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Anno 119 - n. 8
25 febbraio 1983
L. 500
Sped. abbonamento postale
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delle valli valdesi
SETTIMANALE DELLE CHIESE EVANGEUCHE VALDESI E METODISTE
LA TRASMISSIONE TELEVISIVA GESTITA DALLA FEDERAZIONE DELLE CHIESE EVANGELICHE
<(Protestantesimo», uno spazio
per ia testimonianza evangeiica
Due priorità per il 1983: il centenario luterano e l’Assemblfea del Consiglio Ecumenico delle
Chiese - I diversi filoni dei programmi - Il compito di una mediazione culturale protestante
Il 24 febbraio prossimo si aprirà a Roma il processo del « 7
aprile ». Si tratta certamente del
più importante processo politico
del dopoguerra. I giudici romani
non sono soltanto chiamati a giudicare Toni Negri e altri sessantotto imputati, ma anche la maniera nella quale è stata condotta l’istruttoria e quindi a ratificare o meno una certa concezione della giustizia. Infatti in questo caso la verifica dei fatti, dei
delitti, attribuiti agli imputati è
subordinata ad una chiave di lettura della realtà che si pone come « teorema » da svolgere in
tutti i suoi corollari. Ed il cosiddetto « teorema Calogero » consiste appunto nel far discendere
da una teoria generale sul terrorismo politico una serie di accuse contro gli imputati. È stato
infatti notato che nessuna prova
a carico degli imputati è stata
raccolta prima della data di arresto e che queste sono state
portate solo molto tempo dopo.
Dunque un processo costruito
all’inizio sulla base di ipotesi politiche. Ipotesi politiche queste
di cui è largamente responsabile
la stampa anche di sinistra dell’epoca. Infatti contro questi imputati, ben prima che venga svolto un processo dibattimentale
nel tribunale, si è svolto in tutto
il paese un processo a mezzo
stampa, arrivando persino ad
ipotizzare contro di loro fatti
gravissimi mai avvenuti, che gli
imputati avrebbero sicuramente
commesso se... non fossero stati
arrestati il 7 aprile 1979. Ed in
questo « spettacolo » orchestrato
dalla stampa tutti noi abbiamo
potuto giocare a fare il giudice:
il settimanale « L’espresso » ci ha
infatti fornito un disco con la
voce di Toni Negri e quella del
carceriere di Moro da confrontare per giudicare!
Sono nate e si sono così sviluppate le accuse contro gli imputati che sono stati incolpati dì
« associazione sovversiva e banda
armata » dal procuratore Calogero di Padova e di « insurrezione
armata contro lo stato » dal procuratore Gallucci di Roma. Due
diverse accuse (di cui l’ultima
non è stata contestata neanche
alle brigate rosse) per una stessa storia politica: l’aver fatto
parte di Potere operaio e di Autonomia operaia, e di Autonomia
operaia organizzata e di avere in
qualche modo diretto queste organizzazioni politiche.
Sarebbe perciò molto grave
che il processo che si apre a Roma fosse condotto in base al modo con cui si è sviluppata l’istruttoria. La democrazia e Tlmmagine della giustìzia hanno bisogno
di un processo che accerti i fatti
e non di un dibattito sui giudizi
di valore o sulla storia recente
del terrorismo. Norberto Bobbio,
insigne filosofo del diritto ha recentemente scritto: « Ogni tribunale ha la funzione di stabilire
se il tale ha rubato, non di convincere il ladro che il furto è una
cattiva azione. Se il ladro ha la
peggio è proprio perché lo si trascina sul terreno di una questione di fatto... Se la discussione
fosse sul valore o disvalore del
furto, chi sa se il ladro non troverebbe filosofi, sociologi o biologi disposti a dargli ragione ».
Giorgio Gardiol
Gianna Urizio è redattrice, insieme a Renato Maiocchi, della
trasmissione televisiva « Protestantesimo » che va in onda ogni 15
giorni il lunedì, sera alle ore 22.45 sulla II rete. Presentiamo ai nostri lettori la conversazione che abbiamo avuto con lei.
— Chi decide i programmi di
« Protestantesimo »?
— In quanto attività del Servizio Stampa Radio e Televisione della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, « Protestantesimo » dipende da un Comitato generale di cui fanno parte rappresentanti delle chiese
membro della Federazione, di
chiese e movimenti non federati,
alcuni esperti e rappresentanti
delle Federazioni regionali. E’
questo comitato che discute la
programmazione annuale suddK
Visa in due semestri e che fissa
le priorità di ogni anno.
— E quali saranno le priorità
del 1983?
— Da un lato Lutero e dall’altro Vancouver. Lutero, nel àOfT
anniversario della nascita, rappresenta l’eterna scommessa del
l’istanza protestante nella storia
moderna, un’istanza che è stata
misconosciuta dalla cultura italiana. Vancouver, e cioè la realtà del Consiglio Ecumenico delle Chiese che terrà in Canada
il prossimo agosto la sua VI Assemblea, rappresenta la dimensione mondiale di questa realtà
protestante, anche se ovviamente del Consiglio Ecumenico non
fanno parte solo chiese protestanti.
— Come pensate di articolare
queste due priorità?
— Cercheremo di trattare Lutero sotto diversi aspetti eAisando metodologie diverse, . per
esempio anche il teatro, per una
operazione divulgativa sul personaggio Lutero. Ma avremo anche dibattiti su come la Riforma
ha influito sulla formazione del
l’uomo e del pensiero moderno,
una trasmissione sulla musica
di Lutero, ecc.
Per Vancouver centreremo la
attenzione sul dibattito concernente il futuro della cristianità,
tenendo conto della situazione
attuale su scala mondiale, per
esempio del fatto che nel mondo occidentale il cristianesimo è
in crisi, mentre nel Terzo Mondo sta crescendo.
— E accanto a queste due priorità?
ISAIA 60: 17-18
La pazzia della città di Dio
I
..io ti darò per .magistrato la pace, per governatore la giustìzia... »
(Isaia 60: 17-18)
Corre l'anno 410 d. C.: Alarico,
re dei Goti, piomba su Roma e
la devasta impietosamente. L'avvenimento pone fine alla potenza e all'egemonia di una città,
che aveva segnato un intero tornante della storia. In questa circostanza amara e mortale nasce
una disarmante sfiducia verso il
futuro nei Cristiani, i quali si
erano venuti inserendo nel ■ tessuto della romanità. Agostino di
Ippona elabora allora la famosa
opera « La città di Dio ». In 'essa
offre alla cristianità la prospettiva di recupero ragionando di
due città: una terrena destinata
a passare, l'altra celeste, formata dai discendenti di Abele, destinata a durare.
Le idee intorno ad una città
celeste o di Dio formano un blocco storico-religioso che attraversano sia la Bibbia che la storia
umana. Per quest'ultimo aspetto
basta ricordare che in ogni crisi
storica si affaccia all’orizzonte
della speranza umana il sogno
mitico di una città governata diversamente. Da Gioacchino da
Fiore attraverso le correnti millennariste fino a Tommaso Campanella. In tutti fa da sfondo l’esistenza di una possibile città,
che, come dice Isaia, sia costruita sui due pilastri della pace e
della giustizia. Credo che il fU
rouge della città di Dio, che interrompe e collega i filoni teologici della Bibbia fino all’Apocalisse, esprima un blocco di idee
difficilmente spiegabili con il riferimento alle crisi epocali. La
loro caratteristica è costituita da
una gamma di realtà incontenibili nell'involucro della storia e
non effettuabili da chissà quale
struttura nuova dell'intelligenza
umana. Le radici di questo avvenimento (l’arrivo della città di
Dio) affondano in un tessuto di
fede secolare; i suoi contorni
hanno un sapore di cose ultime;
il quadro si riempie di beni e di
realtà imprevedibili: Dio sarà vicino ad ogni uomo, ogni popolo
confesserà questa realtà, di tanti
popoli un sol popolo, regnerà pace e giustizia, saranno eliminate
le ambiguità della nostra esistenza fino alla sconfìtta della morte
e alla fine si celebrerà il banchetto della gioia e della comunione. Questo insieme di “novità”
sono il risultato dell’azione di
Dio. Questa è la verità basilare,
che offre garanzia per il prodursi dell’avvenimento.
Naturalmente l'annunzio di
una tale realtà trasformatrice e
rivoluzionaria comporta dubbi
sconvolgenti e paralizzanti. Il
meno che si possa obiettare è
questo: l’attesa della città di Dio
non appartiene al mitico sogno
di rompere il cerchio della limitatezza umana?
Certamente le perplessità e le
incredulità sono legittime in una
cuttura abituata da lungo tempo
a misurare la verità con la dimostrabilità. La nostra cultura
poggia su un assioma, che ha il
torto di porsi come esclusivo:
non esiste verità se non è misurata e verificata. Del procedere
tecnologico della nostra civiltà
ha parlato per esteso un grande
matematico, logico e profeta come B. Russell. E’ molto indicativa la sua previsione di una città umana governata da tecnici.
Perciò egli mette in guardia dai
pericoli disumanizzanti del solo
sapere tecnico. E conclude con
una frase meravigliosa: non tutta la saggezza è nuova, né tutta
la paz,zia è antica («La visione
scientifica del mondo»). Teniamoci dunque la pazzia della verità della città di Dio, che offre
all’uomo un futuro senza velo,
del quale egli è destinatario per
volontà benigna di colui che è
il Signore. Possiamo dunque tenere per fermo che la realtà della città di Dio nella quale domina la comunione non è il risultato dell’evoluzione della storia
dell’uomo, ma della promessa e
della potenza di Dio.
La rottura del quadro mitico
Alfonso Manocchio
(continua a pag. 6)
— Abbiamo diversi filoni che
sviluppiamo da tempo. Nel filone storico avremo quest’anno
non solo Lutero ma la presentazione delle diverse comunità
evangeliche di Milano. Esiste un
settore di attualità in cui entrano avvenimenti del mondo evangelico, come un sinodo, un’assemblea, la partecipazione ad
una iniziativa per la pace, ecc.
Vi è poi il campo della predicazione, un campo difficile e delicato in cui conduciamo ricerche che non sono ancora consolidate. Da un lato c’è lo studio
biblico e il problema di come la
Bibbia può essere presentata in
televisione; dall’altra ci sono le
trasmissioni cosiddette «dottrinali » che cercano di affrontare
problemi controversi, vedi per
esempio una recente trasmissione sulla Vergine Maria. In questo settore pensiamo di collocare il dibattito connesso con alcuni temi della Riforma, per
esempio sulla libertà del cristiano, sul sacerdozio universale di
tutti i credenti.
Un altro filone ancora è rappresentato dall’evangelismo italiano che non è collegato alla
Federazione e che cerchiamo di
seguire e di far parlare: abbiamo avuto per esempio una trasmissione sulle Chiese dei Fratelli, un dibattito sullo Spirito
Santo con i pentecostali.
Infine c’è il filone delle « storie » : storie di comunità o di singoli individui (vedi per esempio
la trasmissione sulla vita di Dag
Hàmmarskjoeld) che hanno im
valore di esempio per illustrare
lo spirito e la realtà evangelica.
Abbiamo in mente, per esempio,
di raccontare la storia di una
donna pastore per illustrare un
problema e una scelta di vita.
— Si sentono a volte critiche
da parte dì evangelici sul fatto
che « Protestantesimo » sarebbe
al di sotto delle attese e delle
nossibilìtà per ciò che concerne
la predicazione e la testimonianza.
— Questo mi pare dipendere in
gran parte dal fatto che « Protestantesimo » da molti evangelici è sentita come la loro rubrica. In effetti lo è: è fatta da
a cura di
Franco Giampiccoli
(continua a pag. 2)
2
2 fede e cultura
25 febbraio 1983
_____READEB’S DIGEST E RETE CBS ATTACCANO LE CHIESE
Una selezione di calunnie
Rappresentanti del Consiglio
Nazionale delle Chiese degli Stati Uniti (NCC) — riferisce l’agenzia di stampa ecumenica SOEPI
— hanno protestato contro un
articolo apparso il mese scorso
sul Reader's Digest (in italiano
« Selezione ») sul NCC stesso.
Hanno ugualmente criticato un
programma della rete televisiva
CBS sull'azione del NCC, del
Consiglio Ecumenico delle Chiese e di diverse chiese americane.
I responsabili di 23 chiese su
32 del NCC (gli altri non avreb- '
bero potuto essere interpellati
in tempo) hanno indirizzato la
loro lettera al direttore del
Reader’s Digest Edward Thomas,
jf in cui si dichiarano « indignati
dalle deformazipni, le dichiarazioni erronee, le informazioni false e le mezze verità » dell’articolo intitolato « Sapete dove van- '
no le vostre offerte? », in cui si
afferma che il denaro versato al
NCC è devoluto ad attività politiche di sinistra.
Una protesta è stata ugualmente indirizzata da Claire Randall segretaria generale del NCC.
« Dal momento che avevate avuto in anticipo le informazioni
giuste — ella scrive — devo concludere che il Reader's Digest ha
pubblicato deliberatamente una
versione deformata ».
Tra i firmatari della lettera so
no i rappresentanti dell’arcidiocesi cristiana ortodossa d’Antiochia dell’America del Nord, delle
Chiese cristiane (Discepoli di
Cristo), della Chiesa metodista
episcopale, della Chiesa metodista unita, delle Chiese battiste
americane, della Chiesa presbiteriana unita, della Chiesa luterana d’America, della Chiesa riformata d’Amprica.
Secondo l’emissione della CBS
il denaro versato dai donatori
americani sarebbe utilizzato dalle chiese nazionali, dal NCC e
dal CEC per sostenere gruppi e
cause, e per promuovere progetti, che sono marxisti e/o violenti.
Commentando il programma
televisivo il 23 gennaio, il presidente del'NCC James Armstrong,
vescovo metod^a dello Stato
dell’Indiana, l’ha definito « p^-ogramma irresponsabile, selettivo... parziale e a sensazione... e
privo dell’esattezza che è propria
di ogni giornalismo responsabile ». Il brograihma era iniziato
con un’emissione su una chiesa
locale metodista di Logansport,
Indiana, che si oppone aH’impegno delle chiese nel CEC. Secondo Armstrong « la. chiesa non esiste per riflettere i valori di Leningrado o di Logansport, ma
l’Evangelb di Gesù Cristo ».
Secondo Claire Randall, l’affermazione secondo cui il NCC «è
diventato un’organizzazione no
litira che sostiene il comunismo
è ridicola e insostenibile » e tutta
la trasmissione è pervasa di insinuazioni e deformazioni deiia
verità al fine di spargere il sospetto e il dubbio. « Sono costernata -1- ha dichiarato Claire Randall — nel vedere che un organo
d^informazione adotti un punto
di vista così secolarizzato, politicizzato e impreciso riguardo all’amore cristiano e alla giustizia
messa in opera ».
Per parte sua il CEC — informava lo scorso dicembre l’agenzia di stampa nev — ha dato una
ferma risposta alle critiche che
la rivista Reader’s Digest ha rivolto al CEC. In un articolo (intitolato suiredizione italiana
« Carlo Marx o Gesù Cristo ») la
rivista accusava fra l’altro il CEC
di aver fornito aiuto al Fronte
patriottico dello Zimbabwe. In
un comunicato l’ufficio americano del CEC ha respinto l’accusa affermando tra l’altro che
«appoggiare il programma antirazzista non significa promuovere la violenza, ma nemmeno si
possono condannare delle vittime dell’oppressione che sono
state costrette a prendere le ar-*
mi come ultima possibilità di
combattere l’ingiustizia ».
Anche il Consiglio delle Chiese in Australia — informa l’ultimo numero del SOEPI — ha risposto all’articolo del Reader’s
Digest, pubblicato nell’edizione
ausfraliana in gennaio. Il Segretario Ron O’Grady, autore della risposta, dice che l’articolo « è
così mal documentato, contiene
così tante mezze verità, che ogni
paragrafo induce in errore. Diverse inchieste effettuate dalle
Chiese hanno già provato che
queste accuse non sono fondate ».
' PUBBLICAZIONI
Due quaderni
di Agape
« Ma la fede è un’illusione? »
E’ il titolo del quaderno N. 10 recentemente stampato e contenente le relazioni del campo teologico 1982 in tema di fede e psicoanalisi. Contributi di Jean Ansaldi, prof, di teologia sistematica alla facoltà di teologia di
Montpellier, di Claudio Foti e
Maria Grazia Minetti, psicoanalisti.
« Le bombe cadono adesso » E’ il titolo del quaderno N. 11,
contiene la relazione della teologa tedesca Dorothee Soelle al
campo su pace e disarmo ad
Agape nell’estate 1982, una novella della stessa autrice ed altri
documenti.
I quaderni sono disponibili
presso le librerie Claudiana di
Torre Pellice, Torino e Milano;
possono essere richiesti direttamente ad Agape, versando lire
2.750 per il primo e lire 2.000 per
il secondo, comprese le spese postali, sul c.c.p. N. 20378105.
BUON SENSO
POLITICO
Spett.le Redazione
desidero contribuire al dibattito sollevato da Francesco Spinelli nel n. 3. Le
posizioni assunte dalla Chiesa Valdese
in tema di pace e disarmo sono, a mio
avviso, tutt'altro che profetiche, bensì
parziali e insensate. Faccio notare quanto segue:
1) Sfogliando a caso un numero
de « La Luce • del 1978 o del 1979: non
si parlò quasi mai di disarmo. Eppure,
a quel tempo, l’URSS disponeva già di
un numero di missili sufficiente a cancellare l'Europa, pacifisti filosovietici
compresi. La protesta della Chiesa Valdese arriva invece proprio quando la
NATO, per niotivi difensivi, pensa di
controbilanciare il vantaggio militare
sovietico. Sono gli squilibri a mettere
in pericolo la pace: essere contrari alla base di Comiso significa accettare
la supremazia atomica di Mosca, per vivere nell'angoscia essendo psicologicamente condizionati dal Paese più tirannico, avido di conquiste e arrogantemente spavaldo che sia mai esistito.
2) Se ia Chiesa Valdese avesse un
minimo di buon senso politico, avrebbe meditato seriamente sui seguenti
fatti: neli'aprile 1981 le autorità olandesi espulsero l'agente del KOB (Servizio segreto russo) Vadim Leonov, ohe
lavorava (guarda, guarda...) insieme ai
dirigenti del movimento . pacifista »
olandese. Stessa sorte, nel novembre
successivo, per Stanislav Cebotek,
spia sovietica espulsa dalla Norvegia.
Anche lui « attivista per la pace ». Gennaio 1982: in Portogallo due russi, Babaints e Morozov, organizzatori di marce per la pace, vengono smascherati
come agenti del KGB ed espulsi. Il
Partito Socialista (!) portoghese definisce in quell'occasione la » Marcia di
Lisbona » come un » Riflesso della logica militare e diplomatica del Blocco
Sovietico ». Altre espulsioni simili sono state effettuate in Danimarca. (In
Italia quando ci saranno?).
3) Se la Chiesa Valdese crede sinceramente alla logica de) disarmo unilaterale e della non violenza, perché dà
il suo appoggio morale ai guerriglieri
marxisti latinoamericani e africani? Parlate di » cultura della pace » e poi fornite addirittura le armi, per mezzo de)
Consiglio Ecumenico delle chiese, a
sanguinari rivoluzionari? È assurdo! Nel
1978 nove missionari evangelici vennero massacrati con i loro bambini in
Rhodesia, con armi gentilmente fornite
dal CEC, quindi anche dalla Chiesa Val
A-colloquio con I lettori
dese, al Fronte Patriottico! Non avete
mai pronunciato una sola parola di pentimento per questo fatto orribile!
4) Finché l'URSS punterà contro
l'Europa le sue testate nucleari, l'unica
valida strategia difensiva consistè nel
riequilibrio di forze da parte della NATO. Anche perché l'URSS, com'è noto,
non rispetta i trattati, non rispetta le
acque territoriali altrui con i sommergibili atomici, non si lascia influenzare
dalle chiacchiere dei pacifisti. Gli USA,
perlomeno, non invadono con i carri armati I Paesi che vogliono liberamente
uscire dalla NATO.
