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Anno 112 - N. 2
17 gennaio 1975 - L. 100
Spedizione in abbonamento postale
I Gruppo bis/70
BIBLIOTECA VALDESE
10066 TOSRK PEIL ICE
delie valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGELICHE VALDESI E METODISTE
18 - 25 gennaio: settimana ecumenica di preghiera sconvolti
è solo lo Spirito che unisce o felici?
La via ecumenica — lunga e stretta — è ancora da percorrere - Evitata sinora la via larga di una unità senza riforma proposta da Roma - L’unità più difficile - L’evangelo è il
centro e la ragion d’essere del movimento ecumenico
A che punto è il movimento ecumenico? E’ significativo che l’ultimo rapporto
suH’unità della chiesa presentato da Lukas Vischer al comitato centrale del Con-'
sigilo ecumenico delle chiese (agosto ’74)
inizi con queste parole : « Solo lo Spirito
può condurre le chiese dal loro attuale
stato di divisione all’unità ». Gli ostacoli
che vi si oppongono sono oggi ancora tali che « umanamente parlando la ricerca
dell’unità della Chiesa può solo terminare in un vicolo cieco ».
Anche per l’ecumenismo, dunque, le
prospettive non sono rosee. Si è fatto
molto cammino ma si è molto lontani
dalla mèta. Da un lato nessuna delle
grandi divisioni storiche è stata superata;
dall’altro l’unità interna delle singole
chiese e confessioni è quasi dappertutto
in crisi, spesso è incrinata e talvolta già
infranta. Fino a pochi anni or sono si
pensava che almeno nell’ambito della
propria chiesa o confessione si fosse uniti nell’essenziale e tutt’al più divisi (o diversi) nel secondario. Oggi si ha l’impressione che anche nell’ambito di una stessa
chiesa o confessione non di rado si è uniti nel secondario e divisi nell’essenziale.
Oggi capita a molti di provare, nella loro
stessa comunità, una sensazione di solitudine oppure di estraneità.
Paradossalmente, proprio in quest’epoca ecumenica, per molti l’orizzonte della
comunione, anziché allargarsi, sembra
restringersi. Le vecchie divisioni tra confessioni non sono ancora realmente superate e intanto ne sopraggiungono altre,
all’intemo delle singole confessioni. Ma
mentre cominciano a sfaldarsi le vecchie
unità confessionali non prende ancora
forma la nuova unità ecumenica.
Unità più difficile, dunque? Sì, ma anche più vera.
Mezzo secolo e più di fatiche ecumeniche non è trascorso invano. Non si è andati gran che avanti nella costruzione
dell’unità cristiana ma si è preparato il
terreno ponendo alcune fondamentali
premesse (psicologiche, teologiche, organiziative) del processo unitario. Nell’anno 1975 l’intero movimento ecumenico
può essere paragonato a un vasto cantiere, in cui s’è fatta lo scavo, s’è preparato il materiale, gli attrezzi, il personale,
s’è studiato il progetto, si è pronti per cominciare a costruire. L’edificio però non
lo si vede ancora.
Il cammino sarà ancora lungo. Ma il
bilatìcio di questi decenni di ecumenismo
è positivo. Perciò se è giustificato un atteggiamento di impazienza non èi giustificato un attepiamento di rinuncia. Il bilancio è positivo soprattutto perché si sonono evitate alcune vie larghe che il mo
■ Note di viaggio in Sud America (G. Bouchard) p. 3
■ La CEVAA oggi p. 4
■ Campo invernale di Agape
P- s
B Sospensioni alla Gutermann
p. 6
vimento ecumenico avrebbe potuto imboccare, perdendo però la sua fisionamia
di movinjgnto evangelico, cioè suscitato,
guidato e giudicato ézìVevangelo. Rinunciando alle vie larghe, l’ecumenismo ha
scelto la via stretta, e se è così lunga è
proprio perché è stretta.
Quali sono le vie larghe scartate dal
movimento ecumenico?
mE’ anzitutto la via larga di un’unità senza riforma, che è quella seguita e proposta alle altre chiese dal cattolicesimo romano. Il papa dice (l’ha ripetuto ancora a Natale): Venite, e l’unità è fatta. Il vostro posto c’è, è un posto
d’onore. Non dovete cambiare, dovete solo venire. L’unità c’è, dovete solo entrarci. E la Riforma? E’ stato un incidente,
con errori da entrambe le parti; dimentichiamo il passato!
Il movimento ecumenico non ha coluto e non vuole percorrere questa via larga che porta a Roma, quella di un’unità
senza riforma.
Il movimento ecumenico non ha
percorso la via larga di un ecumenismo settario, costruito a paitire dal primato di una'chiesa sulle altre: ha mantenuto fede al principio che nel movimento ogni chiesa è sorella dell’altra, tut
te sono sullo stesso piano e cercano insieme l’unità non in se stesse ma nel Signore. Perciò lo strumento istituzionale
del movimento è la struttura assembleare,
cioè sinodale o conciliare. L’unità non fa
perno sui « pastori » ma sulle chiese, è
un incontro non di gerarchie ma di comunità.
I o I Infine il movimento ecumenico non
ha percorso la via di un ecumenismo introverso, chiuso in se stesso, al
contrario l’odierno discorso ecumenico si
svolge in costante rapporto con le divisioni che lacerano l’umanità e che nelle
chiese di solito non sono superate ma
solo coperte. Il tema della 5^ assemblea
generale del Consiglio ecumenico (Nairobi ’75) è indicativo : « Gesù Cristo libera e unisce ». Il tema deH’unità, come
si vede, è al secondo posto. Al primo c’è
la liberazione, corplè giusto. L’umanità
chiede liberazione prima che unità. Anche l’evangelo prima libera poi unisce.
Unisce perché libera.
Concludendo, crediamo che la via sin
qui seguita dal movimento ecumenico,
escludendo le tre vie larghe ora menzionate, sia quella giusta. Lunga e stretta, ma
giusta.
Paolo Ricca
scelta dì oggi
fatta ieri
Il 14 gennaio ricorre il centenario della nascita di Albert Scheitzer. Quel
giorno, infatti, del 1875 egli vedeva la luce in un modesto presbiterio di Aisazia, a Kaysersberg, dove suo padre era pastore. Riservandoci di illustrare
la figura df questo credente vorremmo oggi sottolineare la modernità della sua
esperienza di vita e della sua fede. _____
LA SCELTA DEL CONCRETO
Chi fu Albert Schweitzer nel primo periodo della sua vita, sui 35 anni? Il rappresentante tipico di quella che pcUeva
considerarsi la più grande civiltà della
storia, la civiltà dell'uomo bianco. C era
la cultura tedesca con le sue università,
l’industria americana con le sue colossali speranze, l’impero inglese e francese
sul mondo. Nel cuore stesso di questo
mondo occidentale, in Alsazia, Schweitzer
è il tipico figlio dell’uomo bianco, è anzi
uno dei figli che ha fatto carriera, pottore in teologia ed in filosofia, specialista
di problemi storici e filosofici, musicista
eccezionale.
Tutto questo viene ad un certo punto
rinnegato, annullato, in una data significativa: .1913. Alla vigilia della grande catastrofe che distrugge per sèmpre il mito della civiltà europea, Schweitzer si imbarca per l’avventura africana.
Darsi alla medicina non è per lui passatèmpo frivolo ma decisione radicale.
Ma seppellirsi nel cuore della giungla gabonese è più radicale ancora! StrasburgoLambarene: dal cuore della civiltà europea nel cuore deH’inciviltàl
Con 50 anni di anticipo Schweitzer aveva scelto l’orientamento che sarà della
nostra generazione: la concretezza. ’Tra
le idee e gli uomini sceglie gli uomini.
tra la biblioteca di filosofia e l’ospedale
sceglie il secondo; fra il bianco ed il nero
sceglie il « negro ».
UNA TEOLOGIA MODERNA
La fede cristiana quale Schweitzer l’ha
vissuta è una fede portata al pratico, al
concreto. Il concreto di questo teologo
nasce però dalla meditazione della fede
non dalla rinuncia, dalla pigrizia; sceglie
a 35 anni non a 19. La sua attualità è
dunque tanto maggiore, oggi, in un tem^
po in cui « fare le scelte » è diventato di
moda come lo era neH’800 fare un soggiorno all’estero. Scegliere la prassi sì
ma perché, e con quale sacrificio? Non è
male pensarci un momento.
II secondo elemento dell’attualità di
Schweitzer deve essere cercato nella sua
teologia. È una teologia di prima del
1914, cioè liberale come si dice, fondata
Sulla coscienza dei valori, della moralità
dell’uomo. Una visione ottimista della vita, al seguito di Gesù esempio di vita e
di bontà. La teologia di quei protestanti
della fine del XIX secolo è stata criticata
dalle generazioni seguenti; criticata a ragione perché non teneva conto in modo
sufficiente del contenuto autentico del
Giorgio Tourn
{continua a pag. 3)
(MATTEO 2 : 1-12)
Epifania, manifestazione: di uno che
è stato a lungo preparato, annunciato, atteso; ed ecco ora è lì, sotto gli
occhi, lo si può toccare, è lì con tutto ciò che la sua venuta comporta e
porta. Manifestazione della bontà e
della filantropia di Dio (Tito 3, 4;
1 Giov. 4, 9).
Questa manifestazione è al centro
del racconto di Matteo relativo alla
ricerca e all'adorazione, da parte dei
magi orientali, del «re dei Giudei che
è nato ». Nel racconto elementi da
favola orientale si mescolano ad altri che trovano riscontro nelle fonti
storiche sugli ultimi anni del regno
di Erode. Alla notizia che « il re dei
Giudei » è nato, è « sconvolto, e tutta Gerusalemme con lui »; anche per
i sacerdoti e gli scribi la profezia, di
cui si prospetta l'adempimento, reca più inquietudine che gioia.
Così fin dall'inizio dell'evangelo se
ne evidenzia uno dei tratti: il popolo ebraico, sopratutto nei suoi capi,
respinge il Messia, dei pagani però
lo riconoscono. Lo dirà più espressamente Matteo riferendo l'atteggiamento del centurione (Matteo
8, 10-13); ed il 4° evangelo aggiungerà: « ...è venuto fra i suoi e i suoi
non l'hanno ricevuto; ma a quelli
che l'hanno ricevuto ha dato il diritto di diventare figli di Dio... » (Giovanni 1, 12).
Perenne avvertimento alla "chiesa" del Signore: Gesù, manifestazione di Dio, « è posto a caduta e a rialzamento in Israele », « un segno di
■ contraddizione » (Luca 2, 34): e questo in ogni tempo. Fino alla "fine",
fino alla piena manifestazione di
Cristo, c'è sempre per il cristiano e
per la chiesa la temibile possibilità
di essere sconvolti e scandalizzati da
Gesù, -anziché rallegrati.
Chi si rallegra, invece, sono i magi. Non i "tre re magi" della tardiva
leggenda, ma quel gruppo di astrologi d'Oriente che, combinando le
loro credenze astrologiche e qualche
conoscenza dell'ebraismo se ne vengono nella capitale ebraica; dove, se
non qui doveva nascere il re dei Giudei? Ma sono dirottati verso un'umile casa popolare in provincia. Non
per questo son delusi, anzi: « si rallegrarono di grandissima allegrezza », e di fronte a quel figlio di popolani si prosternano come si fa davanti ai re e gli offrono doni regali.
Ineguagliabile è la gioia del pagano, o dell'ateo, quando incontra in
Gesù di Nazareth il Cristo di Dio, il
Re. Non per nulla il giorno dell'Epifania è, per una parte della Chiesa,
giornata missionaria. Sguardo gioioso levato alle messi già bianche da
mietere (Giov. 4, 35), lietamente attento a ogni anticipazione del venire di molti da Levante e da Ponente
per sedere nel regno dei cieli (Matteo 8, 11).
Gino Conte
2
B colloquio
con i lettori
Dicevamo, la settimana scorsa, che,
assumendo la direzione di questo giornate, ci sembrava di entrare in casa d’altri,
nel senso che ogni direttore ha dato e
da la sua impronta al giornale che dirige
e chi lo sostituisce deve ambientarsi. La
casa però non è solo del direttore e di
alcuni collaboratori è anche dei lettori.
Vorremmo oggi rassicurarvi: in casa vostra non intendiamo fare e disfare.
Un servizio
Il giornale infatti non è solda:ostituito
dalla linea che il direttore gli ha dato,
è iin insieme di voci, di relazioni, di abitudini; uno si abitua ad un giornale come
ùd un pdesaggio; magiari si polemizza, si
contesta, si brontola ma è lì, lo si accetta
e ci si regola di conseguenza. L’Eco-Luce
ha così acquisito una sua veste, una sua
forma ed ora l’inevitabile cambiamento
provocherà in alcuni qualche rimpianto,
in altri qualche delusione. Ne chiediamo
sin d’ora venia ai lettori perché la nostra
intenzione non è di fare i novatori, i saccenti, di venire nella famiglia del giornale e della chiesa come coloro che sanno
e possono insegnare ma da fratelli, che
accettano di rendere un modesto servizio
secondo le linee di marcia che sono state
illustrate nell’editoriale dell’ultimo numero.
Pazienza
Chiediamo dunque ai lettori affezionati del giornale, che lo hanno seguito e
sostenuto sino a questo giorno, di Irggerci con animo fraterno e libero da preconcetti, di valutare le opinioni con serenità, di non ingigantire una frase, un
pensiero, una presa di posizione facendone quasi una battaglia per la sopravvivenza della chiesa. Soprattutto di leggere con perseveranza, di esaminare le
cose dopo qualche settimana, di non fare di ogni erba un fascio e di un sasso
una montagna.
Questo non significa naturalmente che
non vi debbono essere critiche ed osservazioni. Il nostro lavoro redazionale sarà tanto più efficace quanto saranno vive
e costruttive le osservazioni di coloro che
leggono. Su questo punto ci riserviamo
tornare un’altra volta per illustrare il nostro punto dì vista.
Ancora amministrazione
Un invito a tutti coloro che si abbonano, o riabbonano: scrivere a stampatello nome, cognome indirizzo e precisare se si tratta di rinnovo o di nuovo abbonato.
