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ECO
DELLE VALLI VALDESI
Spet-t.
BIBLIOTECA VALDESE
TORRE PBLLICE
(Torino)
Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno XCI — Num. 48 I ABBONAMENTI / rimern*) | Ero « La Luce: L. J.OOO per rinterno | Spedii, abb. pofUle - 1 Grappo I TORRE PELLICF, 8 Dicembre 196Ì
UniropiaLiroSol \ L. 1.800 per l’eitern ! L. 2.800 per reatero { Cambio d’indirisio lira SO | Ammin. Clandiana Torre Pellice - C.C.P. 2-1755?
A Nuova Delhi le Chiese affratellate nel Consiglio Ecumenico
riscoprono e riaffermano la dimensione missionaria deiia Chiesa
Conclusi i lavori per sezioni, la 111 Assemblea generale del C. C. C.
sta tenendo le riunioni plenarie concinsive, per la discussione generale e il voto dei rapporti sui vari temi all'ordine dei giorno
La scelta di New Delhi quale sede
della Terza Assemblea Ecumenica attualmente in corso non è senza significato. Sono passati i tempi in cui le
nazioni accentravano su di sè l’attenzione del mondo, tracciando una
chiara linea di separazione tra il vecchio mondo cristiano e gli interessi
missionari o coloniali. Oggi non è più
così, tanto sul piano politico che religioso; molti paesi africani ed asiatici
hanno ottenuto la loro indipendenza
o stanno lottando per ottenerla; le
tma Gandhi fu assassinato il 30 gennaio 1948 ; in quello stesso luogo il suo
corpo venne cremato e sul marmo che
ne ricopre la tomba migliaia e migliaia di indiani continuano ogni giorno a deporre simboliche corone di fio
Ho dato alcune informazioni sulla
città di New Delhi che abbiamo visitato al nostro arrivo neH’India. Dopo
l’inizio dei lavori siamo stati sottoposti ad un programma molto impegna
Ricevimenlo dei
delegati alla Assemblea Ecumenica nei giardini
del Palazzo ¡mesidenziale, RashIraimii Bhavan.
”la casa del ¡ladre della nazione”. ¡1 Moderatore ed il Pastore M. Sbaffi dopo aver stretto la
mano al Vice
Presidente dell’India. Dr. S.
/V. Rndhakrisbnan
buon conoscitore
di questioni reli
giose.
Società missionarie hanno dovuto riconoscere che le giovani Chiese sono
giurile ad un livello di maturità spirituale T>er cui possono parlare ed agire
da sè. Le distanze che alcuni anni addietro separavano per davvero le Chiese madri dai figli lontani sono oggi
abolite; è possibile in poche ore di
viaggio giungere a New Delhi da molte parti del mondo e constatare che,
in un’assemblea ecumenica come questa, europei ed americani, rappresentanti dell’Africa e della Nuova Guinea. del Giappone e del Cile, per non
parlare di altri popoli asiatici, possono sedere insieme e discutere insieme,
uniti nel vincolo della fede cristiana.
New Delhi è al centro del vasto
mondo asiatico ; è la sede del governo
indiano ed occupa un posto di iniportanza notevole nell’attuale situazione
politica mondiale. La città è praticamente divisa in due parti: quella antica, uì trapopolata e tipicamente
orientale, con i segni delle successive
dinastie che regnarono su di essa, dagli Indo-Afgani prima di tutto, poi ai
Mogol del cui splendore rimangono
alcuni celebri monumenti, ad alcuni
potenti avventurieri persiani. Il dominio britannico si estese a Delhi fin
dal 1806, ma soltanto nel 1857 la città
venne totalmente occupata dalle truppe inglesi: da quel momento si incomincia a parlare anche della Nuova
Delhi che oggi si estende su di un vastissimo territorio, intersecato da ampie e diritte strade dove sfilano, accanto ai mezzi di locomozione più diversi, un numero elevato di macchine
italiane. Nel 1911 New Delhi divenne
capitale deH’India; la città fu dotata
di grandiosi palazzi pier l’amministrazione dello Stato ed è oggi, per milioni di indiani, simbolo dell’unità e dell’indipendenza nazionale ufficialmente riconosciuta nel 1947. Molti delegati all’Assemblea Ecumenica si sono
recati a visitare il luogo dove Mahar
tivo che non ci lascia liberi se non per
il riposo notturno.
Il tema generale dell’Assemblea Ecumenica è noto a tutti : « Gesù Cristo,
luce del mondo ». Su questo tema l’Assemblea ha ascoltato, nel giorno stesso dell’apertura dei lavori, un messaggio estremamente chiaro del vescovo
Gottfried Noth, delegato della Chiesa
Evangelica Luterana nella Germania
Orientale. Nell’ampia sala riservata
alle riunioni plenarie per più di 1.200
delegati e varie altre centinaia di persone si udiva una voce chiara e ferma
che rendeva testimonianza alla verità. Essa diceva: «Gesù Cristo è la
luce del mondo perchè Egli è la rivelazione di Dio. Guardiamoci perciò
dali’utilizzare a questo proposito dei
faisi criteri. La paroia « Dio » è equivocata in mezzo agii uomini. Egii può
essere la mèta della nostra nostalgia,
ma anche Torigine della nostra angoscia. Moiti uomini sono persuasi
che la loro vita è divenuta iimpida
soitanto dai momento in cui si sono
liberati da ogni rapporto con Dio...
Ma ciò che illumina il mondo è il
fatto che Dio, in Cristo, si è rivolto
verso dei poveri peccatori ed ha manifestato ia sua grazia ad un mondo
perduto... L’oscurità e ie tenebre in
cui vive U mondo non sono un’apparenza ingannatrice oitre la quale sì
può ancora guardare. La situazione
è peggiore di quanto non lo si creda;
l’oscurità regna su noi (Coi. 1: 13), la
buona volontà sola non serve a liberarci da quel dominio... Non è una
nuova dottrina su Dio che ci libererà,
ma soltanto la Sua azione riconciliatrice in Cristo ».
« Ma la pretesa e la promessa di
Cristo esigono da noi una risposta
senza ambagi... Dobbiamo sottometterci alla pretesa di Gesù ed essere
luce del mondo; e, prima di ritrasmettere al mondo la nostra testimonianza, dobbiamo formulare la nostra
Da destra : due
Presidenti del
Consiglio Ecumenico, il vescovo
\iar Thoma Athanasius della Chiesa Siriana di Malabar (India) e
il vescovo lakovos, rappresentante della Chiesa Ortodossa. Il
terzo è il Past.
U Ba Hmyin delle Chiese Battiite della Birmania, predicatore
al culto d’apertura.
risposta, onde la nostra testimonianza non sia fallace nel suo contenuto
e priva d’ogni forza persuasiva. Ecco
perchè la prima risposta non è la nostra testimonianza davanti al mondo,
ma la confessione resa a Cristo : ”Tu
sei la luce del mondo”... La nostra sicurezza è che là dove i cristiani si
pongono di fronte alle distrette del
mondo nel nome e nella luce di Gesù Cristo una luce apparirà, perchè
la potenza e l’astiizia del peccato saranno spezzate ».
In un’assemblea ecumenica il lavoro collettivo richiede una vasta organizzazione. I delegati sono divisi in
sezioni corrispondenti ai tre argomenti principali di studio e di lavoro:
unità, servizio, testimonianza. Le sezioni si suddividono ancora in sottosezioni per l’esame più approfondito
dei documenti in nostro possesso; e,
oltre a ciò, ognuno di noi partecipa
ai lavori di un Dipartimento del Consiglio Ecumenico. Avevo chiesto di essere assegnato alla sezione Testimonianza e vi ho recato il contributo
delle mie convinzioni; il Pastore Mario Sbaffi ha partecipato ai lavori delle sezione Servizio. Nessuno di noi ha
potuto seguire da vicino il lavoro della sezione Unità; per quanto tutti i
rapporti, giunti ora quasi al termine
dello studio in sede di sezione, debbano ancora essere presentati all’attenzione dei delegati nelle sedute plenarie che occuperanno gli ultimi gior- -ni di questa terza Assemblea Ecumenica. Infine, ho rappresentato la nostra Chiesa nei lavori del « Dipartimento per la coopcrazione dell’uomo
e della donna, nella chiesa e nella società ».
Ogni giorno le assemblee hanno
inizio e terminano con un culto. Diecine e diecine di giovani collaboratori
distribuivano accuratamente e quotidianamente i documenti di studio.
I delegati si recano al culto di apertura dell’Assemblea Ecumenica. In testa a questa parte
del corteo si vedono il Dr. Visser t’ Hooft. Segretario Generale del Consiglio Ecumenico,
e il vescovo J. E. Lessile Neicbigin della Cbie.sn dell’India del Sud
Una cinquantina di giovani di vari
paesi del mondo sono venuti a New
Delhi a loro spese per offrire la loro
collaborazione; molti di loro sono attendati e dormono alla meno peggio
sul suolo, affrontando coraggiosamente il caldo diurno ed il fresco notturno che si fa sentire non appena il
scie è tramontato. Pensate poi agli
uffici stampa (vi sono più di 200 giorrralisitll, agli inteiTjretl presenta in
ogni sezione e sottosezione per la traduzione immediata in inglese, francese, spagnolo e russo, ai fotografi ed
ai rappresentanti della Radio Televisione, agli uffici informativi, agli addetti al servizio postale che ogni giorno inoltrano la posta in arrivo nei
vari alberghi e alloggiamenti, al servizio dattilografia e ciclostile, all’amministrazione dell’Assemblea e vi renderete conto della massa di lavoro or
ganizzativo che ha dovuto essere preparato in antic%K>. E tutto procede
normalmente, senza difficoltà, senza
perdita di tempo; durante gli intervalli, nell’ingresso del grandioso edificio che ci accoglie e che ha un’attrezzatura perfetta, si incontrano del
continuo persone note o sconosciute.
Oggi, per darvi un esempio soltanto,
he parlato a lungo col capo della delegazione cattolica romaiia, a New
Delhi come osservatore, il Dr. Joannes Groot, Professore di teologia in
Olanda; poi ho conversato con l’arcivescovo ortodosso Nikodim, capo della delegazione russa, un bell’uomo
dalla lunga e folta barba, come del
resto l’hanno anche tutti i suol colleghi ortodossi; infine ho scambiato
varie parole col Prof. Burgelin, Vice
Presidente della Chiesa Riformata di
{continua in 3“ pag.)
