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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spett.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PELLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XLIV - i^um. 5 Uìia r o T> i n Lire 4A abbonami^ > ( t'co: 1.. 2.0li0 per rinterno 1 L. 2.800 per Testerò '^DRilt/ione in abbonamento postale . I Gnippo Cambio di indirizzo Lire SO TOKRE PELI-IfE. 31 Gennaio Ammin. Claudiana Torre PeUice - C.C.P. 1964 2-17557
SORDI
Luca 9s 44-45
Non capire Gesù è davvero una cosa imperdonabile e ci si domanda come sia potuto accadere, e agli apostoli per di più.
Si può ammettere che uno non ami Gesù, lo critichi, non sia
d’accordo con lui, ma non capirlo!
Luca, che ci narra il fatto, aggiunge una nota curiosa: gli apostoli non avevano il coraggio di interrogare Gesù, e questo fatto li
rende simpatici e umani; non capiscono, e stanno zitti, non osano
chiedere spiegazioni.
Quanti catecumeni, dopo una lezione di religione, e quanti adulti, dopo un sermone, se ne sono andati così, un po’ spaventati dalle
])arole del pastore, da certi suoi accenni, certo emozionati e convinti
(Iella verità delle sue parole ma concludendo: non ho capito che cosa
volesse dire.
Eppure non era una lezione di catechismo, nè un sermone, che
Gesù aveva fatto: una semplice frase, poche parole.
Non si trattava di intendere idee nuove o dottrine difficili, parole mai sentite prima; molto più semplice di un sermone o di una
spiegazione del catechismo, la parola di Gesìi:
(i Mettetevi bene nelle orecchie che il Figlio dell’uomo dev esser dato nelle mani degli uomini ».
Proprio questo gli apostoli non potevano e non volevano capire;
tutto quello che Dio fa per noi è fatto con sacrificio.
E non perchè sia difficile per lui, o gli costi fatica, ma perchè
trova sempre un ostacolo nella nostra paura, nella pigrizia, nell’egoismo del nostro cuore, nei nostri interessi.
Gli apostoli non capivano che il loro Maestro, che dicevano di
amare più della loro famiglia, che per loro era tutto, dovesse morire
per mano di quegli uomini che voleva salvare.
Non lo capivano perchè avevano già una loro religione e la preferivano alla parola di Cristo. Ma la loro religione era una religione
senza sacrificio.
Anche noi, oggi, non comprendiamo, o facciamo finta di non
rapire che la fede in Gesù Cristo è fede nel suo sacrificio e offerta del
Giorgio Toitrn
nostro. ^
Notiziario Metodista
Problemi del Metodismo italiano - Problemi delV azione evangelica in Italia
Da sei mesi questo notiziario sulla vita
e l’opera della Chiesa Evangelica Melodista d’Italia non appare sulle colonne della
’’Luce”.
Seri e validi molivi hanno impedito a
(ht era stato incaricato della sua stesura di
continuare la sutt opera, l primi a dolersi
di attesto fatto sono stati i membri del Co.
mitato Permitnente Metodista e nella loro
seduta del 1 Geniutio u. s., constatato con
rammarico Vimpossibilità del fratello Dr.
Franco Becchino di proseguire nel compito a suo tempo affidatogli, hanno incaricato un altro fratello, un altro laico, di formulare il ”!\lotiziario Metodista”. Spiace
non poter più fare affidamento suHe autorevoli prestazioni del fratello Dr. Becchino
(he è il vice presidente della Chiesa Metodista, sulla sua profonda ed esatta conoscenza della vita e dell opera del metodi,
smo italiano, sui suoi concetti informatur’
sempre ispirati dal desiderio di aiutare la
I ealizzazione di una più intensa integrazione Valdese Metodista e poter così avviare
finalmente le due chiese verso la conquista
di unft realtà diversa dall ittiaaltt. A questo proposito i problemi da risolvere e le
difficoltà da superare non sono insormontabili mentre la nostra speranza è nientemeno fondata sulla potenza di intercessione
del comune Eterno Sacerdote. (Evangelo di
S. Giovtmni cap. XVII). Il piccolo popolo” metodista sicuro di trovare uguide slancio da parte del ’’popolo” valdese prega dal^
profondo il suo ’’basta” allo scandalo
delle divisioni. Esigenza di base? Crediarno
di sì. Volontà di Dio? Siamo sicuri di .sì
Le nostre strade sono convergenti. E con
questo? Bisogna percorrerle per incontrarsi Questo notiziario può essere un aiuto ad
accelerare l’andatura: ecco perchè cercheremo dì continuare fedelmente l’opera iniziata dal fratello Dr. Franco Becchino.
Il vice presidente della nostra chiesa ha avuto l’opportunità nelle trasccrse settimane di comipiere un ampio giro di visite presso le comunità e
i gruppi metodisti sparsi in varie regioni d’Italia. E’ per noi motivo di
gioia far conoiscere ai fratelli valdesi
che, da Parma, Bologna, La Spezia
fino a Rapallo, Lavello, Venosa le prospettive del nostro annuncio sono incoraggianti, il desiderio di conoscere
la Parola della Grazia intenso, la fame e la sete di giasCzia visibilmente
insopprimibili. La l'.iesse è quindi sempre grande e i w mietitori » pochi.
Che l’Eterno sot 'ene questa piccola parte della Sua Chiesa che si nomina metodista è .dimostrato anche
dalla entrata in servizio, ^à avvenuta
o di prossimo inizio, di cinque nuovi
mietitori. Uno è il figliuolo di un noi3tro amato Pastore e ha avuto la ìottuna di formare la propria preparazione presso la vostra Facoltà di Teologia; un secondo proviene dalla Con
ferenza Metodista dello stato di Victoria (Australia) ed è un P^tore già
consacrato; gli altri tre, chiamati da
Dio ad abbandonare le loro reti ed a
seguirlo, sono laici e rispettivamente
studente, professore ohe attualmente
insegna e dirigente industriale.
Sempre a conforto della nostra tesi
dell’Etémo che sostiene, vi segnaliamo le richieste di nuovi locali di culto
da Albenga, Lavello, Palazzo Adriano,
di rifacimento e ampliamento da Santa Maria Capua Vetere e Alessandria
e inoltre i’inaugurazione avvenuta domenica 24 novembre u. s. della nuova
cappella a Pescara. Crediamo opportuno precisare che l’opera che la nostra chiesa sta svolgendo nella diaspora Pescarese e Chietina è affidata
ad un predicatore laico dedito a « pieno tempo » al suo apostolato; i frutti
della sua testimonianza cominciano
ad essere visibilmente ' graditi al Signore che li benedice.
Per la prima volta nella storia ul
s
P 1 Q O L A1' u R E
La ricerca delTunità cristiana
neirAfrica pagana
Da alcune lettere ricevute da colleghi
dello Zambesi, stralciamo le seguenti
notizie che completano su vari punti
gli artiroli del ” nostro inviato speci'llv **.
Parlano
i capi nazionalisti
Ecco alcune citazioni tratte da discorsi
dei raipipresentanti del principale part.to
nazionalista della Rbodesia del Nard.
Un estremista, apostolo della violenza.
« li solo bianco cbe abbia ciualcbe valore
è un bianco morlo ».
n capo del Partito, Kenneth Keunda:
Noi non giamo così fieri da non riconoscere che, nei prossimi atmi, le nostre mani
d'jvranno essere guidate da mani più capaci e uiù esperte delle nostre. Ben inteso
noi vogliamo i nostri esperti africani, ma
essi dovranno acquistare esperienza ed
sere ben qualificali, cosa cbe non si può
accelerare e die non si può ollenere se^ non
col tempo necessario ad ogni maturazione.
Durante quel periodo vitale avremo bisogno deiraiuto che viene daU’estero: non
però di uomini die sfrutteranno la nostra
debolezza e inesperienza, ma cbe saranno
disposti ad essere nazienli con noi durante
gli anni difficili d'ell’inizio del nostro sviìnppo: uomini che non ci abbandonino,
disgustati dal nostro brancolare, ma che
guidine le nostre dita, finché sapremo estltamenie die cosa fare e come farlo. Abbiamo bisogno di esierli che accettino contratti prolungati non semplicemente ne- dirci quel che dobbiamo fare, ma per aiutarci
a compierlo ».
Un altro capo nazionalista, M. Ka >wepwe, parlando agli studenti della Scuola
Secondaria di Sefula ha detto : « Il popolo
della Rhodesia del Nord deve rendersi ben
con o die omandando la sua libertà e la
sua autonomia, esso domanda allo stesso
tempo di lavorare con più vigore. Avere
rindi.pendenza non significa ottenere lutto
immediatamente. Significa cbe per comin
ciare voi dovete lavorare sodo; tutte le
razze dovranno lavorare assieme n.
La Scuola Secondaria
di Sefnla
Questa scuola, i cui corsi corrispondono
alla quinta ginnasiale e prima liceale, fu
fondata nel 1961 e comprende ora tre sezioni ner la prima dasse e due per la seconda. 11 numero delle ragazze cbe era di 6
nel 1961 è salito rapidamente a 10 per 1 anno 1964. . . . j.
Uno dei professori scrive: « A giudicare
dal numero di candidati die si sono presentati alTesaa.me di ammissione per il 64,
la nostra scuola gode già di una buona fa
ma nel paese. Abbiamo avuto infatti i.'iU
candidali oer i 90 posti disponibili.
Le ragioni di questa popolarità? Prima
di tutte, grazie alla collaborazione di alcune mogli di missionari, abbiamo avuto un
corpo insegnante ben qualificato e sempre
sufficiente. Poi- fin dal principio, abbiamo
scello il francese invece del latino, come
seconda lingua europea, (la prima essendo
naturalmente l’inglesei... Infine siamo stati i orimi ad ammettere delle ragazze ».
E il orofessore eontinua : « Non dimenìidiiaino'cbe il nostro compito esige una fedeltà totale giornaliera, nelle grandi e nd]e piccole cose. I nostri studenti vivono in
due mondi completamente diversi: a senola da una narte, e daU’allra. nelle loro famìglie. In fondo alla brousse, o in quella
brousse ancora peggiore che sono i quartieri indigeni delle grandi citta, essi vivono
in un mondo dove imperano la stregoneria;
U- notenze occulte e l’iilibriacliezza, con
tutto quello cbe ne deriva, il fatto essenziale per noi ’e che questa moltitudine di
«iovani, ragazzi e ragazze, è un magnifico
camp- da evangelizzare. La futura « elite »
del paese ci è affidata: abbiamo cosi da curare delle anime assieme a delle intelligenze. Certo il lavoro è assai dfficile. Vi sono
Va i nostri studenti un certo numero di
oiovani <he, forse in parte per delle ra-io
ni colitiche, sono risolutamente ostili al
Vangelo. Forse tale ostilità vai più che
l’indifferenza: comunque cosi stanno le cose. In molti altri, invece, noi troviamo un
terreno singolarmente ricettivo, e vai la
pena di seminarvi il seme senza lesinare la
fatica, nè la preghiera. 11 resto appartiene
a Dio ».