5) Il vostro fanatico e assurdo
antiamericanismo vi impedisce di parlare francamente delle mostruosità giornalmente commesse dal Comunismo, il
vero grande nemico della pace e della
libertà, in Afghanistan i sovietici diffondono perfino bornie a forma di giocattolo per uccidere'i bambini, in molti paesi del mondo militari sovietici e
cubani fomentano guerriglie fratricide,
strumentalizzando i problemi per conquistare il potere. E poi c'è l'Etiopia, la
Polonia... per non parlare dei Cristiani
evangelici arrestati e torturati in URSS.
Un gruppo di pentecostali ha trovato scampo, guarda un po', rifugiandosi
all'Ambasciata degli Stati Uniti d'America a Mosca! Voi che fate? Le « marce
della pace » non solo insieme ai comunisti, animati dal solito zelo propagan-,
distico elettorale, ma anche insieme
agli autonomi, serbatoio del terrorismo
di sinistra (notizia pubblicata su • La
Repubblica » in occasione del passaggio a Roma della marcia Milano-Comiso).
Cordiali saluti.
Luigi Maria Nicolai, Terni
Su alcuni punti di questa lettera
(per es. punto 2) non abbiamo elementi per valutare le affermazioni, ma
di altri (es. punto 3) le fonti sembrano essere di tipo "Selezione”. Non si
costruisce nulla di buono facendo passare delle valutazioni per informazioni oggettive.
Ma il punto centrale è e l’unica valida strategia difensiva » indicata nel
punto 4. Per l’appunto, a molti di noi
sembra una valida strategia distruttiva ed è quanto esprime, nel modo più
chiaro possibile la vignetta pubblicata
in questa pagina. Ogni « riequilibrio »
non fa che scatenare una corsa opposta
al successivo « riequilibrio ». Cosa
aspettiamo noi europei per rifiutare
questa logica assurda?
C’è poi il fanatico e assurdo antiamericanismo. Ma qui il discorso si farebbe lungo. Lo riprenderemo un^altra
volta.
INSODDISFAZIONE
Sono un assiduo telespettatore della
vostra rubrica, che viene purtroppo
trasmessa ogni 15 giorni nelle ore più
impensate della sera, in modo che sono
pochi i telespettatori interessati.
indipendentemente dalle sopraddette
considerazioni mi premuro fare notare
che le trasmissioni sono scadenti, scarse di contenuto, eccetto qualche rara
eccezione.
La trasmissione del 7 febbraio sulla
« parabola » impostata sul messaggio
cristologico visivo del filmato americano senza parole, eccetto alcuni brani
del Vangelo, letti in lingua italiana mi
ha molto deluso, più delle altre trasmissioni.
il mio desiderio è quello che la trasmissione dia messaggi e riflessioni
sulla scrittura, soprattutto del Vangelo,
in modo da fare conoscere ad una gran
parte di cosiddetti » Cristiani » il vero
messaggio di Cristo.
Nello stesso tempo fare conoscere la
nostra fede e quindi esplicare una certa
azione di Evangelizzazione, soprattutto
tenendo conto che una buona parte,
ripeto dei cosiddetti « Cristiani » non
_conosce la Bibbia, perché la cultura
cattolica fino a poco tempo fa ha sempre eluso tale studio per la gente semplice. Anzi da un paio di anni a questa
parte fanno nelle parrocchie degli Studi
Biblici con rimessioni limitate a capitoli
è versetti che non recano nessun danno
alla Chiesa Romana.
Sarebbe opportuno che si faccia conoscere attraverso la televisione la storia della Riforma, particolarmente in
questo periodo in cui ricorre il 500”
anniversario della nascita di Martin Lutero (tempo fa interpellai alcuni cattolici per tradizione su Lutero: mi hanno risposto che non conoscevano tale
uomo di fede),
lo e la mia famiglia e tanti altri
evangelici di Palermo, così continuando
rifiuteremo l'ascolto di codesta trasmissione poiché la riteniamo insufficiente
per sensibilizzare la cristianità.
Spero pertanto,,che venga preso in
considerazione quanto sopra esposto,
affinché i pochi minuti messi a disposizione dalla TV, vengano impiegati bene, dando messaggi capaci di scuotere
I anima di tutti coloro che vedono e
ascoltano.
Fraterni saluti.
Giovanni Ciliari, Palermo
QUALE DISARMO
Caro Direttore,
non per sterile polemica, ma solo
per alcune precisazioni, desidero replicare a Marco Tullio Fiorio che, nella
sua lettera pubblicata sul suo giornale
del 28.1.83, mi rimbecca, e ne ha diritto, sulle mie opinioni espresse in una
lettera pubblicata il 10.12.82.
Egli può, evidentemente, avere opinioni diverse dalle mie, ma non può certo
farmi dire ciò che non ho detto, infatti non ho detto in quella lettera e
non l'ho detto mai, che « la difesa si
dovrebbe fondare sulla corsa al riarmo »
e che « la fiducia in Dio si deve esaurire nella preghiera ». Ho detto ben altro.
Comunque confermo: disarmo generale sì (e non solo atomico) e disarmo unilaterale no. E un NO grosso come il mondo alla guerra come risoluzione delle controversie internazionali:
no alla violenza in tutte le sue manifestazioni.
Con molta stima, fraterni saluti.
Lando Mannucci, Firenze
Uno spazio
(segue da pag. 1)
evangelici professanti e a cura
della Federazione delle Chiese
Evangeliche in Italia. D’altra parte non possiamo dimenticare
che è una rubrica culturale della Rai TV ed è in questo contesto' che si può e si deve porre la
nostra testimonianza ; attraverso una inevitabile mediazione
culturale che noi cerchiamo costantemente di compiere. Ma
pur con questo limite mi pareche grandi siano le possibilità di
testimonianza. In un momento
in cui la televisione di stato,
avendo sia problemi di concorrenza con le televisioni private
sia i problemi culturali di una
società del pericolo cerca di rispondere da un lato ricompattando le sicurezze tradizionali e
dall’altro fornendo evasione a
piene mani, noi abbiamo la possibilità di testimoniare per esempio essendo uno spazio libero al
servizio di realtà che altrove non
hanno voce o la trovano in modo mistificato. Penso per esempio' alla trasmissione che abbiamo fatto sul Guatemala quando
poco si parlava di questa situazione sulla quale la coscienza
cristiana non può tacere. Penso
anche che in futuro dovremo
abituarci di più a concepire ’Protestantesimo’ non come uno spazio nostro, interno, ma come servizio nei confronti della società
italiana nell’intento di dare delle
indicazioni di speranza evangelica. E questo tenendo conto del
fatto che il nostro lavoro di
« operatori culturali protestanti » è sempre un lavoro di mediazione. Siamo sempre confrontati
da un lato col nostro compito di
credenti impegnati nella linea
della testimonianza e dell’evangelizzazione; dall’altro con la
necessità di produrre informazione, di allargare la conoscenza
culturale della realtà protestante, del messaggio e del comportamento protestante nell’ambito
della cultura italiana.
— Ma il pubblico esterno come valuta « Protestantesimo »?
— rìirei che coglie il fatto che
questa trasmissione è fatta da
protestanti. Quando ci scrivono, lo fanno indirizzando a noi
come protestanti e non alla redazione RAI. E lo fanno spesso
chiedendo di saperne di più sui
protestanti, sulla fede evangelica, sugli argomenti che affroùtiamo.
— Puoi darci un’idea deH’indice di ascolto di « Protestantesimo »?
— Dipende molto dall’ora. Le
23 sono uno spartiacque decisivo, al di là del quale l’ascolto cala moltissimo. In generale, guardando all’arco dell’anno scorso,
possiamo dire che « Protestantesimo » ha retto bene rispetto all’orario disagiato che ha avuto
e anche la RAI se ne è accorta.
Dal ’77 in poi l’indice di gradimento è cresciuto costantemente ed ha raggiunto una media di
500-600 mila spettatori. Ultimamente però, da quando la trasmissione è stata collocata dopo l’ultimo telegiornale, le indicazioni che abbiamo ricevuto mno di un certo calo, dovuto éVidenteme'nte alla mancanza di un
ascolto in attesa della trasmissione successiva. Stiamo analizzando questi dati.
— Ti piace il tuo lavoro?
— Moltissimo. Ogni volta che
assumo l’incarico di una trasmissione devo studiare a fondo
l’argomento in modo da poter
fare da ponte tra l’esperto che
su quell’argomento sa tutto e il
pubblico che non sa e deve essere in grado di ricevere e capire. Questo implica uno sforzo
e un impegno costante nel campo della comunicazione che da
una parte è estremamente assorbente, dall’altra è sempre di nuovo affascinante.
a cura di
Franco Giampiccoli
3
e
25 febbraio 1983
fede e cultura 3
MALATTIA E MORTE -1
TORINO
Bagliori di una lotta antica
Al prof. Mauri PaoUni abbiamo chiesto di trattare in una
serie di articoli del problema della malattia e della morte nel
nostro tempo in base alla sua sensibilità di credente evangelico e alla sua lunga esperienza di chirurgo.
Sta emergendo dal nostro vivere quotidiano un’esperienza della malattia e della morte che
apre angosciosi interrogativi per
la fisionomia che queste due costanti della vita stanno assumendo da qualche decennio a questa
parte. Siamo cioè di fronte ad
un nuovo volto della più antica
ed universale problematica dell’uomo: quella del vivere e del
morire.
Occorre fissare la caratteristica esistenziale — più che storica
— del fenomeno, per valutare in
tutta la sua dimensione il contenzioso che si sta aprendo tra
umano e disumano nei confronti
di un’arte che è stata il più antico sforzo culturale deH’ùomo
a salvaguardia della propria sopravvivenza minacciata: la medicina. Che cosa è infatti questo
crescente problema « dei malati
e dei morenti », questa richiesta
di « vivere umanamente la propria morte », se non il riflesso
di un disagio razionale, etico e
financo estetico verso certe metodiche medico-assistenziali del
nostro tempo?
La storia ha registrate e tuttora registra agonie e morti « disumane », ma sempre come frutto di un’azione volontaria dell'uomo nei confronti di un altro
uomo visto come avversario e nemico: che cosa sono infatti le
torture, i supplizi, le segregazioni infami, i mezzi di morte se
non l’espressione di un voler
rendere più sofferta, più lunga,
più atroce l’agonia di un soggetto di cui si è già decretata la
fine?
Per la prima volta
Ma è la prima volta che la storia vede una generazione umana
esprimere diffuse ed accorate note di rifiuto nei confronti delle
possibilità di un’arte che ha sempre tratto la sua motivazione
ideale dalla profonda convinzione che « divinum opus est saedare dolorem » (è opera divina vincere il dolore), e lo vede proprio
in un suo secolo in cui questo
millenario sforzo umano contro
malattia e morte ha cominciato
a segnare, per la prima volta, ql
suo attivo successi sempre più
reali ed indiscutibili, che raffor. zano e moltiplicano nell’animo
umano speranze non infondate
di nuove e definitive vittorie.
E’ questo tipo di contraddizione che dobbiamo cercare di capire, anche se lo scavarci dentro dovesse condurci in uno di
quei nodi dialettici che non conoscono e non consentono sintesi e nei confronti dei quali non
si trovano mai risposte logiche
e razionali per tutti, ma soltanto,
forse, comportamenti di fedi individuali, se e quando ci sono.
com
nuovi tempi
settimanale di
fede, politica, vita quotidiana
Un settimanale autogestito di
controinformazione all’interno delle esperienze di base e
delle lotte di liberazione.
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Ci rendiamo conto che affrontare un tema di tale^ natura richiede anzitutto un metodo di analisi e osservazione che — a mio
avviso — dovrebbe evitare due
tentazioni: 1) quella di farsi
prendere la mano da motivi sentimentali e giudizi di valore che
la materia da osservare facilmente risveglia e sollecita;
2) quella di infilarsi subito in
un’analisi sociologica di tipo
strutturalistico - ambientalistico
che, privilegiando le variabili sulle costanti della nostra storia,
finisce con lo scambiare i sintomi per le cause: una tentazione
questa piuttosto ricorrente in un
clima culturale che tuttora stenta ad uscire dai fumi di un’ubriacatura ideologica che, con la pretesa della scientificità, ha non
poco contribuito a deprimere ed
avvilire un senso critico disincantato che le cause dei fenomeni storici non postuli ma ricerchi entro i limiti consapevoli della sua umana finitudine.
Non ci resta quindi che risalire molto indietro nel tempo e
rintracciare atteggiamenti e convinzioni che la cultura dell’uomo ha avuto nel corso dei millenni nei confronti delle sue grandi nemiche — la malattia e la
morte — a mano a mano che
essa evolveva con nuova esperienza e conoscenza e con i mezzi e le possibilità che andava via
via realizzando in questa dura
lotta per la sopravvivenza.
Così tanta deve essere stata la
paura ed il timore dell’evento e
il bisogno di allontanarlo che dovette essere assai facile per qualcuno ritagliarsi entro il branco
tribale un ruolo sociale dominante nella figura magica dello
stregone, che somma insieme facoltà guaritrici e familiarità con
demoni e dei: un uso ed abuso
della paura, del bisogno, della
stupidità, della speranza, della
utopia umana che da allora puntualmente si ripete.
Tra fatalismo
e utopia
Questo tentativo culturale di
difesa della propria sopravvivenza resta per decine di millenni
un fenomeno più illusorio che
efficace, ancorato com’è ad una
chiave di lettura della malattia
vista come espressione e conseguenza di uno scontro tra cielo
e terra, tra l’uomo e le divinità.
Da ciò un senso di struggente
ed impietosa fatalità, dinanzi
alla vita che viene strappata appena questa con fatica raggiunge il suo merìggio:
« La vita è stancante e passeggera e non la si può conoscere:
prima che arrivi al suo culmine,
due terz.i sono perduti. L’uomo
passa dieci anni essendo bambino, senza distinguere la morte
dalla vita; passa altri dieci anni
dedicandosi all'istruzione in cui
è la conoscenza della vita; passa
altri dieci anni per arrivare al
termine prima che la sua ragione giunga all'esperienza; il resto
della vita intera, fino ai sessanta
Il Nazareno
Un appuntamento bimestrale per chi si interessa dei fratelli Wesley e dei movimenti
sorti dal risveglio metodista.
Scritti storici e teologici wesleyani.
Abbonamenti 1983 L. 5.000
c.c.p. intestato a « Il Nazareno », via Fogazzaro 11, 00137
Roma.
anni che Thot ha prescritto per
l’uomo, lo passa uno su mille,
benedetto da Dio, quando la sorte gli è favorevole » (Testo egizio).
Ed insieme a questo senso di
fatalità, quello di una tragica impotenza a difendersi nei confronti di una sorte tanto spietata
quanto egualitaria:
« Chi generò un figlio ed esclamò: “E’ mio figlio, questo l'ho
cresciuto io, egli mi saprà ben ricompensare!”, quel figlio io darò alla morte e suo padre lo dovrà seppellire. Dopo di ciò darò
alla morte il padre ed egli non
avrà seppellitore ».
« Chi edificò una casa ed esclamò: “E' la mia dimora, questa
me la son fatta io. Dentro di essa
avrò la mia quiete: il giorno che
il mio destino mi avrà portato
via, dentro di essa troverò il mio
rifugio”, costui io darò alla morte e devasterò la sua dimora. O
Eroe Erra, (divinità della pestilenza), il giusto tu hai ucciso,
l'ingiusto tu hai ucciso, chi non
peccò contro di te tu hai ucciso,
il sacerdote premuroso nel portare le offerte degli dei hai ucciso, il funzionario servitore del
re tu hai ucciso, i vecchi nella
loro camera tu hai ucciso, le giovani fanciulle nei loro letti tu
hai ucciso... » (Altro testo egi:
zio).
Mescolata a tanta desolante
tristezza uno slancio dell’anima
che non si esaurisce mai nella
speranza: « Non vi sarà più, in
avvenire, bimbo nato per pochi
giorni, né vecchio che non compia il numero dei suoi anni; chi
morrà a cent’anni morrà giovane ed il peccatore sarà colpito
dalla maledizione a cent'anni »
(Isaia 65 : 20).
Tra fatalismo ed utopia per decine di millenni si consuma l’impatto dell’uomo con la malattia
e la morte. Vedremo in un prossimo articolo come su questo impatto inciderà una mutazione di
tipo culturale.
Aurelio Mauri Paolini
L’infallibilità
come foglia secca
Il dibattito-presentazione del
libro di AugusrìBernhard Hasler,
Come il papa divenne infallibile.
Retroscena del Concilio Vaticano I, edito dalla Claudiana, si è
tenuto la sera dell’S febbraio al
Circolo della Stampa di Torino,
richiamando l’attenzione di un
pubblico numeroso e qualificato.
Un concorso di felici circostànze ha fatto sì che la manifestazione riuscisse adeguata allo scopo di far comprendere ed apprezzare questa iniziativa editoriale. _ ____
Citiamo anzitutto ima circostanza esterna e non preveduta
allorché, con circa tre mesi di
anticipo, il Centro Evangelico di
Cultura predispose la data del
dibattito e cercò i relatori: non
pochi dei presenti erano coinvolti anche dal ciclo d’incontri
ecumenici fra protestanti e cattolici, basati su francl|e e certo
per questo proficue discussioni
in corso dalle settimane precedenti. In tal modo il libro di questo sacerdote, che sulle orme del
suo ìnaestro Kiing ha sottoposto
a unà~sèrfafa e polemica analisi
storico-dottrinale il dogma fermamente imposto da Pio IX e
dal suo schieramento curiale, ha
potuto situarsi per più d’un uditore su uno sfondo attuale e significativo.
I tre oratori
Altra circostanza assai specifica era ovviamente costituita dalle persone dei presentatori e dal
modo in cui i loro discorsi si sono spontaneamente accostati e
completati. Luigi Firpo, esponendo lucidamente i temf principali
dell’opera e il loro contesto storico, e mettendoli a confronto
con la mentalità laica dei nostri
tempi, ha potuto anche citare il
pensiero di un illustre pensatore
SERRAVALLE SESIA
Religione a scuola
A Serravalle Sesia, nella sala
consiliare del Comune gentilmente concessa, la sera del 9 dicembre U.S., si è tenuto un dibattito sul tema : « Religione a scuola ». Relatori : il sacerdote Gianni Ambrosio, insegnante alla Facoltà di Teologia di Milano;
Mauro Scansetti, presidente del
Centro d’iniziativa Democratica
Insegnanti (CIDI); Valdo Benecchi, pastore metodista di Milano. Moderatore: il prof. Giovanni Turcotti di Borgosesia.
Ambrosio si è chiesto se una
scuola di Stato, che si pone come finalità la formazione globale della personalità del cittadino, possa Ignorare il fatto religioso. Ovviamente la sua risposta è stata negativa, ma ha ammesso che lo stato attuale dell’insegnamento religioso nella
scuola italiana non è soddisfacente e pertanto va modificato,
nel senso che dovrebbe diventare pluralistico.
Scansetti, esponente di una associazione laica, ha trattato soprattutto la questione dell’insegnamento della religione nella
scuola elementare, rivendicando
il diritto delle famiglie di poter fare delle scelte per i propri figli, senza doversi trovare
aprioristicamente di fronte ad
una imposizione operata dallo
Stato. Pertanto, la proposta del
CIDI è : stante la situazione concordataria attuale, è chi vuole
fruire dell’insegnamento della
religione che lo deve chiedere.
Benecchi, dopo avere dato atto
che nella proposta di riforma
della scuola secondaria superiore si notano alcuni segni positivi, che anche nel mondo cattolico si comincia a parlare della
religione come fatto culturale, si
chiede se sia veramente già in
atto un sia pur lento processo
di deconfessionalizzazione delrinsegnamento della religione.
Se sì, allora si potrebbe portare
avanti un discorso mirante a dare a tale insegnamento un carattere storico-culturale, cui potessero portare il loro contributo
tutti gli insegnanti delle varie
materie, di qualunque idea, anche non credenti. In tal modo
verrebbe assicurata aH’allievo
una pluralità di visione e di pensiero riguardo al fatto religioso.
Comunque, noi evangelici ci
battiamo per la soppressione dell’ora di religione, perché siamo
convinti che la scuola non deve
essere una palestra di evangelizzazione.