Commenti snlUngresso nel C.I.C.
della Chiesa ortodossa rossa
Nel corso di una conferenza slaitupa organizzata il giorno stesso del -loro ingresso nel C.E.C., fra i raippre.senlanti delle
nuove Chiese membri Ila parlato l’arrivesco'Vo Nikodim, capo della delegazione
ortodossa russa.
Rispondendo a varie domande, Nikodini ha anzitulto espres.so la gioia perchè
1.1 Chiesa russa ha potuto entrare a far
parie del Consiglio eeumenieo. Secondo
lui, la separazione della Chiesa e dello
Stato, decretata nel 1918 e confermala dalla Costituzione del 1936, non permeile allo Stato sovietico di interferire negli affari della Chiesa. Non ha quindi senso domandarsi se il governo sovietico ha o non
ha approvato il passo compiuto. (Questa
ci pare una risposta diplomatica quanto
elusiva; peccato. N. d. r). Circa le campagne antireligiose che si svolgono in Russia, corrisponderebbero ad una tradizione
antica del paese (?).
Poiché il governo sovietico ha costiluzionalmenle la responsabilità delle questioni politiche, economiche e sociali, la
Cliiesa ortodossa non ha da intervenirvi.
(Questo tipo di separazione della Chie
5.1 e dello Stato non ci pare conciliabile con la fede nel Signore del mondo e
con il dovere di proclamarlo. N.d.r.l.
Alessio, patriarca di Mosca e di tutte
le Ru^ie, dopo il voto dell’Assemblea,
ha in-viato un messaggio in cui è detto fra
l’altro ; « E’ per noi una grande soddisfazione vedere la Chiesa ortodossa russa divenire membro della fraternità delle Chiese e delle denominazioni cristiane ohe formano il C.E.C. (...) Fin dagli inizi la
C hiesa russa ha sempre considerato come
pietra angolare il comandamento deU’unità (...) Perciò i fini e i compili del C.E.C.
in vista di rinsaldare i vinicoli di una cristianità divisa sono validi per la Chiesa
ortodossa... ».
La Chiesa ortodossa ha sempre consideralo un dovere sacro far conoscere al mondo la sua fede. « Tuttavia, non ha mai
identificato questa testimonianza con il
proselitiismo (...) Non ha mai manifestato
intolleranza o indifferenza nei confronti
delle altre chiese o denominazioni, o della loro ricerca della cattolicità (...) Nelle
attività comuni della Chiesa essa vede una
manifestazione efficace di questa presa di
coscienza che vuole trovare le vie di questa restaurazione di un’unità perduta ».
« La Chiesa ortodossa è pronta a rafforzare la testimonianza ortodossa delle Chiese sorelle, già membri del C.E.C., in seno alla Commissione di Fede e Costituzione ». Allo scopo di sviluppare l’azione <ri.
sliana e di servire rumanità, « è pronta a
liarlecipare al lavoro delle altre commissioni e sezioni e dipartimenti ».
« Abbiamo coscienza del fatto che il problema fondamentale del nostro tempo consiste nel preservare e cousolidare la pace
mondiale (...) NelFadempimento del loro
dovere pacificatore, le Chiese, le religioni, le congregazioni e lutti i cristiani devono risolutamente chiamare e sollecitare
i capi a intraprendere i negoziali che possano portare ad un accordo sul disarmo
universale ».
Da parte sua il patriarca ecumenico di
Costantinopoli. Atenagora, ha rivolto alla
Asseanblea il saluto augurale a nome suo
e del Santo Sinodo del patriarcato ecumenico e dei membri comunicanti della Cliiesa ortodossa del mondo intero (al patriarca di Costantinopoli viene generalmente
riconosciuto un primato d’onore fra tutte
le Chiese ortodosse). « E’ nell’amore ohe
abbiamo gli uni per gli altri che il mondo potrà comprendere il vero significalo
di una pace vera (...) Siamo chiamati a
riscoprire nella luce di Cristo la via verso
l’unità e a camminarvi fino alla fine con
gioia, coraggio e speranza. La fine sarà il
compimento dell’ordine e della profezia
del Signore, che siamo lutti uno... ».
Anche la Chiesa ortodossa d’Etiopia ha
rivolto un messaggio all’Assemblea di Nuova Delhi. Dopo la rottura seguita a Calcedonia, nel 451, le CJiiese orientali
(Copta, d’Armenia, d’Etiopia, d’india e
di Siria) hanno proceduto solitarie: esse
salutano dunque con riconoscenza lo sviluppo del Consiglio ecumenico.
Intorno alla missione e alla testimonian,
za cristiane, la Chiesa d’Etiopia « è cosciente di aver trascuralo nel corso della
sua storia di inviare dei predicatori dcS
l’Evangelo nel mondo non cristiano ». Es
sa non può d'altra parte approvare i « la
dri d’anime » che spingono i fedeli a pas
sare da una chiosa .all’altra. L’integrazio
ne del Consiglio intemazionale delle Mis
sioni nel C.E.C. dev’essere aecompagnato
da misure positive per scoraggiare questo
proselili.smo. (Si ricorderà che la sola vera difficoltà opposta all’integrazione era
venuta da parte ortodossa; e questo risulta anche dal messaggio del patriarca di
Mosca, Alessio. N.d.r.).
Riguardo al servizio, la Chiesa d’Etiopia, che ha gravi responsabilità culturali e
sociali nel suo paese, constata che i suoi
attuali mezzi d’azione sono inadeguali.
Per liberarsi dal « torimre dei secoli passali », la Chiesa deve cooperare con lo
Stato in tutti gli sforzi che questo intraprende e ottenere l’aiuto delle altre Chiese.
La situazione in Africa è grave. Vi ai è
tentati, respingendo il colonialismo, di
respingere pure il cristianesimo, consideralo spesso come I*a religione dei bianchi.
(Ma la situazione dovrebbe essere diversa
in Chiese indigene secolari come quelle
orientali. N.d.r.). La Chiesa ortodosisa di
Etiopia, nata in Africa nei primi secoli
dell’era cristiana, e l’imperatore Hailè Selassie 1 desiderano rispondere pienamente
all’appello di Dio in tale situazione, e contano sull’appoggio delle altre Chiese.
Questo ultimo accenno, con il fatidico
accostamento di trono e altare, ci sembra
mollo significativo, purtroppo. L’ombra
macabra del gen. Manglvestu e dei suoi —
certo feroci — compagni, lasciali a penzolare impiccali sulla piazza grande di Addis Abeba dal grazioso Negus, dà un tono
di amara piaggeria alla chiusa del messaggio. Possano le chiese ortodosse trovare
nel movimento ecumenico la forza per
scuotere il secolare cesaropapismo, questo
restare, volenti o nolenti, aggiogati al carro dei governanti — qualunque essi siano; se questo sforzo ci sarà, sincero, la
pietà ortodossa potrà arrecare un vero arricchimento alle altre chiese: non ci sembrerà più, allora, una fuga dalla realtà,
di fronte alla responsabilità della testimonianza qui e ora.
2
pag- 2
L’ECO DELIÆ VAU.I VALDESI
N. 4ß — 8 dicembre 1961
A T O
’’Ecco, i giorni vengono, dice l’Eterno, che farò un nuovo patto
con la casa d’Israele e con la casa di Giuda; ...io metterò la mia
legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro
Dio ed essi saranno mio popolo”. Geremia 31: 31-37.
Questo capitolo, anche se non è materialmente alla fine del libro, può
essere considerato come la conclusione del messaggio di Geremia,
il profeta che Dio aveva chiamato « per svellere, per demolire, per abbattere, per distruggere, per edificare e per piantare » (1: 10).
L’annunzio della distruzione è dato e l’Israele orgoglioso e ribelle
che ha infranto il patto che Dio fece coi suoi padri è abbattuto e con lui
sono distrutti il suo orgoglio e le sue illusioni. Ora il profeta è chiamato
— finalmente! — ad edificare e piantare, ad annunziare il nuovo patto
che Dio stabilirà con il resto di Israele umiliato e convertito a Lui.
Esteriormente si tratta di una alleanza stabilita con gli stessi termini della prima « io sarò loro Dio ed essi saranno mio popolo » (Esodo 6: 7, Lev. 26: 12) e non si può trattare di qualcosa di completamente
diverso dal primo poiché si tratta dello stesso Dio che con il medesimo
amore infinito aveva tratto Israele d’Egitto per dargli la terra promessa.
« La legge ed i profeti » non sono aboliti, ma si « compiono » (come
dirà Gesù, più tardi) ed in questo compimento alcune cose si fanno più
chiare e più luminose che mai.
Ecco, il nuovo patto è una alleanza di grazia! « Poiché io perdonerò
loro la loro iniquità e non mi ricorderò più del loro peccato » (v. 34)
Dio non dice più ad Israele « Se osserverete i miei comandamenti... »
(Lev. 26: 3), ma annunzia la grandezza del suo amore per questi uomini
peccatori che sono gli abitanti della terra.
Dio perdona, per questo il patto sarà stabile: perché l’amore di Dio
è eterno come la sua signoria e la sua potenza e nulla può farlo cambiare.
Ed ancora il nuovo patto sarà esteso et tutti : « dal più piccolo al
più grande ». In queste parole non si parla solo di giovani e di vecchi,
ma si sente già l’anticipazione di quelle parole con cui Gesù parlerà dei
grandi e dei piccoli che non sono tali per la loro statura, ma per l’importanza. per il « peso » ohe hanno nel mondo (forse anche nella Chiesa!). I piccoli: coloro che contano poco o contano nulla nella società,
i disprezzati, i calpestati, i dimenticati di questo mondo che nel patto
di amore che Dio stabilisce con il nuovo Israele verranno prima dei
« grandi » del loro popolo e di tutta la terra.
Ora noi sappiamo bene quale é la nuova alleanza che Dio ha fatto
con gli uomini; come si chiama la nuova relazione di amore che Egli
ha stabilito con il mondo. Si chiama Gesù Cristo, venuto nel mondo ai
tempi di Cesare Augusto, mentre Quirinio governava la Siria, nato in
mezzo a noi la notte di Natale.
Ecco come il sofferente profeta Geremia, annunziatore di distruzione e di morte ci introduce nel periodo deH’Avvento, della preparazione
al Natale che si avvicina in questo tempo di minacce e di guerre, di tensioni e di lutti in molte parti del mondo.
Ecco la nuova alleanza che Dio ha fatto con noi nel suo amore;
il patto che il padre del figliuol prodigo stringe con suo figlio, che il buon
pastore fa con la sua pecora, che il samaritano fa con l’uomo caduto
nelle mani dei ladroni. Non si tratta neppure più di una alleanza, ma di
un dono puro e semplice, di un dono totale, perché uno solo é colui che
ama e che accoglie, che cerca, che salva, che si dà; ma proprio questo
dice il profeta nel passo che abbiamo letto quando parla dell’amore, del
perdono, della fedeltà di Dio che sostengono questo suo « nuovo » patto.