(Estratti da una lettera del
Prof. S. JaquesJ
Do centro inierrozziale
a Johannesburg
Nelle vicinanze di Johannesburg, a Wilderspruil, è stato costruito un Centro Interrazziale e interconfessionale, diretto da
una comunità di cui fanno parte ciristiani
di varie denominazioni e di varie razze
(neri, bianchi, indianij.
Il missionario G. Subilia della Società
delle Missioni di Parigi, la cui famiglia
stabilita nella Svizzera è di origine valdese
parla in un articolo pubblicato nel « Semeur Vandois » di una seduta alla quale ha
assistito a Wilderspruit.
1) L’argomento proposto. « 11 problema
più grave che oggi la Chiesa Cristiana deve risolvere in questo paese, (PAfriea del
Sud) è il continuo sbriciolamento della
Chiesa causato dall’apparizione di nuovi
gruppi settari. (1)
Su questo fenomeno noi abbiamo per lo
più una conoscenza molto vaga... eppure è
necessario trovare una risposta chiara... ».
2) Riassunto della conferenza del Past.
Tema. Non parliamo di sette nè di « chiese
separatiste ». E’ meglio rollocare questi
gruppi fra le (< vecchie chiese » (quelle venute dall’estero) e le « giovani chise » quelle fondate dalle Missioni) e rhiamarle
« Chiese Indipendenti » Nella mia qualità
di presidente della Federazione Inlerdeno
ininazionale dei Pastori Africani ricevetti
poco fa una lettera dal Governo, che ma
nifestava la sua intenzione di sopprimere le
Chiese « non riconosciute », e chiedeva la
nostra opinione su queste cliiese. Il Comi
tato Esecutivo della Federazione ha risposto: «Non crediamo che sia di competenza
di un governo il riconoscere o no una chiesa ».
Noi die siamo membri di chiese « riconosciute », non dobbiamo guardare dall’alto in basso queste chiese indipendenti..esse sono lì... e sono delle chiese. Il moltiplicarsi di questi gruppi è un fenomeno
africano, ma credo che sia anche un po’
americano... Queste chiese indipendenti, situate tra le vecchie e le giovani chiese, hanno un compito iniportanie da compiere per
la evangelizzazione dell’Africa... Spetta a
noi stendere loro la mano per essere ror
loro « Uno in Cristo ». Ci sono delle difficoltà: chiese indipendenti non si fida
no delle chiese dirette dai bianchi... la pre
parazions dei loro pastori è quasi inesistente... per loro la Bibbia non è la base « fondamntale n della Chiesa, ne utilizzano soltanto certe parti. Malgrado queste ed altre
difficoltà, fra cui il problema della poligamia, noi siamo assolutamente decisi, non
ad amalgamare le chiese indipendenti, m:t
a stender loro una mano fraterna. (Juelle
chiese sono 11 in mezzo a noi... noi vogliamo lavorare assieme, e cerchiamo come costruire tra esse e noi dei ponti.
Non si tratta per noi africani di pregare
Dio tramite l’occidente. Cristo è il Cristo
dell’Africa, e noi dobbiamo consultarlo direttamente ».
11 pastore Tema ha concluso ; « Io credo
che è giunto il momento in cui le vecchie
chiese e le giovani chiese daranno la mano
alle chiese indipendenti perchè si adempia
la Parola del Cristo: Che tutti quelli che
credono in Lui siano uno ». R. C.
(L La Professoressa M. L. Martin della
Scuola di Teologia di Morija (Basu'oland)
afferma che nell’Africa del Sud vi sono
200n sette di vario tipo: poche sono rinicl'e
fedeli all’insegnamento apostolico, mentre
la gran maggioranza offrono varie forme di
sincretismo, in cui l’elemento pagano tende ad affermarsi sempre più (Le Mondo
non-Chrétien - Od.- Dèe. l962 p. 232).
tracentenaria del metodismo nostrano si è avuto un convegno nazionale
delle Attività Femminili. Luogo di incontro Bologna nei giorni 28 e 29 Settembre u. s. Rappresentate le sorelle
di quasi tutte le nostre comunit^ da
Palermo a Milano, da Savona a
ste ; scopo dol convegno, gettare le bsr
si di un lavoro unitario rnediante la
istituzione di un segretoriato per le
attività femminili da inserire coum
gli altri segretariati già esisten-i
(Scuole domenicali, gioventù, predicatori laici) nella Conferenza Metodista
Nei giorni 14 e 15 Settembre u. s. si
è riunito ad Ecumene il convegno dei
predicatori laici che generalmente ha
luogo ogni anno. In occasione di questo fraterno incontro si svolge una
sessione di esami per i candidati predicatori laici. -Ai nostri « esortatori ,>
che intendono essere promossi al ruolo di predicatori laici oltre la raccomandazione del Conisglio di Circuito
di loro appartenenza, è richiesta ima
preparazione triennale con l’obbligo
di sostenere gli esami davanti alla apposita Commissione nominata dalla
Conferenza Metodista.
Non possiamo passare sotto silenzio
in questo notiziarioi il Convegno Pastorale Metodista raccoltosi ad Agape
il 26 e 27 settembre u. s- Il corpo pa;
storale metodista era presente quasi
al completo. Questi «dispersi per amor di Cristo» hanno potuto godere
di due gioimate di comunione fraterna con possibilità di scambiarsi le loro esperienze, di elevare pregWere corali, ospiti di una organizzazione valdese. A quando un convegno dei « dispersi » valdesi dell’Italia centrale a
Ecumene?
La nostra comunità di Intra ha celebrato nei gioimi 14 e 15 Dicembre
u. s. il centenario dell’inizip delTopera
evangelistica in quella città; una pu1>
bhea conferenza del Pastore Sergio
Aquilante sul tema: «Significato di
una presenza evangelica in Italia»;
svolta presso la sede di una associazione di lavoratori di quella città e
un culto di Santa Cena con la predicazione del Presidente della Chiesa
Evangelica Metodista d’Italia hanno
concluso la celebrazione.
Per la loro portata ohe va oltre i
conìfind nazionali dai quali cr. sono
giunte crediamo opportuno segnalarvi alcune notizie del numeroso popolo metodista. Presumiamo saranno a
vostro conforto come lo sono state a
nostro: Dallas (Texas): H Pastore
metodista William Holmes che a Dallas ha denunciatoi apertamente lo spirito intollerante dei suoi concittadini, ha dovuto essere posto sotto la protezione della polizia assieme ad altri
unidlci Pastori metodisti di quella
stessa cristiana città.
Preston (Inghilterra): la Conferenza metodista di Gran Bretagna ha autorizzato il Sinodo metodista di Scozia —■ dipendente da tale Conferenza — ad iniziare conversazioni con altre chiese di Scozia in vista di una loro eventuale unione.
Africa del Sud: pter la prima volta
la chiesa metodista dell’Africa del
Sud, che conta un milione e 364.COO
membri comunicanti, ha eletto un Pastore africano (negro) alla carica di
Presidente, il Rev. Seth M. Mokitimi.
Ripetiamo che l’avvenimento ha avuto luogo nel Sud Africa.
Concludiamo questo notiziario e por.
tiamo a vostra conoscenza che il Candidato in teologia .Bruno Rostagno
preposto alla cura delia comunità valdese di Genova-Sampierdarena è stato, Domenica 13 Ottobre u. s., insediato dal Capo circuito Rev. Cacciapucti
nella cura della comunità metodista
di Genova-Sestri e presentato ufficialmente a quei fratelli.
Interpreti dei sentimenti che animano i metodisti sestresi ed anche
quelli di tutti gli altri, ringraziamo il
Pastore Nisbet per l’opera compiuta
e l’esempio offertoci durante il suo ministerio valdese-metodista. Auguriamo
al candidato in teologia Bruno Rostagno che lo sostituisce di poter esperimentare a sua e nostra speranza la
nueva benedetta realtà della perfetta
fcomunione Valídese-Metodista reahazata nella zona dove il Signore della
Chiesa lo ha chiamato ad anunciare
la salvezza per una vita di santità.
Un vostro fratello metodista
2
pag. í
N. 5 ■— 31 gennaio 1%4
31
Per una buona inlesa
V1ÏÏ0RIA
27 DldEPRE mt
Ncn i-’è proprio nulla che possa, nella
cultura occidentale, stare alla pari con la
apologetica cattolica; nessun documento
scritto ha il potere di immergerti in quella stanchezza fìsica, in quell’atmosfera di
grigiore da cui ti traggono, solo a sprazzi,
scatti di rabbiosa reazione. Veramente incomparabile quell’arte della falsificazione
storica tra Tarrogamte e l’ingenuo, quella
presunzione falsamente umile, quel mettere le mani su tutto con sicurezza, col tono
di chi dice: è roba mia... e alla radice del
discorso quella incapacità a comprendere
e rispettare l’uomo, sia esso nemico o ami
co, avversario o interlocutore.
Il libro di don Morero è un libro d
apologetica, cioè una difesa della fede cat
lolica e come tale appartiene a quella ca
tegeria di pensiero. Apologetica in tono mi
nere, è vero, lontana dalla magniloquenza
e dalla genialità di un Bossuet, ma pui
sempre apologetica. Parla dei Valdesi è
vero, ma in realtà pensa ai lettori, quei
piicolo mond-o borghese di provincia che
nel clima di distensione ecumenica e di benessere econonuco è minacciato dal pericolo di un nefasto « spiritualismo laicista.. »
(cosa sia non lo so) e che si lascia sedurre
dagli aspetti formali dell’eresia valdes-3
sfuggendo alla guida sacerdotale. Redatto
tere in chiaro le cose; eccola a pag. 7:
« L’esiperienza religiosa si presenta sempre
con due dati caratteristici : il messaggio di
Dio all’umanità e la risposta dell’uomo a
Dio. Per il cTistiano i due momenti si ohiamano Rivelazione c Chiesa i.
Questo significa che Dio ci chiama, ci
parla, ci salva e la nostra salvezza è in un
atte di ubbidienza che noi facciamo rispondendo alla sua voce e ineHa ubbidienza
consiste nell’entrare fiduciosi nella chiesa.
E’ dalla chiesa che riceviamo guida e vita
uer-chè è da lei che riceviamo la sailvezza.