Gli interventi di alcuni ascoltatori di parte evangelica hanno
poi fatto rilevare, con parole
garbate ma ferme, come le modalità con cui viene generalmente espletato l’insegnamento religioso nella scuola italiana siano
scarsamente rispettose della libertà di coscienza dei cittadini
di domani.
C.D.V.
cattolico col quale si era confrontato e le cui conclusioni suonavano a un dipresso, nei riguardi del dogma dell’infallibilità papale, come aveva suonato a suo
tempo il giudizio di Arturo Carlo
Temolo sul Concordato: foglie
secche, da lasciar cadere.
Francesco Margiotta Broglio
aveva da dire, e ha detto puntualmente, cose molto pertinenti sulla genesi del libro, sulla sua
logica interna e sul dibattito fra
gli studiosi di storia della Chiesa
ad esso collegato. Fra l’altro, lo
Hasler condusse la ricerca, da
cui scaturì la sua dissertazione
di laurea, poi una prima ampia
pubblicazione, e successivamente la trattazione più breve che
costituisce il volume ora tradotto e pubblicato in Italia, proprio
nel suo Istituto (presso la Facoltà di Scienze politiche di Firenze). Fra quanto ci ha illustrato lo storico dei rapporti fra Stato e Chiesa, avevano particolare
rilievo le concordanti citazioni
di uno stimato studioso, d’ineccepibile ortodossia cattolica, come Giacomo Martina s. j. Del resto, il libro di Hasler, se di fatto
è stato il più possibile « emarginato » dalla pubblicistica e dall’editoria cattolica, non ha per
altro subito formali censure sul
piano ecclesiastico.
Infine Giorgio Pevrot ha fatto
una serie di acute osservazioni
sull’incidenza reale del problema,
come è stato sviscerato da Hasler, nel contesto della realtà religiosa non solo italiana, ma anche, ad esempio, del Nord Europa: dove non vige quella,mentalità di derivazione contronT^rmistlCa Che ben conósciamo —
pèrcHe’ne è intessuto non solo il
nostro costume religioso nazionale, malariche, ih larga rtliStirà,
quello politico e comportamentale fino alie^più spicciole manifestazioni — e dove quindi la
contraddizione lacerante introdotta a suo tempo dalla proclamazione del dogma in molte coscienze ha mantenuto in larga
misura la sua tragicità. Da tali
osservazioni non poteva non scaturire — e Pevrot non l’ha taciuto — un giudizio protestante sul
problema, e sul modo in cui esso si proietta sui rapporti ecumenici.
Fra le voci diverse che hanno
animato un breve dibattito, quella di un valente storico di questi problemi qual è Francesco
Traniello ha inteso lumeggiare
fattori ed aspetti complementari, e più propri all’atteggiamento ufficiale della Chiesa. Sicché
non è certo mancato il civile confronto d’idee.
Augusto Comba
Certezze
edita dai Gruppi Biblici
Universitari
Voci diverse dell’Evangelismo italiano presentano, specialmente — ma non solo —
agli studenti, problemi della
fede nella vita pratica e nella
vita di pensiero.
Certezze esce nove volte all’anno, talvolta con numeri
speciali dedicati ad un solo
argomento.
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Roma. Indicare la causale sul
bollettino.
4
4 vitadelle cUese
25 febbraio 1983
Calendario
In questa rubrica pubblichiamo le
scadenze che Interessano più chiese
valdesi delle valli. Gli avvisi vanno fatti
pervenire entro le ore 9 del lunedì
precedente la data di pubblicazione
del giornale
Ciowedi 24 febbraio
□ INCONTRO BIBLICO
ECUMENICO
PINEROLO — Si tiene, con inizio alle ore 20.45, presso la Chiesa Valdese
di Pinerolo (via dei Mille) un incontro
biblico ecumenico in preparazione della
assemblea del Consiglio ecumenico
delle Chiese a Vancouver. Tema della
serata: «Il pane di vita».
□ INCONTRO
COLLABORATORI
ECO DELLE VALLI
La riunione dei collaboratori avrà
luogo a casa Gay via Cittadella 8 Plnerolo, con inizio alle ore 20.30.
Sabato 26 febbraio
□ TELEPINEROLO
CANALE 56 - 36
Alle ore 19 va in onda la trasmissione « Confrontiamoci con l'Evangelo «
(a cura di Marco Ayassot, Attillo Fornerone e Paolo Ribet).
Domenica 27 febbraio
□ RADIO KOALA
FM 96.700 - 90300 • 93700
Alle ore 12.30 (circa): Culto Evangelico a cura delle Chiese Valdesi del II
Circuito.
□ CONVECNO
CATECUMENI
1° CIRCUITO
TORRE PELLICE — Casa Unionista,
ore 10. I catecumeni di I e II anno del
Circuito sono invitati a partecipare al
secondo convegno che avrà il seguente
programma: Culto preparato dai gruppi: pranzo al sacco; giochi, animazione.
Conclusione alle ore 16.
________Giovedì 3 marzo_______
□ ATTIVITÀ’ FEMMINILI
NEL RIO DE LA PLATA
PINEROLO — Alle ore 14.30 presso
i locali della Chiesa Valdese, via dei
Mille 1. Li!y Gönnet Artus ^Uruguay)
\ avrà il piacere di incontrare attorno
L
ad una tazza di tè tutte le sorelle deìrè~
Uniuni Femrnimir del Distretto che lo
desiderano.
_______Venerdì 4 marzo_______
□ GIORNATA DELLA
PACE
TORRE PELLICE — Ore 20.45. In pre
parazione della giornata della pace dei
giovani del 1“ Circuito (Bobbio Pellice
r maggio) si incontrano i responsabii
dei gruppi interessati alla organizzazio
ne. L'incontro è aperto ai catecumeni
CASA VALDESE
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famiglie che vogliano trascorrere un periodo al mare in un
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LE CELEBRAZIONI DEL 5° CENTENARIO DELLA NASCITA DI LUTERO A PINEROLO
Attualità della riforma protestante
Il dibattito su Lutero nella
chiesa alle Valli è ufficialmente
iniziato. A dare lo scossone iniziale ci ha pensato Paolo Ricca,
di fronte all’affollato Auditorium
di Pinerolo, con una lucida, appassionata relazione sull’attualità del grande Riformatore. Le
prime domande scaturite da questa conferenza, svoltasi sabato
12 febbraio, riguardano in sostanza la questione del tradurre oggi, in termini contemporanei e
comprensibili, i ’’nodi” teologici
che presiedettero la Riforma del
XVI secolo. Cosa significano, nella nostra situazione, parole quali: peccato, salvezza, teologia della croce, sacerdozio universale
dei credenti?
‘Più che di nuove formulazioni
avremmo bisogno — suggerisce
Ricca — di riscoprire la teologia
non solo come riflessione teorica
ma come 'esperienza di vita. « Sovente- tutta una serie di tematiche luterane, nei nostri discorsi,
si depotenziano perché diventano solo corrette teorie, dietro di
esse non c’è il fuoco di un’esperienza -vissuta ». Effettivamente
più ci si rapporta alTesperienza
storica riformata — im’impressione che avevamo già colto lo scorso anno riguardo ai temi di
Chanforan — più ci si rende conto di quanto sia difficile ritradurre in termini chiari, dirompenti,
le scoperte bibliche della Riforma. Ora non ci addentriamo nell’ampia relazione di Ricca, docente di storia della chiesa alla Facoltà Valdese, poiché prossimamente intendiamo offrire ai nostri lettori stralci essenziali di
questa comunicazione. Ci fermiamo soltanto a questa considerazione che, guarda caso, tutte le
volte che si discute sul pensiero
dei ’’grandi” della Riforma ritorna puntuale; come esprimere
oggi il nostro essere riforipati?
Forse più che di salvezza bisognerebbe cominciare a parlare
di senso della vita e se vogliamo parlare di croce bisognerebbe
rapportarsi a quel cristianesimo
attualmente crocifisso in molte
parti del mondo.
Un’altra considerazione riguarda il reale interesse della nostra
gente, particolarmente dei giovani, come abbiamo notato a Pinerolo, per la Riforma protestante.
Si cerca insomma di riandare
alle.radici della nostra realtà ec.clesiastica che viene nuovamente, alla luce del pensiero riformato, rimessa in discussione. Lutero infatti, a cominciare dal suo
libretto sulla «Libertà del cristiano qualunque » del 1520 sino
ai suoi scritti contro i principi
sangmnari e i contadini rivoltosi
di Müntzer, è una continua provocazione. Non è im caso che
ogni anno in tutto il mondo si
pubblichino circa mille titoli di
opere su Lutero: per denigrarlo,
per capirlo, per interesse scientifico o teologico. Ma Lutero, come
la giornata pinerolese ci ha insegnato non fu solo maestro di
fede e di Scrittura bensì anche
poeta e musico.
L’incontro con le sue parole in
musica si è svolto, nell’arco della stessa, giornata, nel Tempio
valdese di Pinerolo. Dino Ciesch,
che ha condotto con la Corale di
Villar-Bobbio Pellice un’approfondita ricerca sul canto luterano delle origini ed ha diretto il
concerto, scrive nel programma
distribuito per l’occasione: « Ac
costandosi alTopera del ’’musico” Lutero nulla si può comprendere se non si fa costante riferimento al Lutero riformatore. E
d’altronde xm atteggiamento puramente sentimentale e astorico
non condurrebbe che ad interpretazioni errate o distorte ».
A partire da Lutero — afferma
il pastore Ernesto Ayassot che ha
illustrato le fonti bibliche e ecclesiastiche da cui il Riformatore ha attinto ispirazione per i
suoi inni — il popolo può esprimersi nel canto di fede con un
linguaggio comprensibile. E il
canto stesso diventa strumento
di affermazione della propria fede, non solo nella comunità dei
credenti ma anche in farniglia.
La serata di canti luterani per
molti è stata una piacevole scoperta. Non sono stati eseguiti tut
ALLE VALLI VALDESI
La festa del 17 Febbraio
All’insegna della solidarietà coi
fratelli valdesi del Sud America
il XVII febbraio di quest’anno.
Non solo la colletta — a favore
dei « campamentos » del Rio de
la Piata, — ma soprattutto l’ascolto di testimonianze sulla vita e sulle speranze dei valdesi di
Uruguay e Argentina.
Cesar Rodriguez, segretario del
Centro Emmanuel, ha parlato in
varie comunità: a Chiotti, Torre Pellice, Pinerolo, Villar Porosa, mentre Lily e Pancho Gönnet
sono intervenuti alle celebrazioni di San Germano.
Dappertutto un grande interesse di conoscere la realtà in
cui vivono i nostri fratelli sudamericani e le domande sui rapporti ecumenici, coi cattolici,
sulla teologia della liberazione,
sulla situazione sociale e politica, cui i nostri ospiti hanno risposto con amabilità ed esaurientemente.
Dei rapporti tra i valdesi italiani e quelli sudamericani ha
anche parlato il moderatore che
era ospite a pranzo della comunità di Angrogna, e che nella serata del 16 era stato al falò di
Prarostino. Altri ospiti sono stati : Bruno Corsanì a Luserna San
Giovanni, dove ha parlato su
« Lutero e la riscoperta della
Bibbia », Gérard Cadier a Pomaretto. Paolo Spana a Perrero. Paolo Marauda a San Secondo, dove si è proiettato anche il film sui valdesi girato negli anni trenta.
I falò.
Nella serata del 16 centinaia
di falò si sono accesi verso le ore
20 e sono stati molto frequentati
ovunque. Un’unica curiosità. I
pompieri sono intervenuti 'per
spegnere il falò dei Coppieri a
Torre Pellice. Si è trattato però
di una misura precauzionale; infatti ad alcune centinaia di metri dal luogo del falò si era rovesciata, poco prima, una autocisterna piena di gas liquido. I
pompieri hanno fatto quindi
sgomberare le case e allontanare
le 300 persone che erano accorse
al falò. Ma il falò era cosi alto
che c’è voluto circa un’ora per
spegnerlo.
Le serate.
Dappertutto serate animate sia
dalle corali, che dalle filodrammatiche. Un buon successo.
Un XVII all’insegna della tradizione dunque, che però evidenzia una rinnovata ricerca di fedeltà al messaggio della riforma
e un impegno di testimonianza
nelle contraddizioni del mondo
moderno.
Convocazione del
Concistoro
ANGROGNA — Il concistoro
è convocato per sabato 26 fel>
braio alle ore 20,30 al presbiterio.
Assemblea di chiesa
PINEROLO — Domenica 27
febbraio nel corso del culto è
convocata l’Assemblea di chiesa,
in prosecuzione di quella del 20
febbraio. Si tratterà di approfondire ulteriormente la discussione della Relazione finanziaria
dell’anno amministrativo 1992 e
di valutare alcune proposte fatte
dalla Commissione dei revisori
dei conti.
Decessi
PERRERO-MANIGLIA — Nel
le ultime settimane ci siamo raccolti attorno alle famiglie di due
fratelli che ci hanno lasciato:
Tron Giovanni Giacomo, anni 93,
di Maniglia e Peyran Alberto,
anni 73, di Traverse.
Ai parenti tutti, nel ripetere
la nostra partecipazione al loro
dolore, rinnoviamo il messaggio
della speranza: Cristo vive, primizia di quelli che dormono.
ti i 37 inni scritti dall’ex monaco di Wittenberg ma la rassegna,
pur nella sua brevità, ha offerto
un formidabile saggio di canto
religioso. Il fondersi della musicalità preriformata dell’alto medioevo e le intuizioni più moderne, lo stesso intreccio di tedesco
e latino (per esempio nel canto
« In dulci jubilo ») hanno creato
un’atmosfera intensa, carica di
una spiritualità che ci è solitamente estranea ma che ha degnamente concluso una giornata consacrata all’opera del Riformatore.
Accanto a tutto questo è stata
organizzata una mostra del libro
italiano su Lutero. Tra le ultime pubblicazioni sull’argomento
spicca il « Martin Lutero » di
Mario Miegge (Editori Riuniti)
di facile lettura e molto bene illustrato. Cresce intanto l’attesa
per la pubblicazione, da parte
della Claudiana, degli atti del
convegno luterano promosso lo
scorso anno dalla Facoltà Valdese in cui, frp le altre cose, si
fece il punto della storiografia
laica e religiosa in materia. Altre pubblicazioni arriveranno. Ma
una mera operazione culturale
per quanto scientifica, non basta.
Essa è necessaria poiché Lutero,
diciamolo pur francamente, anche nel nostro ambiente, è poco
conosciuto. Si tratta però di andare più a fondo e di riconquistare nel nostro tempo la chiarezza antica della testimonianza
a Cristo. E’ la sfida i)iù importante che deriva dall’indagine sui
padri della fede. In questo senso continuare la riflessione su Lutero rappresenta un rischio. Che
bisognerà correre se vogliamo
andare avanti con chiarezza.
Giuseppe Platone
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da
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5
25 febbraio 1983
vita dellexhíese 5
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M:
REGIONE RIOPLATENSE
Guardando verso ii futuro
questa terra.
La guerra non si giustifica con
nessuna ragione ideologica. Questo l’Europa deve capirlo, con i
suoi cinquanta milioni di morti
durante la seconda guerra mondiale; dovremmo comprenderlo
noi latinoamericani, che viviamo
Tu attesa di ricevere notizie dal Sinodo valdese della regione rioplatense (13-17 febbraio) iniziamo la pubblicazione di
una rassegna dei maggiori problemi all’ordine del giorno.
\
La Chiesa Valdese nel Rio de
la Piata è chiamata a confrontarsi con un tema fondamentale,
che possiamo indicare con il titolo: « Dialettica della missione,
relazione tra Diaspora e Parrocchia ».
Negli ultimi anni sono sorti
numerosi piccoli gruppi, che richiamano l'attenzione da parte
dei deputati sinodali. Prendiamo
come esempio il Presbiterio Sud
Argentino. Comunità distribuite
in una vastissima regione geografica, con possibilità multiple
di lavoro e di contatti, con centro di riferimento la città di
Buenos Aires, 11 milioni di abitanti, {1/3 degli argentini vive
nella sua Capitale Federale...)
Con centri urbani come Bahia
Bianca, Laprida, dove la presenza valdese conta parecchi anni.
Con altri, come San Nicolas (cfr.
La Luce del 17 dicembre 1982),
General Roca, neH’estremo nord
e sud rispettivamente, dove è iniziato un lavoro di cura pastorale, che ha dato origine a « chiese
in formazione ». Piccoli nuclei,
che vanno crescendo di anno in
anno, che aprono la possibilità
di una presenza attiva valdese in
contesto urbano.
Per molti di noi l'apparizione
di questi gruppi, nella scena del
nostro « piccolo mondo, valdese »
è stata una sorpresa. Quando
prendiamo una mappa dell’Uruguay e dell’Argentina e consideriamo le nuove possibilità evangelistiche, rimaniamo francamente sorpresi. Pensiamo alle parole
dell’Apocalisse: « Io cpnosco le
tue opere. Ecco, io ti ho posta
dinanzi una porta aperta, che
nessuno può chiudere, perché
pur avendo poca forza, hai serbata la mia parola, e non hai rinnegato il mio nome » (Apoc. 3: 8).
Quale sarà l’atteggiamento delle comunità, oramai centenarie,
di fronte alla loro diaspora?
L’atteggiamento che si è già
manifestato è stato di un certo
AGRIGENTO — Sabato 26 febbraio
alle ore 16.30, nell'aula del Museo Civico il prof. Giorgio Spini parlerà su:
« L'attualità della Riforma e del pensiero luterano ».
rifiuto. Noi appartenenti alle
chiese « madri » non possiamo
occuparci delle nuove chiese.
D’altra parte i responsabili giovani delle chiese di questa regione mostrano un certo atteggiamento di superiorità. Essi rappreseùtano — così pensano — il
futuro, gli altri sono un passato
che non li riguarda, sono sufficientemente forti per ignorare i
« conservatori ».
Questo spirito deve cambiare.
Questo Sinodo è una opportunità
per cambiare le cose. La relazione tra « chiese in formazione » e
« chiese autonome », specialmente con quelle del Presbiterio Sud
di Colonia, deve essere una relazione dialettica.
Senza la « colonna vertebrale » che rappresentano le chiese
che già hanno una loro storia, i
nuovi gruppi disseminati nella
diaspora, sono solo membra
sciolte, braccia inanimate che si
levano verso il futuro, separate
dal corpo che dà loro la vita. Dove troveranno le risorse umane
ed economiche per crescere? Come si sentiranno quando rimarranno isolate, potendo contare
solo sulle proprie forze?
Una relazione di mutua comprensione, assistenza e stimolo
deve essere il sangue che circola
nel corpo della nostra chiesa rioplatense. Senza questa feconda
interazione non c’è futuro, perché nessuno può vivere nella comunità del Signore che serve,
se solo vive per sé e non per gli
altri.
Quello che vale per una comunità concreta con il suo centro e
la sua periferia, vale per tutti i 6
Presbiteri rioplatensi.
Questa visione ha un senso anche in riferimento alla dialettica
tra « Valli Valdesi » e chiese del
Sud in Italia. E anche, perché
no, quando pensiamo ai rapporti
tra le due aree della nostra chiesa. Per questo crediamo che il
nostro Sinodo deve analizzare
questo tema, con tutte le sue implicazioni, utilizzando tutta la riflessione che già si è fatta in questo senso, applicandola nelle situazioni concrete.
Questo è uno degli aspetti della
nostra missione, qui e adesso,
dove si gioca il nostro futuro,
per non dire senza troppi drammi, dove si gioca la nostra vita.
ROMA — Domenica 27 febbraio inaugurazione del Servizio Produzione Audiovisivi (SPAV) deirUnione Cristiana
Evangelica Battista d'Italia. Ore 16.30
culto di dedicazione con la partecipazione del past. Piero Sensi nei locali
della Chiesa di via Antelao 14; successivamente visita agli studi audio e video (via Monte Bianco 91) e rinfresco
dalle 17.30 alle 19.
La chiesa parli
col proprio linguaggio
LA SPEZIA — Una conferenza del
past. Franco Becchino su « La Riforma:
un avvenimento del passato o una prospettiva per l'avvenire? » apre un ciclo
di 4 incontri organizzati dal Centro
Evangelico. Ore 18 del 4 marzo nella
Sala Dante.
