1
DELLE
Spett.
BIBLI07ECA VALDESE
TæRE PBU«ICB
( Torino)
Settimanale
ddla Chiesa Taldòse
Anno XC — Num. 31
Una ropia Lire 30
ABBONAMENTI |
Beo: L. 1.300 per l’interno
L. 1.800 per l’estero
Eco e La Lucei L. 2iiM0 per l’interno
L. 2^00 per l’estero
Spediz. abb. postale • I Grnppo
Cambio d’indirizzo Lire SO
TORRE PEIXIC’E — 29 Luglio I960
Ammin. Claudiana Torre Pollice - C.C.P. 2-17557
La riscossa
delFAmerica Latina
In diverse condizioni, al << caso
Suez » succede ora il « caso Cuba ».
Con più sagacia di Nasser — e libero
dal peso del nazionalismo panarabo e
islamico — Fidel Castro ha scosso
l’impero economico americano. Se sì
dà tanta importanza alla cosa, non è
solo per la sorte — pure importante
— di una giovane nazione di sei mi-|
lioni e mezzo di uomini, ma perchè
la rivoluzione cubana dei barbudos, ^
dopo diciotto mesi, mostra di esser '
stato qualcosa di diverso e di più
profondo delle precedenti rivolte contro dittatori neH’America latina, come recentemente contro Rojas Pinilla nella Colombia e Perez Jimenez
nel Venezuela; qualcosa di simile a
quanto avvenne in Argentina alla cadula di Peron, ma condotta ben più a
fondo.
Dal prospetto qui accanto risulta
quale sia il sistema economico con
cui gli S. U. hanno fatto delle nazioni
americane la loro zona d’influenza.
E se ora essi si inquietano tanto per
l’indipendenza cubana, non è soltanto
per la questione dello zucchero e per
il sequestro che minaccia i 700
milioni di dollari investiti nell’isola, ma perchè l’esempio di Fidel
Castro potrebbe esser seguito a più
o ¡nello breve scadenza da altri paesi,
e dopo lo zucchero cubano potrebbe
trattarsi del petrolio venezuelano (si
ricorderà la pessima accoglienza riservata lo scorso anno a R. Nixon, a
Caracas), del caffè colombiano e brasiliano, dei minerali metallici peruviani e cileni, delle carni uruguayane.
Suona per le nazioni dell’America
latina l’ora della riscossa contro il colonialismo economico. E se certo
rURSS non è la più adatta a difendere i diritti delle piccole nazioni, ha
però psicologicamente buon gioco:
come Nasser, Castro ha accettato lo
aiuto economico russo, per ora senza
contropartite di carattere militare (restiamo in attesa deH’esito della visita a Mosca di Raul Castro, fratello
di Fidel e ministro delle forze armate cubane) — e la grande questione
è .se gli Stati Uniti sapranno, e rapidamente, adattare la loro politica economica alla situazione che potrebbe
cambiare in molti paesi americani,
dove indubbiamente lavora pure la
propaganda comunista. Non soltanto
nei paesi afroasiatici, ma sullo stesso
continente americano è impegnata la
lotta per i paesi sottosviluppati; non
si può dire che finora gli S. U. abbiano segnato molti punti a proprio vantaggio: la nuova presidenza americana porterà un mutamento dì atteggiamento? Giuridicamente, l’URSS
che circonda i suoi satelliti di una
cortina di ferro non solo militare e in
parte culturale, ma anche in larga
misura economica, non ha molto da
rimproverare aH’imperialismo americano; tuttavia gli S. U. vinceranno
la loro battaglia solo sul piano morale: se cioè abbandoneranno il loro
contratto atteggiamento difensivo e
vedranno nei paesi sottosviluppati
non dei cuscinetti di difesa militare
Ìed economica, ma delle nazioni che
aspirano alla propria dignitosa liber
!tà, e con cui si può collaborare cordialmente solo nel rispetto di questa
dignità e libertà.
Del resto, che l’atteggiamento delrURSS non incontri solo incondizionato entusiasmo è mostrato, dopo il
guardingo atteggiamento di Nasser —
e di altri paesi afroasiatici — pure
dal riserbo che Castro stesso mostra
verso il comunismo, e dalla sua accettazione di lasciar risolvere la vertenza
cubano-americana dall’OSA (Organizzazione degli Stati americani) piuttosto che fare appello all’aiuto offerto
da Kruscev. E’ comprensibile che gli
S.U. temano lo stabilirsi di basi militari russe a Cuba, se si pensa che
l’Avana e la base aeronavale di Guantanamo sono a un’ora di volo normale e a mezz’ora di volo di un jet
da Cape Canaveral. E’ augurabile
che il Cremlino non giunga a tanto;
che d’altra parte Washington, di
fronte a questa minaccia, comprenda
i timori del Cremlino per le basi militari e missilistiche americane attuate o progettate in Europa, e nell’Estremo Oriente dalla Corea al Giappone a Formosa ecc., relativamente
vicine, cioè, al territorio dell’URSS o
dei suoi alleati.
paese
dì cui si parla
f
L’isola fu s<'operta da Colombo nel
1492, e oolonizzata (fogli Spagnoli. Vi furono portati numerosi schiavi negri. Alla
fine del secolo scor.s», con l’aiuto americano, i Cubani si liberarono dal dominio
spagnolo, ma dal 1898 al 1902 le truppe
statunitensi occuparono militarmente l’isola, stabilendovi un| vero e proprio prolettorato economico, ©al 1902 si sono avvicendati governi dfetaloriali è corrotti,
il peggiore dei quali fu forse quello di
Batista, durato 25 anni, e particolarmente
feroce negli ultimi (Ì952-1958): le sue vittime si calcola siano'state 20.000 Nel gennaio 1959 il regime (li Batista fu rovesciato dal trionfo della ì rivoluzione di Fidel
Castro; un giovane avvocato, figlio di un
ricco piantatore, caltolico praticante, che
si era dato alla macchia (nelle foreste
della provincia di (Mente), raccogliendo
numerosi seguaci e il? favore (lell.i grandissima maggioranza della popolazione.
Dopo sei anni di confino, di esilio e di
guerriglia — condolta in modo sagacissimo, con la coscienza di rappresentare
già la nazione, anche,gi^jrstsd«- internazionale, e con forte pcnilrgiiotiftì psicologica
(accoglienza, nel suo iqfuartìer generale
della Sierra Maestra, di reporter di molle
nazioni; «rapimenti» di cui rimase fainaso quello del corridore Manuel bangio
alla vigilia della « carrera » dell Avana;
organizzazione di un CUllLlOLg^LX Ut loglio che
cercava accuratamenle di evitare danni e
vittime fra la popolazione) ^ Castro sferrò diciollo mesi or sono il colpo decisivo,
e Bati.sla si salvò con la fuga, portando
con sè — come alili dittatori — di che
vivere in esilio dorato. Una ad una tulle
le nazioni deirAnierica latina hanno cacciato i dittatori; souravvivono solo più
Truiillo nella Repubblica Dominicana e
Stroessner nel Paraguay.
CUBA
Superficie
Km. 114.524
Popolazione
Abitanti 6.410.000
Protestanti 215.000
di cui :
Battisti 74.000
Anglicani 62.000
Presbiteriani 21.000
Pentecostali 12.000
Avventisti 11.000
Metodisti 10.000
Altri protest. 25.00Ì
L"economi« cubami si è sviluppata co
me un’appendice di quella spagnola, pri
ma, e poi di quella statunitense. Per porre in una luce obiettiva la guerra econo
mica impegnala da Castro con Washing
ton, riportiamo una parte dell’analisi che
Claude Julien dedica su Réforme (9 lu
glio ‘60) alla situazione; dal 1945 gli investimenti americani sono saliti a 700 milioni di dollari, e il reddito rientrato,
fortissimo, è stato di 548 milioni, con
forte impoverimento dell’isola.
« 1. In virtù di un accordo tariffario,
il mercato cubano ertP^ìargamente aperto
alle importazioni' americane che beneficiavano di bonifichi dal 20 al 40%. In
Come risulta dal prospetto, ì 215.000 evdngelici cubani rappresentano una
percentuale che è alta per un paese latino. Mentre Cuba è al centro dell’attenzione mondiale, vogliamo dare alcune notizie sulla vita delle Chie.<ìe evangeliche nell’ìsola, e riportiamo, sunteggiandolo, un articolo comparso sulla rivista missionaria tedesca « Das Wort in der Welt » (La Parola nel mondo) e
che abbiamo letto su Paix et Liberté; esso è dovuto al prof. Adolfo Ham, il
primo teologo protestante che abbia insegnato in un’Università statale a Cuba.
La popolazione cubana è assai mescolata; agli indios indigeni si sono
aggiunti, oltre ai coloni di molti paesi, specie spagnoli naturalmente, nu
merosi negri; questi ultimi in parti
colale hanno portato i loro culti pa
gani ; e se oggi i cubani sono in maggioranza cattolici, spesso questo cat
tolicesimo è un’infarinatura assai su
perficiale, o una fede profondamente
mescolata ad elementi pagani; moltissimi sono gli adepti alla Santeria
e;panola, una sorta di spiritismo. Un
segno di tale situazione potrebbe essere dato dal fatto che mentre i ne
gri degli Stati Uniti intonavano i ce1 bri « sp'rituals », quelli di Cuba —
come di altri paesi latino-americani
— cantavano « congas » e « rumbas ».
Gli inizi della missione
evangelica
« Alla fine del XIX sec. la Spagna
era in guerra con gli S. U. e Cuba
ser\'iva da campo di battaglia. La vittoria deil’America del Nord ci diede
finalmente il nostro governo. Dopo
un breve periodo di dominio ameri
cano, il primo presidente cubano assunse la sua carica il 20 maggio 1902.
Era il solo vero e onesto presidente
che abbiamo avuto finora. La stori;i
della nostra repubblica 'fu un miscuglio di vuoto politico e di periodi in
cui trionfava il nazionalismo. Con gli
Eli riunioni del Xtf Agosto
Per la l/al Pollice
La riunione avrà luogo alTInverso Bruni, presso la casa Pasquet.
Il tema trattato sarà; «Responsabilità (dei Valdesi di ieri e di oggi»
E' in programma per il pomeriggio una passeggiata alla Gianavella.
Per la Val Chisonc e Germanasca
La riunione avrà luogo all'Inverso Rinasca, in Contrada Ruina, al
Clot di Inverso Rinasca. Il tema trattato sarà; «Il Protestantesimo in
Europa e nel campo missionario ».
