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8p§tt/ ' .: T,-v.
BlMiûtsûa TaUssô
(Torino)
TOHRE FELLICS
DELLE VABLT VALDESI
Qnindicinal•
della Chiesa 7aldase
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo
Anno LXXXVI - Num. 11 (Eco: L. 700 per l’interno Eco e La Luce: L. UHM per rintemo Spedii. abb. postale U Grttiniiii 1 TORRE PELLICE — 1 Giugno 1956
Uha eopiA La 2 ^ ABBONAMENTI / L. 1200 per l’eetero L. IJOO per l’estero Cambio d’indìrisBO Lire 4#,— 1 Ammifi- Clandiftna Torre Teilice • O.CJ^• 2*17557
“CORPUS DonaiHi
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Corpus Domini : due parole latine che il calendario pone sotto i nostri occhi, quest’anno in data 31
maggio; in lingua volgare significano: il corpo del Signore, e in linguaggio ecclesiastico si potrebbero
tradurre: la Cena del Signore. Poiché di questo si tratta in sostanza:
della Santa Cena, per usare la terminologia protestante, della Eucarestia, per adoperare il termine delia Chiesa Romana.
Tutti ricordano il racconto della
i tituzione di questo rito, come ci
conservato negli Evangeli e nella
jsrima lettera ai Corinzi: esso vie
lìc riletto ogni volta che nelle no
'.i re, comunità si celebra la Santa Ce
ra. Ricordiamo sedo le parole di
Paolo (I Corinzi XI vers. 23 e seg.)
I’ nelle ho ricevuto dal Signore quel
che anche v’ho trasmesso: cioè
aie il Signor Gesù, nella notte che
fi> tradito, prese del pane e dopo
in-er reso grazie, lo ruppe e disse:
Questo è il mio corpo che è dato
per voi. Fate questo in memoria di
me. Parimente, dopo aver cenato,
prese anche il calice dicendo: Que•lo calice è il nuovo patto nel mio
langue; fate questo ogni volta che
ne berrete, in memoria di me ”.
Poiché ogni volta che voi mangiate
(¡uesto pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore, fin ch’Egli venga.
E’ pure noto a tutti come questo
rito sia rimasto in tutte le Chiese
nate dalla Riforma uno dei sacramenti, che, col Battesimo, esse hanno in comune con la Chiesa Romana. Si tratta, per altro, di Un vincolo comune solo dal ptmto di vista formale, sia con la Chiesa cattolica, che tra le Chiese che comunemente vanno raccolte sotto il comune denominatore di protestanti,
é * questa certo una delle pagine
più dolorose della storia del Cristanesimo : il sacramento del nuovo
patto, anziché unire, divide implacabilmente i cristiani.
Ed é particolarmente doloroso di
dover prender atto come la Chiesa
Romana accentui sempre più, iiell’evoluzione della sua religiosità, una interpretazione del dogma che
( i sembra sempre più lontana, particolarmente nelle manifestazioni esteriori della pietà popolare, dal
sano insegnamento delTEvangelo,
Non ci é possibile, oggi, sulle colonne del nostro quindicinale, procediere ad un esame di questo problema; desideriamo solo illustrare
ai nostri lettori l’origine ed il fine
di questa celebrazione del Corpus
Domini ebe una così grande importanza ha assunto e sempre più assume in seno alla Chiesa Romana.
Chi desiderasse approfondire ulteriormente le sue conoscenze in questo campo potrà consultare con profitto lo studio del pastore E. Rostan: La Cena del Signore, e Cristianesimo eCattoUcesimo Romano
d; E. Comba, dal quale ultimo abbiamo attinto le informazioni che
seguono.
1!e Hì
All’origine della festa del Corpus
Domini sta l’interpretazione letterale delle note parole li Gesù: Poi
avendo preso del pane, lo ruppe e
lo diede dicendo: Questo è il mio
corpo il quale è dato per voi » (Luca XXII, 19), consacrata e formulata dal Concilio di Trento che, nel
pieno fervore deUa reazione alle
dottrine di Lutero, Calvino, Zwingli, (in discordia fra di loro, ma
uniti nel respingere l’interpretazione letterale della. Chiesa Romana)
sentenziò, fra l’altro:. « NeU’tdmo
sacramento della santa Eucasnstia,
dopo la consacrtastone del pane e
del vino, si contiene il nostro Signor
Gesù Cristo, vero Dio e uomo, veramente, realmente e sostanzialmente sotto la specie di quelle cose sensibili » (Sess. XIII, cap. 1®).
E i vari capitoli di questa sessione pongono in-rilievo e definiscono
l'eccellenza e la superiorità di questo sacramento su tutti gli altri, per
cui appare logica conseguenza il 3"
canone : « Se alcuno negherà che
nel venerabile sacramento della Eucaristia (al quale si deve venerazione col culto di latria che é dovuto al
vero Dio) si contiene tutto Cristo,
sotto l’uno e sotto l’altra specie, e
sotto ciascuna parte di ciascuna specie, dopo fatta la separazione, sia
anatema ».
Con queste premesse, gli sviluppi non possono essere dubbi. Cevsì
li Concilio di Trento è logicamente
portato a fare un passo avanti sulla
via di una reRgiosità che ci lascia
sempre più perplessi. Esso infatti
all'erma esplicitamente: « Se alcunt)
dirà non esser lecito conservarsi la
Sacra Eucarestia nel Sacrario, ma
doversi necessariamente distribuire
ai presenti dopo la consacrazione, o
non esser lecito portarsi onorificamente agli infermi, sia anatema ».
Una volta stabilita la liceità della
conservazione dell’Eucaristia, é naturale e logico che si faccia un altro passo avanti. E lo stesso Concilio di Trento-ha fatto questo passo.
in modo molto deciso; esso infatti
ha lanciato un altto spietato anatema contro coloro die eventualmente osassero dire che « santo Sacramento dell’Eucarestia non deve
adorarsi il Cristo Unigenito FigHuol
di Dio con culto m latria anche esterno, e che perc^ non deve venerarsi con particoliire celebrazione
festiva, ne portars^solennemente in
processioni, secon^ il lodevole ed
universale rito e If&wmsuetudine della Santa Chiesa, cCche non deve esporsi pubblicame^ktd afi popolo per
essere adorato, e cftè i suoi adoratori sono idolatri ». ;
In quanto si rìfsnsce al « lodevole ed universale rm « consuetudine
della Santa Chies^^, a prescìndere
che essa Ra tardatq notevolmente ad
affermarsi come universale rito, e
che non pochi dottori deUa Chiesa
non lo reputavano affatto lodevole,
è qui opportuno incordare come si
giunge alla istituzidae doUu festa del
sacramento dell’Eiicaafistia, cioè del
Corpus Domini. ^
Nella prima metà del secolo XIII
con la proclamazione del dogma della transustanzìazii>ue (interpretazione letterale delle parole di Gesù:
Questo é il mio Corpo) si ebbe una
reviviscenza di pietà popolare con
connessa fioritura di miracoli.
Una monaca della diocesi di Liegi,'Giuliana, i avendo anntmziatò di
aver avuto visicmi in cui Gesù Cristo sollecitava l’istituzione di una
festa particolarmente consacrata all’Eucaristia, il vescovo di Liegi aveva accolto questo voto, espresso da
altri gruppi di zelatrici, e fissato lina celebrazione per le Fiandre.
In questo peododo, a Bolsena, accadeva un miracolo, reso celebre
nell’arte. Un prete boemo, poco convinto della dottrina deUa transustanziazione, mentre celebrava la messa
a Bolsena, avrebbe visto l’ostia che
teneva in mano sanguinare copiosamente, e si sarebbe ceà convinto
deUa bontà del nuovo dofma. Il papa Urbano IV, mosso 4ù questo miracelo e da un certo movimento dell’opinione pubblica ecclesiastica, se
cosi possiamo dire, con boRa papale dell’ll agosto 1264 approvò ed
estese a tutta la Chiesa la festa del
Corpus Domini.
E cosi og|d l’natiii consacrata è oggetto di eosì pMdioolare venerazione, portata preeessionalmente per
le vie, che si può parlare di adorazione.
e e e
la conferenza del I Distretto
La conferenza del 1® Distretto è
convocata per venerdì 28 giugno a
Pomaretto, e avrà inizio aUe 8,30
precise con un culto presieduto dal
Pastore Lorenzo Rivoira.
I Signori Pastori sono pregati di
inviare, al Sovrintendente al più
presto possibRe, e non oltre il 15
Giugno, le relazioni annue, i relativi brevi sunti e gli specchietti
tsasìsìci.
Al Presidente del Seggio provvisorio dovranno essere conseguati i
mandati di deputazione delle singolee parrocchie.
