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Anno 12:2 - n. 16
18 aprile 1986
L. 600
3ped. abbonamento postale
Gruppo 1 bis/70
In caso di mancato recapito riapedire
a: casella postale - 10066 Torre Pellice*
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
Punti
di vista
IL DIRITTO DEL MARE
L’ultima frontiera
Nell’ambiente ebraico torinese
— taivolta in posizione critica nei
confronti di quello romano — si
è tirato un sospiro di sollievo.
Si temeva che le cose andassero
molto peggio, mi dice un esponente della Comunità a cui chiedo un parere, e invece l’incontro
è risultato accettabile e utile.
Certo non mancano rilievi critici. Uno è formale ma ha la sua
importanza: i rabbini di Roma,
indossando impropriamente vesti riservate ai giorni penitenziali, sono isembrati accentuare tutto ciò che può rendere simile
un rabbino a un sacerdote, anziché attenersi maggiormente aUa
loro identità che li diversifica
non poco. L’altro è un rilievo
sostanziale, ma questo rivolto al
papa: non una parola di risposta al desiderio, espresso chiaramente da parte ebraica, di un
riconoscimento di Israele, desiderio politico, certo, ma che per
gli Ebrei è nello stesso tempo —
come si è sentito dalle parole
dei rabbino Toaff — una profonda esigenza religiosa.
Mi sembra che questo giudizio sostanzialmente positivo sia
pienamente condivisibile. Anzitutto per la sobrietà dell’incontro in cui larga parte ha avuto
la lettura della Scrittura. Come
non commuoversi nel sentire i
due passi con cui la Comunità
ebraica ha presentato se stessa? Il racconto della promessa
ad Abramo in Gen. 15 con la sua
prospettiva di identità e universalismo e la profezia di Michea
4 in cui l’universalismo si precisa nella forte affermazione delia pace che unirà i popoli. E
non minore è la commozióne nel]’udire in quel contesto le parole del Salmo 124 recitate dal rabbino: « Se non fosse stato il Signore che fu per noi... ».
Bisogna dire che per una volta la RAI è stata aU’altezza della situazione. Niente «radiocronaca» o quasi: il commentatore si è fermato alle soglie della
sinagoga, si può dire, intervenendo solo con qualche telegrafica spiegazione, lasciando che
Io spettatore seguisse e capisse
direttamente.
Certo questi lati positivi non
basterebbero ancora a dare un
senso a questo incontro. Il senso è dato daU’intenzione di illustrare un nuovo rapporto tra
Cattolicesimo e Ebraismo. La
novità non sta nell’incontro del
1.2 aprile, bensì nei testi del Concilio Vaticano II più volte citati
dal papa. Ma l’aver dichiarato
allora in un documento la nuova
posizione del Cattolici di fronte
agli Ebrei ha una rilevaniKi limitata. Deprecare ia discriminazione antisemita da dovunque
venga e chiamare gli Ebrei « fratelli maggiori » dei Cristiani significa dare a quelle dichiarazioni uno straordinario rilievo e
una notevole pubblicizzazione.
E’ chiaro che non bastano parole, per quanto papali, per creare una realtà che va costruita
con pazienza e impegpio. Ma intanto l’aver mostrato al mondo
intero le immagini di questo
nuovo rapporto costituisce una
lezione, nel tipico linguaggio audio-visivo del nostro tempo,
quanto mai opportuna nella lotte contro ogni forma di antisemitismo. Franco Giampiccoll
Mentre sta peggiorando la tensione tra Libia e Usa, inquadriamo il pretesto del primo confronto; l’affermazione, contestata, relativa al limite delle acque territoriali libiche
Mentre sta peggiorando la situazione di confronto tra Libia
e USA, torniamo un momento
indietro al pretesto del primo
confronto: « il diritto del mare ».
Il mare è una risorsa essenziale sia per la produzione di cibo,
che per mantenere l’equilibrio
del rapporto ossigeno/Euiidride
carbonica nell’atmosfera e per
la stabilità del clima. Vitale per
la vita sulla terra, il mare è anche una frontiera, lina frontiera di cui è difficile stabilire con
esattezza i confini, ma che limita la sovranità di una nazione.
Nel 1169 un papa, Alessandro
II, aveva affermato in una lettera di risposta ai Genovesi che
reclamavano il diritto di interdire la navigazione dei loro mari, che la libertà di navigazione
doveva essere salvaguardata. Attorno a questo principio si è
combattuto ad esempio tra Spagna e Portogallo ed i giuristi,
all’epoca dell’impero spagnolo,
hanno sovente disquisito se il
mare dovesse essere considerato « res nullius » e quindi acquisibile da tutti o « res communis », cioè patrimonio dei « cittadini » dell’impero. Nel 1609 un
grande giurista, Hugo Grotius,
scriveva im saggio, « Mare liberum », che’ è considerato il primo trattato dì diritto del mare:
vi sosteneva la libertà di navigazione degli olandesi contro il
re del Portogallo. Poi nel 1700
venivano definiti i primi limiti
alle acque territoriali a 3 miglia
marittime e man mano che la
gittata delle artiglierie aumentava, il limite veniva spostato:
quattro, sei, otto, dodici.
La situazione attuale è quella
che definisce acque territoriali
quelle comprese tra le coste e
12 miglia marine (22,2 Km.) con
la salvaguardia però del libero
transito negli stretti intemazionali. Questa è la situazione dei
maggiori paesi occidentali.
E’ una situazione molto contestata soprattutto dai paesi del
Terzo Mondo che hanno iniposto
all’Onu una modifica del diritto.
Così dal 1967 le Nazioni Unite
hanno organizzato conferenze e
commissioni per elaborare un
nuovo diritto del mare. Il lavoro si è concluso con un poderoso provvedimento, « la convenzione sul diritto del mare », che
consta di 320 articoli e 9 appendici.
Il nuovo diritto
Una convenzione che ha vita
difficile perché si è subito scontrata con Tostilità del governo
americano che sì è rifiutato di
ratificarla non tanto forse per
la questione delle acque territoriali, quanto piuttosto perché
l'obiettivo della convenzione è
quello di una più equa ripartizione delle ricchezze del mare
tra paesi ricchi e poveri. Nella
convenzione infatti sì stabilisce
a 188 miglia marine l’esten
TRA PASQUA ^ ASCENSIONE,- 3
Chi è adatto a pascere
Dopo mangiato, Gesù disse a Simon Pietro:
— Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di questi altri?
Simone disse:
— Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene.
Gesù replicò:
— Abbi cura dei miei agnelli!
Poi gli disse una seconda volta:
— Simone, figlio di Giovanni, mi ami davvero?
Simone gli disse:
— Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene.
Gesù replicò:
— Abbi cura deUe mie pecore.
Una terza volta Gesù disse:
— Simone, figlio di Giovanni, mi ami davvero?
Pietro fu addolorato che Gesù gli dicesse per la terza volta « mi
ami tu? ». Rispose:
— Signore, tu sai tutto. Tu sai che io ti amo.
CxCsùl disse*
— Abbi cura delle mie pecore. Quand’eri più giovane, ti mettevi
da solo la cintura e andavi dove volevi; ma io ti assicuro che quando sarai vecchio, tu stenderai le braccia, e un altro ti legherà la
cintura e ti porterà dove tu non vuoi.
(Giovanni 21: 15-18, trad. TILC)
Da ragazzo trascorrevo le mie^
vacanze estive sui dolci pendii
della collina di Luserna S. Giovanni, ospite di una grande famiglia di agricoltori, di antico ceppo valdese. Mi capitava talvolta
— soprattutto durante i grandi
lavori (mietitura, fienagioni eco.)
— di dare una mano ai miei
ospiti, sempre a corto di personale in quelle occasioni. Uno dei
lavori che più comunemente mi
veniva affidato era quello di portare al pascolo le mucche, all’imbrunire. Ero tutto compreso di
quell’incarico e ricordo che mentre osservavo le mucche che con
gusto divoravano il bel trifoglio
del prato, riflettevo sul valore
delle otto bestie che mi erano
state affidate. Non solo il valore
in danaro, ma il valore che rappresentavano per i miei amici:
latte, formaggio, mezzi per muo
vere carri e macchine agricole
(allora non c’erano i trattori),
concime, vitellini da vendere ed
altro. Non di rado mi prendeva il
timore che qualcuna di quelle belle bestie si facesse male e mi sentivo proprio inadatto — io, studente di città — ad intervenire
con prontezza in caso di emergenza. Avevo un po’ di paura.
Eppure m’inorgogliva il fatto che
i miei amici avessero tanta fiducia in me da affidarmi un bene,
per loro, così prezioso.
Non diversamente dev’essersi
sentito Pietro (e in ben altra misura!!), quando per tre volte ode
Gesù dirgli: « Pasci i miei agnelli... abbi cura delle mie pecore ».
Proprio a lui, persona quanto
mai inadatta, instabile, infedele,
Gesù affida quanto ha di più
prezioso: le sue pecore, ossia
quei credenti deboli e perenne
mente bisognosi di assistenza,
che formeranno la chiesa. Una
responsabilità enorme, di cui
Pietro non si sente all’altezza.
Quando penso agli esami psicofisico-spirituali cui sottoponiamo^
(ed è doveroso farlo) i nostri
studenti prima di accettarli in
Facoltà o nel Corpo pastorale,
mi domando se Pietro avrebbe
potuto superare l’esame. Probabilmente no. Chi si sente di raccomandare per un ministero di
così alta responsabilità un credente che al momento della prova rinnega tre volte il suo maestro? Senza la minima esitazione. Eppure il Signore Gesù non
ha timore di rinnovare la sua
chiamata a Pietro. Gesù e Pietro. E’ forse l’ultima volta che si
incontrano su questa terra prima dell’Ascensione. Si conoscono da tre anni. Fin dal primo
momento è nato un forte affetto
reciproco fra i due. Pietro mette
senza esitare a disposizione di
quest’uomo straordinario la sua
esuberanza, il suo carattere impetuoso, la sua determinazione.
Gesù vede oltre le apparenze;
comprende le debolezze del pescatore galilea; sa bene che l’entusiasmo non mette al riparo
dalle cadute. Ma Gesù legge nei
cuori e riesce a scorgere di là
dagli entusiasmi e dai cedimenti
un sincero desiderio di servire.
Gesù cambia il nome di Simone:
lo chiama Pietro. Ed ora eccoli
di fronte, dopo tutta la tragedia
della passione, del rinnegamento,
della croce. Pietro non ha il coraggio di parlare, di rompere il
ghiaccio. Non ha neppure la forza di chiedere a Gesù: « Chi
Piero Bensì
(continua a pag. 12)
sione della zona economica
esclusiva riservata allo sfruttamento da parte degli stati costieri. Una decisione questa che
permette ai paesi poveri di accedere ai ricchi depositi di manganese, cobalto, rame e nichel
presenti nel fondo del mare.
Questo evidentemente lede gli
interessi dei potenti consorzi mL
nerari statunitensi e britannici
che non S5no disponibili a rinunciare a privilegi di sfruttamento del mare. Così mentre
tutti i paesi del Terzo Mondo
hanno già ratificato la convenzione, Stati Uniti, Gran Bretagna, Italia non l’hanno ancora
ratificata.
Nella convenzione sono contenute alcune precisazioni sul concetto di acque interne è di baia,
che sono utili per capire l’oggetto giuridico del contendere
tra Libia e USA.
La convenzione definisce baia
quando si è in presenza di una
insenatura ben pronunciata Ift
cui acque possano definirsi, in
rapporto alTampiezza naturale,
come circondate dalla costa. Tale è ad esempio la situazione
delle baie storiche: quelle di
Conception, Chaleurs, Hudson',
di Delaware nel Nord America,
o del Golfo di Taranto, In questo caso il mare territoriale è
compreso entro la linea ideale
che unisce le due nunte della
baia aumentato di 12 miglia marine.
Di qui l’oggetto del contendere. La Libia che ha sottoscritto
la convenzione considera il golfo della Sirte una baia e quindi
spinge le sue acaue territoriali
fino al 33” narallelo. Gli USA
non avendo accettato la convenzione non sono owdamente di
questo parere.
Il Consiglio ecumenico delle
chiese, già nel ’79 a Boston con
la Conferenza su « fede, scienza
e futuro », aveva richiamato l’attenzione delle chiese sul nuovo
diritto del mare come elemento
di giustizia intemazionale ed
aveva chiesto che i credenti esercitassero pressioni nei confronti dei governi per la ratìfica della convenzione. Solo la Chiesa
Unita Metodista degli USA aveva preso sul serio questo invito.
Oggi che il diritto del mare è
pretesto per prove di forza, sapremo (ri)prendere l’iniziativa?
Giorgio Gardiol
SOMMARIO
□ Riforma della chiesa,
uno slogan da buttare,
di E. Tomassini e P.
Fiorio - p. 2
Q I televangelistl,
di R.Giacone - p. 3
n Dopo l’8 arriva il 3
per mille? di F. Giampiccoli - p.7
G Liberazione depurata,
di C. Milaneschi - p. 8
2
2 fede e cultura
18 aprile 1986
VERSO IL CONGRESSO DELLA EGEI
Riforma della chiesa
uno slogan da buttare
Un provocatorio articolo di due giovani apre il dibattito sul Congresso giovanile evangelico che si terrà aH'inizio di maggio ad Agape
Quanto mai opportuno sarebbe — ma forse è utopia sperarlo — che la FGEI, nel suo ormai
vicino Vili Congresso, abbandonasse uno slog^ incomprensibile e improduttivo come la « riforma della chiesa » e diventasse
veramente quello ohe è scritto
nel suo nome, cioè un organismo
giovanile. Queste riflessióni nascono spontanee leggendo l’articolo pre-congressuale di Paolo
Ferrerò e Mauro Pons pubblicato
recentemente dalla rivista « Gioventù Evangelica » (Verso il Congresso Fgei: una proposta di discussione, G.E. n. 96). Ciò ohe
colpisce, in questo scritto, è il
fatto che a tm’analisi abbastanza
lucida del venir meno dei tradizionali punti di riferimento della
FGEI si contrapponga ima sostanziale incapacità di trarne le
necessarie conseguenze.
« Riforma della chiesa » incomprensibile e improduttiva, dicevamo. Incomprensibile è per
noi la leggerezza con cui nella
EGEI — non da oggi — si usa
la parola “riforma”, che dovrebbe essere invece per dei protestanti un termine fra i più “pesanti” che ci siano. Se è vero che
la chiesa può essere riformata
solo per l’azione dello Spirito,
allora non ha senso parlare di
“riforma” come se fosse un obiettivo politico, raggiungibile attraverso la definizione di strategie
e obiettivi intermedi adeguati.
La riforma della chiesa può
essere riconosciuta e accettata
quando si manifesta, ma non può
essere ■ decisa o programmata a
tavolino: non lo può la Tavola,
nemmeno il Sinodo, e tanto meno un organismo settoriale e a
vòlte pure correntizio come la
FGEI. Su questa strada si raccolgono solo frustrazioni: da quelle
legate al ritrovarsi isolati e
scarsamente influenti aH’interno
della Chiesa (come accade, su un
altro versante, alla TEV : ed è
una fortuna che le nostre comunità siano relativamente impermeabili a questi « movimenti cü
opinione »), a quelle legate al divario fra ambizioni smisurate (la
« riforma della chiesa ») e obiettivi pratici minuscoli (Ferrerò e
Pons citano a questo proposito
addirittura « il pastore ohe non
usa la toga nel culto »!).
Negli ultimi anni, peraltro, le
nostre chiese hanno compiuto alcuni passi significativi in direzione di un rinnovamento evangelico: ne sono espressione l’impegno a fianco del movimento pacifista, la diffusione del pastorato femminile, il maggior peso assimto dai laici in svariati settori.
Tutto questo, però, non è nato
nell’ambito di un progetto “riformatore”, ma, più semplicemente, dalla presa di coscienza,
avvenuta in modi e tempi diversi, di ciò che è oggi la vocazione
delle nostre chiese. E la FGEI?
La FGEI, quando ha fatto il suo
mestiere, cioè l’aggregazione giovanile, ha spesso giocato in questo processo un ruolo assai significativo; altrimenti, ne è rimasta
ai margini, a baloccarsi con slo
ORA DI RELIGIONE DIBATTUTA A SUSA
Imposizione dall’alto
SUSA — Gli « incontri ecumenici», che si tengono mensilmente in Valle di Susa, hanno
abbandonato, nell’appuntamento
di venerdì 21 marzo, i tradizionali temi biblici per affrontare
l’argomento « ora di religione ».
Ha introdotto il prof. Franco
Calvetti, che ha ricordato le
contraddizioni giuridiche tra la
« Intesa Falcucci » e la legge 449
(Intesa tra Stato e Tavola valdese), e le gravi discriminazioni
che da queste contraddizioni deriveranno per alunni ed insegnanti. Hanno quindi preso la
parola alcuni insegnanti « laici »
di religione, che hanno espresso opinioni sfumatamente diverse: dal disagio in cui molti
di essi si trovano attualmente,
insegnando una materia considerata dagli studenti « di serie
B », alla coscienza di svolgere
un « servizio » per tutti i cittadini, indipendentemente dalla fede religiosa.
Un « servizio » pagato, è stato obiettato da qualcuno: certo
in contrapposizione con il vero
spirito del volontariato; e per
di più svolto da insegnanti reclutati in palese discriminazione
rispetto agli altri insegnanti, e
con testi recanti l’imprimatur.
Un severo monito è venuto in
questo senso dal battista Daniele Suppo, che ha ricordato
come i luoghi deputati per tramandare la fede siano la famiglia e la parrocchia.
L’intervento di Padre Pio Tamburrino, il benedettino della No
valesa che con maggiore tenacia ha cercato in questi anni di
coltivare l’ecumenismo in Valle
di Susa, non ha infatti potuto
tacere gli ostacoli nuovi e rilevanti che 1’« Intesa Falcucci » ha
imposto al faticoso cammino del
movimento ecumenico. Purtroppo — ha soggiunto il religioso
cattolico — si è trattato di qualche cosa che ci è stata imposta
dall’alto, senza un’indagine preliminare delle reali volontà degli interessati. Ha concluso la
serata il pastore valdese Baldi,
formulando la speranza che discussioni franche ed aperte come questa possano comunque
riuscire utili a superare gli ostacoli ed a favorire un dialogo privo di riserve mentali.
G. B.
PROTESTANTESIMO
IN TV
SOSPENSIONE
PROTESTANTESIMO
Per esigenze di programmazione RAI lunedi 21 aprile
Protestantesimo non andrà in
onda.
Prossimo appuntamento il
5 maggio con un numero di
attualità.
gans improduttivi come questo
insopportabile « riforma della
chiesa ».
I nodi al pettine
La FGEI va ora al Congresso
mentre molti nodi stanno venendo al pettine: gli stessi Ferrerò
e Pons riconoscono onestamente
la crisi dei presupposti teologici
(la « riforma della chiesa ») e politici (la lotta per il socialismo
come contesto privilegiato della
predicazione) su cui, nel 1969,
nacque la Federazione. E’ qui —
ci pare — la causa delle rughe
che solcano il volto della FGEI,
che appare essere sempre più
un movimento di reduci, di exgiovani. Il problema non nasce
oggi (alcuni aspetti furono già
sollevati, con scarso successo, al
congresso del 1981): ma forse
oggi si comincia a prenderne coscienza.
Ma la coscienza serve poco se
ad essa non si accompagnano
scelte conseguenti. Ed è proprio
questo che la FGEI non vuol fare quando continua a ripetere
« siamo una federazione giovanile, non giovanilistica » (con quel
“giovanile” slegato dai limiti biologici imposti ai comuni mortali, che ricorda tanto l’aspetto
“giovanile” della nomenklatura
sovietica prengorbacioviana). Gli
stessi Ferrerò e Pons, nel loro articolo, prendono in esame l’idea
di una FGEI concentrata nel lavoro giovanile solo per dire che
è un’idea rispettabile, ma riduttiva e in ultima analisi non interessante. Eppure la realtà va
avanti, e gli stessi autori non
possono fare a meno di riconoscere che la EGEI compie oggi,
rispetto al passato, molto più lavoro di aggregazione giovanile, e
che un numero crescente dei
suoi aderenti la intende ormai
non più come una corrente organizzata in seno alla chiesa, ma
— correttamente — come un organismo giovanile (o “giovanilistico’’): « ...si passa nei gruppi
EGEI, ci si sta alcuni anni e poi
si esce. Non più la EGEI come
luogo fisico in cui vengono poste le domande fondamentali sulla propria esistenza, ma un impegno tra gli altri ». Stessa constatazione sul piano dei contenuti: Ferrerò e Pons riconoscono
ohe, accanto al « conflitto di classe », tradizionalmente considerato dalla FGEI come il contesto
della predicazione, sono emerse
altre problematiche, che vengono
da qualche anno raccolte nel calderone della “soggettività”.