Dio ci ama, come ha amato Israele, al di là di quanto é immaginabile e pensabile, ci cerca, ci perdona, ci sostiene, non si è ancora stancato di noi, la sua chiesa, né del nostro mondo e rinnova ogni giorno il
suo dono d’amore a tutti e questa parola « tutti » non indica che Dio
ama perfino gli increduli, perfino i malvagi, perfino le persone che ci
sono antipatiche o che ci hanno fatto dei torti, ma che Dio ama perfino
noi, con i nostri peccati, le nostre tiepidezze, le nostre ribellioni!
Ma c’é ancora una parola di Geremia che dobbiamo ascoltare;
« Dice l’Eterno: io metterò la mia legge nell’intimo loro, la scriverò sul
loro cuore » (v. 33).
Attenzione; nella Bibbia il cuore non indica mai la sede dei sentimenti, ma il centro stesso della vita.
L’amore di Dio non é quindi qualcosa che deve soprattutto commuoverci (ed é tanto facile commuoversi durante il culto di Natale!) ma
che deve scendere alle radici stesse della nostra esistenza, nelle regioni
profonde della nostra vita.
Non qualcosa di esteriore come l’antica legge scritta sulle tavole di
pietra che sono state rotte o su un libro che può essere bruciato o molto
più semplicemente dimenticato o lasciato chiuso. L’amore di Dio vuole
diventare il centro della nostra vita, scorrere nelle nostre vene ad ogni
battito del cuore e ad ogni pulsare del polso; é qualcosa di altrettanto
fondamentale per noi che avere un cuore ed un cuore che funzioni come
deve!
Così l’antico profeta dei tempi difficili di Irsaele ci invita a prepararci a celebrare il Natale che si avvicina ed a ricevere, non solo in quel
giorno, ma ogni giorno della nostra vita, il nostro Signore che porta al
mondo il dono, il « nuovo patto » del suo amore per tutti e per sempre.
Franco Davite
(dalla predicazione tenuta ai ClhioUi la prima domenica di Avvento 1961)
PRAMOLLO
0
Precisazione
deila colletta
Nel Pellice n. 46 del 24 novembre c. a.,
sotto il titolo « A proposito dei Tournim ».
è stata pubblicata una lettera del si»;. Livio
Long, sinistrato dei Tournim. In essa lo
scrivente chiede informazioni ai donatori
della sottoscrizione aperta a favore dei sinistrati. Egli dichiara che i colpiti ascolteranno le eventuali proposte circa il modo
di impiegare il denaro « che ci verrà consegnato ». Egli accompagna inoltre la sua
richiesta da alcune sue considerazioni che,
egli dice, corrispondono alla verità.
11 Comitato di Soccorso Pro -Sinistrati, onde i lettori siano informati, ed allo scopo
di presentare le cose nei loro esatti termini, precisa:
1) di non aver aspettato fino ad oggi pei
iniziare la distribuzione degli aiuti. Delle
somme ricevute (i nomi dei donatori e le
somme offerte sono stati tutti pubblicati)
sono state da tempo, e senza condizione alcuna, distribuite !.. 10-780.763. Di questa
somma lo scrivente della lettera ha ricevuto la somma di L. 1.067.500.
2) di non aver mai proposto ad alcuno
dei Sinistrati di fare opere di beneficenza
a proposito
Pro Tournim
o di creare borse di studio. Avendo inve
ce lo scrivente, di sua spontanea volontà,
dichiarato di voler rinunziare alla ulteriore somma messa a stia disposizione (per
questa veniva posta la condizione che foc
se spesa in Pramollo), il Comitato — per
mezzo della sua Giunta Esecutiva — gli ha
(liiesto a quale Opera o Ente di Beneficenza la quota alla quale egli rinunziava avrebbe potuto essere offerta, a nome suo, non
ritenendo il Comitato di poter distribuire
detta somma ai rinianenli Sinistrali in ag
giunta a quanto loro spettante.
3) 11 Comitato non intende fare della
polemica con alcuno, ma desidera essere
rispettato e pertanto diffida chiunque dall’attribuirgli intenzioni od affermazioni che
non siano sue ed invita, chi intenda rife.
rire circa il suo operato, ad essere cosi corretto dal non riferire che delle cose precise e conformi alle sue deliberazioni.
Per il Comitato, la Giunta esecutiva.
Cav. Isidoro Rosia, Sindaco - Edoardo Micol, Pastore - Remigio Bertalot - Eli Long - Olinto Peyronel Eli Sappè
DIVA RELIGIOSITà «LAICA» SEMPRE RICORRENTE
La tolleranza e la fede
La « Nuova Italia » ci presenta, in
un libro edito l’anno scorso da Giorgio Radetti, una bella scelta di pagine di Sebastiano CasteUione (*), famoso avversario di Calvino e uno dei
massimi esponenti della tolleranza religiosa nell’età della Riforma.
CasteUione (1515-63) era figlio di
contadini savoiardi, e molto presto si
era sentito attratto dal movimento riformatore, che in Ginevra aveva il
suo quartier generale più efißeiente.
Ma questo giovane, intelligentissimo
studioso, vedeva nella Riforma soprattutto la possibilità di costruire
una religione più moderna, umana e
ragionevole, atta a educare moralmente il genere umano; e, se non respingeva le ultime speranze cristiane,
tuttavia era del tutto insensibile a
quel formidabile sforzo di approfondimento della fede cristiana, che era
l’anima vera della Riforma. In un
primo tempo tuttavia, la sua indubbia pietà cristiana potè mettere in
sordina il fondamentale divario che
10 separava da Calvino: perciò Castellione collaborò con lui per qualche
anno, dirigendo brillantemente il
Ginnasio di Ginevra. Ma, coH’afflorare dei primi gravi dissensi, Castellione dovette ritirarsi a Basilea, roccaforte della libertà di coscienza e del
cristianesimo umanistico: qui, dopo
alcuni anni di vita durissima (per
campare dovette fare anche lo scaricatore) egli ottenne una cattedra all’università, e potè condurre avanti
11 suo lavoro con l’aiuto di molti buorij amici (Curione, Ochino, gli umanisti locali).
Intanto, mentre CasteUione era al
sicuro a Basilea, Serveto veniva bruciato a Ginevra: il fatto fece sensazione dovunque, dato che era il primo
sintomo dell’aprirsi d’un’epoca di intolleranza anche da parte dei prò te
stanti. Per CasteUione esso segnò l’inizio d’una lunga battaglia a favore della tolleranza: egli scriveva a questo
proposito :« Quando i ginevrini hanno ucciso Serveto, | non hanno difeso
una dottrina: hanno ucciso un uomo.
Se Serveto- avesse voluto uccidere Cai
vino, il magistrato avrebbe fatto bene a difendere Calvino. Ma poiché
Serveto aveva coiribattuto con scritti
c con ragioni, con ragioni e con scritti bisognava refutarlo ».
Alla difesa della tolleranza è dedicata una delle due opere fondamentali di CasteUione :i il « De Haereticis,
an sint persequendi» (se sia il caso
di perseguitare gli eretici): il libro,
dedicato al duca di Württemberg, jMrta il nome di un inesistente Martino
Belilo, ma è stato quasi interamente
composto da CasteUione. Val la pena
di citarne il brillantissimo inizio _
« Se tu, illustrissimo Principe, avessi
annunciato ai tuoi sudditi di voler
tornare da loro in un tempo non prestabilito, e avessi comandato a tutti
di procurarsi delle vesti bianche e dì
venirti incontro, in qualunque momento tu arrivassi, vestiti di bianco ; che
faresti se, arrivando, trovassi che essi non si sono curati affatto delle vesti Manche, ma che stanno soltanto
a discutere tra loro; gli uni dicendo
che tu sei partito per la Francia, e gli
altri per la Spagna; gli uni che arriverai a cavafio, gli altri in cocchio;
gli uni con grande pompa, gli altri
senza alcun seguito? Ti piacerebbe
ciò? E se poi disputassero della faccenda non solo a parole, ma pure coi
pugni e con le spade, ciascuno uccidendo o ferendo chi dissente da lui?
e "Verrà a cavallo” dice uno; "Macché, sul cocchio”, dicesse un altro. "Tu
menti”. "Sei tu che menti”. "E allora
piglia su questo pugno!”. ”E tu prenditi questo pugnale neUa pancia!”.
Approveresti tu. Principe, simili cittadini? E se pochi tra loro si sforzassero di procurarsi (secondo tuo ordine) le vesti bianche, e gli altri per
questa ragione li perseguitassero e li
uccidessero? Non colpiresti tu i malvagi? E cosa accadrebbe se gli assassini dicessero di far ciò per tuo ordine e in nome tuo, pur avendolo tu severamente vietato? Il senso di questa
profana parabola é limpido: "Cristo
é il principe del mondo e, partendo
dalla terra, predisse agli uomini che
sarebbe arrivato in un giorno e un’ora
non prevedibili; prescrisse che si procurassero per il suo arrivo candide vesti, ossia che vivessero piamente e
amichevolmente, senza dissidi, e si
amassero l’un raltro”. Invece pochissime persone si curano di vivere nel
modo prescritto da Cristo: "non si discute della strada per la quale si possa arrivare al Cristo, ossia della correzione della nostra vita: ma dello
stato e della funzione di Cristo stesso,
e di dove lo stesso Cristo sia adesso,
cosa faccia, in qual modo sieda alla
destra del Padre, in qual modo sia
uno col Padre. E poi, della trinità,
delia predestinazione, dei libero arbitrio, di Dio, degli angeli, dello- stato
delle anime dopo questa vita, di altre
cose di questo genere che non é necessario conoscere per conquistare,
attraverso la fede, la salvezza... nè, se
si sanno, rendono migliore l’uomo” ».
In questa pagina c’è già, chiara
l’impostazione di fondo del pensiero
di CasteUione; quel che importa è la
morale: invece i dogmi astrusi sono
fonte di dispute ingiustificate e sanguinarie. In base a questo principio
l’A, dà un’interpretazione allegra e
originale del concetto di « ereàa » ;
eretico è un « pertinace » che, ammo
nito, non abbandona i suoi errori non
solo nel campo dottrinale, ma anche
e specialmente in quello morale; e,
siccome giudicare degli errori morali
è facile, mentre giudicare rettamente
di quelli teologici è estremamente difficile, CasteUione invita alla prudenza chi vuole tacciare altri di eresia:
:< Non ritengo siano eretici tutti coloro che sono chiamati eretici: e vedo
che al tempo di Paolo questo nome
non era tanto infame da far considerare gli eretici peggiori degli avari,
ipocriti, scioperati, adulatori ».