La Commissione Distrettuale
COMUNICATO
E dopo tutto questi anatemi o
maledizioni che dir si voglia, dopo
tutte queste sottili distinzioni tra
dulia e latria che mal celano l’imbarazzo che si prova a parlare di
adorazione, ritorneremo a rileggere
le parole di Paolo, che abbiamo riferito all’inizio di questo articolo :
Poiché ho, ricevuto daLtSignore quello che anche v’ho trasmesso.....
r-y-' -V Jeetor.
Abbiamo il piacere di comunicare che dal 1" al 16 Agosto le Valli
Valdesi riceveranno la visita di pellegrinaggio di Valdesi dell’America Latina, in occasione del centenario dell’emigrazione.
I partecipanti sono annunziati in
numero approssimativo di 35. I loro nomi e il programma dei festeggiamenti verrà prossimamente comunicato.
Le popolazioni Valdesi si accingono a ricevere questi correligionari con grande gioia e danno loro
fin d’ora il più 'cordiale benvenuto.
' La Commissione del Centenario
A.I.C.E. - Convegno
Il tradizionale convegno primaverile dell’Aice ha avuto luogo a
Lusema San Giovanni, domenica 13
maggio. Il pastore R. Jahier ha consacrato a questo incontro il culto domenicale.
,11 convegno vero e proprio ha avuto inizio alle ore 14,30, nella Sala
Albarin, sotto la presidenza della
Signorina Evelina Pons che ha presentato l’oratore ufficiale: il dott
Gardiol di Torre Pollice, che con
parola piana e persuasiva ha illu
strato il suo argomento: Condizioni
di salute che influiscono sul rendi
mento scolastico dei bambini. ■----
In una breve introduzione, il re
latore fissa i limiti entro cui in
tende svolgere il suo tema, chia
rendo come dei tre anelli (percezio
ne —: attenzione — ritensione) che
costituiscono l’apprendimento, egli
si fermerà al primo grado: la percezione (limitazione ai ragazzi al
di sotto dei 10 anni).
. Ciò premesso egli passa ad esaminare in modo particolareggiato la
funziìne degli organi sensoriali in
relazione allo sviluppo di una sana
pedagogia. Egli sottolinea, preliminarmente, l’importanza di questa indagine, sia ai finimedici che a quelli pedagogici. E’ noto infatti che il
bambino impara più facilmente una
lingua straniera, sfruttando il metodo uditivo; é nota pure l’importanza del metodo visivo per l’apprendimento deUa parola da parte
dei sordomuti. Certi difetti di pronunzia, per'esempio, che esercitano
dolorose ripercussioni sulla psiche
del faneinllo possono essere opportunamente curati,- con tutto vantaggio deRo sviluppo della personalità
del fanciullo stesso.
Il relatore passa quindi ad esaminare, come abbiamo già detto, il funzionamento dell’orecchio e dell’occhio, le loro disfunzioni, gli inconvenienti' che nascono da queste di
sfunzioni ed il loro influsso sul rendimento scolastico degli alunni.
Orecchio - Occhio.
11 relatore esamina varie affezioni
die diminuiscono la capacità uditiva
del ragazzo, che molto spesso esita a
rivelarle, non solo per diffidenza nei
confronti di un eventuale intervento
chirurgico, ma spesso perché egli
stesso non si rende esattamente conto della causa e della natura del suo
male. Il dott. Gardiol esamina partit amente vari casi pratici, sottolineando l’influenza di queste affezioni sullo sviluppo del carattere del bambino, accusato di esser distratto,' chiuso, di cattiva volontà.
Il relatore dimostra come nella
stragrande maggioranza dei casi non
si dovrebbe parlare di ragazzi negativi, perché alla radice di questa
” negatività ” vi sono delle disfunzioni dell’udito. E’ questo un campo
in cui gli insegnanti delle scuole elementari possono svolgere un compito prezioso di collaborazione con le
famiglie e con i medici, segnalando
i casi particolari per opportuni interventi, contribuendo a creare un
clima di reciproca fiducia tra medico
e famiglia.
E’ evidente infatti che le visite
mediche contemplate dalla vigente
legislazione nel campo scolastico,
hanno risidtati molto relativi, perché manca troppo spesso al medico
la possibilità di giudicare con conoscenza di causa.
Clima di fiducia ci di serietà, sottolinea il relatore, in quanto nessuna affezione, dal raffreddore aRe manifestazioni allergiche (febbre cosidetta del fieno) va trascurata, poiché
tutte possono esercitare qualche influenza sull’organo deR’udito.
Quanto specificatamente esaminato dal dott. Gardiol in riferimento
all’orecchio, si ripete, con altri fenomeni, nel campo visivo. Ed anzi,
qui, ancora, in modo più specifico
la collaborazione degli insegnanti
può assumere un’importanza capitale, perché proprio sui banchi deRa
scuola, in certi atteggiamenti cosidetti « strani » dei ragazzi, quando
sexivemo o leggono, si ha la manRestazione esteriore di qualche disfunzione deR’organo visivo.
Quanti « mal di capo » guardati
con sospetto, in sede di valutazione
scolastica, hanno come origine, fenomeni di miopìa; quanti scambi
nell’uso di consonanti affini (m, n,
ecc.), o errate valutazioni di figure
geometriche simRi (quadrato, rettangolo) si possono spiegare con l’astigmatismo.
E tutto questo, ribadisce il relatore, influisce suRa psiche del fanciullo, e sulla formazione deRa sua
personalità.
Un caldo applauso saluta l’interessante e chiara esposizione.
La discussione si svolge in modo
frammentario per la tradizionale
prassi valdese, secondo la quale i
vicini discutono fra di loro e, di tanto in tanto qualche coraggioso si alza
e si fa eco di qualche interrogativo.
Si accenna così alla noncuranza di
molti genitori, che non sembrano
dare ebe una importanza molto relativa ai disturbi uditivi e visivi (per
« noncuranza » o per timore deRe
spese?) (Ma c’è la Mutua, si osserva).
Sì sottolinea l’utiRtà di schede psicologiche e fisiche, redatte dagh insegnanti, che offrirebbero un utile
materiale di studio e di indicazione
al medico, che non si troverebbe più
di fronte ad uno sconosciuto. Si accenna all’importanza di centri ambulatori particolarmente attrezzati
(purtroppo bisogna far capo a Torino dove ne esistono solo due). Si raccomanda il Centro psicologico di
orientamento professionale, particolarmente per i ragazzi che hanno finito la V elementare (purtroppo anche ^ qui bisogna far capo a Torino,
dove Ce n’è uno solo, oberato di lavoro. Si evocano i « bambini prodigio » : un fenomeno da non incoraggiare perchè costituisce una manRestazìone di anormalità.
A mò di conclusione si auspica
una maggior collaborazione tra famiglia, scuola, medico, in vista della formazione deRa personalità
del bambino che non va avviluppata in falsi sentimejntalismi, nascondendo la realtà.
Problemi scolastici
La Signorina Evelina Pons dà lettura del testo completo del discorso
del Ministro deR’Istruzione P. Rossi,
jier quanto si riferisce all’insegnamento religioso (ne abbiamo dato il
testo nel precedente numero dell’Eco, con un adeguato commento di
un nostro egregio collaboratore) il
prof. A. Armand-Hugon e PisanieRo
chiariscono come le affermazioni in
esso contenute costituiscano una
istanza laica che non può non trovarci consenzienti. Alcune imprecisioni, per quanto si riferisce alla
situazione del Circolo didattico di
Torre Pellice, non sminuiscono la validità della impostazione del problema, come fatta dal Ministro, e
il direttivo dell’Aice potrà eventualmente curare una precisazione
in sede opportuna.
Si sottolinea l’importanza della
separazione tipografica deRa trattazione della religione daRe altre materie e si invita gli insegnanti a usufruire dei testi ad hoc.
Gita sociale
I giovani (cioè le’giovani) domandano che si organizzi una ^ta sociale: non si tratta di manifestazione
escursionistica, ma di un’occasione
di affratellamento, che trova un po’
di scetticismo nei più anziani, delusi
{contùnia in 4® pagina)
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L’ECO DELLE VALLI VALDESI
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ERNEST TRON
C’est à Masse!, haute paroisse de nos
chères Vallées, que naquit Ernest Tron,
le 11 février 1887, fils du pasteur Jean
Jacques Rodolphe Tron, qui exerça
son ministère pendant près d’im quart
de siècle dans sa paroisse d’origine.
Cadet d’une famille de cinq enfants
dont trois, Giovannino, Henri et luimême suivirent la carrière du père et
la soeur, Virginie, épousa le Pasteur
Paul Davit, qui fut missionnaire au
Zambèse et pasteur pendant vingt ans
à Ombues de Lavalle, en Uruguay. Son
frère, le Professeur Samuel Tron est
orateur bien connu.