Interpretazione eccessiva la nostra? ¡Non ci
pare, ascoltiam) piuttosto quest'allra citazione: «Cristo è con noi fino alla consumazione de; secoli: non con me, con te o
con .lui, ma con noi. e-an quel noi segreto
che è la matrice dell’io cristiano (cioè la
Chiesa). La verità cristiana è ineffabile solo
nerchè essi è lo stesso Cristo che vive la
dove l’io muore nel noi e vi rinasce: Io
sono la verità ».
La verità, cioè Cristo è laddeve è la
Chiesa, credere significa obbedire alla Chiesa, ravvedersi significa sottomettersi ad essa, santificarsi significa crescere in essa ricevendo grazia sacramentale e ordini.
« Essa è competente nello stabilire la
corrispondenza fra il nostro intelletto e il
Quello che noi cerchiamo
e don Morero ci offre
in tempi ecumenici, si dice, ed è vero, ma
nel clima di una piccola diocesi della provincia italiana ohe non ha mai brillato per
il (SUO fervore di studi teo-logici e di iniziative.
11 libro vuole essere una presentazione
della storia valdese e della realtà ecclesiastico-sociale del valdismo attuale e c’è infatti di tutto: ’envolées’ teologiche come
l’inno alla chiesa del -caip. 6, (Sottili analisi
psicologiche come il capitolo sui complessi,
pagine di pastorale isp-iecio-la come quella
sui matrimoni misti e la loro funzione
mi.ssionaria, piccoli ’essais’ filosofici e interessanti annotazioni marginali come le pagine sulle bambinaie valdesi, « mito borghese ».
Vi si possono imparare molte cose sulle
tendenze di giovani e vecchi pastori, stdle
viiende storiche del (passato, su come il
Papa riuscì a -non pagare i conti che il duca di Savoia si illudeva di farsi riniborsare
pei la sua azione di rastrettamento nelle
Valli, sulle promesse di rinnovamento che
offre il pulpito della -chiesa di Prali con le
sue sculture, sui pericoli dei campi di Agape per i non preparati.
Chi potrebbe resistere alla tentazione di
citaré frasi come questa, concernente la
teologia luïeran.a: « pessimista BulJ’uomo,
eccezion fatta per -ciò che compie in lui la
grazia, -auasi contro di ini, Lutero fu pessimi(sta sull’utilità della filosofia ». o come quest’altea: «l’uomo è radicalmente e
totalmente corrotto a causa del peccato ori-ginale, e quindi ogni cosà che fa è un peccato. La concupiscenza è invincibile anche
nel bat-esiiMo e (perdura necessariamente
in esso allo stato di peccato originale »; o
ancora: «nella teologia luterana la grazia
è soltanto un documento che attesta una
santità che io non possegac, un titolo giuridico che non corrisponde alla reaPà dei
fatti... ».
Se questo è Lutero, il povero Calvino
non è meglio servito, ccn il suo pensiero
teologico basato « sulla fatalità di ciò che
Dio ha disiposto per il destino de-lLuomo ».
Povero Calvino, che « si stacca dal Protestantesimo » e che costituisce « una piccola setta nella massa » dei Luterani! Lasciando agii a-mici della Società di Studi
Valdesi la cura di contro-ilare l’esaltezza
storica di certi capitoli, non iposso tralasciare per il diletto di altri aimici filosofi
questa perla : « Ogni dottrina, (per il fatto
che fa uso di una sua terminologia, ha una
sua logica: di qui, per arrivare all’esigenza di una filosofia, di una metafisica, il
passo è breve, anzi O(bbligaterio ». Di filosofia il povero Valdo ne ebbe pochina;
t Riformatori in compenso ne ebbero una,
« negativa », però. Perchè se guardiamo a
fondo, la filosofia è una dimostrazione di
fiducia nella ragione umana, nelle capacità
della sua dialettica. Quindi una qualsiasi
riserva sulle ca(paci'-à le glebe della ragione
umana, comipromette la possibilità di co•struire una qualsiasi filosofia ».
E questo florilegio di stranezze terminologiche, di errori storici, di incompetenze
teolf giche potrebbe continuare, sempre vestito di una ratorica verbale piacevole ma
a traiti incompresi-hile.
Si potrebbe concludere questa nota con
la fi'ase incom(parabile con cui il Goguel,
in una noticina del suo « Jésus », presentò
l’opera di Daniel-Rcps (Accademico di
Francia! citato anche dal nostro): «Scientifiquement, r’eisi un livre quii n’existe
pas... il ne mériterait, pas d’être menìionné ».
Il libro di don Morero, però in quanto
documento di una mentalità e di una sensibilità ecumenica, non solo esiste ma ha
per noi una straodinario interesse.
Occorre ¡riconoscere ^inireramente ohe
nessun evangelico, anclie ¡I più dotto ed
appassionato studioso della leclogia c.attolica ed il più esperto conoscitore dei suoi
meandri e delle sue sfumature, sarebbe in
giado di darci quelle definizioin, cosi chiare e pertinenti, per farci «entre in che cosa consiste oggi il nucleo centrale del pensiero cattolico romano. ¡Nessun protestante avrebbe saputo esprimere con quel linguaggio inconfondibile la natura stessa
della fede cattolica, oggi, nel tempo del
disgelo ecumenico, nel tempo del concilio.
Di questo dobbiamo essere grati a don
Morero. Una sola citazione basta a met
Regno di Dio, fra i nostri fini particolari
ed il fine universale ohe è a(ppnnto il Regno ».
E più oltre, ancora più esplicitamente:
« Non già ohe il trapasso della mia naturale intelligenza a quella so(prannaturale sia
pacifico C(d ovvio : il senso della Chiesa è
il senso della Croce ».
Eh no! qui veramente non si tratta più
delle inesattezze storiche o dei complessi
ma veramente è in gioco la nostra fede
stessa, la sostanza della nostra fede.
Questa identificazione tra la salvezza e
la chiesa, tra la volontà di Dio e l’obbedienza al magistero, tra la nuova nascita
della creatura umana ed il suo inserimento nell’istituzione ecclesiastica, questa Chiesa « in cui la nostra salvezza si compie »
confusa con la « Casa del Padre » è quella
che rifiutiamo, perchè ci sembra essere
una deformazione, un travisamento della volontà -di Dio. Questa confusione tra
Cesù Cristo e la Chiesa è la grande eresia
cattelieo-romana contro cui protestiamo.
E proprio a questo riguardo il libro che
stiamo esaminando è un tragico documento dì come il Cattolicesimo non sia mai
stato in grado e non lo sia tuttora di comprendere la protesta valdese 'p(rima e quella riformata poi. Il Cattolicesimo ha sempre considerato queste voci come orgogliose, arroganti, compromesse, interessate; Valdo e Lutero e Calvino: tutta gente
che non ha capito la Chiesa, che aveva
i suoi interessi ad uscirne, gente piena di
boria e di ignoranza, immorali o ingenui.
Tutto qui, niente di più.
Che cosa ci dice in sostanza il nostro autore? Siete cattolici (lo era d’altronde anche Valdo), lo siete senza saperlo, « si tratta di una a(p(partenenza per desiderio ».
Ognuno di noi « sarebbe certamente cattolico Se circostanze storiche ed una maggior
capacità di porsi il problema glielo permettessero ». In sostanza la nostra separazione da Roma è il frutto delle circostanze, dell’incomprensione di qualcuno, è un
caso fortuito che non ha ragion d’essere e
che potrebbe essere eliminato, rimediato
con un po-chino di buona volontà da tutte
le partì.
Basterebbe conoscersi meglio, dissipare
alcuni malintesi, penetrare nella mentalità
degli altri e tutto sarebbe risolto, basta
comprenderci con i nostri complessi e perdonarci a vicenda le intemperanza della
nostra storia e le originalità della nostra
organizzazione.
Questo è precisamente l’insulto che il Cattolicesimo rivolge da seco-li alla cristianità
riformata: il non accogliere la sua pa-ro(lail non prendere con serietà dovuta il suo
appello: no(n chiediamo di essere rispettati
e capiti ma ascoltati. Chiediamo cioè che
la protesta di Valdo e di Lutero, la crisi del.
la loro coscienza di credenti sia presa in
considerazione, non con ¡1 paternalismo «en.
timentale e la condiscendenza orgogliosa di
cui Roma è maes'ra ma con la fraterna attenzione ed il ris(peUo che si usa nel dialogo
tra uomini (se non si vuole parlare di fra
telli). L Inquisizione ha cercato di soffocare, i Legati pontifici hanno cercato di aggiustare, oggi la corrente progressista in seno al cattolicesinic cerca di comprendere e
scusare ma sostanzialmente l’alteggiamento
che da secoli la Cristianità romana mantiene nei nostri confronti è Io stesso: il ricupero senza ascolto. II prof. A. Hugen dice
giustamente ohe dal punto di vista storico
molla straida è staila fatta nella ricerca della
verità ed augura die se ne faiccia ancora ;
sul terreno ecumenico però non si tratta di
fare poca o molta strada ma di preriderc
un’altra strada. Non è il riformismo dei Vaticano Il che chiediamo, l’aggioia.amento
della chiesa del tempo moderno, un rinnovamento di spirilo liturgico o biblico, chiediamo che la Chiesa di Roma si penta. Dcn
Morero semibra credere che la cosa sia possibile quando afferma che i pontefici recenti da Pio XII a Paolo VI hanno sconfes.saio
certi atteggiamenti della storia passala; ed
in fond.o sono disposti a chiedere scusa, perdono anche per errori (Storici o politici passati, diciamo noi. Ma deve essere chiaro,
una volta per tutte che non sono scuse che
vogliamo, non ci interessa affatto ohe Roma riconosca di avere sbaglialo nei nostri
confronti, ¡1 pontefice potrebbe anche a nome della Chiesa cattolica riconoscere Ferlore di tutta una politica e di uitta una
teologia nei confronti dei suoi figli eretici.
Nulla camibierebhe. E’ a Cesò Cristo, jl Signore della chiesa, ohe Roma deve recitare
il miserere. Non riconoscere di aver sbagliato tattica, di .non aver saputo salvare l'unità della chiesa o di non aver capito i tempi-, ma di aver peccato. Chiediamo, al cattolicesimo di imparare, come l’abbiamo imparato noi. che il solo atteggiamento della
chiesa di Cesù Cristo è quello della penitenza. Non ci presentiamo cerne maestri e
dottori, non domandiamo che la nostra teologia e la nostra organizzazione siano presi, insieme ai nostri complessi, come norma
di vita. Rema sia Roma ma scelga con noi
il cammino del ravvedimento, dico con noi,
non dietro a noi perchè non siamo maestri
nemmeno nel ravvedknnto, noi Valdesi.