Nei giorni 12-13 marzo si terrà nei
locali della Chiesa battista il Collettivo
teologico ligure su »L'uso del denaro »;■ oratori il past. Piero Sensi e il
prof. Massimo Rocchi.
TORINO — Giovedì 3 marzo alle ore
16 nel salone di C.so Vittorio 23 il
past. Gino Conte aprirà un ciclo sul
tema » Per fede o por opere: il problema della salvezza nella teologia cristiana » esponendo II messaggio dell'Antjco e del Nuovo Testamento.
Seguiranno nei giovedì successivi
conferenze sulla teologia antica (P.A.
Gramaglia), nella Riforma (S. Rostagno) e nella teologia moderna (A. Moda e B. Rostagno).
dire inutili. Questo, i deputati sinodali, lo dovranno prendere sul
seno.
Chi ha ragione? Inghilterra o
Argentina? La Chiesa deve riaffermare, per parte sua, la unica
vera sovranità, quella di Dio, in
Gesù Cristo. Egli è l’unico Signore. Il mondo, o parte di esso, non
si consegue con l’uso della forza,
perché ricorrere all’uso della forza, significa rifiutare l’idea di
« fraternità » tra i popoli e disobbedire quindi a Dio. Conquistare
e uccidere, questa è la logica dei
vari « conquistadores » dell’America Latina: Spagna, Inghilterra,
Stati Uniti, non hanno fatto altro che questo.
La Chiesa Valdese, con Tullio
Vinay, è chiamata oggi a predicare l’agape, l’amore di Dio per
tutti gli uomini. La Chiesa ha un
messaggio concreto che deve pro
clamare a « tempo e fuor di tempo »: scandalo per la sinistra, inciampo per la destra. Il nostro
pane quotidiano, in America Latina, è il nazionalismo, si ricorre
al patriottismo per dimenticare
e nascondere i gravi problemi interni che travagliano i vari paesi
del continente. La « voce » della
Chiesa, deve essere quindi diversa dagli « altri linguaggi ».
La via della croce, non è il cammino della esaltazione del nostro
amore patriottico, è il cammino
della umiliazione e dell’esaltazione deH’amore di Dio, rivelato in
Gesù Cristo. Non siamo i « padroni » della Verità, bensì inìperfetti testimoni del Signore vivente. La Chiesa deve saper ascoltare e farsi portavoce degli oppressi a « cagione di giustizia », non
farsi paladina degli interessi politici ed economici dei potenti di
in un continente dove l’ingiustizia e la fame sono alTordine del
giorno. L’unico vero cambiamento non lo opera la guerra; solo il
Risorto, può fare ogni cosa nuova (Apoc. 21k. 5). Questo lo sappiamo; il Signore ci insegni a
metterlo in pratica.
Carlos Delmonte
(continua)
Protestantes! mo
in TV
lunedì 14 marzo
II rete - ore 22.40
Vita di Lutero. Brani di un
film tedesco-americano ^con
commenti in studio di Alberto Saggese, pastore luterano a
Napoli.
CORRISPONDÈNZE
Intensa attività ecumenica
VENEZIA — La settimana di
preghiera per l’unità dei cristiani è iniziata il 12 gennaio con
una presentazione e commento
del documento sinodale sull’ecumenismo, tenuti dal pastore
Berlendis da parte evangelica, e
da don Pattaro da parte cattolica a Venezia e a Mestre.
Le manifestazioni sono proseguite il 20, con una conferenza
sul cardinale Gasparo Contarini, veneziano (1483-1542), che ebbe un certo rilievo per i suoi
tentativi di riavvicinare Riforma
luterana e chiesa cattolica. Fu
egli stesso sospettato di eresia
per un suo libro, « De justiflcatione », vicino alle posizioni riformate.
Il Sinodo 1983 si tiene a Jacinto Arauz, nell’estremo sud dell’Argentina, nella zona che tra l’apri- .
le e il giugno dell’83 è stata teatro della guerra per le Isole Malvinas. Il Sinodo non potrà non
riflettere sul significato di questa
guerra. Ma come?
Quando ebbe inizio il conflitto
per le « Malvinas », molte Chiese
dell’area rioplatense, produssero
dichiarazioni; la Chiesa Valdese
rioplatense mantenne un certo riserbo, non emettendo alcuna dichiarazione. Ora il tema si none
al nostro Sinodo. Cosa si può dire? Vale la pena « parlare », o è
meglio « tacere »? Penso che la
Chiesa debba parlare. Ancora
una volta deve denunciare profeticamente l’iniquità là dove essa
si manifesta. Duemila morti in
guerra e altrettante giovani vite
« mutilate » per sempre, reclamano, esigono una parola chiara da
parte della Chiesa. Le chiese, durante il conflitto, hanno parlato,
unendosi ad « altri linguagai »;
non vi era, nelle varie dichiarazioni, una « specificità »’ da parte
delle varie chiese. Penso che
quando la Chiesa parla un linguaggio che non è il suo, le sue
parole sono « povere », per non
La rivista « Esodo », che aveva
pubblicato nel numero di febbraio alcuni pareri sull’ecumenismo di L. Maggiore, A. Berlendis, S. Guargena (evangelici), e
L. Sartori, O. Bolzon, G. Pattaro, Rubini (cattolici), ha organizzato a Venezia il 22 gennaio
una tavola rotonda sul tema
« Ecumenismo oggi : utopia o
realtà » alla quale hanno partecipato il pastore Berlendis, don
Olivo Bolzon, don Pattaro, e Cuminetti di « Nuova Corsia ». Erano presenti circa settanta persone.
La domenica successiva Éi è
tenuta in chiesa luterana una liturgia ecumenica con meditazioni dei pastori valdese e luterano
e di un sacerdote cattolico. La
partecipazione è stata buona.
Inoltre l’anziano della comunità è stato invitato a tenere una
meditazione ih due liturgie ecumeniche a Venezia e a Mestre,
ed ha partecipato ad un incontro molto ben riuscito organizzato dai padri Giuseppini di Ponte di Piave (TV).
Il comitato della Foresteria si
è riunito il 22 gennaio. La frequenza nell’82 è stata superiore
aH’anno precedente; vi hanno
soggiornato molti gruppi scolastici e non, soprattutto francesi; un gruppo della chiesa valdese di Stoccarda; comitive di
chiese evangeliche italiane ; gruppi F.G.E.I. e IDOC. Sono stati
messi in progetto alcuni lavori
necessari, ed è stata programmata la preparazione di opuscoletti illustrativi delle chiese evangeliche da lasciare a disposizione
degli ospiti.
Sabato 29 si è tenuta a Mestre una riunione informale del
gruppo appena costituito degli
« amici di Tramonti ». l partecipanti, circa 25, venivano da Vicenza, Padova, Pordenone, Gorizia, nonostante la nebbia proibi
tiva. Dopo un’introduzione del
pastore Grimaldi, sono stati trattati alcuni dei problemi generali
del centro Luciano Menegon di
Tramonti, e sono state date alcune indicazioni sullo svolgimento dei campi, per i quali è importantissima la disponibilità degli animatori.
In gennaio la comunità è stata vicina alla famiglia Viti per
la morte di Vittorio Viti, di 82
anni. Tutti lo ricordano per la
sua puntuale e fedele presenza
ai culti finché la sua salute
glielo ha permesso, e per l’attività svolta per anni nella chiesa come amministratore degli
stabili. Ai funerali, Svoltisi a Venezia il 31 gennaio ' nella chiesa
affollata, il pastore ha tenuto
una meditazione sul salmo 23.
rostino); sig.ra Elisa Ferrier
ved. Berutti (da Pomaretto).
Visita al convento
PALERMO — La comunità ha
avuto la gioia di circondare con
affetto Simonetta Cesarò e Beppe Fiorelli che hanno unito la loro vita invocando la benedizione del Signore nel nostro tempio gremito dagli amici'e dai parenti. La grazia del Signore sia
sempre con loro.
Da New York
Un inverno fino ad ora assai ~
mite ha^ìavorito la frequenza ai
■Sfitti per quanti ne hanno volu. to approfittare ma più che a noi
pensiamo alle migliaia dei senza
teÌfdTflse^non hanno trovato posto nelle case rifugio della città
e neanche in quelle offerte dalle
Chiese.
• Dopo aver discusso sul questionario « Il culto » (è da tener
presente che nella nostra comunità la funzione del « lettore »
non si limita solo alle letture bibliche ma anche alle preghiere
e annunzio degli inni) abbiamo
ritenuto opportuno che dopo la
predicazione della Parola di Dio
è bene raccogliersi in silenzio di
meditazione per qualche minuto,
6 che dopo gli annunzi locali sia
bene dare alla comunità delle informazioni sul mondo evangelico o presentare «le novità» della Claudiana.
Abbiamo avuto il piacere in
questi ultimi mesi di ricevere
una visita da parte della sig.na
Rina Bertin di S. Giovanni, dei
signori Valter Long di S. Germano e del dr. Sergio Evnard di
• Il pastore Archimede Bertolino è stato invitato dai Monaci
dell’Abbazia benedettina di San
Martino delle Scale (Pa) a parlare su « La Chiesa Valdese e la
Riforma ». Accolto calorosamente dall’Abate e dai membri della comunità che hanno assistito
alla relazione tenuta pella sala
_ . ---7 '■ ---- . - auai reiaziuiic ociiuba /iena, aaia
’Tonno, clié ringraziamo per w Capitolo, seguita da un seloro saluti ed i loro messaggi, reno e approfondito dibattito, è
Dal Sud America ci hanno pu- /'stato guidato m una visita alTanre visitati il sig. Daniel Peyro- ^ica e bella Abbazia e indi invitane!, figlio dell’ammiraglio a ripo- ^o a pranzo e, al momento del
so sig. Aldo Peyronel dell’Argen- congedo, invitato a tornare.
tina; e il sig. Carlos Benech dall’Uruguay che ringraziamo ancora per le notizie che ci hanno
dato sui loro rispettivi paesi.
Durante il mese di ottobre, abbiamo invocato la benedizione
del Signore sul matrimonio di
Evelyn Beux e René Perez; e su
quello di Raymond Angelino e
Anna Hofmann.
Lutto cittadino
Per la testimonianza che hanno dato della loro fede, ricordiamo .con affettuosa riconoscenza
i nomi di tre sorelle di chiesa
decedute in questi ultimi mesi:
Sig.ra Adele Meytre ved. Grill,
originaria di Salza; sig.ra Leonie Avondet ved. Long (da Pra
TORINO — Il Concistoro della Chiesa valdese, riunitosi il
giorno dopo la sciagura del Cinema Statuto ha espresso in un
atto, inviate poi al Sindaco e ai
giornali cittadini, la sua solidarietà cristiana alle famiglfniOlpiite dal gravé lutto chiedendo al
Signore « d.i essere loro vicino
con la Sua forza di consolazione, nella speranza del dono della
risurrezione in Cristo ». Il Concistoro ha anche auspicato che
mediante opportune azioni nell’avvenire « la vita di ognuno pòssa ricevere uña reale tutela in
ogni luogo e in ogni circostanza ».
Non siamo ancora in grado di riferire
sulla • settimana della libertà ». Rinviamo al prossimo numero scusandoci
con I lettori.
A causa del lutto cittadino la
inaugurazione della Mostra del
pittore Paolo Paschetto è stata
spostata a giov. 24.2 ore 18.
• '
6
6 prospettive bibliche
25 febbraio 1983
LA FEDE INTERROGA
Salvezza e redenzione
Chiunque può indirizzare a questa rubrica una breve domanda su un
problema di fede che gli sta, a cuore, ricevendo una risposta da un
collaboratore del giornale. Domanda e risposta saranno anonime perché
risulti maggiormente il. contenuto del dialogo della fede
C'è differenza teologica fra i
due termini: salvezza e redenzione? Secondo la fede riformata
qual è il termine più appropriato? Esse possono essere intese
quali realtà acquisibili nel presente, quali realtà escatologiche,
oppure prevalentemente ultime
realtà?
Salvezza
a) L’attesa del compimento
Paolo nelle sue epistole di frequente si richiama aU’awenimento della fine.
Nella più antica delle lettere,
la I Tessalonicesi, Paolo afferma
« voi stessi sapete molto bene
che il giorno del Signore verrà
come un ladro nella notte »
(I Tess. 5: 24); Paolo pensa anche
chiaramente che il Signore risorto, al suo ritorno « scenderà dal
cielo e i morti in Cristo risusciteranno i primi, poi i viventi... ».
Qui Paolo attende evidentemente
di sperimentare durante la sua
vita la « parusia », cioè la venuta
del Signore alla fine dei giorni.
Non molto diversamente Paolo
si esprime nella I ai Corinzi:
« Il tempo è oramai abbreviato... » (I Cor. 7: 29); l’ultima
tromba « la tromba suonerà, e i
morti risusciteranno incorruttibili, e noi saremo mutati » (I Cor.
15: 52). Le altre epistole in generale non parlano — come è noto — di questa « prossimità »
temporale degli avvenimenti
escatologici. Però nella lettera ai
Filippesi troviamo l’affermazione
«Il Signore è vicino » (Fil. 4: 5).
La stessa espressione troviamo
nell’epistola ai Romani « la salvezza ci è adesso più vicina di
quando credemmo » (Romani
13: 11).
Paolo, dunque è fortemente determinato nel suo pensiero dall'attesa del prossimo compimento della salvezza. In questo senso la « salvezza » diventa quasi
sinonimo di Regno di Dio.
b) La presenza della salvezza
Come è stato fatto notare è
sempre una questione aperta fino a qual punto la salvezza abbia un carattere attuale o si manifesti soltanto alla fine dei tempi; infatti la salvezza dell’anima
è connessa in alcuni passi molto
importanti al momento nel quale l’uomo si decide per Cristo,
rinunciando a se stesso (Matt.
11: 25; Marco 8: 35; Luca 9: 24;
17: 33).
In Paolo è evidente da molti
passi la convinzione che il presente sia già tempo di salvezza:
I Cor. 7: 2; Rom. 8: 1; 3: 21.
L’azione di Dio in Cristo nel
passato ha quindi già messo in
atto, secondo Paolo, la salvezza
definitiva; con la missione del
Cristo è cominciato il tempo della salvezza (Kümmel). E’ vero,
questa presenza della salvezza è
provvisoria: « siamo salvati in
isperanza » (Rom. 8: 24)... Paolo
parla della comunità cristiana
come di quelli che hanno « le
primizie dello Spirito».
Paolo dunque, alla certa speranza che presto verrà il tempo
della salvezza finale con l’apparizione di Cristo, collega la certezza che mediante l’azione di
Dio in Cristo la salvezza escatologica è già iniziata.
Il nostro presente viene determinato sia dal passato irripetibile di questa azione di Dio, sia
dalla speranza nel futuro compimento di questa azione.
Redenzione
a) L’attesa della redenzione
La salvezza come liberazione
dalle potenze del male viene sovente indicata anche con il termine « Redenzione ». Benché il
termine « redenzione » derivi
etimologicamente dalla parola
greca « lytron », che significa riscatto, la parola « redenzione »
trova nel N.T. la sua fisionomia
religiosa essenziale nel senso di
« liberazione » spirituale dal peccato e dalla morte.
In Luca 21; 28 « la vostra redenzione è vicina » significa per i
discepoli liberazione dalle affli- '
zioni e persecuzioni al ritorno
del Figliol deirUomo. Questa liberazione è unica perché definitiva e per questa ragione è attesa con grande ansietà.
Nelle epistole paoline è accentuato il significato escatologico
della « redenzione »: Rom. 8: 23;
Ef. 1: '14; 4: 30;.Rom. 8: 23: «la
redenzione del nostro corpo ».
Per Paolo essere senza il corpo
non è « redenzione ». E’ uno stato che egli non desidera (II Cor.
5: 2-3). Egli spera in un nuovo
corpo (I Cor. 15: 35-57). Il no
stro corpo sarà trasformato secondo il modello del corpo glorioso del risorto Signore (Fil.
3: 21). «Redenzione» è anche
usato in Ef. 1: 14 e 4: 30 «non
contristate lo Spirito Santo, per
il quale siete stati suggellati per
il giorno della redenzione ». In
ambedue i testi, la relazione tra
il possesso dello Spirito Sapto e
la futura redenzione è fortemente sottolineata.
b) La presenza della redenzione
Per i credenti, però la « redenzione » non è soltanto oggetto di
speranza, è anche possesso presente, una realtà esistente ora
(Col. 1: 14; Ef. 1: 7 e I Cor. 1: 30;
Rom. 3: 24).
Va sempre tenuto ben presente che Gesù Cristo, nel quale abbiamo la redenzione (Rom. 3: 24)
e che è fatto per noi « redenzione » (I Cor. 1: 30) è il Signore
crocifisso e risuscitato, proclamato nell’E vangelo.
E’ quindi giusto sottolineare
« il carattere cristocentrico della
"redenzione”; nelle lettere di
Paolo, l’azione della grazia non è
mai staccata daU’azioné di Cristo, nel quale si compie la grazia, sicché sono sempre presenti
i due elementi essenziali alla fede: l’accadimento della misericordia di Dio nel presente e l’attesa del Regno » (G.T. dizionario
biblico).
Va ancora sottolineato che Cristo è stato fatto da Dio « redenzione » (I Cor. 1: 30). Ed ancora,
è la grazia di Dio che opera mediante la « redenzione che è in
Cristo Gesù » (Rom. 3: 24).
Paolo si basa, sia parlando di
« salvezza » come di « redenzione », sulla convinzione che il suo
presente è determinato in modo
decisivo dalla missione di Cristo, dalla sua morte e risurrezione, che hanno introdotto l’azione
definitiva di Dio. Il regno escatologico di Cristo è iniziato nonostante duri ancora il malvagio
« eone » presente e sia ancora futiu-a l’apparizione di Cristo nella
gloria.
Città di Dio
(segue da pag. 1)
di questa realtà e la costruzione
di essa su altre basi raggiunge la
sua chiarezza nel N.T. Qui essa
trova l'equivalente nel regno di
Dio e il simbolo nel movimento
raccolto inizialmente intorno a
Gesù di Nazareth. Qui la città di
Dio prende il suo volto definitivo e concreto nella persona di
Gesù Cristo, il quale ne diventa
la pietra angolare. Il regno di
Dio prende già l'avvio nella esistenza di un uomo elevato alla
dignità di Figlio di Dio e destinato ad essere il mediatore dei
beni della città futura. « In lui —
dice Von Rad, commentando il
cap. 60 di Isaia — saltano i confini dell’alleanza tra Dio e Israele... egli rivela che le realtà della
salvezza non si limitano a questo mondo ».
Nel quadro della dignità e del
compito di Gesù Cristo non possiamo non collocare la comunità
cristiana, la quale, per quello che
è chiamata ad essere e a compiere, è la città posta sul monte.
Le caratteristiche di .comunità
amata e amante, riconciliata e
riconciliante, e lodante il Signore costituiscono un richiamo, una
anticipazione e un'indicazione
verso la città di Dio. I tasselli di
questo disegno non soltanto ci
riguardano, ma ci coinvolgono,
in quanto^ definiscono la natura
e la funzione di ogni comunità
cristiana. In questo insieme di
considerazioni è possibile avere
elementi per precisare il ruolo
di cittadini credenti nella città
dell'uomo. Diciamo in generale
che la città posta sul monte, cucendo le indicazioni contenute
nel N.T., non è in antitesi a quella terrena né alternativa a quella celeste. Si pone al bivio ed è
in dialettica con le due città: critica verso quella terrena, indicativa nei riguardi di quella futura.
Alfonso Manocchio
PANE E LIBERTA’
« In quel tempo Gesù passò in giorno
di sabato per i seminati; e i suoi discepoli ebbero fame e presero a svellere delle
spighe e a mangiare. E i Farisei, veduto
ciò, gli dissero: Ecco, i tuoi discepoli fanno quel che non è lecito di fare in giorno
di sabato. Ma egli disse loro: Non avete
voi letto quel che feée Davide, quando
ebbe fame, egli e coloro che eran con lui?