Di fronte a questi fatti nuovi,
abbiamo l’impressione che la
EGEI reagisca in modo differenzialo. Schematizzando: da una
parte le generazioni più giovani,
che, senza fare molto baccano e
spesso senza esserne nemmeno
del tutto consapevoli, sono le
portatrici del cambiamento; dalraltra i “capi storici”, che non
sanno bene che pesci pigliare.
Da un lato, nessuno sembra
opporsi al nuovo, riproponendo
l’idea di EGEI che si affermò negli anni ’70: ma dall'altro nessuno riconosce che quell’idea era
sbagliata allora, tanto più è sbagliata oggi, e che va definitivamente superata. Così nella FGEI,
vecchio e nuovo convivono, si
mescolano, si intrecciano; ma
non trovano una sintesi e alla
fine risulta assai diffìcile capire
quale sia l’identità attuale di
questo strano movimento.
PROTESTANTESIMO IN TV
Il recente sondaggio effettuato daZZ’Espresso sull’opinione degli italiani circa i
dieci comandamenti ha offerto lo spunto alla trasmissione
del 7 aprile, dell’eccezionale
durata di cinquanta minuti.
Come noto, si è rilevato in
tale occasione che « Non uccidere » e « Non rubare » occupano i primi posti mentre
sono considerati meno importanti i comandamenti riguardanti il rapporto con Dio
che hanno la precedenza nelle Tavole della legge. Questo
ribaltamento di posizioni è
evidentemente il fruito^ di
motivazioni (e di equivoci
— Il « Non uccidere » deve
essere rettamente inteso in
quanto non esprimeva un
concetto privatistico ma coinvolgeva la responsabilità di
tutto il popolo (ed oggi quante sono le vittime dell’indifferenza, della trascuratezza
dell’egoismo collettivo?).
Due canzoni “impegnate’’
sullo sfondo di immagini riflettenti la disumanità del
mondo di oggi, hanno efficacemente inframmezza.to il filmato.
La tavola rotonda ha visto
la partecipazione ''di una donna, pastore battista, di un
rabbino e di una nota teoio
I comandamenti
teologici) che “Protestantesimo" ha voluto comprendere
e chiarire attraverso un filmato ed una tavola rotonda.
Il filmato riprendeva i contatti intercorsi tra il regista
ed il prof. G. Girardet in vista dell’eventuale realizzazione della trasmissione.
L’idea di utilizzare direttamente questo lavoro preliminare come prima parte della
rubrica si è rivelata felice: le
reiterate, e motivate, perplessità del professore hanno conferito al discorso interesse e
gradevole spontaneità. Alla
fine, ritenendo l’impresa troppo ardua, G. Girardet consiglia di risolvere il problema
ricorrendo ad un dibattito tra
esperti, ma intanto ha avuto
modo di offrirci analisi e riflessioni stimolanti.
Riferiamo di alcune soltanto per ragioni di spazio:
— L’opinione comune ha
ridotto i dieci comandamenti
a un codice di morale corrente ignorando il prologo
(« Io sono il Signore Iddio
tuo») da cui il resto discende come naturale conseguenza.
— L’alternativa a Dio (« Non
avrai altri dei nel mio cospetto ») è oggi costituita essenzialmente dall’io. Lo vediamo dall’abuso del prefisso
“auto" (autorealizzarsi, autoaffarmarsi, ecc.) al punto che
— con divertente, e impressionante, bisticcio di parole
— potremmo definirci « la civiltà dell’auto ».
ga cattolica, incalzati dalle
domande dell’abile Malocchi.
Curiosamente, ho sentito da
un certo numero di telespettatori valutazioni assai diverse sugli interventi in questione. C’è chi ha molto apprezzato il pastore battista
che ha messo in guardia contro il rischio di “sentirsi a
posto" per il solo fatto di osservare i comandamenti mentre il nostro rapporto, totalizzante, con Dio è quello che
conta. Altri hanno invece trovato più efficace il rabbino
per il suo richiamo all’importanza dell’« azione », cioè alla coerenza della vita con la
fede professata. La teologa
cattolica (sono tentata di dire “benché cattolica") ha rifiutato il concetto che le opere portino alla salvezza e ha
contestato l’appiattimento dei
comandamenti ad una serie
di divieti. I comandamenti,
in sostanza, sono uno strumento del piano di Dio a favore dell’uomo, concetto ripreso da R. Maiocchi a chiusura dell’interessante trasmissione.
Mirella Bein Argentieri
Vorrei avanzare una formale richiesta ai responsabili
della rubrica: si protesti
presso la RiAI in quanto ripetutamente accade (come questa volta) che, al termine del
programma di prima serata,
l’annunciatrice omette di indicare « Protestantesimo » nelle trasmissioni che immediatamente seguiranno.
Alcune proposte
Noi, ohe alla FGEI non aderiamo, ma ne seguiamo con attenzione le vicende, se non altro
perché è l’unico organismo giovanile delle nostre chiese a
dimensione sovra-parrocchiale,
avanzeremmo a questo punto alcune modeste proposte, che crediamo servirebbero a far uscire
la EGEI daH’angoIino minoritario in cui si è rinchiusa e le permetterebbero di rendere un servizio ben più valido ai giovani e
alle chiese evangeliche:
a) assumere finalmente come
propria ragion d’essere la formazione e l’aggregazione di tutti i
giovani delle nostre chiese in vista del loro inserimento organico nella vita delle rispettive comunità (accettando quindi senza
complessi il fatto di essere una
“area di transito”, nella quale la
gente entra e dopo alcuni anni
fisiologicamente esce);
b) quanto ai contenuti, rendersi conto che per un adolescente
e un giovane è normalmente la
"soggettività” il campo nel quale
si giocano le battaglie decisive
(rapporto coi genitori, con l’altro
sesso, con Dio, ricerca di una
propria identità), e ohe questo
dovrebbe essere pertanto il terreno principale di riflessione del
movimento giovanile. Accanto a
questo, son senz’altro valide altre tematiche a cavallo fra l’etico e il politico: pace, lavoratori
migranti, ecc... Ma dire, come
fanno Ferrerò e Pons, che bisogna « schierarsi avendo come discriminante il conflitto di classe », significa riproporre qualcosa
che in sé è anche valido, ma che
è perlomeno piuttosto lontano
dall’esperienza dei giovani d’oggi
(e non solo di oggi);
c) infine, ci piacerebbe decisamente che il Congresso deliberasse una cosa che nell’articolo
di Gioventù Evangelica veniva
nominata solo per rifiutarla: la
FGEI come organizzazione di tutti i giovani da 15 a 25 anni, con
limiti precisi, quindi, per l’adesione (magari con possibilità di
deroghe per i consiglieri nazionali). Gli ex-giovani potrebbero
comunque tramandare le loro
memorie ed esperienze scrivendo
articoli o intervenendo in campi
e convegni.
E come slogan per questo nuovo movimento giovanile, noi ne
adotteremmo, capovolgendolo,
uno che adesso è di moda: « Pensare in piccolo (cioè alla realtà
giovanile, e scusate se è poco) e
agire in grande (cioè con idee e
strumenti adeguati e non velleitari) ». Ester Tomassinl
Paolo Fiorio
3
18 aprile 1986
fede e cultura 3
USA: CONTINUA IL BOOM DELLA CHIESA ELETTRONICA
^ -------*--------------------------- bìo minoritaria. I 3
maggiori network
nazionali mettono a
loro disposizione (come per la Chiesa
cattolica e la Comu
I televangelisti
Chi sono gli apostoli (Jella preciicazione televisiva - Anticomunismo,
ville e aerei privati - La chiesa cJrive-in e la « cattecJrale di cristallo »
« Vedremo un cambiamento in
questa nazione. E voi ne sarete
parte ».
Queste parole sono state pronunciate ad un recente maxiconvegno di TV religiose USA,
svoltosi allo Sheraton Hotel di
Washington, da Pat Robertson,
un predicatore battista americano di 55 anni, il quale, davanti
ad una qualificata platea di
4.000 persone, ha annunciato la
sua candidatura per la nomination repubblicana, nella corsa
alla Casa Bianca per le elezioni
presidenziali del 1988.
Cresce la Chiesa
elettronica
Questa convention tenutasi
allo Sheraton Hotel, al di là
dell’annuncio di Robertson, è
stata un po’ l’apoteosi dei cosiddetti « televangelisti » o predicatori TV : tanto che si sono
scomodati decine di senatori e
deputati. Persino il presidente
Reagan, impossibilitato a partecipare, ha inviato un appropriato messaggio su videotape.
Il fenomeno della « chiesa elettronica », dei pastori che predicano e parlano attraverso canali nazionali e via cavo radioTV, è infatti in pieno boom negli Stati Uniti. Lo scorso anno
si contavano in USA ben 1134
radio e 200' TV a carattere prevalentemente religioso, tralasciando le produzioni estemporanee e gli spazi radio-TV acquistati o concessi su altri network.
Ed il fatturato di queste stazioni era calcolato in circa $ 2
miliardi (3200 miliardi di lire).
Una cifra da capogiro.
Predicatori
e guadagni
stupefacenti sono anche i guadagni dei televangelisti.
Ad esempio Jinuny Swaggart,
50 anni, predicatore pentecostale e cantante di gospels (già 13
milioni di dischi venduti), che
ogni settimana tuona contro comuniSmo, cattolicesimo ed «umanesimo secolare» (aborto,
AIDS ed altre malattie sociali)
guadagna $ 140 milioni l’anno
(224 miliardi di lire). Tanto che
ha potuto fondare un Bible College che porta il suo nome.
Aperto lo scorso anno, su 18.000
domande di ammissione solo
400 hanno potuto essere accolte.
Robert ScbuUer, 59 anni, della
Chiesa Riformata USA, guadagna molto meno: | 37 milioni
(60 miliardi di lire) l’anno. Con
parte di questi fondi ha creato
la prima chiesa drive-in (probabilmente al mondo), quindi
— visto che il suo pubblico diretto e televisivo aumentava a
dismisura — ha fatto costruire
una scintillante cattedrale di cemento, acciaio e vetro a Garden
Grove in California, subito battezzata la « catted:rale di cristallo ». E’ costata circa 30 miliardi
di lire (coperti quasi tutti da
donazioni) e da qui, settimanalmente, trasmette il suo sermone/show intitolato « hour of power» (ora di potenza).
Altro televangelista, pentecostale, è Jim Bakker, 46 anni, proprietario di un network ascolta
stanze, negozi ecc... si trova un
anfiteatro ove si rappresentano
in continuazione spettacoli sulla natività e sulla passione di
Gesù.
Tra i televangelisti il nome
più noto (ma non il più popolare) è quello del pastore battista Jerry Falwell, 52 anni, fondatore della Moral Majority, di
cui a più riprese il nostro giornale ha parlato: la sua audience
settimanale è « solo » di 5,6 milioni di persone. Egli tende infatti a creare più un movimento di opinione che una rete TV
vera e propria.
11 « fenomeno »
Robertson
Ma è su Pat Robertson che negli ultimi tempi si stanno puntando i riflettori e l’interesse
generale dell’opinione pubblica
americana.
Il settimanale Time gli ha addirittura dedicato la copertina
del numero del 17 febbraio ed
un lungo servizio intitolato: Potere, gloria e politica: 1 predicatori della destra dominano la
scena.
La scalata di Robertson è
spettacolosa. Piglio di un ex-senatore, laureato in legge a Yale,
fallisce l’esame da magistrato;
ha una crisi religiosa ed entra
al Biblical Seminary di New
York, che abbandona per passare nel movimento neopentecostale o carismatico, che — tra
l’altro — crede e pratica la guarigione fisica e psichica.
Egli stesso si mette a praticarla. Afferma di aver guarito
già lO.OÌX) persone (« Abbiamo
prove mediche e le nostre équipes televisive hanno raccolto le
loro storie ed intervistato gli
amici : è assolutamente straordinario »).
Compra per poche centinaia
di dollari una TV privata nel
1961 e crea la prima rete interamente religiosa. Inventa il primo talk-show (alla Maurizio Costanzo, per intenderci) religioso, ed è il primo programma religioso ad accettare sponsor
commerciali. La sua TV via cavo raggiunge nel 1985 i 37 milioni di abbonati (erano « solo »
12 milioni nel 1981). Trasmette
24 ore su 24 : show religiosi, film,
dibattiti, giochi, servizi domenicali, telegiornali. In politica interna ed estera i cavalli di battaglia sono quelli tipici della destra conservatrice americana.
E il pubblico guarda la sua
TV e risponde in massa. Soprattutto per telefono. Dopo la
compagnia aerea American Airlines, la sua TV è stata la più
grande ’consumatrice’ di telefonate lo scorso anno.
La vera ragione di questi frequenti contatti telefonici, a cui
tutte le « TV del^vangelo »
spingono i teleutenti, sembra essere quella di creare un vasto
archivio computerizzato di nomi ed indirizzi, cui far poi pervenire richieste di aiuti, doni,
ecc...
« Tanto che — annuncia sconsolato Luis Palau, un evangelista abbastanza noto negli USA
— quando ormai cerchi di parlare a qualcuno di Gesù Cristo
in America, essi pensano immediatamente che tutto quello che
vuoi sapere sia il loro nome, cognome, indirizzo e codice postale ».
Il mondo dei televangelisti non
è comunque esente da chiacchiere : abbondano aerei e panfili
privati, ville lussuose e Mercedes, anche se poi dal piccolo
schermo i predicatori tuonano
parole di povertà. Tànto che le
Chiese ufficiali hanno quasi tutte preso le distanze dalle TV
dell’Evangelo.
La posizione
delle Chiese ufficiali
Ma come si muovono le denominazioni presenti su scala nazionale in questo contesto che
muta in continuazione?
nità ebraica) degli
spazi, anche se non
sempre i programmi
sono di successo.
Forse perché mirano solo ad annunciare la Parola e non
a far spettacolo.
Dice il past. William Pore, segretario
del Consiglio Nazionale delle Chiese :
« I televangelisti hanno acquisito enorme popolarità, potere e profitto a spese della loro integrità morale ». Ed il
past. Peter Horsfield aggiunge che
« il misurare l’insegnamento cristiano
per mezzo dell’acclamazione popolare
è stato rifiutato fin
dalle prime esperienze della fede cristiana ».
Le Chiese storiche del protestantesimo americano sembrano
dunque essere molto tiepide verso la nuova realtà della chiesa
elettronica. Tanto che Malcolm
Muggeridge, un autorevole saggista, ha identificato nel suo libro « Cristo ed i media » la TV
Pat Robertson
come la quarta e nuova tentazione del deserto. E Cristo, interessato più « alla verità ed alla realtà » che « alla fantasia e
all’immagine », rifiuta e supera
anche questa tentazione.
Roberto Giacone
CENTRO EVANGELICO DI IVREA
Tre dibattiti
Il Centro evangelico culturale ha organizzato tra febbraio e
marzo tre conferenze-dibattito.
Nella prima (« La lettura della
Bibbia per 1 cristiani di oggi »)
il pastore Renzo Bertalot ha
spiegato le ragioni della nuova
traduzione, non tanto per gli
esperti e i frequentatori abituali
delle chiese, ma per chi in chiesa ci va poco o mai: veicolo per
la diffusione delle Scritture e
dunque un metodo di evangelizzazione. La nuova Bibbia è
intesa a penetrare in scuole, ospedali, carceri, nelle chiese stesse, mediante gruppi locali di diffusione che in tal modo potrebbero porsi come fattori di ecumenismo concreto. Il vescovo
Luigi Bettazzi ha notato che un
tempo il possesso della Bibbia
divideva cattolici ed evangelici,
mentre oggi un possibile avvicinarsi dei primi ai secondi sta
proprio nella lettura della Parola. Essa non può più contrapporli ma unirli nel servizio al
mondo pur nelle diversità: li
aiuta nell’annunzio (evangelizzazione) e nella catechesi (approfondimento della fede). Gli
oratori non si sono inoltrati
nelle critiche alla nuova traduzione, ma nemmeno hanno potuto ignorarle quando il pubblico le ha sollevate: resistenze al
linguaggio moderno, testo qua e
là impoverito o edulcorato, l’imprimatur ecc.
La seconda, « Valdo e Francesco, due esperienze cristiane
per l’oggi », ha visto il pastore
Giorgio Tomm aprire con una
premessa: Valdo non è stato un
Cattolici USA e immigrati
Gli immigrati negli USA dai
miiinnl paesi latino-americani preferiS SSrito4ttÒre’’Si“ fcono aderire alle chiese evan
programma di varietà quotichano organizzato in grande stile.
I suoi proventi gli hanno permesso di costruire una specie
di Disneyland religiosa, inaugin
rata r’I 1978 a Forth Mill, Sud
Carolina, ove oltre "d una chiesa, un hotel di lusso con 500
geliche fondamentaliste che integrarsi nella chiesa cattolica
statunitense; è il risultato di
un’inchiesta del National Catholic Register, uno dei principali
giornali cattolici degli USA. Fra
i motivi di questa scelta, uno dei
principali sarebbe la spirituali
tà di stampo « europeo » della
chiesa cattolica, nella quale trovano ormai poco spetzio Maria
e i santi. Per questo, molti immigrati di origine ispanica preferirebbero rivolgersi ai gruppi
fondamentalisti nei quali, seppure in forme diverse, maggiore
importanza è data agli aspetti
emotivi e carismatici.
protestante ante-litteram, ma un
cattolico apostolico romano che
ha vissuto la sua esperienza di
fede nell’àmbito della cristianità medievale occidentale e non
è uscito dalla Chiesa cattolica
anche se ne è stato estromesso. Ciò che legittima il riferimento dei protestanti a Valdo
come precursore, è la sua ipotesi di una cristianità che riscopre il senso dell’apostolato, la rinuncia completa al potere, la
proposta di povertà non solo
nella chiesa ma della chiesa, la
predicazione della Parola, la
concezione di chiesa come comunità di credenti. Toum ha
ricordato che si può conoscere
qualcosa dell’esperienza di Valdo e seguaci solo attraverso le
notizie tramandate dai testi dell’Inquisizione, ogni altra testimonianza diretta essendo stata
accuratamente cancellata.
La prof. Clara Gennaro ha
centrato il suo intervento su
Francesco uomo: quello gioioso del Cantico delle Creature e
quello dei dolori, della cecità e
delle stigmate. Ha sottolineato
l’aspetto della povertà, dell’umiltà, del servizio verso i più emarginati, e ha accennato alla sua
predicazione fatta di racconti
sulla grazia dì Dio e di testimonianza di ciò che dà senso al
vivere umano. Nel dibattito gli
oratori hanno risposto a domande sul significato dell’esperienza di Valdo e Francesco per
i credenti di oggi, sulla missione
di Francesco in Oriente, sui motivi della scomunica di Valdo e
beatificazione di Francesco, sulla comparazione tra Francesco e
Chiara e sul problema delle
stigmate.
Quali ministeri?
Infine, « Quali ministeri per le
nostre chiese? ». Il pastore Alberto Taccia ha sottolineato l’importanza della domanda sui ministeri: ogni generazione deve
riproporsela con riferimento al1’« ecclesia reformata semper
reformanda». Ha poi esposto i
ministeri individuati: 1) quello
di Cristo, definitivo, compiuto una volta per sempre fino alla
croce, per cui il compito della
chiesa è di proclamare il messaggio di amore, salvezza e pace che ne deriva; 2) il ministero
apostolico strettamente collegato a quello di Cristo perché
proclamato da testimoni diretti di Gesù che trasmettevano
le sue parole e la sua azione;
3) quello della comunità: la predicazione della Parola, presenza
vivente nella Santa Cena, e la
predicazione vissuta nella realtà. Taccia ha ricordato l’organizzazione delle prime comunità
secondo il Nuovo Testamento e
l’importanza del rapporto tra
il ministero della comunità nel
suo insieme e i ministeri particolari.
Don Piero Agrano ha dato al
suo intervento un taglio pastorale richiamandosi ai doni dello
Spirito (i carismi) che suscitano i ministeri, e le fimzioni ecclesiali che stanno alla loro base: 1) servizio della Parola, scopo fondamentale della missione
apostolica ma anche primo dono dello Spirito; 2) servizio della comunione fraterna; 3) testimonianza dei segni di salvezza
attraverso il battesimo e l’eucarestia. Ha ricordato la storia dei
ministeri nella Chiesa cattolica
prima e dopo il Concilio Vaticano II e ha concluso con le
prospettive per il futuro: fedeltà alla storia e allo Spirito ma
creatività secondo le nuove esigenze; ministeri di frontiera
(volontariato, pace); nuovi rapporti con il ministero ordinato capace di suscitare i doni e
di farli convivere. Nel dibattito
Taccia e Agrano hanno risposto
su fedeltà a Cristo e fedeltà
alla storia; sulle domande: quali ministeri no., possono mancare nella chiesa? i ministeri
esprimono la chiesa? Non è mancata la questione della riconciliazione (annunzio delia salvezza
di Cristo e de..a remissione dei
peccati) e dell’esclusività di certi ministeri.