Enfant encore le petit Ernest tomba
grièvement malade. Sa mère — Fanny
Bouvier — profondément pieuse, qui
épousa avec son mari, son même ministère, adressa alors à Dieu de ferventes prières, lui demandant de retirer son Ernest de ce monde s’il ne devait pas suivre la vocation de son père; d’en faire un messager de l’Evangile s’il venait à guérir.
La preparazione
Dieu voulu qu’il fut son serviteur!
Après avoir suivi lès classes élémentaires à Massel, il descendit à l’Ecole
Latine du Pomaret, passa ensuite au
Collège de La Tour où il termina ses
études secondaires. Nos souvenirs d’enfance le rappellent avec deux de ses
frères, logés dans une chambrette au
dessus de l’établi du cordonnier Rivoir
aux Bouissa pendant la dernière période des études lycéales!
Ernest Tron fréquenta ensuite les
cours à la Faculté Vaudoise de Théologie qui disposait alors du palais Salviati, de Florence. Il fit son aimée d’étranger à Edimbourg en 1911. Dans
cette période il passa huit jours à Lon-1
dres avec son frère Giovannino, qui se
rendait aux Etats Unis. Us ne devaient
plus se revoir ici bas!
Comme Candidat au Saint Ministère il fit son stage à Rome, en qualité’
de coadiuteur de Mr. Ernest Comba,\
alors à la tête de cette importante paroisse, Au Synode 1912 il reçut la con-1
sécration en même temps que ses collègues Arthur Vînay, David Pons, Jules Tron et Henri Pascal. L’année suivante nous le trouvons à Milan, où il
remplace le pasteur Victor Albert Costabel chargé d’une importante mission à l’étranger au nom de la V. Table. Ernest Tron ne tarde pas à se faire remarquer par ses talents dont Dieu
l’a brillament doué. Il se préparait à
l’oeuvre d’évangélisation en Italie.
Mais Dieu en avait disposé autrement!
A la suite du retour en Italie du
pasteur David Forneron, et du décés
du pasteur Benjamin Pons, les paroisses de Colonia Iris (Pampa Argentine)
et de Tarariras (Dép. de Colonia en
Uruguay) étaient vacantes. Dans ces
circonstances la V. Table adresse ses
appels à plusieurs Pasteurs. Le choix
tombe aussi sur Ernest Tron. A la demande de la V. Table s’il était disposé
à se rendre dans le District Rio Píntense, ne fût que pour une période
de trois ans, il crut bon de demander
un délai d’un jour pour y penser et répondre. Le lendemain il eut soin de dire aux Autorités de notre Eglise que
cet appel exigeait de sa part un changement complet dans l’orientation de
sa vie. Si son départ devait avoir lieu,
il serait défiinitif. A la grande surprise
des membres de la V. Table, il aflBrme
être disposé à partir et que Mr. Jules
Tron l’accompagne.
Uarrivo a Colonia
Leur arrivée à Colonia Valdense, le
7 décembre 1913, revêtit les caractéristiques de ces temps bien révolus. Le
parcours de la gare de Colonia Suiza
à Colonia Valdense (quelques 7 km.)
se fit, comme d’usage alors, en voiture.
Al’entrée de notre Colonie mère, la
Chorale de cette grande paroisse et bon
nombre de membres d’églisé étaient accouru à leur rencontre en chantant des
hymnes de notre recueil de Psaumes et
Cantiques. Le français était encore une
de nos langues liturgiques, même dans
ce District.
Tandis que le Pasteur Jules Tron
prenait à sa charge la paroisse de Tarariras, le Pasteur E. Tron s’occupait
temporairement de la jeunesse; en octobre et jusqu’à la fin de décembre il
se dédia à Colonia Iris. H y exerça une
activité intense, en visitant 183 familles, donnant des leçons de cathéchisme
à 52 élèves, i»ésida 5 séances du Consistoire et deux assemblées d’EgJise.
C’étaient les préparatifs d’organisation
nécessaire pour que cette immense colonie se constitue en paroisse dans touce l’extension du mot. Il avait obtenu
que la résidence du Pasteur ne fût plus
au Triàngulo (en plaine campagne
donc, où le Pasteur David Forneron et
M.me connurent les tristesses d’un isolement inconnu chez nous, et bien de
péripéties) mais devait être transférée
dans la ville de Iacinto Aràuz. Cette
décision qui aujourd’hui saute aux
yeux pour sa nécessité logique, avait
été prise grâce à sa vision, à sa fermeté
et malgrés plusieurs avis contraires à
une innovation de ce genre.
Un paroissien en était arrivé à lui
dire qu’il avait encore assez d’influen
senta aux Autorités militaires. Avec
tristesse il eut à nous dire des années
plus tard, que ces Messieurs le menacèrent de le soumettre à un tribunal de
guerre, pour son retard à l’appel aux
armes! Grâce à l’intervention de son
collègue de Pignerol Mr le Pasteur
[x)uis Marauda ce procès n’eut pas
lieu, et Pierre Ernest Tron vêtit l’uniforme militaire. ’Pendant un certain
temps il eut à soigner les soldats les
plus grièvement blessés, dont plusieurs
en étaient à la fin de leur existence à
cause des conséquences des gas asfixiants. Les dimanches libres, il occupait dignement la Chaire de Turin.
Nommé aumônier,.il accomplit sa tâche pendant les derniers mois de la
guerre, et accompagna les troupes qui
occupèrent temporainement le sud de
l’Autriche. Au Synode 1918 nous le
vîmes en compagnie de ses collègues
II pastore E. Tron, con la toga, davanti al Tempio di Luserna San Giovanni, in
-occasione della sua ultima Vìsita alle Valli.
ce pour écrire à la Table et lui faire
perdre sa place s’il persistait à faire
des nouvautés. Mais décision avait été
prise. Après la Conférence de District
(Cosmopolita 26-28 février 1915) le
Pasteur E. Tron prend à sa charge cette
lointaine paroisse de la Pampa. Il y
déploie une activité intense, qui, cela
va sans dire, est appréciée à sa juste
valeur par tout le monde: enfants,
jeunes et adultes. Dans sa monographie
de Colonia Iris, le Pasteur Lévy Tron
écrit à ce propos : « des enfants il fut
comme un père affectueux, des jeunes
un compagnon agréable, et des adultes
un frère respecté. Les leçons de cathéchisme, au dire d'un élève, enrichissent
la mémoire et le coeur déborde de joie et de satisfaction ».
Le chant laissait alors fort à désirer.
Ernest Tron « musicien dans l’âme »
se dédia à l’améliorer. Lui-même nous
dit plus tard, en nous faisant voir la.
humble maisonnette au centre de Iacinto Aràuz, qui fut sa demeure pendant son ministère à la Pampa, qu’il
dut apprendre à jouer du violon pour
enseigner le chant. Plus tard il pourvu
le temple d’un harmonium.
Durante la guerra
En plus des visites aux disséminés,
si nombreux dans les vastes plaines,
diaspora de sa paroisse, il fit des campagnes de réveil dans toutes les Colonies. Pendant un mois et demi il fit
deux cultes par jour et se fatiga au
point de ne plus pouvoir continuer.
Outre océan la guerre continuait sans
relâche, et Mr E. Tron dut répondre
à l’appel de sa patrie. Malgré sa miopie qui l’avait retenu hors des rangs
jusqu’alors il avait été finalement reconnu apte au service militaire. Pendant son séjour à Iacinto Aràuz il avait organisé une kermesse en faveur
de la Croix Rouge italienne. Elle fut
la plus grande fête de ce genre organisée dans cette ville! Avant de s’embarquer il célébra ses noces avec M.lle
Ana Armand Ugon, fille ainée du Pasteur Jean Daniel Armand Ugon de Colonia Valdense. C’était le 23 janvier
1918!
Quelques jours plus tard il s’embarquait à Montevideo pour se rendre en
Italie. La traversée — extrêmement
dangeureuse à cause des sousmarins allemands — dura 40 jours. Le convoit
devait zigzaguer tout le temps, fortement escorté par des navires de guerre.
A son arrivée à Pignerol il se pré
aumôniers, avec l’écusson vaudois sur
leurs uniformes d’officiers.
Après avoir quitté l’armée il eut à
attendre quelques mois pour pouvoir
se rembarq;ueri Lîif> V: Table lui confia
en attendant, une partie du ministère
pastoral à Rome. Brillant orateur, il
reçut du Modérateur l’ofte de cette
paroisse. Mr E. Tron lui rappela: en
Amérique vous m’avez envoyé, en Amérique j’y retourne!