Ci duole vedere invece che da H. Kiing
a don Morero, dall’alta teologia alla pubblicistica, dal cardinale Bea alla predica domenicale del semplice parroco la linea di
pensiero permanga identica: Vorgogliosa sicurezza di una chiesa che ha ormai padronanza della verità perche è padrona della
grazia.
Perchè, crede don Morero, Valdo avrebbe
scelto la via riischiosa della protesta ed i
suoi amici quella del processo e del rogo
se non per una urgente e insopprimibile
ragione di vita? Pe- orgoglio, replica don
Morero, e Lutero per interesse, calcolo, incomprensione; questo nou comprendere un
fratello separato è insultarlo perchè significa rifiutare la validità della sua stessa esistenza, significa squalificare la sua ragion
di vita. Quando la Chiesa romana avrà rinunciato ad essere Mater et Magistra e ritornerà ad essere Vancilla domini, comincerà l’incontro ecumenico.
Giorgio Town
Besücooto
della cooferenza
del Pastore
GìovaoniScuderi
sul teuia;
Intervento del sacerdote Anastasi
Considerazioni
sui Concilio
Preannunziata notiziari-radio regionali e da grandi manifesti niurali apparsi non
solo a Vttoria ma anche nella vicina Cornisi) e nel capoluogo di provincia, Raguisa, ha
avuto luo<go venerdì 27 dicembre a Vittoria, ad iniziativa del Circolo di Culturi
« Leonardo d® Vinci » — un cenacolo dì intelle tuale laici ed orìentatii a sinìst.r’a —
Lattesa interessante conferenza del pastore
della Chiesa evangeilica valdese di Vittoria
Giovànni Souderi tsul tema: «Considerazioni prctestanti sul Concilo ecumenico ».
La ooinferenza si è tenuta nell’aula consiliare del Municipio, gentilmente concessa,
in un’atmosfera dì profonda simpatia, di
autentica cordialità, di consapevole carità
cristiana. Ed il fatto che alla conferenza
sono intervenuti in largo stuolo cattolici e
protestanti, clero secolare e regolare, studenti e padri di famiglia, credenti o non
credenti, signore e signori, e che la conferenza stessa ha avuto luogo in una residenza municipale dov^e siedono e deliberano socialisti e comunisti, è stalo — come
ha scherzo.samentc rilevalo il pastore Scu
Culto Radio
ore 7.40
DOMENICA 2 FEBBRAIO
Past. Alfredo Scorsoinelli
(Chiesa Metodista di Napoli)
DOMENICA 9 FEBBRAIO
Past. Alfredo Scorsonelli
(Chiesa Meitodista di Napoli)
deri — un segno dei tempi, un sintomo di
eeurneuismo.
Doipo aver premeisso e sotlolimeaio che il
sue tema verteva su riflessioni e nuiraltro,
nel rispetto delle altrui posizioni teologiche, nella coscienza che ropera dello Spirito Santo ncn può essere ipotecata nè tanl') meno antirina'-a da giudizi che rischiano
di trasfigUirare la realtà dei fatti, l’oratore
ha, sulla itase di incontestabili documenti,
posto in luce quelli che sono i propositi
della Cerarciliia Romana, tendenti solo ad
un rinnovamento deRa sua Cliiesa (« renovatio » è la parola originale del documento) e non a riforma (cfr. Paolo VI: discorso del 29-9-1963 in ooaasicne delFapsertura
della seconda sessione conciliare) come è
stato erroneamente tradotto dall’ufficio stampa del Concilio.
Lo’ratore ha quindi enucleato ì tei puntichiave della sua conferenza : 1) ecumenismo,
iiiimiiiiiNiiiiiiiiiiiiiiiimimiiiiii
miKiiiiiuiiiiliiliiini
Celebrata la festa dell’albero di Natale
della Scuola di Cappella Vecchia in Napoli
La lesta delF-Albero è stata organizzata
con particolare cura dal solerle corpo insegnente della Scuola. Tutte le aule erano ad
dohbate con festoni ed alberelli e sui vetri
delle finestre erano stati dipinti fiocchi di
neve ohe a tiravano lo sguardo dei passami
e rendevano Fatmosfera più gioiosa. L’attesa manifestazione ha avuto luogo nel Tempio Valdese di via dei Cimbri. 11 presidente del comitato della Scuola Michele Andreozzi ha iniziato rivclgendo agli alunni
ed alle famiglie partecipanti jl suo Ijcnvenulo; egli ha dello: «Sono lieto di essere
fra voi, anclic quest’anno, per festeggiare la
ricorrenza del Natale che simboleggia la
venuta dj Gesù Cristo .sulla Terra. E’ la festa di lutti e particolarmente di voi bambini che scrridenti siete riuniti intorno al
l’.Albero. A voi piccoli della scuola evan
geliva che guidali dalle vostre insegnanti vi
siete preparati per cantare le lodi al Signore in questa giornata, vi ricordo, ancora
una volta, die la venuta di Gesù è per noi
guida amorevole itqiirata alla bontà ed alla carità ».
Il presidente, dopo aver ringraziato i numerosi intervenuti alla festa, ha rivolto un
affettuoso augurio personale ed a nome del
comitato della Scuola. Ha poi parlato il Pa■s|'re Doti. Davide Cielo, il quale «i è r'volto particolarmente ai bambini, invitan
doli a non dimenticare il vero sgnificato dfl
Naiale ed i messaggio d’amore che porla
nel mondo: egli ha ricordato, inoltre, come per : bambini la feista del Natale è legata quasi esclusivamente alla offerta dei
doni ed alle molte vacanze scolastiche. Hanro avuto quindi inizio le recile :i cui han
no partecipato un buon numero di alunni
di tutte le classi compreso quell; della
Scuola Materna. Il programma è stato validamente presentato dall’alunno di V classe
lozzi Giu.seippe. La recitazione delle poesie
e dei dialoghi è stata applaudita con entusiasmo dai presenti. Sono stali inoltre cantal! gli inni iradizionalii : « Sot'o splendido
stellato » e « Notte benigna », quest’ultimo
inno alla sola luce delle tante candeline che
adornavano ¡1 grande abete
La festa è terminata tra la gioia d; tutti
e gli alunni accompagnati daille rispettive
insegnainti seno tornati alle loro rispettive
classi per ricevere il pacco dono contenent(* doli’ium; vari. Molle fotografie seno scattate durante le cerimonia. Negl; occhi di
inni si c letta la gio-ia di aver trascorso due
ore di serena letizia. Vera Russo
protestanti
Vaticano II
2) ecdeaiologia, 3) liturgia, 4) mariologia,
5) libertà religiosa, 6) primato papale ed
episcopato, secondo le risultanze della seconda sessione conciliare.
In tema di ecumenismo Jia con parole sobrie (posto in risalto il dWario tra la concezione cattolica e quella protestante : il
cattolicesimo ehe intende Tuinità dei Cristiani ned senso di « ritorno ed integrazione all’unico ovile » di Roma (unità col papa e so ito il papa), il protestantesimo che
la vede nel pitomo alle orìgini ed alle Sacre Scritture (unità col Cripto e sotto il
Cristo). Divario, questo, che fa naturalmente scaturire la riflessione che recumenismo
romano è inaccettabile dal punto di vista
prolestanie.
Jn materia di ecclesiologia roraiore lia
spiegato all’uditorio che il concetto che delli « chiesa » hanno i cattolici non è cerio
fatto per favorire l’unità coi « fratelli separati » (ortodossi e proteslanti) che la Gerarchia Romana «j ostina a non consideiare « chiesa ». Ne scaturisce la riflessione
che i cristiani non cattolici non trovano |>osto in una visione ecclesiologica miova, la
ecclesiologia romana non essendo muta!a
dalle posizioni tridentine e del Vaticano L
Ora non può esistere dialogo eninnniuo
vero quando da parte cattolica si fiiiula apriorislicamente di ammettere, alineno i
me ipotesi metodologiche, le categorie dell’inlerlocutore.
Sulla liturgia roratore ha eletto clic lo
scJiema conciliare riflette più ropjiort(ini:à
pratica die non la motivazione leoioitiua.
Rinnovamento litúrgico, quindi, più iormale che sostaiizisle; difetto di una dottrina biiblicamenle chiara dello Spirito Santo
(irca i raipiporùi tra Spirito Santo e Chiesa
intesa come popolo di Dio, da cui coìisì*gue 1 erronea impostazione dei raipiporlì tra
clero e laicato.
Sulla tanto dibattuta questione marioìogica — altro ed aspro iseoglìo su cui s’ìnfrangoino glj sforzi dell’ecumenisnio l’oralorc ha poisto in luce le -due tendenze oppostesi in Concilio; la prima, tradizionale, che avrebbe preferito un progressivo 'í iluippo della dottrina d¡ Maria in un documento a sè stante; la seconda, che desiderava rinserimento dello schema su Maria
nello schema del a De Ecclesia » i quasi a
significare che il posto di Maria è nel contesto della Chiesa e che la mariologia non
può essere avulsa dalla ecclesioìogiaj. Col
risultato che ha prevalso, col rinvio dello
schema per jl suo inserimento nella ecclesiologia, la seconda tendenza.
^ Circa il problema della libertà religiosa
1 oratore ha rilevato come, dopo essere slata essa affermatra in termiini generale di rallegrante chiarezza (¡suillla base del diiritto naturale, non biblico però), al momento della definizione del suo esercizio concreto
maraifestanitesi in atti esterni sia nella vita
privata ohe^ nella pubblica, essa libertà finisce con 1 esser sottoposta al criterio del
« l^ne pubblico », la cui valutazione spetta
alili autorità civile, cui risujlato di giungere
perfino, nei casi limUe. glia leiializzazione
del soffoca.niento della libertà stesso.
Circa poi i rappor'i (r» papa e vescovi
1 oratore Ira soititolìneato le posizioni contrastami venficatesi durante il concilio fra
la corrente tradizionale e la corrente progressista per la soluzione dello spinoso problema.
Il Ccmilio — ha egli detto avviandosi
alla fine non può definire nulla di nuovo, ma solo riformulare in modo nuovo
quanto la Chieisa romana ha sempre e
dogmaticamente affermato nei secoli. Rinnovamento della forma, quindi, e non della sostanza. Ma la soia possibilità della rienanciazione delle sue dottrine, da parte della Chiesa romana, c¡ pare — ba proseguito
1 oratore — una concreta realtà po^^iti/n ^lie
lascia sperare in nuove impostazioni teologicJie più atte ad un dialogo.