Oltre a questo pregiudiziale invito
alla prudenza, CasteUione dedica anche un altro scritto alla confutazione
degli argomenti in base ai quali veniva giustificato l’uso della violenza
contro gli eretici. E’ celebre la sua replica al famoso « compelle intrare »
di Agostino. Agostino, trovandosi di
fronte al progresso dell’eresia nella
sua città, aveva appoggiato l’intervento poliziesco dello stato a favore
della chiesa cattolica, citando Luca
14; 23: come nella parabola del Gran
convito il padrone di casa invia il suo
servitore coll’ordine di « costringere »
quelli di fuori ad « entrare » nella sala del banchetto, cosi, argomenta Agostino, è lecito e giusto costringere con
la forza gli eretici a entrare nella vera chiesa. CasteUione risponde : il serve costrinse con la forza materiale ad
entrare in un banchetto materiale;
ma la chiesa invita gli uomini ad un
banchetto spirituale, e perciò può
usare una costrizione puramente spirituale. Del resto CasteUione, buon
conoscitore di storia, fa notare che la
la morale : la ragione : essa non è punto stata corrotta dal peccato originale,
come stoltamente afferma quel fanatico di Calvino; la ragione è infatti
la Sapienza del libro dei Proverbi, figlia stessa di Dio; Dio non può abolirla più di quanto possa abolire sè
stesso : « la Ragione è un eterno discorso di Dio, molto più antico e certo così delle Scritture come delle cerimonie ». « Secondo questa Ragione,
Gesù Cristo medesimo... visse egli stesso e insegnò ad altri ». Perciò il credente è chiamato ad offrire a Dio un
culto lucidamente razionale, cioè conforme alla logica e alla chiarezza. Ir.
questo « culto » possono anche trovare poco posto le classiche dottrine della Trinità e della morte espiatrice di
Cristo, perchè sono piene di oscure
contraddizioni che spingono il Nostro
a un facile sorriso d’umanista. E’ da
notare Testrema povertà della sua
(pur cauta) argomentazione contro
la dottrina della trinità, discussa dall’esterno e senza alcuna comprensione (la patristica viene liquidata in
poche paginette): CasteUione non sa
resistere alla tentazione di liquidare
gravi discussioni con argomentazioni
analogiche, o addirittura con esempi
tratti dal senso comune.
Le pagine più felici dell’A. sono indubbiamente quelle in cui caldeggia
la sua religiosità umanistica e razionale, invero non priva d’una certa
grandezza morale neU’appello sentito
a un impegno di vita insieme religiosa ed equilibrata. Ed infatti il suo
messaggio ha avuto una grossa conferma postuma: questa sarà la religione del ’700, del protestantesimo li
G insanabile ma fecondo il contrasto fra nna religione naturale e «razionale» e la fede cristiana
violenza adoperata nel Nordafrica a
favore della chiesa cattolica si rivolsi ben presto contro di lei, quando il
potere passò in mano ai Vandali (che
in religione erano eretici ariani) e
che alla fine arrivarono gli arabi e
con gli stessi mezzi sradicarono il Cristianesimo a pro dell’Islam. Con questo metodo, insieme acuto e giocoso,
CasteUione demolisce tutti i sofismi
che sono stati elevati a difesa della
persecuzione religiosa, e presenta il
suo programma di pacifica convivenza tra « ortodossi » ed « eretici », nella
attesa che le piante vengano giudicate dai loro frutti.
Fin qui, non possiamo non consentire, e riconoscere al CasteUione una
funzione storica positiva ; egli ha contribuito a correggere alcuni dei lati
più negativi del Protestantesimo storico. Ma il nostro consenso viene meno,
quando scopriamo meglio i fondamenti del suo atteggiamento, cioè i principi della sua religione, quali sono
esposti nella sua seconda grande opera; De Arte dubitandi (DeU’arte di
dubitare e di credere, di ignorare e di
sapere).
In quest’opera scritta con l’abituale
acume e col consueto stile levigato e
'orillante, CasteUione intende in sostanza dettare le linee direttrici d’una
fede ragionevole e misurata, capace
di superare le diatribe teologiche e di
salvaguardare l’essenziale della rivelazione cristiana. Perchè anche questo
razionalista e illuminista ante litteram crede alla rivelazione biblica, o
almeno la considera come sostanzialmente accettabile da un punto di vista razionale. Ma in questa rivelazione le sole verità fondamentali sono
per lui l’esistenza di Dio, il Suo governo sul mondo, la Sua giustizia:
ogni orientamento religioso deve perciò coordinarsi con questi dati fonda
mentali, mentre è lecito essere incerti
riguardo a molti altri punti secondari; e, secondo l’A., sono secondari tutti gli argomenti oscuri e controversi
(predestinazione, giustificazione, battesimo, Cena eoe.). La loro oscurità è
stata voluta da Dio stesso, affinchè
« l’abilità umana avesse da esercitarsi e procurarsi così il cibo deU’anima»,
ma non è concepibile che Egli consideri come necessaria alla salvezza la
fede in una particolare interpretazione di questi punti oscuri: piuttosto,
l’esistenza constatata di questi punti
oscuri deve spingere tutti i credenti
a concentrare la loro attenzione religiosa sui punti « in cui la verità sia
così aperta e universalmente riconoscibile, che nessuna forza possa piegarla dall’altra parte ».
Queste verità evidenti sono, oltre
ai tre punti indicati sopra (esistenza,
provvidenza e giustizia di Dio), quelle concernenti la vita morale dell’uomo, e cioè le nonne di giustizia e di
carità: in base ad esse l’uom.o apprende a dare ad ognuno ciò che gli è do
vuto, cioè ad amare Dio e gli altri uomini. Qui sta tutto il Vangelo, e riconoscerlo è facile, perchè queste verità. oltre che nella Bibbia sono «impresse quasi dal dito di Dio nel cuore
di tutti » • « i precetti della carità... sono così evidenti, così naturali e connaturati all’uomo » che ogni persona
dotata di sana ragione può accettarli,
ed è tenuta a metterli in pratica pei
ottenere la salvezza.
Poiché questa è la grande forza che
dà dignità all’uomo e gli si offre come supremo criterio della verità e del
berale, del ricorrente razionalismo
cristiano; la religione in cui la parola « fede » significa soprattutto fiducia nell’uomo, nella sua fondamentale bontà, nel suo grande futuro. Ma
ci domandiamo: dove esiste mai quest’uomo di CasteUione, che vive in
saggio equilibrio tra la natura e la ragione, qual savio frutticultore che sa
rispettare le leggi di madre Natura e
insieme amorosamente forzarle con
gli innesti e i concimi, ottenendo così
migliori frutti e un più profondo inveramento della Natura stessa? Quest’uomo esiste solo nella mitologia nel
Rinascimento: esso non è nè reale nè
razionale.
Per cui, leggendo queste belle pagine si viene colti da un infinito rimpianto per i forti scritti di Martino
Lutero, in cui il dramma dell’uomo
non è sfiorato con umanistico ottimismo, ma colto nel suo nucleo sconvolgente e tragico. E, in definitiva, l’opera di CasteUione si rivela per quello
che è : un correttivo, necessario a cauta del ricorrente prevalere del fanalismo religioso (e laico) e della chiusura mentale degli uomini e movimenti troppo sicuri del proprio messaggio. Ma è solo un correttivo; e chi
volesse fare di questa sobria religione
morale il centro della propria esperienza di cristiano, costruirebbe la sua
casa sulla sabbia.
g. b.
(*) SEBASTIANO CASTELLIONE:
Fede, dubbio e tolleranza. Pagine scelte e tradotte da Giorgio Radetti. Collana « Filosofia e Comunità Mondiale ». La Nuova Italia Editrice, Firenze
1960, pp. VIII-166, L. 1.000.
I A VVISI ECONOMICI !
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JEUNE HOiMME, est demandé dans exploitation viticole, pour aider au patron, dès
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dîmanclie. — OfiFres, avec renseignements
utiles pour établir le contrat à: Jean Pi*
guet - Vilirulteur • AUBON.NE (Vaud^
Suisse.
La sorella, il fratello, i familiari ed
il figlioccio commossi per la dimostraz.lone di affetto ricevute per la dipartenza della loro cara
Ourand-Canton Letizia
ved. Bazzotta
Esprimono la loro gratitudine al Pastore Bouchard, al Dottor Peyrot per
la loro affettucsa assistenza, a tutto
il personale dell’ospedale Valdese di
Pomaretto e a tutte le persone che
con la loro presenza con scritti e con
fieri hanno preso parte al loro grande
dolore.
« Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa,
ho serbato la fede »
2 Timoteo, cap. 4 v. 7
Pomaretto 29-11-1961.
3
8 dicembre 1961 — N. 48
L’ECO DELU: VALLI VALDESI
P«8- ì
TRE TEMI, TRE SEZIONI DI STUDIO
Testimonianza - Servizio - Unità
______ i
/ lavori della Terza Assemblea del Consiglio Ecumenico delle Chiese
(segue da pag. 1)
Francia e professore all’Università di
Strasburgo.
Alcuni giorni or sono, prima di riprendere i lavori ordinari, l’Assemblea si è trasferita nei magnifici giardini del palazzo presidenziale. Siamo
stati accolti da impassibili guardie di
palazzo, rappresentanti dei vari
gruppi etnici di questo immenso
paese ed abbiamo partecipato al ricevimento offertoci con estrema semplicità dal Vice Presidente delllndia,
ir assenza del Presidente. Tutto si è
svolto in un’atmosfera di calma e di
serenità, senza eccitazione o nervosismo come accade spesso nei nostri
paesi occidentali ; col collega Sbafi! ho
potuto stringere la mano al Vice Presidente ed in quella occasione tra le
varie persone incontrate, ricordo di
aver anche salutato Billy Graham,
presente nell’Assemblea durante i primi giorni soltanto.
E’ difficile ricordare ogni cosa e riassumere le molte impressioni di questo breve soggiorno in India.
I tre argomenti fondamentali di studio sono stati presentati alla nostra
attenzione prima di tutto nel corso
di alcune sedute plenarie. « Chiamati
alla testimonianza '> è stato il titolo
del rapporto presentato dal Past. Dr.
