1
f
Anno 127 - n. 45
22 novembre 1991
L. 1.200
Sped. abbonamento postala
Gruppo II A/70
In caso di mancato recapito rispedire
a: casella postale - 10066 Torre Pellice
delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
QUALE ETICA?
GRIDO D’ALLARME DA PARTE DELLE NAZIONI UNITE
Condonati || (jebito 6 la fame degli africani
Si è concluso in questi giorni
presso ie Camere il tormentato
iter della legge finanziaria che
contiene quello strano marchingegno che è il condono fiscale.
Confesso che non capisco proprio questa parola « condono »;
non capisco che figura giuridica
sia. Pare che sia slmile all’indulto, alla grazia; ma simile non
vuol dire uguale. Ha una affinità
di suono con la parola perdono.
Ma anche qui, dobbiamo dire,
contiene delle sfumature di significato ben diverso.
Perdono mi pare che sia una
parola dal significato chiaro: la
rottura con un certo passato e
rinizio di un cammino nuovo.
Il perdono è liberante, permette la vita, ti rimette in piedi, ti
apre un cammino. Perciò è il
cuore dell’Evangelo, e viene cantato in mille e mille variazioni
differenti, vissuto in milioni e
miliardi di esistenze, l’una diversa dall’altra, eppure tutte accomunate nell’unico atto di salvezza di Dio.
Ma il condono non è questo.
Intanto perché, come è già stato osservato, divide i cittadini in
due categorie: i furbi che non
pagano le tasse, e i lessi che ie
pagano tutte. Quindi è anticostituzionale. Ma poi non è capace
di produrre un cambiamento;
cioè risolve un piccolo problema nell’immediato, ma lascia integra tutta la questione. Anzi, la
peggiora. Spinge infatti ii cittadino a evadere il suo obbligo fiscaie perché tanto, poi, io stato
sarà obbligato a scendere a patti e concederà un altro condono.
Non solo quindi è sterile, ma
educa alla irresponsabilità e tende alla distruzione del senso dello stato.
Non so quando e chi abbia inventato questa figura del condono. Ma mi pare di poter rintracciare una matrice comune alla
famosa questione delle indulgenze contro le quali, come sappiamo, Martin Lutero insorse e nacque la Riforma protestante.
E non mi pare essere un caso se la parola condono non si
trova nelle principali lingue europee. Come si dice in francese, o in tedesco o in inglese?
Attenzione, non è sinonimo di
perdono!
E’ dunque un’invenzione tipica
italiana. Io sono d’accordo con
i vescovi cattolici quando nel loro ultimo documento « Educare
alla legalità » affermano che
« l’autentica legalità trova la sua
motivazione radicale nella moralità dell’uomo » e che pertanto
« la condizione primaria per uno
sviluppo del senso della legalità è la presenza di un vivo senso dell’etica ». Parole sante e
benedette; speriamo che segnino
una svolta nella storia del nostro popolo. Ma mi domando:
com’è possibile che la nostra nazione sia, per quanto riguarda
il senso dello stato e della legalità, in questa situazione di
sfascio? E’ possibile che ci sia
un collegamento con l’educazione che si riceve già nelle scuole dove, come si sa, la religione
cattolica è fondamento e coronamento di tutta l’istruzione? In
tal caso mi piacerebbe che i vescovi spiegassero una voita al
popolo (e ritengo che questo
faccia parte dei compiti del magistero di cui sono investiti) il
significato evangelico della parola perdono.
Luciano Deodato
Il meccanismo che si è instaurato non consente il nascere di una qualche forma di sviluppo autonomo - La caduta del prezzo delle materie prime - Avanzate alcune proposte pratiche
La crisi economica di molti
paesi è nelle preoccupazioni dei
governi e delle grandi imprese:
un po’ tutti si occupano della crisi dell’Est europeo, gli USA si
preoccupano di quella dei paesi
dell’America Latina. Della crisi
africana però nessuno sembra occuparsi attivamente.
Alla fine degli anni '80 il debito
estero totale dei paesi africani
aveva raggiunto la cifra di 272
miliardi di dollari (circa 365 mila
miliardi di lire). Fra l’80 e il '90 il
debito dei paesi africani si è moltiplicato per 2,5.
La sola regione subsahariana
ha visto il proprio debito, nel decennio, raggiungere la cifra di 161
miliardi di dollari, dieci volte tanto quella dell’SO.
Oggi il 'debito rappresenta il
90% del prodotto nazionale lordo
del continente (e quello dei paesi
subsahariani il 112% del prodotto
nazionale lordo).
Il rimborso del debito costa
ogni anno ai paesi africani 25 miliardi di dollari, cioè il 30% del
prezzo delle esportazioni.
I 500 milioni di abitanti dell’Africa subsahariana vivono con
un reddito pari a quello della
Svizzera, che invece ha 8 milioni
di .abitanti.
Trenta milioni di persone dell’Etiopia, del Sudan, dell'Angola,
Il debito condiziona il loro futuro.
della Liberia, del Mozambico, della Nigeria moriranno nei prossimi due anni, se non si interviene
subito, per malnutrimento.
Sono i dati forniti dalle Nazioni Unite in una riunione tenutasi
recentemente a New York sul
problema del debito dei paesi
africani. Siamo suU'orlo della catastrofe. Eppure quasi nessuno
ne parla.
« Se coloro che muoiono di fame non fossero neri — ha affermato nel corso della riunione
dell’ONU Leon Sullivan, un pastore nero americano — il mondo
avrebbe già dichiarato lo stato di
allarme internazionale ».
Tutte le chiese cristiane sono
estremamente preoccupate della
dimensione che sta assumendo il
problema del debito nei paesi del
AVVENTO - 1
44
Ipocriti!^^
« Ipocriti, ben sapete discernere l’aspetto della
terra e del cielo; e come mai non sapete discernere questo tempo?» (Luca 12: 56).
Gesù ha perso la pazienza! E’ stanco, infinitamente stanco di non essere compreso. Ha usato
tutte le parole che aveva per dirlo. Eppure ha
la sensazione di parlare a vuoto. Davanti a lui
è presente tanta gente. Si guarda intorno: giovani sorridenti, vecchi appoggiati ai bastoni, adolescenti nemici dell'acqua. Un bambino cade nel
tentativo di sottrarre ad un altro un tozzo di
pane. C'è persino qualche donna fuggita alle faccende quotidiane che si gusta i pochi attimi di
tregua ascoltando le sue parole. Gesù non riesce
a trattenersi. E' nervoso, ha mal di stomaco. Il
.suo corpo trema, la sua voce è talmente potente
da sembrare stridula: « Ipocriti! », urla. « Ipocriti! ». Parlano la stessa lingua, lui e le persone
presenti, ma non comunicano. « Ipocriti! ». Gesù
è arrabbiato. La rabbia di Gesù è grande, ma
esprime interesse verso quei volti che hanno
sgranato gli occhi durante il suo urlo. Gesù forse
vorrebbe andarsene ma invece rimane li, non
fugge, non chiude il dialogo, non abbandona la
gente. Rimane lì, continua ad urlare, dando un
significato preciso al suo modo di agire. Attraverso la rabbia Gesù comunica il suo malessere,
ma si aspetta che qualcosa possa cambiare; spera ancora, nonostante tutto.
Si diceva in giro che quelli di Gerusalemme
fossero persone in gamba, ma ad incontrarli Gesù
non ne aveva ricavato una grande impressione:
quegli uomini e quelle donne pretendevano di
interpretare i movimenti dell'universo, del cielo e della terra e non capivano che vivevano in
un momento particolare, il tempo dell'incarnazione di Dio, il tempo nel quale era giunto colui
che avevano aspettato da anni. Tutto dò era
però terribilmente difficile e non riuscivano a cogliere fino in fondo l'importanza di poter ascolta
re quello che Gesù proponeva. Protetti dalle loro
abitudini accoglievano con diffidenza i discorsi
di Gesù.
« Ipocriti! ».
1991. Gesù continua ad urlare: « Ipocriti! ». Oramai sono anni che Gesù urla, non ha quasi più
voce ma imperterrito continua, perché nonostante tutto vuole sperare nel fatto che qualcosa possa accadere. E' ancora arrabbiato, forse persino
ancora più di allora, del tempo in cui parlava
con quelli di Gerusalemme, perché abbia.mo usato il .suo nome per costruirci un Dio assicuratore
che poi abbiamo confinato nelle chiese; abbiamo
pregato solo per abitudine; ci siamo educati al
continuo compromesso; ci siamo fabbricati una
fede oppiacea e consolatoria non legata alla realtà;
abbiamo creduto nelle nostre chiese scambiandole
per strutture di giustizia quando invece sono luoghi di potere e di affermazione di noi stessi e del
nostro operato; abbiamo usato le teologie per affermare quello che noi volevamo affermare, senza renderci conto che esse hanno ferito e ucciso
migliaia di persone, quelle persone che non hanno
trovato nella comunità di credenti un luogo nel
quale essere accolti e ascoltati.
Ogni tanto abbiamo illuso Gesù. Raramente,
infatti, abbiamo colto un aspetto della sua rivelazione ma poi, daccapo, abbiamo continuato nella nostra direzione.
Gesù continua ad urlare. Quando potrà riposarsi? Quando potrà semplicemente parlare? Quando potrà dire: «Ecco, è cambiato qualcosa!»?
Probabilmente mai e lui già lo sa, ma non sembra preoccupato più di tanto. Continua ad urlare, continua ad interessarsi a noi, continua, ad
alta voce magari, a discutere con noi. Noi creature diverse da lui, ma a cui tiene più di qualsiasi
altra cosa al mondo.
Daniela Di Carlo
(prima di una serie di 4 meditazùjni)
Sud del mondo e chiedono a gran
voce un ’’giubileo” che consenta
la cancellazione dei debiti, ma
la pressione internazionale in
questo senso è stata accolta dai
governi solo quando vi era una
convenienza politica immediata,
come nel caso degli USA che hanno cancellato il debito dell’Egitto,
e quello della CEE che ha accordato un trattamento privilegiato
per il debito polacco.
« Chiediamo la cancellazione
dell'80% del debito, il rimborso
del restante 20% in venti anni a
tassi particolarmente bassi » hanno chiesto i rappresentanti dei
paesi africani.
Ricordando alcuni recenti avvenimenti politici africani (tentativi più o meno riusciti di colpi
di stato) il segretario dell’Organizzazione degli stati africani
(OSA), Bronson Dede, ha osservato che « la democrazia non cresce
nel deserto della povertà » ed ha
auspicato un nuovo piano Marshall per l’Africa.
Antonio Bianca, direttore della
Commissione dell’ ONU per la
cooperazione e lo sviluppo, ha visto nella caduta del prezzo internazionale delle materie prime
una delle principali cause delle
difficoltà dei paesi africani a far
fronte al debito.
1 rappresentanti della General
Motors e della Palmolive-Colgate,
le uniche due multinazionali che
operano in Africa presenti alla
riunione di New York, si sono
detti più ottimisti. Secondo loro
le società miste tra multinazionali e imprenditori locali (come
quelle della General Motors in
Egitto, Tunisia, Kenia, Zaire, Algeria) possono servire per risolvere il problema, a patto che i
paesi si dotino di sistemi politici
democratici « che cercano la stabilità politica e lo sviluppo economico ».
All’incontro ha partecipato anche Bettino Craxi, nella sua qualità di rappresentante del segretario deirONU per i problemi del
debito, che ha fatto alcune proposte: annullamento del debito dei
paesi poveri o semipoveri; nuovi
prestiti a tassi particolarmente
bassi; applicare anche all’Africa
il piano Brady; trasformare i debiti in fondi destinati alla salvaguardia deH’ambiente e della natura; favorire gli investimenti
cambiando le leggi sulla proprietà privata in molti paesi africani;
creare dei mercati comuni in molte aree africane.
Le proposte sono tante, ma potranno procedere solo se le grandi nazioni, i paesi più industrializzati avranno la volontà politica di risolverli senza pretendere
riforme economiche e strutturali
inaccettabili dai paesi africani.
Questa non sembra però la strada sulla quale si vuole camminare. Herman Cohen, segretario per
gli affari latinoamericani nell’amministrazione Bush, ha affermato che gli USA « hanno cancellato 1,2 miliardi di dollari di debito » a questi paesi africani « che
hanno adottato processi di riforma economica e politica concordati ».
Giorgio GardioI
2
fede e cultura
22 novembre 1991
TORINO: «IMMIGRAZIONE, DIVERSITÀ’, RAZZISMO»
UN CONVEGNO A BOLDERN
I razzismi quotidiani
Una tipologia delle diverse forme di intolleranza - L’immigrazione
attraverso i mass media - Sondaggio: i numeri dei nostri pregiudizi
Durante la seconda giornata
del seminario Immigrazione, diversità, razzismo organizzato a
Torino dal Centro evangelico di
cultura « A. Pascal » in collaborazione con il Gruppo di studi
ebraici, si è cercato di sviluppare la tematica sociologica del
fenomeno razzismo.
Luigi Manconi, editorialista e
professore di sociologia alTUniversità di Palermo, ha cercato
di mettere ordine nell’argomento, proponendo tre possibili tipi di razzismo. Il primo, che
viene convenzionalmente definito come (( razzismo addizionale
o da allarme », nasce dalla somma tra la differenza somatica
degli immigrati e una situazione di allarme sociale ipotetico
o reale. A quel pimto si determina, anche inconsapevolmente,
una forma di identificazione della minaccia nella presenza di individui estranei alla comunità.
Come si comprende facilmente
la successione di questi passaggi non è assistita né dalla logica né dal buon senso, eppure
tale meccanismo è assai comune.
Diverso dal precedente è il
« razzismo concorrenziale », che
nasce da una malintesa volontà
di difesa del proprio lavoro e
territorio.
Il sentimento che lo sorregge
non è più la paura bensì l’anr
goscia e Fantagonismo. E’ sviluppato soprattutto nelle fasce
economicamente disagiate della
popolazione e si manifesta in
particolare di fronte a croniche
mancanze e disfunzioni nei servizi come la sanità, i trasporti
o la scuola. Più raffinata ma anche più diffìcile da sradicare è
infine la cosiddetta « intolleranza etnocentrica » che impone la
propria cultura, stile di vita,
credo polìtico e religioso ai nuovi arrivati. E’ diretta in modo
particolare nei confronti delle
comunità di immigrati che mantengono e manifestano le proprie tradizioni e peculiarità etniche, rifiutando l’integrazione
intesa come assimilazione. E’ avvenuto in passato con gli ebrei,
avviene ancora oggi con gli zingari, avverrà sempre con quanti vorranno mantenere e affermare un’identità etnica che li
rende « diversi » agli occhi dei
più.
E’ sempre difficile dire quanto i mass media rappresentino
il sentimento collettivo o quanto piuttosto lo forgino, se siano lo specchio che riflette l’immagine della società oppure siano un fattore sociologico crea-,
tivo. Anche sul problema del
razzismo entrambe le soluzioni
parrebbero fondate cosicché, come ha messo bene in luce Miriam Mafai nel suo intervento,
sarebbe scorretto cercare particolari responsabilità tra i giornalisti, come pure nascondere
la loro frequente superficialità
e spericolato sensazionalismo.
Spesso le notizie di cronaca sono accompagnate da gravi semplificazioni e banalità che alimentano tra la gente stereotipi
fuorvianti. Ciò può accadere anche in buona fede, così come
quando si persiste nel rappresentare l’immigrato in condizioni miserabili e disperate creando angoscia e timore più che
rispetto e benevolenza. La Mafai ha anche segnalato il pericolo che la caduta del comuni
Smo possa coinvolgere gli ideali
di uguaglianza e fraternità che
in Occidente hanno, nei decenni
passati, validamente arginato
tendenze di opposta natura; queste ora potrebbero trovare una
loro legittimazione anche dalla
negazione indiscriminata di tutti i valori della sinistra.
Francesco Ciafaloni, sindacalista, ha esposto infine i risultati
di una ricerca condotta in Piemonte, e a Torino in particolare, su e fra gli extracomunitari
portando la discussione nella nostra realtà immediata. La situazione a Torino non è dissimile
da quella di altre grandi città
del Nord Italia, dove si convive
all’insegna del provvisorio e dove persiste una situazione di insofferenza, se non di vero razzismo, latente e pronta a scoppiare in episodi di cronaca nera e
aperta violenza. Scopriamo tra
l’altro che solo il 50% degli intervistati sposerebbe una persona extracomunitaria mentre circa l’80% Faccetterebbe come collega di lavoro.
Al di là delle statistiche resta
comunque la certezza che il numero degli immigrati nella nostra città, come in tutta Italia,
è destinato in futuro ad aumentare rapidamente e considerevolmente, così da rendere il problema dell’accoglienza e della convivenza con essi non più rinviabile. Un grosso risultato sarebbe già quello di affrontarlo non
più nell’angoscia dell’emergenza,
come è successo con gli albanesi, ma nella lungimiranza del ragionamento e della buona volontà.
Michele Vellano
CAMPO STUDI A ECUMENE
La questione femminile
Dal 1° al 3 novembre si è
svolto, presso il centro giovanile di Ecumene, un seminario dal
titolo: La questione femminile.
Il seminario ha visto la partecipazione di diversi ragazzi e ragazze, protestanti e non, venuti
da diverse regioni d’Italia.
I momenti di vita comunitaria si sono alternati a profondi
momenti di studio e Fattiva partecipazione dei ragazzi convenuti e la preparazione della relatrice Francesca Izzo hanno reso il
seminario oltremodo formativo.
La giornata del sabato è stata il centro del seminario: la relazione della prof.ssa Izzo ha voluto descrivere la storia e i fon
damenti della teoria e della pratica della differenza sessuale. La
relazione è iniziata con l’excursus storico sul ’68: esso non è
stato troppo lungo, perché interessava soprattutto la prospettiva per il futuro sul tema della
donna.
Dalla discussione sul periodo
’68-’70, e sull’espansione del movimento femminile in occidente,
si è passati ad analizzare il femminismo. La risposta è partita
dall’iter dell’emancipazione delle donne, iniziato con l’industrializzazione nell’epoca moderna che ha portato ad un nuovo
concetto di famiglia e attraverso la scolarizzazione di massa
Appuntamenti
Martedì 26 novembre — MILANO;
Nella saletta di via Sforza 12/a, alle
ore 18, proseguono gli incontri sui
Salmi, a cura del past. Salvatore Ricciardi.
Giovedì 28 novembre — VALENZANO: Il Gruppo ecumenico di Bari organizza per le ore 19, nella chiesa
parrocchiale di S. Rocco, un incontro
di preghiera interconfessionale con interventi di don Angelo Romita e del
past. evangelico Isaia Saliani.
Giovedì 28 novembre — CINiSELLO
BALSAMO: Alle ore 21 a Villa Ghirlanda, ultimo incontro organizzato dal
centro ■ Lombardini » sul nuovo ordine
mondiale. G. Valabrega, docente di
storia dei paesi afroasiatici a Bologna, parla sul tema Aspetti attuali del
divario Nord-Sud e scenari di conflitti
possibili.
Giovedì 28 e sabato 30 novembre
— MESTRE (Ve): A cura del comita
to « Il sostegno » e in occasione della giornata mondiale dedicata all’Aids,
si svolgono due incontri. Il primo il
giovedì, alle ore 18, presso la sala
dei quartiere Zelarino; il secondo il
sabato, alle ore 16,30, nella sala del
quartiere S. Lorenzo. In questa occasione Il dott. Alfredo Borri, responsabile reparto infettivi dell'ospedale Umberto I, parlerà sul tema Attuali prospettive terapeufiche per l’Aids.
Lunedì 2 dicembre — VENEZIA:
Presso la Chiesa valdese, alle ore 18,
incontro sul documento del Consiglio
ecumenico delle chiese sulla pastorale ai malati di Aids (1987).
Venerdì 6 dicembre — ASTI: Alle
ore 21, presso la Scuola biblica ecumenica (c.so G. Ferraris, 81), per il
ciclo di lezioni introduttive all’Antico
Testamento, Paolo De Benedetti parla
sul tema o Scegli la vita »: il patto,
la Torah, la terra.
ha permesso alle donne di immettersi nella sfera pubblica
della vita sociale, non rimanendo isolate nell’ambito della famiglia.
L’uguaglianza però — secondo
Izzo — ha portato ad un primo
grande paradosso: la negazione
di sé. Infatti molte donne hanno voluto l’uguaglianza con gli
uomini rischiando spesso di perdere la coscienza e la consapevolezza della propria identità.
Peculiarità che non può essere
definita, secondo una mentalità
maschilista, « lo specifico femminile » in senso « universale »:
infatti ogni donna ha i suoi caratteri fondamentali. Da questo
si comprende come non possa
esistere una universalità neutra:
quella che si chiama universalità neutra è in realtà maschile. Bisogna tornare ad una visione dialettica, duale, tra i due
sessi, non necessariamente in
lotta tra loro bensì in confronto.
Alla relazione è seguito un dibattito che ha toccato molti punti, dalla dialettica di Hegel al
concetto di universalismo, dalla
necessità di definire una rappresentazione simbolica dei sessi
non gerarchica alla ricerca biologica della peculiarità delle
donne.
In conclusione si è visto come la realtà di oggi, anche se
giuridicamente egualitaria, è in
realtà costruita a dimensione di
« maschio ». L’esempio fondamentale è che lo stato di gravidanza è definito stato di malattia. Il seminario si è concluso
con la predicazione su I Corinzi 13, sottolineando che è l’agape che viene da Dio che ci permette di amarci, uomini e donne.