Come egli entrò nella casa di Dio, e come
mangiarono i pani di presentazione, che
non era lecito mangiare né a lui né a quelli
che eran con lui, ma ai soli sacerdoti? Ovvero, non avete voi letto nella legge che
nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio
violano il sabato e non ne sono colpevoli? Ora io vi dico che vi è qui qualcosa di
più grande del tempio. E se sapeste che
cosa significhi "Voglio misericordia e non
sacrificio”, non avreste condannato gl’innocenti; perché il Figliol dell’uomo è signore del sabato ».
(Matteo 12: 1-8).
Abbiamo tentato di dare una prima risposta alla domanda: che vuol dire essere
protestante?, centrando la nostra attenzione sulla libertà. Seguire l’appello alla
libertà e farlo riecheggiare; usare la libertà e non limitarsi a celebrarla; attuare la
reciprocità della libertà e in tal senso servire alla libertà dell’altro — tutto questo,
abbiamo visto, è protestante. Ma dobbiamo subito fare i conti con delle obiezioni.
Eccone un paio.
Due obiezioni
Prima obiezione: se le cose stanno come abbiamo detto la volta scorsa, la fede protestante non è, allora, una religione della libertà nel senso del vecchio liberalismo? Il nostro dio non è, allora, la
libertà? No, non la libertà è il nostro dio,
ma Dio è la nostra libertà. Perciò la fede
orotestante non è la religione della libertà ma, all’opposto, è la libertà dalla religione, libertà dal tempio. È quanto ci mostrerà il testo odierno.
La seconda obiezione è anche più seria.
Possiamo formularla cosi: pensi che la libertà sia davvero talmente essenziale? Nel
mondo attuale è davvero la sola cosa necessaria? Non c’è nient’altro che sia più
a cura di Gino Conte
Continuiamo la pubblicazione degli studi biblici che il prof. Paolo Ricca ha tenuto all assemblea-annuale (1980) deirEvangelischer Bund, l’Alleanza Protestante tedesca, centrata sul téma: « Essere cristiani oggi: che vuol dire essere protestanti ». Dopo lo studio di Calati 5: 13, inizia ora quello di un testo evangelico.
necessario? Innumerevoli persone non si
sono forse stancate della libertà? Non è
forse diventata, quest’ultima, per molti
contemporanei uno spazio vuoto di cui
non sanno che farsi? Nel nostro mondo
occidentale ciò che oggi si va cercando con
maggiore intensità non è forse l’autorità,
più che la libertà? L’uomo di oggi non
vuole forse essere un po’ scaricato della
sua libertà? Insomma, c’è proprio il gusto della libertà, oggi? La domanda può,
anzi deve esser posta con forza anche più
grande, e, se consideriamo la situazione
di milioni di nostri contemporanei, va formulata in questi termini: la libertà non è
un lusso per gente sazia? Quando si ha
fame, il pane ha più sapore della libertà!
Un lusso per gente sazia?
La prima, forse non l’unica ma certo la
prima cosa necessaria, per tutti gli uomini e per ogni creatura umana, artche per
noi, è il pane. Certo, l’uomo non vive solo
di pane, ma è chiaro che vive in primo luogo di pane. Non a caso la prima richiesta
del « Padre nostro » che ci concerne, è la
richiesta del pane. Il tuo nome, il tuo regno, la tua volontà,,il nostro pane quotidiano. Questo è l’ordine divino delle cose.
Così deve parlare l’uomo che ha ascoltato
onestamente.
Ebbene, il nostro testo, in modo singolare, ma non casuale, parla proprio di questo: di fame, di pane, di libertà. E l’Evangelo, il lieto annuncio di questo testo,
o per lo meno un suo elemento essenziale è appunto il seguente: Gesù tiene ben
unite queste tre realtà — fame, pane e
libertà — e non le separa come volevano
fare i farisei. Qui, pane e libertà non sono
contrapposti: se ne afferma e chiarisce invece la profonda interdipendenza. La separazione fra pane e libertà è una separazione diabolica, che dev’essere rigorosamente respinta. Accade invece continuamente, in tutte le parti del mondo, in tutti i settori della vita, che signori di grande e piccolo formato dicono all’altro uomo: io ti do pane, tu dammi la tua libertà.
Abbiamo parlato la volta scorsa della reciprocità della libertà. Le cose stanno invece in questi termini: molti uomini sono
costretti a scambiare non libertà con libertà, ma libertà con pane. Innumerevoli
creature umane devono vendere la loro
libertà per procurarsi del pane. Ma il testo di Matteo 12: 1-8 vuol dirci, fra l’altro,
che Gesù mette decisamente fine all’alternativa disumana, diabolica: o pane o libertà. La libertà viene qui presentata da
Gesù come accesso al pane, anche contro
la santa legge del sabato. Fratelli e sorelle, noi apparteniamo all’Alleanza Protestante, evangelica; e sapete qual è, questa
alleanza? È l’alleanza fra libertà e pane.
Questa è l’Alleanza Protestante, secondo
Matt. 12: 1-8; tale è l’alleanza istituita da
Gesù in questa occasione. Chiunque rinneghi l’omogeneità fra la libertà e il pane,
e viceversa, rinnega l’Evangelo.
La libertà come accesso
al pane, e viceversa
Ecco, con queste considerazioni un po’
libere, ma non troppo libere, siamo in pieno nel nostro testo. Di che si tratta? Essenzialrnente, del comandamento del sa- .
bato, più esattamente della sua trasgres
sione da parte dei discepoli di Gesù, delle
motivazioni e delle conseguenze di essa.
Gesù difende i suoi discepoli,' in questo
caso. È raro; egli deve più spesso dichiararsi scontento di loro. Ma qui è contento. Finalmente i discepoli hanno fatto
qualcosa che egli può approvare, con cui
è d’accordo. Finalmente hanno capito
qualcosa. Finalmente cominciano a essere
cristiani. Perciò Gesù li difende. Bello.
Dobbiamo anche ricordarcene, qualche
volta, forse quando siamo attaccati da altri: (3esù prende anche le nostre difese.
Qual è dunque la portata essenziale di
quest’episodio? È chiara, come il sole, e
possiamo riassumerla così: quando sono
in gioco fame e pane, il discepolo di Gesù può trasgredire anche la legge santa.
Tanto più può essere trasgredita una legge
umana. In questo caso, infatti, la fame
dell’uomo è la nuova legge di Dio. Ecco
che vuol dire evangelico, protestante! Non
soltanto la fame ma — lo vediamo sempre,
nell’Evangelo — ogni necessità e angoscia
dell’uomo diventa la legge di Dio per i
suoi discepoli. In nome di questa nuova
legge devo trasgredire l’antica.
Libertà come trasgressione
Ecco, fratelli e sorelle, che vuol dire
essere protestante. Ma quanto siamo lontani dall’esserlo. Non abbiamo tratto, finora, le conseguenze sociopolitiolj.e.,di questo lieto annuncio. Anzi, non ’adibiamo
nemmeno cominciato a farlo. Gesù non ha
bisogno di prendere le nostre difese. Non
c’è tempo, qui, di approfondire il discorso. Vorrei soltanto aggiungere due accenni:
1 ) Il cristiano è un trasgressore. Essere un cristiano, oggi = essere un trasgressore! Certo, non si può dirlo in modo così grossolano. Sono però convinto che una
parte dell’esistenza cristiana non possa essere attuata, oggi, senza trasgredire la
legge.
2) Quando è in gioco il pane, il discepolo di Cristo può, deve trasgredire la
legge. Vorrei fare un passo di più, questa
volta in prospettiva ecumenica. Quando è
in gioco il pane della Cena del Signore, il
discepolo di Gesù può e deve trasgredire
la legge, per avere questo pane.
(continua)
Paolo Ricca
7
25 febbraio 1983
obiettivo aperto 7
DATI E CIFRE SUGLI EFFETTI DI UN’ESPLOSIONE NUCLEARE
SE SCOPPIA LA BOMBA...
Come ulteriore contributo alla riflessione sul problema del riarmo e della pace, pubblichiamo, sintetizzati, gli articoli apparsi alla fine del 1981 sul BRITISH MEDICAI JOURNAL, scritti da Jane
e Tony Smith, sugli effetti delle esplosioni nucleari dal punto di vista biomedico.
Alcuni degli effetti di una
esplosione nucleare sono simili
a quelli di una esplosione convenzionale (chimica); le differenze maggiori sono : la più grande potenza della esplosione nucleare e il rilascio di radiazioni
nucleari nocive. Quasi tutte le
morti precoci e la distruzione
causate dalle armi nucleari sono
dovute alla deflagrazione e al calore. Circa l’85% dell’energia
esplosiva di una fissione nucleare risulta in deflagrazione e calore; il resto è prodotto come radiazione nucleare, 5% iniziale (in
un minuto) e 10% come radiazione residua emessa in un tempo variabile^.
Effetti della
deflagrazione
Lo scoppio danneggia maggiormente le strutture solide,
per es. le case, rispetto al corpo
umano. Un’esplosione da 1 megaton distruggerebbe tutte le
case in un raggio di 6-7 km. Il
crollo delle case, le macerie scagliate a distanza dal vento provocato dall’onda d’urto (più di
250 km/h) causerebbe danni
mortali alla maggior parte della
gente. La deflagrazione, dal punto di vista medico, danneggia soprattutto i polmoni e le membrane del timpano; inoltre essa
provoca traumi all’apparato locomotore e agli organi interni
poiché il corpo è scagliato lontano dall’onda di pressione.
Calore
Il calore prodotto da una bomba da 1 megaton raggiunge il
picco di intensità quasi istantaneamente. Una persona colta all’aperto .al momento dell’esplosione, poi, riceverà ustioni di 2“
grado sulle superfici cutanee
esposte fino a 17-18 km. Pino a
12-13 km. dall’esplosione materiali combustibili come carta, vestiti, tappeti, tende possono incendiarsi. Un’altra possibile conseguenza di un’esplosione nucleare è la formazione di una «tempesta di fuoco ». E’ infatti possibile che si formi una colonna di
aria surriscaldata che richiamando aria fredda alla periferia
risucchia ogni cosa fino a bruciarla: le temperature possono
raggiungere e superare i 1000 C”.
Lo-Sviluppo della «tempesta di
fuoco » dipende anche dalla
quantità di materiali combustibili (benzina, metano, gasolio
presenti).
^ La fissione nucleare è la rottura del
nucleo di atomi pesanti come l’uranio;
la fusione nucleare è la unione di atomi leggeri come l’idrogeno: in entrambi i casi parte della massa di questi
elementi è convertita in energia, che
è rilasciata come calore ed emissione
di neutroni e raggi gamma. I neutroni convertono gli elementi con cui
vengono in eontatto in isotopi radioattivi. In riferimento ai raggi X e gamma le radiazioni si esprimono in
Roentgens; l’effetto sul corpo umano è
proporzionale alla quantità di energia
assorbita dai tessuti dopo l’esplosione
e questa è misurata in rads.
Radiazione
Si devono considerare due tipi
di radiaziope : quella iniziale
emessa entro un minuto dalla
esplosione, e la radiazione, residua, che è emessa dai prodotti
della fissione e dai detriti radioattivi sul terreno o risucchiati
nell’aria (quest’ultimi per esplosioni vicine al suolo che causano il « fungo ») ; i detriti radioattivi risucchiati in aria scendono al suolo o precocemente (in
24 h.) o come fallout tardivo. Le
radiazioni emesse sono di vario
tipo (neutroni, raggi x, raggi
gamma, alfa e beta, particelle).
I neutroni danneggiano maggiormente dei raggi gamma, anche
se giungono meno lontano.
Pioggia
radioattiva
Dopo un’esplosione vicina al
suolo, le particelle più pesanti di
polvere e detriti risucchiate nel
« fungo » e rese radioattive, scenderanno al suolo come fallout
precoce in 24 h. dopo l’esplosione. Il grado di fallout varia con
la direzione e la velocità del vento, ma assumendo un vento con
direzione costante la polvere
scenderà distribuendosi in una
nuvola allungata a forma di sigarò, di cui una-estremità è rappresentata dal punto di esplosione. Le particelle più fini si distribuiscono in alto nella atmosfera fino a 40 km. d’altezza
(stratosfera) dqve possono restare per vari anni. Dopo una
esplosione vicina al suolo da 1
megaton con vento uniforme di
25 km/h. la estensione del fallout — cioè l’area che esporrebbe un individuò non protetto a
una dose di 300 roentgens nei
primi 7 gg. dopo l’esplosione —
sarebbe lunga circa 280 km. e larga circa 35 km. (es. da Roma a
Firenze, o da Torino a Venezia).
I danni
all'ambiente
La polvere radioattiva, nelle
prime ore dall’esplosione, può
causare ustioni se viene in contatto con la superficie cutanea.
Esiste inoltre la possibilità di
ingerire sostanze radioattive attraverso cibi e bevande contaminate.
Per quanto riguarda l’ambiente, in generale le radiazioni non
danneggiano gli oggetti inanimati. Per le piante e gli alberi, anche se non muoiono, la loro possibilità di dare germogli o fruttificare può essere drasticamente ridotta.
Gli effetti a
lungo termine
Vi sono due possibilità di danno a lungo termine da radiazioni. La prima è che le persone rimaste esposte a dosi di radiazioni del fallout iniziale e che
hanno superato gli effetti acuti,
L’esplosione
della bomba
atomica
sull'atollo
di Bikini
possono soffrire di danni a lungo termine a causa dell’esposizione. La seconda possibilità è
che quelli che non sono stati
esposti all’iniziale fallout, possono essere esposti al fallout tardivo dall’ingestione di stronzio,
cesio e carbonio radioattivi presenti nei cibi: in questo caso il
danno è relativamente meno importante. Un’esplosione nucleare
che avvenga lontano dal suolo
produce meno fallout, poiché si
forma solo una polvere finissima radioattiva che discende lentamente al suolo in diversi mesi, attraverso le precipitazioni
atmosferiche. Il cesio-137 e lo
stronzio-90 possono essere introdotti nell’organismo tramite la
catena alimentare (ortaggi, carne, latte, burro, formaggi).
Quanto agli effetti tardivi delle radiazioni delle prime 48 h. dopo l’esplosione, essi sono costituiti da formazione di cataratta,
ritardato sviluppo fetale, sterilità maschile e induzione di leucemia. Fu calcolata fino al 10% dei
sopravvissuti a una dose di 450
rads la possibilità di sviluppare
malattie mali^e, particolarmente a Carico di polmone, tiroide,
cute, mammella. Altri danni genetici si evidenzieranno solo nei
figli 0 nei nipoti degli esposti a
radiazioni nucleari.
Altri problemi non medici si
porrebbero da eventuali esplosioni nucleari: distruzioni ambientali, perdita di sorgenti di
energia e di alimentazione per
l’uomo e quindi collasso della civiltà tecnologica.
Danno da
radiazione
Quale che sia il tipo di radiazione, X, gamma, particelle alfa
o beta, neutroni, il danno finale
per gli organismi viventi è prodotto dall’assorbimento di energia ; le conseguenze dipendono
dall’energia depositata all’interno delle cellule, soprattutto a livello dei materiale genetica; il
numero di cellule danneg^ate
aumenta con la dose. Ogni radiazione può causare mutazione
genetica, impedire la moltiplicazione o anche distruggere la cellula.
Effetti
da radiazione
I tessuti più sensibili alla radiazione sono il tessuto linfoide,
il midollo osseo, la milza, i testicoli e il tubo digerente. Più alta è la dose più grande il danno,
ma se la dose investe l’organismo
in settimane o mesi piuttosto
che in ore o giorni, essa è meglio
tollerata, poiché la riproduzione
cellulare può avvenire nonostante l’irradiazione.
I sintomi per radiazioni libe
NAGASAK11945
« A mano a mano che
ini avvicinavo alla scuola
vedevo cadaveri anneriti,
carbonizzati con le bianche ossa delle braccia e
delle gambe ohe spuntavano fuori. Quando arrivai, c’erano ancora^ dei
sopravvissuti. Erano incapaci di muoversi. I più
forti erano così indeboliti
da apparire sprofondati
a terra. Io parlavo e loro
pensavano ohe si sairebbero salvati, ma tutti sarebbero morti da lì a due
settimane. Non potrò mai
dimenticare come mi
guardavano e come mi
parlavano... »
(testifhonianza del prof. M.
Ichmaru, medico giapponese,
dopo la bomba atomica esplosa su Nagasaki)
OGGI
« Pace e disarmo oltre
che un problema politico,
sono un problema conoscitivo; non si può operare un’analisi politica fondata su di una situazione
di cui non si conoscono
compiutamente i termini.
Deve maturare a livello
di massa e di movimento
una forte esigenza di conoscere, partecipare, decìdere sul problema della
pace... ».
(F. Battistelli, Idoc Internazionale, novembre - dicembre
1981).
rate in 48 h. o meno sono evidenziati nella Tab. 1. Dosi superiori
a 5.(K)0 rads causano rapidamente delirio, incoordinazione motoria, insufficienza respiratoria e
morte in poche ore. Dosi più
basse causano nausea, vomito,
diarrea, danno midollare con caduta delle piastrine e dei globuli
bianchi circolanti nel sangue con
conseguente sanguinamente cutaneo e mucoso e aumentata suscettibilità alle infezioni. La caduta dei capelli e là sterilità si
osservano anche con dosi molto
al di sotto di quelle letali.
Pagina a cura
di Daniele Busetto
e Adriano Longo
Effetti sulj’organismo di radiazioni nelle prime 48 h dopo l’esplosione di una bomba nucleare.
DOSE (rad.) SINTOMI MORTE
0-100 Sterilità del maschio. 0
100-200 Nausea e vomito per 3-6 h per 1 giorno. Periodo di latenza di 2 settimane seguito da ripresa dei sintomi per 1 mese. Caduta dei globuli bianchi del sangue. 0
200 - 600 Nausea e vomito per 2 giorni. Periodo di latenza fino a 1 mese con ripresa dei sintomi per 2 mesi. Caduta dei globuli bianchi, emorragie, possibilità di infezioni. 0-90% in 2-12 settimane per emorragia o infezioni
600-1000 Nausea e vomito per 2 giorni. Periodo di latenza di 5-10 giorni seguito dalla fase finale (come in 200-600). 90-100% in 6 settimane per emorragia o infezioni
1000 - 5000 \ Nausea e vomito dopo '4 h. dalTesplosione per meno di 1 giorno. Periodo di latenza di pochi giorni seguito da febbre, diarrea e alterazioni elettrolitiche. 100% in 2 settimane
+ 5000 Nausea e vomito immediatamente seguiti da convul- sioni, tremori, incoordinazione motoria e coma. 100% in 49 h. per insufficienza respiratoria o edema cerebrale
(da «Medicine and the Bomb» British Medical Journal 1981; 283 - 845).
8
8 ecumenismo
25 febbraio 1983,
ANCORA SUGLI AVVENTISTI
BRASILE
La Bibbia sotto ia iente Pentecostali e CdB
Riceviamo un articolo del pastore avventista Sito Agnello
a proposito della polemica sorta dall'articolo di M. Rubò olì.
A complemento di quanto già pubblicato, lo pubblichiamo nella
parte dottrinale che più. ci interessa.
Crisi — Nonostante quello che
si afferma o si pensa non ci risulta che ci sia una crisi dottrinale. È bene, a questo punto, mettere in risalto un elemento che
riteniamo determinante agli effetti di una saña indagine. Una
delle dottrine professate ed inse'gnate dalla Chiesa Avventista del
7“ Giorno è: « Le" Scritture del
Vecchio e del Nuovo Testamento
furono date per ispirazione di
Dio. Esse contengono la rivelazione della sua volontà agli uomini. Esse sono la sola|, infallibile regola di fede e condotta ».
Se degli uomini lasciano la
chiesa, se scrivono articoli o pubblicano opuscoli o. riviste per
sostenere i loro punti di. vista
personali (e purtroppo, non di
rado soggettivi) ciò non vuol dire che una chiesa entra in crisi.
Non entrò in crisi Gesù, né la
sua chiesa quando (come ricorda Giovanni 6: 66) « Molti dei
suoi discepoli si ritrassero indietro e non andavano più con Lui ».
