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Anno IX - numero 14-5 aprile 2002
lEDITORlAI
•letìzia e lotta alla povertà
fiJEAN-JACQUESPEYRONEL
I BIBBIA E ATTUALITÀfl
L'ATTO UMANO
DEL CREDERE
«Io credo: vieni in aiuto della mia
incredulità» ^
Marco 9, 24b
La fede cristiana ha una struttura
storica e simbolica. Parla un linguaggio e possiede una grammatica
articolata. La fede parte dall’opera
divina e si risolve in un atto umano.
Io credo. La difficoltà consiste nel capire come si coordinano l’opera divina (perché la fede viene dall’ascolto
della Parola) e l’atto umano (che
consiste nel dire e nell’avere coscienza interiore di credere). La tomba
vuota e le apparizioni di Gesù a Gerusalemme o in Galilea sono l’ante'fatto della fede nella risùrrezione di
Gesù, fondamento e senso della fede
cristiana. Affermare «io credo» significa essere coinvolti nel dialogo fra
l’opera di Dio e la vita (le parole e le
azioni) di Gesù. La fede è anzitutto
ascolto e proclamazione: linguaggio,
dialogo, dire ed essere detti. La tradiaone ebraica ha sottolineato come il
linguaggio costituisca il fattore umanizzante della vita umana.
La tradizione cattolica romana ha
interpretato l’assenso come l’ele
mento costitutivo dell’atto umano di
credere. Si tratta dell’assenso intellettuale ed emotivo ai contenuti della
fede, ai suoi elementi oggettivi, rivelati, interpretati. La fede parla e consiste nella cristallizzazione in dottri
ne, tradizioni e liturgia di quello che
contiene la fede. La tradizione protestante ha interpretato la fede come
fiducia, abbandono nel Dio che par
la. La fede non è altro che il risultato
dell’opera di Dio nel mondo (creazione), nella storia (redenzione) e
nella vita concreta del credente. Non
è vero che la posizione protestante
favorisca gli elementi soggettivi e irrazionali dell’atto umano di credere.
La fede nasce dall’opera divina nel
creato e nella storia, possiede una dinamica extra nos (fuori di noi) che
precede e fonda la fiducia che l’opera
d,i Dio riguardi noi personalmente,
Nel nostro testo la dichiarazione
di fede è seguita dalla richiesta
di aiuto. L’atto umano di credere è
intriso d’incredulità. Alcune antiche
confessioni di fede ebraiche e cristia
ne contenevano la formula «credo
con fede certa e perfetta». Si pensava
che la fede intaccata dall’incredulità
fosse compromessa dall’imperfezio
ne. 11 nostro testo invece ci svela che
senza l’opera divina non è possibile
la fede, che la fede è sempre allo stadio di tentativo, di candidata a di
ventare la fede che salva per la «sola
gratia». La fiducia, l’abbandono in
Dio è la forma vera, certa e perfetta
della fede, perché consiste non in
quello che noi possiamo ottenere e
realizzare, ma in quello che l’opera di
Dio realizza nel mondo, nella storia e
nella biografia del credente uomo o
donna. L’aiuto richiesto dal padre del
bambino epilettico forma parte
dell’atto umano del suo e del no.stro
credere. La fede umana ha sempre
bisogno dell’aiuto divino per non
precipitare neH’incredulità. Credere
non è l’opposto di non credere, ma il
risultato dell’incontro fra l’opera divina e il no.stro credere e non credere. Dio viene sempre incontro alla
nostra incredulità per rendere possibile l’atto umano di credere.
Martin Ibarra
lECUMENEBBHBHi ■■■■■ICOMMENTH
La Chiesa evangélica del Camerún Sessualità, da gioia a incubo
di FRANCO TAGLIERÒ
di GIUSEPPE PLATONE
„ r .;r- ■'
Si è riaperta in Parlamento la discussione sulla legge ed è già scontro duro
Quale riproduzione assistita?
Una legge non solo restrittiva ma anche dipendente dalla posizione cattolica più
conservatrice; nei due schieramenti fatica a farsi sentire una posizione laica e plurale
LETIZIA TOMASSONE
SI è aperta in Parlamento la discussione per la legge sulla fecondazione assistita che di fatto riconosce all’embrione statuto di persona. Con questa proposta di legge
si porta essenzialmente un attacco
esplicito alla legge 194 sull’interruzione di gravidanza. Diventa anche
evidente il groviglio di posizioni nel
quale le voci di un’etica laica e plurale faticano a farsi sentire e gli
schieramenti tradizionali sono tagliati trasversalmente, in particolare
dalle scelte delle donne.
Purtroppo la delega sui principi
morali che la nostra classe politica
opera verso la Chiesa cattolica non è
mai tanto visibile come quando si affrontano temi che riguardano la mo
rale famigliare e la sessualità. E questo accade nonostante il fatto che il
nostro paese abbia mostrato la propria autonomia di giudizio dalla morale cattolica ufficiale già negli Anni
70 e 80, con il referendum sul divorzio prima e poi con quello sull’aborto, e nonostante la dimostrazione
pratica che l’autodeterminazione
femminile sulla scelta di pere figli e
figlie ha abbassato drasticamente il
livello di aborti nel nostro paese.
1 problemi sollevati da questo dibattito vanno per noi in due direzioni. Da un lato la domanda sempre legittima e importante sulla laicità del
nostro stato e delle leggi qui elaborate. Dall’altro la questione sulla nostra
responsabilità etica: quali domande
etiche solleviamo come protestanti,
non in una semplice contrapposizio
ne alla parte cattolica, ma proprio a
partire dalla nostra fede? Credo che la
cosa importante per l’etica sia la capacità di porre le domande giuste.
In questo caso le domande etiche
riguardano il tema dell’integrazione:
fra la scienza e l’etica, fra il desiderio
e il corpo, fra la madre e la creatura
potenziale che cresce in lei, fra i due
che si amano e per questo cercano
un figlio o una figlia. Ci possiamo
chiedere, per esempio, in quale angolo oscuro vada a nascondersi il
piacere sessuale, il piacere dei corpi,
il desiderio reciproco che si sa fecondo di figli e figlie e di relazioni. Ci
possiamo chiedere, in questa nuova
famiglia obbligata disegnata dalla
legge sulle tecniche di riproduzione
Segue a pag. 15
Senza fine il conflitto in Israele-Palestina
Un'altra Pasqua insanguinata
Non è proprio l’ora di spezzare e
mangiare insieme il pane della pace
in Israele e Palestina. Dopo la risoluzione del Consiglio di Sicurezza
dell’Onu n. 1397 del 13 marzo, presentata dagli Stati Uniti, in cui per la
prima volta si riconosceva piena legittimità a due stati, Israele e Palestina, capaci di vivere «fianco a fianco
all’interno di confini sicuri e riconosciuti», e dopo l’iniziativa diplomatica saudita, fatta propria il 28 marzo
dalla Lega araba, che offre a Israele
«normali relazioni», cioè riconoscimento diplomatico e relazioni commerciali e culturali, in cambio del ritiro dai territori occupati dal 1967 e
una «soluzione equa» del problema
dei profughi palestinesi, avevamo
sperato nel miracolo della ripresa
del dialogo. Ma invece di una Pasqua di pace, abbiamo avuto un Pasqua ancora più insanguinata: attentati in Israele e intorno alle colo
nie ebraiche, Ramallah di nuovo
messa a ferro e fuoco dai carri armati israeliani, in una spirale, sempre
più crudele e insensata, di attentati
e rappresaglie, e viceversa.
A chi chiede conto al premier dello Stato d’Israele, Sharon, dell’aumento delle vittime israeliane (quattordici anni fa, durante la prima intifada, il rapporto tra morti israeliani
e palestinesi era stato di 1 a 15 mentre oggi è di uno a 3), egli continua a
ostentare la certezza che alla fine
della sua «campagna» Israele avrà
pace e sicurezza. Arafat è un leader
che appare sempre più debole e incapace di dare una svolta alla grave
situazione. Ma se i due «vecchi» leader, nemici dichiarati, continuano a
confidare nel loro arco e nella loro
spada (Sai. 44, 6), Stati Uniti, Europa
e Lega araba dovrebbero ora mostrare se il loro è solo un impegno di
parole o anche di fatti, ie.b.)
Valli valdesi
Confermazioni
e battesimi
La Domenica delle Palme nelle
chiese delle Valli si sono svolte le
confermazioni: un rito che può sem
brare sempre uguale a se stesso, ma
che anno dopo anno presenta caratteristiche sempre diverse. Non sacra
mento, ma momento che lega il bat
teslmo alla partecipazione alla Cena,
non è più un’imposizione delle famiglie, anzi magari capita che i genitori
siano più esitanti dei figli di fronte a
questo «passo». Invece cresce la consapevolezza, da parte di ragazzi e ra
gazze, per l’atto che vanno a compie
re, anche perché molti di loro provengono da famiglie non valdesi in
origine. È in crescita anche il numero
di giovani che ricevono il battesimo,
non avendolo ricevuto da bambini.
A pag. 10
I PERCORSI DI PACE
SEGUIRE GESÙ
NEL CHIAPAS
Antonio vive a Tzajalchen, un piccolo villaggio annidato sulle montagne
del Chiapas, in Messico. Aveva raccontato alla mia classe di storia all’Università di Belmont, del suo villaggio e
della comunità cristiana pacifista di
7.000 persone, del massacro di 45 donne, uomini e bambini uccisi nel corso
di tre giorni di digiuno e preghiera per
la pace. Sono indiani maya che non
hanno alcun potere, secondo la definizione che questo mondo dà della parola potere: poveri economicamente e
mancanti di regolare istruzione; sono
considerati dal governo messicano indiani pigri e agitatori. L’estate dopo la
lezione di Antonio ho deciso di andare
a visitarli: ho vissuto con la comunità,
mangiato fagioli e tortillas, giocato
con i bambini, visto la loro povertà e le
loro malattie, assistito al loro lavoro
nei campi, riflettuto con loro sulle
Scritture, mi sono inginocchiato con
loro in preghiera, ho digiunato con loro quando abbiamo sentito avvisaglie
di attività paramilitari nell’area. Ho
anche riso con loro mentre cercavo di
apprendere la lingua, lo Tzotzil, o di
cucinare le tortillas, e ho ascoltato
quanto mi dicevano della loro vita
nell’area più militarizzata del Messico.
Antonio e la sua comunità conoscono la realtà della violenza quotidiana,
quella militare e quella economica, con
i due sistemi inestricabilmente intrecciati. La violenza militare è quella
dell’esercito messicano e dei gruppi paramilitari legati debolmente all’esercito e al precedente partito di governo
(Fri). Negli ultimi 10 anni i paramilitari
hanno terrorizzato la popolazione,
hanno spinto la gente a lasciare le proprie terre, bruciato case e interi villaggi, ammazzato contadini, violentato
donne e bambine, distrutto proprietà e
praticato una guerra a bassa intensità.
La violenza economica prende invece la
forma del libero mercato. Sul suolo fertile della loro terra crescono in abbondanza granturco e caffè ma dopo la firma da parte del Messico dell’Accordo
nordamericano di libero commercio
(Nafta), nel 1994, l’«agribusiness» statunitense ha tagliato i prezzi del granturco rendendo il prodotto dei campesinos non più competitivo sul mercato
delle città vicine. Con il risultato che
oggi esso viene utilizzato solo per la
sussistenza della comunità.
Essi avrebbero potuto rispondere alla violenza con il cinismo o con la rappresaglia, rispondono invece all’ingiustizia e all’oppressione con la preghiera, il digiuno e organizzando iniziative
a favore di cambiamenti sociali nonviolenti. Fanno questo a partire dalla
loro lettura della Bibbia e dalla chiamata di Dio a un discepolato radicale.
Ascoltano la chiamata di Gesù ad amare i propri nemici ed essere operatori
di pace. Vivono in un’area dalla quale
sono stati scacciati migliaia di contadini poveri, così accolgono centinaia di
rifugiati che si nascondono sulle montagne. Hanno poche risorse materiali
ma un leader laico della comunità ha
detto: «Se abbiamo due pugni di grano
ne diamo uno a loro. Se abbiamo due
tortillas ne diamo loro una. Lavoriamo
con loro la terra. Questo è quanto ci
chiede il Vangelo. Sono nostri fratelli e
sorelle». Sulla parete del mio ufficio ho
affisso un poster che mi ricorda la lezione che ho appreso. C’è scritto: «C’è
stato molto dolore e molta sofferenza,
ma la nostra speranza di ottenere una
giusta pace non vacillerà mai».
Michelle Tooley
2
PAC. 2 RIFORMA
All’Ascolto Della Parola
VENERDÌ 5
«‘W esorto
dunque, fratelli,
perla
misericordia di
Dio, a presentare
i vostri corpi in
sacrifìcio
vivente, santo,
gradito a Dio;
questo è il vostro
culto spirituale.
^Non
conformatevi a
questo mondo,
ma siate
trasformati
mediante il
rinnovamento
della vostra
mente, affinché
conosciate per
esperienza quale
sia la volontà di
Dio, la buona,
gradita e perfetta
volontà. ^Per la
grazia che mi è
stata concessa,
dico quindi a
ciascuno di voi
che non abbia
di sé un concetto
più alto di quello
che deve avere,
ma abbia
di sé un concetto
sobrio, secondo
la misura
di fede che Dio
ha assegnato
a ciascuno»
(Romani 12,1-3)
«^Accostandovi
a lui, pietra
vivente, rifiutata
dagli uomini,
ma davanti
a Dio scelta
e preziosa,
^anche voi, come
pietre viventi,
siete edificati
per formare una
casa spirituale,
un sacerdozio
santo, per offrire
sacrifìci
spirituali, graditi
a Dio per mezzo
di Gesù Cristo»
(1 Pietro 2,4-5)
«^Confida nel
Signore e fa’
il bene; abita
il paese e pratica
la fedeltà.
* Trova la tua
gioia nel Signore,
ed egli
appagherà
i desideri del tuo
cuore. ^Riponi
la tua sorte
nel Signore;
confì^ in lui,
ed egli agirà»
(Salmo 37,3-5)
IL VERO CULTO
/ credenti sono sfidati ad affidarsi a Dio, a farsi trasformare da lui, e a trarre forza
dalla novità di vita in Cesò Cristo per contrastare la mentalità di questo mondo
ULRICH ECKERT
Romani 12, 1-2 riassume la
sfida della vita cristiana. Fa
infatti da cerniera tra i capitoli
incentrati sui contenuti basilari
della fede cristiana, e quelli pieni di esortazioni rivolte alla
chiesa di Roma di allora. Il versetto 1 formula la tesi, mentre il
secondo ne indica sia le conseguenze sia il traguardo.
Vivere come offerte
viventi a Dio
L'esortazione
al «dunque» della fede
PAOLO viene al «dunque», parola con cui il V. 1 si aggancia
a tutta la prima parte della Lettera ai Romani. Questo «dunque»
viene anche più volte motivato
nei versetti successivi con riferimenti a Dio: «Per la misericordia
di Dio» e «sacrificio gradito a
Dio» (v. 1); «volontà di Dio» (v.
2); «fede assegnata da Dio» (v. 3).
E troviamo altri due richiami indiretti a Dio: il passivo di «Siate
trasformati» (v. 2) sembra indicare l’azione di Dio che come
Spirito permette e opera la trasformazione della nostra mente.
Inoltre, al v. 3 è Dio colui che
concede a Paolo la grazia.
La fede in Gesù Cristo ha
quindi un «dunque» che però
non è un’aggiunta, ma è l’altra
faccia della stessa medaglia di
quella fede che è stata illustrata
nel capitoli precedenti. «Vi esorto» non indica né un semplice
ammonimento né le mere applicazioni morali della dottrina
di fede. Quando Paolo o altri
scrittori del Nuovo Testamento
esortano una comunità, continuano la loro predicazione sotto
altra forma: pregano, supplicano, confortano, ammoniscono
con autorità quelle persone che
si trovano già sul cammino della
vita in e con Cristo.
NELL’ESORDIO dell’esortazione di Paolo, non compare il nome Gesù Cristo. Solo al v.
5, probabilmente al v. 11 («servite il Signore»), e dopo soltanto in
13, 14 vi si fa esplicito riferimento. Questo dipende dal fatto che
l’esortazione muove dal concetto del sacrificio e, nel Nuovo Testamento, il sacrificio non viene
mai reso a Gesù il Cristo ma
sempre a Dio. Come lo stesso
Gesù si è sacrificato oppure è
stato immolato da Dio stesso
(cfr. 1 Co. 5, 7; Eh. 9, 28), così anche la sfida continua della fede
viva viene qui descritta come sacrificio presentato a Dio.
misericordia» (Os. 6, 6, citato
spesso in Matteo). Non si fanno
quindi sacrifici, bensì si vive come offerta «vivehte». E come
Dio si è dato interamente per
noi, non solo in parte o per un
certo periodo, così i credenti
vengono esortati a esprimere totalmente, non parzialmente, la
loro gratitudine.
Questa offerta di se stessi è
espressione deU’appartenenza a
Dio mediante Gesù Cristo, è «vivente» proprio perché frutto
della vita «nuova» di cui i credenti e le credenti sono già partecipi mediante il battesimo (cfr.
Rm. 6,3-4; 2 Co. 5,17).
Culto ragionevole
Un altro tipo di sacrificio
Preghiamo
Signore, io non appartengo più a me stesso/a, ma a te.
Impegnami in ciò che vuoi, mettimi a fianco di chi vuoi;
che io sia sempre suo/a testimone, sia nella pienezza
delle forze, sia quando le forze vengono meno, sia che io
mi trovi nella gioia, sia che io mi trovi nel dolore.
Liberamente e di pieno cuore mi sottopongo alla tua
volontà e metto ogni cosa al tuo servizio. Tu sei il nostro
Dio e noi siamo il tuo popolo. Amen.
(Preghiera dalla liturgia metodista della festa del «Rinnovamento del Patto» - Innario cristiano 2000, p. 17)
PARLANDO di sacrificio. Paolo fa leva su un fenomeno interreligioso del quale i membri
della chiesa primitiva conoscevano prassi e intenzioni in diversi
ambienti (come At. 14, 13-18; 1
Co. 8). Ma l’apostolo, in un duplice senso, cambia concetto rispetto a queste realtà:
a) il Dio biblico è colui che per
primo si offre, si mette in gioco.
Per quale motivo? «Per la misericordia di Dio». È inaudito ma
decisivo che Dio per compassione (in greco: «compassioni» cioè
«diversi atti di misericordia»),
per amore (Gv. 3, 16) offre se
stesso dando persino suo figlio.
Certo, questo linguaggio sacrificale, giudiziario e sanguinario è
solo un modo per esprimere
l’avvenimento fondante della fede cristiana, un modo che però
ha dominato l’annuncio cristiano di tanti secoli, schiacciando
tanti altri modi di proclamare la
grazia e la misericordia di Dio
nei confronti del mondo.
b) Conseguenza del sacrificio
divino è l’offerta riconoscente e
vivente che coinvolge tutta la vita di chi crede. Niente più sacrifici che si compiono per ottenere qualcosa da Dio o per dimostrargli alcunché. E non c’è
nemmeno più bisogno di intermediari visibili e di atti sostitutivi nel rapporto con Dio. Questo
concetto del «sacrificio vivente,
santo e gradito» (cfr. 1 Pie. 2,
5-6!) sintetizza il messaggio profetico secondo cui Dio, esigendo
ubbidienza e consacrazione,
«non vuole sacrifici ma [atti di]
COME se non bastasse. Paolo
usa un secondo termine cultuale per la vita che si affida interamente a Dio. Parla di «culto logico», aggettivo che viene anche
tradotto «spirituale», «intelligente», «razionale», «ragionevole».
Non si tratta di un sentimento
interiore, né Paolo vuole sostituire il culto della vita quotidiana
alle riunioni di culto. La parola
greca «logike» indica piuttosto il
fatto che le funzioni umane vitali
come comprendere, discernere,
valutare, decidere fanno parte
integrante dell’offerta di sé nell’ubbidienza alla volontà di Dio.
Inoltre lascia anche intendere
che la volontà di Dio va cercata,
compresa, con tutto l’impegno
dei credenti, soprattutto nella
comprensione delle Sacre Scritture. Non è quindi da equivalere
a una resa cieca, a un’applicazione letterale di comandamenti, bensì indica lavoro e sacrificio
continui. Vista così, la vita cristiana può anche essere chiamata «cuito spirituale» dato che
non si può realizzare la volontà
di Dio senza l’aiuto dello Spirito
che suggerisce al nostro spirito
cosa deve pregare (Rm. 8,14), fare, testimoniare.
do attuale che è già stato sconfitto da Cristo. Sembra forse
strano che questa resistenza,
che non è fuga ascetica ma solidarietà concreta, comprenda
persino la sottomissione ai poteri terrestri (13,1-7). Ma chi appartiene a Cristo e vuole fare la
volontà di Dio è prima di tutto
chiamato a conformarsi alla misericordia divina, anzi a farsi
trasformare da Dio stesso. Su
questa scia i credenti sono di
continuo chiamati a discernere,
a optare a favore della vita, a difendere le persone più deboli, a
contrastare dentro e fuori di sé
stessi i continui sacrifici presentati all’orgoglio umano e alla
diabolica divinizzazione del potere e della fallibilità umana.
Per poter impegnare la propria vita in quest’ottica, senza
alcuna autoesaltazione. Paolo
ricorda il bisogno di essere trasformati «mediante il rinnovamento della mente». Si vede qui
che Dio prende di mira non solo
il cuore ma anche la mente delle
persone, per rendere possibile
una «vita nuova». È proprio questa l’azione rinnovatrice dello
Spirito di Dio che quindi va invocata giorno per giorno per
non soccombere, per non adeguarsi alle forze che intendono
omologare tutti e tutto all’andazzo di questo mondo.
Sperimentare la volontà di Dio
Anticonformisti ma conformi
alla volontà di Dio
La vita cristiana, in tutti i suoi
ambiti, ma soprattutto all’interno della chiesa (cfr. 12, 3
seguenti) deve distinguersi, sottrarsi a quel mondo che è ancora in balia al male e alla morte,
anziché adattarsi ai suoi «schemi». Chi si affida alla volontà di
Dio deve quindi resistere attivamente in mezzo a questo mon
LO scopo del culto ragionevole è Lesperienza concreta
della volontà di Dio. Il verbo greco per «conoscere per esperienza» significa anche «fare un test,
provare». Per quanto l’apostolo
descriva con aggettivi generici la
volontà di Dio (ad esempio con
l’antitesi come «bene-male» diffusa in molti approcci etici) i
credenti e le credenti possono
provare, scoprire, sperimentare
ciò che Dio vuole personalmente
da loro. Essi sono dunque sfidati
ad affidarsi a Dio e a trarre forza
dalla novità di vita in Cristo per
contrastare la mentalità di questo mondo. Proprio nel discernimento (Rm. 2, 18; 1 Ts. 5, 21) e
negli atti di misericordia diventa
dunque tangibile giorno per
giorno ciò che Dio vuole per e da
coloro che credono; su questo si
potrà fare il test della cartina di
tornasole.
(Prima di una serie
di quattro meditazioni)
Note
omiletiche
1) «Com'è duro in
fizio darti la mente ^
cuor!». Questa paraU
di un verso del noto C
«Com'è dolce al tuoson"
^¡/^\\ /I i-ì ^
zio» (Innario cristiano hj
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culto ragionevole
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questa dura realtà con k
sicurezza, con dubbi, co,
smarrimento. Alla'lu;,
del messaggio di Pasqu,
che coinvolge ogni ere!
dente nel movimentode|.
la vita contro la morte
queste difficoltà ftossooi
essere superate e trasfor.
mate. La fede nel Signore
che ci ha resi giusti e chiamati a vivere in liberti
può ridiventare offerta
impegno, dedizione coit
creta e gioiosa.
2) Quali caratteristiclie
ha la vita cristiana
Paolo? Salta all'occhio
l'invito all'anticonformi.
smo, parola (ab)usataii
comunità religiose,
movimenti e partiti politici, nella società civile.
Sembra che, a dieci anei
dall'inizio del polverone di «Tangentopoli»,
mezzo ad azioni belliche
e terroristiche ma soprattutto davanti alle colossali trasformazioni delle
globalizzazione economica, non si possa che esse
re «anti». Ma questo vive
re «anti», questa lotta
continua, ha per Paolo«
fondamento preciso: Dio,
che agisce e tratta le sue
creature in modo misericordioso. L'anticonformismo è parte integrante
della fede, in quanto essa
testimonia a favore della
vita nuova che Dio dona,
Un tale anticonformismo
20
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storied
pente s
ditàde
una SCI
denoin:
pili alci
ne dei 1
cristiano non è semplicemente antiberlusconismii
o antiglobal. È prima lii
tutto resa alla misericordia di Dio, che peréti
mette in moto per poter
«resistere, resistere, resistere» agli schemi mentali
che richiedono il sacrifido
di tante persone immola
te sull'altare del profitto,
del potere, dell'omologa
zione e della divinizzazione dell'essere umano.
3) Tuttavia non basta
l'analisi critica e la resistenza. Prima di tutto,
possiamo fidarci di Dice
affidarci a lui. Dio ci dà la
forza e il compito di viva
re concretamente la misa
ricordia. Dove? Nelle na
stre comunità dove spesso, sotto sotto, mancano il
vero dialogo, il paziente
discernimento, il continuo
e umile confronto sui testi
biblici, e il rispetto reciproco in parole e in fattiNella paziente ricerca della volontà di Dio che no«
coincide semplicemente
con i «valori cristiani» [ó*
ancor meno si identifid
con tutto ciò che è e sua
na «laico». Nella testima
nianza quotidiana dell*
vita perché Gesù Cristo he
sconfitto il «dardo delle
morte» (1 Co. 15, 55). CI’*
Dio ci doni il suo Spini*,
perché le nostre riunio«’
di culto, preghiera e testimonianza ci aiutino a rat'
forzarci per il culto quoti
diano che piace a Dio.
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proveí
carnei
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Per
approfondire
- Giuseppe Barbagli®'
Le lettere di Paolo, (v®'
2), Boria, Roma, 1980.
- Günther Bornkamn’'
Paolo, apostolo di
Cristo. Vita e pensiero a
la luce della critica sto'
ca, Claudiana, Torin®'
1982, 2“ edizione.
- C. E. B. Cranfield, P
lettera di Paolo al Romf
(Voi. 2: capitoli 9-'"''
Claudiana, Torino, 2000
- Waldo Beach,
cristiana nella tradito
protestante, ClaudiaO'
Torino, 1993.
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Ha tenuto il suo Sinodo generale a Founnban dal 27 febbraio al 5 marzo scorso
La Chiesa evangelica del Camerún
¡iiìiHoni di praticanti, 500 pastori ed evangelisti, un imponente sistema scolastico ereditato
éall'opera missionaria, una scuola e una Facoltà di teologia, una vasta rete ospedaliera
^^^ANCO TAGLIERÒ
UNA chiesa di circa 2 milioni di praticanti {la distinzione tra comunicanti e
„onolazione non ha molto
Lso in Africa), 500 tra pa* jied evangelisti, un imponente sistema scolastico eredità dell’opera missionaria,
la scuola di teologia (NdolUigué) e una Facoltà (intertoorninazionale a Yaoundé)
pili alcuni centri di formazione dei laici, un sistema ospedaliero impressionante (circa
1000 posti letto, senza contate ¡dispensari collegati ai
cinque ospedali più grandi);
mesta è la Chiesa evangelica
del Camerún che ha tenuto il
suo Sinodo generale tra il 27
tebbraio e il 3 marzo scorso.
La collaborazione
con la Chiesa valdese
La Chiesa evangelica valdese era rappresentata da chi
scrive queste note, invitato
espressamente dal presidente, il pastore Joseph Mfoc¿vé, da due anni alla guida
dell’esecutivo. Lo scopo dell'invito era quello dichiarato
fidare una veste istituzionale alla collaborazione che ormai da una decina d’anni si è
sviluppata tra l’ospedale
evangelico di Torino e quelli
diNdongué e Mbouo. Qualche numero fa Riforma riportava la notizia di tre piccoli
africani operati a Torino,
piovenienti dagli ospedali
camemnesi, ultimo atto di
una solidarietà che tutta l’équipe medica torinese ha dimostrato in questi ultimi anàD terreno era stato aperto
dal lavoro del dottor Marco
Tullio Fiorio da Napoli che
proprio a Ndoungué aveva
messo in piedi un reparto di
chimrgia ortopedica che ora
èfl fiore all’occhifello del sistema ospedaliero del Camerún. La presenza del «pasteur
Franco» al Sinodo 2002, dopo quella del «docteur Marco» a quello di alcuni anni fa
(i cognomi italiani sono per i
camerunesi altrettanto difficili dei loro per noi) ha sancito una amicizia cercata, sostenuta, rispettata da entrambe le chiese.
Problemi finanziari
e diaconia
Sui quattro giorni di lavoro
^difficile dare una valutazione dall’esterno: è stato un Sinodo preparato in anticipo
inlle Commissioni, molto
preoccupato dai problemi finanziari (i pastori ricevono
tutti lo stesso salario base,
oirca 90 euro al mese ma sono le regioni sinodali, i nostri
stretti, a distribuirlo e alcuno riescono a pagare solo 8
tnensilità su 12), dal richiamo
olla disciplina e all’etica pastorale resosi' necessario in
"Ouni casi limite; ma è stato
nn Sinodo comunque capace
ut approvare la nuova liturgia
® di confermare la spinta
btissionaria che vede la chican in crescita nelle regioni
Ptu marginali (Nord e Est del
Puose). La chiesa poi sente
nome primario il suo impesto nella diaconia e nella forbt^ione, che sono gli aspetti
Pubblici più evidenti ma che
^bPpresentano anche un
sborso finanziario insostetoile senza l’aiuto degli oro^ismi internazionali, delle
blese, attraverso la Cevaa in
Pbtticolare, di gruppi di amicome quello formatosi inmo all’ospedale evangelico
'«10686 di Torino,
epurante il culto di chiusu’ ul quale hanno partecipacirca 3.000 persone e una
b^za dozzina di corali più
^«*,1 Commissione Chiesa e Società della Kek
Le chiese contribuiscano
ai dibattito sull'Europa
Per l’apertura del Sinodo pastori e
una fanfara, sono stati consacrati ben 20 nuovi pastori, tra
cui due donne. Essi sono entrati nel tempio al seguito dei
pastori anziani, tutti in toga,
dopo un corteo di circa due
chilometri che, sotto un sole
cocente, ha attraversato la
città per dare un segno visibile di presenza e di testimonianza. Occupati i posti loro
assegnati i nuovi pastori sono
stati raggiunti dalle mogli (o
dai mariti) che si sono seduti
ognuno dietro al proprio
congiunto. Poiché prima della consacrazione i nuo-vi pastori che fossero ancora celibi devono sposarsi la presenza del compagno-compagna
al momento della consacrazione evidenzia un impegno
nel ministero che è portato
avanti insieme.
La città di Foumban, capoluogo della regione sinodale
del Noun nell’Ovest del paese, è a maggioranza islamica.
È abitata in prevalenza dalla
etnia Bamoun, il cui «re» appartiene a una dinastia vecchia di otto secoli. Fu il bisnonno dell’attuale re a convertirsi, circa un secolo fa,
deputati sfilano per la via principale
all’Islam, dopo qualche incertezza sul da farsi. Infatti i
missionari protestanti tedeschi lo avevano quqsi convinto! Da allora il re tradizionale (il Camerún è una repubblica indipendente da
cinquant’anni) è anche la
massima autorità musulmana della regione e si fregia
del titolo di «sultano».
Il re Bamoun
Il re Bamoun non solo ha
partecipato al culto di chiusura del Sinodo, accompagnato dal suo seguito, ma ha
anche letto un illuminato
messaggio, improntato alla
convivenza pacifica tra cristiani e islamici, in un tempo
di conflitti atroci in altre parti
del mondo, Due giorni prima
tutto il Sinodo era stato invitato a un pranzo a corte (il
sultano vive in un vero e proprio palazzo reale, meta turistica di interesse internazionale): il seggio e gli invitati in
una ricca sala, il delegati e i
pastori nel cortile interno del
palazzo, gli autisti e «il popolo» nella spianata vicina ai
parcheggi. Inutile dire che la
della città di Foumban
parte del Sinodo che non era
della stessa etnia ha mal sopportato il sultano sul pulpito
e la suddivisione in ceti sociali, mentre ha applaudito il
dono del ricevimento.
Tra miseria e corruzione
All’uscita dal culto le famiglie dei neoconsacrati, venute anche da villaggi lontanissimi, hanno letteralmente rapito i loro figli, portandoli a
festeggiare, con canti, inni e
balli in diverse zone della
città. Le giovani famiglie pastorali, alcune già arricchite
da diversi bambini, giungeranno nelle loro parrocchie
per sostenere un duro ministero, che li vedrà impegnati
a combattere la miseria, il
persistere della cultura tradizionale, il confronto con le
sette, la lotta per la democratizzazione del paese ricco in
materie prime ma piagato
dalla corruzione e dallo scarso interesse degli imprenditori internazionali. Ma questa è un’altra storia, anzi è la
solita storia: quella di un
continente che non ha ancora finito di soffrire.