Americani vennero i primi missionar, protestanti, e con la proclamazio
ne della repubblica fu aperto il cammino per la costituzione di comunità
evangeliche. Durante i 400 anni di
dominazione spagnola nessuna missione protestante era stata possibile,
e l’evangelo non era stato veramente
annunciato alla popolazione ».
// Consìglio cubano
delle chiese evangeliche
« Fin dall’inizio le varie maggiori
chiese evangeliche videro che era necessario lavorare insieme. Bisognava
anzitutto fondare il Consiglio cubano delle chiese evangeliche, allo sco
PO di coordinare il lavoro nelle varie
regioni; questo Consiglio è membro
del Consiglio internazionale delle
Missioni; ed è pure sostenuto dal Comitato per il lavoro m comune nell’America latina, organizzazione fondata 25 anni fa da missionari che
desideravano coordinare ivi il loro
lavoro.
« Circa il 30% della popolazione non
sa nè leggere nè scrivere. Uno dei primi scopi dei Consiglio cubano delle
chtese evangeliche fu organizzare la
lotta contro l’analfabetismo. (...).
Coloro che imparano a leggere sono
particolarmente riconoscenti. Molti
di loro imparano così a conoscere il
Cristo. La Chiesa fu in tal modo promotrice della libertà e della coscienza democratica del nostro popolo. E'
noto che l’ignoranza è un buon terreno per Fin tolleranza e il totalitarismo. Il lavoro del Consiglio cubano
ha trovato cori pure un riconoscimento da parte del governo.
« Dieci anni fa, nei dintorni della
capitale fu fondato un seminario —
frutto di un'a^ociazione di tutte le
chiese evangeliche — ed è diventato
una delle scuole teologiche più importanti delFAmerica latina ».
Scuola e educazione
« La costituzione del 1940 ha sancito la separazione della Chiesa e dello
Stato, e l’abolizione dell’insegnamento religioso nelle scuole pubbliche.
Questo ha determinato la fondazione di scuole private cattoliche e protestanti » ; e le une e le altre hanno
un grande seguito. « Molti uomini in
fiuenti di Cuba conoscono bene la
Chiesa evangelica, perchè hanno frequentato almeno una scuola evangelica, siano o no essi stessi protestanti ».
« La Chiesa cattolica sostiene due
università, e poco tempo fa i Protestanti, dopo molti anni di studio, han.
no anchessi fondato un’università
che è sostenuta dalla Chiesa metodista.
«All’estremità orientale dell’isola
la Chiesa metodista ha aperto una
scuola di agricoltura e di economia
domestica, per i giovani e le giovanette che, date le loro condizioni di
indigenza, non avrebbero la possibi
lità di frequentare le scuole di Stato. (....) Accanto alla formazione
lecnica che ricevono gli allievi, vivono^ in una comunità cristiana».
Gruppi missionari
« Data la grande miseria delle no
stre campagne, la Chiesa battista ha
stabilito, alcuni anni fa, un piano
per inviare dei gruppi di lavoro in
queste contrade. Questi gruppi comprendono generalmente im medico,
un dentista, un avvocato, im professore. un’insegnante di economia dontestica. un inge^ere, un maestro
cristiano e un missionario. Tutti i
membri di questi gruppi appartengono alla Chiesa e svolgono il loro lacero gratuitamente», e ognuno di lo10 olire il proprio aiuto e il proprio
consiglio, in tutti gli aspetti della vita. Assai triste è spesso la situazione
igienica e medica, come pure, finora,
quella agricola: particolarmente sentita la mancanza di cooperative.
« Dopo due settimane di tale lavoro, la comunità rurale ha avuto occarione di veder vivere un gruppo di
cristiani» Purtroppo il ritmo di questo lavoro, specie per le difficoltà finanziarie, non è quale lo si desidere
lebbe.
Particolarmente importante è il lavoro delle Società bibliche; ogni chiesa è impegnata a fondo in questo lavoro e migliaia di Bibbie e di estratti
sono distribuiti. Ma i risultati potrebbero esssre migliori se il lavoro fosse
fatto in comune e si lavori per raggiungere questa Unione.
Molto sentita la necessità che la
Chiesa evangelica cubana acquisti la
propria indipendenza e si radichi profondamente nel paese. Così pure andrebbe sviluppato il lavoro sociale:
« Osptedali, asili, orfanotrofi sono ancora quasi monopolio cattolico, e i
protestanti fanno assai poco in questo campo». Ricco di prospettive e
possibilità è dunque il futuro delle
Chiese evangeliche nel paese.
cambio gli S.U. compravano a Cuba circa
^ la metà della sua produzione di zucchero.
Contropartita seducente, perchè questo
zucchero era acquistato al corso interno
americano, largamente superiore al corso
medio mondiale. Non era un atto disinteressato, da parte di Washington: si trattava di proteggere la produzione americana di zucchero (canna e barbabietola)
il cui prezzo di produzione è .superiore a
quello mondiale. Tuttavia i proprietari
cubani vollero approfittarne al massimo,
senza preoccuparsi delle conseguenze.
Così Cuba alienava la sua libertà (...).
« 2. Questo .sistema ebbe per Cuba un’altra conseguenza catastrofica: incoraggiò lo
sviluppo delle piantagioni di canna da
zucchero, a detrimento di altri prodotti
che dovevano, quindi, essere importati.
Cuba vendeva il-suo zOccharo àgli S.U.
e ne importava tutto il resto, compresi i
prodotti che sono alla base dell’alimentazione popolare: farine, riso, fagioli..., che
potevano benissimo essere coltivati nell isola. Per la sua sussistenza quotidiana
il paese dipendeva dall’estero.
« 3. Inoltre, fissando unilateralmente il
volume delle loro importazioni di zucchero, gli S. U. fissavano la base della produzione. Una sovraproduzione avrebbe^ fatto crollare il corso mondiale. Perciò, per negligenza e insieme per sordido
calcolo, i grandi proprietari terrieri lasciavano incolte immense superfiei in un
paese in cui la maggioranza della popolazione era senza lavoro e gravemente
soltoalimentata.
« 4. Infine, per coronare questo edificio,
gli S. U. controllavano le sole installazioni
industriali importanti di Cuba, Le compagnie di elettricità e di telefoni sono
americane. Le miniere — assai ricche —
sono proprietà di compagnie americane che non le sfruttano per conservarle
come riserve strategiche. I Cubani .senza
lavoro continuano ad esserlo, ma il capitale americano non sfrutterebbe le miniere
che quando ne avesse bisogno,
« Il dramma del paese fu di trovare in
sè degli uomini che accettarono di perpetuare questo stato di cose. (...) E, in caso di necessità, Washington non esitò, per
salvaguardare questa organizzazione estremamente redditizia, a so.stenere la peggiore dittatura, quella di Batista ». (A questo
proposito è da notare che alla liberazione
dell’Avana furono trovali, appena giunti,
trenta carri armati di fabbricazione britannica, e mitragliatrici italiane).
E’ ora lanciata una riforma agraria per
« produrre a Cuba le risorse prima im
portale dagli S. LT. In dodici mesi la pro
duzione del riso aumenta di 1.700.000 quin
tali, e non è che un esempio ». S.
cercano altri mercati per lo zu((chero ; si
comincia a sfruttare Ìa terra incolta; si
avvia l'industrializzazione. E va detto che
mentre gli S. U. si irrigidiscono l’URSS
propone il suo aiuto a Cuba; prestito al
2,5%, acquisto di zucchero, importazione
di petrolio grezzo. Così è iniziata la baltagl’.a del petrolio e dello zucchero. Castro ha comincialo a sequestrare le raffinerie della 7 exaco e della Es.so Standard
(americane) e della Shell (anglo-olandese)
elle si erano rifiutale di trattare petrolio
grezzo russo (malgrado una legge del
1938); gli S. U. hanno bloccato ogni imporlaz:one di zucchero cubano, e l’Avana
minaccia di estendere il sequestro all»
raffinerie americane; la stessa minaccia
pe.sa su tutte le proprietà americane (grandi alberghi e casinò — chiusi e presidiati
dalla polizia —, miniere, impianti industriali). Non pare, per ora, che sia contestalo il diritto (li Washington alla base
aeronavale di Guantanamo.
Convegno al Colle delle Footane
Il Convegno del Colle delle Fontane avrà luogo domenica 7 agosto,
alle ore 15, nel luogo consueto.
2
pag. 2
■ ì Jf-i c
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
N. 31 — 29 luglio 1960
aasajAV AoaroMin^
.2HH
A che pifia discussione
sull’ordinamento distrettuale
Mi sia consentito di tornare sull’argomento della riorganizzazione dei
Distretti neH’ordinamento della nostra Chiesa, problema che dovrà essere preso in esame dal prossimo Sinodo' e sul quale si sono già pronunciate le Assemblee di Chiesa e le Conferenze Distrettuali, Queste ultime pur
dichiarandosi tutte d’accordo sulla
opportunità di apportare dei miglioramenti alla attuale organizzazione
dei Distretti, dimostrano però di valutare in modo sensibilmente diverso
la sostanza del problema, almeno secondo quanto appare dagli ordini del
giorno che hanno votato.
La conferenza del IV Distretto si
limita ad allinearsi alle conclusioni a
cui è pervenuta la Commissione ad
referendum, conclusioni note a tutti
quelli ohe si interessano della questione, per cui non è il caso di ripeterle. Non aggiunge alcima indicazione sulle modalità da seguire per l’attuazione pratica delle modifiche da
apportare.
La conferenza del II Distretto, se
ho interpretato rettamente il suo or
DOMENICA 31 LUGUO
Convegno evangelico
italo-francese
al Colle della Croce
Il culto avrà inizio alle ore 11
e sarà seguito dalla celebrazione della Santa Cena.
Portare la raccolta « Psaumes
et Cantiques ».
dine del giorno, pur accettando il
principio di un capo distretto che non
sia più membro della Tavola, tenta
di definire le mansioni, orientandole
<; alla visita e al controllo delle Chiese del Distretto, alla impostazione del.
la attività di insieme, alla responsabilità evangelistica nella regione ».
Quindi, se capisco bene, la Tavola
potrebbe rimanere quella di adesso;
il membro della Tavola, sovrintendente del Distretto sarebbe alleggerito di talune specifiche funzioni; ma
non si renderebbe necessaria una modifica di struttura della Tavola stessa.
La conferenza del III Distretto si
è r^a conto invece che la prospettata riforma distrettuale implica altre
riforme. Dice infatti a un certo punto il suo o. d, g. « demandando al Si
nodo la discussione e le deliberazioni riguardanti la futura struttura della Tavola Valdese ».