L’Eco delle Valli è stato consegnato
all’ufficio spedizioni giovedì ore 14 e la
Luce venerdì alla stessa ora.
li direttore
dal giubileo all’anno santo
Difesa dei poveri, restituzione delie terre: gli ideali del giubileo in Israele - Un messaggio teologico vissuto come appello e vocazione che ha trovato compimento in Cristo
»Nomadi e liberi
Che cos’era l’anno giubilare, al cui modello si ispira l’anno santo?
Il punto di partenza è l’aspirazione del
popolo di Israele alla giustizia. Gli israeliti erano stati all’origine un popolo nomade, senza ricchi e senza poveri, provvisto giorno per giorno del pane quotidiano. Come popolo nomade non aveva co,posciuto neppure l’oppressione di una oligarchia di potenti. Solo con l'istituzione
della monarchia si stabilisce anche in
Israele una certa misura di despotismo
( a questo si oppongono gli ambienti di
tipo profetico, quando dichiarano catego^
ricamente che volére un re è andare contro la volontà di Dio,' voler essere cóme
gli altri popoli).
Dopo l’esilio, il potere passa nelle mani
dei sacerdoti e di un certo numerò di ricchi proprietari. Per questo la situazione
sociale della campagna palestinese al tempo di Gesù, come si riflette in certe parabole (p. es. quella dei lavoratori delle diverse ore, Matt. 20) somiglia non poco a
quella delle campagne del meridione di
Italia.
Con la mutata situazione politica sorge
anche in Israele il fenomeno dell’oppressione e dell’ingiustizia. Basta scorrerete
pagine di Amos « il profeta della giustizia » per rendersene conto. Ma anche
Isaia tocca molto spesso quel tema: ricordiamo il cap. 1: lJ-17 e 24-31; 2: 10-11;
3: 13-26; 5: 7-25; la speranza del messia
riguarda anche l’instaurazione della giustizia, Is. 9: 6; 11: 4-5.
La speranza nel ristabilimento della giustizia rimane però confinata fra quelle
per cui non si vede una realizzazione su
questa terra, tanto che davanti alla morte
il savio d’Israele può esclamare: « Qui
giace il ricco e il povero, e il servo ma
libero dal suo padrone ».
Una utopia
L’anno giubilare è perciò la visione utopica di un ristabilimento del diritto dei
più poveri che hanno dovuto cedere alla
pressione dei ricchi e dei potenti.
Tutti coloro che avevano venduto la
terra dei padri ne ritornavano in possesso nell’anno giubilare. Se erano morti, la
terra tornava ai loro discendenti. Questa
disposizione si riferiva soltanto ai campi
e alle case dei loro coltivatori, non alle
case in città (Lev. 25: 13-17, 23-24; 21:
16-24).
Gli schiavi israeliti dovevano essere rimessi in libertà con la loro moglie e i
loro bambini, e facevano ritorno al loro
clan (Lev. 25: 39-45).
Infine, anche per la terra l’anno giubilare significava un grande riposo, perché
non si poteva né seminare, né mietere,
né vendemmiare: si poteva solo mangiare
il frutto prodotto spontaneamente dal terreno (Lev. 25: 11-12).
I passi citati appartengono tutti alla
legislazione sacerdotale, cioè alla sistemazione post-esilica del dritto civile e religioso d’Israele. Non sembra infatti che
l’anno giubilare sia stato conosciuto prima dell’esilio. Quando i profeti si scagliano contro gli oppressori e gli accaparratori non fanno nessuna allusione all’anno giubilare, che pure sarebbe stata un
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rimedio à una parte delle ingiustizie da
loro denunziate. Ma afiche ¡ dopo l’esilio
nessun libro storico parla della celebrazione dell’anno giubilare. Parlano invece
dell’osservanza dell’anno sabbatico (p. es.
Neh. 10: 31). ■ ' .
Per' quésto motivo è nioltò probabile
che il giubileo rifletta lo sgomento degli
Israeliti che sono consapevoli delle origini del loro popolo e della loro fede, ma
si trovano in una situazione sociale radicalmente contaminata è distortà. L’impossibilità di raddrizzare la situazione, di
tornare indietro, a quella che era considerata una età dell’oro nella storia 4Tsraele porta a teorizzare ipsuo ristabilimento
in un futuro abbastànza.lontano (50 anni)
da impedire agli Israeliti adulti.di constatare che anche quella generosa speranza
era destinata a non realizzarsi.
Una teologia
Non si devono negare i valori teologici
che stanno' alla base della nozione dell’anno giubilare, come quella che Dio è il
solo vero proprietario e signore di tutte
le'cose (Lev. 25: 23). Inoltre il giubileo testimonia anche l’attaccamento degli
Israeliti alla terra dei loro padri (Neh.
10: 31).
Bruno Corsani
RAI - TV
Nella rubrica PROTESTANTESIMO
(sul secondo canale TV il gio.vedì, ore
Ì8,15) verrà presentato il 16 un programrna sui Pentecostali, il 23 avrà luogo un
dibattito sulla settimana di preghiera, con
Paolo Spanu e Filippo Gentitoni, il 30
verrà illustrato il progetto di integrazione tra le chiese valdesi e metodiste.
I CULTI RADIO del mese di gennaio
sono a cura del past. Franco Divite ed
hanno come tematica il rapporto col terzo Mondo.
Nel Nuovo Testamento esiste una sola
allusione all’anno del giubileò, in Luca.
Egli racconta (4: 14-30) che in un giorno
di sabato Gesù partecipò al culto nella
sinagoga del suo paese, Nazaret. Vi partecipò anzi in modo attivo leggendo il
passo biblico indicato come lettura di
quel giorno e facendone il commento, come era abitudine. Si trattava di un testo
di Isaia 61 dove il profeta parlava della
sua missione come di un annunzio di liberazione: « Sono stato mandato per annunziare la liberazione ai prigionieri, liberare gli oppressi e proclamare Tanno
accettevole del Signore ».
Gesù interpreta questo passo come una
profezia della* sua missione; quello che il
profeta aveva detto di se stesso è pienamente compiuto in lui. Il giubileo, che
come legge sociale e religiosa non si era
mai applicato, che era restato dinanzi
agli occhi di Israele come una visione
ideale, un punto di riferimento, è ora
adémpiuto in Gesù.
L’attività di Gesù viene così identificata con la legge del giubileo; in un certo
senso quella legislazione aveva soltanto
un significato: essere una profezia, era
valida sì, ma perché indicava quello che
sarebbe statò il compito di Gesù Cristo;
Era una legge che prefigurava Gesù.
Non a caso Luca mette l’episodio della
sinagòga di Nazaret al principio della
missioné pubblica di Gesù, proprio per
indicare che tutta la sua missione è stata vissuta come un grande anno di giubileo.
In questp senso però la missione di
Gesù rappresenta anche la fine, il termine della legge antica, dopo il compimento non ha più alcun significato: non si
può tornare indietro a quello che era anticipazione, allusione.
Per il Nuovo Testamento Gesù solo è
il nostro « anno giubilare » e sarebbe fargli offesa ripristinare tradizioni ed insegnamenti che hanno trovato in lui il loro
adempimento. Giorgio Tourn
libri • recensioni
anno santo :
un’occasione perduta ?
un’interpretazione cattolica
La notte del 24 dicembre Paolo VI ha
dato inizio al 25“ Anno Santo della Chiesa Cattolica, con una liturgia trionfale
che voleva dare al mondo la misura della potenza spirituale del papato, che dispone a suo beneplacito del «tesoro dei
meriti di Cristo e dei Santi », e richiama
a riconciliazione tutto il mondo. Ottima
occasione per confermare l’ideologia del
supremo potere spirituale della chiesa gerarchica, incarnazione prolungata di Cristo.
Ma non tutti i cattolici hanno vissuto
cosi quel momento. Per molti non si trattava di un’occasione valorizzata, ma di
«un’occasione perduta». Due Comunità
cattoliche di base — il Gruppo biblico
di Piossasco e la Comunità cristiana di
Mirafiori’nord a Torino — hanno raccolto nell’opuscolo editò dalla Claudiana
le loro riflessioni. L’anno santo potrebbe
essere una occasione di vera riforma della chiesa, se fosse diversamente vissuto.
Come lo ha impostato la gerarchia cattolica, viene a perdete completamente il
suo valore. Vuol essere « anno di riconciliazione», ma la gerarchia non àa proporre altra «riconciliazione» che «una
terapia di benesserè per le coscienze »
(p. 12), perché non entra nelTanallsi seria
della società. Vorrebbe opporsi alla «secolarizzazione », ma tutto si riduce al proporre la religione «come una ’funzióne’
necessaria alla vita» e la èlflesa «come
rifugio sicuro per l’Uomo tormentato»
(p. 13). Così «l’Anno Santo costituisce
per la chiesa ufficiale ima conta delle pecore e un tentativo di uscire dalla crisi »
(p. 14). Il messaggio dell’anno santo invita alla « Roma imperial-pontiflcale » e
non al solo Cristo, ponendosi « fuori dell’ottica della vera conversione... nella logica del potere, secondo la quale la classe dominante della chiesa prende l’occasione per riproporsi come il cuore della
chiesa stessa e avallare una supremazia
antievangelica» (p. 15). Aggiornamento
senza conversione e esaltazione di se stessa anche nei confronti delle altre chiese:
ecco la sostanza non evangelica della impostazione ufficiale dell’anno santo, alla
quale le due comunità di base oppongono una proposta « profetica » che si articola in quattro punti ; restituire il « non
indifferente patrimonio » ai poveri, « restituzione politica » in vista di im « uso
proletario » (p. 22) ; dissociarsi dal potere, rinunciando ai Concordati e alla dinlornazia; un silenzio per convertirsi; riconciliazione nella chiesa, rinunciando alle scomuniche. C’è anche una quinta proposta in forma interrogativa: dimissioni
spontànee del papa?
« Valori evangelici in un quadro cattolico » (p. 32) commenta Paolo Ricca nella sua appendice, dopo un’acuta, analisi,
dell’opuscolo. Infatti in esso rimane legittimato il principio dell’anno santo; rimane confermato il « ministero di Pietro »
anche se «gli spiriti immondi ló hanno
resò diabolico» (p. 19); culto di Maria
e indulgenze sono criticate nel modo e
non nella sostanza. Tuttavia il «fermento evangelico » non può essere eluso e si
impone anche ai protestanti che non celebrano Tanno santo e che sanno di vivere già dalla resurrezione di Cristo nelT« anno accettevole del Signore ». Paolo
Ricca propone ai protestanti le domande : « i valori evangelici qui segnalati esistono nelle chiese evangeliche? » e ancora
« stiamo vivendo l’anno accettevole del
Signore? ». Se i fermenti evangelici dell’opuscolo potessero portare le chiese
protestanti ad una risposta positiva a
queste domande, sarebbe più facile anche per quei cattolici liberare il fermento evangelico dal quadro cattolico. Ci auguriamo, quindi, che i protestanti italiani
accolgano questo opuscolo come un valido richiamo evangelico rivolto anche a
loro.
Alfredo Sonelli
3
f
AMERICA LATIN A
il continente dalle vene aperte
I moviment! rivoluzionari intervengono contro il regime peronista: I’« Ejercito Revolutionar^o del Pueblo » - I « montoneros », di matrice cattolica - Buenos Aires, capitale
dell’Argentina, un grande ammasso di operai, di baraccati, di immigrati - I preti vivono coi proletariato: un altro cattolicesimo - Lo studio biblico come punto di richiamo
Russell
Le opposizioni
Poi c’è l'opposizione: popolare, politica e spirituale.
Subito ci rendiamo conto che l’E.R.P.
(Ejercito Revolutionario del Pueblo) non
è un gruppo di terroristi da strapazzo:
di origine piccolo borghese ma stimato
negli ambienti popolari, questo gruppo
ha in fondo due modelli: Cuba e il Vietnam. E si prepara tenacemente per realizzare in Argentina, all’occasione propizia, un’esperienza di quel tipo.
Sequestra più armi che persone, e nei
due casi punta sulle azioni dimostrative,
e sullo sviluppo dell’organizzazione: criticato dal popolo quando uccide gli ostaggi, ne è apertamente lodato e protetto
quando riesce ad estorcere i riscatti, a
tenersi le armi prese nelle caserme, qualche volta a far defezionare del soldati.
Ricco di appoggi nella città, l’ERP ha le
sue basi soprattutto nell’interno del paese, dove vorrebbe un giorno - creare una
« zona liberata » (e qui si affaccia il ricordo tragico di Guevara), di concerto
con le organizzazioni analoghe che operarano in Cile (MIR) Bolivia (ELN) Uruguay.
L’esercito lo sa, e sta preparando lucidamente, professionalmente lo scontro
frontale: vuol costringere l’ERP a uscire
allo scoperto, a impegnarsi in combattimenti veri e propri: se quel giorno venisse, l’esercito è sicuro di infliggere all’ERP una disfatta campale. Ed è difficile
non accettare questa previsione, allo stadio attuale dei fatti.
Poi c’è un altro gruppo d’opposizione:
i « montoneros ». Nati da un nucleo di
cattolici integralisti, rafforzati e modificati dall’affusso di molti giovani peronisti di sinistra, i montoneros sembrano
una variante cattolica e populista della sinistra rivoluzionaria. Amici cattolici ci
assicurano che si tratta di uh movimento
importante, anche se la morte di Peron
lo ha parzialmente « spiazzato »: ma ci è
difficile coglierne il significato. Paraocchi
valdesi? Può darsi.
Cattolici
Molto più chiara, comunque, la testimonianza cattolica che si percepisce nelle
zone più disgraziatamente della città:
Buenos Aires è circondata da una cinta
immensa di sobborghi operai e poi, più
oltre di « villas miserias »: enormi Quartieri di baraccati dove vivono milioni di
nuovi immigrati (boliviani, pàraguayani,
cileni) e di vecchi sottcnproletari. In ognuno di questi centri c’è un prete, che con
dalla prima
messaggio evangelico, finiva per ridurre
l’annunzio di Gesù Cristo ad una sorta di
morale, di bontà generica^ . ,
Criticata giustamente dai protestanti e
dai cattolici questa religione, che dava
poco posto alla rivelazione. Guardiamoci
attorno però; .quale cristianesimo sta vivendo nella chiesa di oggi, quale visione
della fede si afferma attorno a noi? Quella liberale. È Schweitzer che parla ed il
suo rispetto della vita, il suo senso dell’umano. , .