Nonostante tutto, oggi stiamo dialogando,
<ì troviamo insieme, cattolici e protestanti,
m un inovimenlo spirituale. Il dogma del1 inimobflisimo cattolico — ha concluso il
pastore ¡^cuJeri — è stato ¡scosso e il ConrìJic ne è il segno: il segno íI¡ una volon
à di ripensamento e di rinnovamento.
Le parole del pastore valdese sono state
alla fine accolte da un nutrito applauso.
Alila libera diseussione seguitane seno,
eom era facile immaginare, emersi dei ronliasti, non tanto nei riguardi dej pensieri
espressi dairoratoie, ma addirittura tra il
primo interlocutore (un sacerdote), elie col
suo inlervenito ha mostrato d’aver frainteso
lo spirito della conferenza, ed il secondo in.
terlocutore (anch’egli sacerdote ma indubbiamente più qualificato e maggiormente
preparate! il quale, dopo avere espresso il
proprio vivo compiacimento ner l’obbiet
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31 gennaio 1964 — N. 5
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TRENT’ANNI DI EVOLUZIONE
La liturgia
della evangelizzazione valdese
Nell’articolo precedente abbiamo
esaminato la tradizione liturgica nelle Valli Valdesi e ci siamo fermati
alla liturgia del 1837-42. Essa ebbe
una ristampa, fatta a Pinerolo nel
1872. Nei trent’anni che intercorrono fra l’edizione del 1842 e la sua
ristampa abbiamo il pieno sviluppo
dell’evangelizzazione valdese in tutta l’Italia, contemporaneamente all’opera di testimonianza del movimento evangelico italiano e delle
prime missioni battiste e metodiste
provenienti dall’Inghilterr.a e dall’America. Le quindici parrocchie
delle Valli, che nel 1842 non avevano che da pensare a se stesse, h.anno ormai una diaspora di piccole e
meno piccole comunità, estesa come
una rete dalle maglie molto larghe
su tutta l’Italia, da Pinerolo e Torino a Venezia, da Milano e Genova
a Roma, Napoli, Palermo e Messina. La situazione locale, le condizioni di vita, la mentalità, la stessa
spiritualità di queste nuove chiese
è molto diversa dalla situazione, dalla spiritualità e tradizione liturgica
delle Valli Valdesi. E’ comprensibile quindi che non si possa dare loro semplicemente una traduzione
italiana della liturgia usata a Bobbio, a Prali e a Rodoretto.
Era però logico aspettarsi che la
tradizione liturgica valdese, fondamenlal mente sana ed evangelica,
avesse un maggior peso nella formazione delle nuove liturgie italiane
per Tevangelizzazione. Invece dobbiamo constatare un impoverimento
di cjuesta tradizione, che talvolta
viene quasi abbandonata. Il fatto si
può sj)iegare, almeno in parte, con
l’indiienza esercitata dal Risveglio
sulla spiritualità valdese nella prima metà del XIX secolo. Il Risveglio fu nemico delle forme liturgiche lisse e promosse ovunque la preghiera spontanea, fino a far negligere talvolta anche la recitazione
del Padre Nostro. Questa infiuenza
fu fortemente sentita sia dai pastori
valdesi formatisi a Ginevra e a Losanna che dagli evangelici italiani
esuli a Ginevra e a Londra, a contatto con gli ambienti darbistici o
filodarbistici. Predicatori come Paolo Geymonat, non meno di un Ferretti, ili un Mazzarella e di un Piero Guicciardini devono avere praticato essenzialmente, anche nel culto pubblico, la preghiera spontanea.
Ma i Valdesi non sono mai stati darbisti e hanno generalmente insistito
— direi senza eccezione — sull’ordine nel culto pubblico, per cui le
preghiere venivano di regola pronunciate dal pastore. Ciò può rappresentare un vantaggio per 1 ordine, ma anche un impoverimento,
quando si tratta di preghiere spontanee. Infatti i motivi di adorazione, di ringraziamento, di umiliazione e d’intercessione di una comunità, che pratica la preghiera spontanea di tutti i suoi membri, sono più
ricchi e vari (anche se talvolta disordinati e alquanto confusi) delle
note, spesso troppo monotone e limitate, della preghiera spontanea
detta sempre dallo stesso pastore. Il
fatto è che ben presto le chiese dell’evangelizzazione sentirono la necessità di una liturgia, sia pure soltanto abbozzata.
Nel 1868 la Commissione di Evangelizzazione cerca di provvedere a
questa necessità e così nasce la prima liturgia valdese in lingua italiana, mentre le parrocchie delle Valli
continuano a serviiwi della loro « Liturgie « del 1842 ancora per circa
tre lustri. Il titolo della nuova liturgia è il seguente; Guida per le pubbliche preghiere, proposta dalla
Commissione di Evangelizzazione
della Chiesa Valdese agli evangelisti da lei diretti. Firenze, Tipografia
Claudiana, 1868. Secondo l’ordine
del culto domenicale, il pastore tiene praticamente tutta la liturgia.
L’ufficio del lettore in uso alle Valli
non sembra mai essere stato istituito nelle chiese dell’evangelizzazione.
Le letture bibliche sono fatte dal pastore che recita anche le preghiere
di confessione dei peccati (un unico
formulario, cioè quello della priin.a
domenica della nostra Liturgia), di
adorazione prima del sermone (sei
schemi) e quella di ringraziamento
e supplicazione dopo il sermone
(quattro schemi). La recitazione del
Credo è facoltativa. La comunità
partecipa alla liturgia con tre inni,
nessuno dei quali spontaneo (almeno non vi è questa indicazione).
Non vi sono formulari per le solennità cristiane, ma soltanto per il
battesimo, l’ammissione .alla S. Cena, 1« celebrazione della S. Cena
(quattro volte l’anno o più spesso,
se la comunità lo ritiene opportuno), la benedizione del matrimonio
e la sepoltura. Evidentemente que
si. La comunità partecipa in modo
udibile e visibile con l’amen dopo
ogni preghiera, pronunciata dal pastore, e col canto di cinque inni, di
cui due spontanei (confessione di
peccato e dossologia finale). Il lettore è previsto nell’edizione per le
Valli Valdesi, non in quella per la
evangelizzazione. In quest’ultima
parla soltanto il pastore. Si raccomanda di pregare in ginocchio e di
cantare in piedi. Per dare maggiore
varietà al culto domenicale, si presentano cinque formulari che potrebbero essere distribuiti nelle cinque domeniche del mese. Le solennità particolari sono quelle delle
liturgie precedenti, con alcune ag
Situazioni nuove e problemi nuovi - Alla ricerca di
nuove liturgiche soluzioni
sta « Guida per le pubbliche preghiere » non aveva la pretesa di essere una liturgia completa. Era soltanto un abbozzo.
Dieci anni più tardi le comunità
dell’evangelizzazione, nella loro
Conferenza Generale tenuta a Torino (28-31 agosto 1878), s’interessano di nuovo alla questione liturgica
e votano l’ordine del giorno seguente : « La Conferenza, udito i pareri
di vari distretti intorno allo schema
di liturgia, prega il Sinodo di voler
nominare una commissione incaricata di comporre una liturgia che
corrisponda ai bisogno di tutta la
chiesa ». Le comunità dell’evangelizzazione avvertono dunque il disagio e l’impoverimento del culto per
la mancanza di una liturgia adeguata, e si rivolgono al Sinodo. Il disagio non sembra sentito nelle parrocchie delle Valli, perchè la loro
liturgia è valida e corrisponde alle
necessità della loro vita spirituale.
Il Sinodo che si riunisce pochi giorni dopo a Torre Pellice, nomina
una commissione che nel 1880 presenta una liturgia che viene approvata e pubblicata col titolo seguente : La Liturgia ossia il modo di celebrare il culto nelle chiese evangeliche valdesi. Con approv.azione del
Sinodo. Roma - Firenze, Tipografia
Claudiana, 1880. La stessa Liturgia
esce anche in lingua francese per le
parrocchie delle Valli: La Liturgie
ou manière de célébrer le Service
divin au sein de LEglise Vaudoise,
Turin 1880-83 (in tre fascicoli).
L’ordine del culto è quello che si
usa attualmente nelle chiese valde
giunte, come la Domenica delle Palme. Le solennità dell’anno del Signore non vengono liturgicamente
preparate la settimana che le precede nè di esse si sente un’eco nelle
domeniche successive. Non c’è neppure un lezionario che riferisca le
letture biblidie alle solennità che
si avvicinano o che sono da poco
trascorse (come nelle liturgie precedenti in uso alle Valli); ma vengono soltanto proposti alcuni testi
adatti alla loro celebrazione. La
settimana liturgica si riduce al culto
della domenica mattina. Non vi sono formulari per altri culti domenicali o settiman.ali. La liturgia non
dà più il ritmo alla vita quotidiana
della parrocchia delle Valli nè della
comunità deH’evaiigelizzazione. Sono scomparse aivhe le preghiere
per i malati, per chi è vicino alla
morte, per chi deve sopportare
una lunga malattia, per la donna incinta, per la partoriente, per i tempi di calamità pubbliche... Non vi
sono neppure le preghiere per i pasti. La liturgia diviene sempre più
una liturgia cultu.ale, che prende in
considerazione soltanto alcuni punti salienti della vita del credente;
battesimo, confirmazione, matrimonio e sepoltura, e i bisogni religiosi
di coloro che si radunano per il
culto.
Nel 1880 si era a quasi quaranta
anni dagli inizi dell’evangelizzazione, ma le nuove comunità non avevano creato una nuova liturgia che
fosse oggettiva proclamazione dell’Evangelo, espressione della loro
fede e della loro vita di preghiera,
in modo da includere in essa e da
presentare al Signore tutta l’esistenza deH’uomo e della città in cui
egli dimora. La liturgia delle Valli
ha recato certo qualche valido apporto alla liturgia dell’evangelizzazione, ma non quanto era lecito sperare (lo stesso si può dire per l’innario cristi.ano). Si direbbe piuttosto che l’evangelizzazione abbia alquanto impoverito la liturgia delle
Valli. La Liturgia del 1837-42 era
certamente migliore di quella del
1880-83. Il desiderio di uniformità
(sia pure in lingua diversa) deve
aver spinto il Sinodo a decidere una
eguale liturgia per tutta la Chiesa
Valdese.