Luca Anziani
il pensiero di
Leon hard Ragaz
Le provocazioni sempre attuali dei « socialismo cristiano » - Altre iniziative in cantiere
Il messaggio del regno di Dio
e della sua giustizia sulla terra
è il cuore del pensiero teologico di Leonhard Ragaz, questo
grande protestante figlio di contadini svizzeri, padre del socialismo religioso.
Mentre le autorità svizzere
stanno festeggiando il settecentenario della Confederazione con
discorsi e feste patriottiche, le
chiese evangeliche del paese hanno fatto bene ad approfondire
la conoscenza di questo profeta dei nostri tempi, che ha compreso gli sviluppi della politica
internazionale già all’inizio di
questo secolo.
Questo regno di Dio, che possiamo sperimentare tutti nella
fede, irrompe sempre di nuovo
nella storia umana nella lotta
del Cristo risorto e vivente contro le potenze del male: guerra,
violenza, sete di profitto che Ragaz chiama « mammoiiismo ». In
questa lotta, Dio vuole fare di
noi strumenti suoi.
La vita
Ragaz visse dal 26 luglio 1869
al 6 dicembre 1945. Dopo essere
stato pastore di varie comunità
nei Grigioni, viene chiamato al
Münster (cattedrale) di Basilea
e, nel 1908, alla Facoltà teologica di Zurigo. Nel 1921 lascia la
cattedra e vive per il resto della sua vita tra gli operai e gli
emarginati, nel quartiere popolare di Aussersihl, a Zurigo. Tutte le sue maggiori opere sono
frutto delle sue serate con lavoratori, sindacalisti, gente povera
con la quale discute sulla Bibbia e sui problemi attuali.
Queste giornate su II regno dì
Dio e la sua giustizia e sul dialogo cristiano-ebraico sono state organizzate dal Centro delle
chiese evangeliche (statali) Boldern e dalla Comunità di lavoro cristiano-ebraica della Svizzera, dal 30 agosto al 1° settembre scorso.
L’incontro si è aperto con l’introduzione storica e biografica
del dott. Dieter Rostig, di Lipsia,
che ha sostituito il prof. Markus
Mattmüller dell’Università di Basilea, autore dell’opera standard
Leonhard Ragaz und der religiöse Sozialismus, purtroppo ricoverato in ospedale. Il giorno seguente il prof. Ekkehard Stegemann, sempre di Basilea, ha
tracciato le linee teologiche fondamentali dell’opera biblica di
Ragaz La Bibbia, un’interpretazione. Il titolo della sua conferenza era II regno di Dio e la
sua giustizia per la terra. L’opera biblica fondamentale di Ragaz è stata ripubblicata nel 1990,
in quattro volumi, delle Edizioni Exodus. Il prof. Ernst Ludwig Ehrlich, dì Basilea, ha poi
parlato del tentativo di comprensione tra Israele, ebraismo
e cristianesimo da parte di Ragaz: Due correnti in un movimento, due tronchi da una radice.
La sera dello stesso giorno, il
dr. Hans Joachim Barkenings,
di Duisburg, ha parlato del dialogo cristiano-ebraico nelle lettere tra Leonhard Ragaz e Shalom Ben Chorin. Ragaz è stato
anche amico di Martin Buber e
i due si sono influenzati a vicenda.
L’ultimo giorno, il dr. Willy
Spieler, dei socialisti religiosi
svizzeri, ha parlato su Ragaz, il
socialismo religioso e uno sguardo al presente di Israele. Alla
tavola rotonda finale ha partecipato gran parte degli oratori
e alcune persone del pubblico.
Il tema era: Leonhard Ragaz, gli
ebrei e la Svizzera. Sono state
fatte proposte concrete su come
lavorare per il regno di Dio nel
mondo di oggi. L’ultima mattina era presente anche Trudi Ragaz, nuora di Ragaz, unica parente ancora vivente. Un intervento di quest’ultima sarebbe
stato gradito, visto' che tutti gli
oratori erano uomini mentre la
maggior parte dei partecipanti
al convegno (poco più di 30)
erano donne. Tra queste donne
si è creato un comitato di preparazione per un altro convegno
su Leonhard Ragaz, il regno di
Dio, le donne, progettato per i
primi mesi del ’92. A Roma si
sta preparando un incontro su
I due Blumhardt e Leonhard Ragaz, profeti per il nostro tempo.
Hedi Vaccaro
Finora, pochissime opere di Ragaz
sono state tradotte in italiano:
— Il sermone sul monte, tradotto da
Hedi Vaccaro (e non da Giovanni Miegge come scritto su « Voce evangelica »,
n. 8-9, 1991. Di G. Miegge è l’introduzione a questo volume edito da Comunità, 1963);
— Socialismo e violenza, opuscolo:
— La nuova Svizzera, Ed. Grassi, Lugano e Bellinzona, 1919.
Tra gli scritti in italiano su Ragaz segnaliamo il libro II socialismo
religioso svizzero: Leonhard Ragaz, di
Maria Cristina Laurenzi, Cittadella Editrice, 1976; e i capitoli su Ragaz di
H. Roser e W. Kobe nel libro Le Chiese e la guerra, Ed. Napoleone, 1972.
MERINDOL
L'emigrazione valdese
nei secolo XIX
Su questo tema si è svolta in
settembre, a Mérindol (Provenza), la IX « Journée d’Etudes »
delFAssociation d’Etudes Vaudoises et Historiques du Luberon: relatori il prof. Giovanni
Gönnet di Roma sull’emigrazione valdese in generale, il past.
Aldo Comba di Ginevra sull’emigrazione valdese nell’America
Latina, il prof. Pierre Bolle dell’Università di Grenoble e il magistrato Georges Pons di Versailles sull’emigrazione da Preissinières in Algeria. La domenica
è stato celebrato un culto con
Santa Cena all’aperto, nella foresta di Font de FOrme, alle
pendici meridionali del piccolo
Luberon e, nel pomeriggio, si è
visitata la località vicina di
Saint-Phalès, celebre negli annali della resistenza valdese nel secolo XVI, la cui rievocazione
storica è stata fatta congiuntamente dalla signora Simone Appy, presidente delFAEVHL e dal
sig. Louis Pellecuer. Il past. Aldo Comba, nel culto mattutino,
ha insistito sul rapporto emigrazioni e benedizioni dell’Eterno a
partire dall’esodo dall’Egitto.
Nel complesso due giornate
molto vive ed interessanti, in
cui si è anche precisato il programma della Rencontre Internationale Vaudoise di Mérindol
1992, alla cui organizzazione collaborano fin da oggi le stesse
autorità comunali.
G. G.
3
22 novembre 1991
commenti e dibattiti
PRESBITERIANI NEGLI USA
Questo crediamo
L impegno a testimoniare espresso nel
testo della « dichiarazione di fede »
In vita e in morte noi apparteniamo a Dio.
Per la grazia del nostro Signore Gesù Cristo,
l’amore di Dio
e la comunione dello Spirito Santo,
noi crediamo in Dio uno e trino, l’unico, il Santo di Israele.
Lui soltanto noi adoriamo e serviamo.
Noi crediamo in Gesù Cristo,
pienamente creatura umana, pienamente Dio.
Gesù ha proclamato il Regno di Dio:
predicazione dell’Evangelo ai poveri,
liberazione per i prigionieri.
Egli ha insegnato con le parole e con le opere,
benedicendo i bambini,
guarendo i malati,
risollevando quelli dal cuore rotto,
mangiando con i disprezzati,
perdonando i peccatori,
chiamando tutti a pentirsi e a credere all’Evangelo.
Ingiustamente condannato
come bestemmiatore e sedizioso,
Gesù fu crocifisso,
portando il peso della sofferenza umana
e dando la sua vita per i peccati del mondo.
Dio risuscitò Gesù dalla morte,
vendicando la sua vita senza peccato,
spezzando il potere del peccato e del male,
liberando noi tutti dalla morte per la vita eterna.
Noi crediamo in Dio,
che Gesù chiamava Abbà, Padre.
Per il suo amore sovrano Dio ha creato buona ogni cosa
ed ugualmente fa ciascuno a sua immagine:
maschio o femmina, di qualsiasi razza e popolo,
perché viviamo tutti nella fraternità.
Ma noi ci ribelliamo contro Dio;
ci nascondiamo al nostro Creatore.
Ignorando il suo comandamento,
offendiamo l’immagine di Dio negli altri e in noi stessi,
accettiamo le menzogne come verità,
sfruttiamo il. prossimo e il creato,
introduciamo la morte nel pianeta affidato alle nostre cure.
Noi meritiamo che Dio ci condanni.
Ma Dio agisce con giustizia e misericordia
per redimere la creazione.
■ Nel suo amore eterno, l’Iddio di Abramo e di Sara
ha stretto un patto con un popolo
per benedire tutte le famiglie della terra.
Ascoltando il loro grido,
Dio liberò i figli d’Israele
dalla casa di schiavitù.
Amandoci fino in fondo, Dio ci fa eredi
insieme col Cristo nel quale ha stipulato il patto.
Come una madre che certo non trascura il suo piccolo,
come un padre che corre a ricevere
il figlio prodigo che torna a casa,
Dio si mantiene fedele.
Noi crediamo in Dio lo Spirito Santo
che dovunque dona e rinnova la vita.
Lo Spirito ci giustifica per grazia mediante la fede,
ci rende liberi di accettare noi stessi
e di amare Dio e il prossimo,
ci lega in comunione con tutti i credenti
nell’unico corpo di Cristo, la Chiesa.
Lo stesso Spirito
che ha ispirato i profeti e gli apostoli
guida la nostra fede e la nostra vita in Cristo
per mezzo della Scrittura,
ci impegna per mezzo della Parola proclamata,
ci dichiara suoi nell’acqua del battesimo,
ci nutre col pane della vita e con la coppa della salvezza,
e chiama donne e uomini a tutti i ministeri nella Chiesa.
In un mondo squassato e impaurito,
lo Spirito ci dà il coraggio
di pregare senza sosia, di testimoniare a tutti i popoli
che Cristo è Signore e Salvatore,
di smascherare le idolatrie nella chiesa e nella società,
di ascoltare le voci di coloro
che a lungo son stati fatti tacere,
di lavorare con altri per la giustizia, la libertà e la pace.
Nella riconoscenza a Dio, con la forza dello Spinto,
ci sforziamo di servire Cristo nel nostro lavoro quotidiano,
e di condurre una vita santa e gioiosa,
mentre attendiamo nuovi cieli e nuova terra
e preghiamo: « Vieni, Signor Gesù ».
Coi credenti di ogni tempo e di ogni luogo,
noi ci rallegriamo perché nulla, in vita e in morte,
ci può separare dall'amore di Dio in Gesù Cristo
nostro Signore.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Amen.
SIBILLE HI-FI
Ampia scelta dischi, compact disc,
musicassette tutti i generi musicali
videocassette HI-FI radioregistratori
autoradio e accessori
Piazza Gianavello, 28 Tel. 0121/932919
10066 TORRE PELLICE (To)
PADOVA
Kinsley Adade
Kinsley Adade, come Jerry Masslo, era un emigrato africano. Aveva 37 anni. Dal Ghana era approdato in Italia con la_ moglie, lasciando due
dei tre figli (uno morto in tenera età) in patria.
Marito e moglie avevano trovato lavoro a San
Floriano di Castelfranco Veneto (Tv) dove abitavano in una roulotte, parcheggiata nelle vicinanze della canonica di^ cui usufruivano dei servizi
igienici, grazie alla disponibilità del parroco e di
tutta la parrocchia.
Una notte Adade si sente male e la moglie non
riesce neppure a chiamare aiuto perché la morte
giunge rapida. Il parroco, don Olivo Bolzon, si
trova di fronte a due prohlemi: come non lasciar
sola la vedova e come procedere per i funerali.
Non manca un immediato intervento dei parrocchiani, una settantina di famiglie, che provvedono a Sofia. E per il funerale don Olivo chiama
me. La nostra reciproca conoscenza è nata in
campo ecumenico e la sua telefonata ne è la prova: « Sai, a quanto pare Kinsley era metodista.
10 non gli ho mai chiesto niente per non metterlo in imbarazzo e soprattutto per non farlo sentire in qualche modo costretto ».
Ringrazio don Olivo e non posso fare a meno
di pensare che per Kinsley Adade non accadrà
come per Jerry Masslo.
Concordiamo di avere un culto nella chiesa di
S. Fìoriano, con letture bibliehe fatte da varie
persone, sermone del pastore e preghiere spontanee. Desideriamo esprimere insieme, la parrocchia
di S. Floriano e il pastore della Chiesa metodista
di Padova, a chi soffre dinanzi alla morte l’espressione della solidarietà cristiana nel dolore e nella
speranza. E così proviamo a fare il 19 ottobre.
Proviamo, ma è difficile dire fino a che punto ci
siamo riusciti.
Già al momento del trasporto della salma in
chiesa l’imprésa di parlare riesce diffìcile. La folla è grandissima: in Veneto vi sono molti ghanesi e vi è anche un capotribù nel suo tipico vestito
africano. Vi sono molte donne che esprimono il
loro dolore con pianti e grida e passi di danza
e le macchine che si accodano al furgone che lascia la camera mortuaria accompagnano il corteo
con lunghi suoni di clacson. In chiesa e al cimitero continuano le manifestazioni di dolore con
espressioni diverse da quelie a cui siamo abituati,
ma che manifestano una partecipazione intensa e
un legame vivo con chi non è più. Il pianto, le
danze, i rituali all’ingresso del cimitero e sulla
tomba ci colpiscono tutti e ci sorprendono. Ancora una volta misuriamo quanto poco sappiamo
di « loro » e come non sempre riusciamo a capirli o a farci capire.
E mentre ritorniamo. dal cimitero con alcuni
collaboratori di don Olivo, rimasto indietro per
prendere accordi per il futuro con i ghanesi, commentiamo tutto quello che abbiamo visto e sentito e come siano diffìcili i rapporti umani e imprevedibili le diversità di culture davanti ai fatti
della vita. Stringiamo tra le mani la Bibbia, i libri della liturgia, i fogli del sermone e della traduzione in inglese fatta da una collaboratrice.
Pensavamo di trasmettere questi messaggi come
11 avevamo pensati e scritti, di dare la nostra comunicazione del messaggio biblico, ma siamo stati presi in contropiede.
Non importa: nel sermone si diceva della difficoltà di comprenderci a causa della lingua e delle culture, ma che le difficoltà economiche e sociali, le sofferenze fisiche e morali ci accomunano.
Nel dolore e nella sofferenza dei migranti di oggi
risentiamo echi di dolori e sofferenze dei nostri
antichi migranti. Dobbiamo insieme parlare il linguaggio della solidarietà e della partecipazione
iniziando a balbettare il linguaggio dell’amore di
Dio in Cristo, che è solidale con noi e in vita e
in morte, nella speranza della Vita che non muore più.
Ci siamo accorti di quanto sia difficile balbettare insieme: ma è positivo, pur con tutte le difficoltà, le incomprensioni, le diffidenze reciproche,
avere incominciato.
Bruno Costabel
LE STRAGI DEL SABATO SERA
Scatole musicali
da 180 all’era
La (discoteca e l’auto sembrano fare
parte di uno stesso universo: perché?
15 morti in una settimana, 8 nell’ultima, più di 100
dall’inizio dell’anno: il bilancio delle notti in discoteca si presenta come una
curva regolare che a tratti raggiunge i suoi picchi;
e ciò che è più drammatico è forse l’andamento
costante, implacabile, metodico. Di fronte a queste
morti i commenti sono o
moralistici (« ecco dove ci
porta la sfrenatezza dei costumi! ») o autoritari e
tecnicistici (« ridurre drasticamente la velocità o
l’orario delle discoteche »,
« non somministrarvi bevande alcoliche»).
Alcune di queste indicazioni sono anche giuste,
soprattutto quelle riguardanti i limiti di velocità,
a patto che, una volta individuati (110 o 130 poco
importa) si punisca davvero chi li supera. Ciò che
manca, a mio avviso,' dalle prime pagine, dai commenti sul tram e al mercato, è altro.
E’ un’analisi adeguata
del perché avvenga questo
fenomeno, e di come funziona. « Eccesso di velocità, eccessiva stanchezza,
ebbrezza »: è quasi sempre vero ma non è tutto.
E’ il dato esteriore, superficiale.
Credo che occorra, con
attenzione e sensibilità,
guardare più da vicino la
vita di questi che per molti potrebbero essere figli
(per me potrebbero essere
fratelli più giovani).
Il copione è noto e lineare; alla discoteca segue
l’auto. Ma in che modo?
Non fermiamoci solo alla
cilindrata, alle prestazioni
del motore, al turbo. Bisognerebbe capire perché
per questi giovani non c’è
soluzione di continuità tra
la discoteca e l’auto. Entrambe concorrono a formare un medesimo universo, fatto di movimento
(molto: il ballo o i balli
di oggi, e d’altro canto la
velocità, le curve); di luci (poche e taglienti, colorate, « psichedeliche » in
discoteca, fari nella notte
lungo le strade; tutte luci
che lasciano vedere poco
di quanto ci circonda, il
minimo, quanto basta per
non sentirsi gli occhi addosso); e soprattutto di
musica. Sono pochissimi,
credo, i 20-30enni sprovvisti di superstereo Hi-Fi a
bordo. Ce ne rendiamo
conto quando ci passano
vicino, magari a finestrini
aperti; impianti che venti
Celebrazioni colombiane
anni fa sarebbero stati giudicati troppo potenti per
il salotto di casa, e che oggi ritmano i chilometri.
La scatola viaggiante riproduce e prosegue la discoteca, tra l’altro con volumi sonori realmente assordanti, ma non fermiamoci a questo dato fisiologico, benché realissimo.
Perché c’è questo bisogno? L’auto non è più in
nessun modo uno « status
Symbol » da esibire, con la
spocchia di chi si sentiva
« arrivato » perché faceva
la scampagnata con l’utilitaria; è invece casa, universo, mondo conosciuto.
Già; un mondo su cui il
proprietario regna incontrastato: può curare, elaborare, perfezionare l’auto. Può viverci, viaggiare,
ascoltarvi musica, amoreg. giare. In anni in cui molti, troppi, si sentono fuori posto nel mondo, l’auto
è l’universo conosciuto,
unico elemento comandabile, controllabile, dunque
unico elemento reale. Il
resto, fuori, non esiste più.
Non esistono le distanze
(e infatti si va a ballare
a 300 km.), non esistono
i tempi (è « la » notte, non
si parla in termini di ore).
E se non esistono distanze né tempi, non si pone
più l’equivalenza velocità=
distanza/tempi. La velocità non è elemento da prendere in considerazione.
La realtà circostante si
può anche ignorare, come
le sue gioie, i suoi dolori,
i suoi imprevisti (un camion, di là della curva...).
La vita sembra stare tutta in quella scatola. Perderne il controllo non è
verosimile.
Inoltre lo stereo è il
mezzo per « esternare »
agli altri il proprio credo
musicale, così come si esibiscono le etichette, i marchi di fabbrica, le grandi
firme dell’abbigliamento, o
più « sul culturale », le
magliette con poesie di
Leopardi o Baudelaire.
Far sapere chi si è attraverso ciò che si veste, si
legge o si ascolta. E forse qui sta il discorso di
fondo: mancano altri strumenti per comunicare, per
comprendere le gioie, le
incertezze, tragedie quotidiane. Mi rifiuto di credere che questi fratelli minori siano privi di idee; chi
lo dice non ha mai parlato con loro. Forse però
manca loro la « strumentazione » per parlare con
altri; altre fasce d’età, altri gruppi sociali.
La discoteca invece annulla le distanze sociali, e
chi non ha l’auto mette gli
altoparlanti sulla Vespa, o
va in giro con la radio sulla spalla.
Negli anni ’60 si discuteva dappertutto suU’incomunicabilità, perché quello era « il » problema sociale su cui scrittori, filosofi, artisti si interrogavano. Oggi, lungi dall’essere
stato risolto, non interessa più, e non se ne parla. Perché?
Sapremo cogliere almeno il messaggio disperato
di quegli stereo viaggianti,
così impertinenti ma anche così fragili, in curva,
o sotto la pioggia?
Alberto Corsani
4
vita delle chiese
22 novembre 1991
DIBATTITO A PONTICELLI
Confronto sulla
«Centesimus annus»
Il testo è ingeneroso nei confronti delle lotte storiche degli operai - Parola di Dio e responsabilità ■ La dottrina sociale cattolica
Ponticelli, 8 novembre; in un
và e vieni di bambini ed adolescenti, tanto vivaci quanto impertinenti, in una sala gremita
del Centro culturale, si discute
della Centesimus annus. Si confrontano (e si scontrano) sulla
recente enciclica papale tre posizioni diverse; il segretario regionale della CGIL campana,
Angrisani, Giorgio Bouchard, pastore valdese e presidente della
FCEI, padre Pizzuti, gesuita, docente di sociologia alla Pontificia Facoltà teologica di Napoli.
Promotori dell'incontro, dal titolo ”11 crollo delle ideologie e
l’enciclica di Giovanni Paolo II
Centesimus annus", il "Centro
promozione culturale A. Cozzolino”, di ispirazione cattolica, e la
Chiesa evangelica metodista di
Ponticelli.