La presenza del protestantesimo moderno è ormai cosi forte che neppure le
terre per tradizione cattoliche possono
sottrarsi al suo peso. L’atteggiamento delle masse cristiane è liberale. Di fronte al
problema del divorzio si è visto chiaramente che fra l’autorità e la libertà si
sceglie la libertà. « La chiesa dice una
cosa, forse anche fondandosi sul vangelo, forse a ragione, ma io penso secondo
la mia coscienza »: Il divorzio è problema mio, è problema di coscienza e di responsabilità.
Coscienza contro autorità, libertà del
singolo di fronte al magistero!
Per un cattolico tradizionale questo atteggiamento ha un solo nome: disubbidienza, per un protestante ne ha un altro: responsabilità. Ma si tratta di una
concezione liberale protestante, della vita e della fede. È Schweitzer che trionfa
non don . Bosco! Questo non .è senza importanza, significa che si. può andare , oltre Schweitzer ma non si può vivere una
fede evangelica stando su posizioni prima di lui. Il colloquio col medico della
giungla deve dunque. essere riaperto.
divide la ^orte di questi miserabili, partecipa alle loro lotte, talvolta vi lascia la
vita: il culto, la vita comunitaria, vengono modificate in base alle esigenze popolari.
È bene ricordare anche questo cattolicesimo, così diverso dal crocifisso ostentato dalla Presidentessa, così lontano dalla religione del Ministro di Salute Pubblica. Certo, il populismo cattolico potrà
strumentalizzare domani questi fratelli e
asservirli a un regime più o meno « democristiano ». Ma nel momento in cui
questi fratelli rischiano la vita per testimoniare un Cristo diverso da quello dei
conquistatori spagnoli e dei commercianti anglosassoni, non me la sento proprio di far loro una lezione di teologia:
la scaletta dell’aereo non è il pulpito più
adatto per certe prediche.
C'è invece chi il pulpito, se l’è saputo
trovare: in una domenica piena di caldo
e di sole visitiamo un vasto quartiere operaio alla periferia della città: case e fabbriche, case e fabbriche. Un fiumiciattolo più puzzolente del Lambro a Sesto San
Giovanni, im’aria torrida come a Palermo. All’orizzonte nessuna montagna: solo una nube nerastra.
Ci accompagna un pastore metodista,
che da anni vive insieme con altri fratelli di varie denominazioni un’esperienza
di testimonianza evangelica e comunitaria
in questo quartiere: un nucleo aperto, vivo, che partecipa a tutti i problemi della
popolazione (quando il fiumiciattolo straripa. molte case si riempiono d’acqua, e
Quale acqua!), collabora con popolani
d’ogni tipo, senza frontiere confessionali
Hanno collaborato a questo numero:
Mirella Bein, Riccardo Bensi, Giovanni Conte, Renato Coisson, Franco Davite, Luciano Deodato, Elio Maggi, Anna Màrullo, Teofilo Pons, Thomas Sògpin, Alberto ed Enrico Taccia, Liliana
Viglielmo, Graziella dalla, F. Coisson.
precostituite: ma la domenica sera lo studio biblico è il punto di richiamo e di riconoscimento del piccolo nucleo dei cristiani confessanti in mezzo a questa umanità passionale e dolorante.
L’operaio peronista
In una osteria piuttosto modesta incontriamo anche un operaio « peronista »:
ha fatto le barricate nel 1955 contro i militari, e si è guadagnato tre anni di prigione. Anziano, calmo, ci spiega la situazione del suo paese. Passa un’auto della
polizia e le sue pupille la seguono attente, fino a che non abbia svoltato l’angolo.
Intanto continua il racconto: Evita, gli
inglesi, Lopez Rega, gli americani, i ^lari,
i licenziamenti. Quest’uomo non rientra
nei nostri schemi europei, questo è chiaro: ma come facciamo a dirgli che « Peron è ambiguo »?
Che significato avrebbe questa frase di
fronte ai suoi tre anni di galera, di ^fronte alla disoccupazione che forse lo attende domani? E dove l’ha preso, quest’uomo il suo senso della realtà, per cui le
atesse còse che nei « salòtti di sinistra »
dei quartieri ’bene” ci parevano frédde e
astratte, qui diventano calde, vive, piène
di speranza (anche se intanto la macchina della polizia è passata per la seconda
volta)?
La forza corporosa e modesta di quest’uomo nòn gli viene forse da una reale
aderenza alla vita dei lavoratóri, suoi pari, e dalla stessa dignità della sofferenza
di chi ha pagato di persona? Non gli abbiamo neanche chiesto il nome e Tindirizzo (agli intellettuali sì: manderemo loro delle cartoline daU’Italia): ma non ti
dimenticheremo facilmente, operaio « perohista » che vivi .10««'la tua vita in una
città al cui confronto Cinisello è bella
come Sorrento, e che ami il tuo pròssimo
mentre all’angolo della strada, il pastore
ti ricordà/che è , anche possibile amare il
tuo Dio.
C. e T. Bouchard
per una pace
¡n Medio Oriente
Le chiese olandesi chiedono giustizia per gli Arabi e sicurezza per lisraele
L'Aia (Soépi) — L’il die. scorso il Consiglio delle Chiese dei Paesi Bassi ha inviato ai membri del Parlamento olandese e al Ministero degli Esteri ùna presa
di posizione sùllà questione dèi Medio
Oriente. La dichiarazione appare dettata
dalla ricerca di un equilibrio tra le varie
posizioni; Da Un lato in essa si afferma
la necessità che sia' garantita l’esistenza
dello Stato d’Israetó, secondo la .dichiarazione fatta dairONU nel ’47. « Ci sarà
pericolo di guerra — si afferma,nel documento — finché il popolo d’Israele sarà
convinto che altre nazioni ceretmo di annientarlo ». D’altra parte, tuttàvia, si riconosce anche, la profonda, ingiustizia subita dagli Arabi che si sono visti privati
dei loro diritti airautodeterminazione e
alla , possibilità di esercitarla. « neffa forma di una identità nazionaU separata »,
Sicurezza per lo Stato d’Israele e giustizia per gli Arabi sono dunque, secondo tale documento, le’ condizioni essenziali per la costruzione di una pace nel
Medio Oriente. Al di là dei linguaggio
cauto e dosato, ed a parte una eccessiva
semplificazione di tutto il problema, tale
presa di posizióne è molto importante,
fi noto infatti come l’Olanda sia un paese dichiaratamente filo-israeliano. Con
questa dichiaràzioné ' il Consiglio delle
Chiese non solo diinosird di aver preso
coscienza del grosso problema dei palestinesi e delia necessità di restituire loro
il diritto aH’esistenzà come-nazione indipendente, ma rjschia 'anche di diventare
impopolare ed essere accusato di tradimento.
nella zona intorno a Gaza, ben 440.000 sono dei rifugiati e di essi quasi 300 mila
vivono nei campi profughi. Per tutti' costoro il riconoscimento deH’Organizzazione per la Liberazione della Palestina
(OLP) e il progetto della costituzióne di
uno Stato Arabo Palestinese rappresenta
la fine di un incubo e la restituzione della loro dignità' umana.
in tema
di aborto
Ricordiamo che. su circa 1 milione di
Arabi, abitanti nella, ; Giudea-Samaria ■ e
, Parigi (Bip) — Il movirnento « Giovani
donne» (Jeunes femmes) ha presentato
una nota sulla nuova legge sull’aborto,
recentemente approvata dal Parlamento
francese. In essa vien riaffermato « il diritto fondamentale della donna di disporre liberamente del proprio corpo e di
scegliere il momento e il numero di gravidanze » S’interroga tuttavia sulla reale
libertà di scelta della donna, «date le
pressioni morali dell’ambiente che rinchiudono la donna nel suo ruolo di madre, e la pesantezza e lungaggine delle
pratiche burocratiche ». È preoccupato infine per « misure repressive, che impediscono ogni informazione sul tema e per
la inevitabile discriminarione sociale, do’ vuta al fatto che le mutue non concedono alcun rimbórso per le spese ».
Madrid (Snop) — La Commissione sociale dell’episcopato spagnolo ha pubblicato il 9.10.74 una nota nella quale si di,clùara,.fprtemgntq,.eqptrarià.,all’àborto.
aperta la 2" sessione
Domenica 12 gennaio Lelio Basso ha
aperto ufficialmente a Bruxelles, i lavori
della seconda sessione del tribunale
« Russell II ».
La pubblica accusa è sostenuta dall’ex
ministro dell’Ecoomia nel governo Allende: Pedro "VosLovic Bravo. L’accusa è
contro le grandi compagnie multinazionali che sfruttano le risorse naturali ed
umane dei paesi latino-americani. Mentre
la precedente sessione si era occupata,
poco meno di un anno fa, dell’America
Latina, concludedo i lavori con una severa condanna dei gruppi che esercitano
il potere in Cile, Brasile, Bolivia, Uruguay, considerati colpevoli di « violazioni gravi, ripetute e sistematiche dei diritti dell’uomo », in questa sessione si ricercano le responsabilità che stanno dietro al dramma dell’America Latina.
Sulla base di una lunga e dettagliata
relazione tenuta domenica, 'Vuskovic ha
chiesto « la condanna del Governo degli
Stati Uniti, di organismi che ne dipendono, di alcune personalità e interi governi e di organi esecutivi che hanno
commesso azioni confessate, in aperta
violazione dei diritti dell'uomo, dei diritti dei f)opoli all’autodeterminazione e all’indipendenza economica ».
L’atto d’accusa invita, fra l’altrp, i popoli ed j governi perché sospendano ogni
forma di relazione commerciale e diplomatica con il Cile.
I lavori si protrarranno fino al 16 gennaio; il 17 il tribunale si riunirà in camera di consiglio ed il 18 si avrà la lettura
pubblica della sentenza.
dal mondo cristiano
Tananarive (LWF) — La Commissione di lavoro della Conferenza Cristiana
per la Pace, riunitasi in Madagascar durante il mese di ottobre ’74, ha lanciato
un appello affinché l’Oceano Indiano sia
liberato da tutte le basi militari, che costituiscono una minaqcia permanente per
i popoli dell’Asia, deH’Africa e dell’Australia.
Sud Africa (L'WF) — 81 pastori della
chiesa luterana del Transvqal hanno fatto una dichiarazione in favore dell’obiezione di coscienza. Tale dichiarazione rafforza còsi la difficile, ma coraggiosa battaglia che . la chiesa evangelica . in Sud
Africa conduce per affermare la libertà
e la dignità dell’uomo, anche di quello di
colore. .
Potsdam (Bip) — Secondo il vescovo
luterano Schonherr, presidente della federazione delle chiese evangeiiche nella
Rep. Dem. Tedesca, le chiese dovrebbero
ripensare a fondo tutto il problema dell’istruzione religiosa. « È imo sbaglio' gravido di conseguenze — egli ha affermato
— aver limitato le catechesi all’adoléscenza. D’ora in avanti l’apprendimento e l’insegnamento devono essere ripartiti attraverso tutti gli aspètti e i momenti della vita della Chiesa ».
(epd) — II 26 die. scorso doveva scadere rultimaturfl" per l’esproprio della Facoltà teologica ecumenica di Alice (Provincia del Capo - Sud Africa). Tale istituto era, oltre che interconfessionale, in
quanto frequentato da metodisti, congregazionalisti, anglicani e. presbiteriani, anche inter-razziale, accettava cioè bianchi
e neri.
In questa azione del governo sud-africano è chiaro il desiderio di colpire chiunque non applichi la politica dell’apartheid.
S’ignora figo a questo momento se le
minaccie siano state mandate ad effetto.
Parigi (Bip) — Il Sinodo della Chiesa
luterana francese ha inviato al Ministero
dell’Istruzione una nota nella quale esprime tutta la sua preoccupazione per il progetto di dare vacanza nelle scuole elementari il sabato, anziché il mercoledì; (com’è
attualmente). Nella nota viene detto che
tale cambiamento «costituirebbe una radicale trasformazione delle attuali abitudini » ed inoltre « intralcerebbe le chiese
nello svolgimento dell’insegnamento religioso dato,ai fanciulli». ì
Pur giudicando le cose dalPestemo, ci
pare veramente un po’ eccessiva ia preoct
cupazione pcr.éaipbiànienti di tal..génerel
4
la CEVAA : ricerca di una nuova testimonianza nel mondo
ministoria della CEVAA
All’inizio del mese di novembre del
1971, nel tempio deH'Etoile a Parigi, un
culto segnava la fine della Società delle
Missioni di Parigi fondata esattamente
149 anni prima, il 4 novembre 1822. Un’ora
dopo, in una sala dello stesso stabile, 17
rappresentanti di chiese, unioni di chiese
o dipartimenti fra chiese evangeliche firmavano l’anno di inizio della Comunità
Evangelica di azione apostolica. Vi partecipavano così le chiese francesi, dei cantoni francofoni della Svizzera, la Chiesa
Valdese per l’Europa, le chiese evangeliche del Cameroun, Nuova Caledonia, Togo, Lesotho, Polinesia Francese, Gabon;
le chiese unite di Zambia e del Madagascar, l’unione delle chiese battiste del Cameroun e la Chiesa metodista del Dahomey e del Togo.
Lo scopo di questa trasformazione: la
volontà di riconoscere in modo ufficiale
e potenziare quel movimento sorto nella
Società di Parigi che era andato trasformando l’attività tradizionale della missione a senso unico dall’Europa verso il terzo mondo, in comunità di Chiese ormai
autonome che si aiutano a vicènda. Ed
in fatto di autonomia la Chiesa Evangelica del Togo lo era dal 1914!
LE TAPPE DELLA CEVAA
1911, 4 novembre. Parigi. Nasce la CEVAA. Si discutono le linee di fondo già
elaborate e parzialmente sperimentate
dalla Missione di Parigi. Si tratta di prevederne gli sviluppi e di indirizzare il lavoro della nuova organizzazione senza
che l’attività missionaria delle varie chiese ne sia danneggiata.
1972, settembre. Cartigny, Svizzera. Si
tirano le prime somme di un anno di
orientamento e di lavoro. Sono sedute
difficili e faticose. Le chiese europee sono
disorientate, la parte conservatrice dei
membri di chiesa non è d’accordo con
questa trasformazione che procede lentamente anche nelle chiese nate dalla missione. I fondi raccolti in Europa sono
perciò scarsi e le varie chiese devono ridimensionare le loro previsioni di spesa,
spesso ancora redatte al modo antico.