Paul Devanadan della Chiesa dell’India del Sud, articolato nei seguenti
punti: La natura della testimonianza
cristiana - La testimonianza, come
predicazione missionaria - La testimonianza delle comunità locali - Testimoni nel mondo - La testimonianza in un mondo dalle fedi diverse La comunicazione della nostra fede
ai prossimo.
« li nostro compito come testimoni
è di proclamare U messaggio di speranza che è in Cristo e di comunicare
la Buona Novella che, in Gesù Cristo, Dio riconcilia il mondo con lui ».
In questo, come anche negli altri rapporti e nelle discussioni, sono apparse alcune note particolari e di grande
importanza: l’esigenza di sottolineare la riconciliazione operata da Dio
in Cristo col mondo e non soltanto
con la comunità dei credenti; una visione universale della redenzione e
della vocazione missionaria; il ruolo
dei laici, come testimoni di Cristo nel
mondo moderno e secolarizzato; l’esatta sensaziotte che il Cristianesimo
è oggi una minoranza chiamata ad
affrontare altre religioni non cristiane che rivendicano però un valore
universale e degli intenti missionari.
Sempre, nelle nostre riunioni, noi occidentali abbiamo dovuto tener conto
del fatto che eravamo in Asia, in un
continente in grande maggioranza
non cristiano, dove la chiesa vive ed
opera in situazioni assai diverse dalle nostre. « La predicazione deU’Evangelo ha essa per scopo l’annientamento di ogni altra religione aU’infuori
del Cristianesimo?... Nell’ora finale in
cui Dio riunirà tutte le cose in Cristo, nella vita della risurrezione, non
distingueremo più il nuovo dal vecchio. Non sta a noi di dire ciò che sussisterà. nè sotto quale aspetto, poiché
non possiamo dire come Dio metterà
il punto finale al suo disegno per l’umanità e per il suo universo. Si tratta di render testimonianza alla fedeltà di Dio che abbiamo conosciuta in
Cristo e per cui Cristo ci chiede adesso d’esser fedeli a Dio; Siate miei testimoni ».
« L’appello al Servizio » è stato rivolto all’Assemblea da un lungo rapporto del Prof. Masao Takenera, del
l’Università Doshisha di Kioto, nel
Giappone. Il relatore è professore di
Etica cristiana e sociale e di Sociologia della Religione. In un mondo in
rapida fase di trasformazione egli ha
posto l’accento sul « ministero diaconale del popolo di Dio». Il compito
della Chiesa non è di esercitare un
dominio clericale, ma di servire. « Il
nostro servizio cristiano è un segno
dell’atto redentore di Dio e della venuta del suo Regno; dobbiamo pertanto vedere come la signoria di Cristo si è concretamente manifestata
mediante il Suo servizio nel mondo e
per il mondo. Gesù Cristo è U Signore-Servitore; siamo chiamati ad essere servi del Servo, rendendoci disponibili per un impegno nel mondo,
nella luce e nella fede cristiana... Una
chiesa che si tenesse al di fuori della
vita della società potrebbe evitare la
rude diseipUna del servizio, ma questa non sarebbe la chiesa profondaniente impegnata nella missione che
essa ha organizzata... Il nostro servizio è sempre insufficiente, sempre limitato dal nostro peccato e dai nostri errori. Soltanto nella misura in
cui le chiese accettano di servire il
Cristo nel pentimento e nel rinnov^
mento esse saranno capaci di continuare il loro servizio nel mondo ’’finche Egli venga” ».
II Prof. Joseph Sittler, della Facoltà teologica nell’Università di Chicago, ha introdotto il tema : « Chiamati
all’unità ». Il suo rapporto è stato
strutturato come un ampio commento alle parole dell’apostolo Paolo ai
Colossesi, cap. 1 v. 15-20, in ima visione cosmica della redenzione e della signoria di Gesù Cristo. « Fino a
che la portata e la potenza dell’atto
redentore non raggiungono la totalità
dell’esperienza umana, fino ai limiti
più estremi del mondo, la redenzione
è incompleta. Rimane e rimarrà sempre in qualche luogo una manifestazione del male che dovrà essere vinto... Cristo non può essere la luce che
illumina ogni uomo se non è anche
la luce che discende sul mondo in cui
ogni uomo nasce. La Chiesa ha trovato una massa di mezzi per affermare la sua varietà; ne ha trovati assai
meno per esprimere la sua unità. Ma
se siamo realmente chiamati all’unità, e se possiamo ubbidire a quell’appello nei termini di una cristologia
contemporanea che assume le dimensioni della visione neotestamentaria,
potremo forse ubbidire ad una unione
più totale. In vista di una tale ubbidienza, abbiamo la promessa della benedizione divina. Questa terra radioattiva, cosi feconda e così fragile, è
la Sua creazione e la nostra sorella
oltre che il luogo materiale dove incontrare il nostro fratello nella luce
di Cristo. Da Hiroshima in poi la parola luce ha un significato spaventevole. Ma ormai, dopo la creazione, ha
un significato splendido; e, dopo Bethleem, essa ha un contenuto concreto. degno d’essere accolto ».
Dopo questa parte introduttiva, la
Assemblea si è suddivisa in sezioni e
sottosezioni. Ogni mattina le riunioni
di sezione hanno avuto inizio con un
culto basato sullo studio biblico collettivo. Il Pastore Niemoller ha presieduto i culti della sezione Testimonianza in cui mi sono trovato con
molti altri delegati. La sera è sempre
slata dedicata ad una riunione plenaria su di un tema specifico: I laici:
la Chiesa nel mondo (Presidenza Dibelius e tre oratori) - La situazione
deH’Africa (Sir Francis Akann Ibiam,
della Nigeria) - «The future is now »,
una conferenza di Mr. O. F. Nolde,
Direttore della Commissione delle
Chiese per gli affari internazionali L’opera della Divisione Inter-Church
Aid, con particolare riguardo ai rifugiati - La sfida lanciata dalle rapide
trasformazioni sociali (Past. E. Castro, Dr. E. De Vries, Dr. M. Thomas)
- Perchè siamo costretti a parlare
(gruppo presieduto da D. T. Niles) La Bibbia e il compito della Chiesa
(Arciv. anglicano di York e A. E. Inbanathan).
Domenica, 26 novembre, una grande assemblea s’è riunita sotto la vasta tenda, lo Shamiana, per un culto
di intercomunione. Il servizio è stato
celebrato secondo il rito anglicano,
con la collaborazione della Chiesa
dell’India del Sud, del Pakistan, della Birmania e di Ceylon. Potevano
parteciparvi tutti i membri battezzati e comunicanti delle Chiese membri
del Consiglio Ecumenico. La celebrazione della Santa Cena, presieduta
dal vescovo anglicano di New Delhi,
ha raccolto un gran numero di partecipanti. Era evidente che non tutti
si sarebbero sentiti di celebrare la comunione o per convinzione personale
o per la non concessa autorizzazione
deus Icro chiese. Gli Ortodossi non vi
hanno partecipato, per quanto alcuni
di loro, tra i quali alcuni russi, abbiano assistito a tutto il culto. Una aliquota di Luterani ha preso parte alia
celebrazione del sacramento, per quanto non abbia dati precisi al riguardo.
Mi sono avvicinato con centinaia di
altre piersone al luogo dove la Santa
Cena era distribuita; accanto a me
c’era un giovane africano ed alcune
donne indiane. Un gruppo di giovani
indiani cantava degli inni religiosi locali con accompagnamento di musica.
Sentivo quanto era piccola e lontana
la Chiesa che rappresentavo, ma non
ho potuto non rallegrarmi del fatto
che era anch’essa inserita nella grande realtà della Chiesa Universale, figura del Regno di Dio, dove molti accorreranno dairoriente e dall’OcciCente, dal Settentrione e dal Mezzodì,
senza più le separazioni del tempo presente, là dove non ci sarà più tempio,
« perchè il Signore Iddio, l’Onnipotente e l’Agnello » saranno il loro tempio.
Nel momento in cui scrivo le sezioni hanno concluso i lavori di studio
e di discussione. Stanno per avere inizio le sedute plenarie per l’approvazione dei rapporti sui tre temi all’ordine del giorno. Ancora un po’ più di
una settimana e poi spero di rientrare in Italia; ma darò ancora ai lettori altre notizie non appena ne avrò
il tempo.
New Delhi 30 novembre 1961
Ermanno Rostan
La sala delle assemblee plenarie nel Vigyam Bhavan di Nuova Delhi
Omaggio
a Gandhi
Nuova Delhi. — 1 citunic in-esHlenli del
C.E.C. — ¡1 vescovi) Barbieri, il vescovo
Dibelius, rareivescovo .lakovos, il iiielroqolila Jahanon Mar Tlioioa e il vescovo
Sherril] ^ accoinpagnali dal jrresidenle
del Comitato centrale, Dr. Fry, hanno depo'Slo una corona davanti al nionuinenlo
alla nieinoria di Gandhi.
Chissà e
Missione
l na pagina della storia cristiana^ ed una
pagina importante, è stata scritta a Nuova
Delhi. La Chiesa assume coscienza della
sua dimensione missionaria: questo è il si*
gnificato profondo ed essenziale del confluire del Consiglio internazionale delle
Missioni nel Consiglio ecumenico delle
Chiese, votato dall*Assemblea generale di
Nuova Delhi. Da oggi il C.E.C. avrà un
nuovo Dipartimento, quello delle Missioni
e deirEvangelizzazione. Il vescovo Newbigin. della Chiesa delVlndia del Sud, che
ne sarii il direttore, ha dichiarato: **Il mo
vimento missionario, ad est come ad ovest,
ha anzitutto lottato per superare le frontiere già fissate del mondo cristiano, per
andare ovunque gli uomini vivano senza
conoscere VEvangelo (...) La nuova Divisione delle Missioni avrà il compito, in seno al C.E.C., di ricordare ad ogni chiesa,
in ogni parte del mondo, che ha il dovere
di partecipare a quest'opera, di cui è elemento indispensabile; senza questo elemento, mancherebbe qualcosa alla propria
confessione dell* E vangelo**. **ll cristianesimo non può essere delimitato geograficamente. Il fatto stesso che ora inseriamo le
questioni missionarie nell'attività quotidia
na del Consiglio ecumenico, proverà in
modo convincente Vinesattezza di certi
modi desueti di considerare la missione,
che sussistono ancora a torto in pieno X\
secolo".
Dal DIO. quando fu creato, dopo la celebre Cnferenza di Edimburgo, molta strada ha fatto il Consiglio internazionale delle Missioni, e feconda è stata Vopera del
movimento missionario: ha contribuito in
misura essenziale a ridare alla Chiesa — almeno al suo nucleo più vivo — la sua dimensione missionaria: dal mio prossimo
più vicino, ignaro dell*Evangelo, fino alle
estremità dello terra di Dio.
no'^itài
CLfkUmiikNA.