«Non è vero — osserva Bouchard — che le ideologie siano crollate. O, per lo meno, non
tutte sono crollate: quella occidentale è ben viva e vegeta e
nell'Europa orientale è andato
in crisi il marxismo. Quando,
a Waterloo, Napoleone è stato
sconfitto non per questo la rivoluzione francese è finita ».
L’enciclica, sempre secondo
Bouchard, compie una forzatura nella lettura dei fatti storici
odierni; dà per liquidato il
marxismo mentre esso è in crisi, cioè sottoposto al giudizio
e dunque ridimensionato. Compie una lettura distorta del passato; è ingenerosa nei confronti del movimento operaio dell’Ottocento che fu una grande
battaglia per la dignità umana,
la giustizia e il diritto. Compie
un inammissibile furto, uscendo
con la data del 1“ maggio, festa di san Giuseppe lavoratore,
distruggendo così la memoria
storica degli operai americani
uccisi dalla polizia.
Con l’enciclica la Chiesa cattolica si propone quale protagonista della storia futura, lasciando agli altri il ruolo di comprimari, o quello dei mendicanti;
il papa si offre come guida
dell’Occidente, uscito vittorioso
dalla guerra fredda.
Ben altra è la proposta protestante; da sempre ha tentato
di legare Parola di Dio e responsabilità dell’uomo. Perciò
è stata in dialogo con i laici;
il metodismo inglese ha precorso le riforme sociali; la socialdemocrazia tedesca è vissuta
grazie all’apporto evangelico. Oggi è urgente ricuperare i valori del socialismo senza timore
di proporre la nostra fede, fondata sulla Bibbia, che è la grande narrazione della storia dell’umanità in chiave di liberazione.
Anch’esso critico, sebbene in
toni un po’ più sfumati, l’intervento di Angrisani; « L’enciclica sembra voler proporre una
terza via, tra il marxismo e il
capitalismo; in realtà ciò che
propone per quanto attiene all’economia è semplicemente un
capitalismo moderalo ». Anche
per Angrisani non è possibile
accantonare la lettura marxiana della società; l’enciclica, poi,
pecca di superficialità nelle analisi, si mantiene su toni vaghi,
pur avendo un linguaggio diretto, immediato. L’unico elemento
apprezzato dal sindacato è l’accentuazione della solidarietà, non
solo a livello individuale, ma
"nei rapporti di presa”, cioè tra
datori di lavoro e lavoratori.
Anche nel sindacato oggi si parla di centralità dell’individuo,
riconoscendo che il rapporto politico non è più tra le classi
sociali ma è diventato, più che
politico, interpersonale.
« Vano sarebbe chiedere ad
un’enciclica — ha notato Pizzuti — di essere profetica. Essa
mira a riconfermare ed accreditare sulla scena pubblica la
dottrina sociale della chiesa ».
La chiesa infatti si presenta come depositaria di un sapere religioso che investe gli ambiti
della società; un sapere normativo che tende a trasformare
la società per migliorarla. Tuttala la dottrina sociale della
chiesa è un prodotto storico e
culturale. Pizzuti ha lasciato così intendere che l’enciclica ha
un carattere relativo.
Mentre i ’’dottori” parlavano
in aula, i bambini con la loro
presenza vivace (ma è un eufemismo) facevano visivamente
comprendere che oggetto della
discussione non erano semplicemente delle idee, ma gli orientamenti e gli assetti che la società dei prossimi anni assumerà.
Saranno per la libertà, la democrazia, la pace? Che risposta
sarà data al problema della giustizia? E’ in gioco il futuro dei
bambini di Ponticelli e delle nuove generazioni di tutto il mondo.
Luciano Deodato
CORRISPONDENZE
Nuove prospettive
BIELLA — Con la presentazione di Franco Taglierò da parte
del sovrintendente del IV circuito, Daniele Perini, durante il
culto del 29 settembre, è iniziato per la comunità valdese di
Biella un anno pieno di speranze e di buoni propositi. L’arrivo di un coordinatore delle attività residente in città (rimane
pastore della chiesa Gianni Genre, residente ad Ivrea) permetterà il ricompattamento di una
comunità di diaspora, in cui la
presenza di forze giovanili attive è estremamente ridotta.
Il primo segno di ripresa è
dato dall’istituzione della scuola
domenicale, sospesa parecchi anni fa. Il gruppetto di 5 bambini, guidati da Wilma Gay, ha già
avuto occasione di partecipare,
insieme ai bambini di Ivrea, ad
una bella gita in vai d’Angrogna.
E’ iniziato anche, a fine ottobre, lo studio biblico a cui partecipano una decina di membri
di chiesa e di simpatizzanti. Il
tema allo studio, la figura di Gesù, è studiato sotto i suoi vari
profili mediante i metodi dell’animazione teologica così come è concepita dalla CEVAA.
• L’Assemblea di chiesa si è
riunita in ottobre per eleggere
un nuovo membro del Consiglio
di chiesa. Il fratello Marco Rolando, chiamato a questo delicato servizio, è stato insediato
durante il culto del 10 novembre e la comunità ha invocato
croci ugonotte in oro e argento
oreficeria - orologeria - argei
prn
di tesi & delmasi
via trieste 24, tei. t93117
pinerolo
su di lui la benedizione del Signore.
• Il Consiglio di chiesa, impegnato in questioni amministrative, tra cui la ricerca di un alloggio per il « pastore » residente, sta studiando i modi più opportuni per rendere, in spirito
di servizio, una attiva testimonianza evangelica in città. Il primo piccolo segno di un rinnovato impegno è costituito dall’aver dotato i locali della chiesa di telefono (015/403186); il
numero, insieme all’orario delle
attività, viene pubblicato settimanalmente dall’« Eco di Biella », uno dei giornali locali.
• Nel mese di ottobre la comunità ha perso una delle sorelle più assidue al culto. L’Evangelo della risurrezione è stato annunciato in occasione del
funerale di Ester Moretti ved.
Bianchi alla presenza di una folta assemblea a larga maggioranza cattolica; infatti la sorella
Ester, che ha voluto essere sepolta nel piccolo cimitero evangelico biellese, era l’unica evangelica nella sua famiglia.
Presenza in città
SALERNO — Sono riprese le
attività del gruppo giovani (discussione settimanale di temi di
etica biblica). Un seminario sul
tema della croce di Gesù si svolgerà poi a Ecumene.
• In città siamo presenti nel
Tribunale per i diritti del malato e nel Forum antirazzista,
nonché nel Comitato per la difesa dei consumatori di informazione.
per la stampa di
libri, giornali, riviste,
locandine e manifesti,
lavori commerciali
in genere
Coop.TIPOGRAFICA
SUBALPINA
Via Arnaud, 23 - © 91334
10066 TORRE PELLICE (To)
CENTRO CULTURALE VALDESE
via Beckwith, 3 - tei. 0121/932566
10066 TORRE PELLICE
SAVONA, 6-7 dicembre 1991
RIDOTTO DEL TEATRO CHIABRERA - PIAZZA DIAZ
GIORNATE DI STUDIO
«Giovanni Miegge»
(Savona 1900 - Massello 1961)
Venerdì 6 dicembre
9,30 — Apertura dei lavori
Gianni Rostan, presidente del Centro culturale valdese
— Un ritratto
pastore Giorgio Tourn, direttore del Centro culturale
valdese
— La temperie intellettuale e politica dal primo dopoguerra agli anni Sessanta
prof. Giorgio Spini, Università di Firenze
— Interventi e testimonianze
15,00 — Ascolto brani della conferenza « L’idea di Dio »
registrazione ad Agape, estate 1960
'— La rivista « Gioventù cristiana »
Un direttore sensibile e innovatore
prof. Silvana Nitti, Università di Napoli
— Dal fascismo alla Repubblica
In dialogo con la società italiana
prof. Claudio Tron, curatore dell’antologia di scritti
di G. Miegge
— Interventi e testimonianze
Sabato 7 dicembre
9,00 — Con Igino Giordani
Disputare a dispetto dell’impossibile
prof. Giampiero Bof, Università di Urbino
— Con Ernesto Buonaiuti
Storia di una incomprensione
prof. Lorenza Giorgi, Università di Firenze
— Teologo ecumenico europeo
prof. Emidio Campi, Università di Zurigo
— Interventi e testimonianze
14,30 — Tavola rotonda - Per una apologetica cristiana oggi
A partire dalla lettura del saggio « Per una fede »
Partecipano; Ernesto Galli della Loggia, Giulio Giorello, Giovanni Moretto, Sergio Quinzio, Enrico I. Rambaldi, Sergio
Rostagno.
Coordina e conclude ; past. Giorgio Bouchard, presidente della
Federazione delle chiese evangeliche in Italia.
Interverranno ; Sergio Aquilante, Sergio Carile, Gino Conte,
Goffredo Fofi, Carlo Gay, Mario Miegge, Giorgio Peyronel,
Giorgio Peyrot, Michele Ranchetti, Paolo Sanfìlippo, Francesca Spano, Paolo Spanu.
Aderiscono; Renzo Bertalot, Luigi Santini, Tullio Vinay.
Mostra fotografica e documentaria; La vita e l’opera di Giovanni Miegge.
Per favorire la partecipazione del maggior numero di persone al
Convegno è in progetto l’organizzazione di un pullman in partenza da
Torre Pellice (con fermate a Pinerolo ed eventualmente Torino)
venerdì 6 dicembre intorno alle 6,45 e rientro sabato 7 sera alle 22.
La sistemazione a Savona, curata dalla comunità, è presso l’ostello della
gioventù. La spesa complessiva di viaggio, ospitalità, pasti compresi è
di L. 80.000. Per prenotare si prega di telefonare al più presto al Centro
culturale, n. 0121/932566.
INCONTRO DEI RIESINI
Una giornata di festa
TORINO — Un centinaio di
riesini si sono incontrati nei locali della nostra chiesa domenica 17 novembre, insieme alla locale comunità torinese. Il sabato pomeriggio vi è stata una
« prova » d’incontro tra una ventina degli stessi nel salone di
via Pio V. La prova è stata sufficiente per destare nei presenti
tanti ricordi e con essi la gratitudine al Signore per aver loro concesso tale gioia.
La giornata della domenica ha
avuto inizio con il culto tenuto
dai pastori Taccia, Carcò e Gay
con i soliti collaboratori per le
varie parti della liturgia.
Nel suo messaggio il pastore
Carcò ha ricordato la realtà della chiesa di Gesù Cristo, con la
viva speranza che quanti hanno
partecipato al culto ne traggano le debite conseguenze per se
stessi e per tutta la comunità
dei credenti, che comprende
membri di diverse chiese valdesi di diverse località italiane.
Subito dopo il culto vi è stata
l’àgape fraterna. Si è veramente fraternizzato non solo nel pasto ma anche nelle conversazio
ni e con le testimonianze.
Tra gli interventi, quello del
past. Taccia è stato anche una
proposta di gita comunitaria a
Riesi nel prossimo futuro. Lo
stesso pastore ha preparato una
lettera inviata alla chiesa in Riesi con tutte le firme dei partecipanti all’àgape; certo sarà una
grande gioia per quei fratelli.
L’atmosfera così gioiosa, così
diffusa tra tutti, ha raggiunto
il suo apice con la poesia del
fratello Luigi Matera, che ha
commosso tutti.
Avvenimento veramente storico; rincontro di Matera con la
cugina Agatina Vasto dopo ben
27 anni di domicilio torinese di
entrambi! Lacrime di gioia hanno rigato parecchi volti.
E questa è stata la dimostrazione più concreta dell’utilità di
questi incontri fraterni. Per questo ringraziamo il Signore e
quanti hanno contribuito alla
riuscita dell’organizzazione degli
incontri. Tutti i partecipanti
sperano vivamente che questa
giornata di festa non rimanga
sola ma che abbia un lungo seguito in futuro.
5
F
22 novembre 1991
vita delle chiese
DUE STORIE EMBLEMATICHE
CRONACA DELLE CHIESE DELLE VALLI
Lo scippo del morto La faccia di DÌO
Nei momenti decisivi della vita si ha paura di
apparire diversi dagli altri: solo conformismo?
Ecco due piccole storie, accadute di recente. Non citiamo
né nomi né date, perché non
c’interessa la polemica ma solo
rilevare un fatto di costume.
Non si tratta di due storie eccezionali, singolari; altri potrebbero raccontarne di molto simili. Queste due storie sono accadute in una grande città meridionale; ma anche questo non
costituisce una particolarità.
Lui aveva superato da poco
la settantina quando, per una
serie un po’ inconsueta di circostanze, era venuto in contatto
con una comunità evangelica. Ne
era rimasto colpito ed affascinato, al punto da chiedere Tammissione in chiesa.
Nella sua piccola vita da pensionato attendeva la domenica,
l’ora del culto. La comunità,
calda di espansività meridionale, lo accoglieva, lo salutava e
lui si trovava tra amici, fratelli
e sorelle. Si sentiva non un grigio pensionato, ma qualcuno,
perché era amato., Non era più
solo, lui che non aveva né moglie né figli, ma solo dei lontani nipoti.
Un infarto l’ha stroncato all’improvviso. Alcune telefonate
affannose per cercare il pastore
che finalmente viene trovato.
Quando, però, il pastore si reca
alla casa del defunto, trova i
nipoti che gli fanno capire in
modi neanche tanto garbati che
la famiglia non gradisce la presenza evangelica.
Viene sepolto cattolicamente,
con tanto di nullaosta del prete.
membro comunicante. Purtroppo, con l’andar del tempo, la
moglie che una volta era impegnata nella vita della chiesa, per
una serie di incomprensioni aveva finito per non frequentare
più i culti, e pretendeva che
neppure lui ci andasse. Per non
creare dissapori in famiglia lui
non aveva insistito ma, ogni volta che occasioni di lavoro lo
portavano in altre città, ne approfittava per partecipare ad un
culto.
Alla sua morte un amico di
famiglia avverte il pastore. Questi si reca alla casa del defunto,
parla con la vedova, legge un
passo biblico, fa una preghiera,
domanda quando sia stato fissato il funerale. La vedova è un
po’ evasiva; poi alla fine dice
che è stato fissato per l’indomani alle dieci. Il pastore l’indomani arriva un po’ prima delle
dieci. Comincia il servizio funebre, leggendo un passo della Bibbia. Poi dice una preghiera. Ha
appena finito che se ne arriva
il prete con i becchini; la cassa
è chiusa e portata via. La famiglia segue il feretro, mentre il
pastore e alcuni altri evangelici,
conoscenti della famiglia, rimangono di stucco: che fare? Contendersi il morto? Con grande
dignità e tristezza si ritirano.
Era insegnante aH’Accademia
delle belle arti ed aveva sposato un’evangelica. Questo l’aveva
portato in contatto con la nostra
chiesa, ed aveva a un certo punto chiesto di fame parte quale
Due storie un po’ amare per
la mancanza di rispetto nei confronti dei morti, nel non voler
tener conto della loro coscienza e identità. Due storie amare per la constatazione del conformismo e, forse, anche della
pusillanimità per cui i vivi nei
momenti decisivi della vita temono di apparire diversi dagli
altri.
L. D.
1» DISTRETTO
Convegno suH’ecumenismo
« La Conferenza distrettuale, al
fine di tentare un chiarimento
sulle molte questioni irrisolte del
dialogo ecumenico, chiede alla
Commissione esecutiva distrettuaie di organizzare un convegno
Giovedì 21 novembre
□ COLLETTIVO BIBLICO
ECUMENICO
TORRE PELLICE — Presso il Centro
d’incontro prosegue la serie di riflessioni sul libro di Michea.
Domenica 1" dicembre
□ GIORNATA
DELL’OSPEDALE
VALDESE
POMARETTO — La giornata dell’ospedale si svolge secondo il seguente programma: ore 10: culto, presieduto dal past. Paolo Ribet: ore 15:
incontro pubblico presso il cinema
Edelweiss: dopo saluti e messaggi introduttivi, si svolge un dibattito su
" Il problema tumori nelle valli Chisone e Germanasca » con la partecipazione del dott. Paolo Laurenti, coord.
sanitario dell'USSL 42 e del dott. Fla''io Maina, primario dell'ospedale di
Pomaretto.
E inoltre previsto un concerto della
corale valdese di Luserna S. Giovanni.
in cui possa essere condotta
un’analisi approfondita del nostro rapporto con il cattolicesimo, specialmente in riferimento
alla situazione nel Pinerolese ;
chiede che sia previsto un intervento di parte cattolica sulle posizioni della chiesa di Roma al
riguardo del dialogo ecumenico ».
Con questo atto si concludeva
la discussione che la Conferenza
del primo distretto nello scorso
giugno aveva condotto sul tema
ecumenismo. La CED si è pertanto mossa in esecuzione di un
preciso mandato. Le chiese delle
Valli rappresentano l’unica realtà in cui protestanti italiani si
confrontano con la Chiesa cattolica partendo da dimensioni di
chiesa di massa. La linea ecumenica della diocesi cattolica è sicuramente più aperta che altrove, ma si sono verificati più episodi (in occasione di matrimoni, funerali, battesimi) chiaramente in contrasto con una linea
di ricerca comune di fedeltà al
messaggio evangelico.
Il convegno di Pinerolo rappresenta, nelle aspettative, un
importante momento di confronto e di chiarificazione.
L’appuntamento è dunque per
domenica 24 novembre, alle ore
15, presso i locali della chiesa
valdese in via dei Mille 1 ; tema
dell’incontro : « Per un’analisi del
nostro rapporto con il cattolicesimo: quali sono le condizioni e
quali ie prospettive? ». Intervengono : il prof. Paolo Ricca,
mons. Giachetti, vescovo di Pinerolo, il past. Buggero Marchetti.
VILLAR PEROSA — Domenica 10 novembre si è svolto l’incontro dei catecumeni del 3° e
4” anno del I Distretto. Una trentina di giovani si sono ritrovati
per riflettere su alcune domande che avevano come punto di
riferimento Dio. « Ma Dio che
faccia ha? » è stato il tema su
cui fin dal mattino i ragazzi hanno lavorato, prima in gruppi, intervistandosi e rispondendo a un
piccolo questionario, e poi tutti
insieme, con l’aiuto e lo stimolo di un fotolinguaggio.
I risultati sono stati buoni e
la discussione che è seguita ha
messo in evidenza come ognuno veda la « presenza » e 1’« azione » di Dio nel mondo in modo diverso.
Non sono mancati i momenti
di gioco e un’agape fraterna preceduta da una meditazione biblica. Unico dato triste: una partecipazione fin troppo modesta,
se si considera che- su 16 comunità ne erano rappresentate
soltanto 8!
Elezione anziani
PRALI — Domenica 24 novembre il culto inizierà alle ore 10
e sarà seguito da un’assemblea
di chiesa per l’elezione degli anziani.
• Ringraziamo Claudio Tron
e Sergio Ribet, che hanno predicato domenica 10 e domenica
17 novembre.
Un legame fraterno
VILLASECCA — Ringraziamo
vivamente il pastore Gustavo
Bouchard che ha presieduto il
culto di domenica 27 ottobre e
il predicatore locale Luigi Marchetti per il culto della domenica del predicatore locale.
Un vivo ringraziamento anche
a Laura Nisbet, che ha presentato il suo lavoro nel Lesotho
in occasione della riunione quartierale di Villasecca. Scriviamo
« Laura Nisbet » senza qualifiche, perché la serata è stata fra
l’altro un’occasione per riflettere sui termini. « Missionario »
non convince più, perché ricorda un passato colonialista; « inviato » non piace neanche, perché fa pensare ai giornalisti
« inviati speciali » che vanno per
curiosare e non per servire;
« apostolo » è termine arcaico e
forse troppo ecclesiastico per
essere capito nel linguaggio corrente. L’importante è stato sentire il legame fraterno che ci
unisce con la chiesa del Lesotho; e questo Laura Nisbet ce
lo ha fatto percepire con grande efficacia.
• Anche questa settimana ci
siamo ritrovati nella triste occasione di un lutto. Ci ha lasciato Luip Peyrot, delle Grange di Bovile, all’età di 79 anni,
dopo lunghe settimane di lotta
contro la morte. Di fronte al
vuoto che egli lascia, « l’anima
nostra si acquieta in Dio solo,
perché da lui viene la speranza ».
Assemblea di chiesa
FERRERÒ — Domenica 24 novembre, alle ore 10, avrà luogo
a Ferrerò l’assemblea di chiesa
per la rielezione del pastore.
Tutti i membri elettori sono invitati a partecipare.
• Ci rallegriamo con Livia
Poét ed Elvio Ghigo per la nascita del piccolo Dario.
I giovani invitano...
TORRE PELLICE — Domenica 1“ dicembre i giovani organizzano un pomeriggio comunitario; tutta la comunità è invitata a partecipare.
• Nel corso della settimana
si sono svolti i funerali di Paolo Cerrato, Dante Cocorda, Estellina Agli ved. Sapei, Diomira Mo
retti; alle famiglie nel dolore
esprimiamo la simpatia cristiana della comunità e la certezza
della resurrezione in Cristo.
• Mercoledì 27 novembre alle
ore 20,30, nei locali della Comunità alloggio in via Angrogna
agli Appiotti, studio biblico sull’Apocalisse tenuto dal pastore
Marchetti a cura del primo circuito.
Un diacono?