Ritorna al suo posto
Vers la fin de 1919 il rentrait dans
ce District, où il avait à accomplir un
ministère aussi long que béni!
A la suite de l’éméritation du pasteur de Colonia Valdense, Mr Armand
Ugon, son beau- père, l’Assemblée
d’Eglise du 25 avril 1920 le nomma
son conducteur. Il'y resta jusqu’à son
éméritation en 1949. C’est là que nous
l’avons connu. Il y avait en lui l’étoffe
du grand orateur. On l’écoutait avec
plaisir, ses sermons produisaient une
impression profonde. Nous avons souvent entendu dire de lui : « El Señor
Tron predica siempre bien ». Il était un
des meilleurs orateurs de notre Eglise.
Il nous est arrivé de le surprendre dans
son bureau, en train de faire son culte personnel, son Nouveau Testament
grec ouvert, la tête appuyée sur ses
mains élevant sa prière au « Père des
lumières, de toute grâce excellente et
de tout don parfait ».
La Conférence de mars 1920 nomme Ernest Tron Président de la Commission Exécutive, charge qu’il occupera à plusieurs reprises, jusqu’à 7 ans
de suite. Le 1 mai 1920 il installait le
Pasteur Uvy Tron comme titulaire de
la paroisse de Colonia Iris.
Décrire le rôle de Mr E. Tron à Colonia Valdense, et dans toutes les activités du District, demanderait un espace que ne peut pas consentir même le
Directeur le plus indulgent de notre
cher « Echo ».
Organizzatore
C’est à lui que l’on doit les Statuts
des paroisses régulièrement constituées
et qui jouissent de la reconnaissance
juridique (ente morale). Quand en 1926
le Lycée de Colonia Valdense, organisé par le Pasteur Armand Ugon en
1888, et administré par notre Eglise
pendant 38 ans, et dont M.me Tron
en a été Directrice fort estimée, passera à l’Etat, Mr E. Tron aura les clas
ses de philosophie, d’anglais, et plus
tard d’autres matières. Pendant des
courtes périodes, les Autorités scolaires lui confieront la Direction de cette
maison d’études. Il était bon qu’un
Pasteur vaudois exerçât son influence
dans ce Lycée; des Messieurs en soutanes aspiraient à venir dominer cette
ambiance.
En 1931, Mr Ernest Tron, M.me
Tron et leur deux filles, font un séjour
aux Vallées. Mr. E. Tron a la joie de
passer quelques mois à Massel aveç
son père, veuf depuis quelques années. Mr E. Tron nous rappelait le
jour de son départ, en sachant qu’U ne
reverrait plus son père. Celui-ci le suivait du regard du haut du balcon de
sa maisonnette, tandis qu’il descendait
vers le fond du vallon. Au dernier
tournant le fils voit encore son père
là-haut, les mains levées, dans l’attitude de la bénédiction et du dernier adieu... Il ne pu trecueillir le dernier
soupir de ses parents! C’est une expérience que connaissent ceux qui savent
encore laisser le pays natal — nos chères Vallées — pour accomplir une
mission.
A la suite de la mort du Pasteur
Armand Ugon, survenue en août 1929.
Mr E. Tron prendra la lourde responsabilité de fonder un Asile de Vieillards en souvenir du Patriarche de
Colonia Valdense. Cette institution de
bienfaisance demandera de la part de
Mr. Tron, de grands efforts, un oeil
avisé, et un enthousiasme soutenu. Il
sera le Président di Comité Directorial jusque à sa mort. Cet Asile, organisé par M.me Ganz, ouvrit ses portes en juin 1933 avec 5 vieillards. Il
compte aujourd’hui une soixantaine de
réfugiés, sans distinction de nationalité, de confession religieuse, ni de classe sociale.
En 1934 nos Eglises s’organisent en
Fédération, reconnue par l’Etat sous le
nom officiel actuel de : « Iglesia Evangélica Valdense del Rio de la Plata ».
La plus grande partie de ce travail on
le doit à Mr E. Tron.
Vers la même époque, Mr Tron, avec l’autorité qui le distinguait, favorisa la formation de l’Eglise Evangélique de langue française de Buenos Aires, et la rédaction de ses Statuts, en
collaboration avec son ami le Pasteur
Emmanuel Galland, qui en sera le
premier conducteur. Les Pasteurs Vaudois resortissants des Vallées, et Mr.
Tron le tout premier souvent seront
dès lors appelés à y présider périodiquement des cultes, jusqu’à l’arrivée
d’un Pasteur Suisse, Mr. Edouard de
■ Montmollin, à guerre finie.
Pendant les années de guerre, Mr.
E. Tron est invité par le Dr. F. B.
Stockwell doyen de la Faculté Evangélique de Théologie de Buenos Aires, à
visiter comme délégué de cette maison
d’études, les Eglises du Chili. Il accomplit brillamment sa mission. Au préalable, il avait été chargé de cours dans
cette Faculté.
En 1944 Mr. E. Tron dut se soumettre à une opération très délicate. Il en
guérit grâce à Dieu et à la science de
son beau frère, Dr. Victor Armand Ugon, chirurgien de renommée internationale. Il savait voir loin et sut obtenir d’un fils de Colonia Valdense
le dentiste Louis Albert Bonjour quelques trois hectares de terrain sur
les bords du Rio de la Plata. A ses
frais, et vaillamment secondé par M.e
Tron. ils pourvut à la plantation d’arbres et à l’érection des premières demeures. Ils organisèrent des Camps de
jeunesse. Cette nouvelle activité a pris
aujourd’hui un grand essort. Plusieurs
édifices et de beaux bois de sapin en
font le « Parque 17 de febrero », aussi
renommé ici qu’«Agape» en Italie. L,à
ont lieu non seulement des camps
pour les Vaudois de tout âge et sexe,
mais aussi pour les Lycéens du pays
et des camp d’activité interdénominationale.
Grâce à Ernest Tron les Vaudois
sont aussi ici à l’avant garde de l’oeuvre évangélique, sous bien des
aspects.
Em eritazione operosa
Depuis son éméritation Mr Tron
donna un nouvel essort à la Commission d’Evangélisation. L’oeuvre dans
la ville de Nueva Palmira (Dép. Colonia) et de Cardona (Dép. Soriano) en
font foi. Mr Tron aimait surtout prêcher, et rendit pendant ses dernières
années de grands services en annonçant
l’Evangile, par radio, en remplaçant
des collègues, à Montevideo où il se
rendait une fois par mois, et à l’occasion de la dédicace de temples et d’autres solennités.
Ces dernières années il avait aussi
la présidence de la Commission qui
doit organiser les festoiements du premier centenaire de la Colonisation
Vaudoise en Uruguay. Historien autorisé du peuple et de l’Eglise Vaudoise, il prêta sa plume à la rédaction de
plusieurs publications de ce genre. Depuis longtemps il travaillait à 1’« Histoire des Vaudois du Rio de la Plata », qui doit être publié avant 1958.
Son travail est à bon point.
Il y a tout juste un an — le 6 mai
1956 — il prit l’avion.pour se rendre
en Italie, revoir son pays natal et prendre un dernier contact avec les Autorités de notre Eglise. Il se rendit aussi
en France, pour connaître de près les
Institutions de « La Force », et en tirer profit pour nos oeuvres de bienfaisance de ce District. D alla seul. Son
éméritation était nominale, ayant déclaré de ne pas vouloir accepter la
pension de la V. Table. Il avait celle
de Professeur de l’Etat uruguayen. Il
pourvut lui-même à ses frais de voyage.
Vers la fin de novembre il rentrait
au milieu des siens. Nous aurions voulu l’avoir encore longtemps parmi
nous. Dieu en a disposé autrement.
En mars il ne put assister à notre Conférence de District. Dans le courant du
mois d’avril il dut subir une opération
et ne devait plus se relever; le premier
mai, il répondit à l’àppel du Maître.
Ses obsèques eurent lieu le lendemain,
mercredi 2 mai, à Colonia Valdense;
par un après midi d’automne bien ensoleillé. Des centaines d’autos, venues
de presque toutes nos Colonies dé
versèrent des milliers de personnes, accourues pour rendre un dernier tribut
de reconnaissance au Pasteur défunt,
et de sympathie à la famille en deuil.
A la maison ce fut le Pasteur de la
paroisse, Mr Wilfrido Artus, qui parla, le Pasteur Negrin éleva une prière,
après quoi la Chorale chanta un cantique de circostance. Le cercueil fut
déposé dans le cimetière par les membres de la famille Armand Ugon, Sur
la tombe parla encore le Pasteur Artus,
ensuite le Pasteur Jean Tron rappela
la personnalité qui nous avait quittés,
et dont il gardait un souvenir de son
enfance, lorsqu’Ernest Tron, alors
Candidat au Saint Ministère, présida
l’enterrement d’une soeur à lui et
laissa une profonde impression sur
son auditoire.