E non è tutto. Siamo obiettivi
e guardiamo le nostre chiese evangeliche. Personalmente ho conosciuto dei pastori che un tempo erano sacferdoti cattolici, ho
conosciuto sorelle che prima erano monache. Abbiamo nelle nostre varie comunità membri di
ogni provenienza: cattolici, ebrei,
musulmani, liberi pensatori, atei,
buddisti ecc. cha si sono convertiti all’Evangelo. Però, possiamo
dire in coscienza che questo
fatto ha messo in crisi le chiese
0 i gruppi religiosi o no dai quali si sono separati? La stessa cosa può dirsi della Chiesa Avventista del T Giorno. Eventuali defezioni non possono scalfirla. Del
resto cosa si legge in I Giovanni 2: 19? « Sono usciti di fra noi,
ma non erano dei nostri; perché se fossero stati dei nostri sarebbero rimasti con noi, ma sono
usciti affinché fossero manifestati e si vedesse che non tutti sono dei nostri ».
La Signora White — Molto ci
sarebbe da dire a proposito. Noi
però ci limiteremo a poche considerazioni.
1) Là signora White non ha
mai preteso Tinfallibilità. Parlando della sua opera ha detto che
essa dev’essere giudicata dai frutti. Sono essi che rivelano la natura della pianta. Quali frutti sono derivati dai suoi scritti? Basterebbe leggere anche un solo
suo scritto, « Guida a Gesù » per
esempio, per vedere che ella raccomanda di andare a Cristo, di
fidare in Lui, d’imitarlo, di cercare la comunione con Lui. Per
giudicare l’opera della signora
White è necessario leggere i suoi
libri. Chi non li ha letti come
può giudicarli se non li conosce?
2) Nessuna delle dottrine insegnate dalla Chiesa Avventista del
T Giorno ha avuto origine da lei,
né è stata da lei scoperta. Ad esempio: il santuario celeste venne a conoscenza della chiesa in
seguito ad una intuizione avuta
il 23 ottobre 1844 da Hiram Edson. L’intuizione che egli ebbe e
che attribuì al Signore fu; « Il
santuario è in cielo ». Parlò con
1 fratelli, studiarono la Bibbia e
giunsero alla conclusione relativa
al santuario. Fu da loro che la
signora White venne a conoscenza di questa verità. La sua
prima visione, infatti, nel dicembre 1844 non fu sul santuario:
ella vide il viaggio del popolo di
Dio verso la città celeste. Si noti
che anche la verità del sabato
come pure altre' dottrine bibliche lei le conobbe e le accettò
più tardi. Non fu lei ad enunciarle.
3) Il concetto che la Chiesa
cristiana Avventista del 7“ Giorno ha della signora White è quel
lo che noi riportiamo, citando la
dichiarazione fatta nel 1915 dopo
la morte della signora White da
un nostro ministro di culto: « Un
telescopio puntato verso il cielo
fa vedere stelle che l’occhio nudo
non scorge; così gli scritti della
signora White fanno meglio vedere delle verità bibliche che erano passate inosservate. Nello
stesso niodo che un telescopio
’’non aggiunge” stelle ma le fa
scoprire, così è degli scritti della
signora White: essi non aggiungono nulla alla Parola di Dio, la
fanno conoscere meglio ».
Il librò di W. Rea — Sintomatico è il fatto che l’autore nel suo
libro, a parte il tono sarcastico e
non di rado caustico, dà prova
di notevole scetticismo e non
manca di « ridicolizzare » non
poche verità bibliche come l’origine del peccato, la realtà del
cielo, il valore della religione, il
modo di procedere di Dio nei
confronti dell’uomo ecc. Uno
scrittore che tratta così la religione ci domandiamo se può essere preso al cento per cento come paladino di verità. Ne deriva
che le sue affermazioni debbono
essere sottoposte ad .un’attenta
disamina per accertare la fondatezza di esse.
Eco tra gli Avventisti d’Italia
— Possiamo rispondere che a
quanto ci risulta non c’è stata
nessuna eco. Perché? Per il fatto
citato prima: noi ci atteniamo
' alla Bibbia e le eventuali debolezze umane non scuotono la nostra
fede in Dio, nella sua Parola, in
Gesù Cristo, nelle verità evangeliche. Noi facciamo nostre le parole del profeta Geremia: « Maledetto l’uomo che si confida nell’uomo e fa della carne il suo
braccio... benedetto l’uomo che
confida nell’Eterno e la cui fiducia è l’Eterno» (Ger. 17: 5, 7).
Dottrina — I fratelli avventisti
non solo in Italia, ma nel mondo intero non perderanno la fede nella verità che hanno abbracciato. Essi non rinunceranno a guardare in alto, a credere
in Cristo fratello, avvocato, mediatore, sommo sacerdote celeste. Egli vive ed intercede per
noi. Se poi riforma ci deve essere — e sia la benvenuta — si
tratterà di un costante rinnovamento dell’esperienza cristiana
personale per sèmpre più avvicinarsi al Signore ed essere come
Egli vuole luce del mondo e sale
della terra. '
Concludendo che cosa ora possiamo dire? Ci limiteremo ad aggiungere questo: impariamo tutti
a volgere lo sguardo fuori dalle
cose transitorie dì questo mondo, distogliamolo da reali o presunti sbagli umani lasciando a
Dio la cura ed il compito di giudicare secondo la sua infallibile
giustizia ed in attesa di quell’alba luminosa perché non sforzarci di rispettarci reciprocamente,
di comprenderci meglio, di pregare gli uni per gli altri?
Silo Agnello
Lo scorso mese di dicembre ho
avuto la possibilità di compiere
un breve viaggio in alcune regioni dell’immenso territorio brasiliano. ^
A San Paolo, popolosa città industriale, ho visitato la sede della « Congregasào Cristao do Brusii », una delle più grosse chiese
pentecostali brasiliane, fondata
da Litigi Francescon. un valdese
veneto emigràfò~n5sir-STati Uniti e convertitosi j-^al periteco- '
stalismo nel 19PS;~T^ 1910 il
Francescon giunge' a San Paolo e
inizia una vasta campagna evangelistica in tre direzioni; tra la
numerosa colonia-italiana jp .San
PSolo, tra gli Italiani in Argentiha, in Italia, tramite l'invio di
Giacomo Lombardi, che inizia in
Roma il movimento pentecostale
(1908). Nel 1928 Luigi Francescon
presiede la prima Conferenza
Pentecostale Italiana alla presenza di 58 delegati rappresentanti
una trentina di luoghi di culto e
un migliaio di credenti pentecostali. Attualmente questa denominazione conta in San Paolo, 130
mila membri e 760 locali di culto; la chiesa principale ha una
frequenza ai culti di circa 8.000
persone! L’origine valdese di questa denominazione è visibile dal
fatto che^a differenza delle altre
chiese pentecostali essa pratica
.una discreta attività sociale nei
quartieri poveri di San Paolo
senza chiedere la conversione a
coloro che sono stati aiutati. La
differenza con la nostra chiesa
mi sembra risiedere soprattutto
nello spontaneismo nella formazione degli operai (qui chiamati
dal mondo
cristiano
a cura di Renato Ooisson
Diaconia essenziale
per la vita della chiesa
(Soepi) — Ha avuto luogo a
Ginevra un seminario ecumenico
internazionale sulla diaconia che
ha chiesto che la diaconia venga
riconosciuta elemento essenziale per la vita ed il benessere della chiesa.
Il rapporto del seminario ha
esaminato la diaconia a partire
da due angolature diverse: « lottare per la giustizia e la dignità
dell’uomo » e « vivere insieme in
una comunità di scambio e di
guarigione ». La diaconia viene
definita; essenziale, locale, mondiale, strutturale, politica, umanitaria, reciproca, liberatrice.
Il rapporto precisa « la diaconia non è mai una relazione da
Trattando del ruolo liberatore
della diaconia, il rapporto esorta
le chiese « a mettersi al servizio
degli oppressi e non a prendere
il loro posto; a preoccuparsi della presa di coscienza degli interessati affinché gli oppressi possano portare un giudizio sulla loro situazione e scegliere quale
diaconia può porvi rimedio. Gli
utenti della diaconia devono diventarne gli animatori ».
Sud Africa: pastore lli
residenza coatta » ^
>'C .
(BIP) —Il teologo boero sudafricano Beyers Naudé~sTé visto
prolungare ai altri tre anni la
condanna a residenza obbligata,
inflittagli nell’ottobre 1977. In
Sud Africa l’ordine di « residenza
soggetto ad oggetto, ma una re- ^ , . .............
lazione fatta di scambio, in una 7 o^^^^sata » viene dato dal qjini;
stero di polizia che, senza rego
comunità di solidarietà e di guarigione. Le forme istituzionali di
diaconia, anche se possono essere utili, non possono mai sostituire la responsabilità delle comunità cristiane locali ».
È inoltre molto importante « la
azione preventiva» perché «troppo'spesso, abbiamo combattuto i
sintomi del male senza ricercarne le cause profonde. Allora la
diaconia può essere utilizzata, a
torto, dai detentori del potere
per tranquillizzare le coscienze e
per attenuare le conseguenze delle ingiustizie ». « Anche se la diaconia non ha un fine politico,
pùò avere questo effetto ’’perché” la chiesa deve essere attenta alle cause strutturali e politiche della miseria, delle servitù e
della sofferenza ». La diaconia
dovrebbe sempre essere accessibile a tutti senza distinzione di
religione, di razza o di possibilità economiche.
làré procedimento giudiziario,
vieta, a chi ne è colpito, di lasciare la residenza che gli è stata
assegnata, di prendere la parola
in pubblico o di pubblicare un
qualsiasi scritto, di incontrare
più di una persona alla volta e
soltanto col permesso della polizia e di esercitare una qualche
attività professionale.
Il past. Beyers Naudé è una
delle vittime più conosciute di
queste misure repressive contro
uomini e donne, neri o bianchi,
che in Africa del Sud vogliono
opporsi nel nome di Gesù Cristo
e in modo non violento alla politica di segregazione razziale condotta dal governo bianco. Molti
altri, meno conosciuti o anonimi,
sono vittime di uguali misure repressive per semplici delitti di
opinione.
Pastore della « Nederduits Gereformeerde Kerk », chiesa che
sostiene l’apartheid credendo di
fondare nella Bibbia la sua giustificazione teologica e morale,
Beyers Naudé non ha mai disperato di vedere la sua chiesa fare
marcia indietro ed impegnarsi in
una vera riconciliazióne fra
bianchi e neri. Per questo era
stato uno dei promotori della
creazione dell’Istituto Cristiano
()RirAfrica del Sfid'r^aestin'äffragtl
studenti bianchi e neri, chiuso anche esso nel 1977.
Hans Kiing:
ecumenismo in crisi
(FLM Ini.) — Secondo Hans
KUng, professore di teologia alla
facoltà di Tübingen, il cammino
dell’ecumenismo ha raggiunto una fase critica. Da parte cattolica (rigidità riguardo aH’infallibilità del papa) come da parte protestante, si è fermi ad un ejjiumenismo di cerimonia. Le commissTDnt^ succèdono, ma nessuna azione segue le parole. Hans Küng
chiede che venga realizzato un
ecumenismo di base. Le chiese
dovrebbero ricordarsi che non
sono fini a se stesse, ma devono
servire l’umanità.
Riguardo alla pietà, Hans
Küng ha dichiarato: « Come
Freùd, nel secolo scorso, si è trovato di fronte al fenomeno della
sessualità repressa, cosi, oggi, noi
cT troviarno di ironte al fenomeno della Pietà repressa ». Secondo Küng la pietà permette il superamento di forme di depressione, di aggressione, di subiifnazione e di trasformazione. Sempre più la gente cerca di proteggersi dalla mediocrità attraverso
i momenti di rapimento, di misticismo e di occultismo. Fuori dalla sfera ecclesiastica, troviamo
sempre più..-forme di pietà come
non ce ne sono mai state. Le
chiese stanno combattendo una
battaglia sbagliata. Assistiamo
ad un allontanamento dalle chiese preso poco sul serio dalle autorità.
« Le chiese dovrebbero vivere
per Dio; disgraziatamente, troppo spesso esse vivono per loro
stesse » ha ancora dichiarato
Küng.
anziani) e nel voler continuare
nella predicazione orale e nel rifiuto di qualsiasi istruzione religiosa (scuola domenicale e
catechismo).
A nord di Rio de Janeiro ho
avuto anche contatti con le « Comunità cattoliche di base » brasiliane. Una realtà ecclesiastica
imponente : 80.000 comunità, una
presenza capillare nelle zone più
povere del paese. Dom Helder Cámara è praticamente la mente organizzatrice delle CdB. Nella sua
diocesi (Recife) si preparano gli
animatori biblici, sindacali e culturali chiamati in comunione
con il vescovo e il parroco locale
al servizio della CdB. E’ con piacere che apprendo la « conversione » di molti preti italiani giunti
qui per « colonizzare » ed ora attivamente impegnati a favore
degli emarginati, in attività a carattere biblico e sociale. Lo scorso anno, Gianni Novelli di ComNuovi Tempi ha visitato le CdB
brasiliane, stabilendo proficui
contatti con le CdB italiane.
Certo non tutto può piacere a
un osservatore protestante, per
esempio non si capisce come la
venerazione della « Nostra Signora Aparecida » (madonna nera
brasiliana) abbia ancora un posto rilevante nelle CdB del Brasile. In ogni caso qui la chiesa è
al servizio del popolo, punto di
riferimento insostituibile nella
difficile lotta per la giustizia e
per il ristabilimento dello stato
di diritto.
E. S.
ROMA
Incontri
A Roma, da qualche anno si
stanno conducendo dei rapporti
ecumenici con alcune Parrocchie
romane. In specie, vari membri
della Comunità Valdese di piazza Cavour hanno partecipato ad
una serie di studi biblici presso
la Parrocchia di Cristo Re, a viale Mazzini.
Recentemente, nel corso di uria
trasmissione andata in onda su
T.V. Ili — avente per scopo di
illustrare le attività parrocchiali
romane — alcuni nostri fratelli
hanno partecipato agli interventi richiamando l’attenzione sulla
importanza dello studio comuni-'
tario della Parola di Dio.
Domenica 30 u. s. ha poi avuto luogo nel tempio di piazza
Cavour un Incontro Ecumenico
di preghiera. Il culto, che ha richiamato numeroso pubblico, è
stato presieduto dal pastore
Franco Sommani e la predicazione è stata affidata al sacerdote
don Valentino GOmelli. Questi,
nella sua meditazione svoltasi
sul testo della I lettera dell’Apo
stolo Giovanni cap. I, ha ricordato la comunione di Ge.sù che
si rivela Redentore e Salvatore
coi credenti. La nostra testirtìonianza deve quindi avere come
oggetto questo Dio sempre operante nella storia, anche nei momenti cruciali come quelli che
stiamo oggi attraversando. In attesa della manifestazione finale
del Regno, i credenti sono frattanto chiamati a vivere nel vincolo dell’amore fraterno perché
Cristo, col suo sangue, ha già
abbattuto ogni muro di separazione (Ef. 4).
Durante il culto, al quale han,no partecipato molti giovani componenti il coro polifonico parrocchiale, sono state innalzate dai
presenti fervide preghiere e la
edificante serata si è conclusa col
Padre Nostro nella traduzione interconfessionale.
G. G
9
25 febbraio 1983
cronaca delleValli 9
UN APPELLO
Per l’affidamento familiare
^ ^ Accogliere un bambino in famiglia per permettergli una educazione / ràTniinitfl impegno che non può non interessare i credenti del pinerolese
ed opere
Due torrenti, Pellice-Angrogna
e Chisone-Germanasca, due valli
principali, collegate un tempo
solo da passi alpini ed ora da
strade carrozzabili. Uno sbocco
verso la pianura con Pinerolo e
Piossasco. Questo è il territorio
del I Distretto - le Valli Valdesi.
Molto si può dire su di esso,
e molto si è detto: che si tratta
di un territorio non vasto, ancora abitato da una buona percentuale di popolazione valdese. Accanto all’italiano si parla il francese e il patois, che rispetto ad
altre valli alpine, molto simili
per assetto ed economia, ha delle caratteristiche peculiari, legate alla sua fede riformata. Tuttavia oggi vogliamo vedere le valli
come uno dei Distretti in cui è
suddiviso il territorio nazionale
dal punto di vista della chiesa
valdo-metodista. Salta subito agli
occhi la piccolezza del distretto
Valli rispetto agli altri — per es.
il 2" va dalla Liguria al Triveneto, alla Svizzera Italiana —. Eppure su un territorio cosi piccolo ci sorto ben 17 comunità. Piccole comunità di montagna decimate dall’emigrazione, come
Massello e Rodoretto; comunità
di media valle che costituiscono
spesso il primo passo per chi
scende incontro alla fabbrica e
alla pianura come Pomaretto; comunità di fondovalle che con la
immigrazione si sono di molto
ingrandite, come Pinerolo e San
Giovanni. Ognuna di loro ha problemi diversi da affrontare: spopolamento, solitudine, caparbia
volontà di rimanere e di rendere sul posto la propria testimonianza; spostamento e bisogno
di ricreare la comunità di origine; spostamento e dispersione
nell’anonimato.
L’USSL n. 42 intende promuovere un’azione di sensibilizzazione sul problema degli affidamenti familiari.
Molti sono i motivi per i quali un bambino non può continuare a vivere nella propria famiglia, talvolta anche solo per un
periodo di tempo più o meno lungo.
L'Istituto, mentre può soddisfare alcune esigenze dei bambini, come il mangiare, il dormire,
l’istruzione e le cure sanitarie
nello stesso tempo li isola e non
offre loro un adeguato rapporto
affettivo individuale, che può essere soddisfatto solo in una famiglia. Più volte è stato scritto
al riguardo delle carenze e dei
danni personali che i ricoveri in
istituto determinano nei bambini.
Evitare per il prossimo futuro
altri eventuali ricoveri in Istituto soprattutto di bambini piccoli,
è possibile solo con la collaborazione di tutti.
Per risolvere molte situazioni
di abbandono c’è un’unica risposta: accogliere il bambino in una
famiglia.
L’Affidamento familiare si è dimostrato uno strumento educativo e pedagogico efficace e che
si adatta maggiormente alle singole esigenze e richieste dei sog
getti.
L’Affidamento familiare tende
all’inserimento del bambino in
una famiglia, al fine di dargli
una situazione di maggior sicurezza ed affetto che gli permetta di vivere più serenamente. Il
bambino aggiunge ai suoi genitori, che sonò in difficoltà, una nuova famiglia che può offrirgli aiuto.
L’Affidamento è temporaneo
(anche se talvolta dura diversi
anni) e non interrompe i rapporti con la famiglia di oiàgine, non
va quindi confuso con l’adozione.
Vi sono molte persone con cariche affettive ed educative, disponibili ad un nuovo impegno
di lavoro nei confronti di chi è
solo ed abbandonato, ma la decisione di prendere un bambino o
un ragazzo in affidamento non è
facile e deve essere il risultato
di una riflessione e di una scelta
responsabile, anche con un confronto con operatori sociali e con
altre famiglie che hanno già fatto
esperienze simili, e sulla base di
una corretta informazione.
Per poter utilizzare l’alternativa deiraffidamento familiare è
quindi necessario reperire, selezionare e preparare delle famiglie affidatane. A tal fine si informa che da diversi mesi un gruppo -di famiglie affidatane della
In parecchie grosse comunità
di fondovalle convivono tutti
questi aspetti. Nel Distretto ci
sono anche numerose opere sociali: tre case per minori, sei per
anziani, due ospedali, due scuole
secondarie inferiori e una superiore, diverse case per ospitalità.
Le opere sono situate su due
USSL differenti, con conseguenti
differenti modalità di rapporto.
La CED, Commissione Esecutiva
Distrettuale, ha il compito di conoscere queste diverse realtà e
di portarle all'attenzione di tutti
nella Conferenza Distrettuale. Ma
il suo compito appare arduo perché è difficile mettere in relazione le opere con le comunità. Le
comunità hanno in parte trovato
dei canali di collegamento tra di
loro con i Circuiti, il lavoro pastorale a livello distrettuale. Ma
le opere? La CED si è suddivisa
nei Comitati di ogni opera e li
frequenta regolarmente, ma ciò
non basta. Non basta neppure
esaminare le opere in Conferenza. Il rapporto tra opere e comunità stenta ad instaurarsi. Eppure la maggior parte dei lavoratori delle opere è valdese. C'è indubbiamente una grossa difficoltà a gestire il fatto di essere contemporaneamente membri della
chiesa che gestisce le opere e
prestatori d'opera delle stesse.