LUSERNA SAN GIOVANNI —
Domenica 24 novembre il culto
delle ore 10 avrà luogo nella sala Beckwith con la convocazione dell’assemblea di chiesa. All’ordine del giorno la proposta
di servizio a tempo pieno di una
figura diaconale che affianchi il
lavoro dei pastori e dell’animatore giovanile in modo particolare nel settore dei tossicodipen-,
denti, degli adolescenti a rischio,
degli infermi privi di aiuto familiare e delle persone anziane.
Una bozza di tale proposta è
stata distribuita ai presenti nella precedente assemblea di chiesa.
• Sulla parete esterna del nuovo complesso dei minialloggi dell’Asilo valdese spicca da un po’
di tempo la figurazione grafica
di una meridiana che, con i suoi
colori, rompe la monotonia del
muro che fa da riparo all’ascensore per tutta l’altezza del caseggiato.
E’ una meridiana eseguita con
tutti i mezzi tecnici più moderni dall’abilità dei decoratori Tullio Davicino e Romano Prassuit,
i quali hanno voluto offrire questo lavoro quale dono in memoria del giovane loro compagno
e collaboratore Franco Bonetto,
scomparso tre mesi or sono all’età di 40 anni.
Il materiale è stato donato dal
colorificio Adriatico attraverso il
suo rappresentante Valentino
Martino; la stessa ditta ha offerto anche il materiale per la
tinteggiatura e la verniciatura
del locale di culto nella Casa
Pavarin, messo gratuitamente a
nuovo da Romano Prassuit, dalla Edil Pons e dall’elettricista
Morero di Bricherasio.
Un contributo prezioso per il
quale diciamo tutta la nostra riconoscenza.
Solidarietà
POMARETTO — Esprimiamo
la cristiana simpatia della comunità ai familiari della sorella Olga Susanna Tron ved. Breuza, deceduta dopo lunga malattia presso l’ospedale valdese di
Pomaretto.
• Ci rallegriamo con Evelina
e Valdo Giaiero che hanno festeggiato il 50” anniversario del
matrimonio.
• Felicitazioni a Roberta Pons
per il conseguimento della laurea.
Ospite inatteso
ANGROGNA — Domenica 10
novembre, mentre il fratello
Paolo Gay (che ringraziamo per
la disponibilità) presiedeva il
culto in occasione della domenica del predicatore locale, è
improvvisamente entrato nella
Scuola grande di Angrogna uno
dei numerosi nordafricani che
percorrono le nostre valli con
la loro povera mercanzia sulle
spalle alla ricerca di qualche acquirente. Quest’uomo, che non
si aspettava di intervenire in un
culto cristiano, è rimasto all’inizio un attimo interdetto, poi ha
posato a terra le sue cose, si è
seduto ed è rimasto in silenzio
e con attenzione tra di noi sino
al termine del culto. Molto opportunamente, nella preghiera
prima del Padre Nostro, Paolo
Gay ha invitato tutti i presenti
ad intercedere per 1’« ospite inatteso » e per tutti i nostri fratelli e sorelle in umanità che
vengono dai loro paesi a cercare nella ricca Europa un lavoro,
una casa, una vita dignitosa e
quel rispetto e quella solidarietà che, purtroppo, sovente vengono loro negati. In fondo, a
pensarci bene, con quella sua
presenza discreta eppure significativa, questo nostro fratello di
cultura e di fede diverse dalla
nostra ha manifestato lui rispetto e solidarietà verso di noi.
E noi vogliamo ringraziarlo
perché ci ha insegnato qualcosa
e ha reso davvero più « evangelico », lui musulmano, il nostro
culto.
• Domenica 24 novembre con
inizio alle ore 10 avrà luogo nel
tempio del capoluogo un’assemblea di chiesa con all’ordine del
giorno: elezione di due anziani
nel Concistoro (Hélène Peyronel
e Jean-Louis Sappé — entrambi peraltro rieleggibili — hanno
infatti portato a compimento rispettivamente il loro secondo e
primo mandato quinquennale);
stabilire modalità e cifre per
l’eventuale affitto di tombe nel
cimitero del capoluogo (come da
mandato dell’ultima assemblea,
il Concistoro ha preparato delle proposte in merito che verranno sottoposte all’assemblea
per l’eventuale approvazione).
Unioni femminili
BOBBIO PELLICE — L’Unio
ne femminile di Villasecca e di
Villar Penice sono state nostre
ospiti nel pomeriggio di domenica 10. Abbiamo vissuto insieme nella gioia e nella fraternità momenti particolarmente significativi di incontro nel ricordo dei tempi passati e nella prospettiva operativa nel presente,
in quanto donne credenti. A breve scadenza la nostra Unione ricambierà la visita ricevuta.
• Nella mattinata della stessa
domenica 10, un gruppo di ragazzi del precatechismo ha fatto visita ai luoghi storici della
vai d’Angrogna. Erano ben 3 le
mamme-autiste che hanno collaborato col pastore nel trasporto dei ragazzi. Grazie!
E grazie anche al past. Marchetti che presiedendo il culto
a Bobbio ha contribuito alla realizzazione di questa attività.
• Durante il culto di domenica 17, condotto da un gruppo
di giovani e con la partecipazione di un rilevante numero di
ragazzi accompagnati dai genitori, è stato amministrato il battesimo ad Alex Davit, di Jean
Claude e Katia Charbonnier. A
questi genitori rinnoviamo l’espressione della gioia e della fede di tutta la comunità.
• Ricordiamo che domenica
24 avrà luogo il culto in francese.
• Esprimiamo vivissime congratulazioni da parte di tutta la
nostra comunità ad Andrea Mellì, laureatosi in economia e commercio presso la Facoltà di Torino. Tesi di laurea: « L’emigrazione dalle valli valdesi all’inizio
del ’900: i casi di Villar Pellice
e Luserna San Giovanni ».
Conoscere la CEVAA
SAN GERMANO — L’Unione
femminile ha avuto il piacere di
ospitare Laura Nisbet, che da
trent’anni opera come envoyée
della CEVAA in Africa e che ha
narrato, con l’aiuto di splendide
diapositive, la sua esperienza ed
il suo lavoro. Laura Nisbet sarà
di nuovo ospite a San Germano
il 29 novembre e parlerà all’Asilo, ad un gruppo di catechismo
ed alla riunione quartierale ai
Garossini.
• Giovedì 14 novembre è stato celebrato il funerale della sorella Ida Gallian ved. Martelletto, deceduta a Pomaretto dopo
lunga malattia. Alla piccola folla di parenti ed amici che si è
raccolta per salutare la nostra
sorella è stato annunciato l’Evangelo dell’amore di Cristo.
6
6 obiettivo aperto
1
22 novembre 1991
DAL IV DISTRETTO: UNA PROPOSTA PER LE NOSTRE CHIESE
Lo scoutismo: un cammino di speranza
nei servizio del nostro prossimo
Un attività che, per il suo carattere associazionistico, fa riscoprire il gusto per una dimensione umana che sembrava perduta - Un approccio educativo in cui i giovani non sono solo fruitori ma diventano i veri protagonisti
Nel corso della Conferenza del
4° Distretto, svoltasi a Portici dal
21 al 23 giugno scorsi, è stato approvato un ordine del giorno che
« invita le chiese... a valutare la
possibilità concreta di avviare a
livello locale gruppi di giovani che
diano vita a forme di aggregazione
sul modello dello scoutismo ».
La decisione era scaturita, tra
l’altro, dall’interesse crescente che
questa esperienza educativa incontra sia presso le comunità evangeliche dove è stata realizzata, sia
presso quelle che ne hanno avuto
indiretta conoscenza, considerato
che nel nostro paese le associazioni scoutistiche hanno complessivamente quasi duecentomila iscritti.
Vi è, oltretutto, una sorprendente sintonia tra la pedagogia, il
metodo scout, e l’etica, la tradizione e la cultura evangeliche. Solo il numero ridotto delle nostre
comunità e dei membri delle nostre chiese spiega come mai questa
sintonia non sia sfociata prima in
un diretto uso dello strumento dello scoutismo da parte del protestantesimo italiano.
Appare quindi necessario, oggi
che quest’esperienza trova finalmente cittadinanza e realizzazione
nella nostra realtà e nelle nostre
comunità, presentare lo scoutismo
al di là di ciò che lo caratterizza
in termini che potrebbero dirsi folkloristici e spiegarne, invece, le
motivazioni profonde, esplicitare
le prospettive e gli orientamenti
da cui trae origine e tentare di dare un’idea della spiritualità che
lo anima.
L’uomo occidentale, così affannosamente lanciato alla ricerca
spasmodica della felicità e del piacere, è solo, triste, infelice più di
quanto sia mai stato nel passato.
Mai come oggi è stato così necessario imparare di nuovo ad assaporare la vita, recuperare una
dimensione umana da tempo perduta, cercare l’incontro fraterno,
cordiale, aperto, fiducioso con gli
altri esseri umani, con gli animali,
con le piante, con l’intero creato.
Occorre che questo incontro si verifichi anche se mancano garanzie e sicurezze. Occorre, insomma, anche saper rischiare, osare
avvicinare gli altri senza che ci sia
preventivamente garantito che il
nostro avvicinamento, la nostra disponibilità, la nostra fiducia non
siano usati contro noi stessi.
Naturalmente non si può sostenere che gli unici problemi dell’uomo d’oggi siano problemi di
comunicazione, ma ci sembra che
in questo ambito possa essere trovata la radice di buona parte degli
altri problemi: che l’egoismo ed il
disinteresse per la miseria ed il dolore siano figli dell’incomunicabilità; che l’oppressione, la sopraffazione e il dispotismo possano
crescere e trovare alimento in questo terreno di coltura; che un mondo in cui gli uomini siano lontani
e soli possa più facilmente essere
trasformato in un mercato universale in cui tutto, anche l’uomo, sia
merce di scambio.
La comunicazione
In questo quadro l’educazione
può essere un mezzo per tentare di
ripristinare l’incontro, la comunicazione interrotta tra uomo e uomo, tra uomo e mondo, tra uomo
e Dio, per tentare di sostituire
alla paura la fiducia, all’egoismo
l’essere per gli altri.
Per ristabilire il dialogo lo strumento non può che essere la comunicazione stessa, e per lo scoutismo essa deve essere di un tipo
particolare, che potremmo definire « circolare » (basti osservare
l’importanza del cerchio nelle attività scout), una comunicazione che
attraversi in maniera orizzontale
la comunità senza gerarchie e potere di parola, in cui ciascuno abbia il medesimo diritto dell’altro,
lo stesso potere, in cui a ciascuno
sia dato uguale rispetto ed ascolto;
una comunicazione precisa, concreta perché legata all’esperienza
vissuta insieme ed al contatto con
la natura, ma nello stesso tempo
poetica e spirituale perché legata al
mondo della suggestione e dell’immaginazione; una comunicazione
in cui avranno un ruolo importantissimo le cerimonie ed i cosiddetti
« momenti forti » (i fuochi di bivacco, le veglie, le animazioni, i
giochi, ecc.), tna soprattutto l’esempio, la condivisione dell’esperienza dell’educando da parte dell’educatore.
Chi fa scoutismo è convinto che
non sia possibile che una certa visione del proprio ruolo nel mondo
e del proprio rapporto, del proprio
sistema di relazioni con il mondo
possano essere compresi ed assunti attraverso la parola detta o scritta, per quanto essa possa essere efficace e coinvolgente. Dunque è
necessario che educazione e formazione, aiuto nel personale cammino di maturazione passino attraverso esperienze concretamente
vissute.
E poiché nemmeno le esperienze
che ciascuno di noi vive, le esperienze che facciamo col mondo e
r
* L’Amico dei fanciulli *
I
Abbonamento anno 1992
Italia L. 18000
Estero L. 23000
Sostenitore L. 25000
L
da versare sul c.c. n. 14603203
intestato a:
“L’Amico dei fanciulli”
via Porro Lambertenghi, 28
^ $ 20159 Milano
con noi stessi, sono in sé capaci di
orientare è necessario che esse,
almeno nella fase dell’apprendimento, siano sottolineate, enfatizzate e che, dopo l’esperienza così
fortemente vissuta, vi sia un momento di verifica e di interpretazione che ne consenta la « digestione », l’assimilazione, la comprensione piena e vitale e non solo
intellettuale.
Il cammino dell’esistenza
Lo scoutismo insegna a percorrere in modo più consapevole il
cammino della propria esistenza
mediante un’esperienza concreta
di cammino. Esso anzi è costituito,
fondamentalmente, da questa espe- ‘
rienza dinamica.
11 cammino è reale, un concreto percorrere le strade del mondo e non racconto o simbolo; è
dunque immediatamente percepibile, ed è allo stesso tempo metafora della vita. Contiene in sé alcune prospettive o dimensioni: innanzitutto la dimensione del movimento, dell’andare verso (con termine teologico potremmo dire la
tensione escatologica), quindi la
dimensione della precarietà (siamo
poveri e nudi e non potremo provvederci mai da noi stessi delle risorse per coprirci e nutrirci). Infine la dimensione dell’essenzialità
(ci portiamo sulle spalle le nostre
cose, tutto il necessario, quindi
scegliamo bene ciò che ci serve per
non avere pesi inutili che ci farebbero rallentare o ci fermerebbero).
Il cammino si svolge in mezzo alla natura per scoprire il creato e viverlo come una realtà da
rispettare e da proteggere e nella
quale inserirsi senza fare violenza e senza pensare di esserne i
padroni.
Il cammino è comunitario: biblicamente non c’è cammino senza
popolo (l’esodo di Israele fuori
dall’Egitto) ed ha bisogno della
guida di qualcuno che non sia un
capo, o un’autorità dispotica, ma
una guida conscia del proprio
ruolo e dei limiti di questo, di un
adulto capace di farsi sempre più
da parte mano a mano che i giovani a lui affidati siano progressivamente capaci di orientarsi da
soli.
Al centro i giovani
Al centro dello scoutismo ci sono i giovani. Sembra un’affermazione ovvia che può riguardare
qualsiasi metodo educativo; è, invece, una profonda differenza che
rende prezioso lo scoutismo. Infatti
è proprio a partire dalle caratteristiche dei giovani, dai loro bisogni, dalle loro aspirazioni che nasce e si sviluppa questa pedagogia.
Ciò non significa, ovviamente,
che lo scoutismo assecondi ed incoraggi qualsiasi atteggiamento o
comportamento solo perché proviene dai giovani, ma soltanto che
non è a partire dagli adulti, da cerne essi vorrebbero che i giovani
siano o diventino che nasce la pedagogia scout.
E’ insomma una prospettiva, un
punto di vista, un approccio educativo, quello scout, in cui i giovani non sono soltanto i fruitori o
gli oggetti di un metodo educativo
ma ne sono, soprattutto, i protagonisti. Nello scoutismo l’educazione
è intesa come autoeducazione, nel
senso che chi cresce deve sempre
•Palermo: il pastore Giuseppe La Torre alle prese con il primo
gruppo scout protestante del IV distretto.
e cpmunque rimanere protagonista
della propria maturazione: i responsabili adulti non hanno il
compito di imporre e controllare,
ma devono riuscire ad essere fratelli maggiori che consigliano, incoraggiano, sostengono, capaci di
calarsi nel gioco come i più piccoli, insomma persone con le quali sia possibile instaurare un rapporto di confidenza e di amicizia,
un rapporto ricco e pieno di calore umano.
Oltretutto il rapporto tra l’educatore ed i ragazzi a lui affidati è
un rapporto di singolare reciprocità: l’educatore aiuta i giovani a
trovare se stessi ed i giovani aiutano l’educatore a ritrovarsi ed a
mettersi continuamente in discussione.
L’educatore, potremmo dire
usando un’immagine forte, accende le anime dei giovani ed essi lo
circondano e gli fanno luce; i giovani con le loro domande suscitano inconsapevolmente nello spirito dell’educatore risposte che, senza quelle domande, non sarebbero
nate. Camminando accanto ai ragazzi, ma anche lasciandosi interpellare dalle esperienze vissute,
l'educatore scout insegna, con il
proprio esempio, che non ci si può
mai fermare e che il cammino che
si è sperimentato nello scoutismo
riproduce la crescita, il cammino
di maturazione personale che dovrebbe essere la condizione costante di ogni essere umano sino
aH’ultimo istante di vita.
tormento e neH’automortificazione;
nel fervore, ma non nell’ascesi;
nella semplicità ed essenzialità ma
non nel rifiuto del mondo. C’è, an. che in questo senso, un profondo
rispetto dell’uomo, della natura,
della creazione tutta.
L’educazione
La trasmissione del « sapere »,
se di questo si può parlare in senso stretto avviene, dunque, mediante la concreta dimostrazione
della validità di un messaggio, di
un valore che non verrà detto,
esposto, ma vissuto e sperimentato insieme dall’educando e dall’educatore. Quest’ultimo, allora, non
è colui che « sa » di più ed insegna
agli altri, ma colui che mostra con
la propria vita la validità di un sistema di valori.
Centrale nel metodo educativo
scout è la disponibilità concretamente praticata ed oggetto primario della formazione del giovane,
al servizio gratuito del prossimo
senza aspettarsi nessuna ricompensa. E si tende ad ottenere questo risultato indirizzando il bambino, il ragazzo, il giovane ad una
vita di impegno per gli altri. Al
servizio, ma nella gioia e non nel
Per il cambiamento
Lo scoutismo è frequentemente
riuscito ad infondere tensione verso il cambiamento e fiducia nelle
possibilità di liberazione dell’uomo, non è stato dunque occasione
di alienazione. Eppure caratteristica del metodo scout è soprattutto la proposta e l’incoraggiamento a vivere quotidianamente con
gioia, senza mai lasciarsi schiacciare dalle avversità, con un atteggiamento fiducioso ed operoso;
tutte cose che possono sgorgare
soltanto da un presente pieno e
vissuto con attenzione e partecipazione. E lo scoutismo riesce frequentemente a suscitare la gioia
del mondo così com’è, della vita
così com’è, in ogni momento.
Il fatto è che questa gioia non
costituisce un appagamento estatico e non ha come conseguenza un
atteggiamento di conservazione e
di sfiducia verso il cambiamento
ma è. anzi, il supporto ed il sostegno per ogni concreto fare nella
storia e nel mondo. Essa, infatti,
è la porta aperta alla speranza: se
è possibile vedere e gustare oggi
qualcosa di buono, ciò significa
che anche le cose negative non sono per sempre, che c’è la possibilità che dove oggi c’è miseria,
oppressione, ingiustizia domani vi
sarà solidarietà ed amore, che
dove oggi è tristezza e sofferenza
domani sia gioia e felicità.
Vale la pena, allora, di impegnarsi, di progettare e lavorare perché il mondo sia più vivibile e migliore domani. E la speranza è
nella possibilità della liberazione
dell’uomo nella sua stessa realtà:
l’uomo è oggetto di tante, troppe
imposizioni e coercizioni, più o
meno arroganti, più o meno subdole e suadenti, consumistiche,
politiche ed anche religiose. Da
tutto ciò può e deve liberarsi non
solo per essere finalmente rispettoso del proprio autentico modo di
essere e della propria condizione,
ma anche e soprattutto per poter
essere strumento efficace nelle mani del Signore per portare agli uomini l’Evangelo e per la realizzazione del Regno.
Attilio Scali
7
22 novembre 1991
ecumenismo
VERSO UN GEMELLAGGIO TRA 2® DISTRETTO E CHIESA PRESBITERIANA DI BOSTON
In visita al presbiterio di Boston (e altrove...)
Un viaggio negli USA come momento concreto in vista di un ’’gemellaggio” fra chiese presbiteriane e chiese
valdesi e metodiste italiane - Le affinità fra le due aree - Prossima tappa: la visita in Italia del ’’presidente CED”
Fra ilj & il 18 ottobre, ho avuto la possibilità di effettuare una visita fugace negli USA, toccando Massachusetts,
Pennsylvania, New Jersey e New York. Grazie alla generosità
degli invitanti, ho potuto andarci con mia moglie, e con lei
godere degli splendidi colori delle miti giornate autunnali,
di una ospitalità premurosa e fraterna oltre ogni riconoscimento, della sapiente organizzazione degli incontri, ufficiali
e non, come dei momenti riservati al turismo.
Non sì è trattato di un viaggio compiuto per interrompere le attività ecclesiastiche ad anno appena cominciato, ma
di una visita volta ad avviare l'attuazione del gemellaggio
fra il II distretto delle Chiese valdesi e metodiste (cfr. l’atto
23/CD/91) e il presbiterio di Boston della Chiesa presbiteriana degli Stati Uniti (PCUSA).
La PCUSA vanta una realtà di
40 presbiteri (una struttura simile a quella dei nostri distretti)
già gemellati con chiese presbiteriane in tutto il mondo. Altri cinque gemellaggi sono in corso di
realizzazione; uno ci concerne direttamente, un altro si sta realizzando con la prima Chiesa presbiteriana indipendente del Brasile
(presbiterio di Sào Paulo).
Un paio d’anni fa la PCUSA
aveva avanzato la proposta di
« partnership » (che è qualcosa
di più che un « gemellaggio ») con
le nostre chiese, e la Tavola aveva
individuato nel II distretto l’area
proponibile per lun simile progetto, al quale aveva interessato la
CED. Questa, vinta qualche perplessità, aveva avviato un contatto epistolare con la PCUSA. Lo
sbocco è Quello di cui sto raccontando. La prossima tappa dovrebbe essere la visita che il « presidente CED » di Boston, al momento attuale una presidente, anzi una « moderator », potrà effettuare in Italia nel giugno o nell’ottobre 1992.