1973, settembre. Torre Pellice. Decollo!
Le linee di azione si sono meglio chiarite
durante l’anno e si constata una maturazione delle chiese in Europa e nel Terzo Mondo. La responsabilità delle chiese
oltremare è in chiaro aumento come pure quella delle chiese europee che beneficiano della collaborazione di uomini e
di pensiero estraeuropei e si impegna più
largamente in uomini e mezzi per potenziare il lavoro, soprattutto sociale, delle
chiese nel resto del mondo.
1974, settembre. Lomé (Togo). La CEVAA decolonizza! La riunione del Consiglio in Africa (da dove proviene la maggioranza dei delegati CEVAA) porta frutti molto positivi. Anche se la maggior
parte dei consiglieri europei ha già precedenti esperienze africane, spesso di
molti anni di lavoro, il ritrovarsi in Africa a contatto con quelle Comunità è benefico per tutti. Le chiese locali possono
partecipare più direttamente e con un
numero maggiore di delegati la cui presenza è particolarmente efficace. Si comincia concretamente a vedere come le
linee CEVAA si sviluppano e quali risultati ne derivano. I rapporti Europa-'Terzo
Mondo si fanno sempre più multidirezionali, si comincia seriamente a « decolonizzare ». Il termine è semi-scherzoso, ma
indica una realtà che si delinea.
1975, giugno. Liebfrauenberg (Alsazia).
Lomé ha dato risultati positivi. Occorre
continuare con impegno e decisione.
paesi
industrializzati
DELLA L’IMPEGNO CHIESA VALDESE
Anno Impegno Versate
1973 3.500.000 3.500.000
1974 3.600.000 1.450.000
1975 4.000.000
COSA SIGNIFICA ESSERE MEMBRI
DELLA CEVAA
1) Impegno di Chiese e non di privati
di buona volontà.
Le Missioni sono nate come gruppi di
singoli credenti che hanno sentito la responsabilità di questo lavoro. Essi si sono impegnati personalmente, hanno cercato di sensibilizzare altri, trovare uomini e denaro e così via. Nella CEVAA siamo impegnati come chiesa. Siamo cioè
membri di essa come siamo membri delle
nostre comunità. Non è l’impegno di alcuni sensibili o « patiti » per la missione.
Tanto più che la CEVAA ci ricorda non
solo l’impegno per i fratelli, ma anche che
ogni comunità è missionaria a casa sua.
2) La CEVAA non è una superchiesa
Possiamo piuttosto dire che si tratta di
uno strumento tecnico per facilitare i contatti fra le varie chiese. È un punto di incontro per lo scambio di uomini e di idee,
un ufficio tecnicamente attrezzato per lo
studio delle proposte di aiuto,, per lo spostamento delle somme da un Paese all’al
tro. È un centro per lo studio teologico e
pratico dei problemi comuni. È quindi
una organizzazione che mette i suoi uomini ed i suoi mezzi al servizio delle chiese e che ha cura di non diventare sovrastruttura che sostituisce le chiese o ne limita la libertà.
3) Gli inviati rimangono nei ruoli delle rispettive Chiese
Per questa ragione le persone che verranno inviate dalla Chiesa Valdese o da
un’altra chiesa italiana per collaborare
con una chiesa oltremare, saranno iscritti
in un ruolo della chiesa valdese (pastorale, diaconale etc.), continueranno a dipendere dalla chiesa valdese nella quale saranno reinseriti al momento del loro ritorno. Questo significa che la chiesa d’origine provvederà ai loro periodi di soggiorno in Europa, alla cassa pensione e
così via. Attualmente i Fratelli e le Sorelle che lavorano in chiese appartenenti alla CEVAA sono partiti per incarico della
Missione di Parigi e la responsabilità economica è stata assunta dal DEFAP francese. Ma per le prossime partenze di collaboratori occorrerà prevedere (e provvedere) nelle nuove linee che ho esposto.
Sarà un maggiore impegno finanziario, ma
anche un notevole arricchimento per la
chiesa valdese.
F. Davite
ttttt
10 uomini
paesi
sottosviluppati
ìm
ttttf
20 uomini
paesi paesi
industrializzati sottosviluppati
(Europa, URSS, USA, (America Latina,
Australia, Giappone) Africa, Asia)
w
34%
66%
della popolazione della popolazione
mondiale mondiale
/nv^7vT?v?vyy\
10 pani
5 pani
Va
del reddito
mondiale
del reddito
mondiale
Queste due tabelle tratte dal volume Pays industrialisés pays sous-développés di
Rudolf H. Strahm, mostrano chiaramente quale sia attualmente il rapporto fra nazioni sottosviluppate e nazioni industrializzate. Sono cifre ormai di dominio pubblico, che conosciamo da anni, da cui però stentiamo a trarre conclusioni operative.
dal Lesotho alla Nuova Caledonia
Fino a dieci anni fa si parlava di « campi di missione » - Oggi le chiese cristiane in Africa ed Asia sono responsabili delle loro scelte - Una nuova pagina si apre nella storia
della chiesa e della testimonianza cristiana“
Il Lesotho
e l’istruzione scolastica
Ecco alcuni dati dei ragazzi frequentanti le Scuole elementari di quel territorio
africano nel 1974;
a) Scuole della Chiesa Evangelica
del Lesotho (GEL) 86.162
b) Scuole cattoliche 98.132
c) Scuole anglicane 27.224
d) Scuole metodiste 1.508
e) Scuole di stato 2.105
f) Varie 2.304
Totale ragazzi scolarizzati 217.435
Essi rappresentano T80% dei ragaz^’ in
età scolare su una popolazione totale di
circa 1.150.000 abitanti.
Maestri :
GEL:
Chiesa cattolica;
Chiesa anglicana
1.505 per 452 scuole
1.931 per 454 scuole
549 per ? scuole
Le due scuole magistrali della GEL contano attualmente 383 studenti.
L’Insegnamento secondario della GEL
conta 17 istituti sui 59 di tutto il paese.
La CEiL impiega 111 professori nei suoi
ginnasi. Non vi sono che due istituti secondari dello stato. La popolazione scolastica dell’insegnamento secondario comprende in Lesotho 14.443 allievi.
La GEL ha anche una scuola professionale.
Il turismo rende...
ma a chi?
Un articolo del giornale « Le Monde »
consacrato alle isole Pigi (Sud Pacifico)
si domanda quale sia il profitto che tale
territorio trae dal turismo internazionale.
La risposta è che tale turismo, in realtà, costa assai alle Figi. 90% dell’industria
turistica è in mano agli stranieri, sopratutto australiani, che naturalmente esportano i benefici: tutto il necessario per
l’alimentazione alberghiera viene importato dall’Australia, le compagnie di trasporto sono australiane; vengono importati
prodotti che piacciono ai turisti e che
creeranno delle necessità nuove per i figiara.
« Ma v’è di più — continua l’articolo
— Ghi dice costruzione di grandi alberghi
0 di complessi di lusso come il Pacific
Harbour dice benefici assicurati per i capitali stranieri. Eppure, l’infrastruttura
necessaria (strade asfaltate, telefoni, risanamento del suolo, serbatoi idrici ecc.)
è tutta a carico dei Pigiani. La strada che
viene modernizzata come piano prioritario è quella del sud, che serve la catena
di alberghi; a questo scopo, la Banca
mondiale, l’Australia, la Nuova Zelanda
accordano dei prestiti, che bisognerà rimbosare. I Pigiani attenderanno a Itmgo per
avere delle strade decenti a loro destinate. Il paese è povero di mano d’opera qualificata per l’edilizia, ma essa viene destinata innanzitutto ah turismo. Sfogliando
1 documenti ufficiali, si constata anche
che la costruzione di un grande ospedale
e di una maternità hanno subito del ritardo: non si può proprio fare tutto nello stesso tempo».
Basta trsisporre « Pigi » con altri nomi
di paesi « incantatori », « dal sole eterno »,
«paesi di fiori e di palme» (Tahiti ad
esempio). Per soddisfare gli occidentali,
il turismo vi si sviluppa. E il turismo rende. Ma a dii?
Madagascar
Gli scout protestanti del Madagascar
(«Tily») hanno celebrato nel novembre
scorso il 50^ anniversario della loro creazione. Hanno invitato dei rappresentanti
francesi maschili e femminili del movimento alle cerimonie ed agli incontri che
hanno avuto luogo in occasione di questo anmversario.
La Ghiesa protestante malgascia in
Francia ha appena pubblicato la terza
raccolta di cantici trilingui: malgascio,
francese, inglese. « Questa pubblicazione
vuole portare un contributo all’annuncio
dell’Evangelo a tutti •gli uomini, dovunque essi siano e quale che sia la loro lingua. Essa è anche l’espressione della speranza di far conoscere l’anima ed i talenti malgasci utilizzati in vista di lodare il
Signore ».
Kuova Caledonia
La Ghiesa Evangelica ha tenuto il suo
Sinodo annuale a Ouvea. Il Sinodo ha
domandato ai pastori di organizzare nelle loro comunità dei corsi biblici e cate
chistici destinati ai giovani da 15 a 20 anni e aperti a tutti i laici che abbiano il
desiderio di approfondire la loro fede. A
tal fine, la Gommissione dell’istruzione
cristiana è incaricata di rivedere il Libro
dell’ekalesia, manuale di catechismo bilingue e di pubblicarlo. Nello stesso intento si è deciso che un corso di formazione per traduttori venga organizzato
nel corso di questo mese di gennaio, in
La Tavola Valdese invita
le chifise valdesi
a consacrare la'
Domenica 27 gennaio
dia riflessione missionaria
ricordando il significato
della testimonianza cristiana
nel mondo
e V impegno assunto
nelVopera della CEVAA.
La colletta
devoluta a questo scopo
va inviata alla Tavola Valdese
a Roma
vista di permettere la revisione o il completamento della traduzione della Bibbia
nelle lingue melanesiane.
La Gommissione liturgica ha inoltre
presentato vari testi liturgici da affiancare a quelli già esistenti.
Le Unioni femminili hanno compiuto
uno sfolrzo riorganizzativo, creando un
segretariato centrale e decidendo di assumere una animatrice a pieno tempo.
(Inform. tratte dal bollettino DEFAP)
(a cura di Giovanni Conte)
5
l'alternativa evangelica in Italia
Il dibattito emerso nel cainpo invernale di Agape si è concentrato su due proposte di
lavoro: la prima è l’ipotesi Bouchard — per una chiesa riformata — La seconda ipotesi, di G. Girardet — per una iniziativa che incida nelle realtà sociale e politica al di là
delle strutture - Una terza via: da gruppi sociali chiusi a minoranza attiva
AGAPE
oggi
L’alternativa evangelica in Italia. Il tema,
come notava Giorgio
Tourn nello scorso numero, può prestarsi a
varie interpretazioni.
Può anche essere un interrogativo rivolto ai
lettori : come dovrebbe
essere, secondo voi, la
vostra comunità?
In questa pagina pubblichiamo una sintesi del campo invernale di Agope, che
si è svolto dal 27 dicembre al 5 gennaio.
Speriamo che da questa sintesi emerga
che cosa intedevano i partecipanti per
« alternativa evangelca », anche se il campo ha prodotto, come ben si addice a un
campo di studio, più problemi che risposte. In generale, si sono confrontate
due possibilità diverse, due possibilità
che abbracciano tutta la vita della chiesa,
la forma della sua presenza nel mondo,
e da cui derivano, naturalmente, delle
proposte molto diverse per la soluzione
dei nostri numerosi problemi.
La prima possibilità è quella che è stata chiamata per tutto i campo la « proposta Bouchard-Aquilante », o più semplicemente; n l’ipotesi Bouchard ì>. Il suo
nome deriva da due documenti importanti: il messaggio di Sergio Aquilante all’ultima Conferenza Metodista, dopo la
sua elezione a Presidente, e il sermone
che Giorgio Bouchard ha tenuto a Roma,
in occasione dell’ottavo centenario valdese (Eco-Luce, 1974 n. 48). In che consiste questa pro^sta? Si può riASSumese
in questa frase di Bouchard : « In questa
Italia cattolica, non c’è posto per un
evangelismo generico, né per una dispersione di gruppuscoli evangelico- anticlericali: c’è posto per una chiesa riformata, che si collochi consapevolmente in
dialettica con l’integralismo cattolico e
lo scetticismo romano ».
L’altra possibilità, chiamata, di nuovo
per brevità, « l'ipotesi Girardet », perché
è stato Giorgio Girardet a proporla con
maggiore incisività, si ispira a una parola
evangelica : « Chi perde la sua vita, la
salva » (nel 1958 Tullio Vinay diceva ai
giovani battisti, metodisti e valdesi : « Bisogna che la chiesa muoia a se stessa,
muoia come istituzione per rinascere a
una testimonianza autentica »). « La chiesa istituzionalizzata — sono sempre parole di Girardet — è un ostacolo alla predicazione dell’Evangelo, non è più uno
strumento ». In altre parole, l’altemativa
evangelica non può essere una chiesa costituita, preoccupata di difendere le proprie strutture, ma si può costruire soltanto con una serie di iniziative .che incidano veramente nella realtà sociale e politica.
Queste due possibilità hanno dominato i dibattiti del campo. Alcune relazioni
si sono schierate chiaramente con la seconda : la relazione di Marco Rostan sulYinformazione evangelica, la relazione di
Giorgio Gardiol su La lotta di classe e
le chiese evangeliche, così come i due interventi di Giorgio Girardet e di Filippo
Gentiioni (al posto di Eugenio Rivoir,
colpito dall’ influenza, come purtroppo
molti campisti, e di Marcello Vigli) sulla questione ecumenica.
Sergio Ribet, che è stato il primo a
sollevare il problema nella relazione introduttiva, Sergio Rostagno (La teologia
evangelica) e Franco Giampiccoli (Le
opere evungeUche), hanno niostrato di
non riconoscersi in nessuna delle due possibilità. Essi hanno indicato in modi diversi un problema che è rimasto aperto :
quello della trasformazione delle nostre
comunità da gruppi sociali chiusi a minoranza attiva.