Forse si tratta di riflettere più a
fondo sulla cosa. Potrebbe essere questo il tema sullo sfondo
del quale impostare l'esame delle due opere diaconali che saranno .scelte alla prossima Conferenza Distrettuale nel pomerig-,
gio dedicato alla diaconia?
L’appello di alcuni membri del
Comitato, lanciato anche da questo giornale con il documento
pubblicato, è stato raccolto da
un buon numero di -aderenti che
si è ritrovato la sera del 14/2.
Molto ampia e ricca di spunti
di lavoro la relazione di Aldo
Perrero che ha partecipato alla
1“ Assemblea del Comitato Nazionale italiano per la pace a
Roma.
I rischi di guerra reale sussistono. Si calcola che circa 700
milioni di uomini sono in stato
di guerra. Il pericolo di guerra
atomica incombe sull’Europa e
nel mondo. I Comitati per la
pace oggi si stanno orientando a
promuovere zone denuclearizzàte, come è avvenuto a Bologna.
Due piccoli Comuni, di cui uno
in Val Penice, stanno per prendere analoghe deliberazioni; a
sostenere l’iniziativa parlamentare della sinistra indipendente
per rimuovere, con la modifica
della Costituzione, l’ostacolo a
indire « referendum » popolari
sull’installazione di missili nucleari e il loro impiego sul nostro territorio. Sia il popolo a dire l’ultima parola anche in questo ambito.
Sono in gestazione alcune importanti manifestazioni. A Berlino in aprile si terrà una giornata europea della pace, a Palermo
in luglio avrà luogo la manifestazione per la « denuclearizzazione» del Mediterraneo, un’altra a Perugia sulla riconversione
dell’industria bellica. In coincidenza dòlla festa delle donne, a
zona si incontra regolarmente
con operatori dei Servizi Sociali
e con persone interessate per discutere, chiarire ed approfondire
■ i problemi specifici dell’affidamento.
Chi è interessato, coppie, persone singole, gruppi parafamiliari, con o senza figli, può rivolgersi al Servizio Sociale di zona che
ha sede a Perosa Argentina in
Via Roma 22 - Villa Willi - Tel.
81190 - 81497.
In questo momento rivolgiamo
un appello pressante per la sistemazione di tre fratellini, una
bambina di 6 anni e due maschi
di 5 anni e 2 anni e mezzo per i
quali è necessario trovare una soluzione adeguata.
A. C.
VALLI CHISONE E
GERMANASCA
Smaltimento
rifiuti
COMITATO PER LA PACE VAL PELLICE
Prosegue l’impegno
nifestare contro la base missilistica, i cui lavori sono già iniziati.
E’ già stata fissata per il 23
ottobre una manifestazione mondiale per la pace.
Al Comitato per la pace della
Val Penice ogni aderente ha
esposto i propri convincimenti
su questo momento di mobilitazione per la pace che invero ha
maggiore riscontro fra le popolazioni del nord Europa e dell’Inghilterra.
Fra gli intervenuti c’è stato
chi ha ritenuto non attinente al
movimento la promozione della
obiezione di coscienza al servizio militare e la lotta contro le
servitù militari.
Unanime è emersa la volontà
di proseguire nell’attività impostata l’anno scorso, anche con i
suoi limiti, che va raccordata a
quella dei Comitati di Pinerolo
e Torino mediante legami più
stretti.
E’ stato proposto di organizzare in Val Penice un incontro pubblico in occasione della Giornata Europea per la pace che si
svolgerà il 10 aprile. Di rendere
attenti e consapevoli a] problema della pace e del rischio atomico di guerra i giovani, gli studenti, con un lavoro di migliore
informazione fatto però con più
entusiasmo.
A. K.
In breve
Valli Chisone e
Germanasca:
corsi di patois
Riprenderanno anche quest’anno nelle valli Chisone e Germanasca, i corsi di «parlata locale», organizzati dalla Comunità
Montana. Per lo scorso aiuto, il
compenso agli animatori e la gita finale costituirono una spesa
di 2 milioni e mezzo circa, rimborsati parzialmente dalla Regione con un contributo di 2 milioni.
Il piano per la raccolta e lo
smaltimento dei rifiuti solidi urbani, già discusso lo scorso anno, è ritornato all’esame del Consiglio della Comunità Montana
Valli Chisone e Germanasca, con
alcune modifiche dovute alla situazione molto varia dei singoli
Comuni e alla necessità di rendere il servizio funzionante in
1** Congresso
comprensoriale
Confcoltivatori
PINEROLO — Domenica 27
febbraio, ore 9, presso la sede
del Comitato Comprensoriale via Giuseppe, 39 - Pinerolo la Confcoltivatori (Confederazione Italiana Coltivatori) organizza il suo I Congresso Comprensoriale.
E’ im importante momento di
verifica interna perché si svolge
a tre anni di distanza dal congresso nazionale che indicò nel
decentramento delle strutture (a
livello comprensoriale) un momento di crescita di tutto il movimento.
Inoltre vi sono molti problemi
che andranno discussi: dalle recenti stangate del governo (anche in agricoltura), alla politica
del territorio, all’associazioni
smo.
Tutti possono partecipare, ma
si invitano in modo particolare
oltre agli agricoltori anche con- ,
siglieri comunali, soci cooperative agricole.
ogni caso.
In pratica le cose dovrebbero
svolgersi in questo modo: i rifiuti, raccolti dagli automezzi o
dai compattatori - al suolo, saranno convogliati a spese della
Comunità Montana alla discarica contrqllata dell’AMGAS di
Pinerolo ; automaticamente si
procederà alla chiusura e allo
smaltimento delle discariche comunali, tutte e da tempo fuori
legge. Per il trasporto a Pinerolo la Comunità Montana prenderà un contributo dalla Regione di 22 milioni e mezzo, aggiungendovi ancora qualcosa di
suo; ai Comuni rimarrà l’onere
della raccolta interna e del trasporto fino al compattatore più
vicino, oltre ad una quota percentuale calcolata in base alle
tonnellate trasportate a Pinerolo, da versare alTAMGAS per i
diritti di discarica.
Posta la questione in questi
termini — è stato detto — o^i
. Comune può aderire o no al piano, con una propria delibera, e
le astensioni eventuali non produrranno intralci o ritardi nel
servizio, come è invece successo
per il Piano Regolatore intercomunale.
Per i tempi di attuazione, si
prevede di iniziare tutto il movimento in primavera e di avere la
prova della sua funzionalità durante la stagione turistica. Al
termine di quest’anno, il piano
sarà rivisto con i dovuti aggiustamenti.
L. V.
Aumenta l’acqua
PINEROLO — Tutti d’accordo
i consiglieri comunali per l’aumento dell’acqua. Dal 1° gennaio
1983 costerà per un consumo minimo di 90 metri cubi Tanno, 300
lire al metro cubo. Chi supererà
questo consumo pagherà cifre variabili fino a 700- lire per metro
cubo.
Verrà salvaguardato
il parco
di Viila Prever
PINEROLO — £ stata DP a far
finalmente discutere in consiglio
comunale la petizione popolare
(1730 firme) per salvaguardare
l’uso pubblico del parco di Villa
Prever. Il comune vuole infatti
costruire una scuola, l’istituto
alberghiero e per questo aveva
incaricato già un progettista.
Nella discussione tutti i gruppi
politici si sono espressi per la
salvaguardia del parco. Verrà
convocato quanto prima un consiglio comunale aperto per discutere il problema dell’alberghiero.
Per ora niente
piscina
PINEROLO — La decisione di
costruire la piscina comunale
(costo attuale tre miliardi) è per
il momento accantonata. Se ne
discuterà nuovamente dopo la
approvazione della legge finanziaria per i coniuni. Lo ha comunicato il sindaco ai consiglieri.
Comiso nei giorni 6, 7 e 8 marzo
si raduneranno le donne per ma
Carla Beux
Hanno collaborato a questo
numero: Archimede Bertolino, Anna Celli, Marie France
Caisson, Roberta Colonna
Romano, Giovanni Conte,
Cornelio Del Vecchio, Dino
Gardiol, Antonio Kovacs, Alfredo Janavel, Naivo Ratzimba. Paolo Ribet, Katharina
Rostagno, Aldo Sbaffi, Eugenio Stretti, Franco Taglierò.
TESSUTI
CONFEZIONI
ARREDAMENTO
Via Duca degli Abruzzi, 2 - PINEROLO (To) - (Telef. 0121/22671)
k±.u
10
10 cronaca delle Valli
25 febbraio 1983
REGIONE PIEMONTE - UNIVERSITÀ’
Una ricerca sul patois
E’ con grande interesse che
apprendiamo la notizia secondo
la quale l’Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte ha
preparato un ’Progetto di ricerca sulla Toponomastica del Piemonte montano’. Alla stesura del
progetto hanno collaborato in
modo determinante il Prof. Arturo Genre ed il dott. Daniele
Jalla. Questa è una garanzia per
la buona riuscita dell’« Operazione » che aggiungerà una pagina
importante al patrimonio culturale delle nostre valli.
Stralcio dal ’Progetto’ : « ...E’
noto come nelle nostre monta' gne molti dei nomi di luogo ancora in uso sino a pochi decenni fa vadano oggi progressivamente, quanto irreversibilmente
perdendosi... Al dato più appariscente della scomparsa di molte
denominazioni si affiancano le
modificazioni, le storpiature, le
singolari trascrizioni in italiano,
vere e proprie reinvenzioni (o
massacri) dei termini locali che
ne rendono definitivamente oscuro il senso e la ragione d’essere.
...le sole armi della cultura sono certamente impotenti o per
lo meno incapaci di salvare un
sapere accumulato nel tempo,
ma che non trova nella realtà
montana di oggi suflìcienti ragioni e occasioni per prolungarsi e ritrasmettersi nel futuro. Esse possono tuttavia almeno riannodare il filo, ormai sul pimto di
rompersi se non già definitivamente spezzato, di ima memoria
ancora viva tanto tra le genera' zioni più anziane quanto in numerosi aspetti della cultura materiale e del paesaggio; di una
memoria che attraverso i nomi
dei luoghi racchiude spesso informazioni preziose per lo storico e il geografo, per il linguista e l’archeologo, per il geologo
e il botanico e che, per loro tramite, può dare ancora oggi un
contributo indiretto, ma a volte
concretamente utile per ricostruire, insieme al passato, anche un futuro per la montagna.
...questa ricerca si propone ”la
' raccolta sistematica della intera
rete di nomi che gli uomini hanno dato, per distinguerli, ai luoghi — grandi e piccoli — rientranti nei loro interessi” ancor
oggi in uso 0 per lo meno vivi
nella memoria degli abitanti dei
comuni compresi all’interno dell’area montana piemontese. I toponimi saranno cioè raccolti sul
terreno, dalla viva voce dei portatori di un patrimonio di conoscenze che, per il fatto di essere
affidato esclusivamente alla trasmissione orale, appare oggi come quello maggiormente sottoposto al rischio della cancellazione e dell’oblio. E investirà —
in questa fase — solamente una
parte del territorio regionale;
quella montana.
La' delimitazione territoriale
nasce... dall’opportunità di collegarla strettamente alle indagini
linguistiche che in quest’area sono in atto o stanno per essere
proposte dalla Regione in collaborazione con... l’Atlante Linguistico e Etnografico del Piemonte Occidentale che investe l’area
occitana e franco-provenzale, già
avviato dal 1980.
Il progetto si fonda sulla stret
Dottor Silvio Boèr
MEDICO CHIRURGO
Specialista in Ortopedia e Traumat.
Via Caduti per la Libertà, 2
10066 TORRE PELIICE
Comunica che a partire da lunedì 21 febbraio 1983 l’Ambulatorio sarà aperto col seguente nuovo orario:
lunedì 17,30-19; martedì 8,3010; mercoledì 17,30-19; giovedì
8,30-10; venerdì 8,30-10.
Per informazioni: tei. 932450
ta collaborazione tra enti e realtà molto diverse tra loro: l’Università, le Comunità Montane e
l’Assessorato alla Cultura della
Regione.
Toccherà alle Comunità Montane la responsabilità più diretta dell’attuazione stessa della ricerca: questa verrà infatti attuata solamente là dove la Comunità ne abbia fatta esplicita
richiesta o per l’intero territorio di sua competenza o per par
te di esso, impegnandosi ad individuare i ricercatori, a rendere
possibile la realizzazione di corsi di formazione decentrati e a
sostenere gli oneri materiali della ricerca sul campo, seguendo
quest’ultima in tutte le sue fasi... ».
E’ superfluo sottolineare l’importanza del progetto e siamo
certi che sarà appoggiato sènza
riserve.
Enzo Tron
PINEROLO
Approvato o.d.g. su
minoranze occitane
« Il Consiglio Comunale di Pinerolo
Venuto a conoscenza che una proposta di legge concernente "Provvedimenti per la tutela e la promozione
della lingua e della cultura della minoranza etnico-linguistica occitana in
Italia” è stata presentata sia alla Camera (di iniziativa delVOn. Dujany ed
altri) che al Senato (di iniziativa del
Sen. Fossore ed altri);
Rilevato che tale iniziativa, qualora
approvata, darebbe un riconoscimento
ufficiale agli occitani in Italia e garantirebbe alcune concrete misure per
la promozione e la tutela della loro
lingua e della loro cultura, come ripetutamente richiesto dal Movimento
Autonomista Occitano e da altre Associazioni culturali eccitane; ^
NelVambito degli articoli 3 e 6 della Costituzione della Repubblica Italiana, nonché dell’art. 7 dello Statuto
della Regione Piemonte;
Richiamata la necessità di promuovere lo sviluppo della lingua e della
cultura Decitane, nonché la rinascita
dell’economia della montagna di cui il
territorio occitano fa parte;
Considerato come per la prima volta
vi sia una concreta iniziativa legislativa per la tutela in Italia della nostra
minoranza etnico-linguistica;
Rilevato che quattordici valli alpine
nelle province di Torino e di Cuneo
ed alcune località in provincia di Imperia sono abitate da circa 200.000
persone di lingua e cultura eccitane;
Tenuto presente inoltre che gli Enti
Locali delle Valli avranno una parte
importante nell’attuazione di tale provvedimento di legge, qualora questo diventi operante;
INVITA
I componenti organi della Camera
dei Deputati e del Senato della Repubblica a procedere ad un sollecito
esame di tale proposta di legge in modo che essa possa divenire operante
al più presto e si possa così avviare,
anche per gli occitani, il processo di
tutela previsto dall’art. 6 della Costituzione Italiana ».
MOSTRA A TORINO
Paolo
Paschetto
pittore delle
Valli valdesi
Giovedì 24 febbraio alle ore
20,30, presso la sede del Museo
Nazionale della Montagna Duca
degli Abruzzi, al Monte dei Cappuccini, verrà inaugurata la mostra dedicata a « Paolo Paschetto - Pittore delle Valli Valdesi ».
L’iniziativa, frutto della collaborazione fra l’Assessorato alla
Cultura della Provincia di Torino e il Museo Duca degli Abruzzi, con l’ausilio della Società di
Studi Valdesi, ha due diverse
chiavi di lettura.
Da un lato si propone di ricordare l’artista nato nelle Valli
Valdesi nel 1885 e morto nel 1963,
notissimo come decoratore di
edifici pubblici e privati, xilografo originale nell’arte sacra, squisito paesaggista, insegnante di
composizione decorativa presso
l’Accademia di Belle Arti di Roma.
Dall’altro vuole evidenziare il
legame di Paolo Paschetto con
la sua terra e le sue valli, traendolo dalla sua pittura: le opere
della rassegna allestita al Museo
Duca degli Abruzzi, infatti, sono
soprattutto ispirate alle Valli
Valdesi, da cui l’artista era tenuto lontano per gli impegni di
lavoro. Il nucleo principale delle opere esposte, presentato al
pubblico per la prima volta dopo la morte di Paschetto, fu realizzato su incarico della Tavola
Valdese proprio con lo scopo
documentaristico di illustrare le
Valli; le altre composizioni, sempre di intendimento documentale, provengono da collezioni private.
L’esposizione ospita pure una
sintetica sezione di grafica e incisione che, con esaurienti note
biografiche, offre una lettura
completa dell’artista e dell’uomo.
REGIONE PIEMONTE
Nuovi obblighi urbanistici
Sono per il momento 356 i Comuni piemontesi con popolazio-,
ne inferiore ai 10 mila abitanti
obbligati alla formazione del programma pluriennale di attuazione, previsto dalla legislazione urbanistica vigente.
Li ha individuati il Consiglio
regionale, che ha approvato con
il voto favorevole del PCI, PSI,
PSDI e PDUP e l’astensione della
DC e del PLI, la delibera che ne
determina l’elenco sulla base degli indicatori fìssati dalla normativa regionale di settore.
Quali sono comunque gli indicatori in base ai quali sono stati individuati i primi 356 Comuni?
I criteri sono fìssati dall’art. 2
della legge regionale n. 17 del
1982 che ha recepito i contenuti
della legge statale n. 94, più comunemente nota come « legge
Ni col azzi ».
Sono stati quindi inclusi i Comuni che ricadono in una delle
tre fattispecie:
a) territorio caratterizzato
da interesse paesaggistico o ambientale, ovvero da esigenze o
previsioni di tutela ambientale o
idrogeologica particolarmente in
presenza di consistenti dinamiche o previsioni insediative;
b) territorio caratterizzato
da elevata ricettività turistica alberghiera ed extra alberghiera o
compreso in sub-aree di rilevante interesse turistico, per le quali i piani regolatori generali intercomunali, i piani territoriali
comprensoriali o, in fase di prima definizione, i loro schemi
prevedano uno sviluppo turi. stico;
c) territorio caratterizzato
dalla presenza di struttura industriale consolidata o da significative previsioni di sviluppo degli
insediamenti produttivi, ovvero
compreso in sub- aree per le quali i piani regolatori generali intercomunali, i piani territoriali
comprensoriali o, in fase di prima definizione, i loro schemi.
prevedano uno sviluppo industriale.
Per quanto riguarda il Pinerolese sono inseriti ben 17 comuni
del Comprensorio: Bibiana, Bricherasio, Campiglione Fen., Cantalupa, Cumiana, Fenestrelle,
Frossasco, Inverso Pinasca, Luserna S. Giovanni, Perosa Argentina, Perrero, Pragelato, Prali,
Prarostino, S. Pietro Val Lemina,
Usseaux, Villar Perosa.
VAL PELLICE
Per stare insieme
Durante la stagione invernale le serate sono spesso occupate solo dai programmi televisivi e la vecchia tradizione di ritrovarsi con gli amici o fra più
famiglie in casa o in « piola » per
chiacchierare, cantare o giocare a carte è scomparsa o sta per scomparire.
Nella convinzione che l'incontro, il
dialogo, il divertirsi insieme, sia momento per arrivare allo « star meglio
possibile » nonché strumento di promozione culturale, la Comunità Montana
Val Pellice organizza, in collaborazione
con l'Assessorato alla Montagna della
Provincia di Torino e i nove Comuni della Valle, tredici serate le cui prossime
scadenze sono:
Torre Pellice 24.2 - ore 21 - Salone Comunale di v.le Rimembranza: Gruppo
Occitano Artesin.
Luserna S. Giovanni 26.2 -ore 21 . Sala
Albarin: Gruppo di musica popolare
di Pinerolo.
Angrogna 4.3 - ore 21 - Trattoria Rocciamaneud: Gruppo Da pare 'n fieul.
Bobbio Pellice 5.3 - ore 21 - Sala Unionista: Gruppo Bretone Paotred Termali.
Bibiana 12.3 - ore 21 . Salone Parrocchiale: J Brande - Stefania con coi
de Stura.
Rorà 17.3 - ore 21 - Sala delle Attività:
Gruppo Occitano Val Pellice.
Lusernetta 19.3 - ore 21 - Palestra scuole: Gruppo Teatro Angrogna.
Villar Pellice 25.3 - ore 21 - Salone Comunale: Gruppo Da pare 'n fieul.