Le Pasteur Charles Gattinoni parla
au nom de l’Eglise Méthodiste, fort
représentée. Le Prof. Modesto Cenoz
apporta l’adhésion du Lycée de Colonia Valdense dont il est le Directeur,
et la sympathie des Autorités secondaires de Montevideo. La Chorale entonna l’hyrtme : « Son felices en el cielo... » (« Oh beati su nel cielo.. »), traduit par Mr. E. Tron. Le Pasteur émérite Mr Jules Tron, termina par la
prière. Le nombreux public se retna
alors lentement, en silence, ému.
De ces colomnes nous voulons exprimer notre sympathie chrétienne à
M.me Ernest Tron, à ses filles Maria
Emilia et Sylvie aux frères du défunt,
Giovannino, Pasteur, établi à New
York, Samuel, Professeur résident à La
Tour, à ses nièces et neveux d’Amérique et d’Italie et à la famille Armand
Ugon.
Persoimellement nous perdons en
Mr. Ernest Tron, une personnalité qui
nous honora de son amitié pendant un
quart de siècle. Sa mémoire sera en
bénédiction pour plusieurs.
« L’Eternel a donné, et VEternel a
ôté; que le nom de l’Eternel soit béni ». Emile Herbert Ganz.
Per cause tecniche il giornale esce
con alcuni giorni di ritardo, ne chiediamo scusa ai lettori.
3
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
— s
C E^N T O A N N I FA
Vita di un pioniere
Con la sua perseveranza nel bene,
e con la innata bontà, Giacomo Guigou ci appare un padre di famiglia
esemplare che non si lascia abbattere dalle prove dolorose che non lo
risparmiano.
Due funerali
Così nel 1868 egli è duramente
colpito nei suoi affetti familiari. Il
19 marzo di quell’anno, infatti, un
duplice funerale parte dalla dimora
del nostro pioniere : al mattino,
quello di sua moglie, Maddalena
lieux; al pomeriggio, quello di suo
genero Paolo Salomon, vedovo da
sei mesi.
Questo secondo funerale coincide
con una crisi ñnanziaria di Giacomo
Guigou che getta una luce singolare
.-lilla vita dei primi coloni. Infatti,
al momento del funerale vi era sull’aia almeno una sessantina di covoni del defunto Paolo Salomon. Al
ritorno dal funerale, Giacomo Guigou ha la dolorosa sorpresa di trovar tutto scomparso; un vicino li ha
a.sportati a parziale garanzia di im
-.li.s creilito nei confronti del defunto. E purtroppo questo non è che la
jH'ima avvisaglia della tempesta: due
vicini presentano una nota di 440,18
jnastre; più tardi si rivelano altri
dciìili del genero defunto.
S ! nostro pioniere deve pagare,
pcrdiè vuole essere onesto fino alla
fine; affronta la situazione, guardando a Dio Purtroppo, anche sul piano ecclesiastico sono anni dolorosi
c ili crisi.
Crisi ecclesiastica
Il nostro pioniere assiste con amarezza all’intervento del Moderatore
l antaret, al ritiro del pastore Morel,
che non risolvono la difficile situazione locale che si aggrava col mini,-tero e la partenza del pastore G.
Pietro Michelin Salomon, e raggimi
ge il suo apice con il triennio 187577, in cui i coloni sono privi di ministero pastorale. Scrive il Guigou:
” Je me suis laissé aller à dire:
i^ous avez mis Monsieur Morel dans
la misère; vous avez fait partir Monsieur Salomon. Je vous conseille de
en faire faire un (pasteur) de fonte,
avec le ressort; ainsi vous pouvez le
faire tourner comme vous voulez ”
ánche più lardi, quando il pastore Bounous comincia i culti regolari
a Ìju Paz, le dissensioni intestine dilaniano i coloni. Caratteristico questo episodio che il Guigou chiama
l’histoire de trois jeunes gens.
’ Je dois vous raconter l’histoire
de trois jeunes gens qui se mireni
des pierres dans les poches pour les
jeter au pasteur. Pendant le culte,
— un dit de les jeter; un autre dit
d encore attendre, et l’antre propose
d’attendre la fin du culte.
Je dois vous dire ce qu’en fut de
ces trois jeunes hommes: un s’en alla en Amérique du Nord, l’autre U
est dans la geôle en attendant ce que
on fera de lui, et le troisième c’est
celui qui vous parle...; tout celà n’a
pas porté de bon fruit”.
Accanto a queste difficoltà il Guigou ricorda che, nei primi tempi si
dovette fronteggiare anche l’azione
cattolica che aveva prevalso nel governo ed imposto l’insegnamento religioso cattolico. Questa imposizione
fu però di breve durata, e ben presto lo Stato si orientò verso la più
rigorosa aconfessionalità, in cui la
testimonianza valdese avrebbe potuto fiorire. Scrive il Guigou, ricordando alcime parole del pastore Daniele Armand Ugon:
L’est nous, les Vaudois qui devrions détruire les épines de ces contrées; au lieu de les détruire, on les
sème; elles prospèrent beaucoupc
parmi les autres: l’envie, la médisance, le mépris et le luxe... ” ed
aggiunge: ” J’ai vu des choses que
on ne peut pas croire; j’ai même détruit une partie de ce livre... ”. In
una pagina, non distrutta, scrive di
un altro emigrante Valdese: <i II a
vendu sa conscience pour un verre
de liqueur, en passant sur la mer ».
Spirito comunitario
Un capitolo significativo delle Memorie di Giacomo Guigou è consacrato a « Contributions volontaires
pour le bien-être de la Colonie ».
Leggendone i vari paragrafi, dobbiamo riconoscere che egli sentì profondamente la sua responsabilità di
membro attivo della comunità nascente, anche sul piano finanziario;
e, certo, non erano dei tempi in cui
il danaro abbondasse. Infatti la richiesta di prodotti agricoli era scar
sa; una misura di grano valeva meno di 2 piastre; le uova si vendevano una moneta di rame la dozzina,
mentre per contro un piccolo quaderno corrispondeva al prezzo di
tre dozzine di uova.
Eppure il nostro pioniere è solidale in tutte le iniziative che tendono a potenziare la vita comunitaria
costruzione del presbiterio, delle
scuole, del cimitero, del mulino; tutto ciò a prescindere dalle contribuzioni ordinarie. Solidale con i pochi che sono consapevoli della loro
responsabilità. Sono pochi infatti,
ed il nostro Guigou scrive con amarezza: ” Les 3/4 des colons n’ont
rien voulu donner pour l’école de
La Paz... Par notre activité persévérante nous avons obtenu du Gouvernement une école dans La Paz,
sinon encore de nos jours nous se
rions sans école, si nous attendions
le secours de nos bons Vaudois ”.
GH ultimi anni
Come abbiamo già ricordato,
quando il nostro pioniere partì dalle Valli, la sua famiglia si componeva di 8 figli; altri due nacquero
dopo il suo sbarco.in Uruguay. Più
tardi, rimasto vedovo, si risposò ed
ebbe da questo secondo matrimonio
due figlie. Scrive, a proposito dei
suoi figli, il Guigdli: ” Je ne crois
pas qu’il y ait un autre père de famille qui a dû avoif tant de patience comme moi;... c’est nécessaire de
demander à Dieu la patience et la
force pour supporter ¡fis épreuves;
Il est tant miséricordieux qu’il nous
donne la force et l’intelligence. Un
homme comme moi de tant peu de
forces et intelligence, je dois m’appuyer en Lui et en ¡aucun autre; que
son Saint nom soit béni ”.
Pietà vissuta, che poggia i piedi
sulla realtà. Così, per quanto il Guigou abbia raggiimto. un’età avanzata, a più riprese troviamo accenni
nelle sue Memorie alla suo preoccupazione di lasciare i suoi afìari in
ordine, in modo che non sorgano
discordie tra i figli, alla sua morte.
Così in data 20-1-1884 (dodici anni
prima della sua morte) troviamo
questa: n Lettre à mes enfants».
Chers enfants:
Je vous jnemifesfe. la façon que
vous devez agir avec moi; je suis avancé en âge et sourd; je ne peux
déjà plus administrer. Je vous prie
de vous réunir tous ensemble; vous
êtes 10 frères tous mariés avec une
famille; administrez mes terres entre vous, comme bons frères, comme
si j’étais mort; apportez un papier
timbré et faites une convention et
signez-le tous et apportez-le-moi
pour que je puisse faire mon testament comme bon père de famüle.