Indicazioni di lavoro sono comunque
venute con abbondanza : basti pensare
alla riorganizzazione della EGEI propo
sta da Giorgio Gardiol, al progetto di
studiare la composizione sociale e il comportamento delle comunità, all’impegno
per rinformazione evangelica e per una
nuova gestione dell’assistenza. Qui vogliamo soltanto dare un’idea dei problemi sollevati. E’ in preparazione un numero speciale di Gioventù Evangelica
che conterrà tutte le relazioni e una sintesi delle discussioni. Chi vuole avere
una visione complessiva dell’evoluzione
delle nostre chiese e dei problemi che esse
devono affrontare, chi sente la necessità
di scelte precise, farà bene a non trascurare questa pubblicazione.
Bruno Rostagno
teologia - opere - informazione
Dopo anni di discussioni, di proposte,
di iniziative, qual’è il volto attuale delle
nostre comunità? Quali sono_ le realizzazioni dominanti? CoitìS si può di^níte il
momento attuale? La risposta di Sergio
Ribet è che le tre chiese a cui ci riferiamo principalmente, la battista, la metodista e la valdese, puntano attualmente a
un consolidamento interno. I battisti, con
il potenziamento della realtà delle chiese
locali, sia spiritualmente che finanziariariamente. I metodisti e i valdesi, con il
processo di integrazione.
L’obbiettivo, secondo Ribet, è quello indicato da Giorgio Toum in « Una Chiesa
in analisi », « il tentativo più onesto e sobrio di fare il punto della situazione »:
raccogliere i credenti in modo significante. L'ipotesi è seria, ma isola forse un po’
troppo la chiesa dal resto della società.
« In Tourn c’è il presupposto che le cose
ragionevoli si faranno strada; ma la storia dimostra che le cose ragionevoli, per
imporsi, costano dure battaglie ».
Anche la proposta di una chiesa riformata in alternativa all’Italia cattolica
(ipotesi Bouchard) è valutata positivamente. Il rischio è però quello di un arroccamento, che sacrifichi troppe iniziative: « non si può mettere la Federazione in frigorifero, in attesa che nasca la
rtubVà chièsa riformata ».
Per Sergio Rostagno, il panorama è ancora largamente dominato dal pietismo.
A partire dagli anni cinquanta si sono
susseguiti i tentativi di riforma che tenevano presente il modello della chiesa
confessante. Ma, tranne forse la rivalutazione della chiesa locale e del diritto, come strumento al servizio dell’agape, le
riforme proposte sono passate sulle teste
delle comunità. ,
Occorre quindi una nuova ipotesi, che
può uscire soltanto da un’analisi seria
sa si deve intendere per testimonianza
nell’informazione? La formula « capire i
fatti alla luce dell’evangelo » non è precisa: i fatti si possono capire soltanto alla luce di altri fatti. Dire la verità significa spiegare come si fa a cambiare la situazione. Questo nostro sforzo dev’essere
confrontato con le risp)oste date da Gesù
nella sua situazione.
Rostan ha sviluppato questa premessa
basandosi sulla mozione del Congresso
FGEI 1974 sull’informazione. Innanzitutto ùria vera informazione può nascere
soltanto dalla pratica politica; ogni problema va affrontato tenendo presente la
centralità della lotta per il socialismo.
Anche la riforma della chiesa non può
essere vista in modo isolato da questo
contesto.
Su questo terreno va vissuta la nostra
fede. Nell’informazione questo significa
dare spazio a una nuova riflessione biblica, cercare di rispondere alle domande
che la gente si pone al di là dell’immediato, parlare della realtà della chiesa senza
considerarla un terreno privilegiato, al riparo dalle critiche. Questo, è chiaro, è
valido innanzitutto per la chiesa cattolica, di cui va denunciata la posizione di
potere, ma dev’essere valido anche per
le chiese evangeliche. B. R.
Sondrio
Partendo dal motto programmatico di
S. Paolo « esaminate ogni cosa e ritenete
il bene», il Centro evangelico di cultura
di Sondrio svolge da dieci mesi un’attività di animazione culturale su temi che
difficilmente trovano uno spazio in altre
sedi proponendosi soprattutto di essere
uno strumento di servizio aperto a tutte
le forze democratiche della città.
Sono già stati invitati a parlare Paolo
Ricca, che ha parlato sull’identità protestante, Aldo Ribet e Teodoro Balma sul
divorzio. Poppino Orlando sulla situazione della chiesa cattolica e il dissenso in
Italia, Albino Bernardini sulla situazione della scuola italiana, Giorgio Tourn su
Calvino, Giorgio Girardet sul tema dell’informazione.
Rio Marina
delle comunità, che non trascuri gli strumenti della psicologia e della sociologia.
Questa analisi va però sostenuta dalla
ricerca teologica. In questi anni vi è stata la riscoperta del carattere rivoluzionario del protestantesimo. Il confronto è
fra una tendenza che ritiene la Bibbia
perfettamente in grado di fornire un’idea
della realtà di oggi, senza il marxismo,
e una tendenza che sostiene che l’agape,
per essere efficace, deve possedere un
linguaggio radicale, cioè un linguaggio
che sia preciso. È bene che il confronto
resti aperto: è il problema centrale della ricerca teologica di oggi.
Franco Giampiccoli parte dalla constatazione della crisi delle opere (mancanza
di personale evangelico, logorio e isolamento di chi vi lavora, disinteresse della
maggioranza delle comunità, ecc.). Ristrutturazione, efficienza, onestà, è stata
la risposta data dai responsabili del settore per fronteggiare la crisi. Ma questo
tentativo per conservare ai nostri istituti
un carattere di testimonianza e di servizio, in quella giungla che è l’assistenza
in Italia, fa un po’ pensare al tentativo di
costituire una fattoria modello tra^ i casermoni della periferia di una città.
È chiaro comunque che, se il tentativo
ha potuto essere effettuato per gli ospedali, molto più problematico si presenta
per gli altri istituti, soprattutto pei* qùélli per minori, se la riforma dell’assistenza andrà in qualche modo in porto.
Occorre dunque prepararsi a un’ipotesi
diversa, che potrebbe essere rappresentata da un inserimento nella lotta comune per le riforme.
Bisogna inoltre rivalutare il Concetto
di diaconia, sganciandolo dalla gestione
dèi nostri istituti. , .
Marco Rostan si è riferito essenzialmente al lavoro di COM-NUOVI TEMPI. Co
Alfredo Acinelli si è spento dolcemente,
all’età di 91 anni, il 1° gennaio scorso. Poche ore prima aveva ripetuto le parole
dèi'salmo 23.
Era un innamorato dei salmi. — Mi legga il salmo tale — era la sua immancabile
richiesta. E ripeteva, parola per parola,
queste antiche preghiere che conosceva a
memoria. L’ultimo che mi chiese di leggergli, qualche giorno prima di morire, fu
il salmo 51, di pentimento.
Dal 1900, forse prima, Alfredo non mancava una sola volta alle riunioni della comimità. Uomo tenace, ai suoi tempi battagliero, mi dicono, lo ricordo uomo servizievole, premuroso, fino alla gentilezza,
pur sotto parvenza di burbero. Fino a
qualche anno fa si affaccendava molto
per la Casa Valdese; molti amici lo ricorderanno, certo. Da qualche tempo, in
casa, si affievolì di giorno in giorno, fino
alla fine. È qui che l’ho scoperto uomo
di preghiera; ho visto la sua Bibbia personale e l’innario cristiano, sempre insieme, a portata di mano, con le pagine
attnerite è coisuiite, per logorio di lunghissimo uso.
« Zio Alfredo » — come lo chiamavano
tutti — ci mancherà molto, a Rio Marina.
Il suo ricordo è di un credente, saldo come roccia di scoglio, gli scogli dell’Elba.
G. Vicentini
Catania
Da una lettera della sorella Ester Trobia
ricaviamo queste notizie:
Ai fratelli di Catania va data testimonianza di amore e zelo. Essi hanno, in assenza del pastore sofferente, al quale porgiamo auguri di pronta guarigione, proseguito le attività della chiesa. Il culto di
Natale è stato presieduto dal past. Panasela ed è stato un culto benedetto e ricco di messaggi. Due sorelle svizzere hanno cantato l’inno « O porte alzate i vostri
capi.,. » ed ima S. Cena serena a cui molti si sono accostati ha fatto di questo culto un incontro benedetto. Il fratello Ettore Panasela, ammalato, era rappresentato dai suoi quattro figli: una famiglia
perseverante nel servizio del Signoite.
Milano
A Milano avrà luogo il prossimo 22 un
incontro ecumenico promosso dalla Libreria Claudiana e dalla Nuova Corsia
sulla situazione del movimento ecumenico; parleranno Mario Cuminetti e Neri
Giampiccoli.
6
cronaca
alle valli oggi
sospensioni
alla
Gütermann
■PEQRETI DELEGATI
\ ■
consigli di circolo
e di distreifo
Come la burocrazia scolastica taglia fuori gli operai dal|a gestione della scuola - Vèrso una nuova élite
Come altre aziende del settore tessile
anche la Giitermann attraversa un periodo critico. 1 padroni si fanno forti proprio di questo fatto per annunciare dei
provvedimenti che colpiscono indistintamente tutti i lavoratori.
Nella logica della Ditta Giitermann di
Perosa Argentina i 192 lavoratori posti
a zero ore devono essere sacrificati alle
norme ed alle esigenze di una politica
aziendale che non ammette altre soluzioni. La gente però, ed in primo luogo il
consiglio di fabbrica ed i lavoratori della
Giitermann, intendono far prevalere una
logica diversa, che è quella della difesa
del posto di lavoro.
C’è da aspettarsi infatti che dopo queste 192 sospensioni a tempo indeterminato, i lavoratori rimasti saranno sottoposti a ritmi di lavorazione tali da far dimenticare i pochi vantaggi strappati con
le lotte passate.
. Ci pare perciò molto indicata la linea
di condotta decisa dal personale Giitermann fin dal primo momento e mantenuta anche ora, mentre si attendono ulteriori sviluppi, linea di condotta che si
concreta in frequenti assemblee e discussioni nonché presenza di tutti, sospesi e
non, sul posto di lavoro. Nella cittadina
non si nota nessun segno di paura e di
sfiducia, ma anzi c’è la volontà di rispondere come si deve ai provvedimenti padronali che toccano molte famiglie già
colpite da varie difficoltà economiche.
La Ditta Giitermann dipende da un
gruppo internazionale ed occupa 770
operai (che secondo la ditta dovrebbero scendere a 600). Un volantino diffuso dai militanti del partito comunista
della Giitermann informa che « La Giiteritiann è un’azienda multinazionale presente con stabilimenti e rappresentanze
commerciali in tutto il mondo. Le scelte decise all’estero assegnano allo stabilimento di Perosa un ruolo subordinato alla politica del gruppo ». Da parte sua un
volantino, di Lotta Continua e altri gruppi lamenta il fatto che a le sospensioni
non colgono i lavoratori Giitermann di
sorpresa, ma malgrado le previsioni li
colgono senza la dovuta organizzazione
per far fronte ai licenziamenti ». Un terzo volantino è stato distribuito dal Partito Socialista in cui si denuncia « questa
nuova iniziativa che tende ad impoverire
ulteriormente la nostra vallata perché, se
realizzata, intacca pesantemente le condizioni di vita di centinaia di lavoratori ».
La direzione della Ditta ha invece inviato un lungo memorandum alle autorità comunali di Perosa, che hanno risposto con un ordine del giorno che sarà
affisso come manifesto in Perosa.
Sergio Rostagno
Innanzitutto va detto che un Circolo
didattico è generalmente costituito da
più scuole comprese in ima determinata
area geografica: ad és. nebcaso della Val
Penice il Circolo didattico, comprende
tutte le scuole elementari e materne dei
Comuni di Luserna S. Giovarmi, Lusernetta, Rorà, Angrogna, Torre Pellice, Villàr Pellice e Bobbio Pellice. L’istituto invece comprende generalmente una scuola inedia inferiore o superiore e le eventuali succursali di questa. Ad es. a Torre
Pellice e a Luserna S. Giovanni vi è im
scuola media statale, a Luserna vi è un
bieiinio sperimentale di scuola media superiore statale, a Torre gli Istituti Bosso
e Plana. Sia per il Circolo didattico, sia
per gli Istituti, verraimo eletti dei consigli, con funzioni espresse dai decreti delegati, che saranno formati da sei genitori nelle scuole con popolazione scolastica fino a 500' alunni e da otto genitori
nelle Scuole con popolazione scolastica
superiore ai 500 alunni, ' ,
Negli istituti di istruzione secondaria
scuole materne
Una recente circolare inmisteriale tn-'
Sindaci ed ai Direttori Didattici: ribadisce ancora una volta i « jirivilegi » concessi alla scuola privata. A proposito delle richieste di apertura di scuole
materne statali la circolare precisa che esse «potranno essere giustificate-» (nel
caso che già esistano in loco « iniziative
volte all’educazione dei bambini » cioè
asili di suore ecc.) solo se le scuole richieste risultiho « ■del tutto necessarie ai
fini di una maggiore effettiva estensione
del servizio prescolastico ».
Viene qui rovesciato il nostro concetto
della « surroga »; è lo Stato che si muove
proprio solo se i privati non ci hanno ancora pensato (e ci hanno pensato da lungo
tempo e sempre più ci penseranno poiché
il regime democristiano ^ v. legge della
Regione Piemonte — assicura alle scuole
non statali gli stessi interventi finanziari
che a quelle statali. Ma l’art. 33 della Costituzione non diceva che enti e privati
hanno diritto a istituire scuole purché
« senza oneri per lo Stato »?).
La famigerata circolare di cui ci stiamo occupando così prosegue: « Infatti la
scuola ^materna statale tg).n vuote sosti- .
tuirsi a quella non' sta&le nel curare
reducazione dei bambini in età prescolastica » e continua con altre piacevolezze
da cui appare evidente la rwn volontàMi
aprire asili statali (ma i tempi camminano e un po’ ci si deve adeguare) per il
terrore che qualche asilo confessionale
dei mille (si fa per dire) esistenti, debba
chiudersi di conseguenza. In tale clima
dove si colloca per noi valdesi un’azione
di testimonianza? E’ un quesjto che lasciamo aperto, ai lettori.
Perosa Argentina: in prinio pianò là Gütermann.