Che cos’è
un gemellaggio?
E’ la decisione presa nelle rispettive assemblee dalle chiese
di due aree strutturalmente definite (anche se geograficamente
molto diverse) di voler essere per
Il pasi. Ricciardi fra il dr.
Homer Rickahaugh ed il rev.
David Derogatis impegnati nella realizzazione del ’gemellaggio’.
rincontro « clou » del viaggio;
quello con la « moderator » del
presbiterio di Boston e col responsabile generale del « partnership program ».
Quali sono i motivi ner cui possono gemellarsi il presbiterio di
Boston e il II distretto? in che
cosa sono simili? Essenzialmente
in questo, mi pare; a) nell’area
di Boston i presbiteriani sono
una chiesa di netta minoranza e
di diaspora. Minoranza perché si
tratta di circa 3.000 membri di
chiesa in un’area che registra una
presenza cattolica valutabile alÌ’80% della popolazione; diaspora
perché quei 3.000, a cui si aggiungono i bambini delle scuole domenicali, i catecumeni e i gruppi
giovanili, sono organizzati in 23
chiese locali (di cui 5 senza pastore residente), dislocate in aree
anche sociologicamente molto diverse le une dalle altre; b) Boston è una zona di forte immigrazione; dall’America Latina, dall’Asia, dall’Africa. Fanno parte
del presbiterio 2 chiese coreane,
due brasiliane e una ispanica, oltre agli stranieri iscritti nelle comunità americane.
Volendo sottilizzare, dovremmo chiederci se un gemellaggio
non dovrebbe interessare solo le
chiese valdesi e non quelle metodiste (il Patto di integrazione conferma l’indipendenza di ciascuna
delle due componenti nei rapporti
ecumenici), ma ho l’impressione
che si tratti, in questo caso come
in altri, di un problema che non
si pone. Nel senso che quanto avviene a livello internazionale in
campo presbiteriano riforrnato
interessa anche i metodisti; e
quanto avviene allo stesso livello
in campo metodista concerne anche i valdesi, con giovarnento e
arricchimento di entrambi.
Un breve
diario di viaggio
Lunedì 7 è stato occupato dal
viaggio da Milano a Boston.
un certo periodo « partner » le
une delle altre; impegnate cioè
a condividere i problemi, le speranze, le attese, i successi, le
sconfitte nel quadro della comune confessione di fede e della preghiera di intercessione reciproca.
Il gemellaggio non è uno strumento per mezzo del quale ottenere finanziamenti, comunque
motivati. Questo penso che noi
dobbiamo averlo in testa molto
chiaramente, e chiaramente ho
detto, sperando di interpretare il
nostro pensiero (nostro, cioè di
parte italiana), che se avessi avuto in mente fini utilitaristici non
mi sarei mosso da Milano, nel
na, venendo incontro ai bisogni
tato che i 26 membri di chiesa di
6 anni fa sono ora 60; poi la Chiesa del Buon Pastore, in una zona
rurale a due ore d’auto da Boston, dove si lavora essenzialmente nel campo del doposcuola e
dell’animazione, utilizzando vecchi locali che nel giro di qualche
anno saranno sostituiti da un
complesso per il quale si sta formulando il progetto e si stanno
raccogliendo fondi; infine, a sera,
visitiamo la Hispanic Church, bella comunità di forte impronta
« evangelica! », dove si è anche
molto cantato e pregato con rio
chezza di interventi e concretezza
di contenuti.
Giovedì 10: appuntamento mattutino all’Università di Boston,
davanti al monumento in memoria di Martin Luther King che vi
si laureò. Andiamo alla Divinity
School e quindi partecipiamo al
culto, nel corso dei quale do una
breve predicazione (Giov. 4;
3942). Presiede il dr. Horace
Alien, professore di liturgica,
presso il quale saremo a cena la
sera, in compagnia del decano
della Facoltà e di alcuni professori di teologia asiatici, che si sono
dati da fare per prepararci un
menu georgiano, il cui richiamo
non ci impedisce di... trattare di
bottega.
A mezzogiorno invece abbiamo
avuto una colazione di lavoro nell’Università, con alcuni professori ai quali parlo del lavoro delle
nostre chiese e della nostra Facoltà, oltre che del progettato gemellaggio. Nell’occasione, incontro un vecchio amico; il pastore
metodista Robert Mollar, col quale ho studiato teologia per un an
o gruppi, dallo scambio temporaneo di ministeri (e di ministri!)
per programmi specifici alla elaborazione di programmi di assistenza o di evangelizzazione, da
una costante informazione alla
preghiera di intercessione e via
elencando, lasciando spazio alla
fantasia e all’inventiva. La visita che da parte americana ci verrà fatta in un prossimo futuro
servirà, credo, ad avere una visione più chiara delle possibilità.
Lunedì 14 è il «Columbus Day».
Quasi non ce ne accorgiamo; poche note sui giornali, un po’ di
bandierine qua e là, come per la
festa del patrono in un quartiere
poco ricco e poco interessato.
Un programma
’’parallelo”
A questo programma, relativo
al gemellaggio, se n’è affiancato
un altro, organizzato da uno degli
sponsor del viaggio; il past.
Frank Gibson dell’American Waldensian Aid Society (AWAS). Questo programma si svolge in tre
tempi (e spiega i vuoti nel diario
precedente).
Venerdì 11 e sabato 12: visita a
Pittsburgh, dove incontriamo due
gruppi comunitari, rispettivamente nella First e nella Southminster Presbyterian Church. Qui
non si tratta di parlare di gemellaggi, ma di fare « attività promozionale » nei confronti della
Chiesa valdese. Sono nostre guide
ospiti Philip e Martha Smith, vecchi e cari amici che anni fa avevo avuto il piacere di incontrare
SCHEDA
La PCUSA in cifre
La Chiesa presbiteriana degli Stati Uniti conta
2.938.830 membri, raccolti in 11.573 chiese locali. I presbiteri sono 171, i sinodi (struttura intermedia fra i presbiteri e l’assemblea generale) sono 16.
11 presbiterio di Boston, insieme con altri 20, costituisce il sinodo del Nord E,st (Maine, Massachusetts, Pennsylvania, New Jersey, New York), in cui si trovano
1.225 chie.se locali con 312.870 membri.
Martedì 8: colazione di lavoro
per mettere a punto il programma degli incontri; la sera agape
fraterna nella chiesa di Brookline,
seguita dall’incontro con i rappresentanti di 4 comitati; Interpretation and Stewardship, Social
Outreach and Evangelism, Congregational Development, New
Church and Church Rebuilding.
Racconto del nostro lavoro; mi
informano sugli scopi dei rispettivi organismi. Molto interessante è il programma di Church Rebuilding; per cui si parte da uri
piccolo nucleo di credenti, che sr
impegnano ad essere « presenti »
evangelicamente in una data zo
delìa gente ed offrendo ì locali
di.sponibili come punto di riferimento. .
Mercoledì 9 è dedicato a 3 incontri con altrettanti consigli di
chiesa in posti diversi. Dapprima
la South Boston Presbyterian
Church, dove si sta attuando un.
progetto di « r^-building » come
quello appena descritto, col risul
no a Roma... qualche decennio fa.
Fra parentesi; la Divinity School
di Boston ha un’origine metodista.
Domenica 13 siamo nella chiesa
di Whitinsville. Cinquecentocinquanta membri, non c’è pastore
titolare; quello ad interim è in
ospedale. Il Consiglio di chiesa
mi pare molto efficiente. Alle 9,30
racconto la storia valdese e parlo
della nostra attività odierna ai ragazzi del catechismo; alle 10,45
predico (Matt. 9; 35-38) nel corso
del culto a cui partecipano circa
250 persone, con le quali si chiacchiera poi informalmente prendendo l’aperitivo.
E’ presente al culto anche il dr.
Homer Rickabaugh, responsabile
del Partnership Program della
PCUSA. Ha fatto diverse ore di
aereo per incontrarci. E’ con lui,
e con Marianna Czachowskj,
« moderator » del presbiterio di
Boston, che ci incontriamo lo
stesso pomeriggio, a Natick, per
una discussione di più di due ore
a proposito del gemellaggio e di
come attuarlo.
Direi che in sostanza si tratta
di un contenitore, nel quale possiamo mettere quel che più ci
sembra utile; dallo scambio di
bollettini alle visite di comunità
all’aeroporto di Lamezia Terme
e di pilotare in una visita alle nostre opere e chiese in Calabria e
in Puglia; Cosenza e Dipignano,
Guardia Piemontese e Bethel, Taranto e Grottaglie.
A Southminster incontriamo
uno studente, che due anni fa ha
passato un po’ di tempo nella
Chiesa metodista di Milano, collaborando con R. Schooler. Alcuni altri dei presenti sono già stati
in Italia e sanno abbastanza chi
siamo. Questo mi dispensa dallo
« speech » sulla nostra storia, e
mi dà modo di rispondere alle
curiosità relative al nostro presente. C’è anche chi mi chiede quali siano state le nostre vicende nel periodo fascista...
e mentre rispondo penso con gratitudine a Giorgio Rochat e
al suo libro, lanciando anche l’idea che si potrebbe tradurre.
Mercoledì 16, a New York, incontriamo a colazione, insieme
con Frank Gibson, la presidente
dell’AWAS, past. Laura Jervis: apprendiamo così, fra l’altro, come
parte consistente della sua attività sia dedicata all’assistenza di
persone anziane e sole, alloggiate
in vecchi edifici ristrutturati come case-albergo.
La sera stessa siamo ospiti della United Church of Christ a White Plans, dov’è pastore un italoamericano e dove incontriamo cugini diretti di persone che erano
membri della Chiesa del Vomero
a Napoli. Qui abbiamo anche l’occasione di incontrare la candidata in teologia Gabriella Lettini,
che compie in USA il suo anno
all’estero.
Giovedì 17, giorno della partenza per Milano, passiamo tutta la
mattina a Princeton, presso la
Facoltà di teologia. Gli appuntamenti sono due; uno col rettore,
il prof. Thomas Gillespie; l’altro
Il monumento a Martin L. King
alla Boston University.
con la prof.ssa Jane Dempsey
Douglass, presidente dell’Alleanza mondiale riformata che ho incontrato a Sào Paulo solo 2 mesi
fa per la seduta di quel Comitato
esecutivo.
Ancora due parole sul gemellaggio, per concludere. Il Partnership Program e la Global Mission
sono le due finestre che la PCUSA
apre sul mondo protestante in
un quadro di fraternizzazione e
di reciprocità, per sentirsi in comunione viva con altre chiese. La
sottolineatura è per la reciprocità: non si vuole rimanere nell’atteggiamento superiore o paternalistico di chi dona, ma nella consapevolezza che si può dare solo
se si riceve. Questa è un po’ la nostra esperienza e la nostra politica con la CEVAA. E un contatto
del genere potrebbe aprirci e
sprovincializzarci un po’.
Sta a noi vedere e scegliere le
cose che vogliamo mettere nel
« contenitore » di cui parlavo prima. Per il momento, e salvo ulteriore più calma riflessione, propenderei per un gemellaggio articolato su due livelli. Uno di carattere, iiciamo così, génerale;
il distretto e il presbiterio stringono questa relazione, organizzano le informazioni e gli eventuali scambi, sovrintendono a che
quanto messo in cantiere sia poi
davvero effettuato. Un altro di
carattere più ristretto, limitato
cioè a una chiesa (o un circuito)
in collegamento con un’altra chiesa; fra queste due si dovrebbe, almeno in una prima fase, realizzare ogni possibile « partnership ».
Resta importante vedere nel
gemellaggio uno strumento di
fraternità e di condivisione; non
farne, cioè, un diversivo rispetto
ad attività che, divenute abitudinarie, ci possono pesare un tantino. Questa può essere l’occasione
grazie 'alla quale anche attività
abituali e normali possono rivelarsi preziose ed arricchirsi dell’esperienza, della solidarietà, della preghiera altrui. Come gli altri possono arricchirsi delle nostre. E può anche darsi che non
sia poco.
Salvatore Ricciardi
bv.
8
8
ecumenismo
22 novembre 1991
CONFERENZA DELLE CHIESE EUROPEE
Quale missione in Europa
Echi dal mondo
cristiano
Il tema della missione di fronte ai mutamenti che si sono verificati in Europa è stato affrontato a Creta da una Consultazione promossa dalla
Conferenza delle chiese europee (KEK) sul tema
« Aspetti pratici della missione in un’Europa in
trasformazione». Si tratta della terza Consultazione organizzata dalla KEK sul tema della missione e dell’evangelizzazione in un’Europa secolarizzata.
Alla consultazione hanno partecipato 70 persone,
provenienti da 26 paesi e appartenenti a tutte le
chiese europee membro della KEK ( ortodossi, protestanti, anglicani), più una rappresentanza di
cattolici romani. Dopo una relazione introduttiva
di Karl Christoph Epting, moderatore della Commissione consultiva di studi della KEK, vi è stata
la presentazione di numerosi « esempi » viventi di
missione in varie chiese e paesi europei. In seguito i partecipanti si sono divisi in quattro
gruppi per affrontare il tema della missione in
relazione al rinnovamento del culto e della testimonianza personale, alla missione attraverso la
diaconia (cioè al servizio delle chiese), all’educazione attraverso la missione e al problema della
testimonianza comune in im’Europa politicamente
e confessionalmente divisa.
Al termine dei lavori è stata approvata una
« Lettera alle chiese in Europa e alle organizzazioni
missionarie», che pubblichiamo qui sotto.
Dall’Italia hanno partecipato il prof. Ermanno
Genre, della Facoltà valdese di teologia, il prof. Girardet e Maria Sbaffi per la rivista ecumenica
« Confronti » e una suora cattolica, Carla Dell’Aglio,
che svolge un’opera sociale a Caivano (Napoli).
Lettera alle chiese europee
« Andate per tutto il mondo
e predicate l'Evangelo a ogni
creatura» (Marco 16: 15). (...)
Nell’isola di Creta ci siamo
sentiti molto vicini ai primi
tempi del cristianesimo. Il nostro lavoro ha avuto come base
degli studi biblici su testi tratti dagli' Atti degli Apostoli e
dalle lettere scritte da san Paolo
alle primitive comunità cristiane. Abbiamo riflettuto sulle parole di san Paolo: « Iddio riconciliava con sé il mondo in Cristo non irnputando agli uomini
i loro falli, ed ha posta in noi
la parola della riconciliazione.
Noi dunque facciamo da ambasciatori per Cristo » (2 Corinzi
5: 19-20).
Siamo chiamati ad attuare
questo messaggio e questo mandato nella famiglia delle chiese
europee. Nel 1984, nella cattedrale di Trento, rappresentanti di
tutte le chiese europee hanno
solennemente e pubblicamente
confessato insieme la loro fede
comune. A Basilea, nel 1989, rappresentanti di tutte le chiese
europee si sono impegnati a lavorare insieme per la pace, la
giustizia e la salvaguardia del
creato sulla base di questa fede
comune. Nell’attuale situazione
in Europa questi impegni vengono messi in pericolo da nuove divisioni. Nel corso della Consultazione a Creta abbiamo ap
preso di prima mano il mutare del contesto della missione
e dell'ecumenismo in Europa. Abbiamo sperimentato in modo
nuovo cosa significhi essere
europei di fronte alla nuova situazione creata nei paesi dell’Europa orientale e centrale dalla caduta dei regimi comunisti,
e ai tentativi che si fanno nell’Europa occidentale per trascendere le frontiere nazionali attraverso l’istituzione di un Atto unico europeo. Questi cambiamenti rapidi e profondi in tutta
l’Europa offrono alle chiese nuove occasioni di testimoniare la
fede cristiana.
Per alcuni la nuova libertà
acquisita di essere chiesa offre
possibilità per lo sviluppo di
nuovi ministeri, mentre nell'Europa occidentale vi è una sfida
rinnovata a non sottomettersi
agli dei del consumismo. Noi
crediamo che le chiese europee
siano chiamate a riconoscere la
nuova situazione, ad aiutarsi a
vicenda alla luce delle loro rispettive esperienze ed a collaborare nell’affermare la loro comune responsabilità nella missione. Siamo stati arricchiti e
incoraggiati dalla presentazione
di esperienze locali di missione
e di evangelizzazione nei nostri
paesi e nelle nostre chiese oggi.
Abbiamo udito con gioia "esempi viventi" di rinnovamento nel
culto, nuove opportunità di testimonianza di individui e comunità e di nuove iniziative nella
diaconia. Ci sono stati anche presentati modelli di collaborazione
ecumenica nella vita delle comunità, nel culto e nell’impegno
sociale.
Abbiamo anche dovuto affron
tare difficili sfide e problemi
che sorgono dalla nuova situazione:
— il risveglio del vecchio demone del nazionalismo, che attizza il fuoco delle differenze
tra le nazioni e talvolta tra le
chiese, distruggendo la pace;
— l’erigersi di nuove barriere
economiche, mentre i paesi ricchi dell’Europa occidentale cercano di conservare la loro prosperità, sostituendo alla cortina
di ferro quella della ricchezza;
— l’erigersi di altre pericolose
barriere attraverso politiche razziste contro gli immigrati, i migranti e i rifugiati, che negano
i loro diritti umani;
— la minaccia di nuove divisioni tra ricchi e poveri nello
stesso paese;
—- l’esigenza di libertà non accompagnata da un corrispondente senso di responsabilità;
— la scoperta di differenze in
situazioni pluralistiche che colpisce anche in chiese che un
tempo sembravano essere d’accordo, e il problema del proselitismo e dell’attenuazione dell’impegno ecumenico.
In questo contesto abbiamo
anche riflettuto su attività missionarie ed evangelistiche intraprese da gruppi indipendenti e
associazioni che mancano di sensibilità verso le chiese locali e
ignorano la loro esistenza e la
loro testimonianza. Crediamo vi
sia il pericolo che la missione
oggi possa essere concepita come il compito di "ri-evangelizzare" l’Europa o di ristabilire una
"Europa cristiana”, in un modo
piuttosto trionfalistico e infedele all’esempio di Cristo che ha
detto di essere venuto per servire. E’ necessaria oggi una forte
proclamazione deU’Evangelo in
Europa. Essa richiede nuove forme che si pongano in critica
continuità col passato e siano
profondamente radicate nelle
chiese locali. La missione delle
chiese in un’Europa secolarizzala è quindi il nostro comune
compito ecumenico. Una testimonianza divisa può diventare una
controtestimonianza. Per svolgere questo compito abbiamo bisogno di uno spirito di pentimento e di umiliazione per le
divisioni esportate in altri continenti nel passato, e che vengono in qualche caso ancora appoggiate. Nel ricordare con vergogna i modi sbagliati in cui
l’attività missionaria è stata gestita in passato, chiediamo anche l’aiuto dei cristiani di quei
continenti.
Invitiamo quindi le chiese in
Europa e le loro agenzie e organizzazioni missionarie a unirsi
nel dare all’accentuazione sulla
missione una priorità in tutte
le loro attività in quest’ultimo
scordo di secolo e a dichiarare
il loro impegno per una testimoniànza comune e una partecipazione condivisa alla missione
di Dio.
Ciò dovrebbe portare alla formulazione di un programma per
la missione ecumenica nel nostro continente diviso.
In questo spirito noi preghiamo: «O Dio, Signor nostro, tu
non cessi mai di operare nei
nostri cuori attraverso il tuo
Santo Spirito. Vieni e rinnova
i nostri rapporti. Rendi le nostre chiese centri di riconciliazione e di unità, affinché possiamo essere fedeli nei fatti e in
verità al tuo Figlio Gesù Cristo.
Amen ».
Le raccomandazioni
Promosso dalla KEK, il lavoro
della Consultazione è stato appoggiato da rappresentanti del
Consiglio ecumenico delle chiese,
della Federazione luterana mondiale, dell’Alleanza evangelica
mondiale, del Forum europeo
dei Comitati cattolici romani
dei laici e da altre organizzazioni cristiane.
In questa Consultazione sono
state approvate numerose raccomandazioni, ma le seguenti quattro sono presentate alla particolare attenzione delle chiese:
1. Riconoscendo che il rinnovamento del culto è fondamentale per la missione, sfidiamo
le chiese dell’Europa a non rassegnarsi alla prospettiva di un
declino nella frequenza ai culti e raccomandiamo che esse
cooperino in un processo condiviso di rinnovamento del culto,
sviluppando anche possibilità di
celebrare in comune questo culto rinnovato.
2. Riconoscendo che si fanno
false divisioni tra missione e
diaconia, raccomandiamo alle
chiese d’Europa di invitare le
comunità locali a far incontrare a livello di base organizzazioni missionarie, agenzie di aiuto
reciproco tra le chiese, gruppi
di azione e comunità di base,
per entrare in un dialogo che
porti a una visione comune della
missione e della diaconia e a
compiere passi concreti per lavorare insieme.
3. Riconoscendo che nelle chiese e nehe istituzioni di educazione cristiana deH’Eurona vi è
una mancanza di condivisione
delle esperienze nelle nostre diverse situazioni europee, raccomandiamo alle chiese membro
della KEK di facilitare lo scambio di materiali educativi, di responsabili e studenti e di appoggiare l’organizzazione di corsi di formazione ecumenica e
dt campi estivi per adulti e
giovani provenienti da diverse
chiese e da diversi paesi d’Europa.