Per la comunità di Sant’
Egidio la candidatura ufficiale al Premio Nobel, ottenuta
dopo l’approvazione di una
mozione votata a fine gennaio dalParlamento italiano,
rischia di suscitare ora qualche polemica. Il 26 febbraio è
uscita infatti sul «Corriere
della Sera» la notizia che
Sant’Egidio ha promosso una
«Fondazione per la pace» destinata a sostenere, soprattutto economicamente, la
decennale attività del movimento fondato da Andrea
Riccardi, «finora affidata alle
collette». Fin qui niente di
strano, solo che spulciando
tra l’elenco dei sostenitori di
questa iniziativa, presentata
nel corso di una cerimonia
presieduta da Umberto Eco,
il «Corriere» ha citato i nomi
di Confindustria, Finmeccanica, Fincantieri, Cassa di Risparmio di Roma, Mediolanum, Monte dei Paschi di
Siena, Nestlé, Imi, Compagnia San Paolo di Torino, Bnl,
Tele+, Poste italiane. Società
autostrade.
La presenza di alcune di
queste sigle ha sollevato critiche da parte del mondo dell’associazionismo. «Missione
oggi», «Mosaico di pace» e
«Nigrizia» hanno contattato
la comunità di Sant’Egidio
per avere spiegazioni; «Per
fortuna Mario Marazziti, portavoce della Comunità, ci ha
tranquillizzati - dicono in un
comunicato, spiegando che
Finmeccanica non è tra gli
sponsor -. Però tra gli sponsor ne figurano altri che non
ci tranquillizzano affatto».
Tra questi la Nestlé, la multinazionale svizzera sottoposta
da decenni a un boicottaggio
internazionale, ma anche il
Monte dei Paschi e la Banca
Nazionale del Lavoro «che figurano nella lista degli istituti
di credito che appoggiano
l’export italiano di armamenti». Poi c’è la «Cassa di Risparmio di Roma che non
esiste più, essendosi fusa già
da anni col Banco di Roma,
dando vita alla Banca di
Roma, una delle migliori
“banche armate”». Infine «la
Fincantieri, nei cui stabilimenti liguri è in costruzione
dal luglio scorso la famosa
“unità navale maggiore”, una
portaerei da 2.000 miliardi di
lire (iniziali)». Insomma le riviste rivolgono una dura critica alle scelte operate da Sant'
Egidio, motivata anche dal
fatto che la notizia dei nuovi
sponsor di Sant’Egidio giunge all’interno di un contesto
La Comunità ha promosso una «Fondazione per la pace»
strani compagni di viaggio per SanfEgidio
politico più che mai caldo,
poiché il Parlamento si appresta a discutere il disegno
di legge 1927 che propone
anche sostanziali modifiche
alla legge 185/90, la legge che
pone forti garanzie e controlli alla produzione e all’export
delie armi.
Nel loro comunicato le tre
riviste, tra le sigle che partecipano al cartello contro la modifica della legge 185, e che
negli Anni 80 furono tra le
promotrici della campagna
«Contro i mercanti di morte»,
scrivono di avere accolto con
favore il fatto che «la comunità di Sant’Egidio è intenzionata ad aderire ufficialmente a questa campagna»,
e rilanciano una proposta:
«Non vogliamo certo che
Sant’Egidio rinunci a certi finanziamenti 0 imponga ai
propri sponsor di rinunciare
a produrre armi, però almeno convinciamo insieme le
“banche armate”, a partire da
quelle che sponsorizzano la
pace, ad aderire ufficialmente alla campagna per la difesa
della 185. Ci sembrerebbe un
interessante contributo a
un’effettiva diffusione della
cultura della pace». E l’adesione ufficiale di Sant’Egidio
è arrivata. (Adista)
La Conferenza delle chiese
europee (Kek), organismo
fondato nel 1959 che raggruppa 127 chiese ortodosse,
anglicane, protestanti e vecchio cattoliche, chiede alle
chiese membro di impegnarsi nel dibattito sul futuro
deU’Unione europea, e lo fa
con il lancio di un «pacchetto
informativo» sulla Convenzione sul futuro dell’Europa
che ha a'wiato i suoi lavori lo
scorso 28 febbraio. Le chiese
dovrebbero chiedere ai governi nazionali di essere
coinvolte nella discussione,
seguendo l’esempio di paesi
come l’Austria, la Finlandia,
l’Irlanda, la Slovacchia, afferma la Kek. '
Il pacchetto informativo offre notizie sulle finalità e
l’agenda della Convenzione
(che raggruppa rappresentanti di governi e Parlamenti
del 15 stati membro e dei 13
paesi che hanno fatto richiesta di entrare nell’Ue) e sulle
modalità con cui la Kek e le
sue chiese membro potranno
contribuire al suo lavoro.
Lanciando l’iniziativa Keith
Jenkins, direttore della Commissione chiesa e società della Kek, ha sottolineato che il
contributo delle chiese ha
toccato due livelli: la discussione dell’agenda della Convenzione (la Kek ha riportato
a livello europeo le osserva
zioni fatte dalle chiese locali)
e la partecipazione al dibattito nazionale sul futuro dell’Europa. In molti paesi i governi hanno creato forum di
discussione sul futuro dell’
Europa, a cui partecipano anche rappresentanti delle chiese. Se la Convenzione o 1 governi nazionali daranno vita a
sessioni in singoli paesi, sarà
importante che le chiese siano presenti e offrano seri
contributi alla discussione.
In collaborazióne con la
Commissione delle Conferenze episcopali cattoliche
presso la Comunità europea
(Comece) e con altri organismi ecclesiastici a Bruxelles,
la Kek seguirà gli sviluppi
della Commissione e produrrà altro materiale informativo. La Kek ha inoltre
chiesto alle chiese membro
di nominare persone di riferimento che a livello nazionale possano favorire il flusso e lo scambio di informazioni sulTandamento del lavoro. Il pacchetto informativo sulla Convenzione sul futuro deU’Europa è disponibile presso il sito della Kek;
www.cec-kek.org. (nev)
« rnamatmnee
Claudiana
via Principe Tomaso, 1 - Torino
011 -6689804 - fax 011 -6504394
DAL MONDO CRISTIANO
Ù Chiesa ortodossa greca
Rilanciare la partecipazione
al movimento ecumenico
ATENE — A distanza di nove anni dall’ultima 'visita, una
delegazione del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec) si è
recata in Grecia, dal 21 al 24 marzo scorso, ospite della Chiesa ortodossa greca. Il segretario generale del Cec, il pastore
Konrad Raiser, accompagnato dal vicesegretario Georges Lemopoulos e dalla segretaria esecutiva per le relazioni ecumeniche, Teny Pirrl-Simonian, ha incontrato i princip^i rappresentanti della Chiesa ortodossa. «La chiesa non può chiudere gli occhi di fronte ai problemi di tutti i giorni della fede e
della società in cui vive». Questa consapevolezza, richiamata
durante la visita dei Cec dai rappresentanti ortodossi, portò
la Chiesa ortodossa greca ad essere fra i membri fondatori
del Consiglio ecumenico e a partecipare attivamente alla sua
vita. Nello stesso spirito, la chiesa greca conferma l’interesse
per il lavoro della Commissione speciale sulla partecipazione
degli ortodossi al Cec, creata dopo Tultima Assemblea dei
Cec, nel 1998, per rispondere ad alcune richieste specifiche
della componente ortodossa nel Consiglio ecumenico. La
Chiesa ortodossa greca conferma quindi il proprio interesse
a rilanciare la partecipazione al movimento ecumenico; «I
nuo-vi problemi posti da una società in rapida trasformazione - ha detto il Metropolita Amvrosios - non possono essere
affrontati in maniera isolata o individualmente. Molti di
questi problemi toccano tutte le chiese; bisogna quindi attuare soluzioni coordinate e comuni». La visita del Cec in
Grecia ha incluso anche incontri con studenti e dheenti della
Scuola di teologia dell’Università di Atene e con rappresentanti della Facoltà di teologia di Tessalonica. (nev)
José Ramos Morta in visita al Centro ecumenico
Il ruolo del Consiglio ecumeni» delle
chiese per l'indipendenza di Timor Est
GINEVRA — Dopo tre anni di amministrazione controllata
dalle Nazioni Unite, nel maggio di quest’anno Timor Est celebrerà la sua ritrovata indipendenza, dopo la cruenta invasione dell’Indonesia nel 1975. «Uii risultato che non avremmo mai raggiunto senza l’appoggio internazionale di molte
organizzazioni non governative, in particolare del Consiglio
ecumenico delle chiese» è il riconoscimento tributato all’organizzazione ecumenica dai ministro degli Esteri di Timor
Est, José Ramos Horta, Premio Nobel per la pace nel 1996, in
visita a Ginevra alla sede del Consiglio ecumenico, (nev/eni)
Proposta (Jella Commissione chiesa e stato
Anche la Chiesa di Norvegia
non sarà più «Chiesa di stato»?
OSLO — Dopo la Svezia (nel 2000) anche la Norvegia si avvia verso l’abolizione della «Chiesa di stato». Secondo una
proposta elaborata dalla Commissione per i rapporti tra chiesa e stato, nell’arco di un decennio si dovrebbe giungere ad
alcuni cambiamenti della Costituzione che attualmente defi
nisce il luteranesimo «religione di stato», il re «capo della
Chiesa di Norvegia» e conferisce al Parlamento il potere di nominare i vescovi. A settembre le chiese dovranno far pervenire
il loro parere e in novembre il problema verrà dibattuto nel
Sinodo generale della Chiesa luterana di Norvegia, (nev/eni)
4
PAG. 4 RIFORMA
Nuova edizione in italiano degli articoli scritti nella rivista danese «L'istante»
Il cristianesimo secondo Kierkegaard
La radicalità delle argomentazioni del filosofo danese, con le sue spigolosità e acute
intuizioni, hanno anticipato molte domande critiche della teologia del Novecento
FRANCO MACCHI
IL testo si raccomanda, oltre che per la maestria della scrittura di Kierkegaard, facilmente apprezzabile anche
per la proprietà e la scorrevolezza della traduzione e per il
pregevole saggio introduttivo
del curatore. Si tratta di una
settantina di pagine dense,
che mettono in evidenza alcuni dei tratti più caratteristici del pensiero di Kierkegaard
e delle accuse che egli negli
ultimi mesi della sua vita
(morì un mese dopo la pubblicazione deU’ultimo articolo) rivolse alla Chiesa luterana della Danimarca. Gallas,
nella sua introduzione, seguendo in questo quanto
aveva già sostenuto Dal Prà
nel 1977, non prende neppure in considerazione la possibilità di utilizzare questa polemica del filosofo danese
contro la Chiesa luterana del
suo paese in chiave filocattolica. Per limiti di spazio ci limitiamo a segnalare solo due
punti per certi versi del tutto
nuovi, che il curatore mette
in particolare rilievo.
• Prima di tutto il genere letterario del «carnevalesco»
che connota, secondo Gallas,
in modo evidente tutti gli articoli del libro di Kierkegaard.
I dieci capitoli di cui si compone L’istante (ai nove articoli pubblicati su Oieblikket
viene aggiunto il testo di un
opuscoletto pubblicato a parte nel giugno 1855), sono interpretati, tenendo conto della lezione di Michail Bachtin,
come una vera rappresentazione carnevalesca non solo
della chiesa danese, ma della
cristianità nel suo insieme.
Molte sono le pagine che
confermano questo tipo di
analisi applicata da Gallas a
L'istante. Ve ne sono delle più
Dal maggio all’ottobre 1855 Soren Kierkegaard si impegnò a
fondo in una polemica con il vescovo di Copenaghen Hans
Lassen Martensen. Per sostenere questa polemica fondò, diresse e scrisse personalmente una rivista, a cui dette il nome di
Oieblikket (»L’istante»): nove numeri, nove articoli e tutti, diremmo oggi, al fulmicotone. Questi articoli erano stati pubblicati per la prima volta in Italia nel 1931, raccolti in un unico
volume, con il titolo L’ora, a cura di A. Banfi e prefazione di G.
Gangole, e poi ristampato nel 1977 con una introduzione di
M. Dal Prà. È ora disponibile una nuova edizione italiana di
questi scritti*, tradotti da A. Gallas con particolare cura e per
la prima volta direttamente dal danese.
crude ma, per avere un’idea
di questo tipo di scrittura utilizzato da iOerkegaard, è sufficiente leggere il quadretto
con cui egli ironizza sulla teatralità ampollosa e tragicomica della predicazione del vescovo Martensen, atteggiamento estensibile a tutti coloro che si appropriano dell’ufficio di maestri ufficiali di
cristianesimo: «Nella sontuosa cattedrale si avanza l’illustrissimo e reverendissimo
consigliere segreto, capo predicatore generale di corte,
l’eletto, il beniamino del bel
mondo, si avanza davanti a
una eletta cerchia di eletti e
predica "commosso” sul brano che lui stesso si è scelto:
“Dio ha eletto ciò che nel
mondo è misero e disprezzato”, e non c’è nessuno che rida» (p. 176).
Purtroppo, dice a più riprese Kierkegaard, questa mascherata carnevalesca non riguarda solo la chiesa danese,
ma tutta la storia della cristianità. Questa osservazione
ci dà il modo di introdurre il
secondo tema kierkegaardiano particolarmente evidenziato dal curatore nella sua
introduzione, quello della sequela. Il cristianesimo, secondo Kierkegaard, non è
una dottrina, non è quindi
sottoposto alla perfettibilità
della riflessione sistematica e
della organizzazione eccle
siastica. Il cristianesimò è la
risposta che il singolo dà in
un rapporto diretto, contemporaneo, alla chiamata che
Cristo rivolge a tutti gli uomini. Questa chiamata è talmente esigente che, dal punto di vista mondano, si può
considerare una disgrazia.
«Diventare cristiani nel senso
del Nuovo Testamento - si
legge a p. 222 -, è un cambiamento talmente radicale che
dal punto di vista semplicemente umano dobbiamo dire
che il dolore più forte per una
famiglia è che uno dei suoi
membri diventi cristiano».
Questa convinzione comporta una serie di conseguenze
talmente sconvolgenti e radicali da sollevare anche riserve comprensibili « giustifica
Spren Kierkegaard
L’ISTANTE
te. Come dice lo stesso Kier-'
kegaard, per esempio, se si
vuole essere coerenti con
l’esigenza della chiamata di
Cristo, perdono di importanza tutte le dimensioni terrene
del cristianesimo, compresi i
sacramenti e quindi la realtà
stessa della chiesa.
Solo la lettura integrale del
testo può farci capire non solo la radicalità delle argomentazione del filosofo danese, con le sue spigolosità,
ma anche le acute intuizioni
che hanno anticipato molte
delle domande che attraversano anche le chiese e le società cristiane attuali. Un appello credo in ogni caso del
tutto ineludibile. Lo spirito
giusto con cui un cristiano di
oggi si deve accostare a un
testo come L’istante penso
sia quello espresso da Karl ■
Barth in una lettera del 1967
a M. Rumscheidt: «Un avversario di Kierkegaard oggi lo
sono tanto poco quanto lo
ero un tempo. A dir il vero, io
non sono stato mai, neanche
nel Ròmerbrief[ la «Lettera ai
Romani», ndr], un vero e
proprio amico di Kierkegaard, ancor meno un entusiasta di Kierkegaard. Ho lasciato che le sue parole mi
fossero dette seriamente (e
chi vuol essere teologo badi a
come gli passa davanti!), ma
appunto ho lasciato che anche le sue parole mi fossero
dette e poi sono andato felicemente oltre sul mio cammino teologico, poiché continuo sempre a pensare che
chi da lui è incontrato e presso lui continua a stare, deve
badare bene che il Vangelo
non gli diventi una faccenda
spiacevole e legalistica».
(*) SOren Kierkegaard: L’istante. A cura di Alberto Gallas.
Genova, Marietti 2001, pp. 302,
euro 30,99.
Presentato a Genova l'ultimo libro di Rina Lydia Caponetto
La nostra umanità al di là delle immagini di consumo
ERMINIO PODESTÀ
V tenuto, organizzato dal
Centro culturale valdese nel
salone della Biblioteca universitaria di Genova, un dibattito
dal titolo «11 mondo delle immagini e i modelli attuali ci
danno una identità autentica?», che prendeva le mosse
dal libro di Rina Lydia Caponetto Quando gli orizzonti
cambiano (Claudiana, 2001).
L’intervento di Gianna Urizio,
regista di Protestantesimo,è
stato intercalato da alcune letture dal libro stesso, presentate molto bene da Fiammetta
Bellone e Giovanna Lotti, studentesse dell’Accademia di
recitazione di Genova.
Urizio ha detto che l’immagine è solo una rappre
sentazione della realtà. Ora,
ai giorni nostri, avviene che si
presenti attraverso l’immagine una realtà deformata,
tranquillizzante sotto forma
di bello, di sesso e di immortalità. Secondo questo metodo il mondo delle immagini e
i modelli attuali non ci raffigurano una identità autentica. 11 libro di Rina Caponetto
non cade m questo errore, c’è
invece in lei la volontà di presentare una realtà semplice e
concreta, che ci presenta una
autentica identità. Piera Egidi Bouchard ha inviato a tale proposito un contributo
scritto precisando che l’autrice del libro esprime il desiderio di non rinunciare alle proprie identità, neppure a quelle passate e conduce il lettore, con la consueta gioiosa
leggerezza, in un affascinante
percorso a ritroso e dentro di
sé, pur se in mezzo agli altri.
Tanti visi, tanti luoghi, tanti
incontri che si concludono
significativamente con le parole di Jorsi, giovane figlia di
un’amica e amica a sua volta
già mamma, mentre accarezza i suoi tre figli e invita a
considerarci più importanti
dando più valore a noi stessi
per essere sempre più visibili
nelle azioni che compiamo.
Se non ci facciamo sentire ci
ridurranno a dei volti, a dei
corpi che vanno e vengono
sullo schermo televisivo e noi
non vogliamo essere così.
Adriano Bertolini, vicepreside del Liceo artistico «Paul
Klee», si è espresso partendo
dal suo obbligato osservatorio sul vissuto giovanile e ha
sottolineato la discrepanza
esistente fra l’immagine e la
realtà, che dà origine a una
identità distorta nei giovani
di oggi. Due immagini fra
quelle che più hanno impressionato i ragazzi in occasione
del vertice dei «G8» a Genova
(luglio 2001) sono state un
black bloc sulla macchina
bruciata e lo scarpone di un
poliziotto che sbatte a terra la
testa di un ragazzino. Due immagini disastrose per catalogare l’identità. Per questo bisogna continuare a proporre
la cultura come valore alto e
liberatorio. L’autrice del libro
infine ha concluso gli interventi dicendo di avere compiuto questa fatica perché chi
legge queste pagine potesse
avere stima di se stesso.
(i
La rivista della Facoltà di teologia
Anche su «Protestantesimoi
si parla di bioetica
L’annata della rivista inizia
con la prolusione per l’apertura dell’anno accademico
alla Facoltà valdese di teologia. Docenti di altre facoltà si
avvicendano con i titolari
delle cattedre interne per
questo incarico. La prolusione è stata affidata quest’anno
al professor Demetrio Neri,
da anni uno dei più equilibrati studiosi di etica che abbiamo in Italia. Non c’è bisogno di ricordare che l’insieme della bioetica costituisce
un fronte oggi molto movimentato. Neri («La novità
culturale della bioetica»)
spiega quale sia, in particolare, la novità culturale della
bioetica. Lo affianca, da parte
teologica, uno studio di Yann
Redalié, titolare della cattedra di Nuovo Testamento
presso la Facoltà valdese
(«Nuovo Testamento ed etica: quale prospettiva?»).
11 terzo contributo («Quale
formazione per quale pastore») è un originale commento
del pastore Massimo Aprile
sulla funzione del pastore. Il
tema lo si è posto in discussione in occasione dell’apertura dell’anno accademico
quando, studenti e docenti
insieme, si è voluto riflettere
sul rapporto tra la vita personale del pastore e la sua capacità, diciamo così, professionale. Per illustrare questo
rapporto. Massimo Aprile ricorre al commento di una
novella famosa. Novecento di
Alessandro Baricco.
Arricchiscono il numero altri due articoli. Giorgio Spini
evoca i nessi tra protestantesimo e questione romana,
mentre Alessandro Bausani
(«Cultura islamica e cultura
occidentale»), illustre islamista oggi scomparso, ci permette di cogliere con uno
sguardo sia pur sintetico, la
profondità della cultura isla
mlca, così come la sua diversità. Il punto di vista di Bau»
ni non è soltanto quello dici
informa, ma anche quello 4
chi è convinto che la teoi
islamica metta alla provai
modo di pensare occidentali
cristiano su molte questioni
Seguono vari interventi dii
ricordiamo rapidamente. Jiit¡
Kleemann presenta il nuovi
libro di Ermanno Genre Cittadini e discepoli, dove l’autore studia il compito di educazione religiosa nel quadro
della società civile attuale. Lo
stesso Ermanno Genre riferisce su un convegno tenutosi
alla Facoltà valdese di teoio
già su «Tradizione cristiana!
creatività artistica». Fulvio
Ferrarlo riferisce invece sul
convegno indetto dalla Facoltà stessa e dal Pontificio
Ateneo Sant’Anselmo in occasione dei primi due anni trascorsi dalla firma dejla Dichiarazione comune cattolicoluterana sulla giustificazioni
(Augusta 1999). In entrambii
casi gli organizzatori dei convegni hanno diffuso un conninicato finale, che si trova dopo la rispettiva cronaca.
Tra le recensioni segnaEamo l’ultima, dedicata alla
biografia di una donna evangelica. Spesso chiudiamola
rivista con la recensione di
un libro biografico. Questo
non avviene regolarmente
ma, se avviene, è fatto conia
precisa intenzione di suggerire che il vero protagonista
della teologia è pur sempre!
vivente essere umano, nella
concretezza della sua storiai
della sua fede; fede a volte
più, a volte meno palese, eppure sempre in qualche modo presente.
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Protestantesimo. Rivista delia
Facoltà valdese di teologia. Rema, via Pietro Cossa 42. Tel. 0“'
3210789; fax: 06-3201040; e-mait
fvt.protest@chiesavaldese.org
In un convegno che si terrà il 12-14 aprile a Orvieto
«Biblia» affronta il tema della preghiera
Si terrà nei giorni 12-14
aprile, nel Salone dei Quattrocento al Palazzo del popolo di Orvieto, il convegno nazionale organizzato dall’associazione Biblia sul tema
«La preghiera e la Bibbia».
«Se Gesù ci ha insegnato il
Padre Nostro - si chiede Paolo De Benedetti nell’introduzione al convegno - pensava
probabilmente che la preghiera cambia l’uomo e Dio.
Ma quale preghiera? Quella
di lode no, essa cambia solo
noi. Quella di richiesta? Ma
allora, se io non prego per tizio, Dio non aiuta il povero
tizio?». E ancora «...ma forse
noi identifichiamo troppo la
preghiera con parole o pensieri rivolti a Dio; nella Bibbia sale a Dio anche la preghiera costituita dall’infelicità della vita, e sale a lui anche se l’infelice non lo sa (...)
l’importante è fare in modo
che resti sempre comunicazione tra terra e cielo».
11 convegno prevede relazioni di Bruno Forte («Homo
orans»), Carmine Di Sante
(«La preghiera di Abramo, di
Mosè e di Elia»), Maria Bonafede («Le donne della Bibbia;
maestre di preghiera»), Da
niele Garrone («Di fronte 2
Dio; lode, supplica, lamen®
pentimento, contestazm;
ne...»), Roberto FilipP*'”
(«“Signore, insegnaci a pr®’
gare”. Luca 11, 1; la preghiel
di Gesù e quella dei discepR'
li»), Basilio Petrà («Bibbia
turgia cristiana; la tradizioR
delle chiese ortodosse»).
nedetto Carucci Viterbi (‘
mondo delle benedizioni»!
Paolo De Benedetti («Le apo
rie della preghiera; quale uo^
mo prega quale Dio?»)iscrizioni; Biblia (tei. 05
8825055; fax 055-8824704:
mail: biblia@data.it).
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^ERDI 5 APRILE 2002
PAG. 5 RIFORMA
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pi Incontro al Centro culturale Jacopo Lombardini di Cinisello Balsamo
Traffico e inquinamento nelle città
Il futuro della libertà di movimento nelle grondi zone urbane al centro della riflessione
del prof Sergio Brofferio e dell'assessore all'Ambiente, Mauri, del Comune lombardo
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ANDREA ARMOCIDA
IBERTÀ di movimento?
Quale futuro nelle città?
1^ quanti anni ancora potremo illuderci di poter concile i bisogni di spostamento
Cotidiano legati agli impelai lavorativi con un’economia dei tempi quotidiani ri®ttosa della dignità della
■rsona? Queste le riflessioni
je sono scaturite nel quadro
Jelle linee di programmazio^ delle conferenze sul filone
Slobalizzazione e sviluppo
ristenibile» che il Centro cul.iirale J- Lombardini di Cini¡ello Balsamo ha proposto alla cittadinanza con il patrocinio del Comune. In proposito
la tavola rotonda del 21 febbraio, su «Mobilità e spostamenti quotidiani, traffico e
inquinamento: quali prospettive?», ha visto la preziosa partecipazione del prof.
Sergio Brofferio del Politecnico di Milano, e dell’assessore
all’Ambiente, Mauri.
Brofferio ha esordito fissando alcuni elementi generali di riferimento, partendo
proprio dalla considerazione
che storicamente i nostri modelli di trasporto sono il portato dell’era industriale e
hanno delle caratteristiche
«troppo rigide» che mal si
adattano alle necessità di
movimento attuali; quindi
diventerà sempre più necessario individuare delle soluàoni alternative. Fondamentale è stabilire delle priorità,
il (he è possibile solo quando
c’èuna consapevolezza diffusa che consente di limitare le
-libertà più «primitive» per
promuoverne altre di ordine
«più evoluto». In sintesi per
essere liberi è necessario imporsi dei limiti: ne è un esempio lampante il fatto che alcune volte imponendo un semaforo il traffico si libera. Al
riguardo sarebbe auspicabile
promuovere una tecnologia
semaforica evoluta che, pur
costando di più, potrebbe garantire un reale snellimento
del traffico senza aumentare
Finquinamento.
Lo stesso criterio dei limiti
è intimamente collegato al
paradigma centrale dello sviluppo sostenibile: «Garantire
modelli di sviluppo attuali
che tutelino anche le generazioni future». Ecco perché
sarà doveroso utilizzare combustibili che in futuro siano
rinnovabili. Secondo Brofferio quando guardiamo al nostro sviluppo dobbiamo pensare a tre parametri contrastanti: energia, economia ed
ecologia, e parallelamente a
L'ebraicità di Gesù
a cura (rii James H. Charlesworth
328 pp. + 8 f.t. euro 23,50 cod. 397
I misliori e piij recenti contributi sull’ebraicità di Gesù: H. Cox, J.H. Charlesworth,
J.P. Meier, G. Vermes, DJ. Harrington,
D. Flusser, A.F. Segai, E. Rivkin e H. Küng.
Perché non è ormai più possibile prescindere dal fatto che vita e pensiero di Gesù
sono comprensibili solo aH’interno della
cultura dei sruppi siudaici del I secolo e.v.
Thomas Römer
I lati oscuri di Dio
Crudeltà e violenza nell’Antico Testamento
104 pp. + 4 f t. euro 8,50 cod. 404
Una rilettura dei passi dell’Antico Testamento che presentano un Dio dai tratti
«barbari», tratti che secondo Römer mettono invece in suardia contro vani chiacchiericci di certa dosmaticità introducendo immasini inconsuete di un Dio alto prese con la vita concreta desìi esseri
umani.
Globalizxazione, lavoro
Mezzosiomo
a cura di Franco Giampiccoli
cod.400
Interventi di Matteo Passini, Doriana Giudici,
Giorsio Gardiol, Biasio De Giovanni e Franco Giampiccoli per una presa di coscienza
e un impesno coerente nelle chiese e nella società risuardo a un’economia intesa
come «questione di fede».
In appendice documenti sulla slobalizzazione di vari orsanismi ecclesiastici.
m mmeditrice
Claudiana
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1 -10125 TORINO
TEL. 011.668.98.04 - FAX 011.650.43.94 - C.C.P. 20780102
http://www.claudiana.it
etica, educazione ed estetica.
In questo quadro generale è
quindi necessario mettere dei
vincoli alla circolazione solo
in momenti contingenti e
programmandoli molto bene.
Il traffico non dovrebbe mai
essere bloccato, intelligente
sarebbe facilitare gli spostamenti brevi in bicicletta o a
piedi, promuovere gli scuolabus, promuovere servizi di
taxi collettivo, sperimentare il
car pooling (condivisione di
tragitti casa-lavoro sulla stessa auto) e il car sharing (dando la possibilità ai cittadini di
iscriversi a un gruppo di utenti che dispone di un parco
veicoli di quali paga solo l’uso
effettivo in base al tempo e ai
chilometri percorsi).
Questi «traguardi di civiltà»
sono ancora lontani in Italia
ma nel territorio di Cinisello
Balsamo e Sesto San Giovanni qualche cosa si sta muovendo, come ben precisa
l’assessore Mauri riferendo
l’esperienza cittadina di un
efficiente servizio di scuolabus e un futuro miglioramento della circolazione urbana ed extraurbana dei
mezzi pubblici per scoraggiare l’uso massivo delle automobili, anche per gli spostamenti brevi. L’elemento di
riflessione centrale del suo
intervento è riferito al fatto
che il continuo consumo di
energie non rinnovabili ha
modificato il clima in maniera irreversibile con costi sulla
salute della popolazione da
non sottovalutare. Se non
blocchiamo questo modello
di sviluppo la qualità della
vita andrà progressivamente
abbassandosi. Dobbiamo
educarci a capire le conseguenze e le ricadute socioambientali degli atti amministrativi anche per il futuro.
Mauri ribadisce l’importanza di cercare su tutti i piani
possibili la «migliore rosa di
alternative meno costose ambientalmente». Di fatto le
possibilità di trasporto non
convenzionale permettono di
distribuire meglio il traffico e
sono da promuovere ulteriormente ridisegnando percorsi
urbani e viabili sicuri e leggeri. In proposito Cinisello sta
progettando un percorso sicuro che consenta ai bimbi di
frequentare i propri luoghi
cittadini senza l’ausilio dell’auto dei genitori. Forse è
proprio la riscoperta del territorio come «luogo culturale»
(legge .287/97) l’elemento
vincente da trasmettere alle
nuove generazioni per costruire una civiltà più evoluta:
quindi diamoci da fare.
Alba (Cuneo) dal 3 al 16 aprile
Cinema e spiritualità
airinfinity Festival
Il panorama delle manifestazioni cinematografiche
italiane si arricchisce di un
nuovo festival. La città di Alba, dal 6 al 13 aprile, ospiterà
la prima edizione deìVInfinity
Festival. La rassegna, che si
svolgerà nei locali della Fondazione Ferrerò e nel cinema
Ordet, si propone come un
appuntamento consacrato a
tutti quei film che testimoniano del mistero del mondo,
che indagano la dimensione
spirituale dell’essere umano
e ci raccontano il suo sforzo
volto a trovare un posto tra le
cose del reale.
Il direttore, Luciano Barisone, afferma: «Tre sono le
parole d’ordine del Festival: il
mistero del mondo, cercare
la via, restare in ascolto. Il
punto di partenza è la constatazione di come la dimensione della “ricerca spirituale’’, pur essendo una delle dimensioni costitutive dell’essere umano, spesso risulti “annegata” all’interno dei
palinsesti festivalieri, dove la
produzione più attenta alla
dimensione spirituale viene
relegata in nicchie insignificanti, oppure del tutto dimenticata. Con questo sarebbe presuntuoso dire che 17nfinity vuole essere il festival
dello spirito, perché quello
che come uomini possiamo
fare è solo "ricercare". Dunque VInflnity è un festival di
persone che cercano».
La giuria si varrà come presidente di Jerry Schatzbmg,
fotografo e regista americano, autore tra l’altro de L'amico ritrovato, tratto dal romanzo di Fred Uhlman, e poi
del regista mauritano Abder
rahmane Sissako, del direttore del Festival di Salonicco
Michel Demopoulos e dalla
produttrice danese Vibeke
Vindelow. Una ventina di
film (dodici in competizione
per i premi AlbaCinema, una
decina fuori concorso) compongono la selezione ufficiale, che comprende anche
l’omaggio al cineasta Emmanuel Finkiel, che sarà presente ad Alba con i suoi tre film
tutti centrati sulla diaspora
del mondo Yiddish {Madame
Jacques sur la Croisette, Voyages e Casting).