Mi pare superfluo sottolineare la complessità di tutti quésti meccanismi che
permettono solo teoricamente ai genitori
di nartecipare aUa vita della scuola. Infatti, dopo averli voluti tener fuori dai
« sacri recinti » adesso si permétte, di
fatto, solo ad alcuni elètti di poter partecipare alla vita della stuoia. Ed allora si
profila il pericolo grave della rinuncia e
della delega a chi hà più tempo per occuparsi di queste cose e a chi ha studiato. Infatti le complessità- sembrano create proprio per cercale di éscludere una
certa qual categoria di persone, doè i lavoratori che non hanno studiato. Ma è
soprattutto contro questa logica che dovremmo combattere, affinché la scuola
sia effettivamente l’espressione di tutta
Quanta la comunità e non di una parte
élitària della medesima. ;
L’impegno di tutti dovrà quindi essere
pronto, ma dovrà essere un impegno senza troppe illusioni di riuscire a cambiare qualcosa. Quello stesso apparato burocratico che non permette la partecipazione dei lavoratori alla gestione della
scuola ma solo quella dei genitori, tenderà anche a controllare e ad evitare che
i genitori eletti nei vari consoli possano
andare al di là delle «competenze» ohe
i decreti delegati stabiUscono.
Pral¡
superiore i genitori sono ridotti a tre
0 a quattro, sempre in relazione al numero degli alunni, poiché sono chiamati
a far parte del consiglio di Istituto altrettanti studenti. Accanto ai genitori (ed
agli studenti negli istituti superiori), verranno pure eletti membri del personale
non docente (bidelli, personale delle segreterie della scuola ecc.) ed insegnanti.
Come verranno élette però queste persone? I decreti delegati precisano al riguardo che dovranno essere presentate
delle liste sulle quali figureranno i nominatiri di persone che potranno essere
elette per il consiglio. Immaginiamo una
situazione concreta. Alcuni genitori di
Angrogna, Rorà, Bobbio ecc. si mettono
d’accordo per costituire una lista di candidati per le elezioni del Consiglio di Circolo. Discutono insieme un programma e
alla fine otto genitori decidono di presentarsi quali candidati. In questo momento però scattano le .molle della burocrazia e le cose già difficili e complesse per
1 genitori, tagliati fuori da sempre dalla
,? Scuola, diventano. veramente macroscopiche; si avvedpno che non è possibile scriverò otto nomi su una lista ;é consegnar,1^ alla segreteria della direzione didattica
ma che è neéessario che ci siano alineno
altri venti genitori che li sostengono, cioè
che ihèttano sulla lista la lOro firma.
Trova,ti i genitori simpatizzanti, altro
problema: le firme dei candidati e dei
sostenitori nop hanno valore se non vengono fatte davanti al direttore didattico
o al segretario comunale o ad un notaio. Non solo ma ogni caiididato o sostenitore deve richiedere anche al funzionario che gli autenticherà la firma previa
presentazione - di un documento d’identità,
il rilascio di un certificato di autenticazione nel quale sarà precisato il luogo e
la data di nascita del richiedente e gli
estremi del suo documento di riconoscimento. A questo punto i genitori di Bobbio, Rorà ed Angrogna devono recarsi a
Torre Pellice dal direttore didattico oppure andare dal segretario del proprio
comune. Ma il segretario comunale riceve ad Angrogna solamente il martedì; e
il giovedì, e solo al mattino, a Rorà solo
11 giovedì dalle 9 alle 12, a Bobbio Pellice il martedì, il giovedì, e il sabato dalle 9,3Ó alle 10. Se per una casalinga o un
contadino può essere relativamente semplice recarri in municipio per queste operazioni, per un operaio pendolare tutto
questo significa dover venire il sabato
presso la direzione per apporre una firma e. Tarsi rilasciare un certificato. Ma
tutto questo non basta ancora: la burocrazia vuole anche che i candidati della
lista compilino una dichiarazione in cui
risulti, oltre alla data di nascita ecc., che
accettano la candidatura e che non accettano la candidtura per altre liste! A
Questo punto la lista completata e corredata dai certificati e dalle dichiarazioni
può essere consegnata presso la segreteria da uno dei firmatari della lista « dalle ore 9 del 20° giorno e non oltre le ore
12 del 15° giorno antecedente a quello fissato per le votazioni ».
Il Concistoro ha dovuto affrontare una
spesa rilevante per il riscaldamento del
tempio e'per la sala della comunità essendosi dovuto cambiare il bruciatore e
l’impiantò elettrico. Sebbene il tempio
continui ad essere un grosso problema
per riscaldarlo durante la stagione invernale, un notevole miglioramento è stato
raggiunto, sicché abbiamo già potuto fare
il culto di Natale nel tempio.
Con una presenza numerosa, forse perché quest’anno non abbiamo avuto la neve ad ingombrare le strade, ed anche per
la presenza di parecchi fratelli forestieri
che si trovavano fra noi per le ferie invernali, il culto del giorno di Natale si è
svolto con la celebrazione della Santa Cena e l’intervento della Corale.
I bambini della Scuola Domenicale sono stati i principali interpreti fiei messaggi e dei canti durante lo svolgimento
della tradizionale serata. Anche in questa
occasione la corale, diretta dal pastore
B. Rostagno, ha interpretato vari inni ed
ha accompagnato con il canto la recita
dei bambini. Il provento delle offerte è
stato destinato ai convitti di Pomaretto
e Pinerolo.
A Miramonti la famiglia di Romano
Grill e Bruna Leger è stata rallegrata
dalla nascita di Sabina, giunta il 16 dicembre scorso.
Ai giovani genitori ed ai nonni lieti per
l’arrivo di Sabina, i nostri auguri, e per
la nuova pralina le benedizioni del Signore ed il benvenuto della comunità.
•fic Dopo grave malattia è deceduto presso l’ospedale di Pinerolo, il 6 gennaio,
il fratello 'Piètro Rostan della borgata
Villa. Il funerale ha avuto luogo martedì
7 gennaio. Alla consorte ed al figlio esprimiamo ancora la nostra solidarietà fraterna nel Signore.
Perrero-Massello
La Chièsa di Massello e quella di Ferrerò - Maniglia hanno espresso un parere favorevole al progetto d’integrazione
globale tra le chiese valdesi e metodiste,
nel corso di due assemblee che hanno
avuto luogo rispettivamente il 5 e il 12
c. m. Le assemblee sono state precedute
da molte riunioni quartierali nel corso
delle quali il problema .dell’iptegrazione
era stato esaminato Sia dal punto di vista
storico (è stata illustrata la storia del
movimento metodista, e ricordate le tappe principali delle trattative condotte in
quest’ultimo trentennio); sia dal punto
di vista giuridico, esaminando cioè nei
dettagli le proposte contenute nel progetto.
Le due Chiese hanno votato ciascuna
un ordine del giorno nel quale si rallegrano per là prospettiva di questa integrazione, ed « auspicano che essa sia un
punto di partenza per la testimonianza
evangelica nel nostro Paese». Si è così
voluto chiarire che tale iijtegrazione non
deve essere una specie di chiesa un po’^
più grossa, ma esprimere la concreta volontà di chiese sorelle di mettere insieme i propri sforzi in vista della comune
vocazione alla testimonianza evangelica
Dòpo lunga malattia è deceduto all’Ospedale Marcello Giustetto, molto conosciuto e stimato nella valle.
■jlr Riunioni quartierali: mercoledì 15 al
Lorenzo; venerdì 17 a.Perrero; sabato 18 al Porengo; giovedì 23 a Grangette
e al)a Baissa; giovedì; 30 al Crosetto e a
Ppmeifré.
Tk- Riunioni . quartierali ; ihercoledì 22 a
Grangedìdier ; venerdì, 24 al Gros Passet.
AirOspedaie di Pinerolo è deceduto il
nostro fratello Pons Umberto della Balziglia. Il funerale ha avuto luogo a Massello il 15 c. ,m.
T^ .Si ricorda che mercoledì 29 gennaio
avranno, luogo le riunioni alla Gardiola e a Ppntane.
Villar Perosa
M. Amánd Hugbn
Sabato 11 ha avuto luogo un incontro,
organizzato dall’Amministrazione Comunale, per i genitori del Circolo Didattico
di Villar (comprendente la zona da Porte a Dubbione la vai Germanasca) e le
scuolé eleméntari e medie di Villar stesso
In vista delle prossime elezioni nel quadro <dei Decreti Delegati, n confronto di
programmi è avvenuto su un documento
stampato a firma del « Comitato Unitario
per la democrazia nella scuola » e la bozza di programma degli ambienti democristiani.
Alcuni punti del documento del Comitato Unitario quali la non selezione e la
laicità della scuola hanno dato luogo a
vivace dibattito. Parlare di laicità della
scuola, sia pure in termini di programma'di ihassiiiìa/.rion sembra possibile ; ancora tàntq sono le remore ed i timori;
d’altra parte questo sembra essere un
punto qualificante per un programma, dèmocraticO.
N
7
delle valli
incontro
di predicatori laici
La chiesa valdese, a differenza di quella metodista, non ha un ruolo ufficiale dei
predicatori laici. Tuttavia ha un buon numero di fratelli che si dedicano al servizio della predicazione senza essere pastori. Solo alle Valli sono circa una ventina,
metà dei quali predicano con una certa
regolarità e quansi ogni domenica.
Si è avuto Un primo convegno di questi
fratelli, promosso dalla neonata commissione dei ministeri al lavoro nel primo
distretto, a S. Secondo, domenica 12 gennaio. Al mattino, dopo il culto con predicazione di Ermanno Genre sul Salmo 1,
c’è stata una discussione della medesima,
tenendo presenti i due criteri essenziali
che un’indagine svolta in precedenza fra
i predicatori laici aveva messo in luce:
l'aderenza al messaggio specifico del testo e Vattualizzazione. Si è notato quanto
sia difficile rispondere soprattutto alla seconda esigenza.
Al pomeriggio, dopo un ottimo pranzo
servito dalle sorelle di S. Secondo, si è discusso sulle possibilità di preparazione a
questo ministero. Si è notato come spesso si inizi solo per togliere d’impiccio il
pastore e solo dopo si sente l’esigenza di
una preparazione. Si sente anche l’esigenza di un rinnovamento della liturgia.
Molto apprezzata è la preparazione in
gruppo della predicazione, per cui i partecipanti hanno auspicato che avvenga di
sera quando essi possono intervenire, a
fianco dei pastori delle varie zone. Infatti
si è deciso di ripetere questo genere di
incontri, malgrado le difficoltà di reperire
dei sostituti per la predicazione nelle comunità. I pastori possono essere sostituiti dai predicatori laici, ma questi, chi li
sostituisce?
C. Tron
Pramollo
Il tempo splendido ed eccezionalmente
asciutto ha accompagnato le celebrazioni
di Natale e di Capodanno, permettendo di
avere soprattutto a Natale una buona assemblea riunita per ascoltare il lieto annunzio di salvezza e di speranza che Dio
ha fatto proclamare al mondo alla nascita di Gesù Cristo e per ricevere i segni
della S. Cena.
Giovedì pomeriggio, 26 dicembre, un
discreto gruppo di parenti ed amici dei
bambini della scuola elementare e domenicale s’è ritrovato nella sala delle attività intorno all’albero che alcuni giovani volenterosi avevano portato ed ornato. Dopo la parte introduttiva del Pastore
e neH’alternarsi degli inni della scuola
domenicale, i ragazzi della scuola elementare, benché in numero esiguo, hanno
presentato un ricco programma di dialoghi, canti e poesie, preparato con impegno per l’occasione sotto la guida dell’insegnante Sig.ra Long Vanda, che ringraziamo ancora sentitamente. Al termine
della riunione tutti i bambini hanno ricevuto il tradizionale pacco dono. Rinnoviamo la nostra viva gratitudine a tutti
coloro che hanno collaborato alla riuscita di quest’incontro.
In questi giorni, abbiamo anche avuto
l’opportunità di rivedere e di salutare diversi Pramollini ed amici, venuti da lontano a trascorrere in mezzo a noi le loro
vacanze.
Angrogna
I catecumeni di Angrogna, al termine
di una giornata comunitaria (il 2 gennaio) trascorsa all’Asilo dei vecchi di San
Giovanni, scrivono:
« Questa settimana abbiamo avuto
la lezione di catechismo in un posto
un po’ diverso dal solito: l’Asilo dei Vecchi di S. Giovanni. L’argomento riguardava la nostra responsabilità verso il
prossimo : in questo caso, abbiamq parla-;
to dei problemi dègli anziani, bopp il cui-/
to abbiamo chiacchierato con loro, ascoi-:
tato i loro problemi, cercato di capire,
conte passano le loro giornate, insomma
abbiamo portato una nota diversa nella
loro solita vita di sempre. Dopo pranzo"
abbiamo studiato per conto nostrp la„parabola del buon Samaritano e l’abbiamo
meditata: essa ci fa vedere conie ognuno
di noi è il prossimo di qolqro che sono
nella sofferenza, nella miseria, nel dolore. Nel pomeriggio ci siamo di nuovo incontrati con gli ospiti dell’Asilo per vedere alcune diapositive sulla valle d’Angrogna e sugli Angrognini.
II nostro ringraziamento va alla direttrice signora Artus ed al personale per
averci gentilmente fornito ima buona pamigliore augurio affinché sia completata
stasciutta. A tutti gli ospiti va il nostro
al più presto la nuova parte in costruzione dell’Asilo. - I catecumeni d’Angrogna ».
Luserna S. Giovanni
Nel corso dell’assemblea di chiesa del
Tll gennaio, dopo breve discussione, è
stato votato un o.d.g. di approvazione al
progetto di integrazione globale delle
chiese valdo-metodiste.
La domenica 29 dicembre era stato invitato il pastore Becchino della coniunità
di Savona il quale aveva’ presieduto il
culto e partecipato con un gruppo di fratelli metodisti al' pranzo comunitario.
Nella stessa assemblea, dopo aver ampiamente dibattuto il problema della
liturgia del culto, è stato deciso, a larga
maggioranza, di continuare l’esperimento
in atto (pur mantenendo tutti gli elementi del culto si sono fatte alcune modifiche: confessione dei peccati dopo il sermone, colletta fra i banchi. Padre Nostro
recitato dalla comunità), permettendo ai
fratelli di partecipare più diretamente al
culto, presiedendo a turno la parte iniziale, Il Concistoro riesaminerà il problema nella sua prossima seduta tenendo conto dei pareri emersi nell’assemblea
di chiesa.