Una reazione a questa tendenza
uniformatrice si può scorgere forse
in una dichiarazione fatta dalla
Commissione liturgica nella prefazione della successiva Liturgia valdese. Essa dice : « Secondo l’antica
tradizione della nostra Chiesa, essa
(la Commissione) si è prefisso il
compito di preparare non una Liturgia obbligatoria, ma semplicemente una guida, o delle norme,
intese a tracciar l’ordine generale
del culto e dei vari atti liturgici, lasciando piena libertà alle singole
chiese d’introdurvi quelle varianti,
che crederanno utili ed opportune ». Questa rivendicata libertà liturgica era effettivamente una tradizione valdese, resa più viva dallo
spiritualismo ereditato dal Risveglio e dal timore che ogni forma
cultuale prescritta possa portare prima o poi al ritualismo cattolico. Ma
la libertà riconosciuta dalla Commissione è per le singole comunità
non per i pastori, come è vero che
la liturgia è sempre la liturgia della comunità e non la liturgia del
pastore. In una comunità i pastori
possono cambiare spesso, ma la liturgia rimane la forma abituale della preghiera della comunità e non
può essere modificata che con il suo
consenso.
La liturgia in cui si sottolinea
questa indipendenza delle chiese locali nei riguardi di ogni formulario
cultuale proposto dal Sinodo è la
Liturgia per il culto pubblico, raccomandata alle Chiese dal Venerabile Sinodo. Firenze, Claudiana,
1894. Questo succedersi di liturgie
nella Chiesa Valdese a distanza di
12-14 anni, mostra che i nuovi formulari non riescono a soddisfare
pienamente le comunità dell’evangelizzazione, che cercano un’espressione liturgica più adeguata alla loro spiritualità.
Valdo Vinay
Ci scrivono
Matrimoni misti:
Attenzione?
/ lettori forse ricorderanno che nello scorso novembre pubblicammo la
segnalazione di un lettore, in merito
ad una puntata di ’’Cerchiamo insieme — Colloqui con padre Rotondi”,
comparsa sulla rivista ’’Grazia”; il sacerdote metteva in guardia una lettrice che intendeva contrarre matrimonio ’’misto”, e il nostro lettore notava amaramente che il ’’clima ecumenico” non aveva mutato un bel
niente nello stato effettivo delle cose.
Ora una lettrice veneziana. Nelly Zecchin, ci segnala che sulla stessa rivista, nella medesima rubrica (n. 1196
del 19-1-1964), p. Rotondi risponde a
un altra lettrice, che gli chiedeva che
cosa doveva fare per sposare un protestante degli Stati Uniti d’America,
e quali documenti occorrevano:
« I documenti necessari per iniziare
la pratica matrimoniale religiosa in
America sono: i certificati di Battesimo e di Cresima e quello di stato
libero ecclesiastico. Tutti questi documenti potrebbero essere richiesti
anche se lei non fosse sicura di sposarsi.
« Occorre, inoltre, il nuUa-osta unilaterale consolare: per ottenerlo sarà
bene che consulti subito gli uffici dello stato civile. Qualora dovesse decidersi alle nozze, lei si presenterà a
un sacerdote cattolico, il quale, a sua
volta, la indirizzerà a chi deve svolgere la sua pratica.
« Lei sa, signorina, che per sposare un protestante occorre anzitutto la
dispensa dell’impedimentum disparitatis eultus. Questa dispensa le sarà
concessa con relativa facilità, se la
Chiesa otterrà l’assoluta garanzia circa l’educazione cattolica di tutti i figli.
« Le raccomando di riflettere e di
essere sommamente cauta. Qualcuno
si è adirato, tempo fa, perchè ha letto simili consigli dati da me su « Grazia ». Questa persona ha detto che il
mio parere è contrario, nientemeno,
alla a distensione » inaugurata da Papa Giovanni : povero Papa Giovanni,
al quale hanno fatto dire tante cose
che egli non s’è mai sognato nemmeno di pensare. Padre Rotondi
Nemmeno noi — e l’avevamo detto
— ci siamo mai sognati di pensare
che le cose stessero altrimenti, e abbiamo constatato che nella questione
aperta e spesso dolente dei matrimoni
misti, Roma continua nella via di
una rigorosa intransigenza; abbiamo
anche constatato che questo non è
dovuto a durezza d’animo, ma alla
schiavitù di un sistema di dogmi, rigorosamente imbrigliati l’uno nell’al
tro, che se da un lato difende l’istituzione ecclesiastica, pretende di legare uomini e donne, anche contro
coscienza; la dottrina romana del matrimonio come sacramento, del sacerdozio. unico autorizzato ad amministrarlo, del vincolo giuridico-sacramentale con la Chiesa gerarchica, che
dev’essere preservato a qualunque
prezzo, sono elementi essenziali della
costruzione dogmatica cattolico-romana. Alla quale si può e deve comunque riconoscere una grande coerenza, anche se è per noi coerenza con
principi del tutto inaccettabili in una
prospettiva biblica. Ci resta soltanto
da notare che anche ”il protestante”
americano in questione, e quelli che
si trovano in situazione consimile, farebbero bene a riflettere seriamente.
iiiiiimiiiiiiimiiiiiiiiimiiin
iiiiiMiiiiimiiniiii
imiiiitmiiiiiiiiiiiHiiii
A CERIGNOLA IL 12 GENNAIO 1964
Inaugurazione del ricreatorio valdese
Per la cronaca bisogna sapere che fu una
giornata quasi di sole, ohe anche le persone
anziane e gli ammaliati facendosi accompagnare da volenterosi furcno puntuali al Culto delle 9,30
Sicchè quando jl Pastore Davide Cielo,
Presidente della Commissione Distrettuale,
salì sul pulpito, il nostro Oratorio era gremito. Una Irentina di fratelli e sorelle in
rappresentanza delle Ccmunilà di Bari, di
Corallo, di Trani, di Orsara di Puglia e di
altre Chiese sor^e parteciparono alla nostra gioia. L’oratore predicò sul testo di
Marco 3: 13-14 e tutti sentimmo la presenza dell’Eterno: la misericordia dell’amore
con il quale Egli ti perdona e ci fa risuscitare in Cristo (la Cliiesa che ascolta) e ci
manda (la Chiesa che ubbidisce) e che opera. Tre verbi: essere, andare, operare inseparabilmente uniti in cui si traduce la
realtà defi® Chiesa nel mondo.
L’inno 179 — Prendi o Dio la vita mia...
— viene cantato con pieno vigere da tutti.
Il Pastore Castiglione nel ringraziare ¡1
rappresentante della Tavola e del Distretto
volle spiegare il significato, a prima vista
presuntuoso per una Comunità di proletari,
i contadini del sud, estranei al miracolo economico, delTinaugurazione di un Ricreatorio anerlo ai bambini provenienti in gran
parte dai « bassi » di Cerignola e disse che
si trattava di una svolta sul piano della testimonianza intesa come servizio.
&• sente come soffocata trovandosi ad agire
in un ambiente reso chiuso dall’apatia e
dall’incredulità, ma presagisce che se sì
apre la porta entrerà il sole, l’aria e la luce, Sentì il duplice prohlema deU’infanzia
abbandonata e della disoccupazione femminile, e cominciò a bussare a tante porte, a
convogliare l’interesse di care sorelle di
Colonia e di Solingen e avviò a soluzione
ài dupilice problema. Noi entriamo ora in
quella perseverante fatica, raccogliendo, con
rinaugurazione di un Ricreatorio, i primi
frulli e con la continuazione del Laboratorio in Maglierìa che ora ha trovato la sua
sede, nei locali annessi all’Oratorio, una
felice soluzione per qutsia importante attività.
Il Pastore Castiglione ricordò con viva
riconoscenza oltre agli amici tedeschi, la
Ricordò eon commossa riconoscenza
Car
rami Trobia, l’assistente di Chiesa, che nel
suo breve ma intenso minisi.erio cerignolail disagio della minoranza che
no interpreto
LIBRI CERCANSI
Una lettrice è assai desiderosa di
trovare le seguenti opere per ragazzi,
edite in passato dalla Claudiana. Se
qualcuno, possedendole, fosse disposto
a cederle, scriva alla Claudiana, Via
Principe Tomm.iso 1, Torino, indicando le condizioni :
— Enzo, il piccolo giocoliere mantovano, di A. e B. Celli.
— Tric Trac Trac, di A. e B. Celli.
— ElbOìio e Rosina, di Adele Celli.
— La viti di Carlo Haddon Spurgeon. di Benvenuto Celli.
Chiesa Valdese di Bari che concorse con
una cospicua somma all’acquisto dei locali
che sono ora proprietà della Tavola, nonché
la Federazione Femminile Valdese che dal
principio di ottohre si assunse l’onere del
mantenimento della maestra giardiniera nella persona della sig.na Nella Scivaies.
Dopo il Culto soilenne, il Pastore Cieloin toga, seguito dai membri del Consiglio
si acxintse al taglio del nastro tricolore mentre vengono fatte delle fotografie. La sem
plico cerimonia è resa più austera dalla prò
senza delle Autorità comunali nella persona della As-sessoressa all’assistenza sig.ra Si
nisi Riccarda e da alcuni rappresentanti
della pubblica sicurezza. Vennero letti i
messaggi augurali e brevi parole furono rivolte dal Pastore Enrico Trobia e dal diarono Domenico Introna della Cliiesa di Bari. Tutto fu oggetto d’ammirazione: dai tavolini in formica, alle sedoline dai molti
colori, allo spogliatoio, alla cucina ampia
e luminosa, ai servizi igienici completi di
doccia alla pavimentazione in tavelloni fino alle mura ornate di quadri didattici.
A tutti i presenti venne offerto vermouth
e paste secche.
Quello che fu un sogno accarezzalo da
tempo e il risultato di una serie di contrasti sotterranei o palesi comuni a tante no
sire opere la cui storia non sarà conosciuta
perchè appartengono alla aneddollica, è ora
ima realtà. Dal nostro cuore riooncscente
sale al Signore la lode.
Ma che vale se è solo un sentimento, se
SI perde nell’euforia di una cerimonia sf
po' la pietra che, co<l Suo aiuto, è stala eret
ta, è solo una pietra, se non diventa anche
il caposaldi) per una teslimouianza più fedele?
Mentre a ciò penso un bimbo della Scuo
la Domenicale mi tira jper maivo, vuol sapere se il Ricreatorio è aperto a lui ed ai suoi
compagni ed io a spiegargli che sì, che »i
chiama così percliè è la casa di tutta la comunità, aperta a tutti, che vi sa.rà anche
una bibliotecliina e che allora Cristo -sarà
in mezzo a noi perchè amiamo i fanciulli e
perchè ci amiamo gU uni gli altri. La paura che mi assale dinanzi al compito che ci
sta dinanzi non è quella se ce la f-aremo a
n.-antenere in piedi un Asilo, ma se ce la
farà la comunità minoritaria ad assumere le
proprie responsabilità.