Il Laboratorio retrospettivo
dal titolo «Io, un altro» comprende una cinquantina di titoli che si situano in quel territorio indefinito e indefinibile che sta fra la fiction e il documentario, avendo come tema centrale il rapporto con
l’altro, lo sviluppo di una ricerca personale e intima rispètto al mondo. Saranno qui
in programma opere, fra l’altro, di Jonas Mekas, Robert
Frank, Robert Kramer, Chris
Marker, Alexandr Sokurov.
Sono previsti anche una
«personale» della regista giapponese Kawase Naomi e la
proiezione della serie documentaria / dieci comandamenti, che analizza le ricadute
contemporanee del decalogo
biblico sul piano etico, che arriva per la prima volta in Italia, accompagnata da un nutrito gruppo di registi e produttori. Infmity Festival è promosso dall’Associazione per il
Festival del cinema spirituale
con il sostegno di privati e
fondazioni, ma anche dal Progetto culturale della Conferenza episcopale italiana.
Undici saggi riuniti in volunne
La storia della salvezza
e la cristologia di Warfield
PAWEL GAJEWSKI
Fino a pochi mesi fa l’opera di Benjamin B. Warfield (1851-1921) era nota solo a pochi specialisti della
storia del pensiero cristiano.
Grazie all’ambizioso progetto
dell’editore Alfa&Omega e
dell’Istituto di formazione
evangelica e documentazione (Ifed) di Padova, i più importanti scritti di Warfield sono oggi disponibili anche in
italiano. Tra questi il volume
La persona e l’opera di Cristo
(Caltanissetta 2001, pp. 535)
rappresenta una sorta di
summa del pensiero del teologo di Princeton. L’approccio sistematico di Warfield è
caratterizzato da una solida
base esegetica; alcuni passi
del suo libro sembrano, infatti, più note esegetiche che
teoremi sistematici. Su questa base l’autore poggia una
esposizione che attinge a piene mani anche dal patrimonio della teologia cristiana
dei primi quattro secoli.
Warfield si schiera chiaramente contro la teologia liberale, in particolare contro la
scuola di von Harnack. Tale
polemica è particolarmente
evidente nell’articolo «L’essenza del cristianesimo e la
croce di Cristo» (pp. 477-535).
La tesi cristologica che unisce
tutti e undici i contributi contenuti nel volume è sostanzialmente alquanto semplice:
tutta la Scrittura dell’Antico e
del Nuovo Testamento attesta un’unica storia della salvezza centrata su Gesù Cristo.
In quest'ottica non sono tanto le formulazioni dogmatiche dei concili di Nicea e di
Calcedonia a determinare la
fede cristiana, ma la Scrittura
stessa che si esprime nelle
formulazioni dogmatiche. Sia
la verità da confessare sia lo
spazio teologico da esplorare
sono dunque circoscritti dalla
cristologia classica che non è
una mera dogmatica bensì
una cristologia biblica.
Da tale tesi deriva una forte contestazione dei presupposti che stanno alla base
della ricerca sul cosiddetto
Gesù della storia. Il teologo
americano preferisce parlare
del «Cristo storico» (pp. 1952), insistendo fortemente
sul fatto che anche sul piano
metodologico il nome e la
persona di Gesù non possono essere separati dalla figura del Cristo Salvatore, figlio
di Dio. Pertanto, qualsiasi
tentativo di separazione, secondo Warfield, dovrebbe
essere visto come un tentativo di sbilanciare il perfetto
equilibrio dell’unione ipostatica tra natura umana e natura divina. Nell’ottica di Warfield l’opera salvifica compiuta da Dio in Cristo e per
mezzo di Cristo non può essere ridotta esclusivamente
cdle sue conseguenze etiche,
oppure vista solo in una prospettiva escatologica. L’etica
e l’escatologia trovano la loro
giusta disposizione solo nel
quadro di una soteriologia
che ammetta la dimensione
ontologica della salvezza, in
altre parole, il primato della
grazia che trasforma l’intero
essere umano.
La lettura del volume La
persona e l’opera di Cristo
non è facile. La difficoltà sta
principalmente nel fatto che
esso è costruito da diversi
contributi, raccolti secondo
un criterio tematico. Un’altra difficoltà può scaturire
dal fatto che diversi autori e
alcuni dibattiti teologici citati da Warfield sono orami superati. Non esiste, e non può
esistere, nel pensiero di Warfield alcun riferimento alla
teologia di Barth. Tuttavia
l’eccellente traduzione italiana e le note particolarmente curate rendono la lettura del volume abbastanza
proficua, consentendo di fissare bene le basi bibliche di
una cristologia non necessariamente uguale a quella
proposta da Warfield.
LIBRI
Scienza
Infinito
Concetto vecchio quanto l’uomo e la sua capacità di studiare la realtà intorno a sé (anche quella invisibile), il «nulla»
è al centro del libro del matematico inglese John Barrow {Da
zero a infinito, la grande storia del nulla,
Mondadori, 2001, pp. 367, euro 18,20) e in
queste settimane anche di uno spettacolo
tratto dal libro stesso per la regia di Luca
Ronconi. Il volume è una carrellata attraverso la storia di scienza, filosofia e naturalmente anche della teologia. Hanno peso e
rilevanza le figure e il pensiero di Sant’Agostino. Newton, Shakespeare, oltre ai giganti
della fisica, con Einstein in testa.
Storia
Germania
Torna nelle librerie la scrittrice e giornalista austriaca con
un volume dedicato a riflessioni sulla Germania tra il 1938 e il
2001. L’autrice di In quelle tenebre (incentrato sul responsabile del campo di sterminio di Treblinka Franz Stangl) e In lotta
con la verità, biografia di Albert Speer, architetto di Hitler e ministro del Terzo Reich, in
questo nuovo volume {Germania, il trauma
di una nazione, Rizzoli, pp. 501, euro 20,50)
cerca di ritrovare lo spirito di un popolo non
solo negli eventi del nazismo e dello sterminio, ma anche nella cultura che successivamente li ha elaborati (in particolare il film di
H. J. Syberberg su Hitler).
TELEVISIONE
Protestantesimo
a J Rubrica televisiva di Raidue, a cura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmesse
a domeniche alterne e, in replica, il lunedì seguente alle ore 24
circa e alle ore 10 del lunedì successivo. Domenica 14 aprile,
ore 24 circa, andrà in onda: «Ora di Religione», anteprima del
film di Bellocchio con intervista all’autore; «Italia liberale e
protestanti», un'incontro con l'autore Giorgio Spini; alla presentazione del libro sarà presente il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. La replica sarà trasmessa lunedì
22 aprile alle ore 24 e lunedì 22 aprile alle 10 circa.
6
PAG. 6 RIFORMA
Vita Delle
!E
È quello del Centro ecumenico di Agape che funziona durante i campi studio
Un nuovo bar «equo e solidale»
/ prodotti tradizionali sono stati sostituiti con quelli distribuiti dalla Ctnn-Altromercato e da
prodotti che provengono dall'econonnio locale. Alla ricerca di modelli economici alternativi
SAMUELE PICONI
IL Sinodo delle chiese vaidesi e metodiste 2001, raccomandava alle chiese la discussione del documento:
«Le chiese e la globalizzazione», e al paragrafo «agire» citava la pratica del commercio
equo e solidale come «sostegno di alternative economiche», riconoscendo come positiva l’influenza che il movimento internazionale di contestazione ai neoliberismo ha
saputo avere nei confronti
delle chiese, in questa direzione vogliamo muoverci.
In occasione del campo invernale 2001 sui limiti dello
sviluppo. Agape ha inaugurato il nuovo bar «equo e solidale». Tutti i prodotti sono
stati sostituiti con prodotti
del commercio equo, distribuiti dalla Ctm-Altromercato,
e da prodotti che provengono
dall’economia locale. I primi
provengono da cooperative e
piccole imprese del Sud del
mondo, le quali hanno privilegiato rapporti commerciali
con la Ctm, che ne compra i
prodotti condividendo direttamente con loro la decisione
su prezzi e tempi del rapporto. Il processo che ci ha condotti a questa scelta è statolungo e i passaggi condivisi
con gli agapini e le agapine,
tanto a livello informale di
scambio di opinioni e ascolto
di consigli, tanto al livello
formale dei comitati.
Pensiamo che questo esperimento vada inserito in
una scelta politica più ampia,
di cui l’etica dei consumi è
parte. Agape infatti è un luogo di sperimentazione sociale in cui il mondo, che è società, viene discusso, messo
in discussione, e dove, in piccolo, si sperimentano modelli di convivenza, stili di vita,
relazioni che sappiano maggiormente aderire ai desideri
individuali e a un’immagine
Agape
(foto G. Alabiso)
collettiva di società desiderabile. Oggi l’impegno della discussione critica della società, non può avvenire senza
il riconoscimento dell’ingiustizia e della guerra quali tenaglie che stringono il mondo, in ogni sua parte.
Esistono «geografie della
disperazione», che segnano
spaccature sempre maggiori
all’interno dei paesi ricchi, e
tra paesi ricchi e quelle «discariche umane» a cui il Sud
del mondo è stato ridotto.
L’impoverimento del Sud del
mondo, l’approfondimento
dei conflitti di classe sono
conseguenza di scelte politiche neoliberiste fatte dai governi del G8 e dai Consigli di
amministrazione delle multinazionali che regolano il
mercato. L’aspetto peculiare
del commercio equo e solidale è invece la collaborazione
tra i partner e il rispetto reciproci: collaborazione tra i
produttori del Sud del mondo e gli importatori del Nord,
le botteghe del commercio
equo, le organizzazioni dei
marchi di garanzia e i consu
matori. «La libera associazione dei produttori e dei consumatori per la ricerca di un
prezzo dei prodotti del lavoro
umano che risponda di più ai
bisogni vitali e meno alle cosiddette leggi di mercato»
(Tonino Perna, Fair Trade,
Bollati Boringhieri, 1998).
L’obbiettivo prossimo di
questa operazione è allargare
l’attenzione etica ai consumi
a tutti i prodotti di cui Agape
fa uso, dagli alimentari ai
prodotti per l’igiene: questo
al fine di limitare l’impatto
ambientale dei consumi e al
contempo valorizzare le risorse economiche locali, altrimenti schiacciate dalla
competizione con i prodotti
delle multinazionali. Sovvertire le proprie scelte di consumatori, favorendo le organizzazioni di scambio alternative, implica tanto un attacco diretto ai meccanismi
stessi della produzione e dello scambio tanto una conversione a livello personale dei
consumi. È necessaria oggi
una forma di resistenza che
sia capace di una nuova laicità, quella nei confronti della religione neoliberista, che
del consumo fa uno dei suoi
pilastri fondamentali. Certo
questo non basta, perché
l’awersario è enorme. A esso
va sottratto potere partendo
da ogni lato della convivenza,
attraverso una socializzazione della resistenza che includa anche il lavoro, i saperi, le
relazioni.
L’Unione cristiana
evangelica battista d’Italia
ricerca
un dìrettore/direttrice
per nSTITUTO G. B. TAYLOR
Casa di riposo e Comunità educativa per minori
di Roma, via deile Spighe n. 8
Titolo di studio: diploma di scuola media superiore o laurea
Caratteristiche personali
- sensibilità, capacità di gestione delle dinamiche di gruppo, atti
tudine all’ascolto e alla formazione di un gruppo solidale, capacità
dialettiche e relazionali;
- motivazione vocazionale per l’aspetto di testimonianza evangelica del sen/izio.
Competenze professionali
- capacità di sapersi relazionare con gli ospiti, con il personale e
con gli utenti dell’Istituto,
- capacità di gestione della qualità dei servizi e di soluzione dei
problemi;
- capacità di rappresentare l’Istituto nei rapporti con enti pubblici
e pnvati e con altre istituzioni,
- capacità di organizzazione e coordinamento del personale finalizzata alla motivazione e allo sviluppo delle qualità professionali,
- capacità di gestione e di analisi dei processi amministrativi e contabili;
- conoscenza e padronanza dei metodi di gestione e tenuta del
bilancio;
- capacità di concretizzare le decisioni prese e lavorare per progetti;
- conoscenza di programmi e procedure informatiche.
Costituiscono titolo preferenziale
- la conoscenza dell’ambiente e dell’organizzazione delle chiese
evangeliche in Italia,
- esperienze lavorative presso Istituti similari,
- la conoscenza dell’inglese.
Inquadramento: da concordare
Le domande, accompagnate dai rispettivi curriculum vitae, vanno
inviate entro e non oltre il 15 aprile 2002
all’Ente patrimoniale dell’UCEBI
piazza San Lorenzo in Ludna, 35 - 00186 Roma
tei. 06-6876124 - 6872261 - fax 06-6876185 - e-mall; ucebit@tin.it
La graduatoria dei candidati/e verrà fissata da una commissione esaminatrice
Avvicendamento aH'interno del Sie
Maria Girardet lascia
«La scuola domenicale»
SILVANA COMPARETTI
SABATO 16 marzo a Milano, in via Porro Lambertenghi presso la sede del Servizio istruzione e educazione
della Fcei, il Comitato del Servizio stesso ha salutato affettuosamente Maria Cirardet
che ha lasciato dopo 13 anni
la direzione della rivista La
scuola domenicale, al suo posto è stato incaricato il pastore Marco Cisoia, già consulente teologico del Sie, al quale auguriamo buon lavoro.
Maria ha svolto il suo lavoro
volontariamente con grande
impegno e professionalità e le
sue capacità organizzative e
pedagogiche hanno lasciato
una traccia non solo nella rivista, ma in tutta l’attività del
Servizio dove ha collaborato
per tanti anni insieme al marito Thomas Soggin.
Da diverso tempo Maria
aveva chiesto di essere sostituita ma, a richiesta del Comitato, era rimasta fedel
mente al suo posto con notevole sacrificio, finché non si
è trovata una soluzione soddisfacente. Tutto questo è
stato messo in luce dal segretario del Sie, che le ha rivolto
a nome di tutti un affettuoso
ringraziamento ricordando i
tanti momenti di condivisione e felice cooperazione, oltre alla preghiera di continuare a seguire il lavoro del
Sie con eguale amore e interesse e con il suo prezioso
consiglio.
Nella storia di una rivista
ultracentenaria come è La
scuola domenicale (il più antico periodico evangelico insieme a L’amico del fanciulli)
i cambi di direzione, come si
può ben immaginare, sono
stati molti: la rivista continua
il suo servizio alle chiese senza clamorosi cambiamenti di
linea e di indirizzo, ma il passaggio di testimone fra i direttori rappresenta comunque
l’occasione per una nuova
partenza e un nuovo rilancio.
•%
in distribuzione il numero 178 (in_jverno 2001) di «Gioventù evon^ventù evangelica gelica». In Questo numero pubblichiamo due studi biblici in formo narrativo (Thomas Soggin, Moria Girardet Soggin), due
studi sulla globalizzazione (Giorgio Guelmoni, Franco
Giampiccoli), una riflessione sull'impegno per la pace degli evangelici (Eugenio Rivoir); un intervento sulla sinistra
dopo Genova e dopo l'I 1 settembre (Michele Rostan), e
uno su battesimo dei credenti e identità battista (Italo Benedetti); più il consueto inserto «Judaica» a cura della libreria Claudiana di Milano.
ABBONAMENTI 2002
normale............................a 25.82
sostenitore....................... a 51.65
estero.............................o 33.57
“3 copie al prezzo di 2»...........° 51.65
cumulativo GE/Confronti............o 54.00
versamenti da effettuare sul ccp n. 35917004 intestato a:
gioventù evangelica - via Porro Lambertenghi, 28 - 20159 Milano
e-mail: giorguel@interfree.lt
VENERDÌ 5
aprile 200Î
Ecumenismo ad Avellino
Domenica delle Palme
per il confronto e il dialogo
GIOVANNI SARUBBI
UNA domenica delle Palme e una Pasqua all’insegna dell’ecumenismo. È
quello che si è vissuto il 24
marzo scorso ad Avellino
presso la parrocchia dei Liquorini al rione San Tpmmaso, guidata dal parroco padre
Antonio Pupo. Per la prima
volta alla celebrazione della
domenica delle Palme di una
parrocchia cattolica ha partecipato una chiesa protestante, la Chiesa cristiana libera di
Avellino, di cui è pastore Antonio Casarella: un evento
mai accaduto nella storia dei
rapporti ecumenici irpini, che
sono di solito limitati a una
sola settimana l’anno e cioè
dal 18 al 25 gennaio. Anche in
quell’occasione gli incontri
fra cattolici e protestanti sono
generalmente limitati a poche celebrazioni comuni; per
tutto il resto dell’anno c’è
spesso rincomunicabilità più
totale. Quest’anno invece il
Gruppo interconfessionale
attività ecumenica di Avellino
si è fatto promotore di ben otto incontri ecumenici duran
te la settimana di preghiejj
per l’unità dei cristiani, D,
quella esperienza è nata 1).
dea di proseguire e approfoj^
dire la conoscenza e di cogljf.
re l’occasione della Pasqaj
per dare vita a momenti co.
munì di celebrazione del nj,
stero centrale della fede cri.
stiana e cioè la morte e resut.
rezione di Cristo. Così, dopj
diversi incontri di preparazio.
ne, la tradizionale benedizio,
ne delle palme con processio.
ne per l’ingresso in chiesaj
stata spiegata, invece che dal
parroco, dal pastore Casarella
che ha tenuto un sermone so)
Vangelo deU’ingresso di Gesù
a Gerusalemme. In chiesa,
poi, la lettura del «Passioi
che è molto lunga ed è a più
voci, è stata effettuata in co.
mune fra membri della chiesa
protestante e membri della
Chiesa cattolica. Un primo
incontro di preghiera comune si è tenuto venerdì 22 marzo scorso. Altri due momenti
comuni si sono avuti il gio.
vedi Ci venerdì santo con in.
contri sia alla Chiesa cristiana
libera sia alla parrocchia dei
Liquorini.
Formazione Teologica a Distanza
Facoltà valdese di teologia ■ via Pietro Cossa 42 - 00193 Roma
Scmin
0ÍRÍ
Venezia'Mestre
sabato 13 aprile, 27 aprile, 18 maggio, 1® giugno
«da Qerusalemme a Roma»
una panoramica sul libro degli Atti
Letteratura del Nuovo Testamento
teologia del Nuovo Testamento
docente: past. Gregorio Plescan
sede: Chiesa valde.se di Mestre, via Cavallotti 8
Milano
sabato 20 - domenica 21 aprile
«nel testo e oltre il testo»
approccio interdisciplinare ai testi biblici
Qenesi 1, 1-2,4 - Romani 1, 16-17
Introduzione AT-NT - esegesi-teologia AT-NT
docenti: past. Eric Noffkc,
past. Martin Ibarra, past. Fulvio Ferrario
.sedi del seminario:
sabato 20 aprile: Libreria Claudiana, via F. Sforza 12a
domenica 21 aprile: Chiesa metodista, via Porro Lambertenghi 28
i seminari saranno confermati se perverranno sufficienti iscrizioni. Persone non
iscritte al corso possono partecipare come uditori
tei 06/3207049 - fax 06/3201040 e-mail fvt.tormadist@chiesavaldese.org
centro ecumenico
10060 Frali (To) Italia Tel. 0121-807514 Fax 0121-807690
e-mail: ufficio@agapecentroecumenico.org
Week-end sanità 19 - 21 aprile 2002
COME DISTRUGGERE LA SANITÀ
PUBBLICA: ISTRUZIONI PER L'USO
Venerdì 19 aprile
Arrivi entro le ore 19,30 per cena.
Serata di conoscenza reciproca, insieme ai/alle partecipanti alhj'
contro sulla scuola, in compagnia dì Lidia Menapace, giornalis'
de «Il Manifesto».
Sabato 20 aprile (mattino)
Sistemi sanitari nel mondo: modelli a confronto. .
Intervengono Amedeo Bianco, presidente dell'Ordine dei meo'
della provincia di Torino, Marco Sorrentino, del Forum del Terz
Settore in Piemonte, Paolo Vineis, docente di Statistica sanitaria
Pomeriggio
Che cosa sta succedendo nella sanità in Italia: un confron^
fra operatori e cittadini con: Fulvio Aurora, di Medicina democ
•iMuret
tica; Lisa Canitano, ginecologa; Cristina Cappelli, progetto
Paolo Carbonatto, medico di famiglia; Lucia Centillo, Federazio
Ds; Franca Coisson, commissione sinodale «Diaconia»;
Dragone, medico; Paolo Jarre, Asi 5; Franca Pezzini, psichiatra,
coletta Pirotta, Prc Lombardia; Piera Salvano, medico.
Domenica 21 aprile
Riflessioni e conclusioni con Pino Chiezzi, ^^oii5igliere^re^°Jf
Piemonte dei Comunisti Italiani; Gianni Fornari, primario i
cina e Oncologia aH’ospedale valdese di Torino.
Il termine dell'incontro è previsto dopo il pranzo.
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Roma
lì 5 aprile 2002
Vita Delle Chiese
PAG. 7 RIFORMA
Il 16 marzo si è svolto a Losanna l'incontro delle chiese valdesi italiane in Svizzera
I nuovi paradigmi della missione
Oltre dio comunità di Losanna erano presenti fratelli e sorelle di Basilea, Zurigo e Cinevra
Nel pomeriggio il concerto del coro Fihavanana, poi replicato nella chiesa di Aosta
LILIA DURAND
ELISABEnA RIBET
Ir circuito delle chiese valsesi italiane in Svizzera ha
avuto la sua seconda giornata di studio lo scorso 16 mar»0 nei locali della chiesa di
^t-Jacques, che da tempo
ospita il gruppo losannese.
All'appuntamento pomeriimo hanno partecipato so(gUe e fratelli di Basilea e Zurigo, e purtroppo solo una
persóna da Ginevra.
^ n pomeriggio era diviso in
due momenti: uno in italiano, in cui si è riflettuto insieme sui nuovi paradigmi della
missione, con un’introduzione curata dalla pastora Ribet
cui ha seguito un piacevole e
attento dibattito. La seconda
parte, rivolta anche alla città
di Losanna, è stata animata
dalle note del coro Fihavanana, giunto apposta dalle valli
vaidesi. Ogni brano, presentato in francese, è stato letteralmente «bevuto» dal folto
pubblico, di cui facevano
parte anche diversi Cittadini
diLosanna. A fine concerto,
la comunità locale ha offerto
cena al coro, ai loro ospiti ed
a chi, tra sorelle e fratelli di
chiesa venuti da altre città,
havoluto fermarsi,
niavoro, per un gruppo piccolo e... di una certa età, come
quello di Losanna, è stato immenso, ma a maggior ragione
importante e apprezzato. Abvissuto l’accoglienza
Esibizione del coro Fihavanana a Aosta
reciproca, e anche la solidarietà: tutti i componenti del
coro, con famiglie e compagni
di viaggio, hanno trovato accoglienza a casa di diverse famiglie e persone che non
hanno esitato ad aprire loro le
porte di casa. A tutte queste
persone, senza le quali la
giornata insieme non avrebbe
potuto essere così ricca, va
tutto il nostro ringraziamento. Come ha detto a fine concerto uno dei pastori della
chiesa di St.-Jacques, abbiamo respirato un soffio della
chiesa universale... ed è stato
bello! Nel pomeriggio di domenica 17, il coro Fihavanana, tornando verso le Valli, si
è fermato ad Aosta per «esibirsi» nel nostro piccolo tempio. Fihavanana è una parolamalgascia, intraducibile in
italiano, che significa solidarietà, amicizia, legami di parentela, aiuto reciproco. Così
ci è stato detto in presentazione di questo coro formatosi da circa una decina d’anni, e specificando che cantare
per gli altri per il coro rappresenta un’occasione di testimonianza a favore di una
cultura della pace e dell’accoglienza, contro ogni guerra
e sfruttamento.
Il concerto, il cui filo conduttore è stato «E allora canta» era stato annunciato anche nelle parrocchie cattoliche dell’Immacolata e St.Etienne, e stampato sul bollettino settimanale di S. Orso. È stato un pomeriggio entusiasmante: la chiesa gremita, il portone aperto sulla via,
ma soprattutto il piacere di
essere insieme, l’ascoltare
canti di paesi lontani come il
Sud Africa, il Madagascar e
l’area rioplatense con le loro
sonorità gioiose e particolari,
l’opportunità di conoscere
come tanti popoli abbiano
saputo esprimere la loro fede
attraverso canti di liberazione. Tutto questo è stato un
dono di cui siamo fortemente riconoscenti.
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MM- Un «percorso» inaugurato alla chiesa battista di Conversano
Come porsi di fronte aH'economia globale?
GIOVANNI ARCIDIACONO
,,C PRECO dello spreco,
n^dice l’Ecclesiaste, spreco dello spreco, tutto è spreco». Questa la citazione biblica, nella versione di Erri De
Luca, più nota come «Vanità
ielle vanità, tutto è vanità»,
conia quale Francesco D’Alessandro, membro della associazione «Il seme» per il
commercio equo e solidale di
Conversano, ha introdotto nei
locali della Chiesa battista di
Conversanb, mercoledì 20
■nwzo, la descrizione dell’attole processo di globalizzazione. Quei processo attraverso cui il Fondo monetario internazionale, la Banca mondale e l’Organizzazione monliiale per il commercio (Wto)
pvernano l’economia globale, senza un controllo democfatico da parte degli stati e
senza un’adeguata tutela dei
olhtti dei paesi più poveri.
^ produzione del cacao in
«nana e Costa d’Avorio, che
oa sole producono il 63%
Oella produzione mondiale,
®>ache ne consumano solo-il
‘^1 il tentativo da parte delle
multinazionali di trasferire
nel Nord Africa la produzione del riso solo per ridurre i
costi di localizzazione rispetto ai luoghi di consumo; la
scarsità dell’acqua nel pianeta, il controllo del petrolio e
le «guerre giuste» del Kosovo
e dell’Afganistan per il controllo strategico dei territori;
la diffusione di latte in polvere della Nestlé per i bambini
del Guatemala, destinati a
morte certa per le impurità
batteriologica dello stesso
latte; i costosissimi medicinali della Bayern per la lotta
contro l’Aids in Sud Africa,
tutti questi rappresentano
nel loro insieme e nelle loro
specificità esempi di conclamata ingiustizia fra i paesi
ricchi e i paesi poveri e sollevano gravi problemi per la
pace nel mondo.
Il dibattito che ne è seguito
ha cercato di rispondere a
queste domande: che fare di
fronte alla complessità dei
problemi e all’onnipotenza delle multinazionali? Che
fare di fronte alla sensazione
di impotenza che si prova
quando tutto è deciso, quan
OSPEDALE EVANGELICO
INTERNAZIONALE
Salita Superiore San Rocchino 31 A
16122 Genova-tei .010-5522301
^1 informa che è indetto concorso pubblico per titoli ed esami per l'assunzione a tempo indeterminato di:
1 Dirigente Medico (ex 1- livello)
con rapporto di lavoro esclusivo
Disciplina Chirurgia Generale
Pubblicazione sul bollettino ufficiale n. 8 del 20.2.2002
Pubblicazione sulla gazzetta Ufficiale n. 22 del 19 marzo 2002
Scadenza: 18 aprile 2002
do i potenti hanno le leggi e
lè istituzioni dalla loro parte?
Che fare quando la democrazia dei popoli è posta sotto
tutela? Che fare per la giustizia e la pace nel mondo?
Il recente testo diffuso dalla Fcei «Fede edenaro» per
la settimana della libertà;
le pubblicazioni fatte su Riforma e quelle su Gioventù
evangelica, sul tema della
globalizzazione, hanno contribuito certamente a dare
un quadro di riferimento abbastanza articolato e valido.
Ma non basta, occorre aprirsi alla realtà sociale e democratica del paese. Da qui
l’urgenza per la Chiesa battista di Conversano di una formazione e informazione capace di mobilitare le coscienze, di mettere in discussione le proprie scelte, spesso inconsapevoli e acritiche,
e i propri comportamenti
anche in materia di produzione e di consumi. Un’urgenza dettata anche dalla
composizione sociologica
della comunità che prevalentemente vive di agricoltura: la coltivazione degli ulivi,
del ciliegi, dei vigneti e le
problematiche di mercato ad
esse connesse rendono at
tualissima la problematica
della globalizzazione e le
corrispondenti risposte etiche, sociali e politiche.
Avviare un percorso per
conoscere, per confrontarsi e
per agire insieme a chi già da
tempo si è assunto il compito
di una alternativa alle logiche
economiche dettate dal Wto,
è la sfida che sta anche davanti alle chiese. Una sfida
che intende raccogliere il
senso del «vero digiuno»:
«Che si spezzino le catene
della malvagità; che si sciolgano i legami del giogo, che
si lascino liberi gli oppressi,
che si spezzi ogni tipo di giogo; che tu divida il pane con
chi ha fame, che tu conduca
a casa tua gli infelici privi di
riparo...» (Isaia 58).Una sfida
che l’associazione «Il seme»
vive sotto la tensione etica,
rappresentata dal motto di
don Lorenzo Milani, citato da
Francesco D’Alessandro nel
corso dell’incontro, «Ho premura». Una tensione etica
che pone l’accento sullo
spreco del nostro tempo invanltà e sull’urgenza di utilizzare il tempo di grazia che
Dio ci dona per gli altri, per i
poveri, per gli infelici di questo nostro villaggio globale.
L'UCEBI INFORMA
L'Assemblea
deirucebi
«In questi momenti particolari delia nostra storia individuale e collettiva di uomini e di donne, motivi per
piangere ne abbiamo davvero tanti, forse di più che in
altri tempi che pure ci sono
sembrati tempi di prova, di
dolore e di sofferenza». Si
apre così il commento al testo di Giovanni 20, llss che
il presidente dell’Ucebi, Aldo Casonato, manda alle
chiese nella sua lettera in
occasione della Pasqua. Un
commento che risente del
clima di smarrimento in cui
viviamo oggi davanti a conflitti sanguinosi pubblici e
privati, a parole arroganti e
prive di ideali, a minacce di
nuova violenza. In questo
quadro le lacrime di Maria
Maddalena, che pensava di
aver perso tutto, rappresentano la disperazione di chi
non vede vie d’uscita. Eppure proprio Maria che, chiamata per nome, ritrova inaspettatamente un senso per
la sua vita, può diventare
per noi segno di «un tempo
nuovo, il tempo dell’amore e
della speranza».
Oltre alla lettera che augura a tutte le chiese una
Pasqua benedetta dal Signore, è arrivata alle chiese
in questi giorni la convocazione per l’Assemblea generale che si terrà quest’anno
dal 20 giugno alla tarda
mattinata del 23. Quest’anno, a causa della temporanea chiusura del Villaggio
della gioventù di Santa Severa, l’Assemblea avrà luogo
a Roma Ciampino nella casa
di accoglienza «Il Carmelo»
(in via Doganale). Questa
circostanza influirà purtroppo sui costi, che saranno più alti del solito, ma che
il Comitato esecutivo ha deciso comunque di contenere per consentire la più ampia partecipazione. «Questa
assemblea - ha affermato il
presidente - si svolgerà in
un momento particolarmente delicato per una serie di emergenze che l’Unione sta affrontando. Nello
stesso tempo però posso dire che il clima che si respira
nelle chiese è sostanzialmente di fiducia e di positiva aspettativa per il futuro.
Il Convegno di settembre
sull’identità ha evidenziato
una realtà vivace all’interno
delle nostre chiese, che ci
conferma nella convinzione
che le nostre comunità, la
vita di accoglienza e comunione fra fratelli e sorelle
che in esse si sperimenta,
l’appassionato impegno per
la pace, il dialogo, la vita sociale e civile che le caratterizzano, i cui echi ci raggiungono anche attraverso
le pagine di Riforma, rappresentano davvero la nostra ricchezza. Questa vivacità è confermata anche dal
fatto che il Piano di cooperazione, che è da sempre un
po’ il termometro dello stato di salute della solidarietà
vissuta nell’Unione, va bene, e ha pressoché raggiunto l’obiettivo estremamente ambizioso di un aumento del 7%. Di conseguenza
va avanti, secondo le previsioni, il Piano decennale di
risanamento finanziario,
approvato nell’Assemblea
Straordinaria del 1999. Perché esso possa, però, davvero condurre le chiese e l’Unione nel suo insieme, definitivamente al di là delle
secche provocate dal cumulo dei deficit degli ùltimi anni, il Ce è ùnpegnato in questi mesi a compiere la seconda dismissione di una
proprietà, prevista dal piano. Speriamo che all’Assemblea potremo offrire alle
chiese, anche rispetto a
questa, buone notizie».
Fra le comunicazioni arrivate alle chiese in questi
giorni c’è stata quella relativa al commissariamento
delTIstituto G. B. Taylor, decisione assunta «nell’interesse superiore dell’Unione
- come si esprime il presidente nella circolare - a sostegno dell’immagine che di
essa vogliamo offrire come
segno di diaconia e vocazione e nella piena consapevolezza della nostra responsabilità e dei doveri che abbiamo». In conseguenza di questa decisione il Comitato
esecutivo ha indetto un ban
do, già pubblicato su Rifar
ma, per la ricerca di un nuovo direttore o direttrice
dell’Istituto. (a.m.)