Il terzo punto all’o.d.g. riguardava
TAsiJo valdese. L’assemblea di chiesa
ha ratificato un o.d.g. già approvato da
un’assemblea aperta dei membri della comunità (e che è stato già pubblicato sulla
circolare di Natale) sul problema della
gestione interna dell’asilo.
PRECISAZIONE
iiz A proposito di una trasmissione televisiva. ^mpre a proposito dell’Asilo,
è stata commentata la bella trasmissione
televisiva andata in onda in « Protestantesimo », giovedìi 9 gennaio, e che riguardava i servizi assistenziali a favore degli
anziani a San Giovanni, Torre Pellice e
Angrogna. Nella scelta delle riprese filmate e delle interviste la trasmissione ha
dato giustamente risalto ai servizi domimiciliari che costituiscono l’elemento più
interessante. Lo speaker è tuttavia incorcorso in una grossa inesattezza accennando alla cessione in gestione agli enti pubblici del nostro Asilo. Per quanto concerne l’Asilo 'Valdese di San Giovanni, rimane chiaro che nessuna interferenza
pubblica è prevista per quel che concerne la gestione interna che rimane- di
esclusiva competenza della comunità valdese di San Giovanni, che vi provvede
tramite un comitato eletto dal concistoro. Per quel che riguarda invece i servizi
aperti (Centro di incóntro, ambulatorio
geriatrico e infermieristico, mensa, lavanderia) e 'domiciliari (Ihfermieristibo e di
aiuto domestico), per la loro natura specifica di servizi pubblici, sono gestiti dall’ente locale in collaborazione con l’Asilo, secondo delle precise convenzioni stipulate di volta in volta per ogni singolo
servizio, in cui sono chiarite le reciproche competenze e responsabilità. Ci sembra questa una positiva esperienza di collaborazione con la comunità civile da
parte della nostra chiesa, che pone alcune sue strutture a disposizione di un servizio più ampio e modernamente concepito.
Bobbio Pellice
Domenica 12 gennaio, subito dopo il
' culto, si è riunita l’assemblea di chiesa
per esaminare il progetto di integrazione
globale tra le chiese valdese e metodista.
Anche se il numero dei partecipanti non
era particolarmente alto, l’interesse per
l’argomento aU’ordine del giorno è stato
molto vivo e l’assemblea ha espresso all’unanimità il suo compiacimento per
questo avvio verso una maggiore unità
tra le due chiese, esprimendo nel contempo l’augurio che il Signore voglia far progredire l’opera di testimonianza evangelica in Italia in maniera sempre più unitaria.
Presso la sua abitazione in via Maestra è deceduta la signora Angela Castellano ved. Beltrame all’età di 46 anni.
Era molto conosciuta in quanto coi genitori aveva gestito per lunghi anni il servizio di autocorriera Torre-Bobbio e in
questi ultimi due anni svolgeva un servizio molto apprezzato come cuoca presso
la locale scuola materna.
A Pinerolo il 23 dicembre scorso è nato il piccolo Luca Maurino di Ezio e
di Anna Pontet. Al piccolo ed ai genitori
esprimiamo, i, nostri migliori auguri.
Vfllar Penice
Il 3 gennaio è deceduto presso l’ospedale valdese di Torre Pellice Buo Attilio, di anni 70.
Anche la famiglia della chiesa è stata
colpita da due lutti: il 5 gennaio, all’ospedale di Pinerolo, è deceduta dopo
brevissima > malattia la signora Adelina
Sal'vagiot ved. Barolin, del Cassarot, di
anni 82, e il 6 gennaio, all’ospedale di Torre Pelllcé, Alberto Fontana del Teynaud,
all’età di 76 anni.
ospedale valdese di Pomar etto
^ Un appello alle Comunità Valdesi ed agU Amici dell’Ospedale
L’Ospedale si trova nella assolata necessità di rinnovare completamente
il servizio di radiologia e l’impianto di, produzione dell’acqua calda. Gli apparati radiologici e gli impianti termici sono insuflìcenti ed usurati: non rispondono alle necessità attuali ed un loro blocco può significare la paralisi dell’assistenza ospedaliera.
D’altra parte l’Ospedale deve poter rispondere alle crescenti richieste di
medicina sociale da più parti sollecitate.
L’Amministraziorie non ha potuto sinora usufruire di contributi Begfonali, già da tempo richiesti per questo scopo. Le nostre possibilità sono modeste in relazione ai costi e siamo quindi nella situazione di dover affrontare
le spese basandoci su un apporto di doni pér complessivi trentacihque miUoni.
I lavori per la nuova sede della radiologia sono già stati iniziati : l’ampio
prefabbricato, nel quale troverà sede anche Tambulatorio per la fisioterapia
riabilitazionale, è già stato costruito e sarà terminato entro tre mesi.
Questo appello, che è iiìviato a tutti coloro che seguono l’opera delTOspedale, è rivolto alla popolazione locale ed alle Comunità Valdesi nella certezza
che esse risponderanno in questo momento di gravi difficoltà, cos:: come hanno
risposto al momento della ricostruzione dell’Ospedale, nato e rinnovato per le
necessità sanitarie della Valle.
I doni possono essere inviati àll’Ospedale od alla Amministrazione v. Caduti Libertà 6, Torre Pellice, c.c.p. 2/27051, con l’indicazione «per rinnovo impianti Ospedale di Pomaretto ».
La Commissione Ospedale Pomaretto della CIOV:
Coucourde Ilario, Operti Franco, Tron Arnaldo, Varese Dario
Villasecca
È mancata, domenica scorsa, alTaffetto dei suoi, cari dopo lunghe sofferenze
la nostra sorella Alma ^rtalpt n. Poét,
del Reynaud, originària delle Grangette
di Paetto.
Recentemente avevamo già accompagnato al campo del riposo anche la nostra sorella Elsa Vlglielmo n. Ferro, pure lei deceduta in giovane età e dopo lunga malattia.
Alle famiglie colpite dal lutto rinnoviamo la nostra simpatia cristiana.
S. Germano Chisone
Abbiamo chiuso l’anno con un culto
liturgico seguito da un buon numero
di credenti che ha partecipato alla Santa
Cena.
■jl^ La festa di Natale ha visto come al
solito un’affluenza notevole. In quella
occasione abbiamo pensato ai bimbi cieco-sordo-muti di Osimo.
•y^- Il concerto spirituale, organizzato congiuntamente dalla Corale e da im gruppo, di catecumeni'è stato una bella occasione di lodare il Signore con un programma natalizio. Colletta a favore della Casa
di Riposo.
■y^- Domenica 5 gennaio 1975, il culto è
stato presieduto dal pastore Giorgio
Bouchard. Ha vivamente interessato i
presenti parlando del suo viaggio in Uruguay e Argentina e degli incontri coi fratelli rioplatensi. Contiamo far loro sentire
la nostra solidarietà in occasione del prossimo 17 febbraio. Ringraziamo il pastore
Bouchard per il suo messaggio.
■y^ Domenica 12 gennaio, subito dopo il
culto, l’assemblea di Chiesa ha votato
un ordine del giorno che approva
il progetto di integrazione valdo-metodista.
Questo periodo dell’anno è stato rattristato dalla notizia della morte dì
Ettore Viucon, avvenuta in modo tragico
in Inghilterra, dal decesso del fratello Mariton a Milano, dal lutto della famiglia
Coppollno, che ha perso la Mamma e
dalla dipartenza della sorella Nelly Chanforan, alla Casa di Riposo. Rimaniamo
vicini in preghiera a quanti sono passati
per l’ora della prova.
SERVIZIO MEDICO
festivo e notturno
Comuni di ANGROGNA - TORRE PELLICE , LUSERNA S. GIOV. - LUSERNETTA . RORA'
Dal 18 al 24 gennaio 1975
Doti MARINARO
Viale De Amicis, 22 - Luserna S. Giovanni
FARMACIE DI TURNO
Domenica 19 gennaio 1975
TORRE PELLICE
FARMACIA MUSTON.(Dr. AAanassero)
Via della Repubblica, 25 - Tel. 91.328
LUSERNA SAN GIOVANNI
FARMACIA VASARIO (Doti. Gaietto)
Via Roma, 7. - Tel. 90.031
Martedì 21 gennaio
FARMACIA INTERNAZIONALE (Or. Imberti)
Via Arnaud, 5 - Tel. 91.374 - Torre Pellice
AUTOAMBULANZA
Torre Pellice : Tel, 90.118 e 91.2^3
, ytcìLi DEL FUOCO « / :
forre Pellice; Tel. 9Ì'.36s'- 91.300
Luserna San Giovanni : Tel. 90.084 - 90.085
Precisazione
Dario Varese (vedi ultimo n. Eco-Luce
del 1974) citando una mia frase di un articolo pubblicato sul ri. precedente, mi
chiede di riferire in modo più chiaro riguardo al dibattito avutosi in merito all'assistenza.
Respingo l'appunto in quanto, dopo
aver controllato sulle mie note e con altri presenti, posso dire di aver riferito solo quello che ho udito dire in quella sede.
Sono contento che questo abbia prodotto
la sua precisazione. È bene sapere che
certi servizi non possono essere prestati
a causa delle leggi sanitarie attuali; è il
caso di adoprarsi democraticamente per
farle modificare.
G. Malan
AVVISI ECONOMICI
ACQUISTASI nei pressi di Prali 2 camere anche in parte da restaurare. Telefonare Pinerolq 74304.
CERCO: 1) N.T. di A. Revel del 1881, le prime
16 pagine Matteo (1-8) anche fotostatiche.
2) II Pentateuco dalla Bibbia tradotta e annotata dal Luzzi, Fides et Amor, Firenze 1925.
3) Piccolo Manuale Bìblico volumi n. 1 e n. 2,
Claudiana, 1949, 2“ edizione. - S.trusciolo Giuseppe, Centro Bìblico, Via Carriera Grande, 37,
80139 Napoli.
CERCO volumi opera Stewart-Bosio Commentario Nuovo Testamento. Scrivere a Melila
Antonio, Villaggio UNRRA Scala M/6, 98013
Contesse (Messina).
Fides Cavazzuti Seta
Si è spenta serenamente in Leigh on
Sea (Inghilterra) il 15 dicembre 1974
figlia del fu pastore metodista Gaspare
Cavazzuti.
Lo annunciano i figli: Tino e famiglia
(U.S.A.) e Tony e famiglia (Canadá), e
l’amica Ernestina Menzi (Cremona).
RINGRAZIAMENTO
I parenti della compisaita
Nelly Chanforan
ringraziano sentitamente la Direttrice e
il personale della Casa di Riposo di San
Germano, l’Ospedale di Pomaretto, il pastore sig. Conte, l’amica fedele Ilda Avondet, il sig. Valdo Long e tutti coloro che
furono di aiuto e di. conforto alla cara
estinta durante la lunga e penosa liialattia.
San Germano Chis., 10 gennaio, 1975. ,
«Io sono la risurrezione e la vita;
chi crede in me, anche se muoia
vivrà» (Giov., cap. 11 v. 25).
Il 5 gennaio 1975 è mancato all’affetto
dei suoi cari
Giovanni Decostanzl
Confortati dalla fede, ne danno il triste
annunzio la moglie Elena Mathieu, la figlia Giuliana, familiari e parenti tutti.
Il funerale ha avuto luogo a Revello il 7
gennaio 1975.
La famiglia desidera ringraziare tutte
le persone che le sono state di pre^oso
aiutò in quésta dolorosa circostanza e
quanti l’hànno' drcondata cón affettqosa
simpatia. '
Torre Pellice, 8 gennaio 1975.
8
8
uomo e società
l’anno del petrolio (ed altro)
Si può senza dubbio affermare che il
1974 ha visto una nuova arma affermarsi
sullo scenario socio-politico internazionale: il petrolio: il cosiddetto «oro nero»
infatti ha avuto il ruolo, di protagonista
— indiretto o diretto — nei rapporti fra
le varie nazioni. Questo fatto è considerato in modo particolare sotto l’aspetto
economico, ma forse la considerazione
principale che si può fare al riguardo è
che il mondo arabo-persiano, pur nelle
sue svariate componenti, ha appreso assai bene la lezione del mondo occidentale: perché non far fruttare al massimo
un « bene di consumo » di cui il mondo
intero non può fare a meno? Ed ecco allora che la quasi totalità del mondo diventa a sua volta il « terzo mondo del petrolio » e viene progressivamente neocolonizzato dai vari sceicchi e scià del momento.
In una recente intervista a un settimanale francese proprio lo scià dell’Iran ha
affermato che l’aumento del petrolio non
è determinante per la crisi e per l’inflazione mondiale. Riferendosi in modo particolare ai paesi occidentali ha detto che
l’attuale situazione è dovuta in modo specifico al fatto che essi « non sono governati ». Che egli abbia in parte ragione è
senza dubbio vero, ma che sia proprio lui
a dirlo, quando sono ben noti a tutti gli
enormi divari che esistono nel suo paese...
Il 1974 è stato anche l’anno del Watergate, che ha visto il presidente Nixon
schiacciato dalle sue responsabilità, responsabilità che, con un « generoso » colpo di spugna, sono state immediatamente cancellate dal suo successore. Ma, di
rincalzo, si è sollevata un’altra ondata di
scandalo, quello della CIA, la centrale di
spionaggio americana, che è accusata di
aver gravemente deviato dai suoi compiti istituzionali invadendo il campo dell’FBI colla schedatura di migliaia e migliaia di cittadini, fra cui deputati e studenti, leaders negri e sindacalisti, pacifisti e radicali. Da notare che la denuncia
è partita dall’attuale direttore della CIA
stessa, Colby, che pochi mesi fa ebbe a
svelare le operazioni condotte da questa
organizzazione in Cile contro il governo
Allende, per farlo cadere.
In Europa, la crisi ha avuto aspetti sia
economici che politici. L’inflazione, dal 7
per cento della Germania federale è giunta sino al 25% dell’Italia (tasso analogo
a quello del Giappone). Dal lato politico,
Gerniania, Francia e Gran Bretagna hanno visto il cambio dei loro dirigenti. Anche in Italia vi sono state crisi di governo, ma i dirigenti sono sempre gli stessi.