La conferenza del I Distretto va
ancora oltre nel considerare inevitabile conseguenza della riforma dir
strettuale, altre riforme di organismi
della nostra Chiesa. Si associa alle
premesse esposte dalla Commissione
ad referendum ma ritiene che « si
debba approfondire l’esame dei parti
colari della struttura che la Chiesa
verrebbe ad assumere »...
Non si tratta più soltanto di discu
tere una modifica dei Distretti o anche della Tavola; per la Conferenza
la struttura stessa della Chiesa può
essere coinvolta, e quindi deriva da
questa valutazione im logico invito
alla prudenza e a un più approfondito studio di tutto il problema.
Non ho purtroppo potuto prendere visione delle conclusioni a cui è
pervenuta la conferenza del V Distretto ; ma mi si dice che, come quella del IV Distretto, si limita ad approvare la relazione della Commissione ad referendiun.
Da questa sintesi, necessariamente
affrettata e incompleta, mi pare che
A. 1. C. E.
BdlVDO DI CONCORSO
per Borse di Studio
E’ bandito per l’anno stiolaistico 1960-61
un Concor.io per numero tre Bonse di Studio da lire 30.000 (trentamila) raduna, per
studenti e studentesse evangelici di Istituto
Magistrale o di Scuola Med'a, (die s’impegnino ad insegnare alle Valli Valdesi per
almeno ciiKiue anni.
I candidati dovranno pre.sentare entro
il 31 agosto p. V. alla Segreteria dell’AICE
(insegnante Eilicl Bonnet . Via Matteotti,
II. 18 . Torre Pellice) : seguenti documenti :
1 ) pagella delì’ultimo anno wolastlco o
documento equipollente;
2) certificato in carta libera dell’agente
il elle imposte;
3) Stato di Famiglia in carta libera;
4) di’cli'arazione del padre <he gli altri
mendiri della famìglia non possiedono
altri redditi;
5) domanda firmata dal padre o da chi ne
fa le veci;
6) presentazione di un Pastore o di un Insegnante evangelico.
Il Comitato Nnziorutle A.I.C.E.
emerga una considerazione fondamentale; il problema della riorganizzazione dei Distretti esiste, è sentito,
ma va affrontato con una chiara visione di quello che si vuol fare sia per
i Distretti stessi, sia — direi soprattutto — per quelle altre riforme che
da quella distrettuale possono o forse, devono derivare.
E, con buena pace di molti che vor
rebbero buttar aH’aria i nostri ordì
namenti senza troppo sapere con cosa
sostituire quanto viene eliminato, non
pare che le idee siano, in generale,
molto chiare, almeno fino a questo
momento.
Soltanto a titolo di esempio, citerò
una soluzione proposta da un amico
di Torino. La Tavola può ridursi a
tre persone: il Moderatore; un pastore con le funzioni di una specie di
Ministro per l’Inteimo al quale facciano capo i vari capi distretto; un
altro pastore che fimzioni da Ministro per gli Esteri per i rapporti con
le altre Chiese. E basta. I vari uffici,
amministrativo, tecnico, legale ecc.,
alle dipendenze di un segretario generale.
Non dico che una tale soluzione non
abbia elementi positivi, mi permetto
solo di dire che problemi del genere
non si possono affrontare e risolvere
affrettatamente.
Ho sentito anche parlare, con
espressioni tolte di peso dalla terminologia dei partiti, di organizzazione
orizzontale e di organizzazione verticale.
Ho letto con interesse la proposta
di L. De Nicola ohe vorrebbe abolire
completamente i Distretti e creare i
Presbiteri che salvo errore, dovrebbero essere sedici senza contare quelli
del Distretto Sud Americano. Anche
questa proposta è certo interessante,
ma comporterebbe presumibilmente la
modifica di altri organismi della
Chiesa e non potrebbe essere attuata
sic et simpliciter.
Vi sono poi persone che sMnbrano
più che altro pervase dal desiderio
di autonomia, da una specie di insofferenza per il preteso accentramento ed episcopalismo della Tavola e
del Sinodo e si preoccupano soprattutto di sottrare al Sinodo la nomina
dei capi distretto, quasi che il nostro
Sinodo abbia velleità di sopraffazione come, putacaso, il governo di Roma per l’autonomia regionale dell’on. Milazzo ; ma non si preoccupano *
altrettanto di come possa poi armonizzarsi la vita del Distretto con quella della Chiesa nel suo insieme.
Personalmente ritenevo e ritengo
ancora oggi che a molti degli inconvenienti giustamente rilevati dalla
Commissione nella vita dei Distretti,
s; potrebbe iwrre rimedio allargando
ia Commissione Distrettuale (non
credo infatti che il numero di tre
membri, come attualmente, sia tas
sativamente fissato dai nostri Regolamenti) e precisando meglio i compiti suoi e quelli della Tavola nei riguardi delle Chiese del Distrette ; sen
za che questo dovesse portare a radicali modifiche di struttura della Tavola o addirittura, secondo la valutazione della Conferenza del I Distretto, della Chiesa.
Nessuna obiezione avrei personalmente da fare a modifiche della giurisdizione territoriale dei Distretti ;
ma non sono in linea di principio con.
trario nemmeno a riforme molto più
rad'cali. I nostri ordinamenti non sono immutabili come le leggi dei Medi e dei Persiani ai tempi del profeta Daniele; si modifichino dunque,
ma a ragion veduta. Non si tolgano
via le vecchie travi del ponte prima
di averle sostituite con travi nuove, o
anzi prima ancora di aver deciso con
quali travi bisogna sostituirle, se di
legno o di ferro o di cemento.
Altrimenti potrebbe accadere che il
Sinodo, chiamato a deliberare troppo
affrettatamente e senza la adeguata
preparazione, adottasse decisioni non
suflàcientemente meditate e suscettibili di creare confusione e disagio in
quel settore particolarmente delicato
costituito dagli ordinamenti della
Chiesa.
Personalmente quindi mi associo al
consiglio di prudenza contenuto nello. d. g. del I distretto che sembra
rifarsi — mutatis mutandis — al manzoniano « adelante Pedro con judicio» e questo non certo per insabbiare il problema ma per evitare una
fretta eccessiva e soprattutto che,
partendo col programma di modificare l’organizzazione dei Distretti, si
finisca per mutare la struttura delia
Chiesa tutta.
Si dice, con una punta di malignità, che presso molti Ministeri in Roma funzioni un certo ufficio indicato
con la sigla U.C.A.S.. la cui attività è
notevole anche se non ha una sede
ben definita. Si tratta deH’UfHcio
Complicazione Affari Semplici.
Vediamo di non complicare le cose anche noi; deve pur essere possibile trovare una soluzione per migliorare l’organizzazione della attività
dei'Distretti. senza provocare un mezzo terremoto nei nostri ordinamenti
che, bene o male hanno superato un
lungo e severo collaudo.
Gustavo Ribet
Ernst BarLach: ’’Moridicniite russa”
« Siamo (lei mendicanti, ecco la verità! » : questa è la conclusione
tratta da Lutero al termine della sua ricca, lunga vita. Abbiamo, in
realtà, soltanto mani vuote; non abbiamo la più piccola, insign^fi.
cante cosa da offrire a Dio, se non i nostri peccati e la nostra paura.
Ma Dio ama le nostre mani vuote, perchè è la sua natura, donare sè
stesso e il suo amore. E fin dalla creazione questa è la dignità dell’uomo: è la creatura destinata a ricevere i doni di Dio, anzi Dio stesso
che gli si dona. Il nostro Signore Ges.'i Cristo ci ha ridato questa
dignità, che avevamo sciupata e perduta; jier amore di Cristo possiamo tendere le nostre mani vuote, tutto l’essere al Padre, come que
sta cc Mendicante russa » dello scultore tedesco Ernst Barlach. E’ il
giusto atteggiamento di figlioli, di pieeoi; fanciulli. « Beati voi clic
siete poveri, perchè il Regno di Dio è vostro ».
UNA LETTERA APERTA
di evàngelici giapponesi
Tokio — Ventisei dirigenti cristiani giapponesi — professori, pastori e lait-i — hanno indirizzato una lettera aperta ad amici
cristiani d’oltremare, in cni affermano che
c’è in Giappone un vasto movimento d’opinione contro il patto di sicurezza con
gli S. U., e attribuiscono questa ostilità
della massa al suo orrore per la guerra e
l’armamento atomico.
.'Affermando c.iie ii governo di Risili si è
servilo di uiieiod poLizirjsclij per imporre
la ratifica del patto. gK amori della lettera
contestano che le uttiiazioni d; Tokio, prima della progettata vis.tu del presidente
Eisenhower, aihti amo avuto come autori
solo i comutiiisii. portSie - dicono — si
son viisti sccmlere per le strade rappresentanti di tutte le opiico’ni e di tutti gli strati della popolazione. La lettera deplora la
ianpreiSsione <li antiamen-eanisniq che estremisti di sinistra e di destra hanno gonfiata, e dichiara che le proteiste popolari non
erano rivolte anzitutto contro l’America.
Per spiegare ratteggiamenlo della folla,
l.i lettera pone raccerilo sul timore generalizzato della d'slruzione nucleare e della
minaei^'a del riarmo. « Questa paura aumenta quando si manifesta una rinascita
del militarismo e riappaiono gruppi fascisti I). 11 messaggio rileva po' che l’insuccesso della -conferenza al vertice, il sospello creato daH’incidemte deH’U2 e la crescente tensione intemazionale che ne risulta ha fatto temere ai giapponesi di tro
vars’ impegnati in una guerra nucleare eh;;
essi non vogliono. Tali timori si sono rapidamente trasformati in opposizione al
trattato proposto, che pare qui porre de
limil’ all’indipendenza nipponica, poi si
sono tradotte neiropposizione agli strala
gemmi impiegati dal premier Risili e dal
suo partito, precisa la lettera.
Notando che « sono stati pubbrcali in
Occidente numerosi rapporti sulla partecipazione di alcun; studenti delle scuole cristime, di pastori e cristiani laici alle manifestazioni », il messaggio osserva <die que
sti non sono nè comunisti nè filocomunisti.
Benché parecchi di loro siano stati feriti
nelle -dimostrazioni, nessuno di loro ha par.
tecipato alle violenze commesse. Quelli clic
hanno preso parte alle dimostrazioni l’hatino fatto a titolo t)e>'®<>nale, legati àgli altri
dimostranti daU’oppòsizione alla guerra, al
riarmo e a ciò che (tonisiderano un’alleggiamento antidemocratico dèi governo.