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7 Aprile 2002
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PAG. 8 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 5
■
aprile 20 ^
Siamo un gruppo di coppie miste interconfessionali di Milano, Torino e delle valli valdesi. Abbiamo letto con piacere
l'articolo del pastore Alberto Taccia in relazione al silenzio calato sull’argomento matrimoni misti dopo l’approvazione da
parte del Sinodo e della Cei del testo applicativo dell’accordo
sui matrimoni tra valdesi-metodisti e cattolici (Riforma del 15
febbraio). Se nelle chiese prevale il silenzio, le coppie non
stanno ferme; continuano gli incontri per riflettere sugli
aspetti della vita delle famiglie interconfessionali non sufficientemente approfonditi dall’accordo o dal testo applicativo.
In particolare si sta organizzando, per il luglio 2003, un
incontro mondiale a Rocca di Papa (Roma); noi vorremmo
che la partecipazione delle coppie italiane fosse di alto profilo, sia in termini di contenuti e su questo argomento sappiamo di poter dare un.contributo di buon livello, sia in termini
di numero di partecipanti: e qui sorgono i problemi. Molte
coppie miste, infatti, vivono privatamente la loro relazione
come membri di due confessioni cristiane; vengono quindi a
mancare le opportunità di diventare stimolo per le proprie
comunità ecclesiali e si perde la bellezza di un confronto che
costruisca qualcosa al di fuori della propria casa. Per cercare
di entrare in contatto con queste coppie, abbiamo pensato di
indirizzare la lettera che segue ai pastori e alle pastore delle
chiese valdesi e metodiste.
Per le coppie interconfessionali di Milano: past. Antonio
Adamo, Maria Aprile e Andrea Lari, Gianni e Myriam Marcheselii. Per le coppie di Torino e valli valdesi: Miriam Bonnet e Marco Giolito, don Mario Polastro.
Coppie interconfessionali
Quante sono le famiglie
interconfessionali?
Un matrimonio interconfessionaie
Ai pastori e alle pastore delle chiese valdesi e metodiste
Milano, marzo 2002
Noi coppie interconfessionali di Milano, Torino e delle
Valli, vi scriviamo in occasione della preparazione del secondo incontro mondiale
che si terrà a Roma dal 24 al
28 luglio 2003 e che vedrà la
partecipazione di coppie interconfessionali da tutto il
mondo per riflettere sul tema
«Uniti nel battesimo e nel
matrimonio: famiglie interconfessionali. Chiamati a
una vita comune nella chiesa
per la riconciliazioni delle
nostre chiese».
Vorremmo che la preparazione e la partecipazione di
coppie italiane fosse alta e
quindi vi chiediamo di collaborare a una migliore conoscenza e all’emersione della
situazione delle coppie interconfessionali, spesso confinata a fatto privato. Per questo abbiamo bisogno di raccogliere dati numerici che ci
permettano di conoscere la
consistenza e la composizione delle coppie nelle vostre
chiese. I dati che vorremmo
conoscere sono i seguenti:
1) composizione delle coppie interconfessionali: cattolici-valdesi; cattolici-metodisti; valdesi-ortodossi; ortodossi-metodisti;
Il XVII Febbraio celebrato a Parigi nei locali della sede dell'Amicizia francofona
La Francia e i valdesi delle Valli tra il 1789 e il 1848
Nous nous sommes réunis
au siège des «Amitiés francophones» pour commémorer le «17 février» mais aussi
pour nous retrouver entre
descendants et sympathisants, remerciant par notre
présence l’envoi de cent cartes de France dans les Vallées.
Notre président s’inspirant
de l’histoire des Vallées écrite par Alexis Muston et Paul
Appia nous rappela que 1789
avait précédé 1848. Il n’est
que de se référencer au texte
pour apprendre que de
sujets les Vaudois et les habitants des Vallées étaient devenus citoyens pendant la
durée du Consulat et de
l’Empire, les Églises Vaudoises étant rattachées aux Églises Réformées de France.
Napoléon Bonaparte confia à
ses ministres Cambacérès et
Portalis l’application de ces
décisions.
Pourquoi cet attachement
de Bonaparte envers ces populations? Parce qu’il avait
été intéressé par la Glorieuse
Rentrée, parce qu’il avait été
informé du sauvetage de soldats blessés rapatriés à Abriès par les habitants de Bobi cité à l’ordre de l’armée,
enfin par l’importance stratégique des Alpes Cottiennes, importance partagée
également des Anglais, des
Prussiens et des Russes, importance reconnue au cours
du second conflit mondial
où s’illustra discrètement auprès des Alliés l’un de nos
Hôtes Parisiens et Vaudois: le
Général Coïsson. Quelquesuns diront que la jeunesse
Vaudoise fut sacrifiée sur les
champs de bataille, une autre jeunesse le fut après 1848
pour guerroyer en faveur de
l’Unité Italienne. Quoiqu’il
en soit, beaucoup de soldats
Vaudois de l’Empire furent
démobilisés dans le SudOuest de la France, échappant ainsi à la «Terreur Blanche» qui devait s’abattre sur
les Vallées.
Autre surprise: Henri fV mit
fin aux guerres de religions
par l’Édit de Nantes instituant
l’esprit de Tolérance, proposant aux Huguenots expatriés
de rentrer au pays, les Vaudois étant concernés. Louis
XIV l’ayant révoqué, celui-ci
fut rétabli à la veille de la Révolution, entériné par les diverses Assemblées jusqu’à ces
dernières années, il pourrait
être à nouveau actualisé.
Combien en ont bénéficié?
Trop, souvent, l’ignorent.
Alexis Muston installé en
France, ami de Jules Michelet, esprit encyclopédique,
fréquentant le cercle des
écrivains Français du XIX siècle, nous apprend également
combien eurent à souffrir les
Vallées d’inondations, de
tremblements de terre. Celui
de 1808 fut particulièrement
destructeur, l’aide Impériale
fut d’un grand secours. A cette époque, peu de temps
s’écoulait entre décision et
réalisation. Quelle leçon tirer
aujourd’hui après le statut de
1848 accordé aux Vaudois et
aux Juifs? Faut-il dépasser
nos discussions œcuméniques? Aurons-nous l’audace
de promouvoir un œcuménisme politique à la veille des
Jeux Olympiques de 2006?
Bonaparte et Souvarof
n’admettaient pas à leur
époque que l’on s’entre-tua
pour cause de Religion, Henri IV avant eux. Ne croyezvous pas qu’il serait bon de
se dépasser à cette occasion?
Avant de nous disperser
Monsieur l’Ambassadeur Bernard Dorin nous tint des propos Européens rejoignant
ceux de Pierre Louis Malien
s’adressant aux Vaudois: «Je
ne leur demande pas de trahir
l’Italie mais de rester fidèles à
leur origine culturelle».
Paris, le 6 mars 2002
Huguette Vigne-Ribet
P.S. Le montant de notre
quête est envoyé en partage à
l’Asilo valdese per vecchi di S.
Germano Chisone et à l’Asilo
valdese per persone anziane
di Luserna San Giovanni.
Un incontro pubblico organizzato a La Spezia
Più unità per vincere la violenza
LILIANO ntATTINi
SI è svolto a La Spezia venerdì 23 marzo, promosso dal Centro evangelico e
dalla locale Chiesa battista,
un incontro sul tema «La violenza può essere sconfitta?»,
con il patrocinio dell’Amministrazione provinciale. La
città ospita, per inciso, cinque chiese protestanti (battista, metodista, avventista.
Fratelli, e pentecostali) che
non hanno ancora trovato
una capacità organizzativa
comune.
La relatrice, Doriana Giudici, presidente della Fdei,
presentata da Marisa Badiali,
è partita dal bestiale delitto
dell’economista Marco Biagi,
vittima del terrorismo delle
Brigate Rosse, per dipanare il
tema della violenza che
affonda le radici nella lotta
fra Caino e Abele, fra Enoch,
il giusto che camminò con
Dio, e Lamech che uccideva
per un niente. Giudici ha sottolineato l’iniziativa del Consiglio ecumenico delle chiese
per il decennio 2001-2010 rivolto all’impegno per sconfiggere la violenza in un contesto, ha chiosato la Giudici,
dominato dalla cultura dell’avere piuttosto che del benessere (nel suo significato
letterale) evidenziando la
tragedia dei bambini venduti
e sfruttati e il dramma delle
lo strumento per una battaglia sempre più vasta e unitaria per esaltare la pace e la
tolleranza nel nome di Dio e
di Gesù Cristo.
giovani extracomunitarie e
slave avviate al mercato della
prostituzione. Per tutto questo ha richiamato il ruolo primario delle donne sulla costruzione di una società più
giusta e gelosa dei diritti dei
singoli cittadini. Doriana
Giudici ha infine indicato
nella «Charta oecumenica»
Doriana Giudici
f Rocca di Papa
Raccontiamoci
la fede
Si svolge dall’8 al 10 aprile
a Rocca di Papa (Roma) un
convegno promosso dal Servizio rifugiati e migranti Fcei
e dall’Accademia della Chiesa evangelica luterana in Italia sul tema «Raccontiamoci
la nostra fede», tappa del
processo «Essere chiesa insieme». La sfida è di fare dialogare non solo culture, ma
spiritualità e tradizioni evangeliche diverse. Il convegno
sarà rivolto espressamente a
pastori e responsabili di comunità italiane e straniere e
avrà l’obiettivo di proseguire
il dialogo su alcuni «temi caldi», che costituiscono una sfida per le chiese evangeliche
italiane e straniere. Saranno
affrontate questioni etiche e
relative al modo di organizzare la vita delle comunità.
AGENDA
5 aprile
TORINO — A partire dalle ore 9, al nuovo Centro diagnosti
co dell’Ospedale evangelico (via Silvio Pellico 28), un incari
cato delle Poste sarà a disposizione per un annullo special^
2) nazionalità dei coniugi;
3) in quale chiesa vengono
in prevalenza educati i figli;
4) qual è il coniuge che a
vostro avviso determina la
scelta dell’educazione alla
fede dei figli?
5) qual è lo stato di applicazione del testo comune e
del testo applicativo per i
matrimoni fra cattolici e vaidesi o metodisti (numero di
matrimoni celebrati in chiesa evangelica, in chiesa cattolica, in Comune ed eventuali difficoltà riscontrate).
Per consentire un’analisi
dei dati è molto importante
che le risposte ci giungano
entro il 30 maggio 2002, anche per potere stabilire tramite voi eventuali contatti.
Un’ultima richiesta; qualora
fosse possibile e ci fossero
coppie interessate all’argomento, ci piacerebbe poter
avere eventualmente il loro
indirizzo per stabilire autonomamente dei contatti e
inviare loro il materiale preparatorio per rincontro per
avere anche le loro riflessioni. Potete spedire la vostra
comunicazione a: pastore
Antonio Adamo, Chiesa valdese, via della Signora 6,
20100 Milano. E-mail: chiesavaldese.mi@libero.it. Grazie per la collaborazione.
con il logo degli ospedali valdesi sul francobollo della regij,
Elena di Savoia. L’iniziativa fa parte di una manifestazione
benefica a favore della ricerca relativa ai tumori al seno.
CINISELLO BALSAMO —Ale ore 21, nella sala a pianterr»
--,---------— r
no del Centro «Jacopo Lombardini» (via Monte Grappa 62)
per la serie di incontri su personaggi storici, il pastore Martii!
Ibarra presenta Roger Williams. ^
5-7 aprile
REGGELLO (Fi) — A Casa Cares la Fgei organizza un campo
di formazione sul tema scienza e fede con il titolo «Viagrij
sui binari della fede». Costo euro 50. Iscrizioni via e-mail a’
casorio@tiscali.it; ericamica@hotmail.com; v.marziale@tin.it
6 a
CEFALÙ — Al Centro «La palma» (via Giudeca), per la Vl|
Settimana cefaludese per l’ecumenismo, dedicata a «cristianesimo e arte: un confronto interconfessionale», alle 17,35
mons. Crispino Valenziano tiene una conferenza sul teina
«Cristianesimo e arte. Un punto di vista cattolico».
PRATO —A Salone del Palazzo vescovile (p. Duomo), sitie.
ne una tavola rotonda sul tema «Fede, ricchezza e denaro:
l’uso dei beni nelle religioni abramitiche. Un cammino dj
conoscenza e di riflessione sul rapporto con i soldi nelle
grandi confessioni religiose», con partecipazione di mons,
Gastone Simoni, mons. Giordano Frosini, prof Piero Tani e
di Ugo Biggeri (Banca etica). Per informazioni: Maurizio Ca-.:
talano (tei. 339-5731309; e-mail; catmau@texnet.it).
MILANO — A conclusione degli incontri «Perché Dio? La ri:‘
cerca religiosa nella letteratura europea del Novecento», alle
17, nella chiesa metodista (via Porro Lambertenghi 28), si
tiene una tavola rotonda con Massimo Cacciati, Paolo De
Benedetti, Fulvio Ferrario, Stefano Levi della Torre, Salvatore
Natoli, Carlo Ossola. Coordina Amando Torno.
COMO — A partire dalle ore 9, in piazza San Fedele, si tiene
una giornata di testimonianza sul tema «Fui straniero... e mi
accoglieste» organizzata dalla Chiesa valdese, con esposizione di libri Claudiana, banchetti di raccolta firme per Amnesty International e numerose altre iniziative.
8 aprile
SALERNO — Ale 9,30, nella sala lauree dell’Università, si
tiene la presentazione del libro «Le possibilità di un risveglio
in Italia», a cura di Vittorio Fiorese. Presiede il prof Nicola
Auciello, introduce il past. Atonio Squitieri, e intervengono
don Giovanni Cereri, i past. Norberto Carlini e Teodora Tosatti, e il dott. Vittorio Fiorese.
10 aprile
VENEZIA — A partire dalle 9,30, all’auditoriuim Santa Margherita (Dorsoduro 3689), si tiene il convegno «Diritti umani,
realtà 0 utopia?» con relazioni di Pier C. Bori, Antonio Papisca, Vittorio Possenti, Enzo Pace, Mario Tronti, Giuseppe
Goisis, Franco Macchi, Luigi Tarca e altri, per l’organizzazione del Dipartimento di filosofia dell’Università, della Società
italiana studi kierkegaardiani e del Centro Palazzo Cavagnis.
11 aprile
TORINO — Ale ore 17,45, nei locali della Casa valdese (corso Vittorio Emanuele II 23), per il ciclo di incontri su «La fede
disarmi la prepotenza dei mercati», Adwoa Sey (Bureau International di Travail), Antonella Visintin e Victoria Munsey
parlano sul tema «Fede e globalizzazione».
MILANO — Alle 18, nella sala della libreria Claudiana (v.
Sforza 12/a), il centro culturale protestante organizza una
conferenza del prof Demetrio Neri sul tema «Bioetica e ricerca biomedica avanzata: alla ricerca di regole comuni».
Caprile
COMO — Ale ore 20,30, alla chiesa valdese, convegno sul tema «Fui straniero^., e mi accoglieste», a cui partecipano Anne-Marie Dupré, Monica Molteni e Salvatore Briante.
12-14 aprile
“ , .«SK.
ORVIETO — A partire dalle ore 15,30 di venerdì 12, nel Salone dei Quattrocento di Palazzo del Popolo, si tiene il convegno dell’assodazione Biblia sul tema «La preghiera e la Bibbia». Per informazioni telefonare allo 055-8825055.
13 aprile
FIRENZE — Alle ore 9, nei locali della chiesa dei Fratelli (vi3
della Vigna vecchia), è convocata l’assemblea annuale della
«Missione evangelica contro la lebbra».
AVVERTENZA: i programmi relativi a questa rubrica vanno
inoltrati 15 giorni prima del venerdì di uscita del settimanale.
CRONACHE DALLE CHIESE
VILLASECCA — La Domenica delle palme anche la nostra
chiesa ha avuto il piacere di ammettere tre nuovi membri
di chiesa: Daniele Poét, che ha ricevuto il battesimo; Luca Ferrerò e David Ghigo, che sono stati confermati.
• Purtroppo un grave lutto aveva colpito in settimana noti
solo i familiari, ma l’intero paese. A 72 anni ci ha infatti
lasciato Amedeo Massel, per molti anni titolare del locale
ufficio postale; lo ricordiamo per la disponibilità e corte
sia con cui ha svolto il suo servizio, per la sua puntuale
----— • _ _ •, .....- . di
partecipazione alle attività della chiesa e ai compiti
manutenzione dei locali, per la sua vivace partecipazione
alle assemblee di chiesa e di paese, per l’acume e il sottile
umorismo con cui sapeva analizzare le situazioni. Due
perdita alla quale vogliamo guardare, nonostante tutto,
più con la speranza che viene dall’Evangelo che col rimpianto umano di fronte al vuoto che ha lasciato.
At
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tutto,
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bollettino di collegamento della federazione giovanile evangelica italiana
Abbiamo fatto in modo che non si possa più piangere nemmeno
per ciò per cui si dovrebbe.
Angeles Mastretta
.
Intervista
sulla Palestina
a cura di Samuele Pigoni
Il Consiglio Fgei, riunito a Rorà, si è incontato con Beppe Scalis, insegnante in pensione di Pinerolo, membro dell'Associazione
<1 ragazzi dell'ulivo» e collaboratore del PilìSfolo Social Forum e del Val Pellice Social
fom.Da questo colloquio sulla situazione
Isnào-palestinese nasce quest'intervista.
a molti anni sei impegnato
nell’analisi del conflitto tra IsraeI le e Palestina e nell’elaborazione
di percorsi di pace. Com’è nato
(¡uesto impegno?
Il mio impegno viene da lontano ma
la svolta decisiva avvenne nel 1988
quando, dopo l’inizio dell’lntifada, aderii ad un progetto di adozioni a distanza
di bambine e bambini dei Territori Occupati. Incontrai a Betlemme la piccola
Donia e la sua famiglia, vidi la cultura,
l’anima, la pazienza, le sofferenze dei
palestinesi e ne fui profondamente colpito. Da allora cerco di conoscere di
più la storia vera della gente, non quella dei padroni dei giornali, cerco di capire il perché di tanti anni di conflitto.
Sono tornato lì per periodi di volontariato, nel 1997 sono rimasto a Gerusalemme per un intero anno, ho incontralo centinaia di famiglie in villaggi e
campi profughi. Ho conosciuto anche
Israeliani dei movimenti pacifisti. Continuo oggi a lavorare su progetti di cooPerazione e di scambi con scuole palestinesi.
Bertold Brecht scriueva che a fare la
9uerra sono i ricchi, a morirne i poveri,
Unita la guerra i ricchi sono ancora più
ricc/ii e I poveri ancora più poveri...
Ogni guerra, ogni storia è diversa, è
errato generalizzare. Però la mia con'^inzione è che in ogni tempo siano i
potenti a decidere le guerre. Credo che
Il potere economico (vogliamo chiarinarli “i ricchi”? oppure oggi, le multi
continuo a pog. 4 ^
c/o Redclzione Riforma
Pio V, 15 10125 Torino
tei. 011-655278
fax 011-657542
Foto S. Macchi
Su questo numero...
Argentina: un ritratto letterario di Mattia Costa Esteri e Fgei di Beatrice Passerini Agape: Campo intergenerazionale di Alessio Marzaduri Il prossimo campo studi di Mariangela Padda e Michel Charbonnier
a pag. 3 ^ Atti dal Consiglio Il Consiglio consiglia Dal laboratoio politico
a pag. 2 ^ a pag. 4 ^
In Puglia e
Lucania si discute
di Francesco Giglio
Il 19 e 20 gennaio si è svolto a Corato, un interessante convegno
della FGEI regionale di Puglia e
Lucania sul tema: “Manipolazione
dell’informazione”. Buona è stata la
presenza dei giovani.
Un gioco di presentazione ha aperto
l’incontro. In seguito si è discusso su
come vengono manipolate le informazioni. Il punto di partenza è stato: come
riconoscere un determinato quotidiano,
privo di titolo, vedendo solo delle foto e
leggendo le informazioni riportate? Ci si
è accorti che molte informazioni, attinenti allo stesso argomento erano scritte in maniera completamente diversa.
Bisogna essere sempre informati da più
fonti per avere un’idea chiara e per po
continuQ a pag. 3 ^
Incontrare te è stato per me come
incontrare Dio, perché mi hai accoito amorevolmente
Genesi 33:10
10
UN RITRATTO AMARO
cinquantanni che hanno messo in ginocchio il sesto paese più ricco del mondo
di Mattia Costa
Mi Buenos Aires querido,
cuando yo te vuelva a ver,
no habrá mas penas ni olvido.'
EL 1934 Carlos Gardel registrava
«Mi Buenos Aires querido», uno dei
più bei tanghi mai scritti. On canto
d’amore alla città che lo aveva visto
crescere, capitale di quell’Argentina
che lo aveva accolto all’età di tre anni
in compagnia della madre. Una fuga
che, come per tanti altri, era cominciata nella povertà della provincia francese e si era conclusa nel sogno di una
terra che in quegli anni prometteva benessere e ricchezza per tutti. Un’Argentina che accoglieva milioni di immigrati
e che, granaio del vecchio continente,
esportava grano e carne a un’Europa
dilaniata da continue guerre. Un’opulenza ovviamente distribuita tra pochi
grandi latifondisti ma che faceva pensare all’Argentina come al più europeo
dei paesi latino americani, una realtà
altra rispetto al restante e retrogrado
continente sudamericano.
Alla fine della seconda guerra mondiale, l’Argentina era il sesto paese più
ricco del mondo; dopo poco più di cinquant’anni si ritrova un debito estero
superiore ai 130 miliardi di dollari e un
sistema che ha portato alla miseria e
alla disoccupazione quasi metà della
popolazione. Le principali cause? Cor
ruzione, privatizzazione selvaggia a favore delle imprese straniere, evasione
fiscale, ridotta pressione fiscale sugli
alti redditi, la parità peso-dollaro. In
poche parole, le ricette del Fondo Monetario Internazionale che durante gli
anni della dittatura ha consigliato e sostenuto i generali: dal 1976 al 1983 la
gran parte del debito estero privato è
stata illegalmente trasferita a carico
dello stato e il debito estero pubblico è
aumentato di ben sei volte.
La dittatura dei generali rappresenta
un grande buco nero nella storia
dell’Argentina. Quando nel 1976 i generali guidati da Videla presero con la
forza il potere politico e militare, Osvaldo Soriano aveva poco più di trent’anni. Giornalista più che scrittore, fu come tanti altri costretto a lasciare il suo
paese trovando rifugio in Europa. Cin
viaggio a ritroso rispetto a quello di
Gardel settant’anni prima, ma che gli
evitò l’amara sorte capitata agli oltre
trentamila desaparecidos, molti dei
quali ora giacciono sul fondo del Rio de
la Piata, scaricati vivi dagli aerei
dell’aviazione militare argentina. Ispirandosi a proprio a Gardel, nel 1978
Soriano pubblicava Ho habrá mas pena
ni olvido (in Italia Mai più né pene né
oblio pubblicato da Einaudi), un ritratto
amaro dell’Argentina dei mesi appena
precedenti l’ascesa del potere militare.
Come Gardel, Soriano amava il suo
paese, ed era questo un inno alla spe
L'INSOSTENIBILE
LEGGEREZZA DELLO SVILUPPO
Agape, Campo intergenerazionale
di Alessio Marzaduri
GKJNTI al termine di un anno così
ricco di cambiamenti, dalle luci di
Porto Alegre alle ombre di Genova, e in
conclusione di un percorso iniziato nel
1999 con il tema della Democrazia, e
proseguito poi nel 2000 con quello
dell’Economia, il campo intergenerazionale dell’ultimo inverno pralino non
poteva non accostarsi all’analisi del
concetto di Sviluppo. Impresa non scevra delle difficoltà correlate alle ristrette
possibilità temporali e alla spinosità intrinseca alla tematica, circoscrivibile a
differenti contesti esegetici, da quello
antropologico a quello culturale,
dall’economico al sociale. Vizi di forma
che ad Agape, tuttavia, sono diventati
come sempre un forte sprone per il
gruppo di campisti, eterogeneo nell’età
e nelle idee, come a volte negli ideali.
Il dibattito ha preso l’avvio dall’illuminante relazione di Sara Fornabaio
sulla nozione di Sviluppo e la critica ai
suoi modelli attuali, ed è proseguito in
maniera ampia e ramificata, spesso
provocatoria, con proiezione di film,
giochi di simulazione, ulteriori dettagliati interventi: sono venuti a galla
grandi interrogativi del rimosso collettivo, da quali saranno le sorti dell’ambiente e quali quelle dei paesi più poveri a che ruolo ciascuno di noi potrà
interpretare (ammesso che non lo stia
già facendo) nel futuro dell’economia
globale, delle proteste universali a un
sistema che può implodere, dello sfrut
tamento di un sistema ormai in crisi.
Sono emerse impressioni ed angosce,
paura di una catastrofe imminente, ma
contemporaneamente il desiderio di
prendere posizione sulla scena in cambiamento, per impedire l’inevitabile,
per dire (e dare) la propria, anche solo
per non trovarsi mai più sprovveduti
circa le tematiche suddette; è emersa
l’intenzione di molti di impegnarsi costantemente, a partire dalle piccole cose, dalla scelta di acquisti a carattere
equo solidale all’operare la raccolta
differenziata dei rifiuti. In quest’ottica la
Staff ha lavorato egregiamente nel presentare e coordinare il materiale e le
proposte senza alcuna imposizione,
privilegiando il confronto diretto tra i
campisti, favorendo lo scambio di vedute e aspettative orientate nel difficile
argomento. Dall’analisi all’autoanalisi,
per poi di nuovo in gruppo dare un
Senso nuovo alle molteplici sfumature
del termine Sviluppo. Fondando l’operato non solo sul pensare in funzione
delle risposte, ma anche per continuare a porsi nuove domande, e così nuovi traguardi. Un risultato per tutti è stata la creazione di una agenda collettiva
in cui annotare gli avvenimenti utili per
continuare il dibattito durante il resto
dell’anno; lontano da Agape, cioè dove
più conta l’attesa di un risultato che
anche un semplice spunto, alle volte,
può contribuire a raggiungere.
Mi sembra di sentire qualcuno intervenire: «Tutto qui?»
Tutto qui. In costante evoluzione.
ranza di un ritorno in patria lontano
dalla dittatura e dai suoi orrori.
Soriano era in Europa quando nel
1978, in piena dittatura, l’Argentina di
Kempes e Passarella vinceva a Buenos Aires contro l’Olanda il suo primo
mondiale. Era un grande appassionato
di calcio (si leggano sull’argomento le
sue bellissime raccolte Ribelli, sognatori e fuggitivi. Manifesto Libri o Artisti,
pazzi e criminali e Pensare con i piedi,
entrambi pubblicati da Einaudi) ma
non riuscì mai a gioire per quell’amara
vittoria venuta sotto l’egida della dittatura. Nelle cantine e nei sotterranei
migliaia di oppositori al regime venivano seviziati e torturati (bellissimi
sull’argomento i due film di Marco Bechis. Garage Olimpo e Hijos); per le
strade, come se nulla fosse e come se
la cosa non fosse risaputa, gli argentini festeggiavano il successo della loro
nazionale.
Sull’onda delle proteste di fine anno
però, qualcosa di nuovo sta forse na,
scendo in Argentina. Ad appoggiare
a promuovere il cazerolazo e i pique^.
ros, moltissime associazioni non gover.
native e a tutela dei diritti umani. La
gente ha incominciato a parlare e a i
contrarsi nelle assemblee di strada e
quartiere, e presa coscienza della prò.
pria forza, intende organizzarsi fuori dai
partiti tradizionali. Nessun militare
turno, prima volta nella storia argentini
del XX secolo, ha minato la democrazi
del paese e una nuova generazione
costituita dai figli ventenni e trentenni
dei desaparecidos della dittatura, sta
ora emergendo.
’ «Mia amata Buenos Aires, quando tiiivedrò, non ci saranno più pene né
oblio».
La
diMo
La t
dell
glio à
Studi
autori
cendo
prendi
La WSCF
(World Student Christian
Federation) è
una federazione
mondiale di
movimenti cristiani - meglio
nota da noi come MCS, Movi
ESTERI
Dietro le sigi
E EGEI
e tante idee
di Beatrice Passerini
mento Cristiano Studenti -, suddivisa in
comitati continentali. In Europa, le aree
di lavoro sono «Teologia», «Solidarietà»,
«Genere e educazione», organizzate tramite Gruppi di Lavoro che elaborano
progetti e preparano conferenze giovanili. Tutti questi Gruppi accolgono al loro interno fgeini/e che lavorano con
passione, e lo stesso Comitato Europeo
vede la presenza e l’impegno di Peter
Ciaccio e di Daniela Rapisarda (che vi
lavora a tempo pieno in qualità di segretaria). Tra i prossimi appuntamenti,
segnaliamo la Conferenza sul Genere
«Uomini e donne creati/e a immagine
di Dio, ma...» che si terrà ad Amsterdam il 6-13 Aprile.
L’EYCE (Ecumenical Youth CounciI
in Europe) - altrimenti detto CEGE,
Consiglio Ecumenico Giovanile Europeo - è un altro movimento interdenominazionale che organizza seminari e
progetti per giovani di tutta Europa. Al
cune delle attività proposte
sono «Trainings», prO'
grammi di formazione, come
ad esempio :
TETE, pe'
educatori ecu-j
menici; alÙ®J
sono invece «Conferences», seminari al
tema. Prossimo appuntamento il Settig
nario sulla Globalizzazione che Agap
ospiterà il 22-29 Aprile.
L’EMYC (European Methodist Yout^
CounciI) è un’organizzazione denomina
zionale, metodista, che si propone an
ch’essa di creare momenti di confronti^
dialogo e preghiera tra giovani euroj
pei/e, ma anche campi di formazioti
per chi lavora nell’animazione giovanili
o per la scuola domenicale. Prossima]
mente: 24 Giugno - 5 Luglio, in Germi
nia, CINA-project (Christians-lN-Aci
tion-Pj), campo di lavoro che affiancò
escursioni e studi biblici alla ricostruzi*
ne di un vecchio centro giovanile.
Per qualunque altra informazione, eh
è interessato/a contatti al più presto
referenti: WSCF Manuela Lops (mam
la@supereva.it), EYCE Michel Charbon
nier (mickey.styley@vizzavi.it),
Beatrice Passerini (beatpa@tin.it).
11
do
e anno,
Tse na.
igiare f
'^iquelt.
I gover.
ani. La
e a inida e
Ila pro.
uori dai
ilare
gemina:
locrazia
azione,
entenni
ira,
^do ti ripene ni
Ho», né
P
*
IL PROSSIMO CAMPO STUDI
La gestione dei conflitti
(i; Mariangela Padda
I rnozione n. 17 del 14 ° Congresso
Mella FGEI dava mandato al consiglio di organizzare il prossimo Campo
5tudi della FGEI sui binomi
autorità/potere e genere/identità, fa(.gndo attenzione a come questi binomi
prendevano corpo nelle relazioni ed in
particolare nelle relazioni all’interno
della Federazione. Seguivano una serie
di. indicazioni in merito rispetto ai percorsi fatti o da fare all’interno della
fGEl su queste tematiche, ai discorsi
yjciti dal laboratorio che partoriva la
mozione stessa e a un’attenzione alle
realtà come Refo, Agape, Srm e Fdei
che hanno lavorato e lavorano su questi temi.
Le persone scelte dal consiglio per
far diventare una tematica vasta, articolata e complessa, insomma un mare
magnum, un percorso fruibile in quattro giorni, sono: Sabina Barai, Èva Valve, Michel Charbonnier, Davide Rostan,
Paolo Montesanto e Mariangela Fadda.
Abbiamo già speso 4 giorni (due incontri) attorno a quello che a noi sem
bra il cuore del tema: modificare la gestione del potere a partire da una diversa modalità di relazione, di costruzione
della propria identità e di concezione
del mondo e del creato. Tutto questo
consci che la nostra parzialità di umane
creature e i nostri limiti personali daranno un impronta al programma piuttosto che un'altra, e contenti che il nostro obbiettivo non sia lo «sfornare» un
nuovo pensiero unico, ma il trovare
modalità sempre più aperte per condividere tutti i pensieri.
E mentre elaboravamo concretamente animazioni e relazioni esterne,
feste e giochi abbiamo pensato anche
di anticipare il campo al 4-8 settembre. Nel prossimo numero del Notiziario ci saranno maggiori dettagli e le indicazioni per iscriversi.
Vi aspettiamo!
Ú
si
Il JÀ
Autorità, genere violenza, relazioni...
di Michel Charbonnier
OTORITÀ, genere, violenza, potere,
.relazioni... La grande domanda è
«di cosa si parlerà in questo campo?»