Sono gli stessi che da anni ci assicurano
una spedita procedura contro il neofascismo, contro i suoi vili attentati e i relativi mandanti (in borghese e in divisa),
contro la mafia, contro la criminalità e
le sue cause, contro l’inflazione, contro i
corruttori e i corrotti, dai politici ai burocrati, ai petrolieri, a imprenditori e
professionisti.
Anno di crisi, dunque, che ha colpito
in particolare il mondo capitalista, come
è stato riconosciuto in genere da tutta la
stampa che abbia un minimo di obiettività. Con questo non si vuol certo dire
che le cose — nel mondo socialista — siano andate in modo perfetto (si pensi alla
repressione del dissenso e della libertà
religiosa): ci pare comunque che da quest’anno passato venga una grossa lezione: finché la società nazionale ed internazionale non baderà maggiormente all’interesse comune e reciproco in opposizione al privilegio ed allo sfruttamento
dei pochi sui molti, nel rispetto di una
libertà che non solo non danneggi, ma
avvantaggi chi ne è privato in mille maniere, le cose saranno certo destinate a
volgere sempre di più verso il peggio.
Desideriamo chiudere queste poche impressioni ricordando anche due fatti positivi e cioè che la crisi del 1974 ha anche
spazzato via gli squallidi regimi fascisti
portoghese e greco con le relative conseguenze — per il primo —- anche nelle sue
colonie Africane, che da anni conducevano la loro lotta di liberazione.
EQUILIBRIO PERFETTO
Il recente vertice di Vladivostok fra i
rappresentanti delle società capitalista
(Ford per gli USA) e comunista (Breznev
per rURSS). in occasione del quale sono
state poste le basi per un nuovo accordo
strategico nucleare valido per dieci anni
pare abbia portato le due superpotenze
ad un perfetto equilibrio. Infatti, essendo stato fissato il numero massimo di
missili a testata multipla (i cosiddetti
MIRV) ne deriva che da una parte gli
USA non potranno- avvantaggiarsi ulteriormente, dall’altra sarà l’URSS a dover
ridurre i vettori nucleari (missili « normali » e aerei).
Naturalmente, a seconda delle ottiche,
vi sono stati compiacimenti o critiche,
ma in genere l’uomo « comune » è portato a ritenere che questo perfetto equilibrio sia di per sé una valida garanzia di
pace.
A me invece — a parte la considerazione dello spreco che si fa di ricchezze immense che potrebbero essere destinate a
ben altri scopi — non esce di mente una
considerazione che ho letto non su un
giornale indipendente di informazione,
ma su un grosso quotidiano politico, che
onestamente denuncia una situazione che
in genere si ignora. La considerazione è
che il volume previsto di vettori strategici mantiene nelle mani dei due Paesi
una capacità distruttiva enormemente
superiore a ciò che occorrerebbe per distruggere l’avversario, e per seminare nel
mondo una catastrofe dalla quale non si
torna indietro. Si tenga infatti presente
— per fare un solo esempio — che un
missile MIRV (globalmente saranno 2640)
può colpire fino a dieci diverse località
con altrettante bombe aventi ciascuna
una capacità esplodente cento volte superiore a quella della bomba che distrusse la città di Hiroshima. Ed ancora: si
ricordi che tale offesa distruttiva può essere recata in qgni paese della terra, dato che solo unà minima percentuale della superficie del mondo è — in teoria —
esclusa dal raggio di azione di tali armi,
contro le quali, del resto, la difesa passiva od attiva è sostanzialmente impossibile.
È. questo che noi credenti desider’amo
o accettiamo passivamente, allo stesso
modo in cui subiamo le inevitabili « grane » di ogni giorno?
Roberto Peyrot
quale crisi?
Non sembra che, ai vari livelli dell’informazione, la valutazione della crisi
che tutti stiamo vivendo sia molto chiara. Trascurando l’opinione totalmente
infondata secondo cui « la prosperità è dietro l’angolo » e che basta quindi
stringere un po’ la cintola perché tutto ritorni come prima, rimangono due
punti di vista:
— quello di chi pensa che si tratti di una
crisi della società capitalista e che basti quindi trasformala in società socialista per vedere riprendere il flusso
del benessere generale;
— quello di chi ritiene si tratti di crisi
della società industriale è «Ke occorra
quindi attendersi (e preparare) un
nuovo modo di vivere, che investirà
con profonde modifiche sia le società
capitaliste che quelle socialiste.
Una attenta valutazione della validità
delle due ipotesi è necessaria anche per
noi cristiani, in quanto da essa dipendono scelte a cui saremo ineluttabilmente
chiamati.
Dei fatti
Un iatto fondamentale non può essere ignorato: negli ultimi tempi è andata
avvenendo Una totale rivoluzione nella
scala di valori che era fino ad ora la base
delie società industriali: contro la sopravvalutazione degli aspetti tecnici della civiltà a scapito delle materie prime (industriali e alimentari) si sta affermando una
supervalutazione delle materie prime a
scapito dei valori tecnici di trasformazione. Alla base di questo diverso rapporto
stanno qlcuni fatti fondamentali, quali
il ricònoscimento della forzata limitatezza delle materie prime e la convinzione
che il loro limite temporale di disponibilità è rapidamente ristretto non solo
dal loro intensificato utilizzo (non compensabile con nuovi ritrovamenti qualitativi o quantitativi) ma anche dal loro rapporto sempre più pericoloso con l’aumento della popolazione mondiale e dei suoi
bisogni e da quello non meno pericoloso
con i guasti ecologici che il loro sfruttamento intensivo provoca.
la settimana internazionale
a cura di tuli io viola
PRIGIONI PERSIANE
Nell’art. « Un anno vissuto fra angoscie e misteri », sul n. preced. di questo
settimanale, abbiamo detto che manchiamo d’informazioni. In buona parte questa mancanza non dipende da noi, ma
dai meccanismi intemazionali dell’informazione, che spesso s’inceppano. Ciò pvviene talvolta perché certi; organi di raccolta semplicemente non funzionano per
incuria, ma altre volte (e ben più frequentemente!) perché certe persone interessate impediscono la diffusione delle informazioni stesse.
Esempi che sembrerebbero doversi
attribuire alla prima causa, li abbamo
già dati (le stragi del Burundi e dell’Uganda). Diamo ora anche un esempio tipico della seconda causa, riportando da
« Le Monde » del 28.12.’74 quanto segue.
« L’Associazione internazionale dei giuristi cattolici hanno chiesto alla signora
Yves Baudelot, avvocatessa della corte di
appello di Parigi, di fare un’inchiesta nell’Iran sulle condizioni dei prigionieri politici. La signora Baudelot al termine del
suo viaggio nell’Iran {dal 1° afl’8.11.’74),
ci ha fatto recapitare una copia del suo
rapporto ».
In tale rapporto la Baudelot riferisce
ampiamente di tutte le voci raccolte, particolarmente dalla bocca di ex-detenuti di
ogni età e sesso: descrizioni di sevizie
spaventose, di confessioni estorte con
torture innominabili. Ma la Baudelot ha
voluto andare più oltre, raccogliere informazioni dirette e più precise: e qui ha
dovuto fermarsi.
« La signora ha cercato di ritrovare le
tracce di tre persone arrestate per motivi politici e delle quali mancano notizie
dall’agosto '74: la signora Salehi e i signori Maysami e Djavaheri. S’è rivolta al
tribunale militare e alla polizia politica
iraniano (Savak), ma i suoi sforzi sono
stati totalmente vani. Dovunque, scrive,
“mi sono urtata contro un muro di silenzio". (...)
La Baudelot così conclude: “Perché?
Perché non sono stata autorizzata a parlare coi detenuti? Forse perché si temeva
che io verificassi troppo facilmente le dicerie degli ex-detenuti che io avevo incontrati? Io non posso far altro che enunciare il problema" ». ■
UNA DITTATURA MILITARE
VERSO IL FALLIMENTO TOTALE
Sotto il titolo significativo « Golpe
più torture uguale zero », Pierre Rieben
ha pubblicato su « L’Espresso » del 5.1.’75
l’articolo seguente.
« Sedici mesi di dittatura militare e di
gestione autoritaria non sono serviti a risanare minimamente l’economia cilena.
Anzi la situazione continua a peggiorare
nonostante siano finiti gli scioperi dei
minatori e degli autotrasportatori che,
durante la presidenza di Allende, venivano indicati come le principali cause dell’inflazione. Dopo il golpe di Pinochet, la
produzione industriale cilena è aumentata solo dell’1,7 per cento, ed è proprio il
giornale d’estrema destra “El Mercurio"
(uno dei più accaniti avversari di Unidad
popular) a mettere in risalto questo insuccesso della giunta fascista. A dimostrare la gravità della situazione bastano
alcune cifre che dimostrano l’eccezionale
calo della produzione nei primi sette mesi del 1974: in questo periodo, la produzione di arti grafiche è diminuita del 39,3
per cento, quella delle bevande del 36,3,
mentre per le macchine la percentuale
scende al 31,4; per l’industria del cuoio
al 19,8; per quella chimica al 12 e per la
.’^'dernrg.ica al 7,4 per cento; infine la produzione dei mobili è diminuita del 5,7 e
quella di calzature del 5,6 per cento.
La politica economica dei generali golpisti è insomma fallita completamente e
la recessione ha provocato la chiusura di
piccole e medie industrie e, ovviamente,
aumenta la disoccupazione. Tutto ciò fa
crescere il risentimento contro la giunta
militare: Pinochet aveva promesso infatti
nuovi nost-.i di lavoro e l’apertura di nuove industrie sovvenzionate dallo Stato.
Una pubblicazione dell’Ufficio di pianificazione nazionale (l’Odeplan) rivela invece che, dopo il 1.1.1974, sono state aperte
.soltanto 33 nuove industrie, con in tutto
1.303 posti di lavoro. Questi dati dimostrano l’insuccesso di Pinochet ».
A questo proposito, vogliamo aggiungere un’osservazione.
L affermazione « il Cile non è il Brasile ». andrebbe ampiamente chiarita. L’articolista non intende certamente elogiare
il Brasile nei confronti del Cile: il regime brasiliano è altrettanto tirannico" e
perciò disprezzabile quanto quello del Cile, o poco meno. Soltanto che il Brasile
è una specie d’immensa colonia, nella
quale un’esigua minoranza ricchissima
tiene in schiavitù un’enorme maggioranza poverissima. Se del Brasile si consultassero le statistiche parallele a quelle
sopra riportate del Cile, le cifré parrebbero indicare una situazione economica
migliore. Ma ciò non farebbe, che nascondere le ingiustizie sociali,, cioè gli squilibri economici, che nel Brasile sono forse
anche più gravi che nel Cile.
Vediamo tutti i paesi agitarsi per assicurarsi fonti di materie prime o per difendere quelle di cui dispongono. Ed a tale agitazione generale partecipano non solo i,^s^i che dispongono principalmente
di matèrie prime, ma anche paesi come
gli USA e la Russia a larga disponibilità
di materie prime e di tecnologie, e paesi
poveri delle prime e non ricchi delle seconde.
Speculazioni
certo che su questa situazione di fondo si innestano speculazioni di tutti i tipi;
i più forti, qualunque sia la forma con
la quale hanno realizzato la loro società
industriale, .prevaricano sui più deboli; le
società multinazionali ingrassano; i paesi del petrolio (o dei fosfati) accumulano
somme vertiginose che non sanno come
spendere. Tali manovre si estendono al
settore delle materie prime alimentari il
cui margine di sviluppo è necessariamente limitato nello spazio e nel tempo; capitalisti o socialisti che siano i paesi poveri soffrono e i paesi ricchi rinviano il
momento della loro sofferenza; i prezzi
intanto aumentano con conseguenze inflazionistiche.
Si può ritenere che i paesi ad economia socialista avranno in tale marasma
economico vantaggi non indifferenti. Ma
la disponibilità delle materie prime è anche per loro quella che è. E allora?
Una strategia per sopravvivere
Nel nuovo libro che il Club di Roma ha
dedicato a questi problemi si indicano alcune « Strategie per sopravvivere » che
si possono riassumere nell’auspicio che
allo spirito di competizione si vada sostituendo una spinta di collaborazione; tale
sostituzione potrebbe avvenire con la
creazione di un governo mondiale aven
te forme e contenuti democratici. Quanto
vi è di utopistico e quanto di realistico in
questa ipotesi?
La storia di questo secolo ci ha dimostrato che il tentativo di arrivare a governi che coprano le più vaste possibili regioni della Terra si è andato svolgendo
atraverso guerre sempre più dure ed imposizioni sempre .più forti. L’imperialismo
economico e politico dell’America ne è
un esempio concreto; altrettanto concreto e nella stessa direzione è il tentativo di organizzare il mondo socialista sotto la guida di uno Stato egemone; il frenetico attivismo degli stati petroliferi
(Iran e Arabia in testa) ne è la forma più
recente. Ed è ben difficile credere che si
possa arrivare a questo controllo unitario del Mondo senza altri dolorosi conflitti, senza altre lagrime e altro sangue.
E noi?
E noi che funzione possiamo svolgere
in questo quadro? Abbiamo dei valori nostri da difendere o dobbiamo limitarci a
difendere quelli che altri propugnano?
In passato persone, gruppi e Chiese cristiane assunsero, talvolta sbagliando
tal’altra no, posizioni impegnative di fronte a situazioni socio-politiche che interessavano l’umanità. Per restare ai nostri
ternpi Martin Luther King e le sue comunità battiste di fronte al problema negro,
la Chiesa Evangelica tedesca di fronte al
problema nazista, molti, anche fra di noi,
di fronte al problema della resistenza al
fascismo. Vogliamo provare anche noi a
riesaminare, con lo stesso spirito di partecipazione cristiana, le nostre posizioni?
Niso De Michelis
Comitato di Redazione: Bruno Bellion, Valdo Benecchi, Gustavo Bouchard, Niso De
Michelis, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Paolo Ricca, Giampaolo Ricco, Bruno Rostagno, Giorgio Tourn, Tullio Viola.
Direttore: GIORGIO TOURN
Direttore responsabile: GINO CONTE
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estero annuo L. 6.000
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Cambio di indirizzo L. 100
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per parola.
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8 luglio 1960
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