La lettera — firmata fra Tallio da personalità ecumeniche ben note -che spesso sono state alTestero — termina con un appello ai deslinatari, ricordando che la democrazia g'apponese è ancora giovane, ma
Eoprawiverà agli attacchi, da qualsiasi parte vengano. « Chiediamo ai nostri fratelli
cristiani aìTe.stero di pregare per 11 nostro
paese, di dar prova di pazienza e di comprensione. Preghiamo Dio con fervore affinrliè guidi la nostra nazione, ed esisa non
sia ma' preda di un dispotksmo anticomunista come quello di cui ha fatto l’esperienza la Corea ». (S. OE. P. I.)
GIOVEDÌ’ 21
Proseguono le consultazioni per la soluzione della crisi governativa che si annunzia rapida.
Mentre la Tunisia e Ceylon chiedono
al Consiglio di sicurezza delTONU la
« sollecita partenza » delle truppe belglie
dal Congo, un settore del Senato rongolese ha criticalo Lumumba per la sua mi.
naccia di appello militare all’URSS.
Arrestali in Persia 146 ufficiali per « irregolarità amministrative »: opposizione al
regime?
venerdì 22’
L’qn. Fanfani è incaricato dal presidente
Gronchi di formare il nuovo governo.
Dopo l’ordine dell’ONLI ai reparti belgi
di ritirarsi, il Congo rinuncia a chiedere
l’aiuto russo e ottiene aiuti amer. per 12,30
miliardi di lire. Qua e là continuano però
scontri sanguinosi, specie nel Ratanga.
Dopo parecchi giorni in cui si sono ripetuti scontri e atti terroristici, è stalo
imposto il coprifuoco a Città del Guatemala. Alla base del fermento le gravi condizioni economiche.
SABATO 23
I partiti di centro esprimono la loro
solidarietà a Fanfani.
Lumumba, in iaggio per New York,
fa lappa a Londra, dove accusa i belgi
di complotto nel Ratanga.
DOMENICA 24
Lumumba giunge a New York e disculc
con il segretario delTONU, Hammarskjoeld, la situazione congolese. Nel Congo continuano lentamente ad affluire le
truppe delTONU e a ritirarsi nelle loro
basi quelle belghe.
LUNEDI’ 25
La provvisoria calma nel Congo non
impedisce elle si guardi con inquietudine
al futuro, specie quando, a fine mese, la
maggior parte dei salari non saranno pagati da nessuno. Le rivalità interne proseguono una lotta sorda, il Ratanga per
siste nel suo separatismo appoggiato, non
ufficialmente ma col permanere delle truppe, dal Belgio. A New York Lumumba
chiede alTONU di fissare un termine assoluto per lo sgombero militare belga.
Pure al Consiglio di sicurezza delTONU
gli S. U. affermano di avere le prove che
TRB-47 abbattuto dai sovieiii-i nel Mar
di Barents fu costretto a dirottare da un
caccia russo e abbattuto in acque internazionali.
Si apre a Chicago la Convenzione del
partito repuhldicano, che dovrà eleggere
il proprio candidato alla presidenza U.S.A.
II 25 luglio celebrato senza molto rilievo.
MARTEDÌ’ 26
Fanfani forma il nuovo governo, approvato da Gronchi. Il 22" in 15 anni.
Risulta disperso in una bufera un altro
aereo americano in « volo scientifico » all’estremità delTAlaska; timor! americani
di un nuovo incidente con TURSS, mentre questa pone il veto, al Consiglio di
sicurezza delTONU, ad un’inchiesta sull’RB-47, e il Consiglio respinge la richiesta .sovietica di « condannare » gli S. U.
MERCOLEDÌ’ 27
Haramarskjoeld giunge a Léopoldvillc,
dopo una tappa a Bruxelles.
Ampio rimpasto nel governo britannico.
Il governo Fanfani assume i poteri.
PERSONALIA
La casa di Ellen e Mareo Gay, a Pìnerolo, è siala allietala dalla nascila del piccolo Paolo. Ai genitori e al bimbo i nostri auguri più cordiali.
Il costume della Diaconessa
Il costume della diaconessa ba sii■scitato e suscita molte critiebe e perplessità sia neirambiente della Cbiesa che fuori.
Perchè una diaconessa deve indossare un costume? Perchè deve
indossarlo anche quando non è in
servizio? E ancora, il costume è una
cosa d’altri tempi e non si addice
più alla mentalità moderna.
Questo problema è sentilo anche
dalle diverse Casei di diaconesse ed
è studiato nelle conferenze nazionali ed intemazionali, ma fin’ora non
si è trovata una soluzione migliore
di quella attuale; anzi il costume è
stalo rivalorizzato; perchè, anche se
molte cose sono cambiate, pure il
senso della vita di una diaconessa
rimane quello di tanti anni fa ed il
costume continua ad essere, per lei
un aiuto nel suo compito.
il costume della diaconessa esprime il suo servizio, esso vuol essere
un richiamo; ecco una persona clic
vuole offrire il suo aiuto, se è necessario anche quando ella, apparentemente, non è in servizio. Infatti la
diaconessa non è mai fuori servizio,
anche se è in vacanza o durante i
giorni o le ore di riposo. Diacones
sa significa serva di ((Iristo e il Signore può avere bisogno del suo servizio in qualunque momento. Tn
viaggio, ]>er esempio, mi è cajiitato
>l)esso di dover testimoniare della
mia fede; lo spunto è stato il costume; oltre ciò mi è stato domandato
di occuparmi di qualche bambino:
i! costume ispirava fiducia. E chissà quanti esempi potrebbero portarti le diaconesse che hanno già un
bagaglio di esperienze.
Il costume vuol essere ancora una
testimonianza: Dio ama e si serve
di queste donne come strumenti dei
suo amore.
Alla diaconessa stessa il costume
deve ricordare ogni giorno, in ogni
occasione, la sua vocazione ed il
compito che Dio le ha affidato; esst»,
molte volte, la preserva da tentazioni ed è per lei una difesa.
Vi sono anche dei problemi pr.alici che ci fanno accettare il costume. Tutti sanno che la diaconessa
non percepisce uno stipendio, m.i
soltanto un dono trimestrale e cluIc offerte ilei privati, come quelle
che gli Istituti danno per il servizio
ilelle diaconesse, si raccolgono alla
Casa Madre clic provvede ai bisogni
particolari di ognuna di esse.
Ora, abolendo il costume, si dovrebbe abolire anche uno dei principi i che rende una Casa di diaconesse una vera famiglia, quello che
ci libera da preoccupazioni amministrative e finanziarie, così da poter impegnare di piii i nostri peti
sieri nel nostro lavoro.
Oltre a lutto ciò stirgercbbero nella nostra (iasa tante differenze ch>;
abbiamo cercato di abolire col nome di sorella e che creerebbero, facilmente, uno spirito di critica anche fra noi stesse.
Anche finanziariamente il costu
me è un vantaggio; la diaconessa
segue una linea di vita semplice, ed
è bene che anche il suo vestito sia
semplice; ma il costume non ci fa
risparmiare soltanto denaro, esso ci
fa risparmiare anche molto tempi'
prezioso che occuperemmo per seguire i capricci della moda e che
l'ossianio usare invece per ritemprare le nostre forze fisiche, morali c
spirituali. La diaconessa col suo costume, ha accesso là dove ad altri
roti sarebbe permesso e spesso nei
Inoglii più reconditi deH’anima.
Ma tutte que.stc spiegazioni sono
Iciativameiite importanti; io penso
die se una giovane sente la chiamala del suo Maestro a lavorare in questo campo ed ella ubbidisce a quella voce, superando l’ostacolo clic il
((istillile rapjiresenta nella sua vocazione, scoprirà in seguito che proprio il costume sarà per lei molte
Adite un aiuto c una difesa; lo afferma una che lo ha esperimentato
(^ per la quale la moda era qualcosa
! i mollo importante.
(.he cosa c’importa di (jucllo che
[icnsa o dice la gente? Del resto, noi
sappiamo che ognuno che si accinga
ad offrire la sua vita per l’opera del
Signore, sia che indossi un costume
o ¡IO, susciti sempre la critica, la
derisione, la disapprovazione del
mondo. Anche se la gente ride di
noi, noi amiamo i] nostro costume,
che è in fondo un costume onorato
c fa meno ridere di tante acconciature moderne. S. A.
3
29 luglio 1960 — N. 31
L’ECO DELLE VALLI VALDESI
pag.
Il lavoro nella vìla della donoa
Incontro di donne valdesi ad Agape
¥
T
Per un equivoco, di cui ci scusiamo
con l’autrice e con i lettori, questa relazione dell’incontro di donne valdesi
tenutosi ad Agape ai primi di giugno
compare solo ora; lo pubblichiamo,
malgrado il grande ritardo, perchè i
punti toccali conservano il loro interesse. red.
Anche quest’anno si è radunato ad Agape un bel numero di donne valdesi per
studiare e meditare insieme.
Quando poi ci siamo presentate le une
alle altre, grande è stata la gioia di rico^.noscere fra le partecipanti molte deH’anno scorso. Messaggi di auguri e saluti ci
hanno fatto .sentire vicine a quelle che
non lianno potuto lasciare la famiglia o
il lavoro. Anche la Chiesa Battista e Metodista e le UCDG hanno mostrato la loro
solidarietà (on la partecipazione di loro
rappresentanti.
L’argomenlo di questo incontro era « Il
lavoro nella vita della donna » ed è stato
esaminato attraverso quattro studi ed in
meditazioni quotidiane. Abbiamo seguito
- il primo studio la mattina del 2 giugno;
la Signora Berta Subilia, di Roma, ci ha
presentato uno studio biblico veramente
approfondito che trattava del lavoro secondo la Bibbia. Abbiamo sentito che incontriamo il lavoro per la prima volta,
non come maledizione, ma come un ordine di Dio < he, dopo la creazione, « prese
l’uomo e lo pose nel giardino di Eden
perchè lo lavorasse e lo custodisse ». Poi
invece, dopo la caduta, il lavoro diventa
maledizione e castigo. Ma vediamo che
attraverso la storia del popolo di Dio, il
lavoro perde il significato di « maledizione », per assumere sempre più quello
di V servizio » (Giosuè 24; 14). E nel comandamento del giorno del riposo, scopriamo che questo « servizio » è inseparabile dalla gioia del sabato. « Il riposo
deirnomo che si esprime nella glorificazione di Dio (là il .senso al suo lavoro,
non è il lavoro a dure senso (d renoso »
lA. De Quervain). Nel Nuovo Testamento, Cristo dice di se stesso: «Io sono tra
voi come colui che serve» (Luca 22: 27);
e anille l’Apostolo Paolo ci invita a lavorare alla gloria di Dio. Il N. T. ci parla
quasi soltanto di servizio — non più di
lavoro -- servizio di Dio attraverso il
prossimo. L’episodio di Marta e Maria ci
mostra due momenti della vita del discepolo : l'ascolto della Parola e il servizio,
e dobbiamo saper mettere questi due elementi nella giusta relazione.