4. Riconoscendo che la misSione della riconciliazione dei
conflitti è parte integrante della testimonianza comune, raccomandiamo che nei paesi dove
non esiste un Consiglio ectimenico delle chiese, le chiese considerino con urgenza la possibilità di costituire tali consigli
a livello locale e nazionale, in
vista del dialogo e per mantenere canali di comunicazione tra
le chiese membro, in presenza
di rapidi cambiamenti politici
e di conflitti etnici.
Protestanti ginevrini:
confronto con la città
GINEVRA — In occasione del
suo 450“ anniversario, la « Compagnie des pasteurs » della Chiesa nazionale protestante di Ginevra desiderava farsi conoscere
dal pubblico, per cui ha organizzato una mostra nel tempio
della Fusterie, a Ginevra. Questa mostra e le celebrazioni dell’anniversario sono state presentate mercoledì 9 ottobre durante una conferenza stampa. Titolo della mostra: « Porte aperte
su una società sconosciuta ».
Alcuni pannelli ricordano le
circostanze della creazione della
« Compagnie des pasteurs ». Le
« Ordonnances ecclésiastiques »
proposte da Calvino al Consiglio
generale di Ginevra, e da questi adottate il 20 novembre 1541,
istituivano in particolare « quatre ordres d’ofHces »: dei pastori, dei dottori, degli anziani e
dei diaconi..Per quanto riguarda l’ufBcio dei pastori, le « Ordonnances » prescrivono: « Premièrement sera expédient que
tous les ministres pour conserver pureté et concorde de doctrine entre eux conviennent ensemble d’un jour certain la semaine pour avoir conférence des
écritures et que nul ne s’en
exempte si n’a d’excuse légitime; si quelqu’un y était négligent, qu’il en soit admonesté ».
Con queste parole nasceva la
« Compagnie » dei pastori di Ginevra.
Da allora, per circa tre secoli,
la « Compagnie » ed i suoi pastori giocheranno un ruolo molto importante nella città. Nel
19" secolo perderà il suo potere
nella società civile, rimanendo
però fino ad oggi il pezzo forte
dell’organizzazione della Chiesa
protestante di Ginevra. Attualmente la « Compagnie » comprende circa 90 pastori, 6 professori e 15 diaconi. Dice Jean
Tritschler, attuale moderatore
della « Compagnie », nella sua
introduzione: « In occasione di
questo 450” anniversario la Compagnie intende riflettere su se
stessa, sui suoi compiti, sul suo
posto nella chiesa, sul suo ruolo nella società, farsi conoscere
e entrare in contatto con la popolazione ginevrina ».
(SPP)
’’Agape”: nuovo
programma TV
PARIGI — Da novembre a
maggio, ogni prima domenica
del mese, i telespettatori francesi potranno seguire, su Antenne 2, una trasmissione realizzata da cattolici e protestanti, intitolata « Agape ». Così hanno
deciso i responsabili delle trasmissioni « Il giorno del Signore » (cattolica) e « Presenza protestante », per rispondere al desiderio di numerosi telespettatori che mal capivano la sistematica separazione tra religioni e
confessioni. Già tre diffusioni
hanno avuto luogo, a titolo sperimentale, nei mesi di maggio
e giugno scorsi. I temi scelti
erano; « Con o senza Dio », « Dio
nei conflitti », « L’aldilà ». Di
fronte alle reazioni molto incoraggianti del pubblico e delle
autorità religiose, i responsabili
delle due testate hanno deciso
di rendere regolare la trasmissione a partire dal novembre ’91.
La pastora Claudette Marquet,
responsabile di « Presenza protestante », illustra così la nuova trasmissione: « Sulla base
delle aspettative religiose e spirituali di molti nostri concittadini, abbiamo immaginato una
trasmissione che risponda a queste loro attese, nella loro diversità; che presenti la posizione
cristiana a due voci, nella sua
versione cattolica e protestante;
che sia animata da giornalisti
non specialisti delle nostre ’’botteghe”, onde garantire l’apertura dei dibattiti ». La redattrice
capo di « Agape » sarà Françoise
Muckensturm, di « Presenza protestante ».
(BIP)
Donne protestanti
dei paesi latini
SÉTE (Francia) — Il gruppo
delle « Donne protestanti dei
paesi latini d’Europa » è nato!
Più di 100 delegate venute dall’Italia, dalla Svizzera romanda,
dalla Francia, dalla Spagna e
dal Portogallo hanno applaudito
alla sua nascita a Séte, il 29
settembre scorso.
All’origine di questo incontro
vi è un bisogno. Le chiese protestanti, minoritarie, dei paesi
latini sono già riunite in seno
alla Conferenza delle chiese protestanti dei paesi latini d’Europa (CEPPLE). Ma la promozione delle donne nelle strutture
ecclesiastiche lascia ancora a desiderare. Ragion per cui le donne hanno deciso di prendere
l’iniziativa e di associarsi.
Questo incontro, organizzato
in collaborazione con il « Groupe Orsay », si è svolto dal 27
al 29 settembre, a Séte. Le partecipanti hanno ascoltato con
molto interesse una relazione di
France Beydon sulla teologìa
femminista.
(BIP)
Fondi per la lotta
contro il razzismo
GINEVRA — L’il novembre, il
Consiglio ecumenico delle chiese ha annunciato la ripartizione
dei doni del Fondo speciale di
lotta contro il razzismo per il
1991, per un totale di 505.000
dollari. Circa metà della somma
(235.000 dollari) è destinata a
due gruppi del Sud Africa: il
Congresso nazionale africano
(ANO e il Congresso panafricanista d’Azania (PAC). Il resto
è destinato a « gruppi di vittime dell’oppressione razziale » e
a « gruppi di solidarietà » in 16
paesi. 17 gruppi ricevono doni
per la prima volta. I criteri del
Fondo speciale di lotta contro il
razzismo speciflcano che « i doni devono servire a finanziare
attività umanitarie (azione sociale, servizio sanitario, educazione, assistenza giudiziaria,
ecc.) » di organizzazioni i cui
obiettivi « non devono essere in
conflitto con gli obiettivi generali del CEC ».
I doni di quest’anno segnano
l’inizio di un nuovo orientamento. La priorità viene data oggi
alla lotta delle popolazioni autoctone per il riconoscimento
dei diritti fondiari, l’autodeterminazione e l’identità culturale,
e alla situazione delle donne vittime del razzismo.
(SOEPI)
Natale riconosciuto
festa per i cristiani
NEPAL — Per la prima volta
nella storia del Nepal, Natale
per i cristiani e Id al-Adha
(commemorazione del sacrificio
di Abramo) per i musulmani
sono stati dichiarati giorni festivi. Secondo la nuova Costituzione, l’induismo è religione di
stato. Ma la libsrtà di culto è
garantita. Circa il 90% dei 19,5
milioni di abitanti del Nepal sono indù. Vi sono circa 40.000
protestanti e 5.000 cattolici.
(SPP)
9
22 novembre 1991
v^alli valdesi
PINEROLO
La
funzione
Mi capita ogni tanto (e sempre più. spesso conversando con
persone valdesi) di sentire indicare i nostri momenti di culto
liturgico (domenicale o in occasione di atti come i funerali)
con la parola "funzione”. Così
si parla di "funzione domenicai^’’, di "funzione funebre", probabilmente di "funzione nuziale" e via discorrendo.
Confesso che le prime volte
che ho sentito quest’espressione
mi è venuto nel corpo un irrigidimento spontaneo e istintivo
di repulsione, perché nella cultura che ho ricevuto la parola
"funzione" viene usata o in senso laico, per indicare a che cosa serve un oggetto o un’attività, oppure in senso ecclesiastico per indicare gli atti del
culto cattolico.
Perciò mi sembrava che l’uso
del termine "funzione" per i nostri culti fosse un indice di cattolicizzazione di questi o delle
persone che usavano tale parola,
nel caso si trattasse di valdesi.
Ripensandoci, però, mi sono reso conto che una tale paura
delle parole rischia di farci dei
brutti scherzi.
Infatti il termine ecclesiastico
"culto" è molto riduttivo rispetto a quello che la Bibbia intende per servizio di Dio. Il termine ebraico jnù usato nell’Antico Testamento per indicare
questo servizio è "abòdah" che
significa sia "culto", sia "lavoro", sia "servizio”.. Si tratta,
quindi, di una parola prevalentemente laica, importata, per
così dire, nel linguaggio religioso. Per la parola "culto” avviene il contrario quando si parla
di "culto della personalità" o
in altre espressioni simili. In
tal caso nel linguaggio laico la
parola "culto" ha quasi sempre
una connotazione negativa. E
allora, facciamo bene a mantenerla per indicare la preghiera,
l’incontro comunitario, la riflessione biblica?
Mi domando se non sarebbe
più adatta proprio la parola
"funzione". Certamente alla sua
utilizzazione attuale fa da sostrato l’idea che rito cattolico
e rito protestante pari sono e
che, quindi, il termine adatto
per l’uno lo è anche per l’altro.
Noi respingiamo quest’idea perché rifiutiamo il ministero sacerdotale del celebrante, il valore "ex opere operato” del "sacramento", le invocazioni alla
Madonna e ai santi, oltre ad_
alcuni aspetti formali come i
paramenti liturgici e la fissità
delle formule. Ma, una volta
chiariti questi rifiuti, è forse necessario riscoprire che il "culto”
ebraico e cristiano appartiene
meno alla tipologia dei riti delle
altre religioni che non a quella
delle attività quotidiane del lavoro e del servizio. Lo stesso
discorso vale per il senso etimologico di "liturgia", che non
è "ripetizione di formule", ma
attività, azione, opera, servizio.
Se sapremo riscoprire questo,
saremo anche spinti a considerare il servizio del Signore
non come un momento isolato
della nostra vita, da svolgere in
un luogo particolare e con certi
crismi obbligali, ma come impostazione globale della nostra esistenza.
Claudio Tron
Si vota domenica
Si voterà, ma è ancora pendente un ricorso che potrebbe portare
alla ripetizione delle elezioni - 14 liste, le divisioni a sinistra
Si sta concludendo la campagna elettorale per il rinnovo del
Consiglio comunale. Rinnovo anticipato perché il Consiglio eletto nel maggio 1990 è stato sciolto da sentenze del TAR Piemonte e del Consiglio di Stato, dato che la Commissione elettorale mandamentale aveva erroneamente accettato due liste democristiane.
« Due liste sottoscritte dalla
stessa persona non sono ammissibili », avevano sentenziato il
TAR prima e il Consiglio di Stato poi. Una denuncia penale era
stata fatta contro il segretario
provinciale della DC, Deorsola,
ma non si sa quale esito abbia
avuto.
Uno dei due contendenti democristiani, Francesco Camusso,
aveva poi presentato un ennesimo ricorso al Consiglio di Stato sostenendo di poter produrre un documento nel quale il
segretario provinciale della DC
affermava che l’unica lista autentica democristiana era la sua.
Questo ricorso dovrebbe essere
discusso questa settimana al
Consiglio di Stato.
All’appuntamento si sono presentate 14 liste contro le 8 precedenti. La DC ha escluso i due
contendenti e si presenta unita.
Non così la sinistra, che alle
elezioni del maggio ’90 si era
unita (escluso il PSI) nella Lista per l’alternativa, e che si
presenta oggi divisa in quattro
liste (PDS, Rifondazione comunista, Verdi e Per l’alternativa).
La Lista per l’alternativa, anche
se i suoi esponenti non lo ammettono esplicitamente, si colloca nel movimento « la rete » di
Orlando, che è venuto a Pinerolo più volte in quest’ultimo pe
riodo ed ha persino distribuito
personalmente volantini della Lista per l’alternativa.
Sulle elezioni pesa però un
ennesimo ricorso legale. Questa
volta al TAR Piemonte. Lo ha
fatto un candidato democristiano, Aymar, il quale è stato
escluso dalla lista DC in quanto la Commissione elettorale ha
accertato che, se pur dimissionario, all’atto della candidatura
era ancora consigliere comunale di Bagnolo.
Il TAR si pronuncerà venerdì
22 ed è teoricamente possibile
che ordini la sospensione delle
elezioni che, in questo caso, dovrebbero essere ripetute dopo
aver reintegrato nei manifesti
ufficiali delle liste il candidato
escluso.
Più probabile invece che il
TAR non entri nel merito della
questione e che, successivamente,
.se Aymar vorrà, venga impugnata reiezione dei nuovi consiglieri, con il rischio che il Consiglio comunale sia nuovamente
sciolto.
Le vicendg giudiziarie non sono finite qui. 68 persone sono
state denunciate alla magistratura per aver sottoscritto due o
addirittura tre liste (Piemont,
Pensionati e Per l’alternativa).
Le firme sono state ovviamente
annullate, tranne quelle per
Piemont che per primo aveva
depositato la lista in Comune.
Non erano comunque determinanti per l’ammissione o meno
delle liste.
La campagna elettorale ha visto scendere in campo personaggi di spicco a livello nazionale;
due ministri (Goria e De Lorenzo), un sottosegretario (Valdo
Spini), leader dei partiti (Cari
glia, Martinat, Violante, D’Alema, Garavini) e altri verranno
(Mattioli e Bossi).
Insomma una campagna elettorale importante, anche se i vari comizi finora non hanno avuto molti ascoltatori.
La campagna elettorale è stata poi fatta porta a porta per
le candidature individuali; si sono distinti in questo DC, PSDI,
PLI, PSI e anche i Pensionati,
che hanno regalato biro e ritratti di candidati nemmeno trentenni.
Tra le curiosità della campagna ve n’è una che riguarda la
musica: il PSDI fa suonare l’Internazionale, mentre Rifondazione comunista fa il reggae per
le strade, avendo tra i candidati due esponenti del noto gruppo Africa United. Molti infine i
pranzi, soprattutto a sostegno
dei candidati socialisti.
Sui programmi puntano invece PDS, Rifondazione comunista,
i Verdi (sole che ride) che hanno provato anche a realizzare
un mercato dei prodotti biologici come sfida per l’amministrazione futura, e la Lista per l’alternativa, l’unica che presenta i
candidati in ordine alfabetico.
• Come si dividono gli evangelici nelle 14 liste presentate
per il rinnovo del Consiglio comunale? Secondo una nostra indagine si suddividono così: PRI
3, PSDI 2; Lega Nord 2; Rifondazione comunista 3; MSI 1;
PDS 4; Verdi 4; PSI 1; PLI 2;
Per l’alternativa 1. In tutto 23.
Le liste che non hanno evangelici in lista sono Union Autonomia Piemont, Lega pensionati.
Pensionati e verdi-verdi. Democrazia cristiana.
TORRE RELUCE
Il piccolo mondo antico
Guido e Samy Odin, da anni collezionisti, stanno per dar vita al secondo museo della bambola in Italia: inaugurazione il 7 dicembre
Se ne parla da anni, ma questa pare proprio essere la volta
buona: il 7 dicembre verrà inaugurato il « Piccolo mondo antico », ovvero il museo della bambola costruito con pazienza, cura e ricerca da Guido e Samy
Odin.
« Da diversi anni — esordisce
Samy Odin — siamo collezionisti di bambole antiche e fin dal
1984 abbiamo cominciato a pensare all’idea di far nascere, a Torre Pellice, un museo permanente. Per un po’ ci è sembrato possibile creare questo museo in accordo con gli enti pubblici, poi
ci siamo decisi ad aprirlo come
privati ».
Collezionisti di bambole si può
diventare quasi per caso: « Una
signora, nel 1981 — racconta Guido Odin — ci offrì una bambola,
che altrimenti correva il rischio
di finire nella spazzatura; cominciammo a cercare materiale informativo e bibliografico sull’argomento, poco a poco ci appassionammo in questa ricerca tant’è che nel giro di tre anni avevamo già una interessante collezione ».
Questo museo, il secondo in
tutta Italia (aU’estero c’è in questo campo un interesse decisamente .superiore), nasce dunque
in una casa privata (in via Paolo Paschetto a Torre Pellice), in
spazi tutto sommato molto contenuti, ma ciò che colpisce è la
cura prestata nella predisposizione delle vetrine che contengono
le bambole, i costumi, gli ambienti ricostruiti...
« La mostra è incentrata in
particolare sulla bambola france
se della seconda metà dell’800;
queste bambole, con la testa di
biscuit (un tipo di porcellana cotto 2 volte e non smaltato, il cui
colorito assomiglia molto all’incarnato umano), sono fra gli oggetti più pregiati nell’ambito del
collezionismo — prosegue Odin
—. La nostra collezione si estende
al di là dei limiti cronologici che
abbiamo scelto per questa prima
mostra ed abbiamo perciò intenzione di continuare nei prossimi
anni con altre mostre incentrate su altri periodi e su altre aree
geografiche.
Per quanto riguarda l’attuale
esposizione abbiamo cercato di
ricreare ambientazioni che fossero fedeli a situazioni del passato, in cui i bambini dell’800 si
fossero effettivamente trovati.
Abbiamo cercato perciò e recuperato mobili, utensili e oggetti
della casa in miniatura ed abbiamo chiesto alla pittrice Già
Golia di dipingere tutti i fondali delle vetrine ».
Se la prima bambola è stata
quasi sottratta alla pattumiera,
certamente in molti casi è stato
necessario provvedere a dei restauri; in questo caso ci pensa
papà Guido che con esperienza
ricostruisce parrucche, vestiti o
visi. Quante sono le bambole del
« Piccolo mondo antico »? Chi
pensate possano essere i maggiori fruitori del vostro museo?
« La nostra collezione è ricca,
per il momento, di un centinaio
di bambole francesi; in più possiamo contare su una collezione
della signora Giò Golia che è stata offerta al nostro museo. Per
quanto riguarda i possibili frui
tori noi crediamo possano essere particolarmente interessate le
scuole ed a esse ci stiamo effettivamente rivolgendo. Non dimentichiamo però tutte le associazioni culturali ed in specifico
le Università della terza età, i
cui componenti potrebbero essere molto interessati a rivedere le
bambole che possono essere state loro ».
Mentre Guido e Samy Odin
stanno alacremente lavorando
per la predisposizione degli ultimi importanti dettagli (conferenze stampa, dépliant in quattro lingue, pubblicazione del catalogo) è possibile già anticipare anche le modalità di visita al
« Piccolo mondo antico »; posto
che sono utili le prenotazioni,
specie ner i gruppi, e che i visitatori saranno comunque guidati nel percorso dai creatori del
museo, l’orario di apertura al
pubblico sarà il seguente; tutti
i giorni dalle 10 alle 12 e dalle
14,30 alle 18,30, ad esclusione del
martedì che sarà giorno di chiusura.
« Non intendiamo comunque limitarci alla sola mostra permanente — conclude Samy Odin —
ma pensiamo di organizzare delle mostre temporanee fuori dell’ambito torrese, delle conferenze, stages di formazione sulla_
storia della bambola, un ciclo di
trasmissioni su Radio Beckwith,
incontri per collezionisti e, su
richiesta, anche vere e proprie
perizie di collezioni ». Auguri
dunque al « Piccolo mondo antico », con l'invito a tutti per una
visita, a partire dal 7 dicembre!
Piervaldo Rostan
Ferrovie: dove
trovare i biglietti?
TORRE PELLICE — « La bi
glietteria della stazione è chiusa; alla Pro Loco non hanno
più i biglietti del treno: cosa
devo fare? ». E’ questa una domanda che molti viaggiatori si
sono posti in questi giorni.
Cosa è accaduto? A Pinerolo
c’è carenza di personale, così chi
presidiava la stazione di Torre
è stato dirottato e, proprio nello stesso periodo, con l’aumento delle tariffe, sono mancati i
tagliandi chilometrici alla Pro
Loco. Dunque?
Va ricordato che, a parte la
possibilità di fare il biglietto
sul pullman sostitutivo (legata
però alla presenza del personale addetto, assai sporadica), nel
caso si provenga da stazioni impresenziate come appimto Torre Pellice, Luserna, Bibiana e
Bricherasio in questo periodo,
è possibile chiedere di fare il
biglietto direttamente sul treno
in partenza da Pinerolo senza
alcun aggravio di spesa. In questo modo si evita di fare un
biglietto di sola andata da Pinerolo (col rischio concreto di
restare a terra perché il treno
nel frattempo parte) e di rifare la coda a Torino per prendere il biglietto di ritorno.
Aiuti alla Romania:
incontro pubblico
torre pellice — Durante
lo scorso inverno la popolazione della vai Pellice, vai Chisone
e del Pinerolese ha aderito generosamente ad una raccolta di
indumenti ed alimentari per aiutare la Romania.
L’iniziativa è stata organizzata da Radio Beckwith e dall’Esercito della Salvezza di Torre Pellice con il sostegno di varie chiese cristiane della vai Pellice. Nella primavera di quest’anno un TIR ha portato gli aiuti
nel nord della Romania, a Suceava, dove una chiesa cristiana del
luogo ha distribuito alla popolazione bisognosa i viveri e gli indumenti.
I coniugi Castellani hanno già
fatto un giro in Romania ed hanno assistito di persona alla distribuzione degli aiuti.
Da alcuni giorni sono ritornati da un altro viaggio. Essi terranno una conferenza a resoconto della distribuzione e della situazione attuale in Romania;
verranno utilizzate diapositive e
videocassette.