Qualcuno ha detto che la minoranza è la
coscienza della storia; molto più semplice
mente il Maestro ha detto ai Suoi discepoli : « voi siete il sale della terra ».
Nel bimbo che chiede, perchè non ne ha
ancora coscienza, non e’è purtroppo il segno di quella crisi che affligge un po’ tutte
le no.stre Chiese?
Si è pronti ad ammirare, a guardare da
lojitano queste opere anziché a servircene
per impegnarci in esse a attraverso esse.
Ma l’aver scoperto die c’è un’alternativa
olla crisi, si chiami Agape, si chiami Servizio Sociale, si diiami Ricreatorio non è anche il segno che il Signore ha voluto aprire
una nuova pagina per la storia dell’Evangelo dove noi siamo? Tutto dipende se il noslro sale potrà ancora dare il suo sapore in
questa storia del Regno che viene.
G. E. Castiglione
4
pag. 4
jN. 5 ■— 31 gennaio 1964
DALLE NOSTRE COMUNITÀ
PERRERO-MANIGLIA
— La domenica 11 dicembre la comunità
ha avuto la gioia di ricevere la visita del
Moderatcire pastore E. Rostan, il quale Ita
presieduto i culti nel tempio di Ferrerò ¡1
pcmeriggio ed in quella di Maniglia la se
ra. Lo ringraziamo vivamente per il messaggio rivoltoci da parte dei! Signore per le
notizie dateci «niroipera della nostra chiesa.
— 1 ctilti di Natale sono stati frequentali
da buone assemblee nei due templi. A Per
rero il gruppo corale ha eseguito alcuni
inni sotto l’ottima direzione della sig.ra E.
Quattrini, alla quale inviamo la nostra sentita riconoscenza per l’opera compiuta con
tanta competenza ed amore.
La festa dell’Albero è stata celebrata nel
tempip di Ferrerò la domenica 22 dicembre
con un bel programma di canti e lecite preparato dai bambini della scuola domenicale. Alle monitrici che si sono validamente
impegnate per il buon esito della festa la
nostra sentita gratitudine come pure a quan.
ti hanno collabobato con esse A Maniglia
l’albero è stato acceso nel tempio la sera di
.Natale; anche qui un buon programma è
st.ito svolto. Alla insegnante sig.na M. Bare! il nostro cordiale ringraziamento ohe si
estende anche ai suoi collaboratori.
BOBBIO PELUGE
— Giovedì. 16 gennaio è stato tra noi il
Missionario sig. Nouvelon il quale ha pregieduito una riunione al ceníro parlandoci
del campo delliLa missione in Africa e prodet.
tandoci una interessante serie di diapositive a colori. Buona la partecipazione dei fratelli e delie soreilc a questa riunione. Un
grazie al Pastore Nouvelon per il suo messaggio.
— Domenica 19 gennaio fi nostro culto
è stato presieduto dall’Anziano sig. Aldo
Varese di Torre Pellice che ringraziamo per
il suo buon messaggio.
— Martedì 21 gennaio si è svolto il servizio funebre della nostra sorella Rostagnol
Marta Maddalena nata Planchón d^ecedula
alla sua abitazione di via Beckwith domenica sera 19 gennaio dopo luniga malattia
alla età di anni 75. Da tempo la nostra sorella era provata nella sua salute ed obbligata a letto; dopo un tempo in cui eravamo tutti assai preoccupali per lei, sembrava giunto un periodo più facile in cui un
miglior,gmento sembrava affermarsi; improvvisamente un collasso cardiaco l’ha stroncata inaspettatamente. Al marito, alle figlie,
ai parenti tutti rinnoviamo l’espressione dei.
la nostra viva e fraterna simpatia cristiana
invocando su loro tutti le consolazioni dì
colui ohe è la resurrezione e la vita.
— Sabato sera 25 -gennaio un buon gruppc» di Unionisti di Bobbio Pellice si recava alla scuoia dei Teynaud dove era stato
gentilmente invitato da quella Unione Giovanile. Abbiamo assistito e parteciipato alla
riunione dolía Unione locale; vi è stato
uno scambio di affettuosi messaggi; poi la
serata è trascorsa veloce e quanto mai piacevole tra giochi vari in un simpatico spirito fraiteimo. Nè mancava la tazza di... vino con gustosi panini imbottiti. Un vivo
ringraziamento ai giovani del Teynaud per
il loro invito e por la bella serata con loro
trascorsa. A loro un affettuoso « arrivederci » a Bobbio.
— Per domenica 2 febbraio è convocata
nel corso del culto l’assemblea dì Chiesa
nel corso della quale Ü Concistoro si propone di trattare a fondo davanti a tutta la
Comunità il problema degli immobili e
quello delle contribuzioni. Ci auguriamo
qhe la trattazione di questi importanti problemi chiarisca molte idee che al riguardo
sembrano tuttora assai confuse e sproni ogni
membro di Chiesa ad impegnarsi seriamente d’ora in poi affinchè la Chiesa riceva senza dover continuamente e del resto vanamente moltipliioare i suoi appelli, i mezzi
che le sono assolutamente necessari per far
fronte ed alle richieste della Tavola ed alle
spese di riparazioni necessarie ai nostri
immobili e di per sè 'CO<sì onerose. Contiamo sulla presenza del nostro solerte Cassiere e su quella del Vice Presidente della
Commissione Distreltuae, Ing. G. Pontet.
Avviso personale è stato inviato ad ogni
famiglia-, a tutti i membri comunicanti <jd
elettori. Il Signore ci ispiri tutti onde dalla
nostra fraterna discussione scaturiscano frutti buoni e fecondi per il bene della nostra
comunità.
— 11 nostro affettuoso benvenuto alla no
stra sorella Fontana Blda di Subiasc la quale, sposa del nostro fratello Geymonat Giugeppe, entra a far parte della nostra comunità. e. a.
Circondati da un folto gruppo di parenti
ed amici si sono uniti in matrimonio: Giuseppe Geymonat (Bobbio Pellice) e Elda
Fontana (Subiasco).
A questi due sposi, che si stabiliscono nei
territorio della parrorolila di Bobbio Pellice, le nostre vive felicitazioni e l’augurio
di una lunga vita grandemente benedetta
da! Signore.
— L’Unione delle Mamme e TUnione delle Giovani hanno ricevuto la gradita visita
della Missionaria Sig.na Anita Gay, che ha
presieduto una loro riunione in comune,
interessandole airOpera delle Missioni.
Esse le rinnovano il loro vivo ringraziamento per la molto gradita visita
Mercoledì 5 febbraio alle ore 20,30 i
giovani della parrocchia terranno le seguenti riunioni : Clot Inverso, Perosa, Pomaretlo, Masselli. Cerisieri.
LUSEHNA S. GIOVANNI
— Dopo le tradizionali celebrazioni Natalizie e di Fine e Capo d’Anno con le loca
plenarie assemblee d, piccoli e grandi nti
due templi e nelle diverse aule e che hanno
lasciato speriamo più che dei dolci ricordi, il mese di gennaio è passato rapido ricco di varie attività.
Rieoirdiamo (partieolarmente la riuscita
serata dell’ll gennaio offerta dai nostri giovani unionisti filodrammatici e coralisti alla loro Chiesa ,per aiutarla ad affrontare la
grossa spesa per il nuovo moderno impiant') di riscaldamento del tempio. Apprezzatissimi i -canti religiosi e popolari eseguiti
dalla Corale guidata da Gustavo e applauditi ripetutamente i nostri bravi attori Elda
Caffarel, Rino Favai, Nino Danna, Cbiavia
e generose le offerte del numeroso pubblico.
E la domenica 19 gennaio la nostra comunità ha avuto la sua giornata missionaria
con un ottimo culto presieduto dai Fastore Jean Nouvelon della Direzione della Società Missionaria di Farigi, il quale, nello
stesso pomeriggio, si rivolgeva a una numerosa assemblea -deirUnione Femminile
che f-ortemeute interessata dal massaggio del
nostro visitatore e dalle sue bellissime proiezioni a colori su campi missionari dove egli
ha lavorato parecchi anni. Le offerte al
culto -del mattino e -alla riunione pomeridiana hanno bene egresso i sentimenti e
la gratitudine della comunità vei-so la Società Miesi-onaria di Parigi ohe è un po’ e
da tanti anni anOhe la Società Missionaria
della Chiesa Valdese.
— Atti liturgici. — Abbiamo dovuto, in
queste ultime settimane, separarci ancora
da alcune sorelle con la dipartenza in dicembre di Arma Pons ved. Pons deceduta
ai Subilia in età di 87 anni, Paolina Boulard degli Airali in età di 80 anni; Clementina Giordan vedova Eynard della Lunardera in età di 76 anni, e in gennaio il piccolo Paolo Michelin di Paolo dei Bellonatti dopo 20 mesi di vita e al Rifugio Re Car
lo Alberto la nostra sorella Adele Peyronel
in Clot-Varizia in età di 80 anni.
Le radiose promesse dell’Evangelo siano
la forza di coloro che sono nel duolo.
— Nuovi focolari. Abbiamo celebrato in
queste ultime settimane ben quattro matriinoni Franco Gamba e Mìsrisa Giardan
Pietro Collin e Ornella Gaydou, Edoardo
Francesco Garro e Miriam Edi Bounous,
Stefano Girardon e Nella Revel.
Agli sposi il noistro rinnovato augurio di
cristiana felicità. j.
VILLAR PEROSA
— II programma delle solemiità del 17
febbraio si prevede come segue:
Domenica 16 febbraio : Culto di chiusura
del Corso Trombettieri Valdesi con celebrazione della Santa Cena. Inizio, come di
consueto, alle ore 10. Ore 20 precise accensione dei falò in tutta la parrocchia.
Dietro alla cappella verrà acceso il nuovo
falò ( del tempio » al quale tulli coloro che
Io possono sono cordiamente invilati ad intervenire. Si spera nelia partecipazione di
qualche fanfara e nello svolgimento di un
programmi! d’occasione. Se ne sarà il caso,
nelle « catacombe » verrà dato un servizio
di buffet.
Lunedì 17 febbraio: Culto nel tempio con
la pariecipazione dei Trombettieri Valde&ì,
alleore 10. Ore 12 pranzo tradizionale presso il Ristorante Olivcro. .
— La filodrammatica che prepara una reci la di argomento ¿ittuale e interessante si
pTodurrà sabato sera 22 corr. e domenica
sera 23 Non disponendo dì altri iocali il
Concistoro ha (•onsen.tito che. in via provvisoria, la recita si dia nella •'appella opportunamoite modificata nella sua aVrcizatura.