Per la discussione in gruppi del pomeriggio ci guidò un questionario. Questa
prima buona e piena giornata ebbe per
la sera una bella sorpresa; la Corale di
Torre .Pellice .venne . a .poriarei U.siio. sim-.
pático contributo e ringraziamo, attraverso queste righe, il M.o Corsani ed i coristi per i magnifici cori.
Il 3 giugno, a causa del cattivo tempo,
non abbiamo potuto salire in seggiovia
al Pian dell’Alpet; però abbiamo comunque potuto stare liberamente insieme e
così conoscerci meglio. Avevamo anche
fra noi un bel gruppetto di bambini ed
era un piacere vedere come si sono facilmente affiatati fra loro e hanno saputo
giocare insieme senza disturbare affatto.
La Signora Delia Beri ci ha gentilmente
riferito suU’incontro delle donne valdesi
che ha avuto luogo a Palermo qualche
settimana fa, nel quale fu trattato il problema dei « Ministeri femminili nella
Chi <\su ». II venerdì pomeriggio ci portò
Ire altre conferenze interessanti. La prima
temila dalla Signora Pia Isenburg di Milano su « / i}roblemi della donna nella
fmìiiglia ». L’oralrice ci ha fatto prendere
coscienza dei lati positivi e dei lati negativi nella vita della donna casalinga. Uno
dei maggiori pericoli, per essa, è quello
di lasciarsi sopraffare dal lavoro e non
aver più tempo per tutti gli altri aspetti
della vita (culturali, spirituali, ecc.). Nella sua vocazione di casalinga la donna deve anche tener presente che la serenità
della casa dipende in gran parte da come
essa sa, non solo amministrare, ma anche
interessarsi ai problemi degli altri, tener
vivo attraverso la discussione il legame
fra i membri della famiglia, qualche volta
essere il « trait d'union » fra le generazioni die convivono nella stessa casa. Anche i conlalli fuori casa, per esempio con
gli insegnanti dei propri figli, sono assai
importanti.
Oltre a ciò, la donna casalinga dovrebbe avere anche la possibilità di un lavoro
volontario: nella Cliiesa, nel campo assistenziale o smiale. Come situazione ideale, roralri<e cita la donna che può partecipare altivamente al lavoro del marito.
Anche la donna nubile che vive in una
famiglia — ne sia essa membro oppure
no — può rappresentare un motivo di
unità per la famiglia stessa.
Come comlusìonc, la Signora Isenburg
ci ha esortato a dare un giusto equilibrio
alla nostra vita di lavoro, per una migliore utilizzazione dei nostri doni.
Un altro studio, tenuto dalla Signorina
E. Polis, di Torino, era dedicalo ai « problemi della donna lavoratrice ».
Abbiamo così saputo che nei paesi europei un terzo delle donne lavora fuori
«asa a pieno tempo (in Italia il 26%). Per
queste donne, il lavoro non è soltanto un
mezzo per guadagnarsi il pane, ma un
valore di vita, un modo di esprimere la
propria personalità, soprattutto quando la
professione è stata liberamente scelta.
Molteplici sono gli aspetti positivi della
attività professionale della donna: sicurezza, autorità, responsabilità sociale, possibilità dì contatti umani, partecipazione
alla vita sindacale e, attraverso questa,
allo sforzo per dare migliori ivondizioni
di lavoro e di vita a lutti.
Un cenno particolare ha fatto roralrice
ai problemi della donna rurale, con la
sua dura condizione di lavoro, in casa e
fuori, senza orario, senza respiro. Situa
zione, questa, ben conosciuta alle Valli;
e potrebbe essere un urgente compito delle Unioni Femminili delle Valli ricercare
amorevolmente delle soluzioni per aiutare queste nostre sorelle.
Può anche accadere che la donna lavoratrice non trovi piena soddisfazione nel
lavoro e che conosca quindi il senso della
solitudine, delPangoscia : qui la Chiesa
deve conoscere il compito che le è richiesto: essere la famiglia per chi non Pha
o non riia più. E la Chiesa siamo noi:
dobbiamo noi pensare ad aprire le nostre
famiglie alle nostre sorelle sole, aprire le
nostre Unioni Femminili, variare gli argomenti di discussione, in modo da toccare gli interessi di tulle, indicare a quelle che lianno del tempo libero nuove possibilità di servizio nella Chiesa e fuori
di essa, creare delle occasioni di incontro.
Ma per le stesse donne nubili vi è un
servizio da compiere verso le loro sorelle: n Quelle tra noi che hanno trovato
la .serenità della loro vita nella loro vocazione cristiana, che sanno che c’è pienezza d'amore e di umanità anche fuori del
matrimonio, se v’è pienezza d'amore e
dono di se, che sanno che la solitudine
perde per sempre il suo freddo potere,
quando vi irrompe la presenza unica del
Cristo vivente, lo affermino, lo testimonino con la loro vita: Colui che ha conosciuto sulla croce Vangoscia della solitudine più atroce, può riempire la nostra
vita dei Suo amore e farne il luogo di inconiro con il fratello ».
Per ultima ci ha parlalo la Doli. Frida
Malan, di Torino, dandoci, con abbondanza di dati statistici, un quadro della
« situazione sindacale della donna ». E
questi sembrano essere i due punti di particolare interesse: anzitutto, non si riconosce ancora alla donna lavoratrice, a parità di rendimento, un trattamento economico pari a quello degli uomini ; in secondo luogo, mancano le scuole professionali per rendere possìbile un inserimento qualificalo della donna nel ciclo
produttivo.
NelPultima mattinata, ¡1 Pastore Tullio
Vinay ha fatto la sintesi delle relazioni
e delle discussioni deirìnconlro, indicandola nei due termini: ASCOLTO e SERVIZIO.
1) Ascoltare la Parola è credere fiduciosamente che attraverso ad essa noi cono
sciamo la volontà di |)io per noi, ascoltiamo la nostra vocazione, scorgiamo le
opere che Egli ci pone dinanzi perchè
le compiamo come se Egli agisse per mezzo delle nostre mani.
2) Servire è agire verso il nostro fratello come agiremmo vei^ Cristo, perchè in
lui incontriamo il Sig^re, perchè per lui
Egli è morto. Affinchèl questo servizio sia
sempre più vero, effidice, concreto, possiamo operare in dueldirezioni:
ai chiarire nella Chiesa i quad^rì e le
possibilità di servizio,! collaborare per la
riscoperta di un laicato cosciente, rivedere
il nostro concetto tradizionale dei ministeri. Si devono aprire ai giovani molte
vie di servizio e prepararveli professionalmente. Rivalorizzare il servizio della
donna, ma ricordare che non esistono ministeri lAascIiili o femùiinili, ma solo ministeri a cui possono essere chiamati uomini o donne. Una Commissione sinodale
ha affrontato e sla studiando questo problema e la FFV potrà utilmente collahorare in questa ricerca.
b' ciiiarire nel mondo le possibilità dì
lavoro-servizio, perchè servizi e ministeri
non sono quelli nella Chiesa, ma ovunque
vìv^ono delle creature di Dio. Dobbiamo
essere presenti, per esempio, anche nei
sindacali, a fianco di c^i lotta per la giustizia sociale, ma vedendo sempre nelTuomo il fratello, affrontando con fede
e amore ì problemi delle migliaia di disoccupati e soitoccupalì.
Ma la vera conclusione del nostro incontro è stalo il Culto con Santa Cena e
la predicazione del Pastore Vìnay sull’episodio di Maddalena che sparge sui piedi
di Gesù il suo prezioso odorìfero. Oggi
Gesù non è più corporalmente in mezzo
a noi — ci ha detto il Pastore Vinay —
mi) sono rimasti i poveri, gli ammalati,
i soli, i disoccupali, i sofferenti ai quali
noi possiamo dare HI nostro prezioso
«olio» e servire così il Signore attraverso il prossimo, servirlo senza limiti, senza dubbi, senza caholi; servirlo lolalmente, con tutta la nostra vita.
Un grazie di cuore da parte di tulle le
parle<ipanii è stato detto, e lo ripetiamo
am’ora da queste colonne, a coloro che
hanno organizzalo rincontro, e in particolare al Direttore e al gruppo residente
di Agape per la fraterna, calda ospitalità.
Huguette Bogo.
INVITO AD AGAPE
Campo internazionale
per operai ed operaie
(13 - 21 agosto)
Anche quest’anno Agàpe invita ad un periodo di distensione e riposo nella
verde e rìdente conca di Frali, in mòdo particolare coloro che lavorano nell industria, nel nostro come in altri paesi, e più generalmente coloro che tutto
l’anno hanno lavoralo e ora desiderano un po’ di riposo, .approfittando pure delroccasione per incontrarsi t vivere serenamente insieme qualche giorno e discutere questioni essenziali di fede, vita e attualità.
'L’invito è rivolto a tuli*', senza riguardo a fede religiosa o idea politica;
chi non è mai stalo ad Agape venga liberamente e vi si troverà bene com’è avvenuto di tanti altri prima di lui.
Le ferie ad Agape vogliono essere qualcosa di caratteristico e diverso: non
vi offriamo cinema, televisione o « juke box »; vi offriamo Palmosfera serena
e limpida dell’alta montagna, e la possibilità di riflettere insieme con noi ad
alcune cose alle quali pensiamo spesso, senza che si abbia il tempo di approfondirle quando siamo nella fabbrica o al lavoro nella città.
Il tema del campo è, quest’anno, « la solitudine dell'uomo moderno ». Abbiamo chiesto ad alcuni esperti di venire ad Agape e partecipare con noi al campo. Sotto forma di brevi conversazioni essi ci esporranno il loro pensiero, e insieme ne discuteremo: Che senso ha parlare dì solitudine in un mondo tanto
affollato? Per quali molivi tanti si sentono soli? Esiste una via d’uscita? Forse,
tale riflessione ci permetterà di tornare incoraggiali alle nostre case per riprendere la quotidiana lotta per l’esistenza.
Indicazioni pratiche:
Per arrivare a Prati: un pullmann diretto per Frali, riservalo ai partecipanti,
partirà il 13 agosto, alle ore 16 in via Pio V, 15. Prezzo della corsa L. 700. Il
pullmann ferma davanti alla stazione di Pinerolo alle ore 17.15. Da Frali ad
Agape, 10 minuti di cammino. In coincidenza col pullmann riservalo sarà provveduto al trasporlo del bagaglio pesante.