Sicuramente c’è molta carne al fuoco
in un tema come questo, perchè la riflessione può andare dalla relazione col
nostro ombelico, fino a quella col pianeta Terra: le relazioni con noi stessi,
fra di noi e col mondo in cui viviamo
sono forse l’unica cosa a cui non possiamo sottrarci, qualunque sia il nostro
carattere o il nostro credo religioso o
politico.
Mi piace pensare a questo Campo
Studi come a un campo su Dio e
sull’Gmanità: su un Dio che ci pone in
questo mondo, ci pone in relazione, a
tutti i livelli, e su un’umanità chiamata
a vivere queste relazioni, possibilmente
in modo attento e consapevole, alla luce dell’Evangelo.
Ma che cosa se ne fa la Egei di questa riflessione? Non rischia di essere
uno sterile prurito intellettualoide?
Mi ritorna alla mente il tormentone
fgeino degli ultimi tempi: «La Fgei è
debole, ma non in crisi...». 11 grosso rischio che si cela dietro queste parole
è quello di riconoscere sì la debolezza
in primo luogo numerica della Federazione, ma subito dopo di negare la crisi, distogliendo lo sguardo dalle responsabilità che noi per primi potremmo avere in questa situazione. Se siamo così pochi, è solo perchè così va il
mondo? O perchè gli altri non ci capiscono? O perchè facciamo troppa politica o troppa spiritualità, o troppo
poche?
Forse è tempo di iniziare a prendere
un po’ più sul serio le osservazioni che
ci vengono dall’esterno, quelle che parlano di elitarismo, del gruppo di amici e
amiche dove è troppo difficile inserirsi.
Tempo di smettere di guardarsi il famoso ombelico, chiudendosi nella propria spiritualità decontestualizzata o nel
proprio attivismo politico, e riflettere
sulle relazioni che Dio ci chiama ad
avere con Lui, con gli altri e con il
mondo. E allora forse spiritualità, politica e cura delle proprie relazioni saranno tutti elementi imprescindibili del nostro essere credenti.
(D CL m o
Studi
F G E
'‘...ti prego di non parlare mentre ti sto interromp
0\>M'ero la cura delle relazioni come pozione magica per capire il
mondo e rendere la vitapiù^ustosa...
t^Ecumene, 4-8 settembre 2002
^scrizioni entro il 15 luglio 2002 presso:
e
m.
Barbara Grill (Nord e Centro):
Via Umberto 1, 1 1
10065 San Germano Chlsone (TO)
iteL 0121 582823
celi. 347 5220082
email: barbaragri 1 @tiscali.it
Eléna Caruso (Sud e Lazio):
Via Francesco Oe Sanctis, 350
96018 Pachino (SR)
tei. 0931 591905
celi. 338 7563417
email: elenacaruso(@tin.it
In Puglia e Lucania si discute
ne,
resto
manii'
larboo
emvì^
ter giudicare in maniera obbiettiva. Hanno partecipato anche i ragazzi dell’associazione PACHAMAMA, che si occupa
del mercato “Equo e solidale”, che hanno presentato un video riguardante la
condizione dell’Iraq. Il mercato “Equo e
solidale” si batte contro lo sfruttamento
dei paesi poveri, acquistando i prodotti
direttamente, senza le mediazioni delle
grandi industrie. Questo produce due risultati: il primo è che il lavoratore del
paese esportatore potrà guadagnare un
giusto salario; il secondo è che il prodotto verrà venduto ad un prezzo sicuramente più accessibile, dato che non
verrà pubblicizzato dalle multinazionali.
Elena Caruso, in seguito, ha illustrato il
lavoro della FGEI a livello nazionale. Nel
pomeriggio c’è stato il momento
dell’elezione della giunta di zona, dopo
ben sei anni di difficoltà nel coordinare il
lavoro giovanile in Puglia e Lucania. Sono stati eletti: Manuela Lops (segretaria), Marco Coretti e Francesco Giglio
(cassiere). 11 convegno è terminato con
il culto della Pastora Susy De Angelis,
con il coro del gruppo di Matera che ha
cantato diversi inni.
Scopo del convegno era incontrarsi
con altri giovani perché vivere momenti di confronto e di gioia, rappresenta un aspetto rilevante di condivisione della propria fede ed è la base
per ricostruire una forza della FGEI a
livello locale.
di Francesco Giglio
12
Dalla prima
Intervista sulla Palestina
nazionali del cibo, dell’energia, delle
comunicazioni, dei trasporti, delle armi?) è quasi sempre all’origine della
decisione di usare violenza e armi, per
cambiare assetti politici o per imporre
condizioni di servitù. Gli eserciti e le armi costano, occorrono grandi mezzi per
fare la guerra, i poteri economici costruiscono armi, le comprano, le vendono, le rinnovano. Vorrei ricordare
che Israele riceve dagli USA aiuti militari per importi attorno ai due miliardi
di dollari ogni anno. L’Egitto intorno a
un miliardo di dollari l’anno, la Giordania 300 milioni di dollari. Oggi i potenti
hanno grandi interessi a continuare il
conflitto, come ad esempio controllare
le fonti di energia, i mercati dei grandi
paesi asiatici, e limitare l’influenza europea e russa.
Certo, occorre poi dare delle ragioni
ai combattenti, che dalla guerra non
guadagnano ma perdono. Tra gli elementi importanti che alimentano il conflitto ci sono la religione, l’etnia. E credo che di questa morsa siano vittime
sia i palestinesi sia gran parte degli
ebrei israeliani.
Quale futuro di pace per i due paesi,
per i due popoli?
11 mio cuore è pieno di dolore e di
rabbia proprio perché vedo da tempo
tante persone, bambini, donne, uomini,
giovani e vecchi, sacrificate senza speranza dai giochi di potere economico e
strategico. Parlo sia dei palestinesi sia
degli ebrei, e parlo di una terra simbolo
di religioni, dei più alti valori.
In Palestina hanno vissuto per secoli
insieme islamici, ebrei e cristiani. Spesso erano in conflitto le gerarchie, francescani contro ortodossi, vescovi tra
loro o contro gli sceicchi. Ma tra la
gente semplice ho trovato, invece,
grande tolleranza.
La violenza lascia profonde ferite, e
credo che molto tempo occorrerà per
guarire. Ma si può cominciare anche
domani, credo che ci siano le forze
pronte. Vanno seguite le direttive ONG,
non c’è nulla di nuovo da inventare.
Prima di tutto deve finire l’occupazione
israeliana. Però deve cessare anche il
finanziamento delle armi, la propaganda dei grandi media, l’ignavia dei governi.
Ci sono segni positivi, da tutte e due
le parti ci sono movimenti nonviolenti
sempre più ampi. Abbiamo visto oggi
numerosi obbiettori di coscienza israeliani rifiutare i palési crimini comandati
dall’esercito di occupazione. Sarà forse
questa la novità imprevedibile che
aprirà la strada. Tutti noi dobbiamo sostenerli, alzare la voce, boicottare,
informarci, informare, spingere i nostri
governi, scrivere alle ambasciate, scendere in piazza. Dobbiamo moltiplicare
la nostra forza contro la violenza.
a cura di Samuele Pigoni
IL CONSIGLIO CONSIGLIA
Alcuni libri e siti suggeriti dal Consiglio nazionale Fgei
sul Medio Oriente e sulla questione israelo-palestinese
LIBRI
«Storia della Palestina», di Giancarlo Lannutti - Datanews - Roma 2001.
«Emergenza Palestina, diario della seconda Intlfada», di M. Grazia - Prospettiva Ed. - Milano 2001.
«Vittime. Storia del conflitto arabo-sionista 1881 -2001» di Benny Morris Rizzoli 2001.
«Quale processo di pace?» di Giancarlo Paciello - Editrice CRT - Pistoia
1999.
SITI INTERNET
Alcuni siti, di informazione (e controinformazione) sulle condizioni di vita
in Palestina, sulle iniziative di organizzazioni che lavorano per la pace, per i
diritti umani e il rispetto delle normative internazionali.
www.assopace.orQ
www.campaQnaQerusalemme.it
web.tiscalinet.it/intifada2000
www.cnnitalia.it/2000/DOSSlER/medioriente
Siti in lingua francese:
www.monde-diplomatiQue.fr/cahier/proche-orient
www.solidarite-palestine.orQ
Siti in lingua inglese:
www.birzeit.edu
www.law.org
www.btselem.orQ
www.Qush-shalom.orQ
www.batshalom.org
www.politicalresources.net/meast.htm
www.un.org/Depts/dpa/qpal/index.html
www.pna.net
www.knesset.gov.it/knesset/engframe.htm
www.alternativenews.org
r
Atti
dal Consiglio
Atti
= 30.
riunione 24- 25 novembre 2001 (Roma)
31.
^32.
0^33.
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«^35.
Atti
«3=36.
«^37.
Il Consiglio incarica Barbara Grill, Mariangela Padda e Samuele Pigoni dj
elaborare un documento che ripercorra Io sviluppo dei rapporti tra il %
vimento di Porto Aiegre e la Federazione giovanile dal XIV Congresso ad
oggi, da inviare come importante spunto di riflessione ai gruppi Fgei
alle chiese Bmv entro il gennaio 2002.
Il Consiglio nomina Paolo Montesanto nuovo componente della staff del
Campo Studi 2002 della Fgei.
Il Consiglio dà mandato ai rappresentanti fgei nelle organizzazioni estere
di cui questa è parte (Mcs, Cege, Ebf, Emyc) di avviare uno studio di
elaborazione di un «Vademecum» sugli esteri come strumento di informazione e formazione per la Federazione tutta. Incarica, altresi, la responsabile per gli esteri nel Consiglio, Beatrice Passerini, di coordinare!
lavoro suddetto.
Il Consiglio approva il bilancio preventivo per l’anno 2002.
Il Consiglio nomina Samuele Pigoni nuovo rappresentante del Consiglio
nella redazione di Gioventù Evangelica.
Il Consiglio ringrazia Luisa Nitti per l’impegno profuso quale rappresentante del Consiglio Fgei nell’ambito della redazione di Gioventù Evangelica.
riunione 26-27 gennaio 2002 (Rorà)
Il Consiglio nomina Nicola Rochat quale rappresentante Fgei nel Comitato generale della Fcei.
Il Consiglio ringrazia Barbara Grill per il lavoro svolto nel Comitato generale della Fcei.
DAL lABORATORIO POLITICO
Progetto Sem Terra
ì OTTO e il nove dicembre a Rora’ il
Laboratorio Politico ha ripreso il
suo percorso di riflessione e formazione; in questa splendida cornice è nata
J’idea di occuparci della preparazione
del PROGETTO SEM TERRA.
Come ci è venuta quest’idea???!!!
Forse l’aria cristallina d’alta montagna
o il buon cibo??!!!
Il Brasile è conosciuto come il paese
delle belle spiagge, delle splendide
donne e del calcio. Purtroppo questa
immagine non io rappresenta. Il Brasile
è un simbolo dell’azione frenetica del
neoliberismo ed è campione nelle disuguaglianze sociali.
«Alla fine degli anni ’70 è nato il Movimento dei lavoratori senza terra.
L’MST è stato creato grazie alle lotte
dei lavoratori per il diritto alla terra che
hanno iniziato ad occupare latifondi improduttivi. L’MTS produce alimenti non
soltanto per i contadini ma anche per i
lavoratori delle città: è stimato che ci
sono 50 milioni tra uomini e donne che
vivono con meno di 40 dollari al mese.
La lotta dei Sem Terra non si esaurisce
nella ridistribuzione della terra ma si
occupa anche di accesso all’educazione attraverso un impegno che non si
ferma alle scuole primarie ma che prevede corsi di secondo grado in cui vengono formati tecnici di cooperative, insegnanti, medici.
Quello che i lavoratori senza terra vogliono costruire è una società nuova,
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basata su valori diversi, in cui l’em
umano e la natura sono al centro dei
azioni. (L. M dos Santos, MST).
Di fronte ad un governo che attacei
e distrugge garanzie costituzionali e i
gali che assicurano ai senza terra ili
ritto alla vita, alla libertà, al lavorai
all’educazione non possiamo restareii
differenti perché la fame, la miseria!
dolore e la disperazione non sono
destino ma un delitto.
Tale Movimento ci è sembrato moli
interessante da approfondire e studia»
in quanto offre molti spunti di criticai
riflessione non soltanto nei confronti dii!
neoliberismo con tutto ciò che coinvé
ge, ma anche e soprattutto nei confro#
dei nostri stili di vita, delle nostre modi'
lità di gestione di gruppi e assembtó
del nostro rapporto con l’istituzione.
Tale studio ci offre anche la possibl
lità di operare un’articolazione tra
cristiana» e «diritti sociali».
Il progetto dovrebbe svilupparsi iri'
zialmente con la ricerca di notici
informazioni e controinformazioni
vorrebbe continuare attraverso il
tatto con persone direttamente imp*i
gnate in questa lotta e la formazio»
all’interno dei nostri gruppi e àé
chiese.
Ogni gruppo riceverà al più pr®®*
una lettera informativa ed esplicativa'
tutto il progetto: quello che vogli®"'
chiedervi è un esplicito coinvolgim®'^
nel progetto stesso......
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Auguri
dalla redazione
a Pietro e Loredana
per la nascita di Simone
Per la corrispondenza: redaz_roma@hotmail.com, oppure: romeo@riforma.it
REDAZIONE: a Torino C/o Riforma, via S.Pio V 15, 10125 Torino (tei. 011/65520787; fax 011/657542);
a Torino Michela Bellino, Paolo Montesanto, Pietro Romeo,
a Roma Alessia Passarelli, Giada La Fata, llaria Valenzi, Peter Cioccio
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^ERPÌ5 APRILE 2002
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GIUSTIZIA E LOTTA
ALLA POVERTÀ
JEAN-IACQUES PEYRONEL
Il risultato del vertice
Onu del Messico è
stato deludente per
lo scarso impegno
dei paesi ricchi
¡1 finanziamento allo sviluppo
deve imperativamente partire
da un approccio centrato sulle
persone: questa era la posizione
del Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec) alla vigilia della
Conferenza mondiale dell’Onu
che si è tenuta a Monterrey
(Messico) dal 18 al 22 marzo. Ma
le cose sono andate diversamen^ nonostante gli impegni solenji presi nella «Dichiarazione del
jBillennio» del settembre 2000,
di ridurre la povertà nel mondo
del 50% entro il 2015. Il «documento di convergenza» approrato è stato fortemente criticato
dall’equipe ecumenica di 30
esperti di vari
paesi, nominata
dal Cec e dalla
Federazione luterana mondiale,
che ha partecipato attivamente
alle riunioni preparatorie.
La critica sostanziale mossa
aquesto documento è di essere dominato da
iuta visione neoliberista dello
sviluppo economico e sociale, visone incarnata da tre grandi organismi: l’Organizzazione mondiale del commercio, la Banca
mondiale e il Fondo monetario
internazionale. Ora, afferma il
Cec in una dichiarazione pubblicata all’apertura della Conferenza,«nulla [in questo modello
inoliberista] permette di sperare
de si potrà eliminare o soltanto
ridurre la povertà» in quanto
[tale modello] «continua piuttosto ad esacerbarla». «Il Cec prosegue la dichiarazione - rigetta categoricamente questi
modelli perché sono contrari alla nozione di giustizia economica voluta dai cristiani».
«Non dobbiamo dimenticare aveva scritto l’équipe ecumenica
nel suo rapporto - che viviamo
in un mondo in cui il 20% della
popolazione più ricca consuma
più dell’83% del prodotto globale», cosa riconosciuta da James
Wolfensohn, presidente della
Banca mondiale, nel suo discorso alla Conferenza. Nel rapporto
introduttivo alla Conferenza, il
«Gruppo di alto livello» ha affermato: «Oltre un quinto della popolazione mondiale vive tuttora
li assoluta povertà, e circa la
metà non ha 2 dollari al giorno
per vivere» e ha aggiunto: «Nel
villaggio globale, la miseria
dell’uno diventa molto presto il
problema dell’altro: mancanza
di sbocchi per i prodotti, immigrazione illegale, inquinamento,
malattie contagiose, insicurezza,
fanatismo, terrorismo». Il presidente Bush che, alla vigilia della
Conferenza, ha deciso di aumentare di 5 miliardi di dollari in tre
anni il contributo Usa allo sviluppo, ha dovuto ammettere che
ci può essere un nesso tra povertà e terrorismo: «Quando i
governanti non riescono a soddisfare i bisogni più elementari dei
propri popoli, i loro stati in rovina possono diventare covi di terroristi». Ma ha respinto la proposta deU’Onu di stabilire una
percentuale fìssa
del Prodotto interno lordo (Pii)
per gli aiuti.
Già nel 1969,
una commissione
speciale dell’Onu
aveva chiesto ai
paesi industrializzati di dedicare lo
0,7% del loro Pii
agli aiuti. Oltre 30
anni dopo ne siamo ben lontano.
A Barcellona, l’Unione europea
ha deciso di aumentare il proprio contributo dallo 0,33% allo
0,39%. Per ora l’Italia è ferma allo 0,13%, comunque superiore
allo scandaloso 0,10% degli Usa.
Ai 180 stati presenti a Monterrey, U Cec ha chiesto di dare la
precedenza a tre questioni: l’eliminazione delle disuguaglianze
strutturali nel sistema commerciale internazionale, l’annullamento immediato del debito dei
paesi più poveri, il rafforzamento del ruolo dell’Onu nel campo
delle politiche economiche, finanziarie, commerciali e sociali.
SuH’annullamento del debito,
l’Italia, con la legge del 2000 riguardante Giordania, Marocco,
Egitto e Perù, è il paese più avanzato del G8, ma il disegno di legge per modificare la legge 185/90
sulla vendita delle armi rischia
di vanificare questo primato.
L’équipe ecumenica ha insistito sul fatto che il finanziamento
allo sviluppo è una questione di
giustizia. Questo appello è stato
condiviso da molti rappresentanti dei paesi poveri ma ancora
una volta è prevalsa la logica
egoistica dei paesi ricchi, con la
scusa, sostenuta dal presidente
Usa, che troppi aiuti rischiano
solo di alimentare la corruzione
esistente in tanti paesi del Sud, il
che è vero ma non è purtroppo
un’esclusiva dei paesi poveri.
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REDAZIONE CENTRALE TORINO:
Via S. Pio V, 15 -10125 Torino, tei. 011/655278 - fax
011/657542 e-mail; redazione.torino® ri1orma.it;
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ERETTORE: Eugenio Bernardirii. VICEDIRETTORE PER IL CENTRO-SUD: Anna
IN REDAZIONE: Alberto Corsani, Marta D'Auria, Massimo Gnone, Jean-Jac™ Peyronel, Davide Rosso, Piervaldo Rostan, Federica Tourn.
‘■'-ABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di ,.,1^^..,. ,....
Pdrtario, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio Gardiol, Maurizio Gi2]''. Pasquale lacobino. Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nini, Nicola Pan^‘‘''‘'^'"'ele Paschetto, Giuseppe Platone, Giovanna Pons, Gian Paolo Ricco,
': Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di Croce, Paolo Fab0, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio Gardiol, Maurizio Gilacobino. Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa Nini, Nicola Pan
jc.. -.....Muoie Paschetto, Giuseppe Platone, Giovanna Pons, G' °
Rocco. Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Raffaele Volpe.
1^‘JtORA RESPONSABILE Al SENSI DI LEGGE. Piera Egidi.
S'ONE EDITORIALE: Stello Armand-Hugon; GRAFICA: Pietro Romeo
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La testata Riforma è registrata dal Tribunale di Pinerolo con il numero 176/51.
Riforma-L'Eco delle valli valdesi è il nuovo titolo della testata
L'Eco delle valili valdesi registrata dal Tribunale di Pinerolo con ii
n. 175/51 (modifiche registrate il 6 dicembre1999).
Il numero 13 del 29 marzo 2002 è stato spedito dall'Ufficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì 27 marzo 2002.
Lo scan(jalo per gli abusi sessuali óà parte ó\ preti pe(Jofili
Sessualità, da gioia a incubo
Il papa, dalli marzo, sembra finalmente aver preso atto che non si
può più tollerare con il silenzio una situazione di crescente gravità
GIUSEPPE PUTONE
Difficile continuare a
rimanere in silenzio ora
che lo scandalo dilaga dall’Europa agli Stati Uniti. E
qui, rilanciato dalle colonne
del New York Times edal diffuso settimanale Newsweek,
ha assunto dimensioni impressionanti, soprattutto là
dove è stata data la parola ai
testimoni di abusi sessuali da
parte di preti pedofili. La ricerca dei colpevoli continua
a cascata, e non è escluso che
la Chiesa cattolica statunitense (24',5% dell’intera popolaziorie) esca da questa
tragica vicenda con le casse
prosciugate. L’arcidiocesi di
Boston ha già messo in vendita importanti unità immobiliari per far fronte ai risarcimenti alle vittime; la cifra richiesta supera ormai abbondantemente il miliardo di
dollari. L’ultimo caso di pedofilia è stato scoperto la
scorsa settimana in Svizzeradove un prete di 63 anni, del
cantone di San Gallo, avrebbe abusato di minori per un
lungo periodo di tempo.
Era quindi tempo che il papa rompesse il silenzio il 21
marzo scorso. Da un lato egli
ha solidarizzato con le vittime
e dall’altra ha denunciato il
comportamenti deviente di
quei preti che sono scivolati
nel misterium iniquitatis diventando così dei «traditori»
del ministero sacerdotale. La
parola fatidica non è stata
pronunciata ma il tema era
palese; evidentemente la patologia di una piccola minoranza del clero romano (percentualmente non superiore
ad altre categorie quali, per
esempio, gli insegnanti o i padri di famiglia) si riverbera
negativamente su tutto il resto della compagine ecclesiale
che esercita con onestà e dedizione il proprio ministero.
Anche se il papa, secondo uno
stile collaudato nei secoli, non
ha fatta esplicita menzione
della pedofilia come realtà
che serpeggia in un clero tutto
maschile, a parlare chiaro ci
ha pensato il prefetto del dicastero del clero romano, cardinal Hoyos, che ha detto;
«Nell’ambiente di pansessualismo e libertinaggio sessuale
creatosi nel mondo alcuni
preti, anch’essi uomini di
questa cultura, hanno commesso il gravissimo delitto
dell’abuso sessuale: sto parlando della pedofilia».
Il sospetto dunque su chi
ha un approccio particolare e
privilegiato con i piccoli ormai è ampiamente giustificato e, specie negli Stai Uniti, il
crollo di immagine è enorme.
A risollevarla aiuterà non poco la dichiarazione del papa
che rompe finalmente quel
silenzio complice che ritiene
che i problemi si risolvono
semplicemente spostando gli
uomini come pedine su una
scacchiera o lasciando che il
tempo lenisca le ferite: alcune rimarginano, altre sono
destinate non solo a durare
nel tempo ma a incancrenirsi. Le testimonianze raccolte
negli Stati Uniti vanno appunto in quest’ultima direzione; la denuncia quindi del
papa in «verità e giustizia»
tende a fare chiarezza su un
tema delittuosodi cui ancora,
per esempio qui in Italia, non
si hanno cifre certe.
Dall’altra, con altrettanta
decisione, occorrerà lasciare
più spazio alla riflessione sul
celibato, sul sacerdozio delle
donne e in genere sull’etica
sessuale. Solo un dibattito
aperto e non timoroso di affrontare le questioni scottanti
(nell’uno e nell’altro campo)
evita nuovi capri espiatori e
pericolosi giochi al massacro
che si alimentano di dannose
semplificazioni. Secondo gli
accordi intercorsi tra le chiese cristiane, almeno in Europa, e raccolti nella Carta ecumenica, occorre superare
l’autosufficienza confessionale e collaborare tra le chiese nel campo dell’educazione
cristiana, nella formazione
teologica ed etica. Nessuna
chiesa ha formule pienamente risolutive per affrontare il
tema della sessualità che poi,
a ben guardare, è anche educazione alla differenza.
Mettendo insieme le esperienze sul campo, le indicazioni che ci vengono dalle testimonianze bibliche, le esigenze pastorali calate nel nostro contesto, si può e si deve
collaborare insieme a costruire una coscienza etica.
Che sia certo capace di denunciare violenze e devianze,
ma soprattutto un ethos che
accolga, che allarghi la comunione e le responsabilità sul
fronte dei comportamentiin
materia sessuale. Rompere il
silenzio non basta anche se è
il primo passo necessario; occorre analizzare ciò che impedisce realmente una testimonianza credibile. In altri
termini, come nel campo della salute, non bisogna arrivare troppo tardi, quando la
frittata è fatta con tutte le sue
tragiche conseguenze; anche
qui c’è da fare un lavoro preventivo e mi sembra che la
saggezza biblica, al di là di interpretazioni puramente letterali (per cui si potrebbe
praticare la poligamia o lapidare le adultere), ci aiuta trovare un sano equilibrio tra i
sessi non costringendo la sessualità in schemi puramente
materiali o funzionali al sistema produttivo o ideologico,
ma accogliendola e vivendolacome il dono più bello che
Dio abbia dato all’umanità. Il
più importante è certamente
la fede, ma la sessualità ti dà
la gioia della vita.
Questa domenica vorrei
leggervi una lettera inviataci da un’ascoltatrice che vive ormai da molti anni nel
nostro paese, ma che è nata
in Danimarca. Lassù, da
bambina, è stata battezzata
in una chiesa luterana, ma al
suo arrivo in Italia ha per
lungo tempo perso contatto
con le chiese protestanti.
«Senza alcuna guida e non
avendo mai sentito parlare di
Dio in casa - ci scrive - ho
sempre frequentato la Chiesa
cattolica (...) nell’ambito della quale mi sono sposata e ho
cresciuto mia figlia (...). Il fatto è che io sento di non appartenere ad alcuna parte.
Nella Chiesa cattolica, seppure a me familiare, mi sento
sempre fermamente protestante, ma anche nella chiesa
protestante della mia città mi
sento un corpo estraneo. Conosco poco della mia religione. A volte, mi dispiace, questa situazione strana, altre
»
~ .................
L'identità di fede
LUCA BARATTO
volte, più che una mancanza
mi sembra di avere qualcosa
in più rispetto ad altri».
Mettersi alla ricerca della
propria identità non è facile.
E un percorso con cui tutti
prima o poi si devono confrontare, perché non c’è maturità che si raggiunga senza
interrogarsi su di sé e su ciò
che nella propria vita determina scelte e speranze. Questa ascoltatrice che, con franchezza, ci parla di questa fatica, merita tutto il nostro sostegno e la nostra simpatia. E
personalmente vorrei inco
LA STAMPA
Leggi e religioni
Nei giorni in cui si decideva il destino di Safiya, scampata alla lapidazione in Nigeria, dove ora altre donne
sono a rischio per la commistione della legge «divina»
con l’amministrazione della
giustizia, una lettera a Oreste Del Buono (23 marzo), a
firma di Piero Bini e Giovanni Moro afferma che «...le
religioni nate dalla Bibbia
non hanno saputo diventare
delle ineccepibili guide spirituali, proprio per non aver
saputo rinunciare a mescolarsi con i residui di credenze arcaiche o alla tentazione
di macchiarsi con gli interessi terreni. Per questo
qualsiasi religione che si imponga come un attuale codice civile o penale è pericolosa, proprio per l’appellarsi
a ragioni divine imperscrutabili e al grande potere di
suggestione insito in ogni
fede». E ancora: «Le società
teocratiche hanno fornito
una pessima prova dell’ispirazione divina: nessuno
rimpiange lo Stato pontificio e i talebani hanno mostrato le mostruosità di un
regime integralista basato
sulle regole coraniche».
raggiarla con queste piccole
considerazioni. Innanzitutto,
l’identità di una persona non
riguarda solo le proprie origini, ma è qualcosa che si costruisce e si scopre poco a
poco nel corso della vita intera. Tutto ciò che viviamo,
per quanto contraddittorio
possa apparire a noi o agli altri, ne fa comunque parte.
Dunque non si scoraggi,
neppure nei momenti in cui
le sembra di non avere un
luogo a cui appartenere e in
cui sentirsi a casa. Lei scrive,
infatti, di sentirsi spesso e
Fedi d'Egitto
Un bel servizio di Dina
Nascerti (28 marzo) annuncia sul settimanale la rinascita della famosa biblioteca
di Alessandria d’Egitto, all’ottavo posto nel mondo fra
le più importanti istituzioni del genere, e prosegue:
«Con la rinascita della Biblioteca si pensa anche al rilancio di Alessandria, città
cosmopolita tra le due guerre, modello di tolleranza tra
le culture. Cinque razze,
cinque lingue, una dozzina
di fedi, diceva Lawrence
Durrell. Dove ebrei, cristiani, copti, musulmani, siriani
maroniti e armeni si mescolavano agli europei, calati a
commerciare cotone e a
fondare banche. Rifugio di
chi fuggiva dalle persecuzioni fasciste. L’antica biblioteca dai tempi dell’imperatore
Aureliano (270-275 d.C.) era
stata totalmente distrutta.
Ma il suo alimento intellettuale viveva in quella mescolanza di culture e comunità molteplici che faceva di
Alessandria una delle perle
del Mediterraneo. Un gesto
illuministico, carico di intenzioni simboliche».
ovunque un corpo estraneo.
Nella Bibbia l’immagine del
corpo c’è, ma è usata per descrivere la chiesa come un
organismo le cui membra sono solidali le une con le altre
nelle difficoltà e nelle gioie.
Così, vorrei dirle: sebbene
la ricerca della propria identità sia un cammino personalissimo, noi siamo con lei
nelle difficoltà di questo percorso, quando sente la solitudine o il dolore di non essere accolta. E siamo con lei
anche quando scopre nella
gioia qualche ricchezza che il
suo particolare percorso le
ha fatto scoprire. Tutti quanti noi siamo continuamente
alla ricerca di noi stessi, nessuno in questo percorso può
dirsi arrivato: stiamo ancora
tutti camminando, sostenendoci le une gli altri.
(Rubrica «Parliamone insieme»
della trasmissione «Culto evangelico» curata dalla Fcei andata in
onda domenica 31 marzo)
14
PAG. 10 RIFORMA
VENERDÌ 5 aprile
■*
Comune di Usseaux e Provincia
Una filiera per il legno
-• ‘'’ì, t- ' '
li, .i-*i .a'
Dare vita a un progetto di filiera del legno che abbia come
anelli la certificazione del patrimonio boschivo, l’esbosco praticato con tecnologie non invasive, interventi migliorativi della
qualità dei boschi, l’utilizzo sia tecnologico che energetico del
legno. Queste le intenzioni degli amministratori di Usseaux, in
alta vai Chisone, e della Provincia, che ha inserito nella propria
pianificazione strategica il progetto «Bosco e territorio» che interessa proprio le risorse forestali di Usseaux e che intende avviare da settembre una serie di iniziative connesse all’intera filiera del legno. Intanto sabato 6 aprile, a cominciare dalle ore
9,30, vi sarà a Pracatinat un primo convegno di presentazione
delle azioni connesse all’attivazione della filiera.
^ Il «salotto» di San Giovanni
La piazza XVII Febbraio
San Giovanni riscopré la «sua» piazza XVll Febbraio. Qu lliri
l’attesa, e qualche polemica, sabato 6 aprile il nuovo «saloj **
dei Bellonatti si apre a produttori, artigiani locali e associazi«
di volontariato. 11 mercatino, in fase sperimentale dopoh, [jlCfUi
chiesta arrivata dai commercianti, avrà scadenza quindici ¡,i/>se Vi
e si terrà il primo e il terzo sabato di ogni mese, dalle 8 in n, , jpi
Ma quello del 6 è un doppio appuntamento. Oltre al mercati ^
si terrà anche l’inaugurazione della piazza rimessa a nuoi
Durante la festa gli interventi del vicesindaco Gardiol e del ™ '
sessore ai lavori pubblici Delladonna (previsti alle 10,30) e j; Pi,
Ichei
evoluzioni dei giocolieri. L’accesso da via Beckwith è solo
donale e l’area di parcheggio è in via Olivet.
Î)
V
) <i <i
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Fondato nel 1848
Molte cose stanno cambiando in un rito che appare sempre uguale a se stesso
La Confermazione nelle chiese valdesi
Oltre ai ragazzi e ragazze giunti alla fine del ciclo di istruzione catechetica, stanno entrando nelle
comunità adulti che provengono dai percorsi più diversi Aumentano anche i battesimi in età adulta
CLAUDIO PASQUET
Nelle chiese valdesi
delle Valli abbiamo
celebrato un’altra.volta le
confermazioni. Sembra
un rito che si ripete sempre uguale, ma basta vedere la liturgia del 1842
per capire come il suo
senso si delinei in modo
particolare in ogni generazione. Non si tratta solo di elementi vistosamente diversi: 160 anni
fa esso veniva celebrato
nel culto del venerdì santo, mentre oggi, nella
maggioranza delle chiese
delle Valli, viene compiuto la Domenica delle Palme. Ma si tratta di un elemento intrinsecamente
legato all’ambiguità di
questo gesto che, storicamente, per i protestanti
non è un sacramento ma
lega il battesimo alla possibilità di partecipare alla
Cena. Forse è Bucero, il
riformatore di Strasburgo
(1491-1551), quello che
ha cercato di vedervi il
maggior numero di aspetti: imposizione delle
mani e unzione dello Spirito, confessione di fede e
impegno, accettazione
della disciplina ecclesiastica, benedizione e ammissione alla santa cena.