Cinzia Carugati Vitali
4
4 vita delle chiese
18 aprile 1986
DIBATTITO DEL 3^ CIRCUITO A POMARETTO
L’ospedale “evangelico
II
Come può un ospedale che per
denominazione e per origine si
definisce « evangelico » dimostrare concretamente la propria evangelicità? L’assemblea aperta
del III Circuito che ha incontrato rii aprile a Pomaretto i membri della CIOV, il primario e il
personale dell’Ospedale valdese
ha visto questo problema affrontato sotto varie angolazioni, senza però risposte esaurienti. Il
presidente della CIOV, Alberto
Taccia, ha messo in rilievo questa incompletezza del dibattito,
proponendo un altro incontro,
magari su temi più specifici.
Allora, viene da domarwdarsi,
non c’è proprio nulla che distingue le nostre opere da altre analoghe, condotte da enti pubblici
o da associazioni varie? La presentazione di Alberto Taccia, come i successivi interventi, sono
stati molto decisi nel separare
il servizio svolto dall’Ospedale
da ogni sospetto di confessiona
lità. Un ente che ha come scopo la cura dei malati deve assolvere questo compito con scrupolo e dedizione, ma non gli si
può chiedere di essere un centro
di predicazione o di testimonianza. Il fatto stesso che il
personale sia assunto per concorso pubblico, senza discriminazioni confessionali, dimostra
come una linea laica sia la più
corretta.
Che cosa faccia, invece, im ospedale quando cura i malati
al meglio delle sue possibilità
è stato esposto dal prof. Valerio
Gay. con l’aiuto ima serie
di diapositive: uno sguardo al
passato, un paragone con il presente, ma anche nuove prospettive per il futuro. I grafici, soprattutto, erano piuttosto eloquenti nell’esemplificare la tendenza verso l’alto del numero di
prestazioni fomite: un indubbio
indice di vitalità dell’Ospedale di
Pomaretto, forse anche una spia
della situazione per cui esami,
analisi, radiografie, ecc. sono ormai indagini ritenute indispensabili da tutti i medici (a torto o a
ragione) per qualsiasi tipo di
malattia.
La discussione, che, come si
è detto prima, ha posto più punti interrogativi di quanto abbia
fornito informazioni, si è orientata sul tema della sofferenza
e della morte e su quale sia l’atteggiamento giusto nel rapporto con chi si trova di fronte a
queste angosciose realtà. Non
sono certo nuove, nell’ambito
della nostra chiesa, le discussioni su questi problemi, in modo
particolare quando si apre una
rifiessione sulla funzione delle
opere che si mettono al servizio della ccllettività: il rifiuto
della confessionalità a molti sembra un cedimento verso la secolarizzazione. Ma ancora oggi è
più facile porsi la domanda che
trovare la risposta. L. V.
CONVEGNO
1° DISTRETTO
Domenica 20 aprile 1986
Pinerolo, v. dei Mille 1, ore 15
DIACONIA E
TESTIMONIANZA
EVANGELICA
Relatori:
Vera Coisson, Capo/servizi
sanitari dell’Ospedale Valdese di Torre Pellice;
Giovanni Mathieu, Primario
déirOspedale Valdese di
Torre Pellice;
Alberto Taccia, Presidente della CIOV;
Claudio Tron, Sovrintendente del 3” Circuito.
Al Convegno sono invitati
tutti i membri di chiesa, in
particolare i membri dei Concistori, i membri del Dipartimento Diaconale e gli Operatori degli Istituti.
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Incontro di generazioni diverse
PERRERO — Giorno di festa
il r aprile a Perrero. Un bel
gruppo di ospiti deH’Asilo di S.
Germano ha trascorso con noi
la giornata, incontrando al mattino per il culto e nel pasto di
mezzogiorno l’Unione femminile, recandosi quindi a Maniglia
a godere del bellissimo sole, e ritrovandosi per il thè coi bambini della scuola domenicale,
che hanno rallegrato gli ultimi
momenti trascorsi insieme con
una scelta dei canti della loro
attività.
E’ stata una bella occasione
per un incontro di generazioni
diverse, con problemi diversi,
gli uni con le energie in declino
e gli altri con tutta l’esuberanza
dei loro anni verdi. Abbiamo potuto vivere la realtà delTincontro tra chiesa e istituto, rendendoci conto che questo incontro
non si vive, tanto a livello di comitati ma piuttosto a. livello di
fratelli che si parlano e si danno reciprocamente gioia e affetto.
• Ci ha lasciato il fratello Beniamino Enrico Pons, di Plancia
Per capirne di più su:
— Fede riformata;
— Vita quotidiana;
— Mentalità nella storia;
— Cultura materiale;
— Memoria del passato;
— Attività della Società di
Studi Valdesi.
Per acquisti e informazioni rivolgersi a:
Società di Studi Va/desi
via Alassimo d’Azeglio
10066 Torre Pellice (To)
Telef. 0121/932179
(Maniglia), all’età di 79 anni.
Rinnoviamo l’espressione della
nostra simpatia fraterna alla famiglia ed in particolare alla sua
compagna.
Richiesta di rinvio
torre pellice — Una Assemblea di chiesa, invero non
molto affollata, ha discusso la
questione deH’8 per mille sulla
base di una relazione portata
dal gruppo di studio biblico.
Non si trattava ancora di prendere la decisione chiesta dal Sinodo ma di approfondire il dibattito in vista della assemblea
fissata per. il 25 maggio. Dalla
discussione è emerso che la
chiesa è indirizzata verso una
richiesta al Sinodo di rinviare
la decisione sulle tre questioni,
per poter chiarire il ruolo delle
opere e degli enti ecclesiastici:
i regolamenti organici attualmente sembrerebbero escludere
che la chiesa valdese possa attingere da altre fonti, che non
siano i doni, per finanziare le attività diaconali, che siano del
terzo mondo o no... Da un breve ed ufficioso sondaggio nella
comunità e nell’assemblea emerge che le posizioni tra l’accettazione o il rifiuto dell’8 per mille
sono equamente suddivise.
• E’ stato celebrato il matrimonio di Erich Costantino e
Bruna Albarea. Auguri agli sposi.
• La comunità esprime la sua
fraterna solidarietà nel dolore
alla famiglia di Giulia Rivoir
ved. Malan recentemente decedutà.
Funerali senza organo
S. GERMANO — Hanno terminato la loro vita terrena Irma
Martinat ved. Comba di anni 75
e Teresa Prandi ved. Garrone di
anni 85. Ai familiari tutti di queste nostre sorelle vada l’espressione della fraterna ed affettuosa simpatia cristiana della Comunità.
Peccato che in occasione dei
funerali di queste due sorelle
celebrati nello stesso giorno, le
note del nostro organo non abbiano potuto risuonare ; purtroppo una infiltrazione di acqua
ha provocato un cortocircuito
sulle apparecchiature elettriche
dello strumento per cui non solo è stato impossibile il suo funzionamento. ma i nresenti si so
no venuti a trovare in una situazione non troppo piacevole!
Tutto poi si è risolto nel migliore dei modi, poiché l’estintore era a portata di mano ; il
guaio più grosso è stata la tosse provocata dal fumo intenso
che ha investito non solo la galleria, ma tutto il tempio. Il primo funerale ha dovuto essere
celebrato nella Sala Valdese ove
la gente, con calma, si è trasferita su invito del pastore quando già si stava per iniziare il
servizio.
Con riconoscenza al Signore
possiamo dire che Egli ci ha risparmiati non permettendo che
succedesse una vera e propria
tragedia.
Culto con ì
bambini e i genitori
ANGROGNA — Sabato 19
alle 14,30 i bambini della scuola
domenicale s’incontrano al Capoluogo per recarsi in bus a Luserna San Giovanni dove si terrà uno spettacolo teatrale. Alle
16,30 si terrà una breve prova
generale in vista del culto del
giorno dopo cui seguirà un’agape nella Sala con i genitori dei
bambini delle scuole domenicali.
Nell’incontro s’intende dibattere
linee e prospettive di questa attività.
• Ospiti degli Istituti per anziani della nostra chiesa in Val
Pellice e angrognini hanno partecipato numerosi alla « Festa
dell’anziano » organizzata dall’Unione Femminile domenica
scorsa; un breve programma biblico, canti e molta gioia nell’incontrarsi al di là dei confini
istituzionali: insomma una bella giornata riuscita grazie anche all’intervento di giovani e
solerti volontarie che hanno assicurato i trasporti insieme ad
una accoglienza familiare.
Lutto
PINEROLO — E’ stata battezzata domenica scorsa Stefania
Bertin.
• Ha terminato la sua lunga
giornata terrena la nostra sorella Silvia Pittavino vedova
Long. Tutto l’affetto e la simpatia della comunità al figlio, alla
nuora e alle nipotine.
Simpatia
POMARETTO — La comunità
esprime la sua simpatia cristiana alle famiglie colpite dal lutto. Sono deceduti: Ines Rostan
V. Bertalotto deceduta presso il
Rifugio C. Alberto di Luserna
S. Giovanni all’età di anni 82 e
Enrico Tron (Licu) deceduto
presso l’Ospedale Valdese di Pomaretto all’età di anni 57.
• L’Assemblea di Chiesa è
convocata per domenica 20 aprile alle ore 10 nel Tempio. All’ordine del giorno; nomina dei delegati alla conferenza distrettuale ed al Sinodo; la relazione annuale e gli impegni finanziari
per il 1987; la questione dell’8 per milie e la relazione del
Concistoro riguardante la scuola
degli Aymar.
• Il Concistoro è convocato
presso i locali dell’Eicolo Orando il 18 aprile 1986 alle ore 20.30.
Assemblea di chiesa
SAN SECONDO — L’Assemblea di chiesa è convocata domenica prossima, 20 c.m. subito
dopo il culto, con il seguente
ordine del giorno; a) relazione
annua; b) relazione finanziaria;
c) elezione dei deputati alla Conferenza Distrettuale ed al Sinodo; d) varie.
Per l’occasione il culto sarà
anticipato alle ore 10 al fine di
dare più spazio ai lavori della
Assemblea, a cui si prega di intervenire numerosi.
A 50 metri dalla spiaggia servizi e il
1-47045
MIRAMARE
DI RIVMNI
VI» Ì»HS1N( -3
TCLCP (OSA’)
* 9
325aS
- ambiente familiare — ottimi i
trattamento.
Catendark)
Giovedì 17 aprile
□ LA REVOCA
DELL’EDITTO
DI NANTES
E VILLAR PEROSA
VILLAR PEROSA — Alle ore 20.45
presso la Biblioteca Comunale (Via
Nazionale 33) il dr. Pier Carlo Pazè e
il past. Giorgio Tourn parieranno su!
tema ,« La revoca deil’editto di Nantes
e le conseguenze a Villar Perosa ».
Venerdì 18 aprile
n DEFISCALIZZAZIONE
E 8 PER MILLE
SAN GERMANO — Presso le vecchie
scuole (via Scuole), con inizio aile
ore 20.30 si terrà un dibattito sul tema « Defiscalizzazione e 8 per mille •
introdurranno Aldo Ribet e Andrea
Ribet.
Domenica 20 aprile
□ CITA A COAZZE
Il 3“ Circuito organizza una gita
delle scuole domenicali a Coazze. La
partenza è fissata per le ore 8 da
Prali. Coloro che intendono partecipare (anche parenti) lo comunichino con
urgenza ai monitori o ai pastori.
n TRECENTO ANNI FA
L’ESILIO
BOBBIO PELLICE — Alle ore 10 30
ha inizio col culto la giornata dei giovani del 1” circuito sul tema « Trecento anni fa l'esilio ». Alle 15 verranno
presentati a cura deH’Unione dei Coppieri quadri e scene suH’argoment-o.
Domenica 27 aprile ~~
□ CIORNATA
COMUNITARIA
POMARETTO — Alle ore 10 col culto preparato dalla Scuola Domenicale
ha luogo la giornata comunitaria della
comunità a Inverso Clot. Il programma prevede alle 12.30 il pranzo comunitario, alle 14.30 l'inizio di un pomeriggio di canti e lotteria. Prenoiarsper il pranzo presso gli anziani dei
quartiere.
Ciovedì 1° maggio
□ INCONTRO
LAVORATORI
ITALIANI E
FRANCESI
VALENCE — Ha inizio alle 16, l'undicesimo incontro dei lavoratori italiani
e francesi. Organizzato in collaborazione tra le Equipes Ouvrières Protestantes e il Centro Sociale Protestante di
Pinerolo, l'incontro di quest'anno sarà
dedicato all'esame delle esperienze
di « nuovi lavori ». L'incontro termina
domenica 4 maggio. Costo L. 90.000
(con possibilità di borse per disoccupati) escluso il viaggio. Per informazioni rivolgersi a Giorgio Cardici
tei. 0121/72665 (la sera).
Domenica 11 maggio
□ CITA DELLA SSV
TORRE PELLICE — La Società di Studi Valdesi programma per questa data
la sua gita nelle località dove furono
incarcerati I valdesi dopo il maggio
1686: Carmagnola, Cherasco, Bene,
Possano, Villafalletto. Nel pomeriggio
al termine della visita a Possano i
gitanti parteciperanno alla festa di canto delle corali che avrà luogo in questa città.
Costo del viaggio: L. 10.000. Prenotarsi presso la signora Jole Tommasini, tei. 0121/91059 versando un anticipo di L. 5.000.
CHIESA VALDESE
SAN GERMANO CHISONE
Domenica. 20 aprile 1986
ore 14.30
APERTURA BAZAR
Tutti sono cordialmente
invitati a partecipare.
5
18 aprile 1986
vita delle chiese 5
LA SOLIDARIETÀ’ DEGLI EVANGELICI CON ERITREI E SENEGALESI
Africani a Catania;
un anno dopo
E’ ormai passato un anno dai
primi contatti, nella primavera
del 1985, tra la comunità eritrea
di Catania e alcune persone delle
chiese battista e valdese della
città. A partire da un incontro
con le chiese in occasione del
17 febbraio è nata e cresciuta
una collaborazione effettiva tra
le chiese evangeliche e questo
gruppo etnico di lavoratori immigrati. Non si è trattato solo
di concessione di locali dove riunirsi per le attività di incontro e
di alfabetizzazione (i locali della
Chiesa Valdese di via Cantarella), ma di un rapporto fatto di
compartecipazione all’insegnamento e alla risoluzione di problemi sociali, fatto anche di agapi fraterne e di occasioni di incontro del tutto informali.
I membri del gruppo eritreo di
Catania sono in larga parte donne, svolgono esclusivamente lavori di tipo domestico e risiedono presso famiglie. La motivazione che le porta a lasciare
il proprio paese e quindi a mantenere ben viva la propria identità etnico-culturale, è di tipo
politico.
Un alloggio precario
Dal mese di giugno si è avviata inoltre una iniziativa molto concreta di ospitalità ad un
folto gruppo di giovani senegalesi, per i quali i problemi più
impellenti erano l’alloggio e la
situazione di illegalità (a molti
era stato notificato il foglio di
via). Questa ospitalità ha però
dei limiti nel tempo (è una soluzione « precaria » e « di emergenza ») e, data l’esiguità delle
forze disponibili si può solo rivolgere ad un numero ristretto
di persone. Il gruppo senegalese
è caratterizzato da una permanenza in Italia considerata « breve » (dai 2 ai 4 anni), dalla giovane età (14-30 anni) e dalla occupazione in commerci ambulanti. Normalmente i giovani senegalesi, che emigrano in Italia
per necessità di sopravvivenza,
trovano alloggio in pensioni che
esigono cifre intorno alle 100
mila lire mensili a testa per for
nire un posto-letto in locali sovraffollati.
La mobilitazione sul problema
dei lavoratori migranti ha portato al lavoro congiunto con altre
forze della realtà cittadina (parrocchie cattoliche, sindacato. Caritas, volontari e professionisti),
anche se non si è ancora costituito un vero e proprio « coordinamento » sui lavoratori migranti e se enti come il Comune e
l’Università stanno iniziando a
scoprire queste problematiche. A
livello na.zionale è stato determinante l’appoggio della Federazione delle Chiese - Servizio Migranti che, oltre a strumenti di
formazione e documentazione,
ha coinvolto, quando si è reso
necessario, con efScienza la realtà di altre chiese ed opere (es.
reperimento di posti-alloggio per
giovani senegalesi costretti a lasciare Catania entro pochi giorni; degenza ospedaliera di un
giovane inimigrato presso l’Ospedale Evangelico di Napoli,
eccetera).
E’ chiaro inoltre, fin dall’inizio, che non si può lavorare su
questi temi solo sul terreno dell’assistenza o dell’ospitalità, ma
rimane fondamentale la risoluzione del problema legislativo
e la necessità di un maggiore
coinvolgimento « positivo » della
realtà cittadina. Purtroppo la discussione che ha accompagnato
l’annuncio di una nuova legge,
anche a Catania ha portato ad
un aumento dei fermi e dei fogli di via agli stranieri; d’altra
parte l’accresciuto interesse da
parte della stampa e della televisione ha riconfermato il
diffuso atteggiamento di pietosa
tolleranza o di distaccato razzismo.
Che in prospettiva il lavoro
possa raggiungere altri gruppi
etnici, coprire con tempestività
i problemi di assistenza medica
e legale, coordinare le varie iniziative... è certamente vero. La
scelta latta fin qui è però quella
di migliorare il poco in atto,
senza dimenticare che la testimonianza non può non essere
parte del nostro lavoro di chiesa.
Per il gruppo, A. B.
BOLLETTINO GIOVANILE A MILANO
Arriva “La Bolla”
10 -100 -1000 bollettini giovanili; dall’Alpi alle piramidi, dal
Manzanarre al Reno, non passa
mese senza che si debba registrare la nascita di qualche nuova testata. L’ultima è « La Bolla », circolare del gruppo FGEI
detto « del giovedì » di Milano.
Si tratta di un bollettino insieme
usuale e nuovo; usuale per la
maggior parte degli argomenti
(studio biblico, cronache di convegni, movimento degli studenti,
apartheid, mafia, ecc.); ma anche nuovo per quel che riguarda
l’impostazione grafica, che è molto curata.
Non solo infatti tanto la copertina che le pagine interne so
CORRISPONDENZE
Scuole domenicali si incontrano
La spezia — «Questo è il
nostro treno ». « Quando parte? ». « Ciao, Shulfen! ». « Ciao! ».
«Bravo Gianluca, anche tu!?».
« Ciao Laura ; anche voi di Livorno venite a La Spezia? ». Un
incontro fra ragazzi alla stazione di Pisa: è subito un familiarizzare; molti di loro si erano
già conosciuti negli anni scorsi
a ’fresanti, non lontano da Pisa, dove esiste un centro evangelico di incontri. '
Nel quadro delle attività tendenti a rinsaldare la comunione
fra evangelici di differenti comunità, i responsabili giovanili
delle chiese evangeliche di Pisa,
Livorno e La Spezia hanno organizzato un incontro di scuole
domenicali che ha avuto luogo
a La Spezia la domenica delle
palme, 23 marzo. Che lo scopo
dell’iniziativa sia stato raggiunto è dimostrato dal grosso lavoro che le sorelle dell’Unione femminile di La Spezia hanno dovuto sostenere per ospitare più
di 40 commensali nei locali delle attività della Ipre chiesa.
Piccoli e grandi, dopo aver
partecipato al culto presieduto
dal pastore Eugenio Stretti nel
tempio metodista, hanno cantato, giocato, fraternizzato. La chitarra di Saskia ha accompagnato alcuni canti gioiosi, intonati
dai bambini, dapprima timidamente e poi con sempre più forza. Il Salvatore risorto benedice
chi opera nel Suo nome: e tutti
i partecipanti all’incontro hanno potuto sperimentare questa
realtà.
Culto
interdenominazionale
FIRENZE — Gli evangelici hanno occupato tutti gli spazi del
tempio battista di Borgognissanti domenica 23 marzo per il culto interdenominazionale della domenica delle Palme. La liturgia
è stata presieduta dal past. Mario Marziale; il past. Mario Affuso ha guidato ie preghiere
spontanee, mentre l’anziano Eliseo Longd ha predicato.'Leggen
do il testo deiringresso di Gesù in Gerusalemme nella versione di Luca, Eliseo Longo si è
fermato in particolare sul rimprovero di Gesù a Gerusalemme: « Oh se tu pure avessi conosciuto in questo giorno quel
che è per la tua pace! Ma ora
è nascosto agli occhi tuoi... non
lasceranno in te pietra sopra
pietra, perché non hai conosciuto il tempo nel quale sei stata
visitata» (Luca 19: 42-44). E’
compito dei credenti delle chiese richiamare gli uomini all’ascolto della Parola di Dio nel
tempo in cui il Signore ci parla, affinché la nostra società non
precipiti nella rovina per averne
rifiutato l’ascolto e non essersi
convertita.