Il campo ha inizio nel pomeriggio del 13 e sì chiude la mattina del 21. Nel
programma è prevista una gita con la .seggiovia. Cì è stato concesso il prezzo
ridotto di L. 360 andata e ritorno.
Orario ilei campo: colazione ore 8.15, pranzo ore 12.15, cena ore 19.15.
Programma: La mattina e<l il pomeriggio si alternano passeggiate, conversazioni sull’argomento del campo, tempo libero. Le serate sono normalmente dedicate a programmi vari che si svolgono ad Agape. A tutti ì partecipanti si domanda gentilmente di prendere parte alla vita di Agape senza separarsene da
soli o in gruppo.
Prezzo complessivo del campo: L. 8.200 compresa la tassa di iscrizione.
Iscrìversi inviando L. 1600 di caparra.
Per il Tempio di Prati
Sono pervenule, da un gruppo di Valf/es; d! Ctì'cago (III.), (¡uexte offerte che
si aggiungono a (¡nelle già pubblicate:
Fianze Grilli doli. 100; Jolm Grilli 50:
Kallierine Grill' 50; Cliarlotle Grilli 50;
Eniinia Grilli 50; Henry Grill S.r 50; Mrs.
Ida Parisoli 10; Mrs Susanne Peyrot 10; Mr
Henry Grill, j.r 20; Jolanda dot 10; Hélène Peyrol Bertalmio 20; Susanne Richard
Siaruffi 25; Philip Berger 25; Henry Berger 10'; Marianne Grill Breuze 20; John
Ro-itan (Pomer) 10; Malvina Long Roslan
5,;; John Rostan 25; Aldo Rostan 25; Ma
r e el Antoine Pons 15; François Grill
(Ville) 10; Marie Peyrol 5; Elda Tessore
5. Totale dollari 645.
ci scrivono
Il pi'obleiiiii dell’iiciistica
al Sinodo c iiello ('diiose
E’ un problema la cui importanza è
troppo sottovalutata.
Incominciamo dall’aula sinodale. Nel
verbale della seduta del Sinodo del 10
settembre 1937, si legge quanto segue:
« Il Pastore Emilio Corsani, presidente
della Commissione delle proposte, legge
la seguente proposta, firmala da tredici
membri del Sinodo : « Il Sinodo chiede
aH’Amministrazione di porre una tribuna nella Sala del Sinodo ». Il signor Corsani fa rilevare come una tribuna in un
ambiente cosi piccolo stonereblte, inoltre
porterebbe anche un cambiamento nel sistema delle discussioni, perchè gli oratori dovrebbero iscriversi preventivamente per poter parlare. E perciò la Commissione delle proposte non ritiene di poter accettare questa proposta.
Il Maggiore Abele Ghigo riconosce che
la parola « tribuna » è esagerala. Basterebbe che chi vuol parlare andasse sulla
pedana presso al presidente. Comunque la
disposizione della Sala è infelice e gli
oratori non vengono sentiti in lutti i settori.
Anche il pastore Arturo Muston nota
che molto di quel che vieti detto si perde,
perchè gli oratori si rivolgono ad un settore dell’Assemblea. C’è inoltre un’altra
ragione. Quando si saprà che per parlare
al Sinodo bisogna venire vicino al Presidente, ci si preparerà meglio e si faranno
meno parole inutili. Spesso si parla sotto
l’impulso del momento. Ad ogni modo
la proposta può trasformarsi in racromandazione, perchè tutti parlino ad alta voce ».
Come tante altre, anche questa raccomandazione è .stata completamente dimentii-ata. Anzi, dal 1937 in poi, il tono di
molti oratori è andato descresrendo. Anche chi ha un buon udito deve spesso fare
un grande sforzo per capire l’oratore rbe
sembra quasi parlare solo per se stesso...
Qua e là si sente una voce che reclama ;
talvolta è la voce dello stesso Presidente;
« Forte, più forte!... » Macché, il soliloquio continua. Poi la disposizione della
Sala, ebe nel ’37 fu detta « infelice »,
Altri potrà esortare gli oratori ad essere
eoneisi, a non fare delle ripetizioni. Attenti alle verbosità! Ma qui vogliamo soltanto toreare il problema deH’aeustiea,
ebe è assai più grave di quanto può .sembrare.
La soluiione è mollo facile, a portata
di mano. Dappertutto dove si fanno discorsi, i microfoni sono in azione. Dappertutto... ma non ancora nella nostra
aula sinodale. E’ piu che tempo di prov^
vedere. Sarà una spesa, ma una spesa più
che giustificaia, necessaria. Oggi più ancora che nel passalo, quando si parlava
ad alta voce.
M in (biesa? Si fa un lodevole sforzo
per rendere sempre più edificanti ed efficaci i nostri Culli. Ma si dimentica un
particolare di grandissima importanza.
.Non si pensa abbastanza al problema delFacuslica. Anzi, in alcune chiese Tacu
slica Ita perduto moltissimo quando è stato tolto il bablacfbino' (abat - voix) (he
sovrastava sul pulpito (il quale è per lo
più troppo alto). Il baldacchino aveva la
sua ragion d’essere. Senza « l’abat - voix »,
la voce va in alto, si disperde, è giù l’uditorio stenla a udire. I quasi sordi non sentono più nulla, e molti che hanno ancora
l’udito buono, spesso sentono solo a metà.
Si dice: chi non sente vada davanti.
E senza dubbio sarebbe bene che i primi
bam-bi fossero occupati, mentre molti ban
Fabitudine di stare in fondo alla chiesa.
Ma per parecchie persone anziane l’andare avanti non basta.
Insomma, perchè non ricorrere, anche
per i Culti, al microfono? Ne ho veduto
ultimamente imo in un pulpito, assolutamente invisibile per l’assemblea. E c’è
il mezzo di collocare in modo decoroso
gli altoparlanti. Forse in certi locali forniti di microfono, s’è sentilo un suono
troppo metallico. Una persona mollo competente m’ba assicuralo che l’inconveniente si può evitare. *
Chi ha un udito buono, perfetto, pensi
fraternamente a chi stenta ad udire, e
fraternamente non gli neghi l’aiuto che è
proprio a portala dì mano. Si pensi bene:
si tratta della efficacia dei nostri Culti, e
della edificazione di tulli i nostri fratelli
e sorelle.
E’ proprio il caso di ricordare la parola deH’apostolo : «...la fede vien dall’tidire, e l’udire si ha per mezzo della
Parola di Cristo ».
Purtroppo, la nostra fede è troppo piccola perchè possiamo compiere dei miracoli. Ma il Signore, nella Sua misericordia, ci offre un mezzo efficace per raggiungere un fine sacrosanto; quello contenuto nel messaggio di Gesù a Giovanni
Battista; « i sordi odono ». I sordi, e...
gli altri: tutti! r- n ■
(j>. tierlinatli.
Hualm vili! ho sul cuore
Non so se sul fenomeno del cosiddetto
« Apocalisse sul Monte Bianco » sia già
stalo scritto sui nostri giornali. Io sono —
cornei spesso mi accade — in arretralo
con la loro lettura per ragioni involonla*
rie.
Ad ogni modo io volevo solo dire qualcosa die da tempo ho sul cuore e prendere lo spunto da quel bizzarro pànico
da cui è stata afferrata tanta gente. (Sembra che nelle trattorìe, nei caffè, ci fossero molti che hanno atteso l’ora fatidica
guardando un po’ tremebondi l’orologio;
e col passar dei minuti, senza che niente
di straordinario accadesse, bau tratto respiri di sollievo; e so di bambini mal sorvegliali che avevano inteso parlar del
pericolo; e piangevano...)
E’ strano che a un uomo auto-esponente
di così radicata fede (credente —• mi pare — soprattutto in se stesso!) la morte
abbia fatto tanta paura, se non per se,
per il genere umano: egli coi suoi, è vero,
sarebbe certo sopravvìssuto ; aveva anche
preso le sue precauzioni!
Ma... ci tiene poi tanto a sopravvivere?
Questo mi stupisce!
La morte, si sa, desta ribrezzo in lutti
(ricordiamo la favola d’Esopo); è legge
naturale: bisogna vivere finché si può, affinchè questa Madre Natura così freneticamente preoccupala della sopravvivenza
(dei più adatti, non dimentichiamolo!)
non sia frustrala nei suoi misteriosi — e
certo divini — piani. 11 ribrezzo della
morte c’è in ogni làtèbra dell’essere umano e non solo neU’uomo.
Ma per i cristiani, per i cristiani almeno, c'è il Cristo con la Sua Croce « che ha
posto in luce rinimortalilà e la Vìla »,
e dinanzi a questo splendore che cosa di
Chia
rezza c
ronlusione
Non ho il piacere di conoscere persoìialinenle nè il Prof. Ing. M. Eynard, nè
rinsegnanle Claudio Tron, mi trovo quindi su posizione perfellanienie obiettiva.
E vorrei domandare al Sig. Tron se non
gli pare estremamente confusionario qualificare il comunismo, e segnatamente quello russo, come realizzazione socialista.
Non si è mai accorto, il Sig. Tron, che
tulle le organizzazioni socialiste del mondo intero negano la parentela col comunismo russo?
Socialismo e comunismo, anche in Italia, sono due cose ben distinte. Lo ha
denunzialo ultimamente ambe l"On. Nenni, quando ha finalmente ripudiato la politica I comunista) del Pianto peggio, tanto meglio ».
Dice molto bene il Sig. Tron che « t
veri soiìalisti non hanno nessuna voglia
di far la pelle ai ricchi... » ecc. Infatti...
¡ comunisti in Russia e dappertutto dove
hanno potuto, la pelle, l’hanno fatta oltre che ai ricihì... anche a tutti i loro
avversari ( non comunisti) cominciando
dai socialisti.
Sig. maestro studi la storia russa ambe
recente.
Il quale comunismo russo ha realizzalo
certamente molli miglioramenti, in Russia, in oltre 10 anni di Governo, ma non
ha dato al suo popolo uno standard di
vita pari a quello dei suoi vi<*ini; neanche a quello tedesco, vinto due volte,
schiaccialo e salassato da dure, anclie se
giuste, indennità di guerra.
II comunismo lia raggiunto, invece, e
superato tulli i suoi vicini e lontani nelTarmamenlo convenzionale e nelTarmamcnto nucleare.
Questa è la vera azione positiva effettuata... che non mi pare abbia proprio
nulla di evangelico.
Penso, naturalmente, che il Sig. M. Eyiiard abbia ecceduto neiraliribuire la
qualifica di Anticristo esplicito, ad una
forza che è, sì, certamente agli ordini del
Principe di questo mondo; il quale sta
preparando il idiiiia, le condizioni, lo
Sialo in cui si manifesterà rAnticrislo
(|uando i tempi saranno maturi. E penso
che per il momento, i cristiani non possano trovare posto fra coloro che negano
Dio. che impediscono l'educazione religiosa dei giot'ani, che hanno come postulato di Stalo, non solamente il materialismo storico, ma l'ateismo coartatamente
professato.