Sono usciti i due primi volumetti della nuova « Piccola Collana Moderna »
N. 1
Albrecht Goes
incontri con Bach
Pp. 48, L 250
N. 2
Norbert Luyten
Adolf Portmann
Karl Jaspers
Karl Barth
immortaiità
Pp. 48, L. 250
Richiedeteli alla Claudiana, Via Principe Tommaso 1, Torino, ccp 2/21641;
per le Valli Valdesi a Torre Pellice,
ccp 2/17557.
Abbiamo ricevuto...
L. 34.000 per il Rifugio Carlo Alberto, in
memoria della Signora Valeria Martin nata
Goss, da un gruppo di amiche milanesi:
M. Battaglia, F. Hahn, C. Lotterio, T.
Luotto, V. Menesini, M. Querei, G. Sirovieb, V. Varese, N. Vicarotto, A. M. Villoresi.
Una bella opera in paziente e continuo sviluppo
I# Centro Sociale di Corato
Chi lo sa, se quest’opera irrobustendosi fino a diventare adulta, perchè ora è come un bambino che muove i primi passi, potrà essere annoverata un giorno fra le istituzioni che
la nostra Chiesa ha fatto sorgere un
po’ dovunque nel quadro di questa
realtà che è la Chiesa Valdese d’Italia?
Ce lo stiamo chiedendo in questi
giorni, man mano che lasciandoci
prendere la mano dallo spirito di buona volontà che anima alcuni dei responsabili vediamo fiorire felici iniziative. Nella Scivales, animatrice che
evidentemente non è andata invano
quest’estate ad Agape, a dare una mano al campo Cadetti, con due dei nostri giovani, ora possiamo vederla
nella fotografia A insieme alla nostra
seconda insegnante, sig.na Liliana
Bellaluce della Chiesa Valdese di
Campobasso, scodellare e servire la
minestra aile ragazze che frequentano
il Centro di cucito. E’ la prima volta
che si è voluto organizzare una mensa vera e propria, e ciò allo scopo di
meglio tenere riunite le allieve e crea
Foto a
re un'atmosfera di vita comunitaria,
nonché per venire incontro al desiderio delle mamme che ce le vogliono
affidare per l’intera giornata. D altra
parte in questa maniera ne guadagna
il lavoro del cucito che richiede attenzione e continuità. A turno le ragazze
attendono alla cucina ed è un’occasione per insegnare loro tante cose
utili e nuove ed acquistare disinvoltura quando si sta a tavola. Non è
stato facile organizzarsi, pierò non è
mancata la buona volontà di due gio
vani, un meccanico ed un falegname,
che ci dettero il loro prezioso aiuto
nel riadattamento di mobili e addirittura neH’allestimento di un armadio che si rendeva necessario. Non ci
nascondiamo anche l’onere che ne deriverà, ma siamo più che fijduciosi che
come sempre il Signore provvederà.
Col Centro di Cucito ci si propone
un duplice scopx); l’insegnamento pratico e teorico che pxirti le allieve al
taglio e confezione al più presto e in
secondo luogo rendere un servizio alle famiglie del nostro ambiente che
vedono sottratte le loro figliuole dallo sfruttamento ed impiedite al tempio stesso di frequentare le nostre attività. Accanto a questi vantaggi vi è
anche quello di poter procurare ai
meno abbienti delle confezioni al minimo prezzo. A questo propxisito
chiunque protesse inviarci scampioli farebbe cosa molto gradita (Foto B).
Se un giorno piotessimo impiantare
delle macchine pier la confezione di
maglie ed indumenti di lana il Centro Sociale jxitenzierebbe non poco
la sua benefica attività. Vero è che
Foto B
Foto C
al momento le nostre due insegnanti
sono così impregnate che non piotrebbero venire distratte per altro lavoro.
Una di esse è completamente assorbita dal Dopo-Scuola che si è aperto
con l’inizio dell’anno scolastico ed è
frequentato al momento da una quarantina di alunni.
Il Centro Sociale è tutto un programma che sta davanti ad ognuno
di quanti riusciamo ad agganciare all’Evangelo. Spieghiamo loro che esso
non esiste per un servizio di cui essi
siano l’oggetto bensì per creare in loro
lo spirito di servizio. Ecco pierchè non
è stato difficile piersuaderli a diventare essi stessi i protagonisti di un servizio. Ecco la fotografia C che illustra il lavoro della lavorazione dei fichi seccati al sole o all’albero.
Era nella tradizione di questa Chiesa che ogni anno s’inviasse questa
frutta a due dei nostri Istituti così come veniva offerta dalle famiglie cioè
fichi di massa sempre graditi, ma non
come piotranno esserlo quelli selezionati. apparecchiati, mandorlati, infornati e presentati in cestini adatti, pierchè anche la forma fa parte del dono.
E jxii pierchè a due Istituti soltanto
e non a tutti quanti ne annovera la
Chiesa dato che quest’anno la raccolta è stata così abbondante? E così siamo riusciti ad elettrizzarli; le famiglie hanno cominciato ad offrirli, gli
esperti in materia ci dettero la loro
collaborazione ed ora diecine di cestini sono pronti ad essere inviati ai
nostri Istituti con gli auguri di un
buon Natale.
Con quanta perizia questo lavoro è
stato fatto lo sapranno gli anonimi
nostri fratelli piccoli e grandi. Questa
piccola famiglia del Centro Sociale di
Corato ha già provato tutta la gioia
che si prova ogni volta che si riesce
ad essere utili agli altri, a donarsi nello spirito e sotto il segno dell’Agape.
G E. Castiglione
4
pag. 4
L’ECO DELIÆ VALLI VALDESI
N. 4S — 8 dicembre 1961
T
Domenica scorsa a San Germano
Inaugurati i restauri
aU'Asilo dei vecchi
Nel pomeriggio di domenica 3 dicembre
ai sono inaugurati i restauri dell’Asilo dei
Vecchi, alla presenza di molti fratelli e
sorelle provenienti da varie provincie e di
autorità civili e religiose. Le migliorie apportate all’Istituto consentono una vita meno collegiale e più familiare, con la creazione di piccoli locali per due o tre ospiti al posto dei cameroni di tipo militare che
nel passato hanno comunque reso grandi
servizi.
Le varie tappe dell’Istituto sono ricche
di interesse: nel 1889 un Pastore delle Valli, Carlo Alberto Tron, decide di creare
un asilo per vecchi sollecitato dallo spettacolo poco confortante di tanti vecchi esposti al freddo, all’indigenza, alla vita grama degli ultimi anni. Il Pastore Tron è
stato un uomo consacrato, sensibile a tutti i problemi sociali e spirituali ed ha manifestato un interesse sorprendente per i
bimbi, i giovani ed i vegliardi con opere
concrete e preziose per il nostro tempo. Il
Pastore Bert, presidente della C.l.O.V. ha
fatto la cronistoria dell’Istituto toccando i
momenti salienti dell’opera del signor
Tron: nel 1893 ha luogo la posa della prima pietra alla presenza del Pastore G. Marauda di Pramollo, del Sindaco di San Germano e di un piccolo gruppo di persone
dinnanzi alle quali il Pastore legge il Salmo 33; l’il settembre 1894 la prima sala
è inaugurata con mille persone presenti
Ira le quali si ricordano : il sindaco, i consiglieri, la banda musicale, il Moderatore,
2:> Pastori, il dep. on.le Facta; nel 1897
G A. Tron inaugurò un’altra ala delTistituto alla presenza degli onorevoli Facta,
Soulier e Marengo e nove gindaci delle
valli. Molte persone hanno dato il loro
contributo all’Opera tra le quasi si ricorda
il comm. Gustavo Vinçon, che ha seguito
(ino alla morte l’opera delFamico C. A.
Tron contribuendo attivamente a migliora
re l’Istituto, i signori Soulier e Bert.
L’attuale Sindaco dr. Gustavo Rihet, ge
nero del signor Vinçon ha recato il saluto
deU’Amministrazione comunale ed ha annunciato che la strada che conduce alll’Asilo, ottimamente asfaltata e con panche
(omode e preziose per i vecchietti, porterà
il nome del fondatore dell’Istituto.
Il Vicemoderatore dr. Ribet in qualità
di cittadino sangermanese e di rappresentante della Tavola ha recato il suo saluto
ed il suo pensiero di compiacimento per
1 opera che la C.l.O.V. ha compiuto esortando i presenti a ricordarsi del mondo
dei derelitti.
Da parte dei ricoverati ha parlato il signor Manfredini che ha rivolto un saluto
a tutti ■ presenti.
Tra un messaggio e l’altro la corale ha
eseguito cori e canti popolari mollo apprezzati dai presenti felicemente diretti
dalla signora Bert.
Maturalmenle sono state ricordate le Suore che hanno speso molti anni di vita per
l’Asilo tra le quali le direttrici: Suor RoS.1 Rosabrusin, suor Margherita e Suor Velia attuale direttrice.
Il bazar ha avuto un autentico successo
grazie all’impegno dei ricoverati che hanno saputo tra l’altro produrre a mezzo del
signor Pizzoli un meraviglioso pinocchio
che fa bella mostra di se all’Asilo infantile
di Poniarelto grazie anche al pensiero gentile del signor Giaccone.
L’opera dei restauri è costata la bella
somma di 8 milioni, metà dei quali versati da tre anonimi benefattori, tanto più
meritevoli per l’anonimato. Ci rallegriamo
con la C.l.O.V. e col suo Presidente per
I attività svolta a prò di questo benemerit ) Istituto e ci auguriamo che la mano lesa per queste opere sia sempre più sentila nel segno della carità di Cristo; parimenti formuliamo l’augurio che presto anche a Pomaretto l’ospedale si presenti in
edizione riveduta e corretta secondo le
esigenze del tempo presente.
f.to egb
Le nuove Chiese
membri del CEC
ChipMi unita delVAfrica del Sud iri Rhodesia. Sorla dalla Missione di Londra, dalla Cliiei&a di Scozia e dalla Società Missionaria Meiodisla, tconla 16.000 membri itsorilti ed è in Iraltalive d’unione icori la CliieBa Melodiisla della Rliodesia del Nord. —
1-tó sì, 1 astensione.
Chiesa pentecostale del Cile. Conta 10.000
fedeli, 34 pastori, 16 predicatori laìri, 50
comunità e altri 300 luoghi di culto. —
138 si, 8 no, 3 astensioni.