Je vous épargnerai dérangements et
beaucoup d’argent. Je garde pour
moi les biens meubles et après je
m’arrange avec ceux qui travaillent
Un gruppo di infermiere dell’ Ospedale Evangelico Internazionale di Genova,
col medico di turno, dott. Sciaccaluga. Vedi articolo del pastore Enrico
Geymet nel precedente numero. (Voto Bissaldi)
mes terres pour ma nourriture
E qualche tempo più lardi un’altra lettera ai suoi « chers enfants ».
” Je vous laisse un commandement, que vous vous aimiez les uns
les autres, que vous aimiez Dieu de
un amour suprème, avec crainte,
respect et foi ”.
Così Giacomo Guigou può guardare al passato, con la serenità dì
un patriarca :
” ...En arrivant à Montevideo, le
12 septembre 1857 nous étions 10
personnes; aujourd’hui, mars 1885
vous voyez votre père chef de 102
personnes. Je vous laisse en pai
dans le nom de notre Seigneur Jésus Christ ”.
E in pace si addormentò il nostro
pioniere, all’età di 84 anni, il 30
maggio 1896. I suoi discendenti possono guardare con fierezza a lui, come ad Un Valdese « de la vieille roche ». Emilio Boucharu
F. U. V. GRUPPO VALLI
Il Convegno primaverile
per la Valle Gerinaoasca - (]liisooe
Domenica 10 giugno 1956,
alle ore 14,30, avrà luogo a
Perrero il Convegno primaverile per la Valle Chisone Germanasca- Il programma è stato
inviato alle Unioni, tutti i giovani sono caldamente invitati.
libri che raccomaRdiamo
Valdo Vinay
Ernesto Buonaiuti
e l’Iialia religiosa del suo tempo
L. 1.400
Giobgio Spini
Risorgimento e ProtestarUi
L. 2.400
Giorgio Pevrot
/ membri di chiesa e gli altri componenti
delle comunità e le loro registrazioni
ecclesiastiche
L. 200
Danilo Dolci
Banditi a Partinico
L. 1.200
Carlo Levi
Le parole sono pietre
L. 1.000
Ordinazioni alla Libreria Claudiana
Torre Pellice - c. c. p. 2-17557
CONCORSO
La Libreria Claudiana bandisce
un concorso per la- pubblicazione
di sei fotografie di carattere Valligiano (paesaggi, luoghi caratteristici e storici, folklore ecc.) delle
Valli Valdesi. Il formato dev’essere 10 per 15 orizzontale (cartolina
gigante) o tutt’alpiù formato quadrato (10 per 10).
Le fotografie, contraddistinte da
uno pseudonimo e accompagnate
da una busta chiusa contenente il
nome e l’indirizzo dell’autore, debbono pervenire alla Claudiana
(TorrePellice) entro il 30 Giugno.
Le fotografie vincenti verranno
compensate con un modesto premio
di L. 1000 caduna, e rimarranno di
proprietà della Claudiana.
Torre Pellice, 25 Maggio 1956.
La Commissione delle pubblicazioni della Editrice Claudiana.
BREVE SOMMARIO DI STORIA VALDESE
Questa pagina tristissima della storia valdese, così chiamata dallo storico Alessio Muston, si allinea tra le
manifestazioni più tragiche dell’intolleranza religiosa, come la notte di
S. Bartolomeo, la strage di Mérindol
e Cabriéres, il Sacro Macello di Vaitellina. Come tale, un’ampia letteratura apologetica e polemica non ne
ha tuttora forse ancora chiarito tutti
gli aspetti : cercheremo pertanto di
riassumere i punti essenziali della
vicenda.
Già da alcuni anni vari segni di
intolleranza addensavano sul capo
dei Valdesi delle nere nuvole di persecuzione: ma fu coll’ordine del 25
gennaio 1655 che l’auditore Gastaldo dava il segnale delle prossime
tempeste. In esso si imponeva ai Vaidesi abitanti a S. Giovanni e nella
pianura vicina di sgomberare il territorio entro tre giorni, pena la morte e la confisca dei beni. Ora, l’abitazione in San Giovanni essendo stata concessa coll’accordo di Cavour
del 1561, i Valdesi, pure eseguendo
l’ordine di sfratto e rifugiandosi nell’alta Val Pellice, pensarono bene di
ricorrere alla clemenza sovrana ed
anche all’intercessionede gli amici
stranieri. Regnava allora Madama
Reale, benché il potere fosse stato
assunto dal ventiduenlne Carlo Emanuele II, e la Corte era dominata
dai più retrivi bigotti che il seicento
piemontese abbia prodotto, come il
Le Pasque Piemontesi (1655)
principe S. Tomaso e il marchese di
Pianezza. Mentre i deputati valdesi
cercano invano di essere ammessi a
corte e di trattare, senza ultimatum,
senza cause legali apparenti, senza
un mìnimo di lealtà, U 17 aprile 1655
un piccolo esercito, agli ordini del
Pianezza, il cui nome fu reso famo
so dalla vicenda, si metteva in mar
eia verso Torre Pellice e vi giunge
va in quella notte. I Valdesi si di
fesero, ma dovettero recedere e la
sciare occupare il posto dai soldati,
ai quali nei giorni seguenti si aggiunsero altre truppe e un contingente
notevole di volontari, attratti dal
desiderio di rapina.
Qual’era lo scopo del Pianezza?
Quello di occupare manu militari
la Val Pellice, in modo da imporre
poi ai Valdesi tutte quelle disposizioni che il Consiglio segreto di Corte aveva già in parte elaborato e che
miravano in sostanza ad annientare
in pochi anni la chiesa Valdese, non
con la violenza, ma con la repressione del culto. Si iniziarono pertanto in questo senso delle trattative tra il Pianezza e i delegati dei
Comuni valdesi: questi si rimisero
completamente alla clemenza del
marchese, dicendo che il sovrano
I. era padrone della vita et robba
loro et che ne disponesse come gli
piaceva ». Il Pianezza non si dimostrò soddisfatto neppure di tale arrendevolezza e scriveva in ultima analisi che era meglio « cacciar totalmente fuori delle Valli tutti questi heretici ». A raggiungere tale
scopo egli otteneva dai delegati vaidesi come prova di fede da parte
loro l’alloggiamento delle sue truppe in Angrogna, Villar e Bobbio,
dove la popolazione non avrebbe
dovuto muoversi, e rifiutando clemenza per Torre e S. Giovanni, dove erasi manifestato inizialmente
una certa resisistenza. Rorà avrebbe poi avuto il suo turno in seguito.
Mentre però le truppe avanzavano in questi luoghi, la popolazione
atterrita dalle notizie degli eccessi
verificatisi a Torre, dove già donne
e bambini erano stati precipitati per
le balze del Tagliaretto e dove i soldati avevano saccheggiato e distrutto ogni cosa, fuggiva più in alto sui
monti: a Pradeltomo e in Val Chisone quelli di Angrogna, alla Sarsenà e verso la Francia quei di Villar
e Bobbio. La resistenza dei Valdesi
fu quasi inesistente, tanto più che
non era stata organizzata, e i soldati del Pianezza, come i suoi volontari, agirono allora come in paese
nemico. Scopo principale degli uni
e degli altri era il bottino di guerra: il Pianezza stesso, non solo tollerandolo, ma addirittura compiacendosene, ne scriveva a Madama
Reale: il Tagliaretto fu « importato
e saccheggiato con tanto bottino che
è roba di stupore »; ad Angrogna e
Bobbio, a più riprese, i valorosi difensori di Santa Madre Chiesa ruharono « una incredibile quantità
di bestie » (il 30 aprile oltre duecento in Angrogna); e ü prode ladrone Mario di Bagnolo, devastato
completamente il territorio di Bobbio, dichiarava che i suoi « volontari » non trovando più bottino, non
volevano andare più avanti!
Nè per i Cristiani si usava molta
pietà: è vero che i Valdesi non erano considerati tali, e dove la soldataglia trovò degli isolati o delle famiglie che non erano fuggite o nascoste in qualche posto, tutti furono
passati per le armi. E se è vero che
la strage non fu perpetrata ad un
dato segnale, è pur vero che in po
chi giorni, nell’ultima settimana di
aprile, quasi due mila valdesi furono uccisi, e alcuni tra atroci tormenti. Abbiamo dimostrato altrove che
« estranges cruautès et barbaries »
furono commesse a danno dei Valdesi, e che Léger non narra fandonie nel suo volume di storia. Comunque al tre maggio la Val Pellico era completamente deserta : i
suoi abitanti erano fuggiti in Francia (32 furono uccisi da una slavìna
al Pian dei morti, verso il confine),
o si erano cattolizzati, o erano morti. Rorà ebbe l’assalto finale il 4
maggio, e quei prodi (parleremo altra volta di Janavel) furono « colti
ì; più di 40 rimasti morti, altri precipitati per le balze et tutte le loro
sostanze prese ».
