tenevano in luoghi nascosti, in granai, in
cantine o locali segreti fatti apposta. I Barba erano
alloggiati dal Valdese Valtin in una camera fatta apposta su un corridoio segreto stabilito fra la casa e
la stalla sua.
All arrivo dell’inquisitore Gallus, si trovavano in
visita nel paese i due Barba Albert e Gottfried, ma
poterono sfuggirgli perché rapidamente portati via dal
Valdese Rntlin sul suo carro. Ma altri fuggiaschi come
Conrad Neupaur furono raggiunti e catturati.
Vivissimo fu il panico fra quanti eran rimasti nel
paese ; si fecero arresti in massa, cosicché tosto furon
piene zeppe le carceri di Neuhaus, e Benedetto XII
dovè scrivere al vescovo di Praga invitandolo a mettere le sue carceri a disposizione di Gallus.
Fra tutti i processati che vediam comparire davanti
all’inquisitore, la figura più rimarchevole è quella d’una
donna per nome Eatarina, moglie di Henzlin il tosatore
del paese.
Venne interrogata il 20 ottobre 1340. Suo marito
chiamato anch’egli dichiarò eh’essa era Valdese ma lui
no I Essa confessò Lancamente la sua fede e disse esser figlia d’ un Valdese di Jerissau il quale soleva
ricevere i Barba in casa sua ove avea all’uopo fatto
fabbricare un rifugio segreto. Invitata a prestar giuramento, essa rifiuta di farlo a men.o che l’Iuquisitore
ve la costringa; e siccome questi vuole che il giuramento sia libero, essa persiste nel suo diniego e viene
ricondotta in carcere onde non fu tratta certamente
che cadavere o dannata al rogo.
Quale eroica costanza in questa donna abbandonata
anche dal marito 1 Ci duole non avere maggiori ragguagli su lei ; ma basta quanto sappiamo per proclamarla una vera eroina della fede Valdese.
(Comba : Hist. Vaud 1901 pag. 151 a 157 ; Bull.
Soc. Hist. Vaud. 10 pag. 76.)
Teofilo Gag.
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II. Testi biblici per parete :
Testi argentati, em. 30 per 44, 6 versetti differenti, ciascuno............« 1.00
idem, cm. 30 per 15. 4 versetti differenti, ciascuno.................* 0,75
idem cm. 15 per 19, 2 versetti dif
renti, ciascuno.................« 0.50
idem, cm. 12 per 15, 2 versetti differenti, ciascuno..................• 0,40
idem, cm. 9 per 19, 2 versetti differenti, ciascuno.................< 0.30
Testi colorati, cm. 80 per 44, 5 versetti
differenti, ciascuno ....... « 0,50
idem, cm. 24 per 17, 8 versetti differenti, ciascuno.................« 0.25
idem, cm, 20 per 25, 7 versetti differenti, ciascuno.................« 0.25
III. Testi biblici francesi :
Dimen. cm. 17 per 12 — lOvar. cias. « 0,20
« 18 per 12 — 2 « « 0,25
* 24 per 12 — 12 • « 0.40
€ 26 per 15 — 6 « « 0.50
« 29 per 21 — 12 « « 0.60
« 33 per 24 — 10 . * 1.00
IV. Cartoline bibliche :
Italiane — 60 varietà ciascuna - . . « 0.05
Francesi — 60 varietà < . . . . « 0.15
V. Libri ed opn-scoli:
Lettere di Natale 1908 per Fanciulli e
per Adulti ; le 100 copie........... • 3.00
Falco, racconto originale per bambini,
ciascuno ........................... * 0.75
Prove e benedizioni, racconto pei giovani, ciascuno . . . ,................« 1.00
Geografia della Palestina ili. voi. II.
(sottoscr. L. 1) ciascuna............« 1.50
Comento sull' epistole della cattività
(Ef. Fil., Col., Filemone). ciascuno « 4.00
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