Molto apprezzate sono state
le esecuzioni della Corale interdenominazionale diretta dal caro Eliseo Longo.
La colletta è stata devoluta al
Servizio Migranti della Federazione delle Chiese Evangeliche
in Italia.
______CONVEGNO A POGGIO UBERTINI
Luci e ombre
del Guicciardini
In occasione del centenario
della morte del conte Pietro Luigi Donato Guicciardini (21.7.180823.3.1886), circa 200 persone sono
convenute da molte parti a Poggio Ubertini (a 20 Km. da Firenze) per un incontro che si proponeva di sviluppare un’analisi
storica del Movimento delle Assemblee dei Fratelli, del quale il
(juicciardini fu uno dei fondatori, e delle sue scelte ecclesiologiche e teologiche, in un clima
di comunione spirituale reso ancora più gioioso dall’atmosfera
della Pasqua.
La parola degli esperti, quali
sono i professori Giorgio Spini e
Domenico Maselli, e il valido apporto della professoressa Daisy
Ronco, hanno mantenuto alto il
tono d’interesse culturale appagando pienamente e talvolta perfino superando le aspettative di
tutti i convenuti, i quali — specie i più giovani — hanno scoperto, attraverso l’analisi degli
studiosi, molti nuovi elementi
sulla storia di questo Movimento autenticamente evangelico.
Ma oltre al fatto culturale in
sé ed al clima spirituale, ciò che
forse è piaciuto di più ed ha edificato tutti, è stato il nrofondo
amore per la verità e la determinazione con la quale si sono
lavati questi panni storici, mettendo in evidenza, non soltanto
le luci e le glorie, ma anche le
ombre: gli errori e le debolezze
di uomini di fede, che malgrado
i loro limiti umani, hanno voluto
e saputo, con l’aiuto di Dio, farsi carico di una grande responsabilità, sopportando fatiche ed
amarezze e correndo quei pericoh che fanno parte integrante
della croce che il Signore offre
a tutti coloro ohe vogliono seguirlo con fedeltà.
In occasioni del genere, è sempre forte la tentazione di scadere in un facile trionfalismo che
finisce col banalizzare tutto il
convegno; questa volta non è
stato così! Ne va il merito anche al valido contributo di Anziani capaci quali sono i frateUi
Stefano Woods, Giuseppe Barbanotti, Davide Valente e altri, che
hanno chiarito molti aspetti dottrinali e storici del Movimento e
soprattutto hanno promosso un
confronto di idee che è stato utile a tutti.
Finita la parentesi festiva, tutti sono tornati alle proprie comunità con la consapevolezza
che questo convegno ha segnato
un ulteriore passo avanti verso
una maggiore comunione tra tub
ti i credenti in Gesù Cristo, base
indispensabile per la propagazione del Vangelo nel nostro Paese.
Per chi volesse cogliere nei
particolari tutta la ricchezza storica oggetto di questo convegno,
indichiamo la nuova pubblicazione della prof .ssa Daisy Ronco:
« Per me vivere è Cristo » (La vita e l’opera del conte Guicciardini) con la presentazione del
prof. D. Maselli.
Sergio e Clara Cozzi
no piene di illustrazioni e vignette, sia di produzione propria
che prese a prestito da disegnatori famosi come Reiser; ma il
numero 1 presenta addirittura la
prima, puntata di "Geenna", una
storia a fumetti sulla guerra
mondiale prossima ventura.
Meritevole di menzione è anche il colore grigiastro delle pagine della "Bolla”, dovuto al fatto che, come spiega un riquadro
a pag. 2, il bollettino, per motivi ecologici, viene prodotto utilizzando solo carta riciclata.
Forse qualche articolo è un
po’ lunghetto, ma riniziativa merita comunque simpatia e incoraggiamento. P. F.
_____LA SCOMPARSA DI UNA SORELLA
Ricordo di Sheila
Vidi Sheila Mills per la prima
volta all’inizio degli anni settanta,
quando entrambe portavamo i
nostri figli alla stessa scuola materna, ma, da buone inglesi, non
essendo state presentate da alcuno, ci siamo veramente conosciute solo un anno più tardi,
quando ci trovammo a lavorare
insieme al British Institute in
Corso Vittorio. Da allora fino a
pochi giorni fa le nostre strade
si sono intrecciate, prima come
compagne di lavoro, poi quando
io ero alle sue dipendenze e infine quando Sheila ha cominciato a frequentare assiduamente
la chiesa di lingua inglese, e ci
siamo scoperte sorelle in fede.
Per tutti noi che a Torino
l’abbiamo conosciuta, Sheila è
stata un punto di riferimento.
Tutte le persone che venivano
a contatto con lei non potevano
non essere colpite dalla sua completa disponibilità per il prossimo. Per lei gli ultimi quindici
anni sono stati pieni di difficoltà e di lotte, eppure non l’ho
mai vista sconfitta o schiacciata
e il suo coraggio e la sua volontà di superare i problemi sono stati di enorme incoraggiar
mento a molti di noi. Anche
quando era affaticata dal peso
dei problemi di lavoro e di famiglia, era sempre pronta ad
ascoltare con simpatia gli altri,
fossero essi italiani o connazionali. Ho sempre ammirato e invidiato la sua capacità di ricordare tutti per nome, le migliaia
di studenti, insegnanti, amici
con cui ha avuto rapporti. Era
sempre pronta a vedere il positivo in tutti, anche in quelli che
le avevano fatto del male.
Sheila proveniva da una famiglia londinese, non era gente di
chiesa, ma animata da un grande calore umano. Era stata convertita da giovane attraverso la
scuola domenicale in una chiesa metodista. Prima di venire a
Torino è vissuta per vari anni in
Nigeria all’inizio della guerra del
Biafra e aveva una profonda
simpatia p>er gli africani e una
ampia conoscenza di ’cose africane’.
Credo che la piccola comunità evangelica di lingua inglese
di Torino sentirà molto la sua
mancanza ed è ad essa e alla
sua famiglia sia in Italia che in
Inghilterra, che vanno i miei
affettuosi saluti e l’augurio che
il Signore susciti in mezzo a noi
altre persone che come Sheila
siano disponibili a farsi ’ogni
cosa a tutti’. Christine Spanu
CINISELLO BALSAMO (Mi) — Venerdì 18 aprile, con inizio alle ore 21,
presso il Circolo Culturale « Jacopo
Lombardini » si terrà un dibattito sul
tema: « Una nuova politica mondiale
nel segno della croce? ». Introduce
Filippo Gentilonì, redattore de « Il Manifesto » e di « Com-Nuovi Tempi ».
POGGIO UBERTINI (Fi) — Dal 23 al
27 aprile avrà luogo il 2“ Convegno
sulla musica, organizzato dalle chiese
dei Fratelli. Le prenotazioni devono
pervenire a Guido Moretti, via Orazio
Vecchi 151 - 50127 Firenze (tei. 055/
434303).
MILANO — Mercoledì 23 aprile, nel
quadro del « corso biblico » del Centro Culturale Protestante di via F.
Sforza, avrà luogo un incontro sul tema; « Matteo 13: 44-46 - Parabole del
tesoro nascosto e della perla; di fronte alla grande scoperta, cogliere l'occasione ». Introduce II pastore Guido
Colucci.
SESTRI PONENTE (Ge) — Venerdì 25
aprile avrà luogo la Giornata degli
evangelici liguri, che prevede: culto dì
evangelizzazione, canto della corale
valdese e conferenza pubblica di Giorgio Spini.
6
6 prospettive bibliche
1
18 aprile 1986
ALL’ASCOLTO DELLA PAROLA
La vita cristiana
è una lotta continua
Il mondo, dunque, non appartiene
ai demoni; tuttavia la sconfinata
sofferenza tunana causata dall’ingiustizia, dall’ostilità, dalla
malattia e dalla colpa mostra che
questi demoni non hanno ancora
cessato di minacciare e di distruggere gli uomini e la creazione buona. Questo fatto mobilita il battezzato e lo impegna in una lotta, nella
quale deve attestare, vivere e, spesso, soffrire la libertà che gli è stata
donata da Cristo. In questo senso
il futuro del battezzato è ancora
aperto. In Romani 6 l'apostolo Paolo sceglie con estrema cura i tempi
e i modi verbaH: l'essere morto e sepolto con Cristo è un fatto che può
essere formulato con forme di tempo per/etto; invece l'essere risuscitati con lui, dev'essere detto in termini futuri: « Infatti se siamo stati
associati e resi conformi alla sua
morte, non meno lo saremo alla sua
risurrezione » (v. 5, trad. E. Kàsemaim, ma ci sono anche altri esempi).
Un vasto campo di lotta
In questo modo si apre un vasto
campo di lotta, che include l'intera
esistenza cristiana fino al giorno della fine. Nel suo Grande Catechismo
Lutero lo dice, in modo congeniale,
con queste parole ben note: « Una
vita cristiana altro non è che un battesimo quotidiano, iniziato im giorno e costantemente rivissuto ». Questa lotta va condotta quotidianamente e nel corso di tutta la giornata, e la liberazione dev'essere preservata attraverso ogni genere di
tentazioni e di prove. Non a caso,
com'è stato spesso osservato, la maggior parte dei testi neotestamentari
nei quali si parla del battesimo si
trovano in contesti esortativi o conducono a esortazioni (parenesi).
Evidentemente il lato dogmatico
e liturgico del battesimo non era,
all’epoca apostolica, un tema da trattare isolatamente, ma costituiva la
ampiezza del campo di battaglia sul
quale l'evento battesimale esercita
la sua azione, nel tempo come nello
spazio.
Le esortazioni neotestamentarie
non possono, ovviamente, ricoprire
con le loro tematiche l'intero campo di lotta. Mi paiono però importanti due cose.
Due punti di forza
Prosegue la pubblicazione di tuio studio del prof. Filipi, di Praga,
su « Il battesimo come liberazione ». Si tratta, comunque, di una liberazione molto particolare, in realtà di un essere trasferiti dalla sovranità
del mondo e dei «demoni» alla sovranità di Cristo: il battesimo era inteso originariamente come segno di un affrancamento da Satana, di un
esodo dal mondo del male, trascinati per così dire nel corteo trionfale del
Cristo che vince, nella sua morte, e nella sua risurrezione, tutte le forze
e potenze avverse.
a cura di GINO CONTE
della giustizia è certamente anche il
servizio al prossimo in tutte le sue
necessità terrene e fisiche.
In secondo luogo mi pare importante, soprattutto nelle Deuteropaoliniche\ ad esempio nella confessione battesimale di Colossesi 1, che
anche il cosmo intero, in quanto
creazione di Dio, viene incluso nell'orizzonte del battesimo. Non soltanto il singolo che viene battezzato, non soltanto la comunità nella
quale viene battezzato, ma l'intera
pienezza del creato è qui presente
e messa in relazione con Cristo, il
primogenito dell’antica come della
nuova creazione. Il battesimo non è
un fatto che accade in un cantuccio
(Krusche): in esso una creatura, che
vive nel cosmo, diventa proprietà
del Cosmokrator, dell’onnipotente
Signore del mondo.
Sarebbero poi da menzionare anche altri aspetti delle esortazioni
battesimali, ad esempio il rapporto
fra battesimo e missione e quello
fra battesimo e unità della chiesa, e
della comunità locale. Questi sono,
però, loci communes, aspetti ben noti, e posso esimermi dal trattarli più
ampiamente.
Esorcismo e cura d’anime
Anzitutto, mi pare importante che
la lotta per preservare la libertà includa anche l’esistenza fisica. Così
leggo, infatti, ad esempio. Romani
6: 13. Qui l’apostolo esorta il battezzato a impegnare le sue membra
(mele) nella « militanza di Cristo »,
come delle armi, in altri termini a
esercitare l’ubbidienza fisica: sostanzialmente è il medesimo pensiero
che esprime nella stessa epistola al
cap. 12: 1 ss. Il culto (Gottesdienst),
in vista del quale siamo liberati dal
culto degli idoli (Götzendienst), include il « culto nel quotidiano del
mondo » (Käsemann); e il servizio
Otto Böcher (Christus Exorcista,
1972), riprendendo una tesi di FranzJoseph Dölger, osserva che nella
chiesa antica il battesimo è diventato presto un complesso rituale antidemoniaco. Egli pensa che questo
sviluppo può aver trovato qualche
aggancio nel Nuovo Testamento, ma
che gli autori neotestamentari, soprattutto Paolo, sono largamente
riusciti a frenare questo processo,
appunto legando strettamente il battesimo alle esigenze morali. Non sono però riusciti a evitare il fatale
sviluppo, presto iniziato, alla fine
del quale il battesimo è diventato
un rito purificatorio antidemoniaco,
com’è attestato dal posto eminente
che gli esorcismi hanno assunto nel
complesso battesimale.
Al riguardo vorrei osservare che,
in base alle fonti, pare che, nella
chiesa antica, nel processo battesimale e in particolare nel catecumenato l’aspetto etico non sia stato affatto trascurato. Nella misura in cui
siamo in grado di ricostruirli, gli
esami precedenti l'accoglimento si
concentravano soprattutto sulle motivazioni, sulla condotta e sulla moralità di colui che richiedeva il battesimo. Negli elenchi delle professioni vietate ai catecumeni trova posto pure il motivo della partecipazione al culto pagano, ma anche in
questo caso il valore e la serietà del
battesimo riguardavano la prassi di
vita.
Segno di un intervento
dall’alto
Si aggiungevano, certo, anche gli
esorcismi, pratiche rituali attraverso le quali con l’imposizione delle
mani e con altri atti ma anche — e
questo era in primo piano nella
Chiesa orientale — con la preghiera, venivano cacciati i demoni che
minacciavano o asservivano il candidato al battesimo. Queste pratiche
esoreistiche sono assai problematiche. Sono però convinto che vi si
esprimeva la coscienza che ciò che
accade nel battesimo è un intervento dall’alto, è una trasformazione
così radicale da essere irraggiungibile per la via della maturazione morale: la coscienza che, in ultima analisi, il battesimo non dipende dalla
mia decisione; che, con tutto il mio
sforzarmi a vivere una retta prassi,
nel battesimo io ricevo un dono, lo
Spirito di Dio, che ricaccia tutti gli
spiriti malvagi in me e attorno a
me. Quest’idea, ritengo, era sullo
sfondo degli esorcismi battesimali
praticati dalla chiesa antica.
Ciò che in essi era errato, era non
solo la ritualizzazione, ma anche il
suo motivo originante: la dis-escatplogizzaziòne [cioè la perdita della
coscienza del carattere 'escatologico', proprio del tempo della fine, del
regno di Dio] del dono dello Spirito, la cui dimensione escatologica,
e quindi anche cosmica, era invece
fuori discussione per gli autori neotestamentari. Di conseguenza il dono dello Spirito viene clericalizzato,
il battesimo viene personalizzato e
diventa una pratica tesa a respingere gli influssi malvagi e pericolosi
del mondo demoniaco.
Un segno da rendere
significativo, iiberatorio
Dopo qualche esitazione da parte
luterana, la Riforma ha largamente
abolito l’esorcismo battesimale o
l’ha dichiarato adiaphoron [elemento indifferente e insignificante, privo d’importanza]. Soltanto pochi
teologi dell’epoca della Riforma lo
consideravano parte costitutiva del
battesimo, i più ritenevano che avesse solo valore indicativo del « totaliter corruptus » [della totale corruzione dell’uomo]. Oggi anche la
liturgia romana può tralasciare l’esorcismo battesimale.
Non per questo il problema è liquidato. L'appartenenza del battezzato al regnum Christi può e deve,
ripetutamente, essere espressa. Egli
deve essere aiutato, in forma « esoreistica », a non soggiacere al potere
impetuoso del peccato, dei demoni
di ogni genere, a non rassegnarsi di
Il battesimo: una liberazione - 3
fronte alla fatalità della colpa e a
non rifugiarsi in un cinismo d'impronta religiosa o scettica. Nei nostri colloqui precedenti abbiamo
parlato spesso del ricordo del battesimo. Esso non dovrebbe inculcare nel battezzato soltanto le conseguenze etico-pratiche o giuridico
ecclesiastiche del suo battesimo, ma
anche e soprattutto attestargli, in
modo robusto e convincente, ricco
di concretezza e di amore, che egli,
in tutte le sue tentazioni, appartiene al suo Signore, in modo durevole,
e che il mondo, malgrado ogni apparenza contraria, non appartiene
ai demoni.
Dai Blumhardt a oggi
Eduard Thurneysen (Die Lehre
von der Seelsorge, 1957 — La doctrine de la cure d’âme), colpito dai due
Blumhardt, i quali seppero tradurre il messaggio che il Risorto vince
e regna, in una lotta concreta contro la sofferenza psichica, fisica e sociale, attribuisce alla cura d'anime
questo compito « esoreistico ». Intende la paraclesi, l'annuncio dell’Evangelo nelle situazioni concrete dell’esistenza. La sua tesi è che « dove
c’è il perdono dei peccati, lì è finita
per Satana » (p. 280). Per lui c’è rapporto diretto fra l’annuncio concreto del perdono e i « racconti evangelici sulla guarigione dei posseduti » (p. 288): in entrambi i casi Cristo annienta le opere del diavolo.
E’ chiaro che qui si può parlare
di « esorcismo » soltanto in senso
traslato, derivato, come riscontriamo in altri autori che, ai giorni nostri, hanno cercato di reinserire questo concetto in contesti diversi: Harvey Cox, Hans-Ruedi Weber, Rudolf
Bohren, Ernst Lange etc. Manca, in
tutti questi autori, un riferimento
diretto al battesimo, ma non alla
vittoria del Risorto su potenze transpersonali, sì che di fatto il rapporto
con il battesimo c’è e — questa è la
mia proposta — vi si dovrebbe attribuire praticamente più attenzione.
PaveI Filipì
(continua)
1 Sono le lettere la cui attribuzione a
Paolo, per motivi di contenuto, è contestata, anche se contengono senza dubbio
materiale paolinico: Efesini e Cblossesi,
e le Pastorali; cfr. B. Corsani, Introduzione al Nuovo Testamento, voi. II, Claudiana.
UNA INIZIATIVA TEV
Quale versetto?
Il Movimento di Testimonianza Evangelica Valdese promuove un’inchiesta, a
cui tutti sono invitati, rispondendo’ al
seguente argomento:
« Qual è il versetto — o il brano — della Sacra Scrittura che ha avuto maggiore
incidenza sulla vostra vita, e perché ».
I risultati deH’inchiesta verranno inviati a quanti vi avranno preso parte, rispondendo all’indirizzo: T.E.V. — Casella postale — 10066 Torre Pellice.
7
18 aprile 1986
obiettivo aperto 7
PROPOSTA CHE RICALCA PER ENTI E ASSOCIAZIONI IL SISTEMA DI FINANZIAMENTO DELLA CHIESA CATTOLICA
DOPO L’8 ARRIVA IL 3 PER MILLE?
E’ stata presentata recentemente a Torino a cura della Sinistra
indipendente la « proposta di legge Bassanini » (così denominata dal
primo firmatario, ma che ha l’appoggio di deputati PSI, DC, PCI e
altri). Data l'incidenza che questa proposta di legge potrà avere sul
tema dei finanziamenti ecclesiastici attualmente allo studio delle
nostre chiese, ne pubblichiamo in questa pagina una presentazione
critica.
La proposta di legge, presentata l’estate scorsa, è attualmente in
discussione alla commissione affari costituzionali della Camera.
La proposta di legge Bassanini
n. 2970 sembra voler rispondere
a due esigenze che con diversa
ampiezza sono illustrate nella
presentazione. Da una parte intende sostenere l’associazionismo con norme di finanziamento
di enti e associazioni della più
diversa natura non aventi fini
di lucro. Dall’altra intende dare
una risposta alla richiesta di
estendere ad altre confessioni
religiose il nuovo sistema di finanziamento della Chiesa cattolica predisposto dalla legge 222/
1985. A giudizio di chi scrive
l’unione di queste due esigenze
non aiuta ma anzi ostacola una
risposta legislativa adeguata.
La politica
deil’estensione
Diciamo subito che la seconda di queste esigenze appare criticabile in sé prima ancora dell’esame della risposta che le viene data. Se da una parte l’odg
della Camera del 17.4.1985 ‘ risponde ad una esigenza di parità e giustizia, dall’altra non
fa che proseguire in una linea
di politica ecclesiastica che acceita e sancisce l’egemonia cattolica limitandosi ad estendere
alle altre confessioni religiose
quanto la Chiesa cattolica, secondo finalità e modalità che le
sono proprie, ha ottenuto per sé
da un rapporto negoziale con lo
Stato.
Questa politica risale al tempo della Costituente, quando
dopo rapprovazione dell’art. 7
si sentì l’esigenza di estendere
alle altre confessioni qualcosa
del regime di garanzie che era
stato deliberato per la Chiesa
cattolica (ne risultò comunque
qualcosa che andava ben al di
là di un’estensione, con la possibilità per l’art. 8’ — grazie al
suo carattere di universalità —
di assorbire il rapporto con la
Chiesa cattolica in un quadro
diverso e veramente paritario;
possibilità che, come è noto, dal
tempo della proposta Basso di
modifica costituzionale, non è
più stata presa in considerazione).