E. A. Beiix.
ventano le tenebre della cosiddetta morte?
E se ì piani dì Dio — secondo il signor
Bianco — sono di rinnovare questa umanità (che realmente ne avrebbe tanto bisogno) perchè non abbandonarsi con la
più assoluta fiducia e senza tanti preparativi, se non spirituali, nella pietosa Mano deirOnnisciente?
Mah!... Glissons!...
* ❖ *
Ciò che da tempo mi pesa sul cuore è
— lasciatemelo dire — una perplessità;
la Fede di molli — parlo di cristiani, parlo dì fratelli — è dessa veramente ben
radicala? !
Ho dovuto .stupirmi, e dolorosamente,
nei miei recenti lutti, dell’accoglienza
strana che troppi (ripeto: fratelli; non
parlo di quei « del mondo ») hanno fatto
alle mie parole di certezza della pro.secuzione della Vita.
E badate: non ho parlato di possibili
futuri incontri con coloro che ci hanno
preceduti, non di possibili celesti visioni
o sogni o riconoscimenti spiritici, non
enumerazioni di possibili luoghi dell’« al
di là », ma unicamente di certezza della
prosecuzione della Vita. Parecchi, troppi,
mi hanno guardata con modesta approvazione, come s’indulge alla storiella di un
bimbo fantasioso: «SI, povera signora!
Sì! Bisogna rassegnarsi e... credere...
così! ». « Deve aver molto sofferto per attaccarsi a certe speranze... ». Questo sentivo io, e mi veniva in mente quel sonetto del Fucini così dolorosamente amaro
nel suo umorismo: la risposta di una madre desolata alle consolazioni — cristiane,
sì! ma tanto poco sentile —: a A codeste
fascine 'un mi ci scaldo!... ».
Ma allora che Fede è la vostra?
Se siamo cristiani questa certezza è il
fondamento della nostra fede! « Se noi
speriamo in Cristo solo in questa vìla noi
siamo i più miserabili di tulli gli nomini » dice Paolo. B il nostro atteggiamenlo
davanti alla « Ineluttabile » segna come un
termometro il grado della fede.
No! no! non un brancolar nel irepuscolo; non un minuto d’esitazione, non
un istante di smarrimento! La Vita! Eterna! che palpita ìminorlale ov'unque, in
lutto CIÒ <he vediamo e in lutto ciò che
non vediamo, in queste forme caduche,
nel pensiero e nell'amore, sulla terra e
'A al di là ».
Ma queste sono forse più riflessioni da
« due novembre ». E avrei forse dovuto
aspettare sino allora?
Oh, ma i nostri cosiddetti defunti noi
non lì ricordiamo solo il « due novembre », come, in verità, non lì ricerchiamo
nel Cimitero.
« Olire la hrua » ancora una volta:
lassù! Ada G. Meille.
Concordiamo con la signora Meille, che
la fede nella l’ita eterna di alcuni cristiani è co.sa as.sfii tenue, e triste; preferiremmo però che, invece di "prosecuzione della vita" .si parlas.se, biblicamente, di risurrezione (lai morti. La morte è una
rottura — un giudizio — a cui neppure il
credente sfugge in <dcun modo; la risurrezione è il misericordioso atto di ricreazione del Signore. red.
4
pag. 4
L’EGO DELLE VALU VALDESI
N. 31 — 29 luglio 1960
TOjPONIMJ
delle Valli Valdesi
a cura di T. G. Pans
lu Clôt: borgo capoluogo dell’Inverso
Pinasca, ove sorge la Chiesa cattolica. Terreno orizzontale siil flanco
di una montagna, ripiano, pianoro.
lu Clot dì Bulard : villaggio dell’inverso di Pomaretto. Clot e Chiot è anche nome di fam. di probabile origine delflnese.
lu Clutes: villaggio del comune di
Paetto : nome derivato da « clot »
Cfr. carta di V. Grosso, 1640: Ciòtez.
Côdissart : foresto di ¡Massello, ad occ.
del Campolasalza. « Col di eissart »,
cioè colle degli appezzamenti da poco dissodati da poco ridotti a cultura. Cfr. « Gaudissart », bosco dissodato, di cui potrebbe essere una
corruzione.
Colaut: foresto nel territorio di Rorà: colle alto, elevato.
la Costa : villaggio di Torre, sulla strada del Tagliaretto, presso lì Garablin. La costa, il costone della montagna. 1716, alla Costa.
la Costabella: villaggio di Pramollo,
verso i conflni con S. Germano, Costa bella, unita, uniforme. Cfr. carta di V. Grosso, 1640: Costabella.
XIV secolo, molendinum Costa Bellae (Caff. VI, p. 107).
Costa Lorans: gruppo di case all’inverso di Torre, sulla strada che sale a Pianprà. Costa Lorenza già nel
1637, dal nome proprio Lorenzo.
Costa Queirüssa: gruppo di case del
Villar a monte dei Tupin, .sul nia'
noro del Teinau. Costa di un Cairus, cognome diffuso ancor oggi nel
comune di Villar. 1635, Costa Cheiruzza.
le Coste: foresto di Rorà, sui conflni
di Bagnolo, sotto la Pala. Le coste,
i luoghi in pendio.
làs Cota: case a Rodoretto, un po’
oltre la Balmo e làs Rima.
id.: foresto di Massello, od or. di
Pègliun, ai piedi dei prati alpini di
Culmian, regione occidentale.
la Creissuniëro : case di Pramollo, alle falde SE. di Pomian, sulla s. del
torrente. Luogo ove abbonda il crescione, «nasturtium offìoinale», di
Linneo.
lu Crô: uno dei più alti villaggi di
Paetto. Luogo incavato, più basso
del terreno circostante.
lu Crô la rama: foresto di Rodoretto,
sul sentiero ohe dal « pà d’I’uërs »
traversa la cresta delle miande s
discende al Puset di Prali.
lu Crô lëvard: foresto di Prali sulla
strada dei 13 laghi, oltre la Ftigliareo. ’
la erotta: villaggio di Prarostino,
presso i conflni di Bricherasio. La
grotta, la cantina, il locale costruito a volta e dove si conserva fresco
il vino.
la Crû : case sopra l’Eirasso, sull’incrocio delle strade di Traverse e S.
Martino. La croce, le strade incrociate.
lu Criièl : villaggio allo sbocco del torrente omonimo. 1613, foresto di
Cruello; 1646, il rivo di Cruello. Anche nell’Astigiano troviamo una località chiamata Crualle, Dal piem.
crivella, che indica una sorta di falco che ha un modo di volare o di
livrarsi in aria simile al moto del
crivello. Uccello che in vai S. Martino prende il nome di quinivèllo.
(kinivèllo).
la Crui: villaggio di Angrogna, sulla
strada che va dal Cugn a Buonanotte. La Croce : 1674, la Croxe.
Novità alla Claudiana
LUIGI SANTINI
La comunità evangelica
di Bergamo
Uno studio approfondito, vivace
e saldamente documentato, di una
delle nostre chiese più antiche. Pp. 253
HENDRIK KRAEMER
La parte dimenticata
L’attesa versione italiana — dovuta alla Dott. Nella Greppi —
dell’opera « A Theology of thè
Laity», in pochi anni divenuta
un classico sulle questioni dei laicato cristiano. - Pp. 158 - L. 400.
EMMA FORTI
Pensieri del vespero '
Una nuova raccolta di limpide
meditazioni bibliche della nota
autrice. . Pp. 117 . L. 500.
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
PRAMOLLO
All età di 76 anni è dereduto Long
p-ancesco, fu Luigi, della Rama. Ai suoi
funerali, svoltisi il 22 luglio, sono intervenuti numerosi conoscenti ed amici per
i^nifestare alla famiglia afflitta il proprio
aifetto e la propria simpatia cristiana.
Al figlio e famiglia e ai parenti tutti,
provali dalla dolorosa separazione, rinnoviamo 1 espressione della nostra fraterna
solidarietà nella prova e nella speranza
cristiana.
I, fratelli Alma e Gustavo Beiix, nuovi
gerenti della trattoria sila alla Ruala,
hanno provveduto in questi giorni a ri’
pulire e rimodernare i loro locali. Fra
1 altro sono stati installati un grande frigo
ed una moderna cucina.
Gli avventori, ed i villeggianti che si
apprestano a venire a trascorrere a Praniollo un periodo di riposo, troveranno
ad attenderli un ambiente accogliente insieme a molta cordialità.
Complimenti per la buona iniziativa e
auguri di buoni affari.
^P^Sgiali dai M.i Sigg.ri Ricchiardone
e Bleynat sono saliti a Pramollo, domenica 24 luglio, per trascorrervi una giornata in lieta compagnia e per consumarvi un
buon pranzetto, i componenti la Banda
Musicale di S. Germano Chisone. Prima
del pranzo e nel pomeriggio la Banda ha
eseguito, davanti ad un pubblico attento
ed interessato, diverse marcie e pezzi di
musica varia.
Grazie molto per la visita e per il bel
programma offertoci.
K SECONOO
Domenica pomeriggio è stato celebrato
u servizio funebre della nostra sorella Gopno Elsa in M,minai, di anni 56, deceduta all Ospedale Mauriziano di Torino.
Una folla commossa di amici e parenti
e intervenuta al funerale presieduto dal
pastoie Genre che ha anunziato il messaggio della Speranza cristiana.
Ai parenti in lutto inviamo il nostro
pensiero di viva simpatia.
Un particolare ringraziamento al pastore
Luigi Marauda die, domenica 17 u. s., ha
portato la sua vibrante parola di fede alla
comunità del quartiere della Lombarda in
una riunione all’aperto.
Il Culto di domenica prossima, 31 luglio, sarà presieduto dal pastore Ermanno
tiostan. Moderatore.
Mentre gli diamo il più cordiale benvenuto, lo ringraziamo per il messaggio che
vorrà rivolgere alla nostra comunità.
PRAROSTINO
Domenica 24 luglio il culto del ipattiiio
è stato presieduto dal Prof. Giovanni Gönnet, reduce dalla Norvegia dove ha insegnalo airUniversità di Oslo.
11 messaggio intorno al problema ecumenico ha vivamente interessato la nostra
Comunità; nel pomeriggio sulle alture di
Combavilla il Pastore ha rivolto un breve
messaggio e il Prof. Gönnet lia esposto
la situazione religiosa e sociale norvegese
raffrontata con quella italiana; «la causerie » è stala attentamente seguita ed apprezzata dal folto gruppo del quartiere di
Combavilla, con un piccolo nucleo proveniente dal Clot.