Rimaneva la Val Perosa e la Val
Germanasca: ma quei Valdesi, alTudire quanto era successo in Val
Pellice, fecero un’abiura totale P8
maggio, salvando in tal modo se
stessi e le loro sostanze. L’abiura loro come quella degli abitanti della
Val Pellice, ottenuta sulla punta
della .spada, non aveva evidentemente alcun valore: ne dubitavano
tutti quanti. Comunque il 12 maggio, il Pianezza coperto di così degni allori, rientrava a Torino: la
desolazione e la morte regnavano
nelle Valli, e la « eresia aveva ricevuto v un fiero colpo », come si felicitava il papa Alessandro VII.
Augusto Armand Hugon
4
4 —
L’ECO DELLE VALU VALDESI
La voce
nostre Comunità
Angrogna (Capoluogo)
Domenica 29 aprile l’Assemblea
di Chiesa, regola^ente convocata,
ha ascoltato ed approvato la lettura
della Relazione annua morale e finanziaria presentata dal Concistoro. Essa ha in seguito proceduto
alla riconferma degli Anziani Sigg
Malnn Luigi per il quartiere dei
Jourdans; Rivoira Alessio, per il
quartiere del Capoluogo; Berrín
Carlo per il quartiere di Prassuit
-Vemet. L’elezione dell’Anziano
per il quartiere del Martel è stata
rinviata. Quali delegati alla Conferenza Distrettuale sono stati nominati i sigg. Pons Stefano (Eric Martel) e Malan Elmo (Prassuit). Quale delegato al Sinodo è stato nominato il sigg. Delio Malan (Ciabas);
supplente j1 sìgg.Malaii Eli (Prassuit).
Buona la partecipazione al Culto
all’aperto dell’Ascensione; notata
con piacere una rappresentanza delle Chiese di S. Giovanni e di Prarostino.
L’annuo Bazar organizzato dalla
nostra Unione delle Madri ha avuto
anche quest’anno pieno successo.
Ringraziamo di cuore tutte le persone che in qualsivoglia modo hanno collaborato alla buona riuscita
di questa manifestazione.
Abbiamo invocato la benedizione
del Signore sui seguenti matrimoni:
sabato 12 maggio : Bertalot 'Giovanni Alessio (Coumbalot) e Berrín
Clelia (Piantà); 19 maggio; Malan
Beniamino (Malans) e Bertalot Margherita (Coumbalot). La grazia del
Signore circondi ed accompagni
sempre questi nuovi focolari.
32 mamme delle due Chiese di
Angrogna hanno partecipato alla
gita a Prali la domenica di Pentecoste trascorrendo una giornata serena e spiritualmente proficua. Grazie a chi ha fatto sì che questa op
portunità fosse offerta alle nostre
mamme. e. a.
Luserna San Giovanni
Attività ecclesiastica.
I giorni 9, 10, 11 maggio la nostra
parrocchia ha ricevuto la visita gradita di alcuni giovani francesi, guidati dal pastore A. Guyaunruiud, di
.lallieu-Bourgoin. Il giorno dell’Ascensione hanno partecipato ad un
incontro con i fratelli di Rorà, sul
colle di Pian Pra; la sera il pastore
Cuyaunnaud ha presieduto un culto
nel nostro tempio. Lo ringraziamo
del suo messaggio e ci rallegriamo
della visita e dei vincoli di fratellanza che si sono stretti.
L'Unione delle Madri, rappresentata da 52 partecipanti si è recata
ad Agape, il giorno di Pentecoste,
per prendere parte all’incontro ivi
organizzato per le Madri delle nostre parrocchie.
La Scuola Dom&ùcale ha terminato la sua attività con una gita a
Perrero, giovedì 24 maggio. Ottimo
pomeriggio, accoglienza fraterna,
canti e messaggio del pastore L. Rivoira.
/ nostri lutti.
Il 9 maggio ebbero luogo i funerali di Enrico Malanot fu Davide,
deceduto ai Malanot all’età di 69 anni. Il 14 maggio ebbero luogo i funerali di Emma Hofstetter ved. Jahier, originaria di Beviland (Berna),
deceduta al Rifugio Carlo Alberto,
all’età di 85 anni. A Torino è deceduto il 25 maggio, all’età di 37 anni, il nostro fratello Alfredo Rovara
fu Alfredo; lascia con la Vedova
Bianca Peyrot una biniba in tenera
età; la sofferenza lo aveva duramente provato in questi ultimi mesi.
I funerali che hanno avuto luogo a
liUserna San Giovanni sono stati una
testimonianza della simpatia di cui
godeva il defunto.
Consoli il Signore i cuori afflitti
e dia la sua forza a coloro che piangono.
Battesimi.
II 13 maggio è stato impartito il
battesimo a Claudio Pasquet di Renato e Perrone Maria Teresa; il 20
maggio a Bruno Fenouil di Arturo
e Pons Paolina.
Scendano copiose le grazie del
nostro Signore sui bambini e sui ge, nitori. rep.
Massello
La fête de Pâques, survenue cette
année presque en hiver, a marqué,
comme de coutume, la fin de nos
activités paroissiales, ou d’une bonne partie d’entr’elles. Leg cultes de
la semaine Sainte se sont déroulés
bien fréquentés et sérieux, mais sous
le signe d’une imperceptible tristesse qui s’est manifestée particulièrement le Vendredi Saint: aucun catéchumène ne comunia. Celà n’était peutêtre jamais arrivé, cela ne
arrivera plus pendant quelques années. Eussions-nous été capable de
saisir ce signe, nous aurions par de
là la tristesse qui nous vient de cet
inexorable dépleuplement, découvert le miracle de cette Eglise qui
vit de la seule grâce de Dieu.
Le 15 avril l’Assemblée d’Eglise
renommait les Anciens Mrs: Enrico
Breuza (Salse); Pons Théophile
(Champ la Salse); Henry Gaydou
(Chabers); Emile Tron (Grange Di
Festa di canto nella Yal Germanasca
La festa di canto di cui parliamo
è una festa un po’ particolare, ha
Un carattere privato, nascosto, quasi di contrabbando: non è annunziata sui nostri giornali di chiesa,
nè sui bollettini; si concreta dopo
qualche telefonata. Chissà che questa non ufficialità non sia proprio
l'elemento che conferisce alla festa
di canto dell’alta Val Germanasca
il suo interesse particolare! E’ un
incontro familiare, lo si può ben dire, ove le leggi dell’armonia e della
misura non sono sempre rigorosamente osservate, ma dove ognuno si
sente libero di cantare; e meno ebe
altrove, si incontra l’emulazione artistica, la gara. Etano presenti quest’anno, Perrero, Rodoretto, Massello, mancava Prali, e la sua assenza è stata un po’ come l’assenza di
un fratello; maggiore o minore non
importa; la Parrocchia editante.
Massello. Un bel pomeriggio pieno
di sole, e la tentazione Venne di can^
tare sul sagra^> fuori sotto il cielo
Sotto la guida esperta e sicura del
Pastore Davite si sono eseguiti gli
Inni di insieme egregiamente scel
li, forse meno egregiamente esegui
ti, dato anche le difficoltà che alcu
ni comportavano. Rodoretto e Mas
sello hanno presentato due Inni sin
goli: Perrero uno. Il pomeriggio ha
avuio la sua naturale conclusione
neila Sala delle attività, ove è stato
servato la tradizionale cioccolata e
biscotti. I bambini si erano raccolti
per cantare, ed hanno cantato con
gioia e entusiasmo. Se quanto si propongono le feste di canto è di suscitare l’amore del canto nelle Scuole
Domenicali per la Chiesa di domani, ci dobbiamo rallegrare di questo loro entusiasmo. Ci dobbiamo altresì rallegrare per la presenza affettuosa ed attenta della Comunità
raccoltasi numerosa per udirli. Ci
ritroveremo l’anno prossimo, a Dio
piacendo; speriamo collo stesso spirito; dove, lo complotteremo, a meno che la Commissione del canto
Sacro non includa il nostro incontro
nei suoi programmi. G. T.
Le due feste ” regolarmente annunziate dalla Commissione del
Canto Sacro ”, hanno avuto regolarmente luogo, a Torre PeUice ed
a Pìnerolo, ma non ci è pervenuta
nessuna relazione. Segno indubbiamente che tutto si è svolto regolarmente. Ad ogni modo, grazie all’alta Val Germanasca. Red.