Eppure questo gesto si
impone in modo generalizzato alle nostre chiese
(e alle chiese riformate
francofone) solo a partire
dal 19“ secolo.
E oggi? Oggi, almeno
alle Valli, sta tramontando quell’aspetto di rito
imposto dalla famiglia
che come giovane contestatore ho duramente avversato trent’anni fa. Oggi sono pochi i casi di ragazzi 0 ragazze obbligati
a questo dalla famiglia,
anzi assistiamo con un
po’ di preoccupazione a
una certa riluttanza dei
genitori a spingere i loro
figli e figlie agli incontri di
catechismo. Ma si affacciano nuovi elementi: intanto non tutti quelli che
chiedono l’ammissione
sono ragazzi e ragazze,
vediamo entrare nelle nostre comunità adulti che
provengono da percorsi
molto differenziati, in ge
gioielli
orologeria - oreficeria - argenteria
corallo - perle australiane
Croci
ugonotte
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grafica; thè mOotz
via Savoia 12 - 10064 Pinerolo TO - tei 0121397550
nere con un retroterra
cattolico. Poi vediamo ragazzi e ragazze figli di famiglie laiche o di valdesi
non confermati che chiedono di unirsi ai nostri
catecumeni e chiedono il
battesimo. Perché c’è un
altro grosso elemento di
novità: nella chiesa in cui
sono pastore, su 12 ragazzi e ragazze ammessi in
chiesa nel culto delle Palme, solo tre erano stati
battezzati da bambini. La
Confermazione sta diventando il giorno del battesimo dei catecumeni dove, invece, alcuni di loro
sono confermati. È poi
superfluo dire che, con
l’estendersi del dibattito
sulla santa cena ai bambini e con l’ammissione
alla Cena di tutti gli adulti
presenti al culto, è ormaifinito il significato di
Confermazione come rito
«per ricevere i catecumeni alla santa cena».
Non ho lo spazio per
occuparmi della diminuzione del numero dei
confermati legata sia al
calo demografico che alla
secolarizzazione: ma vorrei ancora mettere sul
tappeto un altro elemento, il solito: e dopo? Credo
che i confermati degli ultimi anni siano più consapevoli della scelta presa; questo non significa
che li vedremo sempre al
culto, ma non stanchiamoci di ripensare la chiesa pensando a loro e al
loro coinvolgimento.
Dalla liturgia del 1842
Dopo il Sermone, il Pastore chiama i catecumeni
per nome, poi, rivolgendosi a tutta l'assemblea, dice:
«Fratelli, si tratta ora di ricevere solennemente alla partecipazione della Santa Cena i giovani che vedete qui, che hanno dato, in un apposito esame,
prove sufficienti della loro istruzione. Vengono a
ratificare, pubblicamente e con conoscenza, il voto
che è stato fatto per loro, nel loro battesimo, al fine
di godere d'ora in poi di tutti i vantaggi che Gesù
Cristo accorda ai Cristiani (...)».
Il Pastore, rivolgendosi ai catecumeni, dice loro:
«Voi che desiderate essere ammessi alla Santa Cena, e che siete stati istruiti sulle verità dell'Evangelo, siete dunque persuasi di queste verità a tal punto che nulla possa farvi rinunciare alla religione cristiana, e da essere pronti a tutto soffrire piuttosto
che abbandonarne la professione?».
Risposta: «Sì».
«Vi siete accuratamente esaminati da voi stessi, e
siete voi decisi a rinunciare al peccato e a regolare
la vostra vita sulla base dei comandamenti di Dio?».
Risposta: «Sì».
«Per rendere sempre più forte la vostra fede e la
vostra pietà, promettete di applicarvi con diligenza
alla lettura e alla meditazione della parola di Dio e
alla preghiera; di frequentare assiduamente le sante assemblee, e di utilizzare tutti gli altri mezzi che
la Provvidenza vi fornirà, per far avanzare la vostra
salvezza?».
Risposta: «Sì».
«Confermate dunque sinceramente e di buon
cuore l'auspicio del vostro battesimo, che vi obbliga
a rinunciare al mondo e alle sue vanità, a combattere le vostre passioni, a consacrarvi a Dio e a Gesù
Cristo e a vivere costantemente nella temperanza,
nella giustizia e nella pietà?».
Risposta: «Sì».
Il Pastore, rivolgendosi ai catecumeni, prosegue :
«In seguito a queste dichiarazioni e promesse, vi
ammetto, in presenza di questa santa assemblea, a
partecipare alla Cena del Signore, affinché possiate
godere di tutti i privilegi della nuova Alleanza (...)».
(Estratto da; Formulario per ricevere i catecumeni
alla Santa Cena. Liturgia Valdese del 1842 pp. 7277. Tradotto dall'originale francese)
DOVE STA ANDANDO
LA SANITÀ PUBBLICA?
PATRIZIA MATHIEU
La pubblicazione, in febbraio, sulla Gazzetta ufficiale dei «Livelli essenziali di
assistenza» (Lea) induce alcune. riflessioni. Le preoccupazioni sulla volontà
di smantellamento del Sistema sanitario nazionale
(Ssn) sembrano trovare
conferma già neUa formulazione al negativo dei servizi
offerti; infatti
sono elencate
le prestazioni totalmente
0 parzialmente escluse dai
Lea. Spiace dover ammettere
San Gerì
store Lu
Altro ci attende
oltre ai Lea (Livelli
essenziali di
ver iiiiiiiicucrc • , \ ha
che, al di là di assistenza). Ma ce
un'alternativa?
considerazioni
politiche più
generali, alcune di queste e- ——~sclusioni possono essere
condivise sul piano scientifico; pensiamo a molte prestazioni di medicina fisica
(ionoforesi, ultrasuonoterapia, ecc.) per le quali la dimostrazione di efficacia è a
dir poco controversa. Anche l’esclusione di interventi di correzione della vista
con laser può essere accettata, se si pensa che tali interventi troppo spesso sono
effettuati per motivi estetici. A proposito delle cosiddette medicine non convenzionali, appare evidente
che, in un momento di tagli
alla spesa, non paiono opportuni investimenti in un
settore così dibattuto sia
sotto il profilo scientifico
sia sotto quello legislativo.
Nei prossimi mesi sono
però previsti altri tagli forse
più preoccupanti, nel settore della protesica e nella revisione del prontuario farmaceutico (con la reintroduzione dèlia classe B, a
parziale carico dei cittadini,
e degli ineffabili «ticket»).
Non affronto qui il problema della riduzione dei posti
letto in ospedale, perché chi
scrive è medico di medicina
generale, cioè medico di famiglia, che non ritiene corretta l’equazione (da alcuni
sostenuta) «riduzione posti
letto =: aumento del carico
di lavoro per i medici di medicina genera». Il metodo di
lavoro e i presupposti teorici della medicina generale
sono, infatti, qualcosa di radicalmente diverso dalla
clinica ospedaliera.
Quello che attualmente
davvero preoccupa non sono tanto i tagli trasparenti e
dichiarati, quanto una volontà strisciante e dissimulata di «sabotare» il Servizio
sanitario, in particolar modo nei suoi aspetti di prevenzione e nella sua artico
lazione territoriale,
mo, per esempio, a tufi
quelle volte in cui il citai
no è stato obbligato a «sa
gliere» il privato, a cam Ite si’'-dei tempi d’attesa inaccet
tabili delle strutture pubbl
che; 0 agli investimenti dt
stinati più volentieri a uiu
medicina spettacolare e noi
a interventi di prevenzione
che troverebbero ben poca eco sii
mezzi dicomunicaziont
Un tempi
le Asl (Azi®de sanitari
locali) si chii
mavano Usi
(Unità sociosanitarie lo‘
cali); questo
&
mutamento sottolineali
volontà di privilegiare^
aspetti aziendali a scapilo
di quelli sociali, in cui sono
immersi i cittadini e i loto
problemi di salute. Si pen»
di applicare la logica del
mercato alla sanità pubblica; molti sperano chei
mercato possa incrementare le possibilità di scelta da
cittadini e possa superare
l’inefficienza economico
dello stato sociale. In reai
il mercato non ha motivo
incoraggiare né lo sviluppo
della sanità pubblicani ¡
quello della responsabii
personale, perché è orienta
to ai bisogni individuai
quali sono definiti daipa
zienti stessi, e non alla salute della popolazione. InolW
accoglie con eccessivo entnsiasmo ogni innovazio”*
tecnologica e pertanto 4’
venta economicamente U'
sostenibile.
Sarebbe ora di riflchf*
seriamente sulla necessita
di adeguati interventi di
educazione sanitaria che®'
segnino alle persone a diventare attori della loro
Iute attraverso un camb'f'
mento radicale del proptj®
stile di vita. Quanti tufflOiJ*
quante malattie cronici*
potremmo evitare se a
donassimo fumo, sovrap^
ter
Bobbio
so e sedentarietà? Forse
vremmo pensare seriad)**
te a una medicina sosteniW
le, che continui a o
per la salute della p .
zione, valorizzando la*,
sponsabilità personale e ij
ducendo la dipendenza d>
la tecnologia. Ma
presuppone un Servizio
nitario forte, disponibile
investire sia nella prev* ^
zione sia nella cronied«^
una grande tensione
nei cittadini, che vogl
vivere bene e in salute e n
soltanto sopravvivere.
Da sin.
Mazzar
Piaros
(Mila
Antho
fe, Fa
Peyro
15
3RILJ .|^R^APRILE 2002
E Eco Delle Yaui "\àldesi
PAG. 11 RIFORMA
Sono una novantina i nuovi membri comunicanti
battesimi e le confermazioni
•o giurante la Settimana Santa
' «salo^
Q .yg5ia pagina pubblichiamo le fotografie di tutti coloro che, nelle
‘SniSsl valdesi delle valli, sono stati battezzati o confermati nella domeB 8 inp, ^„¿elle Palme o, come nel caso di Frali e Massello, durante il culto di
Zrdi Santo. Mancano all’appello solo le chiese di Angrogna, Ferrerò e
I e deir* mollo, che quest’anno non hanno avuto nuovi comunicanti. La chie.0,30) e* '^pinerolo, invece, segue la tradizione delle altre chiese valdesi d’Ita® pi * prevedono questa cerimonia normalmente a di Pentecoste.
Pomaretto
1® fila da sin.; la catechista Valeria Rostagno, Dalila Carlin, Elisa
Costantino, Simona
Pons, Fulvia Gaydou,
Valentina Giaiero, Patrizia Bounous, Ramona Giai Checco.
2® fila da sin.: Giacomo
Corsani, Alex Simondi,
Gianni Paschetto, Davide Jahier, Marco Gardiol, Daniele Jahier,
Stefano Barai, Alex Bounous, Massimo Pons,
past. Sergio Ribet, Roberto Peyronel, Massimo Tron.
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voglia»®
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Bobbio Penice
Da sin.: Paolo Gemesio, Morena Agli, pastore Donato
Mazzarella, Paolo Bertalmio.
1® fila da sin.: Lara Paolucci, Elena Beiforte, Elisa Taccia, pastore Claudio Pasquet, Simona Stallò, Alessia Adelfio, Francesca Cossu. 2® fila da sin. Giulia Belion, Michel Armand Pilon, Gilbert Davit, Abel Costantino, Andrea Rampa, Luca Avondetto.
Prali
Da sin.: il pastore Pfannkuche, Luca Garrou,
seal, Alessia Baud.
Davide Pa
Frarostlno
l*lila in alto: da sin.: Marco Fornerone, Simone Godino,
Anthony Reynaud. 2® fila al centro da sin.: Andrea Pasto»«. Fabrizio Pastre. 3® fila in basso da sin.: past. Lucilla
Fsyrot, Lorena Combe.
Luserna San Giovanni
Da sin • Luca Giachero, Elisa Pons, Valerio Mondon Marin, Sylvie Gaydou llaria Martinet Parise Isabel Giordan, pastore Daniele Bouchard, Matteo De Fazio, Stefano Canale,
Elisa Rivoira, Laura Stringat, Cristina Chiavia, Samanta Bertm, Jessica Ferrerò, Jessica
Pontet, Roñal Mirabile, Monica Pons.
Villasecca
David Ghigo, Luca Ferrerò, Daniele Poèt, pastore Tron.
Q Massello
•Î “■ ■>. .in., E,,. Tron, p.o.o,, P.». «.io».«. SIM. Tron.
San Secondo
Da sin.: Davide Paschetto, Simone Pastre, Matteo Odino, past. Ruggero Marchetti,
Alessia Perone, Valentina Basso, Eleonora Cornia.
16
PAG. 12 RIFORMA
ilÉSl
- E Eco Delle Iàlli ^ldesi
VENERDÌ 5 aprile
NO AL TERRORISMO — Anche a Pinerolo, come in
molte città italiane, si scende in piazza per dire
no al terrorismo. Mercoledì 27 marzo, la fiaccolata organizzata dai sindacati confederali CgilCisl-Uil ha raccolto un migliaio di persone, che
hanno sfilato in silenzio, senza comizi e pochi
striscioni per le strade del centro. Al corteo hanno partecipato alcuni sindaci del Pinerolese (fra i
quali lo stesso sindaco di Pinerolo, Alberto Barbero), il deputato Giorgio Merlo, il sindacato Alp
e i rappresentanti dei Social Forum locali.
MALAN: ATTENZIONE AI VINCOLI AMBIENTALI —
Nel corsO'dell’approvazione al Senato del decreto sul sistema elettrico nazionale, il senatore Lucio Malan ha ottenuto dal governo l’accettazione
di alcuni di ordini del giorno sulla costruzione di
nuove centrali elettriche. Gli ordini del giorno,
presentati dai Verdi e sottoscritti da Malan con
modifiche tali da consentirne l’approvazione,
impegnano il governo a tenere conto in modo
esplicito e trasparente di una serie di elementi in
sede di approvazione di progetti di centrali elettriche ed elettrodotti: la compatibilità con ambiente e agricoltura, il rispetto del protocollo di
Kyoto su riduzione inquinamento atmosferico
ed elettromagnetico, l’esigenza deH’abbattimento delle emissioni. Sempre sugli ordini del giorno
di Verdi e Malan, il governo si è impegnato a ritenere vincolante la valutazione di impatto ambientale e a prevedere adeguate forme di partecipazione da parte delle Regioni e degli enti locali al processo decisionale.
SERATA SU «TOBIN TAX» — Il Social Forum Valpellice e l’amministrazione comunale di Villar Pellice promuovono un’iniziativa che coinvolgerà i
Comuni della valle nella raccolta di firme per
una proposta di legge volta alla tassazione delle
transazioni finanziarie internazionali (Tobin
tax). Tale iniziativa si inserisce nei tanti progetti
in corso da parte di associazioni e movimenti diversi per sensibilizzare l’opinione pubblica sui
diversi aspetti della globalizzazione. Per quanto
riguarda la chiesa di Villar Pellice l’iniziativa era
stata suggerita dall’intervento del past. Franco
Giampiccoli, con il suo intervento sulla globalizzazione, in occasione del 17 febbraio scorso.
L’appuntamento è per venerdì 12 aprile, nei locali della Crumière di Villar Pellice, ore 21. La
Tobin tax è una proposta di legge per instaurare
una tassazione sui movimenti internazionali di
capitale, depositata dal senatore Jean Cornil e la
deputata Karine Lalieux al Parlamento belga nel
dicembre scorso. Il reddito di questa tassa, che è
prevista tra lo 0,01 e Io 0;1%, sarà tutto destinato
alla Cooperazione allo sviluppo. Per il Belgio si
può ipotizzare un importo intorno ai 24 miliardi
di franchi belgi. La tassa riguarda tutti i movimenti di capitale, speculativi e non.
CAMBIO PRESIDENTE AL CAI — L’assemblea dei
soci del Cai Uget Valpellice ha eletto il nuovo
presidente nella seduta del 27 marzo. Al posto di
Bepi Pividori, non più rieleggibile al termine di
due mandati di due anni, è stato eletto Bario
Merlo di Bricherasio, già presidente in passato.
INAUGURAZIONE CENTRO ASTRONOMICO — Si
chiamerà «Centro astronomico vai Pellice» e sarà
inaugurato domenica 7 aprile alle 17 l’ultima iniziativa dell’associazione astrofili Urania presieduta dal dott. Giovanni Peyrot destinata a sostenere
l’attività divulgativa a fayore della popolazione e
soprattutto delle scuole. È il frutto della tenacia di
alcuni soci che volontariamente hanno lavorato
per la realizzazione di questo spazio scientifico
grazie ai contributi di numerosi enti pubblici.
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Intervista a Giancarlo Griot, presidente Ciov
Ospedali a rischio?
Riduzione dei costi e nuovi servizi nel futuro degli ospedali
valdesi di Pomaretto e Torre Pellice. Sollecitata la Regione
EUGENIO BERNARDINI
STA crescendo la preoccupazione dei cittadini sul futuro della sanità pubblica in Italia.
Che si debbano evitare
sprechi e rendere più efficiente il sistema è una
cosa, che si debba invece
ridurre, anche sostanzialmente, il livello di assistenza è un’altra cosa.
Il problema riguarda sia
le prestazioni sanitarie di
base (medicine, certificazioni) sia le prestazioni
ambulatoriali e ospedaliere. I Livelli essenziali
di assistenza (Lea) sono
stati definiti a livello nazionale e ora stanno per
essere attuati a livello regionale. I nostri lettori
sanno che i tre ospedali
valdesi del Piemonte
(Torino, Torre Pellice e
Pomaretto) da tempo si
trovano in una situazione finanziaria precaria
proprio per le trasformazioni in atto da anni nella sanità. L’ultimo Sinodo ne ha discusso a lungo e il nostro giornale ha
periodicamente informato sulla situazione. Chiediamo a Giancarlo Griot,
presidente della Ciov,
l’ente che amministra
questi ospedali, di farci il
punto della situazione.
«Dividiamo il problema
in due parti: la prima riguarda come rimettere in
equilibrio la gestione ordinaria dei tre ospedali
che, con le tariffe di rim
borso degli ultimi anni,
ha causato negli ultimi
anni pesanti deficit. La
seconda parte del problema riguarda il ripianamento del debito accumulato. Per quanto riguarda la gestione ordinaria, sulla base delle
nuove tariffe regionali
che dovrebbero essere riconosciute alla Ciov, si
intravede la possibilità di
raggiungere l’equilibrio
di gestione in tempi relativamente brevi per Torino, mentre per gli ospedali delle Valli le nuove
tariffe e i Lea penalizzano
ulteriormente la loro attività. Una commissione
nominata dalla Commissione sinodale per la diaconia sta svolgendo un
lavoro di analisi di questi
due ospedali per consentire loro di poter continuare a svolgere un servizio utile ed efficace per la
popolazione. In questi
giorni, per esempio, abbiamo già modificato
l’organizzazione delle
modalità di prenotazione
delle prestazioni (come
già fatto a suo tempo a
Torino), che comporterà
un risparmio dei costi,
senza pregiudicare la facilità di accesso ai servizi.
Se vogliamo mantenere i
due presidi ospedalieri,
l’unica possibilità che abbiamo è proprio quella di
procedere su questa strada: riduzione dei costi e
incremento dei servizi
in stretta collaborazione
con l’Asl 10 di Pinerolo.
Noi stiamo facendo il
possibile e l’impossibile
per arrivare a un esito positivo, ma è evidente che
le attuali condizioni generali della sanità pubblica italiana sono per noi
un vincolo oggettivo. La
situazione dell’ospedale
di Torino è diversa, come
ho già detto. Certo che
sono necessari ulteriori
investimenti per concludere la riconversione iniziata nel 1996. Per questo
non stiamo escludendo
nulla, neppure l’eventualità di un intervento di
partner esterni».
E per quanto riguarda
la situazione debitoria?
«Purtroppo siamo sempre in attesa delle decisioni della Regione. L’analisi sull’appropriatezza
dei servizi che abbiamo
reso nel passato è già stata svolta dal «supervisor»
nominato dalla giunta regionale, il dr. Roberto
Seymandi, ma ciò non ha
ancora prodotto un risposta dalla Regione. La
stiamo sollecitando continuamente, perché è evidente che questa incertezza ci danneggia a tutti
i livelli. Noi speriamo fortemente che la Regione
dia una risposta positiva,
ma i tempi e l’entità della
risposta sono determinanti sia per la programmazione del nostro lavoro sia per U futuro stesso
dei tre ospedali valdesi
del Piemonte».
■ Preoccupazioni degli amministratori pinerolesi
Quali e quanti tagli alla sanità?
MASSIMO CNONE
IN tema di sanità anche in tutto il Pinerolese sembrano prevalere
gli interrogativi, quando
non la paura. Quali servizi saranno risparmiati
dai tagli annunciati?
Quale il futuro dei presidi ospedalieri sul territorio? Se lo chiedono soprattutto i cittadini, di
fronte a un disegno di
riforma le cui dieci linee
guida sono già state diffuse dal ministro della
Sanità. Peraltro Girolamo Sirchia ha affermato
che nessun ospedale sarà chiuso, ma saranno utilizzati «al meglio» quelli
esistenti. Bocche cucite
agli gli enti locali. Molto
cauto l’assessore ai servizi sociali della Comunità montana vai Pellice,
Ezio Borgarello, che così
commenta: «Bisognerà
leggere il testo per fare
una valutazione».
Nelle scorse settimane
Comunità montane e Comuni delle Valli hanno
espresso la loro preoccupazione nel contenuto di
alcuni odg. Un’altra iniziativa è stata la convocazione per mercoledì 27
marzo dell’assemblea dei
sindaci del Pinerolese,
con lo scopo di valutare
la definizione dei Lea (i
Livelli essenziali di assistenza), i cui criteri erano
stati stabiliti dal Dpcm
del 29 novembre scorso.
Nessuna parola è stata
spe.sa sulla situazione degli ospedali delle Valli.
Sul tappeto c’è invece la
sostenibilità dei nuovi
costi a carico dei Comuni
e i possibili tagli sulle cure ai malati. «E stata una
nime non tanto la preoccupazione per i Lea in sé,
quanto per le ricadute su
cittadini e comuni », dice
il sindaco di Pinerolo, Alberto Barbero. E proprio
sulla sanità l’amministrazione convoca un Consiglio comunale aperto per
lunedì 8 nell’auditorum
di via dei Rochis.
Degli oltre 40 Comuni
del Pinerolese, all’assembìea del 27 marzo ne erano rappresentati soltanto
25. L’incontro si è quindi
concluso senza una posizione univoca. Ma dietro
questa conclusione ci sono anche le perplessità
dei sindaci di centro-destra, restii ad attaccare
frontalmente le scelte
della loro stessa parte. Si
è deciso invece di far discutere un documento in
tutti i Comuni, per poi
darsi nuovamente appuntamento in assemblea. L’applicazione del
decreto, si legge nel documento inviato alle varie giunte, significherebbe per i Comuni «un aggravio insostenibile e tale
da produrre in molti casi
il dissesto finanziario dei
relativi bilanci». Secondo
le stime, i nuovi oneri si
quantificherebbero in
26-28 euro aggiuntivi per
abitante: «Un quarto degli attuali costi dei servizi
socio-assistenziali».
Sul municipio di Torre Pellice
Alt al teleripetitore
Canone di affitto di 25
milioni (di lire) l'anno
per 9 anni e risistemazione a proprie spese della
torre civica (un costo di
oltre 25.000 euro). È la
proposta, allettante, che
è stata avanzata dalla
Nortel Networks Spa, per
conto di Omnitel Vodafone, al Comune di Torre
Pellice. L’obiettivo: la posa di antenne per la telefonia cellulare proprio
sulla torre del municipio.
Nella seduta di mercoledì 27 il Consiglio decide aH’unanimità di prendere tempo. «Siamo preoccupati per la salute dei
cittadini», afferma l’as.sessore ai lavori pubblici,
Enzo Alessio, che si dice
«scocciato» per il titolo
(«L’assessore Alessio:
“Nessun rischio di inquinamento elettromagnetico”») di un settimanale
locale. Gli fa eco il sindaco, Marco Armand-Hugon: «Non c’è ancora alcun impegno da parte
nostra». Cauta anche la
minoranza. Il pensiero
va alle polemiche che
qualche anno fa coinvolsero l’amministrazione
lusernese.
Tuttavia se il Comune
non firma il contratto
Omnitel può sempre accordarsi con un privato,
lasciando l’amministrazione a bocca asciutta e
senza la possibilità di opporsi. Maggioranza e opposizione concordano
suITopportunità di convocare al più presto un’
assemblea pubblica.
Per il «Progetto Leader plus»
Costituito alle Valli
il «Gal» olimpico
Per le valli Pellice, Chisone e Germanasca e alta
vai Susa, sul piatto del
progetto comunitario Leader plus ci sono oltre 5
milioni di euro (qualcosa
meno di 10 miliardi di lire), tre milioni dei quali
(circa il 60%) provengono
dalle casse europee. Il 29
marzo si è costituito ufficialmente il Gal (gruppo
d’azione locale) «Escartons e valli valdesi», una
Srl a capitale misto pubblico-privato che si occuperà, da oggi al 2006 e a
finanziamento ottenuto,
di gestire gli interventi.
Ente capofila è la Comunità montana vai Pellice: «L’ok definitivo arriverà entro l’estate - spiega Piervaldo Rostan, consigliere delegato ad Agricoltura, montagna e ambiente e responsabile del
progetto - e se il nostro
Gal sarà tra i prescelti inizieremo a lavorare concretamente a partire dall’autunno. In Piemonte
sono stati costituiti quindici Gal, tre dei quali in
provincia di Torino, ma i
fondi sono sufficienti per
una decina al massimo».
Agli esclusi non andranno premi di consolazione. Il progetto del Gal
«Escartons e valli valdesi», già definito «Gal olimpico», è stato consegnato il 2 aprile e adesso
si aspetta la risposta.
«La scelta della Regione avverrà sulla base di
alcuni criteri - continua
Rostan -: ai primi posti la
bontà del progetto e il
grado di coinvolgimento
dei privati». Non è quindi
un caso che nel Consiglio
di amministrazione (presidente del Gal è la responsabile del settore
ambiente della Comunità
montana vai Pellice, Marisa Bigo) siano rappresentati, oltre alle tre Comunità montane, altri
quattro soci privati: Già e
Coldiretti per il settore
agricolo, Cna per i’
gianato e Tavola vali!
Al Gal hanno già afe
una ventina di socin, '
blici e privati (la ^
minima è di 500
------- eui rtui'
compresi i Comuni Pgo
San Secondo, Pratosi i,ter
e San Pietro VallJ
che pur non facendon a mris
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tane coinvolte sono in Iproi
cessati dagli interven» atlì e ’
Quali saranno le t, f
ricadute sul territoi Letti
«Un primo risultato- Lnsigl
ce Rostan- è che gii
questa fase di elaborai i^Gi
ne iniziata nell’estatej Lasse
2000, c’è stato ungi® '*uev;
lavoro di concertazij f
che ha messo in relazii La 1
soggetti altrimenti lon ^sii,
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importanti, con unfij) jabc
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dal 40% al 100%, ci ' •
la valorizzazione dellsj gsività
fiere di produzione, COI „„ten
il latte 0 il legname, yaffiCl
sviluppo dei mestieiitj sca,ch
dizionali e dei prodoti|,jja’to 1
SoP(
UN
pici, la gestione iniai
delle strutture museatì
protezione dell’ambieij
e la riqualificazione Ili
stica. «L’elemento culi
rale è predominante
commenta Rostan-mi
soprattutto una cult®
dei “saperi”, legatali
presenza delTuomoi
montagna». Caratteiistia unap
comune degli intervei
di essere «immaterii
non finalizzati a costnÉ
nuove strutture. Inoli speda
fiiristk
Chit
áell’in
ñeato
no sia
conto
e le se
anttnii
li. «Ne
ha dei
nogra
ptepai
razioi
vtebbi
biem
quasi tutti, dopo
dio, prevedono aziomf
Iota: se finanziato!^ nedi
che ha la sua sede a Vi .
Olanda, opererà attravi
so due modalità principi
fi: «a bando» o «a regís
Nel primo caso il CSt
metterà un bando et
soggetto esterno poi
partecipare ricevendo!
finanziamento parzif
nel secondo sarà lo sti
Gal ad attivarsi, sce^
do poi un partnerp»
l’intervento.
iSì
Le^
dei
«Le
sto è
colo (
ne pe
CIOV
COMMISSIONE ISTITUTI OSPITALIERI VALDEg?
OSPEDALI VALDESI
DI TORRE PELLICE E POMARETTO
COMUNICATO
MODALITÀ DI ACCESSO ALLA FRUIZIOl
DELLE PRESTAZIONI AMBULATORIAIi
DIAGNOSTICHE AGLI OSPEDALI VALDES!
DI POMARETTO E TORRE PELLICE
ne de
di Lus
propc
sabati
dalle
Albai
con 1
dei«T
tativo
divers
Gli ospedali valdesi di Torre Pellice e di Pomaretto,
caratterizzano sempre più come ospedali di territorto
come tali sono tenuti, in via prioritaria, ad assicurare^
popolazione dei Distretti montani di appartenenza le p
stazioni ambulatoriali-diagnostiche a carico del Serva
sanitario nazionale. Le richieste provenienti da citta®
di altri Comuni vengono anch’esse prese in considera^
ne, ovviamente nei limiti dei posti complessivamente#
sponibili presso le due realtà ospedaliere.
Per esigenze di carattere organizzativo la prenota^
delle prestazioni ambulatoriali-diagnostiche avveip
partire dal 15 aprile nei seguenti termini:
Prenotazioni:
• telefonica: dal lunedi al venerdì dalle ore ll,30aj
ore 18.30 (Torre Pellice tei. 0121-952611; Poraar®
0121-802811).
• di persona: dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle
18,30.
lapo
pone)
test!
tàdi
8,onte
berto
fano
gono
l’altrc
sito, (
noim
Ut
il»
Pertanto la prenotazione è estesa anche agli esaiW
diologici che non verranno più effettuati con accesso
retto ma previa prenotazione nei temiini sopra detti.
Restano invece invariate le modalità di accesso
esami di Laboratorio analisi (senza prenotazione, dal
ned! al venerdì dalle ore 7 alle ore 9 pres.so gli spo'
del Cup).
Si è
»lenti
iiicar
inizia
iorizz
occit
Olim
parte
nato
ag Jont
ir^
Si comunica infine che il ritiro referti sarà pos
lunedì al venerdì agli sportelli del Cup dalle ore
ore 18,30 dal lunedì a| venerdì (sabato chiuso).
• Il direttore gen«^
dr. Luigi Stabi
Bobe
fnppt
torio
L’o
deire
“ceas
bella
^one
belle
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17
ERDI 5 APRILE 2002
i E Eco Delle "\àlli ^ldesi
PAG. 13 RIFORMA
sindaci delle valli Chisone e Germanasca
pialogo con gli enti locali
^QPO necessarie sempre nuove e maggiori collaborazioni
fra i Comuni e l'Azienda di promozione turistica
?ià adeij
...nnt Dficcn di informazione turistica
soci nJ pavide rosso________________________
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’00 em «UNTARE sul dialoV 00 con gli enti locali
Prarosii il territorio program^ Lenii Bando insieme i progeteendopj ¿turistici e diminuendo
etèrni, la distanza tra l’Azienda
®°itoÌ5 di promozione turistica
ervenii, M) e le istituzioni. Queito lerti ito in estrema sintesi 1’
erritoti Obiettivo dichiarato dal
iltatox, Insigliere dell’Atl2 delle
già yaiii di Susa e del Pinerodaborad lese Giuseppe Chiapperò
’estate%|rassemblea dei sindaci
un giaKue valli Chisone e Gereetazioi ¿¿añasca riunitasi a Pe""'ttòsa lunedi 25 marzo.
Dai sindaci presenti è venuta la disponibilità alla
collaborazione ma anche
licoclieiniolti quesiti e la richie%. Cism ............. "-----------
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re. Inciti
pò
azionif
sta all’Alt di maggiore incisività e più attenzione a
un territorio, quello delle
valli Chisone e Germanasa che sente tutto sommato lontana l’Azienda
Chiapperò, nel corso
dell’incontro, ha sottolineato come in quest’anno siano state tenute in
conto le preoccupazioni
eie sollecitazioni degli
amministratori delle valL«Ne sono la riprova ha detto - il progetto di
una pubblicazione monografica sulle valli in
preparazione in collaborazione con la rivista
specializzata Alp che dovrebbe uscire in novembre ma anche Tintenzioiato ilei aedi aprire nuovi uffici
edeaVÌ', ■ '
a Torre Pellice, Bricherasio e Fenestrelle; contatti
poi sono stati presi con il
Comune di Villar Perosa
per la gestione delTinformazione turistica anche
nella nuova struttura villarese “Una finestra sulle
valli’’». Però, come ha
sottolineato qualcuno,
nel passato anche recente vi è stata la tendenza a
organizzare incontri e
manifestazioni più in vai
Susa che in vai Chisone e
lo stesso Chiapperò pare
abbia già fatto presente
in Atl che in valle esistono strutture, come appunto la «finestra sulle
valli» ma anche Pracatinat, sicuramente all’altezza di quelle valsusine.