Ha avuto una prima concreta
realizzazione nel 1961 con la normativa riguardante la previdenza sociale per i ministri di culto. Ha avuto tutto uno sviluppo
nel dibattito recente sia a livello
di proposte che di produzione
normativa;
— alcune leggi regionali estendono gli stanziamenti delibe
rati per la costruzione di edifici ecclesiastici alle confessioni religiose che abbiano
raggiunto un’intesa con lo
Stato;
— il progetto di riforma della
scuola secondaria superiore
e i nuovi programmi della
scuola elementare utilizzano
un elemento dell'Intesa valdese-metodista, estratto dal
suo contesto, per presentare
una pluralità di insegnamenti confessionali nella scuòla;
nei nuovi programmi elementari il diritto di rispondere a
domande provenienti dalla
scuola in ordine allo studio
del fatto religioso, disgiunto
dalla disposizione dell’art. 9
che esclude qualsiasi tipo di
insegnamento confessionale, e
messo in parallelo con la normativa concordataria relativa all’insegnamento religioso cattolico, rappresenta il
massimo della forzatura di
una posizione diversa entro
uno schema estraneo secondo
la logica dell’estensione;
— il già ricordato odg della
Camera richiede l’estensione
dei benefici della legge 222/
85 alle altre confessioni religiose.
Una notevole eccezione a questa linea di tendenza è costituita dall’Intesa valdese-metodista
nella cui vicenda lo Stato ha
trattato con finalità e modalità
diverse da quelle cattoliche e
con meccanismi diversi da quelli dell’estensione di cui sopra.
Ma l’eccezione è stata rapidamente circoscritta e in fase di
attuazione (per altro limitatissima) si assiste ad una sua in
Dalla proposta di legge
Riportiamo qui di seguito i primi due articoli (e sintesi degli altri tre) della proposta di legge Bassanini che tuttavia nel frattempo
ha subito alcuni emendamenti nel dibattito in commissione. Ecco
i più rilevanti.
Dal beneficiare delle erogazioni liberali deducibili (art. 1) sono
stati esclusi i partiti politici e i sindacati.
Le date della proposta di legge sono state spostate in modo da
consentire l’entrata in vigore della legge con l'anno 1988.
La quota IRPEF da ripartire tra enti e associazioni (art. 2) è
pL-rtata dal 3 al 2,5 per mille per non risultare in contrasto con le
rn nne europee che pongono limiti alle imposte indirette su alcool
•: lahacchi: è infatti da una maggiorazione di queste imposte che
t previsto il gettito finanziario per la copertura dei costi della legge.
-4rt. 1 — Dopo il sesto comma
dieU’articolo 10 del decreto del
Presidente della Repubblica 29
settembre 1973, n. 597, sostituito dall’articolo 5 della legge 13
aprile 1977, n. 114, e modificato
dall'articolo 3 della legge 2 agosto 1982, n. 512, sono inseriti i
seguenti commi:
« Sono, inoltre, deducibili dal
reddito imponibile, fino all’importo massimo complessivo di
lire due milioni annue, le erogazioni liberali in denaro effettuate, nell’anno cui si riferisce
la dichiarazione, a favore di enti
o associazioni che perseguano
scopi umanitari, scientifici, culturali, di religione o di culto, di
promozione sociale e civile della
popolazione, di salvaguardia delTambiente naturale e del patrimonio culturale e artistico nazionale, a condizione che tali enti
e associazioni non perseguano
scopi di lucro [nonché le erogazioni liberali effettuate a favore di organizzazioni sindacali rappresentate nel Consiglio
nazionale deH’economia e del lavoro, e di partiti politici rappresentati in Parlamento, o in un
consiglio regionale].
11 Ministro delle finanze, di
concerto con il Ministro del tesoro. emana, entro il 30 giugno
1986. sentite le competenti commissioni parlamentari, norme
regolamentari per la disciplina
delle modalità di erogazione e
dei relativi controlli, con parti
colare riguardo alla effettiva acquisizione delle corrispondenti
entrate da parte dei beneficiari.
I controlli di cui al precedente
comma nei confronti dei partiti politici sono affidati agli organi previsti dalla legge 2 maggio 1974, n. 195 »,
Art. 2 — A decorrere daH’esercizio finanziario 1987, una quota
pari al 3 per mUle del gettito
complessivo annuale dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, liquidata dagli uffici sulla
base delle dichiarazioni annuali, è destinata al finanziamento
di iniziative degli enti ed associazioni di cui ail’articolo 1 della presente legge, che ne facciano richiesta.
A tal fine, nello stato di previsione della spesa del Ministero del tesoro, è annualmente
iscritto un fondo provvisoriamente determinato nella misura
del 2,75 per mille del previsto
gettito deU’imposta sul reddito
delle persone fisiche quale risulta dal corrispondente stato di
previsione deU’entrata.
La definitiva determinazione
delle disponibilità annuali del
fondo è effettuata sulla base del
rendiconto generale dello Stato
e portata in aumento delle disponibilità dell’esercizio successivo con il provvedimento di assestamento del bilancio.
La ripartizione delle disponibilità del predetto Fondo tra i
soggetti beneficiari di cui al pri
mo comma è annualmente stabilita in proporzione aUe scelte
espresse dai singoli contribuenti in sede di dichiarazione annuale dei redditi. L’indicazione espressa da ciascun contribuente può essere ripartita fra più
soggetti beneficiari, fino a un
mai^imo di tre.
Il Ministro del tesoro provvede con proprio decreto a stabilire le modalità per l’attuazione del disposto dei precedenti
commi.
Delle disposizioni dei precedenti commi non beneficiano i
partiti politici e le organizzazioni sindacali.
Gli enti e le associazioni che
abbiano ottenuto finanziamenti
sulle disponibilità del Fondo, sono tenuti a presentare annualmente al Ministro del tesoro una
analitica resocontazione degli
impieghi effettuati. Di detta resocontazione il Ministro del tesoro fornisce notizia al Parlamento con apposito allegato al
bilancio di previsione. La mancata presentazione della relazione da parte dell’ente o associazione ne comporta l’esclusione
dall’elenco di cui al successivo
articolo 3.
L’art. 3 detta le disposizioni per la
istituzione di un elenco degli enti e
associazioni che intendono beneficiare
della legge e per Viscrià-one a detto
elenco. Emendamenti restrittivi sono
stati introdotti per evitare il sorgere
di enti fittizi. L’ente che intende iscriversi dovrà presentare lo statuto e il
bilancio e comprovare la sita esistenza
da almeno tre anni.
L’art. 4 dà incarico ai comuni di
predisporre e gestire locali idonei ad
ospitare manifestazioni o iniziative degli enti ed associazioni iscritti nell’elenco.
L’art. 5 stanzia la somma di 840
miliardi per la copertura finanziaria
della legge da reperire, come abbiamo
detto, attraverso la maggiorazione di
imposte indirette esistenti.
terpretazione secondo lo schema
dell’estensione.
Una realizzazione
molto impropria
Venendo a valutare la risposta che nella fattispecie è stata
data all’esigenza di estendere
ad altre confessioni religiose le
possibilità di finanziamento stabilite per la Chiesa cattolica
con la legge 222/85, bisogna osservare che la proposta di legge prospetta una realizzazione
molto impropria del principio
dell’estensione e dell’odg 17.4.85
in particolare. Se infatti non presenta problemi l’estensione della detrazione fiscale per le erogazioni liberali fino al tetto di
2 milioni, per ciò che concerne
la destinazione di una quota del
gettito globale dell’IRPEF non
latti all’esigenza di sostenere
l’associazionismo si risponde non
solo con la defiscalizzazione delle erogazioni liberali detraibili
ma anche con l’attribuzione di
quote del gettito globale IRPEF
col meccanismo della proporzionalità delle scelte espresse, si
rischia di deprimere l’associazionismo stesso. Già nel meccanismo del finanziamento pubblico dei partiti. abbiamo assistito
ad ùh’accehtuazione del distacco dei cittadini dai partiti corrispondente ad ima certa mercatizzazione delle loro proposte
e ad una riduzione della partecipazione dei cittadini alla sola
espressione del voto. Sarebbe
oltremodo dannoso se questo tipo di rapporto si riproducesse
nell’ambito dell’associazionismo
riducendo il ruolo del cittadino
in questo caso alla formulazione di una o più scelte in sede
realizza l’istituzione di una terza possibilità di destinazione
(confessioni religiose diverse)
accanto alle due prospettate dalla legge 222 (Chiesa cattolica e
attività gestite dallo Stato) secondo quanto prospettato dalla
« relazione sui principi » presentata al Senato nell’agosto 1984:
essa si liniita a trasferire il principio della distribuzióne di una
quota del gettito globale IRPEF
(accanto a quello della defiscalizzazione delle erogazioni liberali) ad altri soggetti sociali,
ma nel quadro di un’altra quota IRPEF (3 per mille) rispetto
a quella deliberata con la legge
222/85 (8 per mille). Anziché estendere, una volta individuati
altri soggetti, la partecipazione
ad una stessa quota IRPEF, si
estendono le quote IRPEF da
distribuire a soggetti vecchi e
nuovi. Nulla sembra infatti impedire alla Chiesa cattolica di
accedere oltre che all’8 per mille in proprio anche al 3 per mille a mezzo di enti e associazioni confessionali rispondenti ai
criteri dell’art. 1 totalizzando
così un 11 per mille. Questo
meccanismo non sembra rispondere all’esigenza prospettata dall’odg Camera 17.4.85 di parità
per le confessioni religiose, mentre di certo costituisce una pericolosa e criticabile espansione
del principio privilegiario e indebito dell’attribuzione di fondi
pubblici a scopi privati al di
fuori di qualsiasi controllo di
destinazione.
Il sostegno
all’ associazionismo
L’altra esigenza prospettata
nella presentazione del progetto
di legge — il sostegno all’associazionismo — è quanto mai importante e reale ma c’è da chiedersi se la risposta prospettata
— derivante dall’accostamento
ad un’esigenza completamente
diversa — sia adeguata. Se in
di dichiarazione dei redditi. Molto più confacente sarebbe, a parere di chi scrive, il puntare
sulla promozione del sostegno
diretto dei cittadini per esempio incentivandolo con la defiscalizzazione delle erogazioni li■berali fino ad un certo tetto e
con altri sistemi, quali per esempio l’estensione ad altri tipi
di reddito di quanto previsto
per il reddito d’impresa dall’art. 60 del DPR 597 sull’IRPEF ^
Incentivi di questo genere sarebbero produttivi non solo in
vista di un sostegno dell’associazionismo ma anche nella promozione di un habitus contributivo, quanto mai carente nel
nostro paese.
Applicare al sostentamento
deH’associazionismo il principio
della distribuzione di una quota IRPEF significherebbe inoltre
promuovere un deleterio fenoFranco Giampiccoll
(continua a pag. 8)
■ In riferimento agli artt. 46 e 47 della legge 222/85 ( erogazioni liberali deducibili dalla dichiarazione dei redditi e destinazione dell'8 per mille IRPEF) il citato odg recita:
« La Camera
(...) rilevato che qualora queste forme di finanziamento rimanessero prerogativa esclusiva della Chiesa cattolica, si creerebbe una grave situazione
di disparità con le altre confessioni
religiose, sia quelle con le quali sono
intervenute intese ai sensi dell'art. 8,
sia quelle con le quali non vi sono
intese, impegna il Governo a prendere tutte le iniziative — sla attivando I
rapporti previsti dall'art. 8, sia attraverso iniziative legislative rivolte a
risolvere il problema In linea generale attraverso norme di diritto comune — per porre rimedio a tale disparità ».
^ Possibilità di dedurre fino al 2%
del reddito dichiarato erogazioni liberali fatte a favore di persone giuridiche
che perseguano esclusivamente finalità
di educazione, istruzione, ricreazione,
beneficenza, culto o assistenza sociale.
8
8 ecumenismo
18 aprile 1986
UNA TEOLOGIA ALLA SBARRA
Liberazione depurata
il giudizio sulla teologia della liberazione nellottica delle encicliche sociali dei papi, da Leone XIII sino a Giovanni Paolo II
L’Istruzione Libertà cristiana
e Liberazione (LCL), pubblicata
il 5 aprile scorso, era attesa come correzione delle critiche rivolte ai teologi della liberazione
dalla precedente Istruzione Libertatis nuntius del 3 settembre
1984.
Inducevano a pensarlo le numerose reazioni registrate a questa Istruzione, e il dibattito che
i vertici dell’episcopato brasiliano avevano avuto con la Curia
romana nei giorni 13-15 marzo
scorsi.
Lo stesso Giovanni Paolo II in
quella sede aveva introdotto il
tema della Teologia della Liberazione (TdL), affermando che
era impossibile evitarla e che
una TdL « purificata da elementi che potrebbero contraffarla...
è non solo legittima, ma anche
necessaria ».
Il papa proseguiva auspicando la diffusione di « una coscienza più viva degli elementi positivi della legittima TdL», i quali però sarebbero stati fomiti
« dalTEvangelo », « elaborati dal
magistero » della Chiesa cattolica e « costantemente proposti
nella sua dottrina sociale ».
Si annunciava già una riduzione della TdL considerata legittima aH’insegnamento della
« dottrina sociale » della Chiesa
cattolica.
L’Istruzione Libertà cristiana
e liberazione (LCL) ha mantenuto questa promessa.
Essa consta di cinque capitoli: I. La condizione della libertà
nel mondo contemporaneo; II.
Vocazione dell’uomo alla libertà
e dramma del peccato; III. Liberazione e libertà cristiana;
IV. La missione liberatrice della
chiesa; V. La dottrina sociale
della chiesa: per una prassi cristiana della liberazione.
La prima parte (capp. I-II) denuncia le « gravi ambiguità » dei
più recenti movimenti di liberazione, pur riconoscendo che i
concetti di libertà e di liberazione « hanno la loro prima radice nell’eredità cristiana » (pp.
6-8). Detta ambiguità si deve all’abbandono dell’ispirazione « cristiana » e « trascendente » dei
due termini.
« Il più delle volte — osserva
ad esempio la LCL — la giusta
rivendicazione del movimento
operaio ha condotto a nuove forme di asservimento perché si
ispirava a concezioni che, ignorando la vocazione trascendente della persona umana, assegnavano all’uomo un fine soltanto terreno » (p. 9). Detta rivendicazione ha portato talora a
« progetti collettivistici che dovevano generare ingiustizie tanto gravi quanto quelle alle quali intendevano porre fine » (p.
10). E nel Terzo Mondo la colonizzazione è stata spesso sostituita da « regimi o tirannie senza scmpoli » per cui il popolo
non ha fatto altro che « cambiare padrone» (p. 11).
Sarebbe necessario un serio
esame della struttura teologica
dell’Istruzione — impossibile in
questa sede — come risulta dalle conclusioni cui essa giunge.
Ad esempio la LCL rivela ima
particolare prudenza a proposito dell’« opzione preferenziale
per i poveri » la quale, « lungi
dall’essere un segno di particolarismo o di settarismo, manifesta l’universalità della natura
e della missione della chiesa.
Questa opzione non è esclusiva
— continua la LCL —. E’ la ra
gione per cui la chiesa non può
esprimersi a sostegno di categorie sociologiche e ideologiche
riduttrici, che farebbero di tale
preferenza una scelta faziosa e
di natura conflittuale » (p. 40).
Poco spazio alla
teologia della
liberazione
Poco spazio è riservato alla
TdL in se stessa e' al ruolo delle
Comunità di Base. La loro missione è descritta come « educare i loro membri aH’integrità della fede cristiana, mediante l’ascolto della parola di Dio, la fedeltà all’insegnamento del magistero, all’ordine gerarchico della chiesa e alla vita sacramentale» (p. 41). E il teologo della
liberazione in particolare deve
essere àttento « a interpretare
l’esperienza da cui parte, alla
lucè delTesjjerienza della chiesa
stessa ». Inoltre, « spétta ai pastori della chiesa, in piena comunione col successore di Pietro, discememe l’autenticità »
(p. 41).
Ridotta poi, la TdL, alla « dottrina sociale della chiesa », si
traggono queste conseguenze:
« non c’è vera liberazione, se
non sono rispettati fin dall’inizio i diritti della libertà »; la violenza, intesa come « via obbligata della liberazione », costituisce « un’illusione distruttrice,
che apre la via a nuove schiavitù »; « la liberazione nello spirito del Vangelo è incompatibile con l’odio, inteso sia individualmente che collettivamente ».
Alcune conseguenze che la
LCL trae dalle proprie premes
se teologiche hanno precise conseguenze politiche, e sono già
in se stesse dei giudizi politici:
« Coloro che screditano la via
delle riforme in favore del mito
della rivoluzione, non solo nutrono l’illusione che l’abolizione
di una situazione iniqua basti
di per se stessa a creare una società più umana, ma favoriscono pure l’avvento di regimi totalitari » (p. 47).
La denuncia dei rischi prosegue col rilevare quello di chi
volesse « appropriarsi delle energie della religiosità popolare, per
dirottarle verso un progetto di
liberazione puramente terrena »,
che sarebbe « una illusione e
una causa di nuove schiavitù »
(p. 58), e un cedimento « alle
ideologie del mondo », mentre
la liberazione operata da Cristo
è « liberazione dal male più radicale, dal peccato e dal potere
della morte » (pagina 46). Essa
diviene per la chiesa « un compito liberatore » e una « esigenza etica». E in quanto tale diviene oggetto della « dottrina sociale della chiesa », la quale ha
il compito di « illuminare la
prassi cristiana sul piano della
società » (p. 58).
Strappata dal suo
contesto
Con questa affermazione, la
TdL è tolta dal suo contesto
specifico, che è la riflessione della coscienza cristiana sulla situazione di miseria e di ingiustizia
in cui vivono grandi masse di
popolazione nel Terzo Mondo,
ed è riportata alla visione dei
problemi sociali quali la Chiesa
cattolica li ha visti attraverso le
encicliche sociali dei papi, da
Leone XIII fino ad oggi.
Questa dottrina ora si è aggiornata ed ha preso in considerazione i drammi attuali della fame e del rischio di un conflitto nucleare. Tuttavia, essa
non coglie una delle istanze più
specifiche della TdL e della teologia europea più avanzata.
Queste correnti teologiche hanno presente anche l’esigenza della solidarietà di tutti coloro che
lottano per la liberazione dell’uomo e la possibilità di assumere, all’interno di una visione
cristiana, i contributi che a questa possono venire da correnti
culturali e politiche diverse dal
cristianesimo.
Questo contributo non sembra
riconosciuto né dalla prima né
dalla seconda delle due Istruzioni della Congregazione per la
Dottrina della Fede, le quali piuttosto hanno denunciato i rischi
di contaminazione ideologica dei
teologi della liberazione.
Con queste Istruzioni, si fa
strada una forma di integrismo
in base al quale il magistero
della Chiesa cattolica crede di
avere in mano, in maniera esclusiva, la chiave teologica (l'unica legittima) che ispira l’azione politica e sociale della liberazione.
Da un approccio teologico ispirato ad un certo pessimismo antropologico, si propone come totalizzante non tanto la fede in
Gesù Cristo in sé, quanto l’assenso teologico ed ecclesiologico alla dottrina sociale della
chiesa.
Ma attenzione: il pessimismo
antropologico qui presente, non
è quello dei riformatori, ma
quello del maestro del neo-integrismo cattolico che porta il nome di Hans Urs von Balthasar.
E’ il pessimismo antropologico
di chi cerca sicurezza non in una
fede dinamica che si confronti
col mondo, che accetti i messaggi e i valori che provengono
dalle forze laiche, dai movimenti di liberazione non cristiani,
ma la ricerca nelle chiese considerate come oasi tranquille,
dove ci si può sentire « garantiti » da dottrine sicure, e magari « infallibili ».
La tentazione di imboccare
questa strada, purtroppo, si constata non solo nei discepoli di
Hans Urs von Balthasar, ma anche in quelle chiese degli US.*\
che non si sono opposte alla po
litica di Reagan verso il Nicaragua, e magari in qualche loro
rappresentante che ha attraversato l’Atlantico per giungere fino alle nostre porte.
Cesare Milaneschi
Arriva il 3 per mille?