L’incontro avrà luogo domenica 24 novembre alle ore 16 presso la Foresteria valdese di Torre Pellice.
PINEROLO
Taccuino
elettorale
Verdi
Venerdì 22 novembre alle ore 18.
presso il Centro sociale di via Lequio,
i Verdi (sole che ride) concluderanno
la loro campagna elettorale con l'intervento del loro leader nazionale Gianni Mattioli e di Giorgio Gardiol, capolista al Comune.
Rifondazione comunista
Il Movimento per la rifondazione comunista organizza per giovedì 21 novembre, alle ore 17,30, un incontro in
piazza Facta con il sen. Lucio Libertini.
Incontro collaboratori
Eco delle valli
POMARETTO — Mercoledì 27 novembre, alle ore 20,45, presso l'Eicolo
grando, si svolge una riunione dei collaboratori del nostro giornale per le
valli Chisone e Germanasca.
10
10 valli valdesi
22 novembre 1991
LA PIANURA DEL RELUCE ADATTA PER COLTIVARE LA MENTA
VILLAR PEROSA
Profumo di menta
Una produzione estesa a vaste zone del Pinerolese - Un po’ di
storia, i metodi di coltivazione, la distillazione a Torre Pellice
Nel Pinerolese, da anni, esiste un’attività che è certamente
particolare, ma che ha pure una
significativa valenza economica,
la coltivazione della menta; uno
dei centri è Pancalieri, dunque
nella bassa pianura del Pellice,
ma anche in altri comuni della
zona vi sono estese coltivazio^ni di menta. A Torre Pellice poi
esercita da anni la sua attività di distillatore di menta' il sig.
Sergio Hertel, che rappresenta
dunque un anello fondamentale
in quella catena che potremmo
idealmente far partire dal coltivatore per arrivare al consumatore, in varie forme, dell’essenza della menta.
Con Hertel facciamo un po'
la storia della presenza della
menta in Piemonte, parliamo delle possibilità di coltivazione e
dei metodi, delle prospettive del
mercato e più in dettaglio della
sua attività.
« La menta viene coltivata in
una zona abbastanza vasta che
comprende comuni come Pancalieri, dove la menta viene piantata da almeno un secolo e mezzo, Vigone, Moretta, Cardé, insomma nella vasta pianura alluvionale della nostra regione. Generalmente viene coltivata una
varietà ibrida importata agli
inizi del secolo dall’Inghilterra;
in precedenza si coltivava la cosiddetta 'menta bianca’, molto
dolce e con bassa resa; era molto apprezzata anche internazionalmente. La varietà Mitcham,
oltre ad avere una maggiore resa, è più resistente alle malattie.
La messa a dimora delle piantine avviene ora a macchina, nel
periodo primaverile, ma esistono ancora parecchie azie-nde in
cui si lavora a mano. Il periodo del taglio avviene fra la fine
di luglio ed agosto; nell'arco delle 24 ore bisogna portare l’erba
alla distilleria. In grandi alambicchi avviene il primo processo di lavorazione da cui si ottiene quello che si definisce olio
essenziale di menta. In molti
casi questo prodotto viene ottenuto direttamente dal coltivatore e può essere conservato anche per anni. Il prodotto migliore deve essere stagionato
per almeno 6 mesi, meglio un
anno. Il mio lavoro consiste nella successiva raffinazione o rettificazione per ottenere U prodotto utilizzato dalle industrie
come aromatizzante o anche per
uso terapeutico ».
La valenza economica
Può illustrarci meglio il suo
lavoro?
«Il prodotto che arriva dalla
prima distillazione si presenta
di un colore giallo pallido e contiene ini purità ed alcuni costituenti che vanno eliminati per
ottenere quell'aroma fine e caratteristico ben noto a tutti. Questo lavoro viene effettuato sotto vuoto a temperature bassissime per evitare che il prodotto
si deteriori. Dopo un adeguato
periodo di stagionatura si ottiene quel prodotto, la menta del
Piemonte, conosciuto universal
mente per le sue caratteristiche ».
Per avere una produzione abbondante è necessario far ricorso a pesticidi o concimi di origine chimica? Ogni quanto tem-po si effettua il piantamento?
« Fino ad alcuni anni or sono
si piantavano tutti gli anni nuove piantine, o al massimo le si
lasciava per due anni; ora, come già avviene ad esempio negli Stati Uniti, si tende a lasciare per più anni le stesse piantine in campo; la resa però scende nel tempo. Inoltre in questo
caso la menta è facilmente soggetta ad attacchi di virosi per
la cui lotta non sono ancora stati individuati prodotti.
Per quanto riguarda la concimazione, in passato si ricorreva
allo stallatico; oggi si ripiega
su concimi chimici come integratori e si usa anche un diserbante specifico: i trattamenti di
solito vengono effettuati prima
dell'impianto; non si usano invece antiparassitari o anticrittogamici perché la menta, al di
fuori della virosi prima citata,
non è attaccata da parassiti.
Direi comunque che il prodotto
finale si può senz’altro dire sicuro, senza residui ».
La menta è considerata, insieme al miele, fra quei prodotti
sani, con caratteristiche per certi versi anche mediche; tuttavia si trovano in commercio
mente molto chiare ed altre di
un verde intenso; forse questo
aspetto merita un chiarimento.
« La menta dopo la distillazione è chiarissima, praticamente
trasparente; le mente in commercio di color verde hanno subito l’aggiunta di coloranti ».
Abbiamo detto che la coltivazione della menta avviene in
un’area di pianure alluvionali;
sarebbe dunque proponibile estendere la coltivazione della
menta anche in valli alpine come le nostre?
« 1 terreni dove si coltiva la
menta hanno tutti questa caratteristica; quelli del Piemonte
sono effettivamente molto validi, probabilmente anche in pre■ senza di un clima adatto. Le
zone della bassa vai Pellice sono
effettivamente adatte in quanto
fresche, ben drenate; senza risalire troppo a causa del clima,
che rischierebbe di essere troppo freddo, si potrebbe tranquillamente coltivare la menta almeno fino a Torre Pellice nei
prati lungo il torrente.
La zona sarebbe favorita dall'avere comunque delle distillerie vicine (zona di Cavour); in
questi ultimi anni la resa è un
po’ scesa rispetto al passato anche se i quantitativi prodotti
a livello regionale sono di 15-17
mila kg all’artno rispetto ai 170
mila chili dell’immediato dopoguerra. Tuttavia, visti i prezzi attuali di mercato, possiamo dire
che il ricavato del contadino si
aggira oggi sul milione e ottocentomila lire per una giornata piemontese coltivata a menta; una cifra ben diversa da
quanto si può ricavare dal semplice foraggio ».
Piervaldo Rostan
Una legge per
l'agricoltura biologica
Tre proposte in discussione fra le forze politiche - Quali i controlli e quali le risorse?
Il Piemonte potrebbe avere
entro pochi mesi una legge che
definisca e promuova l’agricoltura biologica; non sarebbe certo la prima in Italia, ma si tratterebbe comunque di uno strumento legislativo importante per
un settore che può aspirare ad
una significativa espansione.
Fin dalla scorsa legislatura
erano state presentate alcune
proposte di legge che sono state ripresentate dopo le elezioni dello scorso anno; ora è stata nominata una commissione
composta da esponenti delle forze politiche che hanno presentato le proposte (Verdi, DC,
PDS) nel tentativo di arrivare
ad un testo unico da sottoporre all’approvazione.
Esiste tra le tre proposte un
notevole spazio di discussione,
sia sui parametri di definizione
e di coltivazione che sull’incentivazione e sui controlli.
Hôtel Fontana
ZONA CENTRALE
ambiente familiare
ottimi i servizi
e il trattamento
I 47046
MISANO ADRIATICO
via don Minzoni, 4
© 0541/610578
Dir. propr.: GHINELLI-CARONi
C’è chi vuole affidare un ruolo decisivo alle associazioni già
esistenti o ai sindacati di categoria, altri che, almeno per i
controlli, optano decisamente
per l’ente pubblico.
Anche rispetto al sostegno al
settore ci sono proposte di diverso tenore; è ipotizzabile, ad
esempio, l’individuazione, specie
nelle zone montane dove l’agricoltura non può certo puntare
sulla quantità ma sulla qualità,
di aree in cui bandire totalmente l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici per far posto all’agricoltura biologica? Saranno i
prossimi mesi a rispondere ai
primi interrogativi.
I Verdi hanno intanto sabato
scorso dato vita al primo mercatino dei prodotti biologici a
Pinerolo; si è trattato di una
manifestazione-proposta che tiene conto della consistenza dell’attività agricola con metodi
biologici nel Pinerolese. « Finora
ha sostenuto Domenico La
Grotteria, uno dei Verdi animatori dell’iniziativa — non è stato possibile organizzare in città
un mercato dei prodotti biologici per l’ostilità della giunta
Trombetto che non ha mai regolamentato questo mercato, cosa che invece accade nelle maggiori città piemontesi. Dalla nostra zona c’è già chi esporta all’estero i prodotti; perché non
avere uno spazio qui a Pinerolo? ».
La Gretteria ha concluso annunciando un nuovo mercato autogestito per il 22 dicembre.
La scure del Coreco
sullo Statuto
Il Coreco tende a chiudere tutti gli spazi di novità ? - Il sindaco: pronti a ribadire le scelte
REGIONE PIEMONTE
Proprio nell’ultimo giorno utile il Coreco ha sospeso lo statuto
adottato dal consiglio comunale
10 scorso 14 ottobre. Sono state
effettuate 19 osservazioni, ma « le
più importanti — ci ha detto il
sindaco Storero — riguardano
l’estensione ai sedicenni del voto
consultivo, le modalità di elezione del difensore civico, che dovrebbe avvenire secondo la nostra idea da una consultazione
delle associazioni individuate sul
territorio, ed il numero minimo
di consiglieri presenti alle sedute
perché esse siano valide, che noi
abbiamo individuato in 10».
Che farà ora Tamministrazione?
« SuH’ultimo punto la vecchia
legge stabilisce che il numero
minimo sia di quattro - aggiunge Storero — ed a quella legge fa
riferimento il Coreco; la nostra
era una scelta politica che non è
stata recepita e credo dovremo
adeguarci. Per quanto riguarda
11 difensore civico ed il voto ai
sedicenni penso invece che noi
dovremmo presentare le nostre
controdeduzioni: in molti altri
Comuni il voto consultivo è stato esteso ai sedicenni senza che
PEROSA ARGENTINA
Civiltà alpina
e valli valdesi
Il secondo incontro culturale
organizzato dalla Comunità montana valli Chisone e Germanasca, giovedì 14 novembre, ha
avuto come tema la presentazione del libro « Civiltà alpina e
presenza protestante nelle valli
pinerolesi », con la partecipazione degli autori Claudio Tron,
Gian Vittorio Avondo, Enrico
Lantelme, Rossana Sappé. Introducendo la serata, Raimondo
Genre ha ricordato il quinto autore, Massimo Lecchi, morto poco tempo fa, al quale si deve
la parte dedicata ai legami tra
architettura e territorio.
Sono state proiettate diapositive tratte dal libro relative ai
vari argomenti trattati: templi
e chiese, scuolette e fortificazioni, case rurali e miande, che illustravano i tipi di costruzioni
più caratteristiche delle valli
Chisone e Germanasca; ma anche gruppi di scolari e di persone partecipanti a varie attività ecclesiastiche, meno immediate certamente delle precedenti,
ma significative per i riferimenti ad una realtà che molti fra
i presenti conoscevano perfettamente.
Gli ultimi interventi, dovuti a
Enrico Lantelme e Rossana Sappé, sulle tradizioni locali e sull’uso delle lingue e dei dialetti,
hanno messo in guardia contro
le eccessive semplificazioni che
vengono fatte riguardo al passato e ad un ricorso troppo frequente del termine « valdese »
nei confronti di situazioni molto più generalizzate e comuni a
tutte le civiltà alpine. L’occhio
attento e imparziale dell’osservatore deve andare oltre le apparenze, anche se si tratta di
mettere in discussione convinzioni a cui si è affezionati.
Purtroppo, l’ora tarda ha limitato a poche battute la discussione che si annunciava animata e che non sarebbe male riprendere in altre occasioni come questa.
L. V.
i rispettivi comitati di controllo
nulla avessero da eccepire, mentre per quanto riguarda l’elezione del difensore civico, che secondo il Coreco dovrebbe avvenire da parte del consiglio comunale, vorrei proprio capire dove
questo sta scritto ; certamente
non nella legge 142/90 che ha istituito tale figura »,
P. V. R.
Alta velocità
in Piemonte
TORINO — E’ stata firmata
dal presidente Gian Paolo Brizio, daH’amministratore delegato della SITAR Franco Froio e
dall’amministratore delegato della STEF, alla presenza della
giunta e del rappresentante della francese SETEC, collaboratrice di STEF, la convenzione riguardante lo « studio per l’inserimento nel territorio della valle di Susa del collegamento ferroviario ad alta velocità TorinoLione ».
L’amministrazione regionale
ha ritenuto necessario valutare
gli effetti che tale infrastruttura produce nel territorio socioeconomico e territoriale delle
realtà regionali attraversate, valle di Susa e area metropolitana, evidenziandone costi e benefici e loro distribuzione fra comunità regionale e locale.
Lo studio costituisce un essenziale strumento per lo sviluppo
di un processo decisionale che
preveda un’attenta valutazione
dei rapporti che si instaurano
tra un’infrastruttura di questa
rilevanza e l’ambiente in tutte
le sue componenti. Con tale studio si ritiene altresì di promuovere ed accelerare un sistema di
interventi di modernizzazione e
di adeguamento delle prestazioni
del tratto ferroviario per un
suo valido inserimento nella rete europea dei collegamenti ad
alta velocità.
PDS: no al traforo
del Sestriere
SESTRIERE — Anche il PDS
ha preso posizione con un documento, firmato dai segretari delle tre unioni del Pinerolese, sul
progetto di costruzione di tunnel a Sestriere che ha già sollevato vivaci polemiche sia a livello provinciale che regionale.
Il PDS ritiene l’opera « del tutto superflua dal punto di vista
viario e funzionale soltanto alle
aspirazioni elitarie di un centro
turistico sempre più avulso dal
contesto territoriale e sempre
più orientato a portare ad estreme conseguenze una decennale
tendenza alla speculazione edilizia ».
I segretari locali pidiessini si
dichiarano perplessi dal fatto
che si riescano a reperire fondi
« per opere inutili » mentre su
altri problemi viari vi sia da anni assoluto immobilismo e chiedono agli organismi regionali e
provinciali di adoperarsi « perché il progetto venga rigettato
e perché i finanziamenti già reperiti vengano destinati alla risistemazione della statale 23 ed
alla realizzazione del progetto
di circonvallazione di Porte, Villar Porosa, Pinasca e Porosa Argentina ».
11
22 novembre 1991
lettere H
LA FCEI HA AVUTO
CINQUE PRESIDENTI
Caro Direttore,
ho vivamente apprezzato la quantità e qualità dei « servizi » che il giornale ha dedicato all'Assemblea della
Federazione.
Permettimi solo una piccola 'nota,
diciamo così, storica. A pagina 5 del
n. 44 compare simpaticamente una foto dei . quattro presidenti che fin qui
la FCEI ha avuto »: ne manca uno,
che ci ha lasciati dieci anni fa, ed è
Mario Sbaffi.
Desidero ricordarlo non solo per
motivi di completezza d'informazione,
ma perché toccò a lui « mettere in
piedi » la Federazione all'indomani dell'Assemblea costitutiva (Milano 1967);
e lo fece con grande energia, mettendo a disposizione di tutti l'esperienza
che aveva accumulato come presidente del Consiglio federale e della Chiesa metodista d'italia. Chi c'era non se
lo dimenticherà mai, e chi non c'era
è giusto che lo sappia.
Con affetto.
Giorgio Bouchard, Roma
Ci scusiamo per l’involontaria imprecisione.
LA LUCE NEL VOLTO
DELLA GENTE
L'estate scorsa ero a Grasmere, una
località turistica dell'inghilterra. C'è,
nella Chiesa metodista locale, un cartello che invita i passanti a offrire
un contributo per il mantenimento del
culto perché, spiega il cartello, i passanti devono considerarsi i membri
di questa comunità che è priva di
membri residenti. Questo particolare
mi è tornato alla mente proprio in
questi giorni riflettendo sulla situazione di aicune chiese delle Valli, tra
cui Massello, che si stanno spopolando.
Come membro non residente di questa comunità ne comprendo e condivido le preoccupazioni per il mantenimento del culto domenicale. Mi sembra che questa preoccupazione rifletta bene la presa di coscienza da parte della mia comunità che la chiesa,
oggi, è per così dire una struttura
« in cammino ».
Pensiamo un momento ad alcuni versi di Rita Gay, che nel libro ■■ La
pietra e la voce » commentavano ■■ il silenzio e l'abbandono » delle Valli: « La
vita fugge altrove — scriveva Rita Gay
—. Laggiù nella nascente avventura /
attingi alla fiammante Luce / che nelle tenebre / splende ».
Mi sembra che oggi ci troviamo di
fronte a una risposta a questa esortazione: il ritorno alle Valli non è
solo un'evasione domenicale, ma per
molti è nuovamente il punto di rife
rimento su cui ricostruire la propria
vita di credente. Ecco allora che il
culto diventa un'occasione di incontro, in cui si può riscoprire il signi
ficaio originario del giorno del riposo
come dono che Dio ha fatto all'uomo, come momento della comunione
con Dio nella comunità; può diventare l'occasione di confronto con credenti di altre chiese, ed è allora che
si conferma che la comunità è fatta
non dei soli suoi membri, ma' di tutti
quelli che si trovano, anche solo per
brevi periodi, a condividerne le problematiche e l'esistenza.
E chi torna alle Valli o vi si trova
per caso scopre che la luce di Dio
non risplende in un « museo », non è
solo il riflesso di un passato glorioso ma la si può ritrovare nel volto
della gente, che vive la propria fede,
anche in modo diverso, e in questa
realtà ci si arricchisce reciprocamente di quei valori che non si sono
trovati nella vita irrequieta della città, e si realizza l'ecumenismo, di cui
tanto si discute.
Giulio AIbrile, Torino
LIDIA VENTURA LUCI
Lidia,
ti ho conosciuta alla scuola domenicale; io bambina tu già donna, esile, bionda, con gli occhi chiari dallo
sguardo fiero, severo e dolce.
Già da allora facevi tuoi i miei problemi. Poi sono cresciuta, sono diventata donna anch'io e sempre in te ho
tiovato una seconda mamma.
Da donna ho potuto constatare che
le tue attenzioni non erano dirette solo ai bambini in quanto tali, ma che
la tua grande bontà e la fede che ti
sosteneva ti facevano far tuoi gli affanni di tutta la comunità. Per tutti avevi la parola giusta o il giusto consiglio.
Instancabile per l'evangelizzazione,
infaticabile con le unioni femminili,
assidua predicatrice, sempre pronta a
portare la parola del Signore a chi
in ospedale soffriva per malanni.
E' te che ricordo al capezzale di
Casa
valdese
VIA ALESSANDRO
FARNESE, 18
00192 ROMA
TEL.(06) 3215362
FAX (06) 3211843
Una proposta per le Comunità e per i membri delle chiese
aderenti alia Federazione delle Chiese evangeliche in Italia
Una vacanza a Roma è sempre un piacevole diversivo in ogni periodo dell’anno. In questo
caso può essere anche un’ottima occasione per un incontro con qualcuna delle numerose comunità evangeliche, per conoscere le loro opere sociali, la Facoltà di teologia,
visitare le librerie, i Servizi della Federazione...
Per questo la Casa valdese offre alcune interessanti soluzioni;
Proposta:
mezza pensione
46.000
42.000
38.000
pensione completa
56.000
52.000
48.000
— Speciale coniugi
— Speciale famiglie (almeno 3 persone)
— Speciale gruppi (almeno 12 persone)
I prezzi, che sono indicati per persona e per giorno, comprendono anche le tasse ed il
servizio ma escludono le bevande e le consumazioni fuori dai pasti.
La proposta, che è valida dal 10 novembre al 20 dicembre 1991 e dal 10 gennaio al 10
marzo 1992, prevede:
— Permanenza di almeno 2 giorni.
— Sistemazione in camere da 1, 2 o 3 letti.
— Servizio di mezza pensione o di pensione completa.
La Casa valdese offre;
— Ambienti completamente rinnovati e convortevoli.
— Posizione centrale e tranquilla, con terrazza panoramica.
— Ottimi collegamenti con le stazioni di arrivo (treno ed aereo).
— Camere insonorizzate con bagno, telefono ed ascensore.
— Accurato servizio di ristorante, vini scelti e bar self-service.
— Televisione a colori, saletta per riunioni e giochi per bambini.
— Possibilità di prenotare escursioni e visite guidate.
— Tutti i principali monumenti cittadini raggiungibili in pochi minuti a piedi o con i
mezzi pubblici.
Le prenotazioni si possono fare per lettera, per telefono o per fax ed in genere è richiesto un acconto pari alla quota del primo giorno di permanenza.
Questa offerta non è cufnulabile con altre agevolazioni, ma la direzione è disponibile
ad esaminare, in anticipo, eventuali richieste particolari non espressamente indicate.
mio padre malato in ospedale, è stata la tua voce che per telefono mi
confortava quando poi il Signore l’ha
chiamato a sé, così pure in altre prove abbastanza gravi che la vita mi
ha dato da superare.