L’incontro di lunedì
però sostanzialmente è
stato un incontro informativo sull’attività dell’Atl2, visto tutto sommato con favore dai sindaci
intervenuti. Chiapperò
nel corso dell’incontro
ha presentato i dati, anche economici, dell’attività deU’Atl2 della vai di
Susa e del Pinerolese relativi al 2001 e a grandi linee i programmi per il
2002 che consistono oltre che nella finalizzazione dei progetti iniziati
nel 2001 sugli uffici turistici anche nella partecipazione a manifestazioni
nazionali e internazionali, nella presa in carico
anche per quest’anno
Il forte di Fenestrelle
della mostra dell’artigianato di Pinerolo e nel
mettere in campo una
progettualità che miri ad
allungare la durata dei
soggiorni turistici nell’area. Chiapperò ha comunque insistito sulla
necessità di lavorare insieme, Atl e istituzioni,
per «la progettazione del
territorio» cosa che potrebbe portare anche a
un avvicinamento maggiore tra Atl e istituzioni.
Tra le proposte arrivate
dai sindaci quella che
l’Atl si faccia promotrice,
a partire dalle scuole, di
quella cultura dell’accoglienza ancora debole sul
territorio ma fondamentale per dare slàncio turistico a un area che sta investendo parecchio in
questo campo.
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■San Giovanni
Le vie
ei canti
«Le vie dei canti», questo è il concerto-spettacolo che la Commissione per l’evangelizzazione della Chiesa valdese
di Luserna San Giovanni
propone per la serata di
sabato 6 aprile a partire
dalle ore 21, nella sala
Albarin, ai Bellonatti,
con la partecipazione
dei «The Keys». E un tentativo di parlare in modo
diverso dal culto a tutta
la popolazione. 1 componenti del gruppo sono
tre studenti della Facoltà di teologia valdese di
"Pma; due di loro, Roberto Charbonnier e Stetano D’Amore, provengono dalla vai Pellice,
laltro, Alessandro Esposito, da Torino. Tutti so00 invitati a partecipare.
Un'altra azienda venatoria?
Ora tocca a Roure
Proseguono le polemiche in vai Chisone sulla
costituzione di una nuova azienda faunistico-venatoria a Roure. Dopo la
recente sospensione della decisione in materia
da parte del Consiglio di
Comunità montana, che
si è preso tempo prima
di esprimere un parere
che, sia pure solo consultivo, esprime comunque
un indirizzo da parte della Comunità, il sindaco
di Roure, Lazzarini, ha
scritto ai consilieri.
Nella lettera Lazzarini
fa presente che il Consiglio comunale ha approvato già nel ’99 la costituzione dell’azienda con 11
voti favorevoli su 13 consiglieri presenti e che sono state già 360 le persone che hanno sottoscritto
l’adesione all’azienda.
Quindi nella lettera chie, de al Consiglio di Comunità di dare il suo assenso
anche in rispetto del
principio all’autodeterminazione dell’autonomie locali. In sostanza il
sindaco di Roure chiede
ai sindaci e ai consiglieri
di Comunità di dare il loro assenso se non altro in
rispetto delle decisio-ni
prese dal Comune di
Roure su una materia che
a suo dire riguarda solo il
suo territorio e non quello degli altri Comuni.
Non sono dello stesso
parere alcuni sindaci che
hanno espresso ancora
perplessità, lunedì 25
marzo, in una riunione a
Perosa. La questione comunque presto tornerà
in Consiglio anche se poi
la decisione definitiva
spetterà alla Regione.
San Germano Chisone
Un'area polivalente
in zona Turina
Vedrà presto il via la
nuova area polivalente di
Turina nel Comune di
San Germano Chisone. 11
Consiglio comunale ha
deliberato infatti martedì
26 marzo l’affidamento
del terreno a monte della
piazza di Turina all’associazione Turinella che lo
gestirà a fini sociali per
i prossimi 15 anni. La
nuova area dovrebbe accogliere una nuova struttura che verrà adibita
dall’associazione a punto
ristoro e a zona giochi
per i bambini. «L’acquisizione del terreno spiega il sindaco di San
Germano, Clara Bounous
- si è resa necessaria per
dare più spazi pubblici
alla borgata Turina, lasciando poi l’area in gestione all’associazione
Turinella che da anni
opera a San Germano e
in particolare alla Turina.
Il Comune comunque si
è riservato la possibilità
di usufruire della struttura alcune volte all’anno».
La seduta del Consiglio
comunale del 26 inarzo
ha anche approvato una
mozione che esprime viva preoccupazione per la
proposta di riforma della
scuola del ministro Moratti che rischia di mettere in difficoltà i Comuni
sia per quel che riguarda
i locali scolastici sia per
la copertura delle ore di
assistenza ai bambini in
mensa. Preoccupazione
è anche stata avanzata
dal Consiglio nei con
fronti della situazione sanitaria e socio assistenziale. «Anche qui - è stato detto - si rischia di veder aumentare di molto i
contributi a carico dei
Comuni ma anche dei
cittadini con molti interventi non più considerati
sanitari ma socio assistenziali». La seduta del
Consiglip è poi proceduta in modo informale occupandosi della questione aziende faunistiche e
in particolare si è fatto riferimento alla necessità
che la Comunità montana si esprima in materia
rispetto alla nascente
azienda di Roure. Se Renato Ribet, consigliere a
San Germano e assessore
al Lavoro in Gomunità
montana, ha sottolineato
l’importanza dell’autonomia di ogni Comune*
per parte sua Massimo
Comba, consigliere di
maggioranza, ha evidenziato che le aziende rischiano di essere positive per pochi e negative
per molti e «non è logico
che la Comunità montana non possa prendere
decisioni in materia».
Tra il pubblico anche
diversi cacciatori che
hanno espresso parere
fortemente negativo sulle aziende faunistiche.
Alla fine l’orientamento
del Consiglio è sembrato
quello di dare mandato ai
propri delegati in Comunità di esprimersi negativamente sulla questione
azienda di Roure. (d.r.)
NELLE CHIESE VALDESI
CASO — Sabato 6 aprile, incontro Casd, alle 16,30 a
Torre Pellice, Pinerolo, Pomaretto; alle 20, a San Secondo, cena ed estrazione biglietti della lotteria prò
scambio internazionale
BOBBIO PELLICE — Domenica 7 aprile, alle 14,30
nella sala delle attività, incontro dell’Unione femminile con i nuovi membri di chiesa e con i loro genitori. Martedì 9, alle 21, riunione al Podio.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Domenica 7 aprile, i
confermati e i battezzati sono invitati a partecipare al
culto coi lord genitori. Al termine, il Concistoro li
aspetta per un aperitivo di fraternizzazione e conoscenza, nella sala Beckwitb. Riunioni quartierali;
martedì 9, alle 20,30, alla Cartera, giovedì 11, alle
14.30, a Bricherasio.
PINEROLO — Giovedì 4 aprile, l’Unione femminile
incontra Franco Calvetti che parla su «Virgilio Sommani, pastore, educatore e...» Domenica 7, alle 10, culto. Martedì 9, alle 18, incontro del «comitato gita».
POMARETTO — Riunioni quartierali: venerdì 5
aprile a Inverso Clot, lunedì 8 ai Masselli, mercoledì
10 alla Lausa, giovedì 11 all’Inverso Paiola.
PERRERO-MANIGLIA — Domenica 7 aprile, culto
a Maniglia, alle 10. Martedì 9, alle 14,30, riunione alla
Baissa, mercoledì 10 alle 14, alle Gangette.
PRATI — Riunioni quartierali: martedì 9 aprile, a
Cugno, cille 20, mercoledì 10, alle 20, a Villa. Incontro
dell’Unione femminile, giovedì 4, a Villa, alle 14.
PRAMOLLO — Giovedì 4 aprile ore 20, riunione
quartierale ai Pellenchi; venerdì 5 incontro dei precatecumeni a Rorà; lunedì 6, ore 20,30, riunione quartierale alle Garde; martedì 9, ore 19, incontro dei giovani al presbiterio.
RORÀ — Venerdì 5 aprile, alle 15, incontro dei ragazzi e delle ragazze del precatechismo con i compagni di Pramollo. Giovedì 11, riunione quartierale alle
Fucine.
SAN SECONDO — Domenica 7 aprile, alle 10, culto
della seconda domenica del tempo di Pasqua, alle
14.30, Unione femminile.
TORRE PELLICE — Riunioni quartierali: venerdì 5
aprile, alle 20,30, alla Ravadera, martedì 9, alle 20,30,
all’Inverso. Sabato 6, precatechismo, dalle 10. Domenica 7, alle 15, alla Casa unionista, studio biblico a cura dell’Unione femminile. Lunedì 8, studio biblico, alle 20,45.
VILLAR PELLICE — Sabato 6 aprile, incontro
dell’Unione femminile con la scuola domenicale.
Giovedì 11, alle 20,30, studio biblico.
VILLASECCA — Riunioni quartierali, alle 20: venerdì 5 aprile a Morasso, lunedì 8 a Pian Faetto, martedì 9 ai Trossieri, mercoledì 10 alla Roccia.
Proseguono gli incontri organizzati dairAssociazione Scuola latina
L'emigrazione italiana a cavallo di 2 secoli
LILIANA VIGLIELMO
COME un vaso trabocca quando è troppo
pieno, la pressione demografica e la conseguente mancanza di lavoro, causarono in Italia tra
la metà dell’800 e l’inizio
della prima guerra mondiale la. più grande ondata migratoria del passato
più recente, che viene
studiata ora minuziosamente nelle sue caratteristiche singolari. Sabato
23 marzo a Perosa Argentina, nel corso di un incontro su queste tematiche organizzato dall’associazione Scuola latina,
Tiziana Barugola e Mauro Reginato, ricercatori di
Statistica e di storia dell’emigrazione piemontese all’Università di Torino hanno cercato di con
densare nel poco tempo
a disposizione un evento
che ha già prodotto centinaia di studi e di pubblicazioni specifiche.
Anche le Valli conobbero questo fenomeno
ed è probabile che siano
poche le famiglie che ancora oggi non abbiano
qualche lontano parente
in una delle Americhe.
Reginato ha riconosciuto
all’emigrazione valdese
alcune caratteristiche
più qualificanti: l’alfabetizzazione, una preparazione del viaggio più accurata, anche se non era
totalmente in grado di
assorbire il trauma dell’inserimento, una coesione interna molto marcata. Il pastore Sergio Ribet che ha prestato servizio a più riprese in Uruguay, ha sostenuto nel
Piroscafi deiia speranza
corso dell’incontro di sabato 23 che spesso i vaidesi, fino a poco tempo
fa, ignoravano la presenza sul territorio di chiese
presbiteriane o metodiste a loro molto simili;
così pure scoraggiavano
sistematicamente i matrimoni con cattolici.
Tuttavia, questo spirito
di campanile ha fatto sì
che si può parlare oggi di
Chiesa valdese dell’area
rioplatense, mentre i vaidesi che si erano stabiliti nella zona intorno a
New York e nel North
Carolina sono integrati
ecclesiasticamente con
le chiese locali, anche se
mantengono una passione sempre viva per tutto
ciò che ricorda le valli
della loro origine.
Il flusso migratorio
verso le Americhe si è esaurito circa 30 anni fa
ma altri popoli sono tuttora in movimento, con
le stesse motivazioni degli italiani di allora: la fame, prima di tutto, la ricerca di una vita migliore, a volte il desiderio di
una vita più libera. Molte
storie di emigranti si potranno ancora scrivere.
^ Nasce un gruppo di studio
Un 2006 occitano?
Si è costituito ufficial! il gruppo di lavoro
Caricato di elaborare
^lative e progetti di vaizzazione della cultura
“Altana in vista delle
^“mpiadi 2006. Fanno
^^1 gruppo, coordi'l^ll’Assessore alla
Rnk ^^11^ Regione,
foberto Vaglio, gli enti
li spof*® . PPccsentativi del terrioccitano.
csibile'^dell’D^'®^**'^® b di fare
.re 10 olimpico una
di promozione
zinn '”8ua e della tradii, ® occitane, anche in
StabS dell!.® '? l^Sge di tutela
^ stiri! ”^*ooranze lingui
ba. Si vorrebbe elabo
rare un progetto di comunicazione che si sviluppi nel corso degli anni
e culmini nei giorni delle
gare. Due gli appuntamenti che si terranno già
nel mese di maggio 2002.
Il primo è l’inauprazione della sede di Espaci
Occitan a Dronero nell’ambito del Salone del libro di Torino. Il secondo
è un convegno che avrà
luogo a Villar Perosa il 18
maggio sul tema: «Il ruolo della lingua occitana
nei Giochi olimpici invernali». Il gruppo di lavoro
si riunirà nuovamente a
giugno per definire nuove iniziative.
Casa delle
diaconesse
Torre Pellice
DONI PRO RISTRUTTURAZIONE RICEVUTI DAL 1” MAGGIO AL 31 DICEMBRE 2001
£ 20.000: Elena Prochet, Torino; Franca Eynard, Torre Pellice.
£ 25.000: Enrico Pons, Prarostino.
£ 30.000: Girardon, Luserna
San Giovanni «per la Festa della Casa».
£ 40.000: Irene e Nina Proietti Bounous, Torino.
£ 50.000: Torre Pellice: Ivonne Clot ved. Long, Giorgio Peyrot, Carla Gasbarro .«per la Festa della Casa», Nelly Giordan
«per la Festa della Casa», Attilio Clot, Laura Eynard in me
moria di Michele Long e Lucia
Sartoris, Mirella Argentieri
Bein; Nelly Zecchin, Venezia;
Elsa Lapisa ved. Boero Rol, Luserna San Giovanni; Nina Maggi «per la Festa della Casa»;
Olga Naso «per la Festa della
Casa»; Friedel Sellar!; n.n. «per
la Festa della Casa»; n.n. «per
la Festa della Casa»; Emma
Beux, Torino in memoria di
suor Margherita Jourdan; n.n.,
Prarostino in ricordo della signora Maria Luisa Gallo.
£ 70.000: Sauro Gottardi, Albisola.
£ 100.000: Torre Pellice: Tullio Fiorio Marco, Susanna e
Catterina Long «per la Festa
della Casa», Daniele Rochat,
Elena Avondet e R. Toscano,
n.n. «per la Festa della Casa»,
Ada Silenzi «per la Festa della
Casa», Margherita Pons «per
gli sposi Donatella e Piercarlo
(6 luglio 2001), Andrea Ribet
«per la Festa della Casa», Antonia Figliola, Liliana Ribet; Torino: Matilde Turin, Caterina
Winkelmann, Maria Piera; Lydia Pagliani Podio, Milano;
Bruno e Aurora Avondetto,
Prarostino in mem. di Lidia Paschetto; Elsa Balma, Pinerolo
«ricordando tutti i miei cari»;
Clelia Gaydou, Luserna San
Giovanni; Gruppo diaconesse
di Wuppertal, Germania, n.n.
£ 124.410: past. Ausgar
Kuhnrich, Svizzera.
£ 150.000: Orfilia Godino,
Prarostino; Lilia John Scotta,
Luserna San Giovanni.
£ 200.000: Torre Pellice:
Vanna «per la Festa della Casa», Dorina Bottatti, Ulrico
Scroppo; Odette Balmas Eynard, Luserna San Giovanni;
Lelia Costantino Costante, Pinerolo.
£ 300.000: Alma Bertinat,
Torre Pellice.
£ 350.000: Unione femminile, San Secondo di Pinerolo.
£ 500.000: Torre Pellice:
suor Ermellina Pons «per la Festa della Casa», Vanna; Luserna
San Giovanni: Franca Dall'Occo, n.n.; Miranda Giraud «per
la Festa della Casa», Pinerolo;
B.M., Torino.
£ 800.000: Società di cucito.
Torre Pellice.
£ 1.000.000: Giuliana Gay
Eynard, Pinerolo; n.n.. Torre
Pellice.
£ 1.730.000: Maria Luisa
Mathieu, Pinerolo «i nipoti in
mem. di Ersilia Mathieu».
£ 1.979.991: Fredericke Wacker Plankstadt, Germania.
£ 2.000.000: Salvatore De
Felice, Torino.
£ 2.500.000: Ernesto Imberti
Torre Pellice.
N.B. I doni pervenuti dopo il
31 dicembre 2001 saranno pubblicati prossimamente in euro.
18
PAG. 14 RIFORMA
i E Eco Delle Yaui Aàldesi
VENERDÌ 5
aprile
Dopo la decisione del Torce della settimana scorsa
Olimpiadi 2006: sarà Pinerolo
la sede del curling olimpico
Dal 25 marzo è ufficiale; le Olimpiadi di Torino
2006 per Pinerolo vorranno dire curling e non
hockey femminile. Nella
sua riunione del 25 infatti l’ufficio di presidenza
del Toroc ha deliberato
lo spostamento della sede del torneo olimpico di
curling da Torino a Pinerolo e il torneo di hockey
femminile, la cui fase eliminatoria inizialmente
doveva essere ospitata
nell’impianto pinerolese,
nella struttura che nascerà in corso Tazzoli a
^Torino. «Questo cambio
- dicono al Toroc - è nato dall’esigenza di rimodulare l’organizzazione
dell’hockey durante i
giochi e, contemporaneamente, dalla volontà
di garantire a Pinerolo
un torneo dalle fasi preliminari alle finali». Pinerolo quindi ospiterà l’intero torneo di curling; 30
gare in 12 giorni con venti squadre coinvolte, 10
Il palazzetto del ghiaccio di Pineroio
maschili e 10 femminili.
Per il torneo a Pinerolo
si utilizzerà il palazzetto
del ghiaccio già esistente
anche se saranno necessari lavori di adattamento
(costo circa 9 milioni e
mezzo di euro) e raggiunta di una quarta tribuna ottenendo così una
capienza di 3.000 posti.
Tutto sommato soddisfatto anche il sindaco di
Pinerolo, Alberto Barbero, che dopo aver evidenziato che Tamministra
zione è stata coinvolta
nella decisione del trasferimento ha sottolineato
che la ristrutturazione del
palazzetto prevista «lascerà in eredità alla città
un impianto in grado di
ospitare perfèttamente le
gare di hockey e altri
sport del ghiaccio. Il pa'lazzetto rinnovato avrà
dimensioni compatibili
con le esigenze degli appassionati e non presenterà costi di gestione eccessivi».
Ä Ex internati
Si attende il
risarcimento
Ci sarà, da parte tedesca, un riconoscimento
per quanto subito sotto il
nazismo da parte degli
internati militari italiani?
Alcuni mesi fa l’on. Giorgio Merlo aveva presentato in merito un’interrogazione al presidente del
Consiglio dei ministri.
Merlo ricordava come
dal ’43 circa 700.000 italiani furono e costretti ai
lavori forzati: nel 2000 il
governo tedesco creò
una fondazione con l’obiettivo di indennizzare
gli italiani e quasi in
100.000 chiesero di veder
riconosciuto il diritto ma
nel 2001 il governo tedesco escluse dagli indennizzi gli ex internati militari a favore dei soli civili.
Nella sua risposta il sottosegretario Roberto Antonione ha ribadito l’impegno del governo a promuovere, con il coinvolgimento dei governi tedesco e austriaco, il riconoscimento degli internati militari italiani.
* Le «Nonne di Plaza de Majo» ospiti di Torre Pellice il giorno di Pasqua
Desaparición: continua la ricerca di verità
All’insegna della solidarietà, per
non dimenticare e per continuare
a credere e volere la giustizia Estela Carlotto e Rosa Roisimblit, presidente e vicepresidente delle
«Abuelas de plaza de Mayo» (Nonne della piazza di Maggio), sono
arrivate da Buenos Aires la scorsa
settimana, dirette a Ginevra alla
conferenza per i diritti civili. Durante la loro pausa italiana le due
argentine sono state ospiti della
città di Torino, ricevute dalle massime autorità locali, e nel fine settimana pasquale sono state a Torre Pellice. Qui hanno partecipato
a un convegno alla Galleria civica,
dove hanno reso una forte testimonianza delle vicende dolorose
che le hanno viste e le vedono ancora protagoniste.
«La nostra lotta perché si faccia
giustizia nel nome dei tantissimi
desaparecidos - ha detto Rosa
Roisimblit, 82 anni - non finirà
con noi. Siamo pronte come associazione ad affrontare altri processi, non smetteremo mai di cercare la verità. Ogni volta che un
nipote, un figlio vengono rintracciati è una festa per tutte noi». Oggi i figli dei desparecidos, dati in
adozione attraverso sotterfugi,
sottratti alle giovani madri naturali, che spesso partorivano bendate, comprati o regalati alle famiglie dei potenti dell’epoca della
dittatura, sono uomini e donne
tra i venticinque e i trent’anni.
«Non è facile - ha spiegato Estela
Carlotto - dire a un giovane uomo
0 donna che i genitori che crede i
propri siano degli impostori, che
magari sono stati conniventi con
chi ha ucciso i loro genitori naturali. Per questo abbiamo creato
un’équipe di psicologi che aiuti
noi e i giovani ritrovati a vivere
queste situazioni. Non c’è nella
storia nessun precedente simile e
affrontare oggi le conseguenze di
alcuni dei tanti aspetti della desaparición è un compito arduo».
Jorghe Ithurburu, consulente
parte civile nel processo di Roma,
ha ribadito che le responsabilità
dei governi a livello internazionale
sono state molte e che ancora oggi
è difficile scavare tra silenzi, connivenze, su quanto è realmente
accaduto circa trent’anni fa. Le
due argentine hanno assistito poi
nella serata di sabato 30, al Teatro
del Forte, alla rappresentazione di
«Più di mille giovedì», con Gisella
Bein, per la regia di Renzo Sicco,
ebe con Assemblea Teatro sostiene da anni la battaglia delle abuelas. 11 giorno di Pasqua le due
nonne hanno partecipato al culto,
portando ancora una volta la loro
voce, di fronte alla comunità valdese, che hanno ringraziato particolarmente per l’impegno del
mondo evangelico italiano.
APPUNTAMENTI
5 aprile, venerdì
PINEROLO; Nella sala da concerto Italo Tajo, alle
21, concerto del duo violoncello. Margherita Monnet,
e pianoforte, Stefania Salvai,, musiche di Debussy e J.
Brahms. Ingresso libero.
LUSERNA SAN GIOVANNI: Nella palestra comunale,
alle 20,45, serata musicale con il gruppo «The Keys».
PINEROLO: Alle 20,45, nell’aula magna della Sumi,
incontro su «Le politiche a favore della famiglia, anche
le leggi cambiano», con Elvio Passone e Piercarlo Pazè.
6 aprile, sabato
ANGROGNA: Alle 21, nel tempio del Serre, concerto
del coro Valpellice, diretto da Ugo Cismondi; offerte
devolute alla squadra Aib di Angrogna.
BAGNOLO: Al teatro Silvio Pellico, alle 21, va in scena «Cerco un sosia anche usato», con la compagnia
teatrale «Soffio di Riso». Offerta libera.
7 aprile, domenica
TORRE PELLICE: Ultimo giorno, alla galleria Tucci
Russo, della mostra fotografica di Paolo M. Sartori.
8 aprile, lunedì
PEROSA ARGENTINA: nella sala della Comunità
montana nel quadro delle lezioni di storia dell’Unitrè
il prof. Franco Carminati parlerà di: «I francesi e la difesa delle valli alpine piemontesi: il “Fort Muontin” a
Fenestrelle. Genesi e nemesi».
11 aprile, giovedì
TORRE PELLICE: Alle 15,30, nella biblioteca della
Casa valdese, concerto con la pianista Lucia Gison,
musiche di Rakhmaninov, Skjabrin, Brahms.
12 aprile, venerdì
PINEROLO; Al teatro Incontro, alle 20,45, Claudio
Ciancio, filosofo, parlerà su «Fine della cristianità e
identità del cristiano».
PINEROLO: Alle 21, nella sala concerti Tajo, nella
chiesa di San Giuseppe, concerto con Angelica Buzzolan e Diego Mingolla, recital musicale e pianistico
tra songs e Broadway.
PINEROLO: Nell’aula magna della Sumi, alle 20,45,
incontro su «La famiglia si apre al mondo», esperienze di volontariato e cooperazione: testimonianze delle associazioni «Amici di don Bosco», «Senza confini»
e «Volontari oratorio di San Domenico».
PINEROLO: Nello spazio espositivo «En Plein Air»,
stradale Baudenasca 118, fino al 31 maggio «In viaggio-De viaje», mostra di giovani provenienti da diversi paesi e territori artistici. Inaugurazione hlle 18.
Centro culturale valdese
Foto ininterrotte
Si inaugura sabato 6
aprile alle 17, nella sala
Paschetto del Centro culturale valdese di Torre
Pellice, la mostra di fotografie di Liliana Grueff
«Ininterrotto. Appunti
per un percorso» curata
da Maria Erovereti.
L’esposizione sarà visitabile fino al 28 aprile
giovedì, sabato e domenica dalle 15 alle 18 ed i
restanti giorni dalle 14,30
alle 17,30 rivolgendosi in
segreteria del Ccv. È una
mostra fotografica in cui
ciascuna immagine (le
dimensioni sono di dimensioni variabili) si lega strettamente alle precedenti. «Sembrano quasi sillabe di parole o parole di un testo, tasselli
di un puzzle», dice la curatrice della mostra.
SERVIZI
GUARDIA MEDICA
notturna, prefestiva,'fesS
telefono 800-233111
GUARDIA FARMACE
(turni festivi con orario 8-^
DOMENICA 7 APR||,g
Villar Pellice; Alilo
Jervis, tei. 930705
Perosa Argentina: Termiij
via Umberto I, telef. 81205
Pinerolo: Nuova - b.go gj,
Lazzaro, tei. 377297 ^
LUNEDÌ 15 APRILE
Fenestrelle: Guicciardi
via Umberto I 1, tei, 83904
Pinerolo: Corti - via Leou
2, tei. 322624
CINEMA
TORRE PELLICE-1
Cinema Trento haij
programma, giovedì 4{
venerdì 5, ore 21,15,
tempo pieno; sabatoj
ore 21,15, domenicali
ore 16, 18,30 e 21,15, t
nedì e martedì, ore 21,15,
Gosford park, di Rotea
Altman.
VILLAR PEROSA-,
Nuovo cinema propone,
sabato 6, ore 21,15, domenica 7, ore 16, 18,3I)(
21,15, lunedì 8, ore 21,15,
A beautiful mind.
PINEROLO — Lamultisala Italia ha in piogramma, alla sala «5cento». Monsters & Co femli: 20,30 e 22,20, sàbato
20,30 e 22,30, domenici
ore 15, 16,50, 18,40,20,1
e 22,20. Alla sala «2centoi
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20.20 e 22,30, domenia
ore 16,05 18,10, 20,15e
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18,30 e 21,15, lunedi,
martedì, e giovedì oie
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Tappa a Pinerolo per ricoridare la barbarie nazista
Un treno per non dimenticare
Il 25 gennaio 2002, nei giorni dedicati alla memoria, è partito da Torino «un
treno della memoria e dei diritti umani», che ha già fatto tappa in 15 stazioni del Piemonte per ripercorrere, con
l’ausilio di uno spettacolo-evento dal
titolo «Deportazione. Viaggio nella perdita dei diritti umani» i luoghi, mostrare le immagini, dare voce a testimonianze di dei giorni efferati quando,
come ebbe a dire il Nobel Elie Wiesel,
«la pazzia nazista entrò nella storia».
11 treno della memoria sarà anche alla stazione di Pinerolo nei giorni 11,12.
13 aprile; inizio spettacoli ore 20,30
con ingresso gratuito. Poiché il numero di posti disponibili per ogni spettacolo è limitato a 70 persone si consiglia
di prenotare al telefono 0121-323186 di
«Nonsoloteatro» che collabora alla realizzazione della manifestazione dal lunedì al venerdì dalle 15 alle 18.
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POSTA
Minoranze linguistiche
Clima di inimicizia
All’hotel Piemonte di Lanzo Torinese si è tenuto nei
giorni 22 e 23 marzo un convegno internazionale organizzato dalla Provincia di Torino sulla tutela delle
minoranze linguistiche dal titolo «Prospettive per
l’operatività di una legge. In ricordo di Arturo Genre».
Nel corso dell’incontro sono stati illustrati, tra l’altro, i risultati ottenuti dai progetti di formazione e di
alfabetizzazione, avviati nelle scuole della Provincia
nel corso del 2001 in applicazione della legge 482-99
sulle minoranze linguistiche. I lavori del convegno
prevedevano fra gli altri l’intervento della dott. Marina Bertiglia, direttore regionale del Centro servizi amministrativi (ex Provveditorato).
Presente ai Convegno in qualità di assessore alla
Cultura della Comunità montana Valli Chisone e Germanasca ho reso pubblica la problematica delle
scuole di valle, riferendomi in particolare ai tagli di
cattedra effettuati nel plessi scolastici di Prali e di
Perrero, e ho spiegato come tale situazione vada a penalizzare una popolazione, scolastica e non, e un territorio che su vari fronti deve già salvaguardare la
propria realtà socio-culturale e lavorativa.
In particolare ho evidenziato l’impegno degli enti
locali preposti per salvaguardare la lingua e la parlata
locali, anche con azioni e interventi scolastici, ma ho
rilevato che se proprio le scuole del territorio montano, dove tale parlata è ancora viva, vengono penalizzate, non solo il diritto alla salvaguardia stessa viene
meno, ma rischia di venir meno anche il prioritario
diritto allo studio. In considerazione di ciò, pubblicamente e ufficialmente, è stata inoltrata la richiesta alla dott. Perno, intervenuta in vece della dott. Bertiglia, di difendere il diritto allo studio in alta valle e nel
territorio montano, diritto propedeutico ed essenziale per poter poi mettere in atto azioni in difesa della
parlata locale. l.a Perno ha garantito di trasmettere al
direttore regionale la richiesta di revisione delle decisioni sul ridimensionamento del personale scolastico
in vai Germanasca.
Sono un cittadino di Massello che da 35 anni lavoB
a Torino e in modo parallelo continua, come tanti*
tri, con la maggiore dedizione possibile, a seguita''
vita lavorativa e politica del paese. Vorrei esprima^
la mia preoccupazione per i metodi adottati recentémente dell’amministrazione comunale.
Considero che amministrare un Comune nonf
gnifica cercare di espropriare i terreni dei «neiniai’i
non vuole dire restringere i diritti delle minoran®
come potrebbe indurre a pensare il recente provyet
mento per la limitazione delle pubbliche affissio®
Ad esempio, al gruppo di Rifondazione comunista
concesso uno spazio di 30 per 20 centimetri su un
superficie totale di 11,20 metri quadri adibiti allo scapo, mentre l’associazione «Valle scura», da anmpt^
sente sul territorio del Comune, non è stata inuW
nell’elenco degli aventi diritto all’uso degli spazi pf''
blici.
Lo stravolgimento effettuato nel Comune di Masello, con pretesti vari, dalle ultime due amminisW
zioni non lasciano dubbi sull’aumento di capitali®
trati a Massello; la contropartita a lungo termina„
però, molto più alta e tutti ne siamo consapev
Amara è la riflessione su un sindaco di 70-75 elei ^
che non riesce a dialogare con gli amministrati
che se critici. Concludendo vorrei affermare che, n
nostante tutto, con gli amministratori desidero av^
gli stessi rapporti di prima, cordiali e sinceri cotn
addice a persone civili. ,. j,
La mia opposizione è contro l’oppressione pf,*'*
amministrativa di imposizione senza coinvolgim
to, senza dialogo; è altresì contro l’esternazion®
inimicizia sfrontata e scortese che, ahimè, contm
imperversare nel Comune di Massello.
Giancarlo Micol - Mass®®
Ixiura Balzani
assessore alla Cultura della Comunità montana
valli Chisone e Germanasca, Perosa
RADIO BECKWITH EVANGELICÉ
FM 91.2CXD-96,550. Tel. 0121-954194
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Se, e come oggi si intrecS l’orgoglio maschile e la
Stà con la procreazione.