(segue da pag. 7)
meno di dimissione da parte dello Stato. Questo principio è stato ideato infatti per un tipo di
rapporto con la Chiesa cattolica in cui lo Stato dà a fondo
perduto, senza alcim controllo
riguardante la destinazione, in
sostituzione di sistemi di finanziamento altrettanto privilegiari, accontentandosi di un rendiconto delle somme erogate. Applicato all’associazionismo, questo schema si rivela del tutto
inadeguato perché per moltissime finalità ricomprese in quelle generali espresse alTart. 1 del
progetto di legge (pensiamo agli
scopi di promozione sociale e
civile della popolazione, alla salvaguardia dell’ambiente naturale e del patrimonio culturale e
artistico nazionale) lo Stato non
si trova di fronte a finalità che
gli seno intrinsecamente estranee (come quella di culto) ma
nel mezzo di finalità che sono
costituzionalmente sue. Esso
non può quindi prescindere da
un coordinamento di attività
nell’ambito di tali finalità, non
può considerare le proprie attività in quei campi come complementari a quelle primarie
dell’associazionismo. Se quindi
vorrà sostenere l’associazionismo al di là dell’incentivazione
del sostegno privato dei cittadini dovrà prevedere mezzi e modalità adeguati che non prescindano da una sua indispensabile
responsabilità di programmazione e che si attuino per esempio attraverso lo strumento della convenzione, sulla base di progetti e magari in base al numero di privati sostenitori di un
determinato progetto o di una
determinata associazione.
In conclusione
In conclusione, molto si guadagnerebbe in chiarezza se le
due esigenze individuate rimanessero distinte.
Quella di estendere ad altre
confessioni religiose i vantaggi
ottenuti dalla Chiesa cattolica
con la legge 222/85 dovrebbe restare nell’ambito di provvedimenti privilegiari che non cessano di essere tali per il fatto di
essere messi a disposizione di
più soggetti ecclesiastici. Non
si vede perché quelle forze politiche che hanno denunciato il
carattere privilegiario e indebito del regime concordatario
anche nei suoi recenti aggiornamenti, debbano dare il loro contributo ad un annacquamento del
problema col mescolare le istituzioni ecclesiastiche, le cui finalità non sono riconducibili a
quelle dello Stato, con enti ed
associazioni che operano nell’ambito delle finalità dello Stato.
Per parte sua, l’esigenza di
sostenere l’associazionismo dovrebbe essere perseguita con
mezzi e modalità propri, non
mutuati da altri tipi di rapporto, che rispecchino il ruolo propulsivo e programmatorio che
è proprio dello Stato nell’ambito delle sue competenze e a
cui lo Stato non può rinunciare
senza scadere al rango di istituzione secondaria con ruolo puramente finanziario in funzione
di altre istituzioni primarie.
Franco Giampiccoli
H- Echi dal mondo
cristiano
a cura di CLAUDIO PASQUET
Missione dalle
chiese in Etiopia
(SOEPI) — Il 7 marzo alcuni
responsabili delle chiese cristiane d’Etiopia hanno lasciato il
loro paese per compiere un giro di visite in vari paesi occidentali. La visita viene fatta per
esprimere la riconoscenza dei
cristiani etiopi per gli aiuti ricevuti durante la grave carestia
che colpì il paese nell’84-85 e per
chiedere che la solidarietà europea e mondiale continui anche nel 1986. La missione della
delegazione prevede visite negli
USA, in Canada, in Belgio, in
Germania, in Svezia, in Svizzera ed in Italia. La delegazione è
guidata da: Paulos Tsada, cardinale della chiesa cattolica di
Etiopia; Abune Garima, arcivescovo della chiesa ortodossa e
Francis Stephanos, presidente
della chiesa evangelica Mekane
Jesus. Le chiese che essi rappresentano raggruppano più della metà dei cristiani d’Etiopia.
Beirut: violenza
anche in zona neutra
(Le Monde) — Martedì 8 aprile è stato rapito a Beirut ovest
il prof. Michel Brian, originario
di Grenoble, che era insegnante
al liceo protestante di Beirut.
Il fatto ha destato particolare
scalpore perché il liceo protestante, che ospita studenti cristiani e musulmani ed ha insegnanti delle due religioni, era
stato finora considerato come
« zona neutra » tra le varie fazioni in lotta nel Libano. Fortunatamente il prof. Brian è stato liberato da una azione di polizia pochi giorni dopo il suo
rapimento (questo è almeno
quanto appreso dal telegiornale
la sera in cui scriviamo queste
righe).
Il cristianesimo
cresce più lentamente
Il Cristianesimo, pur essendo
la religione di 1/3 degli abitanti
del pianeta terra, progredisce
molto più lentamente delle altre grandi religioni. Negli ultimi 5 anni l’Islam è aumentato
del 16%, l’induismo del 13%, il
buddismo del 10“/b e il cristianesimo del 9%. L’aumento delle
altre religioni è da imputarsi alla forte crescita demografica di
molti paesi del Terzo Mondo,
mentre per quanto riguarda l’IsIam in particolare bisogna tener anche presente la fortissima
opera di proselitismo che esso
compie, soprattutto in Africa.
Francia: scompare la
prima donna pastore
(SPP) — Il pastore Elisabeth
Schmidt della Chiesa Riformata di Francia è deceduta il mese
scorso all’età di 77 anni. Nel
1949 il Sinodo della chiesa di
Francia aveva dato la sua autorizzazione alla consacrazione al
pastorato di Elisabeth Schmidt,
questo però a titolo eccezionale
e chiedendole di rimanere nubile. Solo nel 1966 la Chiesa Riformata di Francia autorizzerà
le consacrazioni di donne a titolo di parità con gli uomini. E
nel lungo combattimento per
giungere a questa risoluzione
non poche furono le energie
spese proprio da E. Schmidt
che, fra le altre cose, nel 1978
aveva pubblicato un libro il cui
titolo è il riassunto della sua
vita : « Quando Dio chiama le
donne: il combattimento di una
donna pastore ».
BEM, se ci sei
batti un colpo
(SOEPI) — Il segretariato del
dipartimento « Fede e costituzione » ha pubblicato la lista
delle chiese (più di 100) che
hanno finora dato una risposta
ufficiale al documento su Battesimo, Eucarestia e Ministero
(BEM) che tutte le chiese aderenti al Consiglio Ecumenico
delle Chiese (CEO erano state
invitate a studiare e valutare. Si
esamina ora la possibilità di
pubblicare il contenuto di tutte
le risposte ricevute. Tra le molte
risposte attese c’è anche queila
della chiesa cattolica romana
che, pur non aderendo al OEC,
dovrebbe rispondere entro il
mese di giugno.
9
18 aprile 1986
cronaca delle Valli 9
25 Aprile
senz^armi
Treno: può rimanere, dice
la Regione Piemonte
Vn altro 25 Aprile. Alle Valli e
altrove ci si sta muovendo per
organizzare degnamente questo
proseguimento del quarantennale della “Liberazione". E ogni anno c’è qualche piccola novità: un
film, un dibattito, oppure la consegna di tessere dell’Associazione .'^azionale Partigiana Italiana
(A.N.P.I.) ad honorem. Su tutte
queste manifestazioni incombe,
ogni anno sempre più minaccioso, lo spettro della retorica, il rischio dell’esclusivo sguardo ad
un passato sempre più lontano
e la noia delle orazioni ufficiali,
sapientemente costruite, ma incapaci di afferrare l’attenzione
delle giovani generazioni.
I! 25 Aprile è un’occasione
d’oro per ricordare il significato
deli’ antifascismo: non solo di
iei'i. ma anche di oggi, in queste
pericolose giornate in bilico tra
Reagan e Gheddafi, tra metanoh- in tavola e acquedotti inquiTti/i 11, Monumenti, ossari e sacrari
alla Resistenza ne sono già stati -tatti fin troppi in questi anni;
quello che invece dovrebbe apparire urgente e necessario è capire come la volontà di costruire una società vivibile non sia
stala solo sacrificio di ieri, ma
de'nha diventare impegno sociale
nelle circostanze attuali. E’ chiedere troppo?
Credo che sia importante, anzi importantissimo, non dimenticare quello che storicamente è
stata la Resistenza (e nessuno
dorrebbe scandalizzarsi se anche
ai catechismo si leggessero, di
tatrio in tanto, alcune pagine di
Jacopo Lombardini, o la ricostruzione storica di Donatella
Gay Rochat nel volume della
Claudiana o le testimonianze del
"Cera una volta i partigiani”
raccolte nel libretto del C.D.A.)
ma, appunto, la ricostruzione
storica, se non diventa anche interrogativo per l’oggi, rimane solo operazione culturale che è meg!:o lasciare agli specialisti.
Lii sfida che nasce dal 25 Aprile c quella di essere nel nostro
tempo, in questa società post-industriale e cassaintegrata, dei
partigiani senz'armi che costruiscono il dialogo e il confronto in
un progetto di pace. Come crederti, una rilettura autocritica
del ruolo della nostra chiesa negli anni bui (penso qui all’importante volume di Viallet su
« La chiesa valdese di fronte allo stato fascista» della Claudiana Í ci potrà aiutare a cogliere
con sobrietà, senza facili mitizzazioni, i termini reali di quello
che è stato l’impegno antifascista dei valdesi. E da qui, coscienti dei nostri limiti, delle nostre
debolezze, cercare di costruire
oggi una testimonianza coerente
e fedele alla volontà di Dio, scevra da compromessi con lo stato. Si dirà che in questi 41 anni
che ci separano dalla “Liberazione" è cambiala la chiesa, è cambiato lo stato, è cambiata la scacchiera mondiale e il nostro modo di ragionare. Tuttavia un punto è rimasto costante ira antifascismo di ieri e di oggi: la necessità di costruire una società
partecipata e vivibile nella giustizia. Cogliere questa continuità
storica significa sperare che l’ereclitn della lotta partigiana, oltre
ad essere presente nella Costituzione repubblicana, lo sarà anche nella mente dei nostri giovani figli.
E’ stata presentata alla delegazione valligiana recatasi a Torino, da parte dell’ Assessorato
ai trasporti della Regione Piemonte, un rapporto dal titolo:
« Fase preliminare allo studiovalutazione tecnico-economica su
linee ferroviarie piemontesi a
scarso traffico ». Questo studio
era particolarmente atteso noiché, pur non essendo il documento finale che verrà presentato al
Ministero, pure da questo ci si
aspettava una conferma o meno
alle tesi espresse dal Comitato
della difesa del treno.
E la conferma c’è; è l’intera
rete nazionale di trasporti che
deve essere qualificata, altrimenti ad una ad una le varie tratte, se non riammodernate, diventeranno a loro volta dei rami
secchi. La Regione recepisce che
questo discorso organico deve
essere fatto e che la valutazione
finale non può avvenire se non
dopo aver confrontato dal punto di vista economico tutte le soluzioni tecnicamente possibili.
Questa ottica è importante, poiché oltre a riconoscere come valide le tesi dei Comitati di difesa,
porta il dibattito su un piano
costruttivo.
Giuseppe Platone
Coerentemente con queste conclusioni, il Consiglio Regionale
ha poi approvato l’o.d.g. che qui
sotto riportiamo. Il problema
quindi si avvia su un corretto
binario.
« Le preoccupazioni comunque
non mancano. La proposta della
navetta facente la spola fra Pinerolo e Torre Pellice — ci dice
Franca Coisson, assessore ai
trasporti della Comunità Montana — mentre può essere ima soluzione di passaggio, non, è per
noi soddisfacente, in quanto obbligherebbe a fare un cambio a
Pinerolo, cosa controproducente.
La nostra tratta deve essere inte
sa un tutt’uno con l’altra TorinoPinerolo ».
Di recente si è avuto a Torino
un convegno sui trasporti promosso dal PCI. Il PCI sarebbe
contrario ai tagli in quanto le
soluzioni di ripiego adottate su
linee ferroviarie già annullate in
altre zone, non si sono dimostrate così convenienti come il Ministero preventivava, senza contare il disagio per le popolazioni.
Il problema quindi si trasporta
dalla sede regionale al Ministero
dove la trattativa verrà ripresa
con il nuovo Ente Ferroviario
che dal 1° gennaio ’86 ha sostituito le FF.SS. Adriano Longo
L'ordine del giorno
deila Regione
Il documento che si occupa delle 7 tratte piemontesi ritenute di
scarso traffico inizia dalla constatazione che sui percorsi brevi
è possibile sin da ora avvalersi
di un esercizio a « navetta »,
cioè simile alle metropolitane
cittadine che comporta un impegno minimo di personale, l’eliminazione del presenziamento
nelle stazioni e la bigliettazione
automatica. Il secondo punto riguarda la riduzione dei passaggi
a livello e la loro automatizzazione con interventi graduati in
tre anni. Sono anche stati calcolati in prima approssimazione i costi di queste modifiche.
Con questo tipo di interventi si
ridurrebbe notevolmente il numero degli addetti necessari,
rendendo quindi meno dispendiosa la gestione.
Il terzo parametro di paragone è quello dei viaggiatori per
ogni tratta. Le rilevazioni fatte
precedentemente dalle FFSS sono risultate ben inferiori alla
reale consistenza dell’utenza:
inoltre, il documento regionale
mette anche in discussione il
metodo di rilevamento adottato
dalle FFSS.
Un quarto elemento di paragone riguarda il rapporto fra il numero di viaggiatori e gli addetti.
Il confronto percentuale fra i valori attuali e quelli ottenibili in
futuro, attuate le varie proposte di intervento, per quanto riguarda la tratta Pinerolo-Torre
Pellice, sarebbe dell’ ordine del
79%.
Quinto elemento rilevato, lo
stato di conservazione degli impianti, delle rotaie, delle traverse, degli impianti elettrici. Le risultanze sono buone — naturalmente è necessario il completamento delle opere di automazione che già erano state appaltate e poi sospese.
Un ultimo parametro riguarda
il problema delle autolinee che
svolgono un servizio in parallelo
alla tratta ferroviaria. L’intervento della Regione sarà mirato
« a razionalizzare il sistema complessivo dei trasporti a favore di
una maggiore frequentazione del
mezzo ferroviario ».
Il documento conclude: « La
scelta della Regione è di pretendere la sospensione del decreto
di chiusura delle linee in questione ». Ciò allo scopo di terminare lo studio e di formulare e presentare da parte della Regione
« una proposta articolata, tecnica,
istituzionale e politica in ordine
alla soluzione complessiva del
problema ».
dasa Èvangelica
di San Marzano
Via dei Caduti, 25
14050 SAN MARZANO OLIVETO
PROGRAMMI ANNO 1986
Per i giovani e per chi si seni« giovane... 8 giorni di informatica pratica con a disposizione due Spectrum Plus e il favoloso QL collegati in rete locale, avendo la possibilità di
svelare un piccolo mistero e di imparare a programmare
con un linguaggio strutturato e una macchina della quarta
generazione.
E per chi volesse imparare un'arte antica abbiamo a disposizione una maestra artigiana e alcuni telai per imparare la
tessitura... un’arte che permette di esprimere la propria
fantasia.
Dal 28 giugno al 5 luglio a L. 15.000 giornaliere
VIVERE INSIEME è un’arte che sta diventando sempre più
difficile... possiamo metterla in pratica.
Dal 6 al 19 luglio e oltre a L. 15.000 giornaliere
VIVERE INSIEME è difficile anche al di fuori del proprio
gruppo... una giornata comunitaria in visita ad un’altra comunità può farci scoprire un mondo nuovo perché diverso dal nostro.
Dal 20 luglio al 2 agosto a L. 15.000 giornaliere
Altra giornata comunitaria in occasione della tradizionale
festa del 15 agosto, insieme a tanti amici.
Dal 3 ai 16 agosto a L. 15.000 giornaliere
Mettere al servizio gli uni degli altri i propri doni e sapere
che si può sempre imparare dagli altri è il segreto per vivere insieme... e con l’aiuto dello Spirito di Dio è possibile
praticare quest’arte giorno dopo giorno.
Dal 17 al 31 agosto a L. 15.000 giornaliere
A chi desidera una camera singola è richiesto il supplemento nella misura di L. 3.000 giornaliere.
Versare la caparra di L. 20.000 all’atto della prenotazione e
si prega di prenotare per l’intero periodo di 7 o 14 giorni.
Le tariffe sono comprensive di vitto, alloggio, pernottamento,
IVA compresa e bevande escluse.
In breve
Vino al metanolo
PINEROLO — Rispondendo
ad un quesito estemporaneo del
consigliere di DP, Luciano Griso, il sindaco di Pinerolo ha comunicato che la situazione per
quanto riguarda la diffusione
del vino sofisticato è sotto controllo. Non è segnalato per fortuna nessun caso di intossicazione; verificati i negozi, non
risulta in commercio alcun prodotto compreso tra quelli di
aziende « a rischio ».
Intanto la Lega Ambiente ha
scritto una lettera a tutti i Sindaci e alla Procura della Repubblica chiedendo solleciti accertamenti e che vengano resi pubblici gli eventuali illeciti riscontrati.
Referendum
sulla caccia
Il Consiglio Regionale del Piemonte:
PRESO ATTO
che è in corso la « Fase preliminare allo studio-valutazione tecnicoeconomica su linee ferroviarie piemontesi di scarso traffico », quale
impegno previsto dal protocollo d’intesa tra il Ministero dei Trasporti e l’Assessore alla Viabilità e Trasporti in merito al piano di
riclassiflcazione funzionale della rete P.S.
CONSIDERANDO
che già si è conclusa là prima fase di studio, con l’impegno espresso
altresì dalle Amministrazioni Provinciali, Comunali, Comunità Montane, dalle Organizzazioni Sindacali, dai Comitati di difesa delle
linee, a testimonianza dell’importante ruolo sociale ed economico
svolto dalle linee stesse sul territorio regionale e che si avvia la
fase conclusiva degli studi.
RITENUTO
sia necessario approfondire le tematiche sopra-enunciate in tempi
congrui all’importanza delle stesse.
RICORDANDO
quanto già espresso dal Consiglio Regionale sulla questione dei
cosiddetti « rami secchi » con l’ordine del giorno approvato nella seduta consiliare del 14.11.1985.
CHIEDE
al Ministro dei trasporti il mantenimento in esercizio, fino a conclusione dello studio in corso, delle linee Oggetto dello studio stesso
al fine di ottenere risultati il più possibile completi sui quali avviare il confronto con il Ministero e con l’Ente F.S., rinviando il tutto alla seconda fase e, alla luce di quanto sopra esposto, la sospensione dei decreti di chiusura delle linee: Asti-Chivasso, Ceva-Ormea,
Pinerolo-Torre Pellice, Susa-Bussoleno, Trofarello-Chieri e Varallo
Sesia-Vignale e il ripristino del servizio sulla linea Airasca-Saluzzo.
INVITA
l’Assessorato regionale ai Trasporti a proseguire nel lavoro intrapreso per portarlo ad una celere conclusione.
PINEROLO — La Lega Ambiente e il WWF avvisano che
nei comuni presso i segretari è
già aperta la raccolta delle firme
per la richiesta dei due referendum contro la caccia.
H primo dei due referendum
prevede l’abrogazione dell’articolo 842 del Codice Civile (quello
che autorizza ai soli cacciatori
Faccesso al fondo altrui senza il
consenso del proprietario) e l’altro prevede l’abrogazione di
quasi tutta la legge 968 sulla
caccia esclusi gli articoli 1, 5,
6, 7, dal 21 al 26 e dal 34 al 37
(si tratta degli articoli relativi
agli aspetti amministrativi della
regione, quelli relativi alle tasse
e quelli sulle norme transitorie).
USSL 43 - Distretto
di Luserna
LUSERNA — Da lunedì 14 u.s.
è aperta la sede del Distretto
di Luserna S. Giovanni-Lusernetta-Rorà in via Ex Deportati e
Internati 6.
Le attività distrettuali che si
effettueranno ii, tale sede sono:
— Servizio Infermieristico (ore
11-12) dal lunedì al venerdì;
— Consultorio Familiare (ore
14.30-18.30) martedì e venerdì;
— Colposcopia (ore 9-12) martedì;
— Consultorio pediatrico:
Consulenza (ore 15-17.30) lunedì.
Appuntamenti (ore 14-17)
mercoledì;
— Servizi Sociali (ore 10-12) dal
lunedì al venerdì;
— Servizio Medicina Legale:
(ore 17.30-19,30) mercoledì,
(ore 11-12) giovedì.
I cittadini per informazioni
possono rivolgersi alla Sede del
Distretto direttamente o telefonando al n. 900960 dalle 10 alle
12 tutti i giorni escluso il sabato.
Fede e rivoluzione
In Nicaragua
Il Comitato di solidarietà con
il Nicaragua, in preparazione
della « Festa di solidarietà » che
si terrà sabato 14 giugno a Pinerolo, intende offrire alcime occasioni di approfondimento sulla realtà odierna del paese con
particolare attenzione alla situazione della Chiesa, alla legislazione ed ai problemi della sanità.
Il primo appuntamento è per
mercoledì 23 aprile alle ore 20,45
presso il Centro Sociale di via
C. Lequio a Pinerolo sul tema:
«Fede nella rivoluzione - Rivoluzione nella fede ». Introdurrà
il dibattito presentando la propria diretta esperienza Suor Rosalia Cereda, per molti anni missionaria in Nicaragua.