Abile amministratrice di affetti ed
affanni, sei stata la manager per le
pubbliche relazioni con tutte le altre
fedi per la grande casa che è la comunità.
Nel corso della vita non hai mal
chiesto Aliente per te se non la grande » ispirazione » che pochi hanno, e
così come sei vissuta senza dar noie,
oserei dire quasi in punta di piedi,
ci hai lasciati, addormentandoti per
sempre.
Per concludere questo mio breve ricordo dico: sei stata, sei e sarai un
esempio da far proprio per tutti noi.
V. G., Roma
UN AMICO
Vorrei ricordare Paolo Carrate, conosciuto anni fa e ben presto amico
apprezzato per il suo interesse autentico per le persone e per le loro
esistenze.
La sua fede si realizzava soprattutto in questa fraternità vissuta, che lo
portava ad essere disponibile verso
chiunque, tanto più nei confronti di
chi rischiava di essere emarginato o
isolato.
Amava parlare sia con la persona
più colta che con la più semplice e
avrebbe desiderato fare il pastore.
L'inesorabile malattia glielo ha impedito, ma rimarrà nel ricordo di molti.
Myriam Bein, Torre Pellice
B Oggi
e domani
Appuntamenti culturali
TORRE PELLICE — L'Università della terza età organizza per sabato 23
novembre alle ore 17, presso la sala
consiliare del municipio, la presentazione del libro « La bella Rosina » di
Roberto Gervaso con la partecipazione dell'autore.
SAN GERMANO CHISONE — Alle
ore 20,30 di venerdì 22 novembre,
presso l'Asilo dei vecchi, verrà presentato il libro ■■ Civiltà alpina e presenza protestante nelle valli pinerolesi »; interverranno gli autori. Nel contempo, e fino al 1° dicembre, saranno esposte le foto storiche che illustrano il libro a cura della libreria « 'Il
cavallo a dondolo » di Pinerolo.
Sabato 23 novembre, alle ore 20,30
presso la sala valdese, ài svolgerà
un concerto del Coro alpino di Chieri; ingresso libero.
Cinema
TORRE PELLICE — Venerdì 22 novembre alle ore 21,15, presso il cinema Trento verrà posto in visione il
film • La fiammiferaia » di Aki Kaurismaki.
Spettacoli
PINEROLO — Per la rassegna di cabaret promossa dal » Vicolo Cabaret »,
giovedì 28 novembre alle ore 21,45,
presso la sede dì via Trento 64, Giorgio Scapecchi presenterà « Poesie ».
Concerti
« Rimetti la tua sorte nell’Eterno; confidati in lui ed egli
opererà »
(Salmo 37: 5)
Il Signore ha richiamato a sé la
nostra cara
Diomira Moretti
Ne danno l’annuneio la sorella Ester,
il cugino Mario Moretti e famiglia, parenti e amiche.
Torre Pellice. 16 novembre 1991.
La Società di cucito della Chiesa valdese di Torre Pellice, con grande tristezza ma profonda riconoscenza, prende parte al lutto per la perdita di
Mimma
Torre Pellice, 22 novembre 1991.
RINGRAZIAMENTO
« La mia grazia ti basta »
(TI Corinzi 12: 9)
L’il novembre, presso l’Ospedale valdese di Torre Pellice, è mancato dopo
lunghe sofferenze
Dante Oscar Cocorda
figlio del fu pastore Dante Cocorda dì
Ginevra.
Con dolore, ma confortati dalla fede
nella resurrezione, lo annunciano, ricordando la sua personalità ricca di
umanità ed intelligenza la moglie,
Ruth Castis, i cugini, gli amici.
Un pensiero profondamente riconoscente a tutti i medici ed infermieri
che si sono susseguiti nelle cure comipetenti, prodigate con particolare sensibilità.
Grazie alla ORI, all’AVO, al pastore Bruno Rostagno ed a quanti hanno
preso parte ^ loro dolore.
Torre Pellice 18 novembre 1991.
RINGRAZIAMENTO
« La morte e stata sommersa
nella vittoria »
(I Corinzi 15: 54)
I familiari di
Paolo Cerrato
ringraziano quanti hanno partecipato
al loro lutto. In particolare esprimono
la propria gratitudine al pastore Giorgio Tourn, ai medici e al personale paramedico dell’Ospedale valdese di Torre Pellice, agli amici che sono stati vicini a Paolo durante la malattia.
Eventuali offerte saranno destinate
all’Ospedale valdese di Torre Pellice.
Torre Pellice, 22 novembre 1991.
VILLAR PEROSA — Giovedì 21 novembre alle ore 21, nella chiesa San
Pietro in Vincoli, il quartetto di tromboni « Four Bones » composto da Floriano Resini, Corrado Calliard, Livio
Barsottì, Marco Tempesta presenterà
musiche di Gervaise, Gabrieli, Dvoràk,
Gershwin, Telemann, Praetorius.
AVVISI ECONOMICI
LA CHIESA VALDESE DI TARANTO
cerca un personal computer di modeste prestazioni con relativa stampante ed una fotocopiatrice, anche
usati, per le necessità deUa chiesa stessa. Chi dovesse disfarsi di una o più
delle predette macchine per altre di
più elevate prestazioni, è pregato di
contattare, scrivendo o telefonando,
il past. Odoardo Lupi, via Gen. Messina 71, Taranto, telefono 099 331017.
ACQUISTIAMO mobili, oggetti, quadri
d’epoca. Tel. 011/940724,3.
PRIVATO acquista mobili vecchi e antichi, oggetti vari. Tel. Pinerolo
40181 (dopo le ore 18).
USSL 42 - VALLI
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica ;
Notturna, prefestiva, festiva; pres
so Ospedale Valdese di Pomaretto - Tel. 81154.
Guardia farmaceutica :
DOMENICA 24 NOVEMBRE 1991
Villar Perosa: FARMACIA DE PAOLI
Via Nazionale. 29 - Tel. 51017.
Ambulanza ;
Croce Verde Perosa; Tel. 81.000.
Croce Verde Porte; Tel. 201454.
USSL 44 - PINEROLESE
(Distretto di Pinerolo)
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 2331 (Ospedale Civile).
Ambulanza :
Croce Verde Pinerolo; Tel. 22664
USSL 43 - VAL PELLICE
Guardia medica :
Notturna, prefestiva, festiva: Telefono 932433.
Guardia farmaceutica:
DOMENICA 24 NOVEMBRE 1991
Torre Pellice: FARMACIA INTERNAZIONALE - Via Arnaud 8 - Telefono
91.374.
Ambulanza :
CRI Torre Pellice: Telefono 91.996
Croce Verde Bricheraslo: tal. 598790
SERVIZIO ATTIVO INFERMIERISn
CO: ore 8-17, presso I distretti.
SERVIZIO ELIAMBULANZA, •lleo^
tero: tel. 116.
12
12 villaggio globale
22 novembre 1991
_________ASSEMBLEA STRAORDINARIA IN CECOSLOVACCHIA
La capacità profetica
che manca alla CCP
Un orgoglio irriducibile, che appare sorpassato dalla crisi dei regimi comunisti - Il movimento ecumenico ha bisogno di una sinistra
« Può darsi che la fine del
"socialismo reale” sia un giudizio di Dio e potrebbe trattarsi
di quel giudizio che Dio ha promesso di esercitare sulla sua
chiesa infedele. Non è tuttavia
compito nostro, servi infedeli
quali siamo, esercitare ed interpretare questo giudizio, al quale
noi stessi dovremmo essere soggetti perché anche noi abbiamo
la nostra parte di responsabilità. Ma forse la CCP sopravviverà al crollo del "socialismo
reale" ».
Un’attualizzazione quanto mai
ardita della profezia classica della Bibbia ebraica sul ’’resto
d’Israele”, quella proposta dal
delegato olandese Dick Boer —
successivamente eletto moderatore del nuovo Comitato di
coordinamento dell'organizzazione — all’Assemblea straordinaria della Conferenza cristiana
per la pace (CCP) tenutasi a
Celàkovice (Praga) dal 17 al 22
ottobre. Quasi che a posteriori
si volesse attribuire al socialismo sovietico la patente di sistema sociale eletto da Dio, per
quanto infedele e corrotto, e alla CCP quella di una minoranza che si riconosce del tutto inadeguata, ma che si confessa altresì salvata per grtizia e per
grazia destinata a mantenere viva la speranza dei nuovi cieli
e della nuova terra della società senza classi.
Eppure è stata proprio questa la visione dominante negli
intei-venti e nelle riflessioni bibliche dell’assemblea, alternando
i toni della confessione di peccato e deH’autocritica per il rigido allineamento della CCP alla politica e alla verità della
vecchia Mosca a quelli dell’orgoglio, espresso in un linguaggio
• che credevamo d’altri tempi:
« Le nostre prese di posizione e
le nostre parole non sono state
sempre popolari — proclama il
canonico anglicano scozzese
Kenyon Wrighi, coordinatore vecchio e nuovo della CCP, riferendosi a quanto detto e scritto
sulla guerra del Golfo dal Comitato provvisorio da lui diretto — ma erano giuste, e sono
state e saranno vendicate dalla
storia ».
Ciò che resta
agli ’’irriducibili”
In realtà, dopo il crollo dei
regimi socialisti nell’Est europeo, l’orgoglio è quasi tutto quel
che rimane agli irriducibili della CCP. Quasi tutto, perché essa
può ancora contare su un ’’Servizio economico” che, messo in
piedi per coprire le spese della
Segreteria internazionale di Praga (dall’assemblea ridotta a ’’soli” sei funzionari), si è rapidamente tramutato, dopo la rivoluzione dell’89, in un’impresa
efficiente capace del miglior
servizio di traduzione simultanea disponibile nella capitale
cecoslovacca e dotato fra l’altro
di un’eccellente agenzia turistica e di Un lussuoso ristorante
nel centro della città. Quasi tutto perché la CCP, grazie all’intraprendenza, alla passione e al
portafoglio di un suo iscritto
di New York, continua a godere presso rONU di uno ’’status”
superiore a quello dello stesso
Consiglio ecumenico delle chiese. Quasi tutto, infine, perché
l’organizzazione può ancora contare su alcune ’’teste” di notevole livello (ma alcune di loro
delle valli valdesi
settimanale delle chiese valdesi e metodiste
Redattori: Alberto Corsani, Luciano Deodato (vicedirettore), Giorgio Gardiol (direttore). Carmelina Maurizio, Jean-Jacques Peyronel, Piervaldo Rostan.
Comitato editoriale: Paolo T. Angeleri, Mirella Argentieri Bein, Claudio
Bo, Alberto Bragaglia, Franco Carri, Rosanna Ciappa Nitti, Piera Egidi,
Adriano Longo, Emmanuele Paschetto, Roberto Peyrot, Sergio Ribet,
Mirella Scorsonelli.
Collaboratori: Daniela Actis (segreteria), Mitzi Menusan (amministrazione), Stello Armand-Hugon, Mariella Taglierò (revisione editoriale),
Loris Bertot (spedizione).
Stampa: Coop. Tipografica Subalpina ■ via Arnaud, 23 - 10066 Torre
Pellice - telefono 0121/91334
Ragtstrazioiia; Tribunale di PInerolo n. 175. Respons. Franco Giampiccoll
REDAZIONE e AMMINISTRAZIONE: via Pio V, 15 - 10125 Torino - telefono
011/655278, FAX 011/657542 — Redazione valli valdesi: via Repubblica, 6 - 10066 Torre Pollice - telefono 0121/932166.
Registro nazionale della stampa: n. 00961 voi. 10 foglio 481
EDITORE: A.I.P. • via Pio V, 15 - 10125 Torino - c.c.p. 20936100
Consiglio di amministrazione: Roberto Peyrot (presidente), Silvio ReveI
(vicepresidente). Paolo Gay, Marco Malan, Franco Rivolta (membri).
ABBONAMENTI 1992
Italia Estero
Ordinario annuale L. 52.000 Ordinario annuale L. 85.000
Semestrale L. 27.000 Ordinario (via aerea) L. 150.000
Costo reale L. 75.000 Sostenitore L. 170.000
Sostenitore annuale L. 90.000 Semestrale L. 45.000
Da versare sul c.c.p. n. 20936100 Intestato a A.I.P.
10125 Torino
via Pio V. 15
FONDO DI SOLIDARIETÀ': c.c.p. n. 11234101 intestato a La Luce, via
Pio V. 15 - 10125 Torino
Amministrazione del fondo; Maria Luisa Barbería, Renato CoTsson, Roberto Peyrot
hanno ^ già espresso all’assemblea l’intenzione di andarsene,
ritenendo esaurito il ruolo storico della CCP con la fine della
guerra fredda).
Per il resto la CCP ha già
perso o sta con ogni probabilità per perdere tutte le trenta
chiese membro che contava in
Cecoslovacchia, Bulgaria, Ungheria, Romania, URSS, Jugoslavia,
Polonia ed Etiopia (a Celàkovice
era rappresentata la sola Chiesa ortodossa russa) e con esse
anche la sua principale fonte
di sostegno finanziario, accanto
ai contributi degli scomparsi regimi dell’Est. Rimangono singoli individui sparsi in Nord America, in Australia, in Giappone,
in India, in Sri Lanka, a Cuba,
in Medio Oriente, in alcuni paesi europei ed africani e forse
da qualche altra parte, la comunità di Iona in Scozia, sparuti gruppetti di base nella Germania Orientale e forse qualcosa in più nel Bengala. Non molto, per un movimento che si
prefigge per scopo — rilanciando la parola d’ordine del teologo riformato boemo Josef
Hromàdka, fondatore (nel 1958)
e fuoruscito (dopo i fatti di Praga del 1968) della CCP — quello
di pronunciare « una parola più
decisiva », in termini di analisi
della crisi mondiale, e di alternativa all’attuale « insostenibile,
ingiusto e antipartecipativo » ordine mondiale, di quanto non
abbia saputo fare il movimento
ecumenico nel suo complesso
col processo conciliare per la
giustizia, la pace e la salvaguar
dia del creato (JPIC).
Non che tale parola non sarebbe la benvenuta, come non hanno mancato di precisare all’assemblea, fra gli altri, gli osservatori del Consiglio ecumenico
delle chiese e della Conferenza
delle chiese europee. Al momento non sembra però che la capacità profetica della nuova CCP
vada al di là della predicazione
della necessità di una profezia.
Incertezze
nelle prospettive
Il Comitato provvisorio è stato coraggioso nella scelta degli
interlocutori dell’assemblea, e
in particolare nell’affidare la relazione centrale al sacerdote cattolico filippino Edicio de la Torre, Un raro esempio di guerrigliero moderato che ha parlato di « sobria speranza », di rispetto per i faticosi sviluppi
della ’’democrazia reale” nel
Sud del mondo (per quanto ”a
bassa intensità”), del socialismo
come di uno dei molti colori
indispensabili a una società democratica e di una spiritualità
energica quanto disincantata e
realistica nel riconoscere la molteplicità delle motivazioni che
possono spingere alla lotta per
un ordine mondiale alternativo.
D’altra parte, nei documenti finali dell’assemblea — in generale brutte sintesi dei risultati delle grandi assemblee ecumeniche JPIC — non c’è trac;
eia di contributi come quello di
de la Torre.
11 movimento ecumenico, di
fronte alle gigantesche sfide dell’attuale crisi mondiale, avrebbe
forse bisogno di una robusta
’’sinistra”, una volta appurato
che cosa questo significhi. Purtroppo c’è però di che dubitare
che la nuova CCP possa mai
arrivare a rivestire tale ruolo.
Bruno Gabrielli
A LUGAU, NELLA EX DDR
Un gemellaggio fra
chiese protestanti
Un gruppo di delegati riesini aH’incontro da
cui è poi scaturito un interessante documento
Il 29 ottobre un gruppo di delegati della Chiesa valdese di Riesi, formato da Nunzio Cosentino,
Attilio Caristia, Davide L’Abbate,
Rosemarie Briillmann, Emiliano
Di Legami ed Angelica Rizzo, è
partito per la Germania per prendere parte ad un gemellaggio europeo tra le chiese protestanti
che si è tenuto a Lugau, nell’ex
Germania dell’est. E’ stato redatto un documento ufficiale concernente il tema dell’incontro,
« Cristiani insieme verso una nuova Europa ». Ne possiamo riassumere le linee portanti:
Nonostante la distanza geografica ed i problemi di comunicazione dovuti alla differenza della
lingua, un gruppo di una cinquantina di persone, provenienti dalle
diverse chiese protestanti di
Riesi (Sicilia), Lugau (ex DDR),
Bourgoin Jallieu (Francia) e Bergisch Gladbach (BRD), si è riunito dal 29 ottobre al 3 novembre 1991 a Lugau, per manifestare la propria piena e gioiosa
adesione ai grandi cambiamenti del contesto europeo alla fine
di questo secolo. Il crollo del
muro di Berlino rappresenta un
simbolo per le speranze che
ognuno di noi ripone nel tempo nuovo.
Alle complessità ed alle difficoltà derivanti dai mutamenti politici, economici e sociali, che hanno
causato un disequilibrio che si
è ingrandito visibilmente in tutta
l'Europa, si aggiungono vecchi
comportamenti inaccettabili, come ad esempio la xenofobia distruttiva, il razzismo ed il nazionalismo, che risorgono in modo
drammatico e manifestano solamente paura ed arroganza. Noi
delegati abbiamo sottolineato che
l'odio, la violenza, la sfiducia reciproca e il materialismo non sono dei fatalismi da accettare passivamente; abbiamo ritenuto che
il dialogo e la collaborazione, in
tutti i loro aspetti, rappresentano
il solo cammino nel quale tutti,
cristiani e non cristiani, uomini
e donne di « buona volontà » devono imperativamente impegnarsi per ottenere la comprensione
reciproca e per realizzare la salvaguardia del mondo.
Siamo stati dell'avviso che questo mondo debba poter essere
abitato da tutti in modo felice ed
armonioso nel rispetto delle diversità umane; ci siamo convinti
che l'idea stessa della diversità è
vitale e che il riconoscimento e la
accettazione della stessa portano
i frutti della riconciliazione, dell'edificazione comune e di una
visione fraterna del mondo. Tutto
ciò può essere realizzato non solo dal singolo ma dall'intera comunità. Quello che noi abbiamo
vissuto, sia pure per qualche giorno, ne è la testimonianza concreta: quando i cristiani si impegnano insieme per rimettere in queàtione vecchi pregiudizi, possono
essere abbattuti i muri più spessi
e possono « crescere » nuove speranze per la pace e per la giustizia. Questa, in ogni caso, è la nostra convinzione, al di là dei problemi e delle difficoltà in atto.
Questo significa che l'Evangelo
della grazia e dell'amore non è
mera utopia, ma è possibilità
concreta di attuazione di quel
« mondo nuovo » di cui Gesù Cristo è stato l'iniziatore.
Davide L’Abbate
NAPOLI
Vattene camorra!
Una manifestazione che ha visto la partecipazione di migliaia di studenti - E i politici?
« Vattene camorra » hanno gridato con rabbia migliaia di studenti per le strade di Napoli alla manifestazione contro la camorra.
Sono venuti dalla Sicilia, dalla Calabria, dalla Puglia e dal
Nord per solidarizzare e fortificare il no alla rassegnazione e
il sì al cambiamento. Si leggeva, negli occhi di quei giovani,
la disperazione di chi vuole dire basta alle prepotenze e ai soprusi. La disperazione di chi
non si arrende ad un’imposizione della cultura della morte.
Un gruppo di studenti liceali
ha interpretato bene il contrasto, sfilando con un Vesuvio di
cartone, sormontato da un sole che una volta appare giallo
ed una volta nero. I colori di
chi lotta e di chi si dichiara
sconfitto. Hanno dimostrato coraggio, quando hanno sfilato vicino al quartiere di Forcella (regno del boss Giuliano) e più forte ancora è stata la protesta.
Ma intanto, a questo esercito
di ventimila giovani che grida,
si sgola, si arrabbia per farsi
sentire forte da chi sta fermo
e vuole che le cose restino così, risponde una città sorda, indifferente, muta; una città che
non parla e non reagisce, non
dà alcun cenno di solidarietà ai
ragazzi che gridano per il cambiamento.
C’è stato anche chi ha pensato di preparare l’alternativa alla manifestazione organizzando
un « filone-party » in una famosa discoteca cittadina. Totale è
stata l’assenza dei partiti e delle istituzioni. Il sindaco e la
giunta comunale, che sovente dichiarano lotta aperta alla camorra, dov’erano? Non può bastare la sola presenza del comune di Pozzuoli e del PDS come atto di solidarietà a chi vorrebbe che le cose cambino.
Resta, in questa giornata, lo
sguardo di ventimila giovani che
hanno riempito le strade di una
città indifferente per denunciare un dramma collettivo che è
ai limiti della sopportabilità.
Cercano una sponda e una risposta nella società civile, e sperano di non incontrare il solito
muro di gomma.
Salvatore Cortlni
PER I VOSTRI ACQUISTI
LIBRERIE
CLAUDIANA
• TORRE PELLICE - Piazza della Libertà, 7 - Tele!.
(0121) 91.422.
• TORINO • Via Principe
Tommaso, 1 - Telef. (OH)
66.92.458.
9 MILANO ■ Via Francesce
Sforza, 12/A - Telefono
+ fax (02) 76021518.