Facoltà di Teologia Valdese
Si awertMio gl’interessati che la
sessione di esami dell’anno accademico 1955-1956 è stata fissata dall’ll
al 26 giugno. La segreteria
dier). La même assemblée confia à
Mrs. Edwin MicoHa charge de Diacre. La paroisse exprime ici sa reconnaissance à Mrs. Giovanni Pons
et Oreste Meytrq pour la fidélité et
le dévouement avec lequel ils ont
accompli leurs ministères d’Ancien
et de Diacre jusqu’au terme de leurs
mandats que l’âge et les circonstanc*es ne leurs permettent d’accepter
à nouveau.
C’est Masse!, qui pour la première fois a reçu cette année les 'Ecoles
du dimanche de Rodoret et du Perrier pour la traditionnelle Fête de
Chant qui s’organise toutes les années pour les Paroisses de la haute
Vallée. Ce fut une grande joie pour
nous que d’entendre chanter dans
notre Temple ces enfants, avec l’entrain de leur âge, entrain que l’âge
mûr transforme souvent en respectueux silence, face au cantique.
Le jour de l’Ascension, ab memorabile consacré au Bazar a vu se
peupler, comme par enchantement,
le Reynaud et, malgrés le vent, tout
s’est passé le mieux du monde: le
résultat de la vente a dépassé celui
des années précédentes. Un gros
merci à toutes les personnes qui ont
collaborés à cette réussite. La soirée
a eu cette année un caractère très
familial ; nous remercions vivement
Mr. Paolo Marauda qui nous à présenté à l’écran les résultats fotographiques de quelques unes de ses
tournées à l’étrdnger.
L’Union Féminine a partécipé elle aussi à la rencontre d’Agape avec
■joie et reconnaissance pour le chaleureux accueuib que toutes les Mères y ont reçu.
Rorà
Recentemente abbiamo avuto la
gioia di celebrare il matrimonio dei
seguenti membri di chiesa: Toum
Rosetta e Giusiano Kitty; Rivoira
Daniele e Rivoira Rina; Rivoira Fermo e Durand Maria. Un simpatico
gruppo di amici ha preso parte alle cerimonie nuziali ed i messaggi
del vangelo sono stati di consiglio
e di vivo incoraggiamento a camminare nelle vie del Signore, in un clima di vita familiare sereno e consono alla Parola del Signore.
L’assemblea di Chiesa s’è tenuta
la domenica di Pentecoste dopo il
culto e la santa cena. Una buona rappresentanza -di tutti i quartieri era
presente, nonché un bel numero di
giovanotte con la cuffia; speriamo
che il simpatico costume torni in onore nella nostra alpestre comunità.
La lettura della relazione annua è
stata attentamente seguita e una breve discussione ha posto termine alla
prima parte, seguita poi dalla nomina dei delegati alla conferenza ed
al Sinodo: il dr. Roberto Meynet è
stato nominato delegato al Sinodo ed
i signori Mourglia Roberto e Giovanni sono stati nominati per la conferenza distrettuale del 29 giugno.
La relazione annua ha ringraziato
in modo del tutto speciale la signora Mary Grill, consorte del colonnello ingegner Luigi Grill per il vivo
interessamento alla nostra chiesa.
L’annuale gita della chiesa ha avuto come meta: RapaUo. Abbiamo
sostato a Genova per il culto e poi.
guidati con competenza dai nostri
amici signori Durand Alberto e Gay
Paolo abbiamo potuto conoscere
molte cose della costa ligure e portare con noi un ricordo gradito.
Recentemente un gruppo di rorenghi s’è recato ad Ivrea per il servizio funebre della signora Saivarani Maddalena originaria della nostra parrocchia e molto affezionata
alla sua patria d’origine; inviamo
alla famiglia un pensiero di simpatia cristiana.
All’anziano Aldo Tourn che ha
sostituito il Pastore recentemente inviamo un grazie di cuore.
Direzione e Redazióne
Prof. Gino Costabel
Via G. Malan Luserna S. Giovanni
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di Pinerolo con decreto del 19gennaio 1955.
Tipografia Subalpina S. ■>. A.
Torre Pellice (Torino)
AlCE - Convegno di primavera
(segue dalla 1> pagina)
da precedenti insuccessi organizzativi. Comunque il Direttivo farà un
progetto, con la speranza di passare
all’attuazione.
Conclusioni
Buon convegno come numero e
partecipazione. Naturalmente si può
anche fare qualche riserva: il Val
Chisone era molto scarsamente rappresentato. Il Corpo pastorale e le
Autorità ecclesiastiche brillavano per
la loro assenza (due soli pastori presenti: R. Jahier e G. Bertinatti).
Ottima l’organizzazione del Convegno da parte degli insegnanti di
S. Giovanni (pranzo- nella Sala Albarin e thè offerto dagli insegnanti
(li S. Giovanni).
^ * Si
Gradito intermezzo la visita al
Giardino d’infanzia, dove la direttrice signorina Marcella Peyrot e la
sua collaboratrice. Franca Benigno
hanno fatto gli onori di casa insieme
ad un gruppo di bambini che hanno
porto il benvenuto con un grazioso
canto. I visitatori hanno espresso la
loro soddisfazione per il buon lavoro
compiuto dal Giardino. rep.
Parole di vita
Il pastore Alfredo Boegner — deceduto molti anni or sono lasciando
una preziosa raccolta di Studi biblici — è stato per molto tempo segretario della-Società delle Missioni
di Parigi. Due suoi nipoti — figli
di un suo fratello sono ben noti
in Francia. Il minore. Marco, è il
Presidente della Federazione Protestante francese ed è stato uno dei
Vice-Presidenti del Consiglio ecumenico. Il maggiore, Andrea, è separigino Le Christianisme au XXe
gretario del periodico settimanale
siècle.
Insieme ad Andrea Boegner, nel
.... (il millesimo non conta!) ho
passato Un anno nostalgico di candidatura teologica nella città di Edimburgo. Siamo diventati e .siamo rimasti amici. Egli mi ha mandato un
recente volume del pastore Paolo
Gounelle ” con'preghiera di recensione ”.
Paolo Gounelle — fratello di Elia — è stato redattore del Christianisme au XXe siècle dal 1927 al
1954. Durante questi 27 anni, egli
ha scritto 570 meditazioni alle quali
ha .sempre dato il medesimo titolo :
Parole di Vita. Il volumetto ora pubblicato ne contiene un certo numero. Coloro che hanno avuto il privilegio di trarre un beneficio spirituale dal ministerio di Paolo Gounelle
sanno quanto egli abbia dato agli altri mediante la sua fede e mediante
la sua vita. Dio voglia benedire questi studi affinchè siano veramente —'
per i lettori e per le lettrici — delle
” Parole di vita ”.
Il piccolo libro (165 pagine) è edito dalla Société Centrale d’Evangélisation — 47 rue de Clichy — Parigi Giovanni E. Melile.
« Per me vivere è Cristo e il
morire è guadagno a.
Filippesi 1: 21.
Il 25 maggio si è addormentato nel Si
gnore
Alfredo Rovara
di anni 37
La moglie Bianca Peyrot con la piccola
Leila, il fratello Umberto con la famiglia,
la zia Louisette Bensi col marito, i suoqgri ed i parerai nati, lo annunciano a
quanti conobbero ed apprezzarono nella
sua tranquilla iroruà, il caro estinto.
Desiderano altresì esprimere la loro viva riconoscenza allOspedale Valdese di
Torino, al suo Direttore Doti. Varese ed
ai suoi collaboratori Medici, Suor Ernesta ed infermiere per le amorose cure al
loro caro e ai Pastori Ayassot, Mollica,
Jahier e Bertinatti per la loro assistenza
Un grazie di cuore a quanti gli sono
stati vicini con fraterna sollecitudine nei
giorni della sua prova.
« Se abbiamo sperato in Cristo
per questa vita soltanto noi siamo i più miserabili di tutti gli
uomini ».
I Corinzi 15; 19.
Le figlie, i figli ed i parenti riconoscenti
per le manifestazioni di simpatia ricevute
in occasione della dipartita della loro cara
Adelaide Gaydou ved. Pons
ringraziano quanti hanno voluto essere loro vicino nel loro dolore.
Perrero, 24 aprile 1956.
La vedova del compianto
Francesco Pietro Gazzetta
ringrazia tutti coloro che le hanno ({imostrato simpatia nel suo lutto. Un rìngni
ziomento particolare al doti. Peyroi, al
pastore Marauda, ai vicini di casa, aUe si
gnore Marcella Giaiero, Ines Berialoito,
Adele RavvoL Maria Jahier, alla Banda
di Pomaretto, agli Impiegati Ufficio ìniposìe di Perosa, come pure a quanti ìttuino
inviato scritti e fiori.
Perosa Argentina, 22 Maggio 1956.
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