5olo questione di donne?
pa queste semplici domande emerge che su questo
Leno stanno desideri tanto
Lschili quanto femminili. E
fflttavia, quella dell’emhrione
Ideile tecniche di riprodurne assistita sembra restare
una questione di donne. È il
corpo femminile che viene a
iU riprese bombardato di
Soni ed esposto a rischi
(per lo più noti) per poter
Ldurre ogni volta solo queSvuli che possono essere
Ltati (fecondati e impiantati). Qui l’etica ci può aiutale a intravedere il legame tra
il desiderio e i corpi, perché i
corpi non divengano oggetti
0 agglomerati di pezzi vendibi separatamente. Non interessa anche agli uomini di'
questo paese il fatto che si
fondi l’identità personale e
familiare sull’appartenenza
genetica dell’embrione? Questa legge, infatti, vieta l’inseminazióne eterologa, mostrando quindi che l’interesse
è quello di definire i confini
della famiglia a partire dal
Dna, piuttosto che dagli affettie dai legami d’amore.
Quando inizia la vita
Nemmeno scienziati non
sono oggi in grado di dirci
quando inizia la vita, anche
se possono segnalarci il momento in cui l’embrione mostra di patire: la capacità di
sofferenza sarebbe dunque
uno di quei punti di trapasso
alla vita cosciente, vita animale, vegetale, vita personale
come noi la conosciamo. È
ataeno un criterio e a noi appare particolarmente interessante: dice i modi di stare in
relazione; rende esplicito il
fatto che la relazione opera
fra due soggetti che si influenzano a vicenda. E forse è
questa dimensione della relaàone che continua a mancare in questa proposta di legge; la relazione fra madre e
feto 0 embrione, la relazione
Irai due che desiderano un
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rere all’intervento medico. Le
relazioni d’amore e di desiderio che si giocano nel gioco
della riproduzione umana e
che coinvolgono i medici, le
società, Dio. Certo, Dio è presente nella ricerca del desiderio e nella disperazione che
nasce dai limiti del nostro
corpo. A volte è presente solo
perché ci modelliamo alla
sua onnipotenza così come la
scienza medica sembra aiutarci a fare.
L'autodeterminazione
femminile
È anche importante oggi
recuperare il senso dell’autodeterminazione femminile,
sapendo che siamo nuovamente in un tempo in cui, anche in Italia, tante donne non
sono padrone di se stesse, ma
diventano merce di scambio.
È importante che questo stato di fatto sia combattuto, e
non agevolato, dalle lepi che
parlano dei nostri corpi e delle nostre relazioni. Siamo in
un tempo che conosce la fine
della civiltà occidentale come
noi la conosciamo: il calo demografico in Italia sembra
quasi venire a sostenere il ricorso alle tecniche di riproduzione assistita.
Anche su questo piano tuttavia, potremmo assumere in
modo positivo la presenza di
famiglie immigrate, che costituiscono già oggi il tessuto
della nostra società. Se la
scienza medica e genetica
viene ricondotta al mondo e
alla cultura in cui si sviluppa,
può essere ridimensionata. E
il ruolo del Parlamento può
alzarsi dalla posizione di chi
giudica chi è famiglia e chi
non lo è, su quali legami genetici si fonda la nostra appartenenza reciproca. Può
controllare l’utilizzo delle tecniche di riproduzione assistita nei centri medici senza leggi pesanti, e agire d’altro lato
per costruire quei legami di
fiducia sociale che ci fanno riconoscere e che possono aiutarci ad allargare la responsabilità genitoriale. Non sono
tutti i piccoli come nostri figli
e figlie da educare e amare?
Letizia Tomassone
L) INNO Resta con me, Signore, il dì declina, n. 294
(che nell’Innario del 1922
aveva, anche al n. 162, il testo
parallelo Res ta con noi, SiP'we, il giorno cade) è uno dei
più belli della nostra raccolta- L’autore, William Henry
Monk (1823-1889) fu direttoti di coro e professore al
Nng’s College di Londra; egli
t^Ppe unire in questa melodia
alla veste religiosa e nobile
atta lirica impronta di cordiattà e di affettuosità, quanto
adatta a dei viandanti che
offrono a un occasionale compagno di viaggio di stare ancota insieme a cena. A tale attnosfera intimista concorre
*armonia», che nella sua cortottissima logica può parere
Porsino ovvia, ma è inoltre
olce e raccolta, ed evoca la
ttopidazione per la notte imjttinente e il sollievo di un colOi^io rassicurante.
Quanto al racconto biblico
0 e origina il testo, si pensa in
floiiere che i due discepoli, angosciati aU'idea della solitudióei pericoli notturni,
'odano aH'uomo che è stato
^on loro di non lasciarli soli:
^3tebbe loro conforto la preOza di una persona così sage istruita nelle sacre scrit3vche, però, chi peni due temano non per se
stessi, ma per il loro nuovo
amico: lo invitano a sostare
con loro perché possa sentirsi
lui stesso più sicuro grazie alla
loro compagnia.
Sia giusta Luna o l’altra
spiegazione, il loro atteggiamento patetico e amichevole
è espresso assai bene dalla melodia: essa infatti rimane in
sospeso nella prima parte, ove
si ha un senso di angoscia; invece la seconda parte ha un
chiaro senso affermativo, e
quindi di sicurezza, tanto più
con la ripetizione rallentata
delle note la sol fa mi sulle parole «con me, pietoso Redentor». Non per nulla l’inno ha
goduto di gran notorietà e
consenso: in esso si fondono
egregiamente il sentimento
dell’animo umano (aspetto tipico degli inni del Risveglio)
e il messaggio biblico, che appare in tutta evidenza, ove si
parla della fiducia rinata, dopo
che Gesù ha rinnovato il gesto benedicente dell’ultima
cena (Luca 24, 30-31). I due
riconoscono nel commensale
il Signore della vita e della
salvezza, e capiscono che in
realtà erano loro ad aver bisogno di lui. Vanno allora ad
annunziare agli altri discepoli
la loro scoperta: «Lo abbiamo
riconosciuto mentre spezzava
il pane», dichiaravano.
Pagina Dei Lettori
PAG. 15 RIFORMA
odx Olimpiadi invernali del 2006 e testimonianza cristiana, un dibattito necessario
Da che parte «profeteremo» noi evangelici?
ALBERTO ROMUSSI
Lf ARTICOLO «Le chiese alle olimpiadi» (n. 10 di
Riforma) ha il grande pregio
di aprire per tempo il dibattito sul nostro «coinvolgimento» come evangelici. Leggo
con stupore che il past. Platone, dopo aver citato i «milioni
di dollari» che sono stati necessari per finanziare «...un’
operazione grandiosa, paragonabile soltanto ad una
guerra», aggiunge: «Diciamo
subito che non c’è un reale
conflitto tra Io spirito olimpionico e lo spirito evangelico: sono entrambi universali
(...) e portatori di pace e fratellanza tra i popoli».
La profonda stima che ho
per il past. Platone mi porta a
pensare che tali affermazioni
siano in realtà per lui parte di
un suo ragionamento più vasto, e nell’insieme probabilmente più cauto. A ogni modo, mi permetterei di aggiungere una serie di pensieri e
domande di indole diversa.
Pur volendo ammettere che lo
spirito evangelico e quello
olimpionico siano entrambi
«universali» e «portatori di
fratellanza» (ma dove sarà poi
tutta questa «fratellanza» tra
un orgoglioso e prestante
atleta occidentale vestito da
guerre stellari che incassa milioni per centimetro quadrato
già soltanto vendendo gli spazi pubblicitari della sua tuta
sportiva, e uno storpio vestito
di stracci che chiede l’elemosina in un vicolo buio di Calcutta?) rimane comunque il
fatto che lo «spirito olimpionico» adora e rende il culto a
un «Dio» diverso dal nostro, e
cioè a un intero Pantheon di
centinaia di «dii» (in verità
molto poco divini e molto
umani, leggi doping) in cerca
di culto e gloria sportiva e
commerciale.
Come si porrebbe, mi chiedo innanzitutto, una nostra
eventuale partecipazione culturale al prossimo evento
olimpionico di fronte al nostro dovere di credenti di saper attribuire gloria e onore
soltanto a Dio e non agli umani? E se accettassimo di presenziare culturalmente a que
ste Olimpiadi, come si concilierà la nostra acclamazione
per i successi e meriti di queste divinità atletiche con il nostro riconoscimento del fatto
che ogni merito e successo
viene non dall’uomo ma da
Dio soltanto? Secondariamente, Platone parla giustamente di milioni di dollari
«bruciati» in una tale occasione. Infatti non sono forse
queste olimpiadi, con il loro
sperpero di miliardi in faraoniche inaugurazioni, banchetti, festeggiamenti e coreografie da basso impero,
uno dei tanti modi in cui il
mondo ricco si dimentica e si
schernisce di quel mondo che
in altre parti del pianeta conosce invece soltanto miseria,
fame e violenza? Con quale
coscienza ci lasceremo coinvolgere in tali avvenimenti ?
E se ci verrà poi offerto di
partecipare culturalmente
all’avvenimento olimpionico,
ricordandoci che qui non siamo in America ma nell’Italia
di Berlusconi, quale tipo di
«spazio» ci verrà poi in-concreto assegnato? Uno spazio
realmente «culturale», oppure
uno spazio soltanto e puramente «telegenico», secondo
quei criteri di audience da nani e ballerine che da un ventennio ormai tristemente conosciamo? Scenderanno forse
le donne in costume valdese a
marciare nella carnevalesca
sfilata il giorno dell’inaugurazione delle olimpiadi? Al seguito della maschera di Gianduia sfilerà pure, in rappresentanza delle valli valdesi,
quella di un tizio dalle fluenti
chiome con una spada in mano e i gambali da «gatto con
gli stivali» ai piedi, a braccetto
magari con quella di un distinto e zoppicante gentlemen inglese con una gamba
di legno, in modo che tutto il
mondo si domanderà in mondovisione: ma chi sono mai
quei due, il gatto e la volpe?
Daremo al mondo una migliore testimonianza di Dio
partecipando a questo evento mondiale e ponendo con
questo per un quarto d’ora la
nostra storia e la nostra presenza al centro dell’attenzione di tutto il pianeta, oppure
FONDO DI SOLIDARIETÀ
conto corrente postale n. 11234101
intestato a La Luce, via San Pio V 15,10125 Torino
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50,00: Nelsa Giorgi
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versati il 26.02.02
Totale: 254,94
Tot. precedente: 4.176,39
Interessi 2001: 16,86
Totale: 4.448,19
Addebiti
Commissioni per
accrediti bollettini: 0,80
Competenze
tenuta Ccp: 30,99
Imposta bollo: 13,94
In cassa il 28 febbraio:
4.402,46
(pari a £8.524.351)
Continuano 1 ritardi delle
Poste nell’inviare i bollettini
con il nome dei donatori.
Possiamo quindi per il momento solo segnalare l’accredito con l’indicazione del
conto Ccp che lo ha registrato (es. CuasTo).
Bilancio anno 2001
(avere) In cassa il 1°-01-01:
£ 9.594.255
Interessi anno 2000: £2.747
Offerte: £8.500.000
(dare) Imposte e tasse
£ 108.390
spese ccp: £ 2.000
Spedite in Eritrea:
£ 10.000.000
In cassa il 31-12-01:
£ 8.086.612
Totale a pareggio:
£ 18.197.002
Queste cifre si riferiscono
all’aiuto che stiamo dando alla Cooperativa dei mutilati di
guerra in Eritrea. Ora il pastore Franco Taglierò, membro
del Consiglio della Cevaa ci
segnala un progetto in favore
della chiesa evangelica del
Camerún. È una chiesa sorta
dalla predicazione della Missione evangelica di Parigi iniziata 150 anni or sono e che
conta oggi più di un milione
di membri. Pur fra mille difficoltà essa gestisce una importante opera sociale fra cui
cinque ospedali e 40 dispensari con 1.800 letti e 800 dipendenti. Esiste già un aiuto
da parte degli ospedali evangelici italiani con l’invio di attrezzature e scambi di medici. Il progetto che vi presentiamo oggi vuole rispondere a
una necessità dell’ospedale
di Njissé (il più a Nord e il più
periferico) con 350 letti. Si
tratta di rinnovare almeno
130 materassi ormai vecchi e
inutilizzabili e che devono
essere buttati. Si tratta, naturalmente, di materassi di crine vegetale e ognuno di essi costa 30,00 euro. La meta
da raggiungere è quindi di
3.900,00 euro (7.551.000 lire).
Abbiamo quindi due opzioni:
chi vuole continuare il sostegno all’Eritrea o chi preferisce sostenere questo nuovo
progetto. Vi preghiamo di
specificarlo sul vostro versamento e vi ringraziamo, (f.d.)
daremo una migliore testimonianza di Dio astenendoci
dal lasciarci coinvolgere in
questo enorme conclave pagano? (a ben guardare, pagano persino nel nome). Tutto
dove nel mondo si concentra
e si accumula così tanto denaro e potere (in questo caso
potere pubblicitario), non c’è
forse sempre anche un Satana pronto a dirci: «Adorami!
(cioè giustificami, legittimami) e io te ne darò un pezzetto?». L’Antico Testamento ci
parla dei «profeti di corte» e
dei «profeti di Dio: noi da che
parte «profeteremo»?
POSTA
^ecumenismo
della sofferenza
Non è vero che la maggioranza dei cristiani sia di pelle
bianca. Il cristianesimo ha
un’origine non occidentale, o
meglio è una religione extracomunitaria: lo troviamo in
Africa prima che in Europa,
in Cina prima che in America. Tre quarti dei cristiani si
trovano nel Terzo Mondo, o
se preferiamo nei «paesi emergenti». Non è vero che il
cristianesimo sia una fede al
«maschile». La maggior parte
dei cristiani sono donne, le
chiese cristiane sono fatte soprattutto da donne. Non è
vero che il cristianesimo sia
senza futuro, destinato all’estinzione. Sebbene nel XX
secolo i morti e le persecuzioni siano innumerevoli, il
cristianesimo continua a crescere rapidamente.
Sono cristiane molte donne africane che lavorano dalla mattina alla sera nei campi
alla ricerca della sopravvivenza. Sono cristiani molti
indiani «intoccabili» che per
vivere puliscono le strade dagli escrementi. Sono cristiani
gli schiavi del Sudan. Sono
cristiani molti «ciclisti» di
Shangai. Sono cristiane le
donne delle Filippine, spesso
sfruttate nel moderno Occidente. Sono cristiane le donne arabe che sono state stuprate e sono state bagnate
dall’acido per eliminare dal
loro volto o dal loro corpo
qualche segno cristiano. Sono cristiani i vescovi uccisi in
Sud America. Sono cristiani i
protestanti fatti saltare come
fuochi d’artificio in Pakistan.
Cristiani che, malgrado tutto,
cercano solo un tempo, uno
spazio di libertà per vivere la
Nuovo telefono
Il pastore Domenico Dentico comunica il proprio numero telefonico: 011-332703.
Passatempo
Soluzione del cruciverba del
numero scorso
loro vita con gioia, entusiasmo e gratitudine.
È stupido pensare di poter
identificare e uniformare il
cristianesimo in una qualche
matrice etnico-nazionale. Se
però qualcosa si può dire dei
diffusi attacchi verso i cristiani è che questi sono veri e
propri attentati alla libertà. La
persecuzione dei cristiani è
spesso il segnale che una seria
repressione di altri diritti
umani è in corso. Se i cristiani
sono uccisi o perseguitati sicuramente altre morti e altre
persecuzioni seguiranno.
Molti cristiani, poi, si trovano ai vertici di organizzazioni umanitarie, organizzano campagne per i diritti dei
popoli ma forse più importante di ciò che fanno è quello che sono, come vivono e
perché soffrono. Cittadini
normali, loro appartengono a
un altro «re», a un governatore diverso. La loro fedeltà ultima non è a un dato sistema
politico. Qualunque cosa
pensiamo della relazione esistente tra Dio e Cesare, per
molti cristiani Cesare non è
Dio e questa confessione colpisce al cuore qualunque regime o sistema totalitario,
procurando risposte sanguinarie e violente.
Molti cristiani sono perseguitati semplicemente perché sono cristiani, e la loro
vita è spesso un’offesa imperdonabile per tutti coloro
che amano la corruzione e
che non tollerano visioni diverse. Loro, i cristiani, sono
soprattutto testimoni di qualcosa che non si lascia assoggettare al controllo umano.
Loro ci insegnano che esiste
un ecumenismo della sofferenza che non può lasciarci
indifferenti.
Giuseppe Rizza - Trento
■ PARTECIPAZIONI ■
RINGRAZIAMENTO
«to ho combattuto il buon
combattimento, ho finito
la corsa, ho serbato la fede»
Il Timoteo 4, 7
Il marito, il figlio, la figlia e i familiari tutti di
Carmelina Buffa Rostan
ringraziano quanti si sono uniti al
loro dolore con presenza, scritti,
parole di conforto e fiori.
Un grazie alle signore Laura,
Eliana, Lina e Simona che l’hanno pazientemente assistita in
questi ultimi anni, ai vicini di casa
per la loro disponibilità, al dott.
Bevacqua e al pastore Pasquet.
Torre Pellice, 5 aprile 2002
I necrologi si accettano
entro ie 9 dei iunedì. Tei.
011-655278 - fax 657542.
La Società di studi valdesi - Torre Pellice
INVITA
alla presentazione del libro
La Trinità e l’Anticristo
di Sergio Carletto e Graziano Lingua
a cura della’Associazione Giorgio Biandrata di Saluzzo. Interverranno Gianni Rabbia, Lea Carla Antonioletti
SABATO 6 ARILE ore 20,45
Biblioteca della Casa valdese, via Beckwith 2, Torre Pellice
m mmerStitce
claudmna
via Principe Tomaso, 1 - Torino
tei. 011-6689804 - fax 6504394
http://www.claudjana.it
20
PAG. 16 RIFORMA
Anche di questo si è discusso al recente Forum sociale mondiale di Porto Aiegre
Un'altra spiritualità è possibile
Trasversale ai circa 900 seminari e 50 conferenze è stata la discussione su una possibile
nuova spiritualità, frutto di confronti a vari livelli tra le diverse religioni esistenti nel mondo
Simone Lanza
Un altro mondo è possibile
e a Porto Aiegre si sono incontrate oltre 40.000 attivisti
di tutto il pianeta per discutere suile alternative possibili
al modello di sviluppo economico neoliberista che sta
facendo vittime su scala globale a causa delle politiche
dell’Organizzazione mondiale del commercio, della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale. Trasversale ai circa 900 seminari
e 30 conferenze è stata la discussione su una nuova spiritualità possibile, frutto di
confronti a diversi livelli di
cristiani, musulmani, buddisti, ebrei e molte altre comunità religiose del pianeta.
Simbologie diverse che però
si sono ritrovate non solo
contro il neoliberismo ma soprattutto per un altro mondo,
riscoprendo valori comuni.
Frei Betto
In una delle conferenze iniziali il domenicano brasiliano
Frei Betto ha richiamato che
l’attenzione sulla qualità della vita deve essere riproposta.
Al centro della nuova pedagogia trasformatrice occorrerebbe rimettere il sacro, cbe
si oppone al lusso, al lucro e
al mercato. Nel periodo della
globo-colonizzazione, termine che denota il processo coloniale e predatorio della globalizzazione attuale, si mondializza una perdita di sensibilità cosmologica a cui si
può supplire solo riproponendo delle questioni che
scuole e televisioni non trattano: dolore, violenza, razzismo, genere, esperienza di
Dio (le scuole trattano solo le
dottrine), affetto, sessualità.
Violenza e sesso sono gli ingredienti essenziali dei film
di intrattenimento che producono morte della memoria
ma mai dialogo e crescita.
Domina oggi su tutto il pianeta l’immagine, e la cultura
è intrattenimento: scopo dei
mass media sarebbe, sempre
secondo Betto, far non pensare la gente perché chi pensa tende all’anticonsumismo.
È quindi necessaria un’educazione amorosa per la vita
politica, a cui la scuola e i
media diseducano programmaticamente. Frei Betto ha
ricordato che i più grandi politici brasiliani sono cresciuti
nella pastorale cristiana.
Francisco Silva
Questo movimento sta
muovendo essenzialmente
nuovi valori, nuovi modi di
vedere il mondo. II ristabilimento della verità significa,
ba spiegato Francisco Silva,
pastore anglicano, organizzatore del «forum inter-religioso contro la violenza», guardare il mondo dal punto di
vista delle ultime e degli ultimi. Cominciare dalle ultime,
dalle più escluse. Guardare
da qui il destino del pianeta,
significa scoprire il ruolo profetico di ogni atto religiosopolitico, che deve contrapporsi al potere dei pochi prepotenti. La verità è quindi il
ristabilimento di un punto di
vista, un guardare dal basso,
interrogandosi.
Altro valore intorno a cui in
diversi forum si è posta l’attenzione è la salvaguardia del
creato: non si tratta solo di
difendere l’ambiente ma di
costruire nuove relazioni sociali con nuove relazioni col
mondo, iniziando dal rapporto con la terra, l’acqua e
l’aria. Distruggendo gli equilibri millenari di questi elementi con le forme del vivente, l’attuale modello di svi
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Un'immagine del Forum sociale mondiale di Porto Alegre
simbolico dove la simbiosi
naturale ha un ruolo preponderante nella costruzione di
luppo rischia di mettere in
pericolo la possibilità di riproduzione della vita in tutte
le sue migliaia di forme, la
biodiversità in primo luogo.
In termini teologici si sta uccidendo la Pachamama, la
madreterra. «Oggi - dice Silva
- la Dea è ferita, sofferente».
La sofferenza della terra dà
consapevolezza dell’importanza di portare avanti il dialogo interreligioso su un piano politico e di affrontare le
questioni politiche con una
nuova spiritualità.
François Houtait
Secondo François Houtart,
direttore del «Forum mondiale delle alternative», a Porto
Aiegre siamo stati di fronte a
un nuovo orizzonte simbolico
che sta incantando nuovamente il mondo proprio dove
il mondo sta per essere disincantato in ogni suo angolo
dal neoliberismo. Un piano
una nuova etica sociale e comunitaria a dispetto di un
presunto antagonismo naturale tra specie e tra individui
che la biologia e l’economia
capitalistica insegnano nelle
università di tutto il pianeta
come capisaldi scientifici.
Queste nuove spiritualità
sono chiaramente mosse da
una vocazione per la giustizia, non solo per la giustizia
legale, sempre più infranta
dai potenti (diritti umani e
risoluzioni dell’Onu) ma soprattutto per la giustizia distributiva, quella che dovrebbe dare equo accesso alle
possibilità-e ai diritti di tutte
e di tutti, bambine, bambini,
anziani, uomini e donne. Secondo una fiaba raccontata
dai vecchi indigeni chiapanechi, all’inizio le parole universali erano pace, giustizia.
democrazia: senza di esse
non sarebbe possibile nessun
linguaggio umano.
Muniz Sodré
Il nuovo spirito dei tempi
che si è respirato a Porto Aiegre, ha fatto notare l’afrobrasiliano Muniz Sodré, sta più
nei processi e nelle emozioni, nei sentimenti che sono
circolati piuttosto che nei
concetti e nei programmi
elaborati. È questo il livello
spirituale più profondo, un
livello emozionale, fonte
dell’alternativa ragionevole
che si sta proponendo. Perché la spiritualità riguarda la
capacità di cambiamento e
di empatia dell’essere umano. Porto Aiegre è stato quindi un incontro e non un congresso, una «fiesta» e non
una manifestazione ufficiale:
tanti intenti anziché dei punti programmatici.
(1 - continua)
Milano, 19 nnarzo: convegno organizzato dal settiimanale «Vita»
Il microcredito per dare fiducia ai poveri
ENRICO PAVONI
IN un mondo dove i poveri
I ■
non valgono niente, l’economista Muhammad Yunus,
nato in Bangladesh, ha presentato la banca dei poveri: la
Grameen Bank (la banca del
villaggio) che, fondata 25 anni
or sono in Bangladesh, è nata
da un’idea semplice e straordinaria che mette a disposizione dei poveri, esclusi dal
circuito economico tradizionale, delle piccole somme di
denaro per finanziare microprogetti prevalentemente affidati alle donne (circa il 95%)
nell’ambito rurale e urbano. Il
prestito ha scadenza annuale
e può essere rinnovato. È basato sulla fiducia e sulla creatività e potenzialità dei poveri
e ribalta il concetto delle Banche convenzionali che prestano a chi possiede beni e garanzie con il sospetto che il
prestito non verrà restituito.
Nella Grameen Bank il tasso di interesse è del 20% anno e il tasso di restituzione
dei prestiti supera il 95%, superiore a quello delle banche
convenzionali dove le «sofferenze» risultano spesso assai
elevate (vedi l’esempio recente della Enron, il colosso
energetico Usa che ha dichiarato bancarotta coinvolgendo anche istituti bancari
italiani). La Grameen Bank
conta oltre 2,5 milioni di beneficiari con una raccolta di
un miliardo di dollari; è presente in 40.000 villaggi e recentemente ha avviato anche
un’attività nel settore della
telefonia mobile e Internet
(sempre per metterli a disposizione dei poveri del villaggio). Muhammad Yunus è
convinto che nella parte del
mondo più povera esistano
enormi potenzialità oggi inutilizzate e per questo sta sviluppando l’attività del microcredito anche in altri continenti e in aree povere del
mondo occidentale. 11 credito deve diventare, afferma,
un diritto dei poveri.
Può dunque esistere un
modo diverso e più solidale
per utilizzare il denaro, anche il nostro, poco o tanto
che sia e che viene affidato
alle banche senza sapere
spesso l’uso che ne verrà fatto. Il microcredito è quindi
uno strumento importante
per rompere il circolo vizioso
della povertà e del sottosviluppo che le istituzioni economiche e finanziarie internazionali non sono in grado
di sconfiggere.
VENERDÌ 5 APRILE 200)
Prospettive di una città della Pomerania
Koszalin, terra di passaggio
nell'Europa in costruzione
ANTONELLA VISINTIN
La Pomerania, storica reÍ
gione della Polonia, si affaccia sul Mar Baltico ma vive solo marginalmente di pesca. Con la seconda guerra
mondiale la popolazione tedesca è stata rimpiazzata da
popolazione ucraina che,
con lo spostamento dei confini, si era ritrovata in un altro paese (tuttora permane
una grossa minoranza anche
linguistica). Durante il comunismo le principali aree
economiche erano l’industria dei metalli e l’agricoltura di stato,,e la regione importava quadri e dirigenti.
La lenta transizione
verso una nuova
economia di mercato
Un bel giorno inizia una
lenta transizione all’economia di mercato, simbolo di libertà e di modernità. La regione conosce la disoccupazione, entrambe i settori economici collassano, salvo lo
sfruttamento delle foreste. È
il prezzo da pagare. Nel frattempo l’Università ha piani di
sviluppo esponenziali, in rete
con università di tutto il mondo per giovani laureati soprattutto in economia e ingegneria, parlanti inglese e con
una formazione a livelli «occidentali», preparati per l’export in assenza di una progettazione sul futuro economico
dell’area (agricoltura con trasformazione alimentare, energia eolica, coltivazione e
lavorazione del lino che una
volta esisteva ...). Si punta sul
turismo e sulla modernizzazione delle infrastrutture al fine di invogliare insediamenti
produttivi stranieri.
sotto il comunismo contava
due chiese, in questi anni ne
ha costruito altre sei e l’obiettivo a breve termine è di
arrivare a.dieci, secondoi
piani del vescovo. Una par.
rocchia si distingue dalle altre per le capacità manageriali del prete che, unendo
senso degli affari e carità, ha
costruito nei propri locali una
scuola modello con tanto di
centro fitness modernamente
attrezzato, aule per computer
e Internet e biblioteca aperti
alla città, una farmacia e un
piccolo supermercato no
profit nei quali i più poveri (la
lista è fornita dai servizi sociali) possono acquistare gratuitamente; i prezzi sono
competitivi e ogni giornea
cbi paga la spesa viene offer-'
to in regalo una confezione di
un differente prodotto. Il pane fresco è gratuito per tutti!
Ma le altre confessioni, ortodossa e luterana, non fanno
neanche questo.
Disoccupazione
in forte aumento
La disoccupazione è al
40%; il sistema sanitario regionale, a cui accede gratuitamente solo chi lavora, costringe a ricorrere alle sole
strutture locali, non le migliori del paese, mentre le
medicine si pagano a prezzo
pieno. Il 37% delle persone a
cui il medico prescrive medicine non hanno i soldi per
pagarle. 11/la disoccupato
(T80% è a lungo termine) in
breve perde anche la casa e
va a vivere nelle stazioni onei
dormitori (intere famiglie)
sempre che non sia alcolista.
Quest’inverno ci sono stati
diversi casi di morte per freddo e si raccolgono soldi per
offrire la merenda ai bambini
che arrivano a scuola affamati. Qualche associazione offre
minestra calda.
La chiesa cattolica di Koszalin, 120.000 abitanti, che
L'ingresso nell'Unione
europea sarà nuova
dipendenza?
L’ingresso nell’Unione europea in questo quadro si
configura come la salvezza
ma anche come una nuova
dipendenza, la possibilità di
un’identità vincente, copiata
o indotta, ma sicuramente
non originale. Intanto nel
1992 la Banca mondiale ha
cofinanziato una piccola
fondazione che fa da «incubatrice» di impresa e offre
microcredito per incoraggiare nuova imprenditoria: pie- f
colo commercio, piccola im- ,
presa (sartoria, componenti ;
per l’edilizia, ecc). Di queste
fondazioni ve ne sono circa
150 in tutto il paese. Apparentemente il disagio ola
protesta si consumano solo
nelle urne elettorali.
Una conferenza
su conomia e società
Perciò la rete di cristiani
che studia come si evolvono i
rapporti fra econoihia e società (Wen) farà tappa qui fra
un anno, a Mieino, con una
Conferenza dal titolo «Far
fronte alla globalizzazione, oltre le strategie di sopravvivenza». In essa si vogliono far
confluire i percorsi dei differenti gruppi di lavoro (lavoro'
e teologia, diritti sociali, inn
ziative locali, migranti) fatti
in questi anni dopo la conferenza a Malaga nel 1998. Allora era il tempo dello spiazzamento e l’Alleanza riformata
mondiale lanciava il progetto
di consultazioni sulla giustizia
economica. Ora il disegno e
più chiaro e forse cresce laconsapevolezza che la risposta sia inevitabile.
Dopo le elezioni presidenziali criticate da molte équipe di osservatori internazionali
Zimbabwe: Desmond Tutu crìtica il governo sudafricano
Desmond Tutu, ex arcivescovo anglicano di Città del Capo, ha criticato il governo sudafricano per avere approvato
le elezioni controverse nello Zimbabwe
che, all’inizio dello scorso marzo, hanno
riconfermato per sei anni nelle sue funzioni il presidente Robert Mugabe, al potere da 22 anni: «Sono profondamente
rattristato che il nostro paese sia fra
quelli che hanno detto che l'elezione era
legittima e giusta», ha detto il Premio
Nobel per la pace nel corso del programma di attualità Newsmaker trasmesso su
un canale televisivo pubblico.
Il Sud Africa, la Namibia, il Mozambico
e la Nigeria sono fra i paesi africani che
hanno detto che i risultati delle elezioni
erano «legittimi». Tali elezioni sono state
criticate da équipe di osservatori internazionali, tra cui équipe delegate dal
Consiglio ecumenico delle chiese (Cec),
dalla Conferenza delle chiese di tutta
l’Africa (Ceta) e dai paesi del Com
monwealth. Il Commonwealth, che conta 54 paesi, ha deciso alla fine dello scorso marzo di sospendere lo Zimbabwe per
un anno dopo elezioni, che a suo giudizio sono state segnate dalle violenze.
Per Desmond Tutu, «quando la democrazia non viene rispettata, dobbiamo
dirlo, nel nostro stesso interesse. Ci facciamo del torto dicendo che appoggiamo
i principi della democrazia, della libertà,
del diritto d’espressione, e poi approviamo, come sembra essere stato in questo
caso, qualcosa che è stato così chiaramente segnato da irregolarità». Il Consiglio delle chiese dello Zimbabwe ha deplorato il proseguimento delle violenze
aH’indomani delle elezioni: «Il governo e i
leader politici devono parlare il linguaggio della pace, della tolleranza e dell’
unità», ha sottolineato Densen Mafinyane, segretario generale del Consiglio.
Secondo informazioni provenienti da
llarare, da Bindiira (un bastione della
Zanu-Pf, partito del presidente), da Guruve e da Marondera, almeno 1-50
agenti elettorali del Movimento pet|
cambiamento democratico (Mdc) e nn>‘
gliaia di abitanti dei villaggi sono fugg®
per via delle violenze, almeno 22
ne sono state torturate e 10 sequestra '
dopo l’elezione. Il Mdc ha chiesto a ^
comunità internazionale di intervenite
di convincere il governo a porre fine a
violenza: «Chiediamo ai leader della L
munirà di sviluppo dell’Africa austra
(Sade) e alla comunità internazionale
esortare il partito al potere e al
di frenare i propri sostenitori e di rinu
ciare alla campagna di violenza». 1®
agenzia stampa della Fcet
e-mail: nev@fcei.it
]
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