Chiesa morava del Capo. Sorta dall’opera della Chiesa morava nel 18« secolo,
conta 28.000 membri, 24 'comunità, 20 pastori di colore e 6 bianchi, un seminario
teologico. •— 146 sì, 2 no, 1 astensione.
Chiesa evangelica della Nuova Caledonia
e delle isole Loyaute. Frutto della Missione di Parigi, conta 3.500 imenibri comunicanti, 74 pastori, 81 comunità. — 146 sì,
2 no, 1 astensione.
Unione delle Chiese battiste del Camerún. Forte di 15.000 imembri, conta 200
comunità. Membro delFAlleanza battista
mondiale, è aissociata alla Chiesa evangelica del Camerún nel « Consiglio evangelico e battista del Camerún ». — 148 sì,
1 astensione.
Chiesa ortodossa russa. La maggiore
Chiesa ortodossa del mondo, conta parecchie decine di milioni di membri (fra 25
e 50), 30.000 sacerdoti, 73 vescovadi, 20.000
comunità, 46 monasteri, 8 centri di formazione teologica, dì cui 2 accademie. —
142 sì, 3 no, 4 astensioni.
Chiesa presbiteriana unita del Pakistan.
Giunta quest’anno all’autonomia, conta
51.800 membri comunicanti, 125.000 membri in totale, 147 pastori e 133 comunità. —
148 sì, 1 astensione.
Chiesa anglicana della provirwia deWUgaiula e del Ruanda-Urundi. Un milione
e mezzo di membri, 8 diocesi, 350 pastori,
circa 2.500 scuole. — 148 sì, 1 astensione.
Chiesa presbiteriana del Camerún iexbrilannico). Frutto della Missione di Basilea, 70.000 membri, 56 pastori, 51 evangelisti, 418 calecbisii, 634 comunità, 161
scuole primarie e altri istituti d’istnizio— 147 sì, 1 no, 1 astensione.
Chiesa presbiteriana della Trinità. Conta
5.500 aiieinbri comunicanti, sostiene 400
scuole primarie e altri Istituti d’istruzione. — 147 sì, 1 no, 1 astensione.
Chiesa luterawi eimngelica finlandese (Sinodo Suomi) degli S. V. 36.264 membri
battezzali, 24.565 confermati, 104 paistori e
154 comunità; è in iraltalive d’unione con
altre cliieise luterane americane. — 146 sì,
1 no, 2 astensioni.
Chiesa missionaria pentecostale del Cile.
Conta 3.000 membri impegnali, 2.000 simpatizzanti, 12 chiese con pastore; esiemle
la sua influenza in Argentina e in Uru
guay: sostiene tm Isiiiulo biblico. — 137
sì, 8 no, 4 astensioni.
Chiesa ortodossa di Bulgaria. Circa F88
per cento della popolazione bulgara fa
parte di questa Cliiesa, forte di circa 6 miboni di membri; 8 vescovi, 11 metroipolili, 1.900 sacerdoti; 1 seminario e 1 accademia teologica. — 145 sì, 2 no, 2 aslen-ioni.
Chiesa evangelica del Gabon. Sorta dall’opera di niiissioni americane e poi della
Missione di Parigi, conta 80.000 membri
e 17 pastori. — 146 sì, 2 no, 1 astensione.
Chiesa congregazionalista bantù del Natal (Sud-Africa). 12.000 membri, 43 pastori, 6 evangelisti, 1 scuola teologica. —
147 sì, 1 no, 1 astensione.
Chiesa presbiteriana della Nigeria. 15.300
membri comunicanti, 46 comunità, 29 pastori e 13 pastori assistenti. — 148 sì,
1 astensione.
Chiesa ortodossa di Romania. Ne fanno
parte 13 milioni di romeni, ripartiti in 12
diocesi e 9.200 comunità; 7 vescovi, 4 metropoliti, 9.500 sacerdoti; 6 seminari e 2
accademie; pubblica varie importanti riviste. — 144 sì, 2 no, 1 astensione.
Chiesa evangelica (luterana) del Tanganyka del Nord-Ovest. 52.993 membri battezzali, riparliti in 149 comunità con 21
pastori e altri 185 collaboralori a pieno
tempo; 50 scuole primarie, 6 secondarie
e 4 O'Spedali. — 148 sì, 1 astensione.
Chiesa evangelica maninnga Matadi (Congo). Sorta per opera della Convenzione
missionaria di Svezia, è da un anno indipendente: 29.000 membri, 635 pastori e
« collaboratori » congolesi; sostiene una
rete di scuole, 7 policlinici, 1 ospedale. —
146 sì, 2 no, 1 astensione.
Chiesa presbiteriana delle Nuove Ebridi.
7.585 membri comunicanti in 40 comunità
e 245 luoghi di predicazione, con 24 paH’ori e 289 anziani. — 147 sì, 1 no, 1 astensione.
Chiesa luterana d'Uzaramo (Tanganyka).
32.150 memlyri, 40 pastori, 26 comunità e
Ilo aillri luoghi di culto. — 148 sì, 2 no,
3 astensioni.
Chiesa ortodossa di PolonÌ4i. 400.000
membri, 4 vescovi, 207 sacerdoti. — 144
sì, 2 no, 3 astensioni.
Chiesa consregazionalista di Samoa.
18.691 membri comunicanti e 224 liiogihi
dì cullo. — 145 sì, 1 no, 3 astensioni.
♦ *
Malgrado rallonlanamento — temporaneo, si spera — di alcune Chiese sudafricane, le Chiese che fanno parte del Consiglio ecumenico sono ora 198. Come è già
stato notato, la novità più significativa è
Tingresso nel C.E.C. di quattro importanti
Chiese ortodosse, di due Chiese pentecostali Oe prime) e di una Chiesa ballista.
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— Venerdì 1 dicembre abbiamo celebrato il servizio funebre di Ourand Canton Letizia ved. Bazzetta, di anni 68, deceduta
al nostro ospedale dopo breve malattia. 11
tempio era gremito di persone accorse per
esprimere alla sorella ed ai familiari la simpatia ed il ricordo della nostra sorella. La
signora Bazzetta è ricordata dalla comunità, specialmente perosina per i suoi doni
di bontà e soprattutto per l’affetto clTessa
serbava per la chiesa alla quale era molto
legala. Inviamo alla famiglia il nostri pensiero di simpatia fraterna.
— Domenica 3 dic-embre abbiamo avuto
1.1 visita dell’insegnante Claudio Tron che
h.t ¡presieduto la Scuola Domenicale ed il
Culto e la sera ha parlato ancora all’Unione giovanile sulla presenza nostra nella vit.i di oggi. All’Inverso si è potuto tenere
il Culto in quella zona. Siamo riconoscenti a Claudio Tron per i suoi messaggi, sempre molto apprezzati dalla nostra comunità
e per la sua collaborazione preziosa che ci
consente di curare altri gruppi di fratelli
di Chiesa.
AN6R06NA (Capolaogo)
—• La Domenica 29 Ottobre tutte le attività si sono iniziate con un Culto a cui
hanno partecipalo i baimibini delle Scuole
Domenicali e del Cateohismo. Anche la
Corale vi iha preso parte con -un coro. Le
attività ecclesiastiche esprimono in qualche modo la vita e il movimento del corpo della Chiesa. Ei in un corpo vivo e in
'movimento tutte le membra sono impegnate « ognuna per parte sua ». Se troppe
membra non si imuovono il corpo resta semiparalizzato, i movimenti sono lenti e
ritardati e i meimbri attivi faticano il donpio e ispesso si stancano e si fermano minacciando la paralisi totale del corpo. E’
questo il pericolo di tutte le Chiese, anche
della nostra. Ma noi non siamo un corno
qualsiasi, siamo il còrpo di Cristo, cioè
portiamo la presenza di Cristo nel mondo,
il suo pensiero, la sua volontà, la sua azio
ne. Se il suo Spirilo e la sua vita sono in
noi non po'Sisiamo essere para'lizzali. ma
ripieni di nuova vita, aperti a nuove possih’ih'''u di azione e di servizio.
Tutte le attivila sono dunque iniziale,
non senza un certo slancio ed enlnsiasmo.
Non poissiamo non rallegrarcene auspicando che i molti membri ancora passivi, siano incoraggiati a muoversi.
— Domenica 26 Novembre, nel pome
riggio, abbiamo avuto una buona assemblea di GIvieisa in i-ui si è lungamente e a
fondo discuissa la situazione finanziaria
della Chiesa con cifre e dati molto precisi. Tutti sono stati molto soddisfalli di
questo mettere le carte in tavola. Di fronte alle gravi e reali necessità della Chiesa
per l’opera del Signore è stato da tutti affermato rimpegno, nel limite del possibile, di aumentare le contribuzioni. La
colletta pro-de'ficit sta dando buoni risultati anche se troppe bustine debbono ancora rientrare.
— La stessa Assemiblea di Chiesa doveva procedere alla elezione e rielezioni di
Anziani. E’ .stato riconfermato a grandissima imagigioranza il Sig. Carlo Bertin
quale Anziano del Quartiere del P-rassuil
Vernè. Per il quartiere dei Jourdans è
stato eletto il Sig. Giovanni Alberto Bertalot, per il Quartiere del Capoluogo il
Sig. Pie’.ro Gaydou dei Bessons, entrambi
con ottime votazioni. Mentre ri rallegriamo ( on questi U'Uovi fratelli augurando
loro un lavoro benedetto per il bene della
Chiesa, rivolgiamo un saluto riconoscente
agli Anziani Sig.ri Luigi Malan e Alessio
Rivoira che lasciano il loro incarico dopo
averne portato la reaponsaibilità rispettivamente per 40 e 35 anni.
— Due lutti hanno dolorosamente colpito la nostra Comunità in (tjiesti ultimi
mesi. Il decesso del Sig. Eli Odin del Mar.
lei, avvenuto in circostanze piultosto tragiche e quello di Alberto Malan dei Goninis, spentosi serenamente dopo lunghi
anni di sofferenza e di malattia; egli è
ricordalo .specialmente per la sua grande
abilità 'Colme attore che sa’peva destare
grande entusiasmo nel pubblico. Alle famiglie colpite dal lutto esprimiamo ancora la nostra solidarietà fraterna nella certezza del perdono di Dio e della resurrezione alla vita eterna.
— Tra i visitatori giunti ad Augrogna
in questi ultimi mcisi vogliamo ricoirdare
e ringraziare, anche se un po’ in ritardo,
il Sig. Franco Ferretti, diacono della Chiesa di Verona, ohe ha predicato da noi la
Domenica 15 Ottobre.