10
10 cronaca delle Valli
1
18 aprile 1986
UNA POSSIBILITÀ’ PER L’ECONOMIA DELLE VALLI INIZIATIVE DI COMUNITÀ’ MONTANA E USSL
Agriturismo: occasione
da non perdere
. V’i’% t'. ' > \
E’ legge dello Stato la disciplina deiragriturismo. Da tempo
attesa negli ambienti agricoli,
essa va a colmare un vuoto ponendosi come pxmto di riferimento unificante per le attuali
o future normative regionali.
legge stabilisce che l’attività agrituristica sia riconosciuta tale soltanto se esercitata da
imprenditori agricoli attraverso
l’utilizzazione della propria azienda, purché resti comunque
sempre a livelli di complementarità rispetto alle attività agricole principali.
L’ospitalità, offerta anche in
spazi aperti destinati al campeg^o, la somministrazione di
pasti e bevande di prevalente
produzione propria da consu
marsi in loco e l’organizzazione
di iniziative ricreative o culturali neH’ambitO' dell’azienda, sono fra le attività che la legge riconosce come agrituristiche.
Possono essere utilizzati per attività agrituristiche i locali siti
nell’abitazione dell’imprenditore
agricolo, ubicata nel fondo, e
non più necessari alla conduzione delio stesso. Il recupero
del patrimonio edilizio esistente
viene disciplinato dalla legislazione regionale.
E alle Regioni la legge nazionale demanda la gran parte dei
compiti, come la determinazione dei criteri e dei requisiti che
gli immobili e le attrezzature
devono avere.
Un’apposita commissione, no
minata con decreto del Presidente della Giunta regionale, sarà preposta alla formazione e
tenuta dell’elenco dei soggetti
abilitati. In attesa di una regolamentazione regionale in questo
senso gli interessati possono richiedere un certificato provvisorio di idoneità.
La Regione, inoltre, nell’ambito degli indirizzi di programmazione nazionale e regionale, dovrà mettere a pimto un programma agrituristico e di rivitalizzazione di aree rurali che
individui le zone di prevalente
interesse agrituristico.
SCHEDA
La normativa in Piemonte
Si tratterà ora, dopo l’approvazione della legge nazionale, di vedere come e se le
norme attualmente operanti
in Piemonte dovranno subire
modifiche o aggiustamenti
per adeguarsi al quadro generale. Riportiamo, nei suoi
punti più salienti, quanto stabilito dalla normativa regionale.
Nell’aprile del 1985 la Regione Piemonte promulgava
una legge concernente la disciplina delle strutture ricettive extra-alberghiere. Tra
queste strutture la legge, al
titolo IV, prende in esame
gli alloggi agrituristici.
Vengono riconosciuti tali
quei locali siti in fabbricati
rurali che fanno parte della
struttura aziendale, nei quali
gli imprenditori agricoli, singoli o associati, offrono ospitalità ai turisti.
La legge regionale fissa dei
limiti molto precisi aH'ampiezza della ricezione stabiler, ’o un massimo di 12 posti letto distribuiti in non
più di 6 camere. Più restrittiva appare, rispetto alla legge nazionale, la prescrizione
di somministrare cibi e bevande limitatamente alle per
sone alloggiate. Si evidenzia
inoltre l’aspetto integrativo
che deve avere l’agriturismo
rispetto all’attività agricola e
si fa divieto di utilizzare, per
metterlo in atto, persone non
facenti parte de! nucleo familiare.
La legge regionale detta
poi precise norme relative alla pulizia dei locali, al cambio della biancheria e alla
fornitura di energia elettrica, acqua, riscaldamento e ai
requisiti tecnici ed igienicosanitari che i locali devono
avere.
Per concludere sul tema degli alloggi agrituristici, la legge precisa gli obblighi amministrativi per lo svolgimento dell’attività. Chi intenda
offrire ospitalità agrituristica deve fare una preventiva dichiarazione al Comune,
ove compaiano le generalità
del dichiarante, le caratteristiche e dimensioni dell'azienda agricola e dei locali
destinati all’agriturismo, la
descrizione dei servizi accessori offerti, i periodi in cui
viene data ospitalità e i prezzi massimi che si intendono
praticare per ogni servizio e
prestazione.
Naturalmente il programma
dovrà raccogliere tutte le istanze emergenti e sarà quindi stilato in base alle proposte degli
enti locali, sentite le autorità di
amministrazione e gestione delle riserve e dei parchi naturali,
le associazioni e organizzazioni
agrituristiche operanti in regio
La legge prevede che le Regioni attivino opportune forme di
pubblicità e propaganda allo
scopo di promuovere l’offerta
agrituristica. E’ prevista anche
la realizzazione di progetti-pilota per iniziative aziendali e interaziendali a carattere sperimentale.
Comitati per la pace
Vino al metanolo:
controlli in Val Pellice
Lo scandalo del vino sofisticato con alcool metilico ha suscitato neH’opinione pubblica e
nelle forze politiche un diffuso
allarme.
Ma assieme alla preoccupazione per la salute dei cittadini e
per le conseguenze che la vicenda non mancherà di avere sulla
nostra economia, altre domande si pongono, ed esigono risposte non evasive: sono quelle relative al funzionamento degli organi preposti alla prevenzione
e alla, repressione delle frodi alimentari. Infatti, se è successo
tutto quel che è successo, è evidente che nella rete dei controlli qualche buco deve pur esserci.
Nel tentativo di rispondere a
queste legittime domande, la Comunità Montana Val Pellice e
rUSSL 43 hanno reso noti lunedi scorso — a mezzo di un comunicato stampa — quali sono
stati i provvedimenti da esse
presi in merito alla vicenda.
Il primo passo è stato compiuto il 19 marzo, quando lo
scandalo era ancora all’inizio, ed
è consistito nella richiesta, inviata a tutti i sindaci della Valle, di operare, tramite i vigili
urbani,„ controlli negli esercizi
commerciali per accertare la presenza di partite di vino imbottigliato dalla ditta Odore. Questa
verifica ha dato esito negativo,
non essendosi trovata alcuna
bottiglia « sospetta ».
Ma il dilagare a macchia d’olio dello scandalo e delle intossicazioni, e il conseguente allungamento a dismisura della lista
delle ditte sospette, hanno indotto a valutazioni meno ottimistiche; e allora il Servizio di
Igiene Pubblica dell’USSL 43 ha
predisposto un piano di intervento consistente nell’effettuazione di accertamenti e campionamenti presso i produttori, gli
esercizi di vendita più importanti, le mense di stabilimento e
di comunità. Fino a oggi nell’ambito di tale programma, che
ormai è praticamente concluso,
sono stati effettuati 70 accertamenti, 58 campionamenti e 14 sequestri cautelativi. I risultati
delle analisi effettuate sui primi
17 campionamenti e sequestri
di vino segnalano peraltro livelli di alcool metilico (che, in minime quantità, è un componente naturale del vino) neH’ambito dei limiti di legge.
E’ stata inoltre realizzata una
forma di coordinamento fra gli
organi di controllo — polizia urbana e carabinieri — al fine di
effettuare un lavoro di vigilan
za quanto più efficace possibile. Questo coordinamento ha consentito, fra l’altro, di operare
un censimento di tutte le marche di vino che sono attualmente commercializzate in Val Pellice: il censimento, che è stato
operato basandosi su dichiarazioni rilasciate dai singoli commercianti, permetterà di impedire facilmente la vendita del
vino di quelle ditte che, in seguito a un eventuale ulteriore
allungamento della lista delle
marche sospette o incriminate,
risultassero avere prodotto o
commercializzato vino al metanolo.
Dal 3 aprile, poi, il Servizio
di Igiene Pubblica dell’USSL 43
ha istituito per due ore giornaliere la raccolta del vino di privati che, non essendo certi della
qualità del prodotto, desiderassero far ricercare l’eventuale
presenza di alcool metilico ; fino
a lunedì, 48 cittadini si erano avvalsi di questa possibilità. Per
quel che riguarda il settore della
prevenzione, infine, il problema
è di proporzioni assai contenute, perché nella Valle i produttori sono soltanto due, e già
in passato erano stati sottoposti
a controlli.
Non pare, quindi, che vi sia
in Val Pellice particolare motivo
di allarme. Sarà comunque opportuno cercare di non eccedere col vino, perché, se un eccesso di metanolo uccide, anche
un eccesso di alcool « normale »
non fa bene. Anzi. P. F.
Campionamento
vino di privati
Il privato che desideri far effettuare analisi sul vino acquistato da fornitori o produttori
esterni al territorio dell’USSL 43
può portare la quantità di vino
necessaria per ¡’analisi della presenza di alcool metilico (3/4 o
1 litro) al Servizio di Igiene Pubblica - Via Guardia Piemontese 5 - Torre Pellice (tei. 932440)
dal lunedì al venerdì dalle ore
8.30 alle ore 9.30 e dalle 16 alle 17.
Onde evitare doppioni di campionamento non saranno presi
in esame vini già campionati o
vini che il Laboratorio di Igiene
e Profilassi ha già indicato come da non campionare.
E’ indispensabile che il cittadino con il vino porti tutte le
necessarie indicazioni (bolla di
accompagnamento, fattura, etichetta o altro) onde poter risalire al produttore.
La Regione potrà anprovare e
finanziare un piano integrato di
interventi straordinari per la
realizzazione dell’attività agrituristica redatto da comunità montane, comprensori e comuni associati tra loro. Le Regioni potranno inoltre concedere incentivi agli imprenditori agricoli
che svolgano attività agrituristica.
Arrivano le cicogne
Riferimenti legislativi
Legge N. 730 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale N. 295 del 16/12/1985.
Legge Regionale N. 31 pubblicata
sul Bollettino Ufficiale n. 17 del 24
aprile 1985.
T. T.
POMARETTO — Il Comitato Pace Valli Chisone e Germanasca si riunisce
i! 23 aprile alle ore 21 nei locali dei
Municipio.
Il giorno 28 marzo nel Comune di Osasio sono state liberate
due cicogne, messe a disposizione dal Giardino Zoologico di
Torino. L’iniziativa è stata possibile per l’intervento del WWF,
Sezione di Pinerolo, e del Giardino Zoologico di Torino con il
patrocinio del Comune di Osasio.
La Sezione WWF di Pinerolo,
nata solo da un anno e mezzo,
sta portando avanti numerose
iniziative a salvaguardia della
natura, nei 64 Comuni di sua
competenza. Una di queste è
quella di far sì che le cicogne
ritornino a nidificare e a riprodursi sui campanili e i comignoli della nostra zona. Con l’introduzione nell’ambiente naturale
ó- coppie di cicogne, si spera
che queste possano fare da richiamo alle altre che passano
senza fermarsi durante le migrazioni, offrendo a loro zone ospitali e sicure. Ma: -.uete e dome
stiche, le cicogne sono considerate animali ecologici, un po’
come le rondini (si nutrono di
insetti, ranocchi, topolini e bisce) e bene augurali, come dimostra l’arcinota leggenda nordica che le vuole portatrici di
nascituri. Gli abitanti dei paesi
nordici fanno a gara per ospitare sui loro comignoli un nido
di questo stupendo uccello.
Dopo questa prima introduzione, ne sono già state messe in
programma altre due per l’anno in corso: una a Villafranca
in collaborazione con gli Amici
del Po, e l’altra a Beinasco, Comuni dove sono già stati coinvolti gli abitanti, chiamati a pronunciarsi se erano favorevoli o
meno che nel territorio del loro
Comune fossero introdotte coppie di cicogne. Inutile dire che le
schede pervenir j da entrambi i
Comuni, con risposta affermativa, sono state moltissime.
11
r
18 aprile 1986
Cantare è gioia
Un incontro di Corali che ha permesso una riuscita serata a favore
della comunità valdese pomarina - La colletta destinata agli stabili
« Cantare è gioia, è dare agli
altri qualcosa di noi stessi, permettendoci di uscire arricchiti
da ogni nuova esperienza. Sappiamo che è normale compito
delle Corali Valdesi mettere il
canto al servizio e alla lode di
e nello stesso tétìlpo offrire
un aiuto concreto alle opere della Chiesa.
Siamo grati alla Corale Valdese di iPomaretto che ci ha offerto l’occasione di questa serata
"insieme" e ci ha permesso di
fare qualcosa per gli altri ».
Queste parole si potevano leggere neirultima pagina del programma, stampato in occasione
del concerto dei cori « S. Valfré » e « La Gerla » di Torino,
svoltosi a Pomaretto sabato 12
aprile ’86, nel tempio.
Il Gr. Cor. « S. Valfré » (Torino), nato nel 1983 come gruppo
di animazione liturgica, e il Coro
« La Gerla » (Torino), nato nel
1982 per far conoscere e diffondere i canti popolari della nostra terra, hanno inteso così ringraziare la Corale di Pomaretto
per l’ospitalità.
Questi cori, tramite amici comuni, sono venuti a conoscenza
de) mondo valdese e dell’esisten
za della nostra corale.
Hanno quindi chiesto di organizzare una serata il cui ricavato sarebbe andato agli stabili
della nostra comunità; proprio
per il loro espresso desiderio di
fare "qualcosa" per noi Valdesi.
Le parole, molto appropriate e
pertinenti, del Pastore tRenato
Coisson hanno voluto sottolineare questa amicizia tra persone
che hanno confessioni diverse,
ma che l’amore per il canto accomuna. Nel nostro cammino di
Valdesi, minoranza dalla « testa
dura », ha sottolineato ancora
Coisson, abbiamo incontrato e
superato molte difficoltà e risolto innumerevoli problemi. Ma
abbiamo anche avuto molti amici, che hanno saputo darci una
mano. ìE nel lungo elenco di amici generosi possiamo ora anche
inserire il Gr. Cor. « S. Valfré »
e il Coro « La Gerla »; insieme
allo zar Alessandro di Russia,
che nel 1828 inviò un dono in
denaro per la costruzione del
Tempio.
La varietà dei temi musicali
trattati, le esecuzioni e le direzioni in tre stili diversi: la Corale Valdese con un repertorio
di canti liturgici e di complain
P.R.R.
UNA COMPLAINTE
PER GIULIA
RIVOIR MALAN
Di fronte alla scomparsa di Giulia
Rivoir Malan sento il bisogno di testimoniarle un grazie riconoscente per
alcuni ricordi fra i più beili che ho
di Lei.
GRAZIE per il tempo che dedicasti
a noi giovani nelle lontane estati degli
anni '40 a Torre Peilice, insegnandoci
canzoni beliissime, antiche, sconosciute. accompagnandoci al pianoforte con
grazia e pazienza, unendo la tua alle
nostre voci.
G'RAZiE per questi ricordi, fra i più
sereni della mia vita, in cui ii canto
cementava le amicizie, univa le diverse generazioni, faceva gioire insieme
genitori e figli (con noi era anche la
mia cara Mamma).
GRAZIE per averci insegnato tutto
questo: un modo per ricordarti sarà
quello di cantare di più insieme, con
più entusiasmo, con più attenzione,
con più perseveranza...
• PORTEZ, PORTEZ des oeiiiets et des
roses,
Porlez-en tout autour de son tombeau,
Car c'est ici qu'une beauté repose;
Son dernier jour a été le plus beau! ».
E l'ultima strofa di uno di questi
canti.
Jolanda Valerio de Carli, Torino
sà... Oggi neile vaiii nostre ci sono
anche cervi e caprioli, ecc. da quando sono stati istituiti parchi e riserve, e anche le capre selvatiche potrebbero esservi state immesse. Ma, appunto, non mi risuita e sarebbe interessante, per me come per aitri, itaiiani 0 stranieri, ai quaii è destinato
il calendario, saper su quaie montagna questi esemplari siano reperibili.
Cordiaimente.
Ezio Pons, Torino
INCORAGGIAMENTO
IMPRUDENTE
Caro Direttore,
ho ietto con interesse (a pag. 9 del
n. 14 di questo settimanale) l'intervista dei pastore Giuseppe Piatone al
prof. Italo Eynard. L’argomento « Il
dramma all’alcol metilico » è molto
grave e interessa quasi tutti gli italiani, per non parlare di molti stranieri; la competenza professionale permette al prof. Eynard di dare all’intervistatore risposte informate e in
parte rassicuranti. E poi, malgrado tutto, quando è genuino — suggerisce
l'intervistato — il vino fa bene. Basta
farne uso in « quantità moderata » e
fuggire i super-alcolici, i responsabili del 20% degli italiani che si avviano ad essere o sono alcolizzati cro
AVETE PAURA
DEL FRANCESE?
CAPRE DOMESTICHE
O SELVATICHE?
Signor Direliore,
mi servo del Suo giornale, se vorrà avere la cortesia di pubblicarmi, per
segnalare un dato curioso che mi era
sfuggito al momento dell'acquisto di
« Valli nostre » 1986 e che noto ora in
una delle didascalie che accompagnano le fotografie.
In corrispondenza di luglio, la fotografia mostra una capra (o un capro?
cfr. le didasc. francese e tedesca)
ritta su una roccia e attorniata da altre che si intravedono dietro la roccia
stessa. Il commento recita dunque;
« Gruppo di capre selvatiche in alta
montagna » (sp. « cabras monteses »,
IngI «wild goats»),
A me paiono capre comuni, ma chis
Ma cosa vuol dire bere vino .« con
moderazione »? L'intervistato sa bene
ohe questo della moderazione è un
criterio estremamente soggettivo; i
primi effetti piacevoli dell'alcol ingerito possono, con l’abitudine, richiedere dosi crescenti e incontrollate di
vino. Allora, tanto per avere un punto di riferimento, diciamo che il consumatore di vino dovrebbe cercare di
non raggiungere i 60 grammi di alcol quotidiani (30 grammi se è una
donna), cioè stare sotto i 5 (3 per la
donna) bicchieri normali di vino al
giorno.
Ma era poi' il caso di sottolineare
che il vino « fornisce, nella dieta alimentare, una ricca quantità di sostanze valide per l'organismo »? Se è bevuto in quantità moderata, l’alcol non
fornisce che poche calorie rapidamente bruciate; se bevuto in quantità non
moderata farebbero sentire la loro
azione quelle molte sostanze conte
Ho letto con interesse sul n. 14 dell'Eco-Luce l'articolo sulla visita di G.
Platone nel Luberon, a firma del pastore Louis Mordant.
Però, a quanto mi risuita, quell’articolo era stato scritto originariamente
in francese, ed è stato tradotto in italiano per la pubblicazione.
Ora mi domando; avete proprio paura di scrivere qualcosa in francese
sull'Eco? Quel poco di cultura francese
che ci resta alle Valli (a suo tempo
era nostro orgoglio l’essere bilingui),
già osteggiata a suo tempo dal fascismo, deve proprio essere compietamente cancellato, per farci più uguali
possibile a tutti gli altri italiani? (Proprio in un momento in cui tutte le regioni italiane stanno rivalorizzando le
loro tradizioni locali!).
Mi direte che l’Eco-Luce ha una diffusione nazionale e che molti fratelli
delle chiese fuori delle Valli non conoscono il francese. D'accordo. Allora vi propongo un compromesso, che
già è stato utilizzato in passato; l'ar
cronaca delle Valli li
POMARETTO: SERATA DI CORALI
Segnalazioni
tes, la Corale di Chiesa cattolica
con un repertorio di, laudi, ma
anche di corali protestanti, il
Coro misto con l’esecuzione di
musiche popolari piemontesi e
di alcune altre regioni italiane,
hanno certamente potuto soddisfare in larga itìiSura il pubblico, generoso di applausi. E molto generoso è stato il contributo dei presenti alla causa dei nostri stabili. E’ chiaro quindi che
abbiamo degli amici. E lo hanno
voluto sottolineare i direttori E.
Galvani e R. Bertaina quando
hanno detto la loro gioia per essere venuti in mezzo a noi, grazie aH’amicizia e al di sopra di
ogni credo politico e religioso.
Amnesty International
Hanno collaborato a questo
numero: Giuseppe Baldi,
Leonardo Casorio, Dino Gardiol, Giorgina Giacone, Vera
Long, Luigi Marchetti, Lucilla Peyrot, Paola Revel Ribet,
Franco Taglierò.
TORìRE PELLICE — Giovedì 17 aprile,
ore 17, al Centro di incontro, avrà luogo una riunione con il seguente o.d.g.:
a) riepilogo dell’Azione Urgente per 11
indonesiani, detenuti per motivi di opinione; b) Azione Urgente in favore
di tre prigionieri in Sud Africa, trattenuti in luogo segreto; c) relazione
sull’Assemblea circoscrizionale del 23
marzo; d) esame delle mozioni della
Circoscrizione per la X Assemblea
Generale della Sezione Italiana di A.l.
(Rimini 25-27 aprile).
nute specialmente nel vino rosso, in
piccola quantità, ma che in caso di
accumulo sarebbero nettamente patologiche.
E che pensare dell’« incoraggiamento, soprattutto tra i più giovani, ad una
nuova educazione alimentare in cui il
vino trovi un posto degno, poiché se
preso con moderazione migliora la
qualità della vita »?