Ringraziamo di cuore il prof. G. Gönnet per i due messaggi e siamo lieti di
aver dato a lui e Signora il benvenuto in
mezzo ai pomarini. Ringraziamo di cuore
per l’accoglienza affettuosa avuta a Combavilla e per il simpatico incontro pomeridiano.
Domenica prossima un altro amico nostro rivolgerà il messaggio in chiesa, al
mattino e il pomeriggio a Vivian per lutti
gli abitanti dell’Inverso immpreso il Clot,
la Paiola e la zona della pianura sempre
alle ore 15.
Battesimo. Domeiiiea 17, nel corso del
cullo, è stato amministralo il Santo Battes.ino alla piccola Gisèle Silvani, di Bruno
e di Rivoiro Rita (Ginevra). Il Signore
faccia ^ (Tescere questa piccola in grazia,
in sapienza e in statura dinanzi a Lui ed
agli uomini, e dia ai suoi parenti di essere
fedeli alle promesse che hanno fallo.
Riunioni e attività varie. Le riunioni
estive, che abbiamo tenuto sin qui la domenica pomeriggio, qua e là nei vari quartieri, hanno avuto un buon esito, pur non
raccogliendo la totalità della popolazione
locale. Domenica 24, la riunione ha avuto
luogo ai Gay; oltre al Pastore, ha rivolto
un fraterno messaggio il fratello Vittorio
Laurora, Anziano della Comunità di Bari,,
che ringraziamo. ì
Ricordiamo le riunioni, i culti e altre
attività (-he aviamio luogo prossimamente:
domenica 31 cullo nel tempio di Roccapialla (ore 15); domenica 7 agosto. Bazar
a S. Bartolomeo (ore 15); domenica 14
agosto, riunione alPaperlo al Collaretto
(.ore 15,30); domenica 21 agosto, cullo
mensile alla cappella del Roc (ore 8).
Saluto agli amici villeggianti. Benché il
tempo non sia stato fin’ora molto propizio,
tuttavia numerose famiglie di amici di Prarestino sono giunte in mezzo a noi per
un periodo ili riposo. Alla Casa Valdese
abbiamo ospitalo: la famiglia ( Rossi, di
Torino; la famiglià Giordano, pure di
Torino; la famiglia Laurora, di Bari; sono pure qui la famìglia Paschetto, di Torino; Rostagno di Casale; Pons, di Torino; abbiamo visto di sfuggita Amìlda e
Erminio Gardiol di Issime, la signora Rachele Bordone, di Torino e tanti altri, il
cui nome ci slugge in questo momenti. A
lutti questi fedeli amici, diamo il nostro
fraterno saluto di benvenuto, augurandoci'
di averli con noi anche ai culti e alle riunioni.
Fra le riviste\
Protestantesimo
Non abbiamo ancora presentato Tullirao numero di « Protestantesimo » (2/1960).
Il fascicolo si apre con uno studio di
O. Cullmann (testo integralo di una lezione pubblica tenuta nell’Aula Magna della
Facoltà Valdese di Teologia in Roma):
L avvento presente e futuro del Regno di
Lho nel messaggio di Gesù; proseguendo
nella sua analisi della visione del tempo
nella Scrittura, il teologo basileese rifiuta
1 unilateralità delle due posizioni sopra
accennate e afferma che la caratteristica
del messaggio di Gesù relativamente al1 avvento del Regno di Dio è proprio nella tensione, in questo nostro tempo, tra
il « già adempiuto » (in Cristo) e il « non
ancora manifestato ». Alle altre scienze
teologiche spetta di trarre tutte le dedumoni, per la vita della Chiesa, da questo
dato esegetico.
Si ha poi uno studio critico di Giorgio
Peyrot: « Considerazioni sulle conseguenze
di una politica concordataria »; in alcune
tesi limpide si esaminano le conseguenze
della politica concordataria della Chiesa
romana, in Italia e oltralpe. E. B., esaminando a Due libri sulla scuola» (’Dibattito sulla Scuola’ e ’Laïcité et paix scolaire’) confronta in rapide e dense pagine
la situazione italiana e quella francese del
problema della scuola: la sua analisi penetrante va, però, al di là di questo problema particolare e tocca con profondità
il problema stesso della laicità.: da leggere
e da meditare.
Fra le rassegne, degna di nota tutta particolare quella dedicata da Giorgio Bouchard a « Il problema della pianificazione
familiare nel quadro dell’esplosione demografica contemporanea»; posti i termini
del problema dell’aumento impressionante
della popolazione umana, viene valutata
la « chiusura cattolico-romana » e la più
aperta posizione anglicana (Lambeth 1958)
ed ecumenica (rapporto Mansfield 1959)
sul controllo delle nascite. Un tema su cui
varrà la pena di tornare suU’ECO. Seguono altre rassegne: «Episcopato italiano e
laicismo» e «Nomine cardinalizie»; numerose e anipie recensioni.
Foi et Vie
Il n. 3 (Mai-Juin 1960) di Eoi et Vie è
dedicato completamente a fare il punto
dopo Cinquante ans d’oecuménisme. Dopo
un’editoriale che ricorda le tappe essenziali di questo cinquantennio ecumenico
(« une immense grâce et une immense
promesse données aux chrétiens de notre
temps »), il segretario dell’Eglise Réformée de France, Paul Conord — cui si deve
già una pregevole « Brève histoire de l’oe
Ìcuniénisme » — esamina : « Protestantisme
français et oecuménisme: rétrospective et
'perspective»; una veterana dell’ecumenismo come Suzanne de Dietrich presenta
—■ vita vissuta appassionatamente — « Expériences oecuméniques ». Quindi il direttore della rivista — e professore alla
Facoltà di Teologia di Parigi — Jean Base,
senza dimenticare i rapporti ecumenici
Ira riformali e luterani, affronta il lato
dell’ecumenismo ancora più dolente ma
non privo di speranze: «Protestantisme
et catholicisme romain ». Bernard Morel
interviene « Pour une piété oecuménique ».
Seguono cronache e rassegne anch’esse
dedicate all’ecumenismo: «Le concile oecuménique» (cattolico); « Un exemple d’union interdénominationnelle: l’Eglise évangélique et réformée des Etats-Unis »; una
« Note sur l’Orthodoxie », recensendo l’opera di Paul Evdokimov: « L’Orthodoxie ».
La Revue Réformée
Il quaderno 2/1960 é in buona parte
costituito da un ampio studio di Pierre
Marcel, presidente della Société Calvin!
sic, dedicato a « L’humilité, d'après Cal
vin». Cosi lo presenta l’autore: «Il sem
ble qu’il y ait aujourd’hui quelque dé
saffection pour l’étude et la recherche des
vertus chrétiennes. Sans vouloir épuiser
la question le présent article veut être
une modeste contribution à l’étude cl à
la recherche de l’humilité, telle qu’elle
est apparue à Calvin expliquant les Saintes
Ecritures ». Veramente, quest’articolo non
è una pia divagazione sul tema di un’umana virtù, ma sulla traccia di Calvino cerca
nella Parola di Dio il fondamento di questa essenziale manifestazione della fede.
L’articolo si cliiude con un paragrafo in
cui appare come Calvino non lia solo studialo il tema « umiltà » ma l’ha vissuta.
Seguono note interessanti di J.-D. Benoit sul modo di lavorare di Calvino, e
notizie sulle attività della Société Calviniste de France e della Associazione internazionale per la Fede e l’Azione riformala.
Redattore: Gino Conte
Coppieri . Torre Pellice
Tel. 94.76
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice . c.c.p. 2/17557
Tipografla Subalpina . s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
TORRE PELLICE
Siamo molto grati al Past. Alberto Ricca
rhe ha presieduto il cullo ai Coppieri, domenica scorsa.
Numerosi sono ormai i villeggianti giunti a Torre Pellice: a tutti loro l’augurio
cordiale di un sereno periodo di riposo
fra noi. Per rispondere alle domande dei
numerosi turisti che entrano nel tempio
del Centro, i membri del Concistoro vi si
avvicendano, la domenica pomeriggio.
Ricordiamo che la riunione pomeridiana di domenica 31 avrà luogo ai Simound.
Sono stati battezzati Mario Malan di Stefano e di Emma Coisson e Erich Costantina di Cesare e di Ada Malan. Con fede
abbiamo posto il segno del patto di grazia su questi bimbi: possano un giorno
riconoscerlo e accettarlo con gioia, e il
Signore aiuti i genitori e i padrini a mantenere le loro promesse.
Con mollo piacere abbiamo appreso che
la riimione del XV agosto, per la Val
Pellice, avrà luogo quest’anno a Torre
Pellire, sui pendìi dell’Inverso Bruni,
presso la casa Pasquet.
Ex allievi del Collegio
Valdese
La signorina Franca Cougn di Torre Pellice, già allieva della nostra
Scuola Media ha ottenuto il diploma
di insegnante nei Giardini d’infanzia.
La signorina Adriana Garnero di
Luserna S. Giovanni, anch’essa exallieva della nostra Scuola Media, ha
ottenuto il diploma di ragioniere.
Alle due giovani, le nostre felicitazioni e i nostri auguri.
Alla dottoressa Lea Vìnay che ha
brillantemente ottenuto la specializzazione in Chirurgia Plastica, auguriamo successo e benedizione nel suo
lavoro di assistente presso la Clinica
chirurgica deH’Università di Torino.
Il 17 Luglio, nel corso del culto al1 aperto nella località Ponte Barfè ,sono
stati battezzati Miegge Zerbino, Miegge
Paola. Miegge Nella, Miegge Giuliano.
tutti appartenenti ad un medesimo ceppo
lam.'liare. Benedica Iddio questi fanciulli
facendoli crescere nel suo timore.
La parte liturgica del cullo all’aperto
al Ba.gnau, del 24 luglio, è stata svolta
dal giovane Delio Long di Pradeltorno,
mentre il Pastore è intervenuto per la predicazione. Ringraziamo vivamente il Sig.
Delio Long per la sua collaborazione ohe
speriamo venga ancora prestala in altre
occasioni.
Domenica 31 Luglio avremo i culli al1 aperto al Sap alle 10 ed a Barfè alle
14.30. Domenica 7 Agosto nel tempio del
Serre alle 10 ed al Bagnau alle 14,30. Domenica 14 agosto, a Pradeltorno, nel tempio, alle 10, ed all’aperto, a Barfè. alle
14.30.
Direttore: Prof. Gino Costabel
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Specialista
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