VILLASECCA
— L'Unione delle Madri ha avuto il piacere di ospitare ai Chiotti domenira 12 novembre, le sorelle della Chiesa di Pomaretto che sono salite numerose nonostante
i’ pessimo tempo.
L’incontro è stato caratterizzato da una
atmosfera veramente fraterna e gioiosa, facilitala dai molti legami che ormai uniscono le nostre due Unioni. Esprimiamo ancora alle sorelle di Pomaretto la gioia che
ci hanno recato con la loro visita ed al Dr.
Eynard un vivo ringraziamento per l’interessante documentario sull’Ospedale Valdese di Torino che ci ha proiettato in prima
visione.
— Domenica 19 è stato amministrato il
Battesimo a Daniele Rostuiiig di Guido o
Alma Revel (Vìllasecca Inf.). Che il Signore benedica questo bambino e la sua
famiglia.
— I-e attività nei quartieri sono proseguile regolarmente durante il mese di novembre e sono state tenute due riunioni in
ogni sciioletla. Printa di Natale ci proponiamo di finire di visitare tutte le famiglie.
PERRERO > MANIGLIA
— Sabato 25 novembre, alla presenza di
numerosi parenti e conoscenti, è stato celebrato nel Tempio di Perrero, il funerali del nostro fratello Alessandro Barai, deceduto dopo pochi giorni d’infermità, al1 età di 85 anni. Alla vedova, ai figli ed
ai parenti tutti rinnoviamo l’espressione
della nostra profonda simpatia.
— Domenica mattina 3 dicembre, al presbiterio di Perrero, alle ore 10 e dopo il
cullo ha avuto luogo il bazar organizzalo
dai Cadetti. Ringraziamo vivamente per la
generosa collaborazione di tutti.
— Battesimo. Domenica 19 novembre,
nel corso del culto, è stato posto il segno
del « patto della Grazia » col Santo Battesimo alla piccola Cardon Marina, di Dan;e e di Berlalot Wilma, della borgata dei
Colombini. Rinnoviamo l’augurio che questa pic<-ola cresca nella grazia del Signore
e nella viva comunione della Chiesa, e che
i genitori ed i padrini possano mantenere
sempre e fedelmente le promesse che hanno fatto davanti a Dio ed alla Comunità.
— Attività varie. La colletta speciale per
il « deficit » è stata fatta in tutti i quartieri della parrocchia. Essa ha raggiunto presso che la somma che ci era stata assegnata, in base alla decisione sinodale. Solo
poche famiglie non hanno dato la loro ofierla; le altre, la grandissima maggioranza,
lianno dato una buona contribuzione che
Il I fatto si che ci siamo avvicinati di molto
alla mela prefissa. Desideriamo ringraziare queste famiglie a nome di tutta quanta
la Chiesa Valdese. Vogliamo anche ringraziare i seguenti fratelli in fede che, per
incarico del Concistoro, sono passati nei
quartieri a raccogliere le offerte; Gardiol
Alessio e Codino Ettore ( Cardonatlìì, Robert Ernesto e Bertalot Daniele (Collareto', Pngese Piercarlo e Paschetto Ernesto
(Gayi. Martinat Giovanni (Pralarosaal, Malan Aldo (Roccapiatlal, Gardiol Umberto,
Gay Emidio e Gay Virgilio (Roccol, Pons
Enrico e Gay Mario (S. Bartolomeo).
— Stiamo terminando il terzo turno di
riunioni nei quartieri. Fin qui abbiamo
studiato i seguenti argomenti; la situazione finanziaria della Chiesa, il problema
della unità dei cristiani, la predicazione
nella Chiesa. Per ora sospendiamo, per
riprcìulcrc dopo Capodanno.
- La collctta di domenica 3 dicembre è
stala devoluta a favore dell'Asilo dei Vecchi di S. Germano, reeentemenle sistemalo
a nuovo, come la nostra stampa ha già ampiamente rifer.to. Nei quartieri si sta eonduceiulo a termine In questi giorni la colletta in natura per gli Istituti Ospitalieri
Valdesi. Ringraziamo tulle le famiglie che
contribuiranno a questa opera benefica, e
i membri della nostra Unione Giovanile
che, in collaborazione con i sigg. Anziani,
passano a raccogliere i doni.
— E’ con soddisfazione che abbiamo visto sorgere nel Capoluogo del nostro Comune una « lelescuola » per i ragazzi che
hanno finito le elementari ma che non hanno finito il termine dell’obbligo scolastico.
Essa è diretta dalla sig.na Frida Forneron,
di Miradolo (.alla quale diamo un saluto
di benvenuto fra noi) ed è frequentala da
una decina di alunni.
roba
— I trombettieri di Villar Pelliee, guidati dal pastore Geymel che ha pure presieduto il Culto, hanno visitato domenica
scorsa la nostra parrocchia.
Li ringraziamo per il forte e prezioso
messaggio che ei hanno portato e chiediamo a Dio di benedirli per l’opera che essi
svolgono nel nome del Signore.
— La prima riunione di pregliiera nell’alrio del Tempio anzieliè nei locali della
Scuola Umberto 1 è stala presieduta, nella
assenza del pastore, dal diacono Dino Gardiol la sera di mere ledi 22 novembre.
11 buon afflusso di fedeli ha dimostrato
che rinnovazione sperimentale del cambio
di sede per le riunioni al Centro ha trovalo consenso favorevole da parte dei membri della comunità.
— Le Unioni di Bobbio Pelliee hanno
visitato -sabato 25 novembre la nostra Unione Giovanile. Ha presieduto la riunione il
presidente Piero Romano ed hanno preso
la parola il pastore Aime ed i presidenti
delle Unioni di Bobbio con messaggi che
sono stati molto apprezzali. La serata si è
conclusa con la tradizionale caslagnata c
I on l’augurio che simili seainbi di visite
abbiano a ripetersi di frequente.
—' Sabato d e domenica 10 c. m., alle ore 30,30, nel Teatro della Scuola
Umberto I la filodrammatica dell’Unione porterà sulle scene la brillante
commedia di E. Caglieri « In città è
un’altra cosa» Tutti sono cordialmente invitati.
— 11 Signore ha richiamato a sè la nostra sorella Maria Ferrier, ved. Reymotul,
di anni 79. Il servizio funebre ha avuto
luogo domenica 3 dicembre. Ai figli, ai
nipoti ed ai parenti tutti esprimiamo ancora la nostra simipatìa cristiana insieme
ad una parola di speranza e di fede.
— La domenica della solidarietà è stata
regolarmente « o-sservata » nel corso del
cullo di domenica tre dicemibre, in presenza di ben venticinque persone, compresi i ealecuimeni «-he vediamo sempre
con grande gioia al cullo. Penisiamo ibe
questi dati bastino, uniti al fatto che la
colletta per gli istituti ha fruttato ben lire
mille o poco più! Rorenghi sveglia, perchè il Signore venendo non vi trovi addormentati !
— Abbiamo visto partire con rinerescimento la signora Alilo che aveva inaugurato la scuola del Centro quest’anno. Diamo però nello stesso tempo un caldo benvenuto alla Signora Bellion che è giunta
ad occuipare il posto. Cogliamo quest’occasione per ringraziare le tre insegnanti
rorenghe, Sig.na Eradle, Sig.a Bellion,
Sig.na Agli, per aver voluto accollarsi
buona parte deirimpegno della prei|)arazione delle feste di Natale.
— Il culto mensile alle Fucine avrà luogo domenica 17 dicembre alle ore 14.311.
— Le riunioni quartierali e le fesic di
Natale avranno luogo in que-st’ortline:
marledi 12 dicembre; Rumer: imercoledì
13: Fucine; martedì 19: Rose; meriiile:lì
20 (salvo contrordine): Mouiassa; giovcdi 21; Albero di Natale ai Rumer: sabato
23: Albero di Natale alle ITieine: domenica 24: Albero di Natale al Centro.
Si intende che il programana coiniilctu
delle maiiifeislazioni natalizie verrà |iiilihliialo sm! Rorengo.
— Ricordatevi degli abbona'iien! i ah
',‘Eco t reigi/late in lempo la vostra oosizione.
— Abbiamo visilalo a Torino Aldo Tauri:
i Roncas}, Oscar Monrgìiii e Magna JosC'
¡ihine. che inviano lutti un saltilo al loro
paesello ed ai loro amici. Per tulli si noia
un iniglioramenlo. Il 'secondo, anzi, tieve
essere ritornato per un periodo di convalesrenzn alPoS'itedale di Luserna.
Tutti sono cordialmeule invitatali alla
niani'feslazione di preparazione al Natale
che avrà luogo, I). v.. Domenica 17 Dicembre alle 14.30. nel Toniipio di l’iiicrolo. E’ preparato mi ricco e vario prograinma con intervento della Corale: il
Natale In Europa - Gli Angeli Musicanti ■
11 Natale nella pittura antica.
Direttore resp.: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
n. 175, 8-7-1960_____ _________
Tip. Subalpina s.p.a. - Torre Pelliee (To)
I familiari del compianto
Barai Alessandro
nrofondamente commossi per la maiPfestazione di affetto tributata alla
memeria del caro Scomparso ringraziano la DirezlO'ne ed i Dipendenti
dell’Ospedale Civile Agnelli di Pinerolo, i pastori sigg. Deodato e Rivoira, parenti, amici e tutti quanti si
sono a loro uniti nel dolore.
« Ve.gliate adunque perchè non
sapete nè il giorno nè l’ora in
cui il Signore verrà »
(San Matteo 25: 13)
Perrero 27-11-1961
La famiglia Bleynat nella impossi
bilità di ringraziare personalmente
tutti coloro che nell’occasione della
dipartita del proprio caro
Lamy Bleynat
hanno voluto dimostrarle affetto c
cristiana simpatia con la propria presenza, con fforì e lettere, esprime loro
la propria riconoscenza.
La famiglia ringrazia in particolare il pastore Sommani, il dottor Gardiol, le signore Gallo e Beux; i vicini
di casa, i colleghi dello Scomparso e
gli amici di S. Germano Chisone.
« Ho combattuto il buon combattimento, ho terminato la
corsa, ho serbato la fede »
(2 Tim. 4: 7)
Torre Pelliee, 2 dicembre 1961
MOBILI
* M w » M « ARTIGIANA
Qiaòcppc Qfiiua
Strada di S. Sacondo n. 4 - TaUfono 2344
PINEROLO
di fronte Caserma Berardi (Alpini)
ARREDAMENTI COMPLETI DI ALLOGGI