E’ un incoraggiamento che, a mio
parere, è un po’ imprudente; e alquanto superficiale è il richiamo alla « qualità della vita » migliorata dal vino.
Non abbiamo nient'altro da offrire ai
nostri giovani?
Infine anche il vino buono è. malgrado tutto, una droga, anche se legale, incoraggiata e reclamizzata. E
droga vuol dire possibile dipendenza,
cioè la spinta ad un bisogno crescente della bevanda, fino a raggiungere
quantità tossiche. Non tutti i dieci milioni di alcolizzati cronici in Italia hanno abusato solo di super-alcolici; molti
di essi, specie se fuori delle città,
hanno abusato solo di vino, anche se
genuino.
Daniele Rochat, Torre Peilice
BRf&ES DE
SOUVENIRS
Caro Direttore,
sul numero 21 marzo scorso dell'Eco, l'articolo; ”11 diavolo e i Vaidesi” richiama alla mia mente ricordi della mia infanzia.
Nell'anno scolastico 1912-13 ero residente nel Convitto Normale di via
Viganò a Pinerolo. La disciplina era
buona e mi accadde di rimanere consegnato alla libera uscita... Ricordo il
vasto salone di studio, ove erano allineati a forma di ferro di cavallo i
nostri pulpiti, in modo che fossimo sorvegliati da uno studente di terzo annoi
Il mio compagno di destra era originario della Valle del Chisone. Nella cassetta del pulpito aveva un manuale di
catechismo. Lo sfogliai. La mia attenzione fu attratta dalla domanda; • Chi
sono i Valdesi? ». La risposta diceva,
su per giù, che i Valdesi erano anime dannate.
Sarei molto grato all’eventuale lettore, che avendolo, volesse gentilmente inviare quel manuale di catechismo
della Val Chisone a; Biblioteca Valdese - Via Beckwith, 10066 Torre Peilice.
Grazie a Dio i tempi sono cambiati! Sono in ottimi rapporti con discendenti Bert del ramo cattolico. Il fratello Daniele, rimasto valdese, di fronte al pericolo di arresto fece un famoso salto dalla finestrina della cucina nel torrente e fuggì.
Si stabilì poi a Torre Peilice, borgata Santa Margherita. Entrata di fronte alla ex-scuola valdese. Durante oltre duecento anni il ramo cattolico,
rimasto padrone dei beni, mandò ogni
anno barattoli di miele ai "cugini” vaidesi! Lo portavano delle signore; mi
colpiva il loro caratteristico e bel costume! Nei loro confronti serbo altissima stima!
Emilio Gtmz-Bert, Torre Peilice
PINEROLO — La sezione W.W.F. di
Pinerolo organizza per i giorni 31 maggio e 1° e 2 giugno una gita nel parco
naturale francese della Camargue al
delta del Rodano. Si visiteranno inoltre le città di Arles sur Rhône, Avignone e la Grande Motte.
Partenza: da Pinerolo ore 6 del sabato, 31 maggio e ritorno ore 23 circa
del 2 giugno.
Prezzo a persona per i soci; L. 210.000,
esterni e amici: L, 230.000.
Per informazioni e prenotazioni rivolgersi, tutti i giorni, presso il negozio: Foto Dario Costantino, via Gioberti 5, Pinerolo oppure presso l’edicola: Fantini, via Buniva 54, Pinerolo.
Per i non residenti in città e per informazioni telefonare ai numeri: 011/
9067195 - 0121/72257.
ciVon cercare la morte. Essa
ti troverà. Cerca la via che faccia della tua morte un adempimento ».
(Dag Hammarsltjoeld)
Nella notte dd Sabato Santo, abbandonato il corpo terreno, causa di
tante prove sopportate con la forza
che viene dalla fede, lo spirito di
Renato Pampuro
ha iniziato il suo viaggio verso il mondo della Realtà, deUa Luce, della Vita.
« Uanìma mia si acqueta in
Dio solo. Da lui viene la mia
salvezza »
(Salmo 62: 1)
Genova, 29 marzo 1986.. ,,,
m
RINGRAZIAMENTO
« Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli.
(1 Giovamii 3: 14)
E’ mancata improvvisamente
Adelina Messina
ved. Bonnet
Lo annunciano con dolore, fiduciosi
nelle promesse del Signore, la figlia
Miriam, il genero Marco GioBto, le
sue care nipotine Elena e Stefania, i
cognati, le cognate, i nipoti e i cugini.
I familiari esprimono un sentito
ringraziamento alla direzione, personale e ospiti deir Asilo Valdese di Luser~
na S. Giovanni per l’amore e le premure di cui l’hanno circondata nell’ultimo periodo della Sua vita.
Eventuali offerte in memoria all’Asilo Valdese di S. Giovanni.
Luserna S. Giovanni, 9 aprile 1986.
RINGRAZIAMENTO
ticolo in francese appare nella testata
Eco delle Valli e la traduzione italiana
nella testata La Luce, così si accontenta un po’ tutti.
Anche ai nostri amici del Luberon
avrebbe fatto piacere leggere quella
notizia in francese (tanto più che è
scritta dal Presidente Onorario della
Association d'Etudes Vaudoises et Historiques du Luberon), dato che pochi
di loro conoscono l'italiano, sicuramente meno di quanti valdesi conoscono il francese.
Cordialmente
Osvaldo Coisson, Torre Pollice
(c Facci capire che abbiamo i
giorni contati, allora troveremo
la vera saggezza ».
(Salmo 90: 12)
Il 6 aprile 1986
Teresa Prandi
ved. Garrone
di anni 85
. ha terminato la sua esistenza terrena.
I figli Aldo e Pierluigi con le rispettive famiglie ringraziano quanti
sono stati loro vicini in questa circostanza e tutto il personale dell’Asilo
dei vecchi e dell’Ospedale Civile di
Pinerolo.
S. Germano Chisone, 12 aprile 1986.
AVVISI ECONOMICI
A PRAMOLLO (800 m.) gratis alloggio per 4 persone adulte che vogliono trascorrere un mese di riposo alle Valli Valdesi, ma che non
hanno la possibilità di alloggiare in
alljergo. Libero da giugno a settembre. Tel. (0121) 58720.
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia Medica ;
Notturna, prefestiva, festiva: presso Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia Farmaceutica :
DOMENICA 20 APRILE 1986
Perosa Argentina: FARMACIA FORNERIS - Via Umberto I - Tel. 81205.
Ambulanza :
Croce Verde Perosa; Tel. 81.000.
Croce Verde Porte: Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
( Distretto di Pinerolo )
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva, festiva; Telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo: Tei. 22664.
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica :
Notturna, prefestiva e festiva: Telefono 932433 (Ospedale Valdese).
Guardia Farmaceutica ;
DOMENiCA 20 APRILE 1986
Luserna San Giovanni: FARMACIA
SAVELLONI - Via F. Blando 4 - Luserna Alta - Telef. 90223.
Ambulanza ;
Croce Rossa Torre Peilice: Telefono 91.996.
L;
12
12 uomo e società
Banane dal lieve
sapore ideologico
E’ una banana latinoamericana, di nome « Nica ». Dopo averla assaggiata in un mercato svizzero, durante una vendita promozionale, ima signora ha osservato che aveva « im petit
goût idéologique». Ne ha comprato un chilo.
E’ noto che il presidente Reagan ha posto l’embargo sulle
importeizioni dal Nicaragua nell’intento di strozzare economicamente quel piccolo paese. Gli
Stati Uniti sono sempre stati
uno dei più grossi importatori
di prodotti centroamericani, soprattutto di banane.
Di fronte a questa situazione
un certo numero di organizzazioni di sostegno al Nicaragua
in Germania, Olanda e Svizzera,
hanno cercato di creare un mercato alternativo per evitare che
tutta la produzione andasse a
male. In Svizzera l’impegno era
di smaltire 12 tonnellate di banane. Grazie all’azione concorde di parrocchie protestanti e
cattoliche, di organizzazioni umanitarie e di sindacati sono state vendute, quasi tutte in anticipo a scatola chiusa, 125 tonnellate di banane, di cui 9 nella sola Ginevra.
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no contribuito non condividono
le posizioni ideologiche del governo sandinista, ma sono stati
spinti da un desiderio di giustizia nei confronti dì un piccolo
paese minacciato nella sua sopravvivenza da un colosso.
Anche il prezzo pagato per un
chilo di banane era politico, 3
franchi, almeno 60 centesimi più
del prezzo corrente.
Naturalmente si è risolto solo
una parte del problema delle
esportazioni, anche di altri prodotti, dèi Nicaragua e lo sforzo
dovrà continuare, sia aprendo
nuovi sbocchi di mercato sia facendo conoscere di più e valorizzando «le botteghe del mondo» che vendono miele, caffè,
cacao del Terzo Mondo (ma anche riso integrale di piccoli coltivatori italiani) a prezzi maggiorati rispetto ai prezzi correnti, ma più equi per i produttori.
Impegno per
la giustizia
Tutto ciò ha implicato un
enorme sforzo e l’impegno di
decine di volontari per ricevere,
pesare e distribuire quella quantità di frutta e per cercare degli importatori disposti a creare un mercato permanente per
le « Nica ». Un gesto « politico »
e di solidarietà notevole; certamente molti di quelli che vi han
La Svizzera mi appare spesso
un paese di contrasti dove malta gente si impegna in azioni e
organizzazioni a favore del Terzo Mondo nello stesso tempo in
cui si vota contro l’ingresso nelrONU. Un paese pierò in cui anche lo spirito di giustizia è forte
ed è in corso un’importante raccolta di firme per una petizione
al governo a favore di rapporti
commerciali più equi con il Terzo Mondo.
Le Chiese
Anche verso coloro che richiedono asilo politico in Svizzera
vi sono posizioni divergenti.
Mentre il Parlamento ha votato
leggi sempre più severe e restrittive e sempre più numerosi
sono i rifugiati respinti alle frontiere e mentre in molti (soprattutto pensionati e piccolo-borghesi) si destano sentimenti fascisteggianti e xenofobi, molti
altri si sentono totalmente solidali con questi stranieri, e vigilanti su quanto succede loro.
Dopo la levata di scudi contro rimbarco coatto di decine
di rifugiati respinti nel loro paese d’origine, lo Zaire, il governo
non ha più piotuto fare lo stesso
con i Tamil provenienti dallo
Sri Lanka, come era invece nei
piani. Per le feste natalizie c’è
stata una tregua, ma ora, per lo
meno a Ginevra, le « ostilità »
sono riprese, in particolare con
18 aprile 1986
SVIZZERA ■ UNA INIZIATIVA DI SOSTEGNO AL NICARAGUA
Chi è adatto?
(segue da pag. 1)
tro persone e famiglie che vivono da due o tre anni nel paese
in attesa di una risposta alla richiesta d’asilo presentata alle
autorità. Oggi vengono convocati ed è loro notificato che devono andarsene entro termini ristrettissimi, senza riguardo per
i problemi di lavoro, familiari e
scolastici che ciò comporta.
I gruppi di padrinato ginevrini, che avevano sostenuto in novembre, in un altro momento
caldo, le parrocchie che ospitavano i rifugiati in pericolo, hanno deciso di continuare ad aiutare queste persone e di accompagnarle ovunque sia possibile.
Nessuno è ammesso ai colloqui
fra i rifugiati e la polizia (e si
dice che questi colloqui siano
duri e che molte pressioni vengano esercitate per far firmare
un impegno a lasciare il paese
al più. presto), ma la presenza
der-<f^|adrim » ha coÉMMiilue evitato per il momento grosse ingiustizie. Se la situazione dovesse precipitare e parecchi di
coloro che sono in attesa da
molti anni fossero brutalmente
cacciati, famiglie e gruppi locali sono disposti ad accoglierli e
a proteggerli.
sei? ». Proprio lui che non aveva
esitato, nel Getsemani, ad estrarre una spada e tagliare l’orecchio di Malco. In questo silenzio il peso del rinnegamento di
Pietro diventa quasi insopportabile. Gesù lo sa. Gesù l'aveva
previsto. Gesù ha udito il gallo
cantare. Ma Gesù ha visto anche
il suo discepolo piangere amaramente. E’ perciò Gesù stesso a
rompere il silenzio: « Simone di
Giovanni, mi ami tu? ». Tre volte
il Signore rivolge questa domanda al discepolo infedele. Tre volte Pietro risponde affermativamente.
Nella terza risposta Pietro rivela veramente il fondo del suo
cuore. « Signore, tu sai tutto. Tu
sai che io ti amo ». Pietro è rattristato perché Gesù ha avuto bisogno di rivolgergli la domanda
tre volte. Ma nello stesso tempo
Pietro capisce il senso della triplice richiesta di Gesù. Pietro
capisce che l’amore che Gesù gli
richiede non è un sentimento,
non è un moto affettivo dell’animo, ma è qualcosa di molto più
profondo, è una ferma determinazione di tutta la vita, di tutta
la persona.
Anche a livello ufficiale le autorità della chiesa protestante
e di quella cattolica si sono mosse e hanno incontrato, insieme,
le autorità politiche di Ginevra,
mentre tutti i parlamentari ginevrini sono stati visitati da
esponenti delle due chiese : in
questi incontri sono state spiegate le ragioni dell’opposizione
alla nuova legge sui rifugiati in
discussione a Berna e alle conseguenze che ne derivano.
Nella stessa linea la chiesa
protestante ha inviato temporaneamente un suo diacono all’aeroporto per investigare se,
come e quando è possibile assistere i rifugiati respinti' alla
frontiera e quelli cacciati dal
paese.
Non ci sono molto speranze di
cambiare la situazione, ma c’è
la ferma volontà di molti cristiani di fare tutto il possibile
per dimostrare la propria solidarietà a coloro che si trovano
confrontati a problemi cosi gravi e difficili.
Fernanda Comba
A questo punto Pietro si rende
conto che qualsiasi risposta sua
è inadeguata, che soltanto Gesù è
in grado di dare una risposta al
suo stesso interrogativo. Perciò
dice: « Signore, tu sai ogni cosa ». Pietro incomincia a rendersi conto che non è il nostro
amore quello che conta, anzi, che
il nostro amore non può essere
altro che una debole, pallida risposta all’amore di colui « che
ha portato egli stesso i nostri
peccati nel suo corpo, sul legno,
affinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia » (I Pietro
2: 24). Porse proprio ricordando
questo dialogo, Giovanni — che
era presente — scriverà molti
anni dopo: « In questo è l’amore,
non che noi abbiamo amato Iddio, ma che egli ha amato noi,
ed ha mandato il suo Figliolo... »
(/ Giov. 4; 10). La chiave del dialogo è tutta qui: come può l’uomo dire al Signore « Io ti amo »
se non ha prima udito il grido:
« Il Figliuol di Dio mi ha amato
e ha dato se stesso per me! »
(Galati 2: 20). Nessuno slancio
umano, sentimentale, può sostituirsi allo Spirito che — solo —
può suscitare in un cuore spezzato l’amore vero che è fatto di
impegno, di sacrificio, di sequela: « Seguimi »! A quest’uomo
spezzato, a questo Pietro senza
più alcuna pretesa, senza nessun
vanto personale, Gesù può affidare quanto ha di più prezioso:
« Abbi cura delle mie pecore ».
Ora che hai capito che solo il
mio perdono può suscitare l’amo
re, ora che hai capito che tu non
sei capace di amare, ora che
hai capito che il perdono della
Croce copre anche la tua pusillanimità, puoi ricevere questa parola, questa responsabilità: « Abbi cura dei miei agnelli! », indica loro il perdono che tu stesso
hai ricevuto.
Nel corso della mia ormai lunga esperienza pastorale, soprattutto come responsabile di una
organizzazione ecclesiastica, mi
son trovato sovente nella difficile
situazione di dover esaminare
dei candidati al ministero. Fondamentalmente sono di due tipi:
quelli molto sicuri di sé, delle
loro conoscenze teologiche, della
loro consacrazione; e quelli che
si avvicinano alla responsabilità
pastorale con "timore e tremore", consci della propria incapacità di amare il Signore ed li
prossimo.
Ovviamente questo non h-.-.
niente a vedere con l’atteggiamento esteriore: la più grande timidezza può nascondere la peggiore sicumera; un atteggiamento apparentemente baldanzoso,
può nascondere una grande,
umiltà. A distanza di anni si è
reso evidente che soltanto coloro che si sono accostati al pastorato con un senso di totale impotenza, di riconoscimento della propria incapacità di amare,
di profonda convinzione del prnprio peccato e del perdono ricevuto, sono stati in grado di seguire il Maestro, di "pascere” rtramente il gregge di Dio! Mi viene in mente una bella parola di
Lutero, detta per la predicazione, ma applicabile a tutto il ministero pastorale: « Mio curo,
fermati, finché Iddio ti abbia
chiamato e tu ne sia certo, ¡n
buona coscienza. Sì, quand'anche tu fossi più savio e più capiente di Salomone e Danitle,
dovresti fuggire come dinanzi all’inferno stesso, piuttosto che
pronunziare una sola parola scnz’esservi chiamato. Se Dio ha bisogno di te, saprà ben chiamarti... Credimi, nessuno può fàr
nulla di utile per mezzo della
predicazione, se non colui che
predica e insegna senza volerlo e
senza desiderarlo, ma perché vi
è chiamato e costretto. Poiché
noi abbiamo un unico Maestro,
il nostro Signore Gesù Cristo, il
quale solo insegna ed il cpiale
solo fa portar frutto ai suoi insegnamenti per mezzo dei servitori che egli chiama. Ma colui
che insegna senza esservi stato
chiamato, non insegna senza danno sia per sé che per il suo uditore, poiché Cristo non lo assiste ».
«Signore, tu sai ogni cosa:
ili sai che io ti amo ».
« Tu, seguimi! ».
Piero Bensì
INFORMAZIONE E SENSIBILIZZAZIONE SULLE TEMATICHE DELLA PACE
Fra le attività del progetto
« Cultura della pace e protestanti nel pinerolese », volte a sensibilizzare le comunità e ad informarle sulle tematiche della pace,
della nonviolenza, della giustizia, collegate col drammatico
problema degli armamenti e
dell’enorme conseguente spreco
delle risorse, si deve annotare
l’uscita di un opuscolo di una
novantina di pagine, stampato
presso il Centro ecumenico di
Agape, 10060 Frali (Tc), e in
vendita presso le librerie Claudiana '.
“Pace perchè”
testimonianza di credenti protestanti ».
Come viene precisato nell’introduzione, non si tratta certo
di una raccolta di tutto quanto
riguarda i problemi della pace
e della guerra oggi: « più modestamente vuol essere un servizio
a quanti cercano un primo approccio ed un livello minimo di
informazione su questi temi;
una proposta che possa stimolare la ricerca e la riflessione ; una
Il libretto è composto di cinque capitoli che esaminano e
presentano la questione sotto
vari aspetti. Nel primo, dal titolo « I credenti, la pace e il disarmo », dopo alcune riflessioni
bibliche, si accenna al problema dei protestanti e della nonviolenza, al « doppio lealismo »,
alla riconciliazione. Segue poi
una esposizione della posizione
delle varie Chiese.
Nel secondo capitolo, che tratta degli armamenti e delle relative strategie, il discorso si fa
ovviamente più tecnico; si parla di armi nucleari, chimiche,
convenzionali, di deterrenza, di
primo colpo, ecc. partendo dall’atomica di Hiroshima per giun
gere ai giorni nostri, al bilancio del ministero della Difesa
italiano, aH’indnstria bellica ed
al suo commercio.
Segue poi l’argomento « Disarmo e alternativa pacifista »
che oltre ad accennare alle trattative in corso, passa in rassegna i vari movimenti pacifisti
esistenti nel mondo. In questo
capitolo è stato anche inserito
il « problema Nord-Sud » il quale — fino a quando non verrà
affrontato sul serio — resterà
una delle cause primarie dell’attuale instabilità mondiale.
Nel quarto capitolo, « Proposte di lotta », vengono presentate alcune problematiche quali la
denuclearizzazione, le obiezioni
di coscienza al servizio militare,
sul lavoro nell’industria bellica,
quella fiscale alle spese militari.
la questione della trasformazione dell’industria delle armi, la
difesa popolare nonviolenta, ecc.
Segue poi un’ultima sezione
in cui vengono brevemente presentati i materiali (audiovisivi,
videocassette, giochi, canti) utilizzati nel lavoro del gruppo.
Conclude il libretto una nutrita
bibliografia che dà utili indicazioni per chi volesse ulteriormente approfondire i temi trattati.
Ci auguriamo che questo libretto trovi larga udienza presso le nostre comunità e le nostre famiglie, e che possa a sua
volta ulteriormente suscitare e
promuovere dibattiti e discussioni. E, soprattutto, convincerci che ognuno di noi — malgrado le contrarie apparenze — può
fare qualcosa.
Roberto Peyrot
' Pace perché - suppl. serv. ic'ormaz. Agape, pmg. 92, L. 3.000.