AIUTATECI
af/ aiutare
Abbiamo ricevuto aJlcune offerte, in
risposta al nostro appello per offrire
apli ospiti anziani dei nostri Istituti
le « Meditazioni Bibliche » a calendario murale:
Frida Calvino (Varazze) L. 1.300;
Lalla Conte (Torino) 1.300; N. N.
l.CCO.
Mentre ringraziamo cordialmente,
comimichiamo che le meditazioni bibliche a calendario sono già in distribuzione negli Istituti delle Valli e sa
ranno prossima-mente inviare .i Firenze e a Vittoria.
S. GERMANO CHISQNE
— Sabato 11 Gennaio un buon gruppo di
giovani deirUnione di Torre Fellk-e, aecompagnati dal loco pastore, hanno visitato la nostra Uni-one. Lo studio, a ca-r-attere storico, illustrava alcune vicende della
parrorrbia di S. Germano. I giovani hanno
po; avuto uno siambio di idee su alcuni argomenti di particolare interesse per loro.
— Il 21 (Jenn-aio abbiamo avuto la visita
del nasi. Jean Nouvelon di Farigi. Ci ha
intrattenuti sui nroblemi che si presentano
oggi alle giovani cbieise dell’Africa. Il piibIdico non era n:ci-t-& numeroso Abbiamo
inviato L. 15.(Jflb per l’ox»ra dell.i Società
di Missioni di Parigi alla quale siamo particolarmente lega'i.
— Domenica 2 Febbiado, alle ore 15, la
sig.na Sandra Ribet ipresenterà alcuni interessanti co-rtomeitraiggl. Verrà anche ¡llustr.ita l’opera che compiono le Scuole Materne
di Forano Sabina (Rieti) e di Pachino in
Sicilia. Con poiehissime attrezzature esse
compiono un lavoro aipprezzato, unicamente in vi-rtù dello sipirito di sacrincio delle
1-cro insegnanti. Siamo certi che il nostro
pubblico, e parlicolarmerte quello femminile, sarà sensibile a questa nos ra manifestazione. Raccomandiamo la colletta
— Funerali. Il 20 Gennaio si spegneva,
dopo lunga e penosa infermità. Long Pietro Federico di Volavilla, nella tarda età
di anni 85. L-o ricordiamo, fino a quando
le forze lo permisero, ì’req-ucrlatore assiduo
al culto domenicale.
Il 23 Gennai') è deceduta, dopo breve malattia, Long Luigia ved. Codino di anni 79.
Originaria di S. Germano, si era sposala e
stabilita a Pr-arostino. Si trovava alF-^silo
-dei Vecchi da una decina di mesi. Notiamo, cosa piuttosto insolita per il nostro ambiente, che i coniugi Godine hanno lasciato : loro beni alla parrocchia di Frarostino
ed a vani !s itnti assistenziali della diicsa.
Ai familiari in lutto rinnoviamo l’eispressione della nostra simnatia cristiana.
Abbiamo
ricevuto
« Per i ostenere il Rifugio C. Alberto », Vittorio Rostagno (Milano)
L. 50.000.
Per le edizioni Claudiana, Lalla
Conte (Torino) L. 5.000.
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teatro
Mentre al Théâtre de l’Athénée, a
Parigi, sera dopo sera le repliche de
«Le Vicaire» (Der Stellvertreter) di
Rolf Hochhut sono sistematioamen'te
trasformate in gazzarra dagli agitprop della destra cattolica (com’è già
avvenuto, nei mesa scorsi, a Basilea,
a Zurigo, a Londra), le parigine Editions du Seuil hanno pu,bblicato integralmente il dramma in versione francese, includendo pure l’ampia appendice contenente numerosi documenti
in base ai quali il giovane drammaturgo protestante tedesco ha scritto il
suo dramma, e che costituiscono senz’altro, storicamente, una parte di forte interesse in quest’opera così discussa. Il « gran ^enzio — Hochhut dice
il « gran riñuto » — di Pio XII di fronte al macello degli Ebrei è un fatto
storico che non potrà certamente essere cancellato dal viaggio palestinese di Paolo VI, il quale del resto —
pur dichiarando che ogni intenzione
politica no esulava totalmente — ha
poli icamente trascurato, anche in
questa occasione, di riconoscere lo State' d’Israele, onde non crearsi difflcoltè con gli Stati arabi.
«Il Vicario» non è un'opera anticattolica. La figura del geuita Riccardo Fontana,, che in qualche modo
Vicario
prende su di sè la funzione vicaria che
il « Vicario » ha rifiutato di assumere,
e che va a morire fra gli Ebrei ad
Auschwitz-, certo rimanendo nel quadro della concezione sacerdotale e vicaria cattolica, è in qualche modo il
protagonista dei dramma, un anti-Vicario a rovescio. Certi ambienti cattolici farebbero bene a pensare che
la verità non si può soffocare, con gli
squadrismi di qualsiasi genere; è p-iii
onesto e efficace guardarla in faccia,
studiarla storicamente, pronti a riconoscere gli errori, qualunque ne sia
stata la portata. Ed è rallegrante constatare che è stata una casa editrice
cattolica, piuttosto a sinistra, ma confessionalmente ’impegnata’ a pubblicare questo dramma. Vedremo qualcosa di simile pure in Italia?
A quanti leggono il francese, -intanto, consigliamo' vivamente la lettura
di questo volume. Esso può essere richiesto alla Claudiana, Via Principe
Tommaso 1, Torino.
A Villar Perosa
Primo corso per trombettieri
evangelici valdesi
Dalla dotmeni'Oa 9 febbraio fino a quella
de] 16 si riunirà a Viilllar Perosa il 1® Corso
per Trombettieri Evangelici Valdesi sotto
la direzione del M« Émìlio Stober Soprainlendente delle Fanfare Evangeliclie del Baden.
] corsi avranno luogo lutti i giorni dalle
ore 15 alle ore 21 nei locali della Cappella Valdese e conipirenderanno lezioni teoriche e pratiche. Le esercitazioni saranno interrotte tulli i giorni da brevi studi biblici
Ì>resieduli dai iPastori Bcuchard, Tourn,
Ayassot ecc. Alle ore 18 sarà servila ai trom
beltieri una frugale ceretta eppoi riprenderanno le esercitazioni
Tutti gli an^ici della loro attività sono
cordialmente invitali a vislarli e ad assiste
ni a qualche dettaglio del To'*o lavoro. Essi
sono però consigliati di venire piuttosto nel.
le ore serali e negli ullinii giorni della settimana.
R. Hochhut: Le Vicaire. Edit. du Seuil,
Paris 1963, L. 3.060. Il dramma che pone rinterrogativo suiralleggiamento assunto dalle Chiese cristiane, e in primo
luogo dal « vicario di Cristo », Pio XII.
di fronte alla persecuzione antisemita.
avvisi economici
l'Onsidci'äzioni protestinü
sul l'uiidiio Vuticiino II
{contirma dalla 2" pagino^
Lività deli’eajto'sizione e H pregevole serietà deli’informazione, ha manifestato jl suo
dissenso con quanto precedentemente espresso dal suo confratello.
Successivamente due lai-oi, culturalmente
e religiosamente tjual-iftcati, hanno anche
essi espresso il loro apprezzamento, nientre strano ma vero! — uno dei que monaci che presero la pa-rola, quasi vivendo
in un clima da conitro-riforma, suscitò i più
vivi di-ssensi — a stento repressi dal nubblico —- cogliendo l’occasione per ammanire ai presenti una breve lezione di catechismo in cui l’unica nota di carità era nel
sorriso sardonico con cui sottolineava l’intenzicne sorvolare iSuUe origini della Riforrna nata, a suo dire.,,, « da una insana
passione ».
Certo lo sparito ecumenico e — perchè
no? — la dignitosa informazione storica
difficilmente riusciranno a filtrare attraver
so la ccrleccia dei luoghi comuni di cui so
no infiorate certe posizioni aprioristiche
ma non c’è dubbio che, attraverso la confe
renza prima ed il dibattito poi, si è collo
rata nella sua luce più congeniale la Ghie
sa Valdese di Vitto-ria che, attraverso i
suo pa store, è usci'.a dairanonimato e dal
l’evanescenza per acquistare contorni pre
cisi atti ad indurre aiUa meditazione la po
potlazio-ne più qualifica'ta, più pensosa del
la verità, più sensibile ai problemi del peti
siero telogico moderno.
Un’obbiettiva nota di cronaca, a>pparsa
sul quotidiano « La Sicilia » del 31 dicembre, ha confermato il positivo esito del dialogo ecumenico avvenuto a Vittoria.
Rino Gallenti
« Il Signore è il mio Pastore
nulla mi mancherà »
(Sai 23)
La famiglia Alfieri annuncia !a
scomparsa del loro caro
Emilio Alfieri
Genova - Via Montelio, 15/43
li Signoro ha richiamato a Se
Luigia Long
ved. Godino
di anni 7!)
Ne danno il triste annuncioi: i fratelli: E.li e famiglia, 'Walter; la sorella Susanna ved. Long e famiglia, nipoti e parenti tutti.
« O Eterno, Dio mio, io mi
confido in ’Te» (Salmo 7:1)
S. Germano Chisone, 23 gennaio 1964
La famiglia della Compianta ringrazia tutti coilo-ro che hanno' preso
parte al ioroi dolore, in. modo particolare la DireziO'ne ed il personale della
Casa Valdese di riposo di S, Germano
Chisone, i Pas'tori Sdgg. Bert, Genre
e Peyrot e la vicina di camera Signorina Rachele Godln.
La moglie ed i familiari del Compianto
Pietro Federico Long
esprimono la loiro commossa gratitudine a quanti presero parte in qualsiasi modo nella luttuosa circostanza.
Un ringraziamento particolare al
Pastore U. Bert, alla Direzione e personale della Casa Valdese di Riposo
di S. Germano Chisone.
S. Germano Chisone 25-1-1964
Direttore resp. : Gino Conte
Reg. al Tribunale di Finerolo
n. 175, 8-7-1960
'Cip. ‘Subalpina fl.p.a. - Torre Pellice (To'
PASCHETTO SILENO impresa decorazioni,
/etrificatura pavimenti. Lavorazione accurata - Via Duomo 2 (Vicolo Bernezzo) Finerolo.
Malattie
orecchie, naso e gola
Il dott.
Oskar Schindler
riceve per malattie di
orecchio, naso e gola
a POMARETTO (presso l’Ospedale Valdese) tutti i lunedi
dalle 14 alle 15,30.
a LUSERNA SAN GIOVANNI
(presso lo studio del dott. Pelizzaro) tutti i venerdì dalle
13,30 alle 15.
a TORINO (via Ristagno 20 •
S. Rita) martedì, giovedì e sabato dalle 14 alle 16.