Angrogna 26.3 - ore 21 - Sala Parrocchiale Pradeltorno: Gruppo Occitano
Val Pellice.
Lusernetta 7.4 - ore 21 . Palestra scuole: Gruppo Da pare 'n fieul.
Bricherasio 9.4 . ore 21 - Salone Scuole Medie: J Brandè - Stefania con coi
de Stura.
L'ingresso è gratuito e libero a tutti.
Gli avvisi da pubblicarsi in questa rubrica debbono pervenire in tipografia
entro le ore 9 del lunedì precedente
la data di pubblicazione del giornale,
______________Teatro________________
PINEROLO — Venerdì 4 marzo ore
21 al Cinema Primavera verrà rappresentato « Zingari » di Raffaele Vivianf
con la compagnia di Bruno Cirino.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Al Cinema Teatro Lusernese mercoledì 9
marzo verrà rappresentato ,« A volte
un gatto » di C. Censi con la compagnia di Pesci Banana.
______________Concerti______________
TORRE PELLICE — Venerdì 4 marzo
alle ore 20.45 si terrà nel Tempio Valdese un concerto dell’Ensemble da camera di Vicenza.
Conferenze ~
PINEROLO — DP organizza alle ore
21 di venerdì 25 febbraio presso il centro sociale di San Lazzaro una conferenza di Marco Revelli sul tema " La
crisi e i mutamenti della composizione
dì classe ».
TORRE PELLICE — L'Università della
terza età organizza per giovedì 3 marzo presso l'Hôtel du Parc alle ore 16
una conferenza di Mario Strani sul tema « La biosfera, ossia il mondo dei
viventi ».
Segnalazioni
L’Associazione per i Diabetici (APID)
sezione di Pinerolo organizza per sabato 26 febbraio, alle ore 15 presso
l'Aula Magna dell’Istituto M. Buniva,
Via dei Rochis, Pinerolo, un incontro
a favore di tutti I diabetici e dei loro
familiari, con il seguente ordine del
giorno:
1) Trattazione, da parte dei medici
del Centro Antidiabetico, del tema: « Le
conseguenze della malattia diabetica »;
2) Presentazione ed approvazione del
bilancio consuntivo, gestione anno 82;
3) Rinnovo del Consiglio Direttivo,
come previsto dallo statuto dell'Associazione.
Verrà fornita ai presenti l’occasione
per il rinnovo delle tessere.
ANGROGNA — Sabato 26 febbraio alle ore 20.30 presso la palestra delle
scuole comunali del Capoluogo, lo
Sport Club Angrogna organizza una serata ricreativa con la proiezione di diapositive su: Flora e fauna delle nostre
montagne. Sci ed escursionismo in Val
Pellice.
USL 42 - VALLI
CHI80NE-GERMANA8CA
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 81000 (Croce Verde).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 27 FEBBRAIO 1983
Fenestrelle: FARMACIA GRIPPO Via Umberto I, 1 - Tel. 83904.
San Germano Chisone: FARMACIA
TRON - Telef. 58766,
Ambulanza:
Croce Verde Perosa: tei. 81.000
Croce Verde Porte: tei. 201454
USL 44 • PINEROLE8E
(Distretto di Pinerolo)
Guardia Medica:
Notturna, prefestiva, festiva: telefono 74464 (Ospedale Civile).
Ambulanza:
Croce Verde Pinerolo: 22664.
USL 43 - VAL PELLICE
Guardia Medica:
Notturna: tei. 932433 (Ospedale Valdese) .
Prefestiva-festiva: tei. 90884 (Ospedale Maurlziano).
Guardia Farmaceutica:
DOMENICA 27 FEBBRAIO 1983
Torre Pellice: FARMACIA MUSTON,
<ha Repubblica, 22 - Tel. 91328.
Ambulanza:
Croce Rossa Torre Pellice: telefeno 91.288.
11
25 febbraio 1983
cronaca delle Valli li
SCUOLA
DEI BOUISSA:
IL SINDACO
RISPONDE
li»'.'
0
I?'
..V
Mi è pervenuta copia di una lettera,
datata 10.2.1983, e firmata da numerosi
genitori di allievi della scuola Bouissa,
indirizzata in primo luogo al Provveditore agli Studi e concèrnente lo spostamento della Scuola materna. ,
Vedo che la lettera è indirizzata pure ai settimanali locali e, quindi, mi
permetto di inviare la presente, con
preghiera di pubblicazione, affinché la
popolazione sia pienamente informata
sul problema suddetto.
La lettera dei genitori reca senz’altro
delle affermazioni giuste ed importanti:
sul valore intrinseco dei servizi decentrati e rispondenti alle esigenze dell'utenza: sul valore della scuola come
servizio sociale, essenzialmente rivolto
ai suoi utenti naturali e cioè i bambini; l’importanza del raccordo metodologico-didattico fra i vari gradi della
scuola (nel caso specifico fra scuola
materna e scuola elementare).
La lettera, però, lascia estremamente
delusi per la superficialità di altre osservazioni, perché contraddittoria e per
la malafede contenuta nella sua affermazione finale.
Muovendo da quest’ultimo punto, rilevo. infatti, che i firmatari della lettera affermano che deve essere instaurato daH’Arpministrazione « un rapporto
con utenza ed insegnanti finalizzato alla costruzione assieme di eventuali soluzioni alternative, senza quindi la negazione del confronto e della discussione democratica ■>, che pare'agli scriventi « essere purtroppo la linea seguita in questa occasione ».
La malafede di tale affermazione risulta evidente, quando si tenga presente:
— che, prima di giungere alla decisione lamentata dai firmatari della lettera, l’Amministrazione Comunale ha tenuto ben quattro incontri con insegnanti e genitori:
— che, infatti: il 27.11.1982 l’Assessore aH’fstruzione si è incontrato, presso la Direzione Didattica, con il Direttore, il Presidente del Consiglio di Circolo, gli insegnanti della scuola materna e della scuola elementare Bouissa;
il 21.12.1982 l’Assessore all’Istruzione
si è incontrato, nella sala consiliare del
Comune, con i rappresentanti dei genitori delle scuole materna ed elementare, altri genitori, gii insegnanti delle due
scuole, il Direttore Didattico ed il Presidente del Consiglio di Circolo (in tale sede risultò l’esigenza di riunire nell’edificio Bouissa tutte le classi della
scuola elementare, essendo venute a
mancare — per motivi indipendenti
dalla volontà dell’Amministrazione — le
due aule staccate, che, ospitando allievi della scuola elementare, consentivano di tenere nell’edificio Bouissa la
scuola materna: ne conseguiva l’esigenza di spostare altrove la scuola materna: sempre in tale sede venne suggerito all’Amministrazione di utilizzare la
vecchia scuola Santa Margherita, che il
Concistoro della Chiesa Valdese, proprietario, avrebbe senz’altro concesso) :
il 30.12.1982 si svolse un sopraluogo
alla ex-scuola quartierale di S. Margherita. con la partecipazione, oltre che di
Amministratori, dei tecnici del Comune,
del Presidente del Consiglio di Circolo,
di membri del Concistoro; ne risultò
che lo stabile, oltre a richiedere lavori
di sistemazione con un costo valutato
dai tecnici in 55 milioni, non avrebbe
offerto una soluzione didatticamente ed
organizzativamente idonea, perché privo
di spazi esterni per le attività dei bambini, dotato solo di un cortile utilizzato
anche da inquilini dello stabile che vi
hanno installato la propria autorimessa,
privo di cucina propria e quindi bisognoso del trasporto di pasti da altre
mense con conseguenti inconvenienti di
carattere igienico, oltre ad essere privo di personale ausiliario, non disponibile nell’organico del Comune; il 17.12.82
si è svolto un incontro del Sindaco con
le insegnanti ed i rappresentanti genitori scuola materna; il 18.1.1983 si è
svolto un incontro della Giunta con insegnanti e rappresentanti dei genitori
scuola materna, il Direttore Didattico ed
il Presidente Consiglio di Circolo (in
tale sede risultò come unica soluzione
— al di là delle aspirazioni e delle af
fermazioni di principio — lo spostamento della scuola materna Bouissa
nelia stessa sede della scuola materna Capoluogo, ove sono disponibili i
locali, gli spazi esterni, cucina e mensa, personale ausiliario);
— che non risulta vi siano state altre
richieste di incontri con l’utenza e con
gii insegnanti, oltre ai quattro sopra
specificati e, del resto, più che sufficienti per sviscerare il problema, esporre le varie posizioni, esarninare le possibili soluzioni. ^
Contraddittoria è la lettera quando afferma l’esigenza del rapporto metodologico-didattico fra scuoia materna e
scuola elementare, pure essendo chiaro che non possono essere ospitate nello stesso edificio le due scuole e,
quindi, la materna deve-essere spostata in altra sede, ovunque si trovi.
Superficiale è, poi, la trattazione del
problema finanziario, quando, pur riconoscendo ia grave situazione attuale
della finanza locale, si afferma che è solo una questione di distribuzione della
spesa, senza accertarsi se è minimamente possibile una diversa distribuzione ed il conseguente spostamento
di fondi da un settore all’altro di attività o se non si sia invece nella situazione di dover destinare tutte le risorse ordinarie alla copertura di spese
fisse, non sopprimibili, costituite essenzialmente dai costi del personale,
dagli oneri di funzionamento (riscaldamento, illuminazione, ecc.) dagli oneri
di manutenzione stabili ed impianti, dal
pagamento di mutui stipulati, ecc.
Mi pare, dunque, di avere esposto
integralmente la situazione: la scuola
materna Bouissa non può — oggi come oggi — trovare altra collocazione,
se non presso la scuola materna Capoluogo, quali che siano le aspirazioni
degli utenti e la tendenza dell’Amministrazione a soddisfarle.
Con i migliori ringraziamenti.
Giovanni Steffanetto, Sindaco
L’ECO DIFFICILE
Si discute ancora sugli articoli difficili e sul contenuto del giornale. Devo
ammettere, come lettore, che certi articoli non riusciamo a capirli anche
perché, essendo questi estranei al nostro ambiente o al nostro costume, non
ci interessano e perciò non ci sforziamo di capirli o non li leggiamo. L’Eco
non è comunque una rivista accademica per cui non ritengo superflue le
raccomandazioni ai collaboratori di non
fare sfoggio di eloquenza-.
Perfino Magna Linotà (che se non
sbaglio è professoressa) rinuncia alla
lettura di certi articoli!
La Redazione estende ai lettori l’invito ad intervenire alle sue riunioni;
non ritengo tuttavia che l’invito possa
essere accolto essenzialmente per due
ragioni:
1) perché non tutti hanno disponibilità di tempo:
2) perché i lettori ritengono che,
in presenza di una Redazione compatta
e dialetticamente preparata, il parere
di singoli verrebbe facilmente sopraffatto.
Ricorderei piuttosto che già qualche
anno fa la Redazione promosse una lodevole e assai più concreta iniziativa:
intendo alludere all’inchiesta Eco-Luce.
Dei risultati ottenuti, venne poi pubblicata (se ben ricordo) una relazione abbastanza generica. Mi chiedo se non
sarebbe ora il caso di completare l’opera pubblicando, eventualmente a puntate, l’eienbo completo e classificato
delle risposte e dei suggerimenti.' Si
potrebbe in seguito promuovere un dibattito su risposte e suggerimenti non
accolti e sulle relative motivazioni addotte dalla Redazione.
Cordiali saluti.
Guido Baret, Pomaretto
In ogni giornale vengono pubblicati articoli che ci interessano di più
e altri di meno. Compito delle redazioni è quello di dosare gli articoli del
giornale in modo che essi siano accettati dalla maggior parte dei suoi lettori. Il nostro è un giornale a diffusione nazionale con una « specializzazione » di cronaca locale. Cerca di rispondere a questo indirizzo^che viene
dal nostro Sinodo, e certamente lo fa
con molti errori. Proprio per evitarli
il più possibile la redazione organizza,
ogni terzo giovedì del mese, una riunione di collaboratori in casa Gay (via
Cittadella 8) a Pinerolo. In questa
occasione, la redazione ascolta le critiche e i suggerimenti senza « sopraffare » nessuno. Basta venire e sincerarsi di persona di questo. Per quanto riguarda l’inchiesta sui lettori abbiamo
pubblicato nei numeri 31 e 32 del
luglio-agosto ’81 ben tre pagine di risultati sui quali continuiamo a lavorare per impostare il nostro giornale.
(g-g-)
IL « MIO
ECUMENISMO »
Mi dispiace polemizzare con Marcella Gay che stimo profondamente. Ma
una precisazione la devo fare: all’incoptro ecumenico a Pinerolo il 28 gennaio
10 non ho presentato il « mio » ecumenismò, ma ho esposto il documento
sull’ecumenismo approvato 'dalle chiese valdesi e metodiste al Sinodo 1982.
Tutto quello che ho detto è contenute nel. documento. Addirittura lo schema della mia esposizione seguiva i
punti del documento.
In particolare la » linea » del mio
discorso era quella del documento:
quindi non un*« mio » ecumenismo, ma
quello delle Chiese valdesi e metodiste.
Avrei certamente potuto leggere il
documento, ma questo non corrisponde
ai canoni oratori di una conferenza pub■ blica.
Ho esposto con mie parole (e con la
spiegazione richiesta in una conferenza)
11 contenuto del documento al quale mi
sono ripetutamente riferita: naturalmente si tratta del testo approvato dal
Sinodo 1982, non della bozza, molto
diversa, del 1981!
Giuliana Gandolfo, Torino
Non ho mai pensato che le idee
esposte dalVoratrice fossero diverse dalle tesi del recente documento sinodale.
Ho semplicemente avuto l’impressione
di ascoltare la testimonianza di una
persomi direttamente impegnata a seguire, con calore di sentimenti e chiarezza d’idee, quel cammino verso Cnsto che inevitabilmente ci avvicina anche ai credenti di altre confessioni volti alla medesima meta.
Non mi è parso altrettanto evidente
nel suo intervento il fatto che questo
impegno ecumenico, nelle linee che lo
definiscono, è maturato attraverso lo
studio, la preghiera, il dibattito, nelle
singole chiese e nelle riunioni quartierali, fra noi e con amici cattolici; non
è il nobile sogno di pochi, ma una
scelta (non facile in Itàlia anche per
motivi' storici) che le chiese valdesi e
metodiste hanno fatto a ragion' veduta e che ci impegna per l’avvenire,
nell’ubbidienza al Signore.
Su questo, credo, siamo d’accordo,
ma sarebbe stato utile dirlo davanti a
persone che forse non sapevano la storia del documento sinodale. (m.g.)
Pro Asilo Valdese
di Luserna San Giovanni
Fondo di solidarietà - 4° trimestre 1982
L. 10.000: Boèr Piero e Niny (3 versamenti); Jouvenal Enrico (3 vera,); Benedetto Gay Susy e Jeannette (3 vers,):
Robba Evelina (3 vers.); Malan Emilio;
Giordan Maria.
L. 15.000: Tommassini Raimonda.
L. 20.000:, Rostagnol Matilde e Jean;
Geymonat Elena; Malanot Rita e Rinaldo; Danna Nino e Nuccia; Long Lodi
Laura (2 vers.): N. N.; N. N.
L. 25.000: Ballestra Rina e Romolo;
N. N.; Bellion Lena in mem. del marito
Giulio.
L. 30.000; Scroppo Piera e Ulrico;
Marsine, Edmea e Gino Menjer.
L. 45.000: N. N.
L. 47.500: N. N.
L. 50.000: Pittavino Fiore e Laura; Gardiol Marta e Dino; Pone René e Flora;
Balmas Odette in mem. di A. Balma e
M. Jon Scotta; Pro Loco di Rorà in
mem. di Martina Walter; Bensì Giordano in mem. della moglie.
L. 60.030: Jalla Margherita.
L. 70.000; Rostan Albina.
L. 80.000: Giolitto Mollica Febe.
L. 100.000; Morel Luciana.
L. 300.000; Società di Cucito di Ltìser- <
na San Giovanni.
L. 350.000: N. N.
( RINGRAZIAMENTO
La famiglia di
Jenny Griot
ved. Richiardone ’
grata per il calore e la solidarietà che
ha sentito intorno a sé, in occasione
del lutto che l’ha colpita, desidera ringraziare quanti le sono stati vicmi, con
presenza, scritti, fiori e parole di conforto.
Un grazie particolare all’équipe medica ed al personale dell’Ospedale di
Pomaretto per l’assistenza continua
prestata, al dott. Gallo, al pastore sig.
Rostagno, al direttivo e soci della S.PR.
« Sergio Baghero », al Comitato Manifestazioni Pinerolesi, agli amministratori della città di Pinerolo e Gap,
alla Banda Musicale di San Germano
Chisone, ai sigg. Bianciotto Nemore e
Giulia, alle famiglie delle case operaie
e del Villaggio Agnelli di Villar Porosa, all’AVIS di Villar Porosa, ed ai
compagni di lavoro dei figli.
Villar Perosa, 18 febbraio 1983
RINGRAZIAMENTO
« Getta sull’Eterno il tuo peso
ed Egli ti sosterrà ».
(Salmo 55: 22)
Il Signore ha richiamato a Sé
l^argherita Spartel
ved> Sibille
A funeraU avvenuti ne danno il doloroso annuncio la figlia Clara con il
marito Ernesto Giampiccoli ed i nipoti
Anna e Marco.
La famiglia ringrazia il pastore Zotta, i medici ed il personale infermieristico deR’Ospedale Valdese di Torre
Pellice, del Rifugio Carlo Alberto e
tutti coloro che hanno preso parte al
suo dolore.
Eventuali doni in memoria : « Pro
Associazione Amici dell’Ospedale Val’ dese di Torre Pellice ».
Torre Pellice, 16 febbraio 1983
RINGRAZIAMENTO
« Ora, 0 mio Signore, tu lasci
andare in pace il tuo servo,
poiché gli occhi miei han veduto la tua salvezza »
(Luca 2: 29-30)
Dopo una vita vissuta nella fede, al
servizio del Signore, si è spenta aH’età
di 94 anni
Ondina Bilione
ved. Ernesto Corsani
Ne danno l’annuncio i figli Enrico
con la moglie e le figlie Ondina, Lilia, Ivana; Carlo, con la moglie ed i
figliuoli Roberto ed Ernesto; i parenti
tutti.
-Si ringraziano quanti all’Asilo Valdese di Lusema S; Giovanni, si sono
amorevolmente occupati di lei.
Si desidera che eventuali offerte « in
memoria » siano devolute all’Asilo sopra nominato.
Luserna S. Giovanni, 25 febbraio 1983
RINGRÀZIAMENTO
La famiglia di
Maddalena Pasque!
ved. Pasquet
eommossa per le affettuose manifestazioni di simpatia ricevute in occasione
della dipartenza della sua Cara, nell’impossibilità di, farlo personalmente,
ringrazia vivamente quanti hanno voluto prendere parte al suo dolore.
In modo partieolare esterna la sua
gratitudine al dott. Enripo Gàrdiol, alla signora Laura Cesan Mondon, ai volontari della Croce Rossa Italiana ed al
Coro Alpino Val Pellice.
Torre Pellice, 25 febbraio 1983
II Consiglio Direttivo della Pro Loco
di Torre Pelliee si associa al cordoglio del signor Franco Pasquet per la
scomparsa della mamma, signora
Maddalena Pasquet
Torre'Pellice, 25 feHiraio 1983
RINGRAZIAMENTO
Il Signore ha richiamato a Sé
llda Rivoir
ex insegnante, di anni 89
I parenti riconoscenti ringraziano E
sig. Gobello, la signora Barbiani unitamente a tutto il personale ed agli ospiti dell’Asilo Valdese di Luserna San
Giovanni.
Luserna S. Giovanni, 25 febbraio 1983
RINGRAZIAMENTO
« Io ho pazientemente aspettato l’Eterno, ed Egli s’è inclinato
a me ed ha ascoltato il mio
, grido ».
(Salmo 40: 1)
I ^famiUari del caro
Alessio Sappé
commossi e riconoscenti per la dimostrazione di stima e di affetto ricevuti,
neiU’impossibffità di farlo singolarmente, ringraziano tutte le persone che
sono state loro vicine in questa dolorosa circostanza.
Un grazie particolare ai vicini di
casa, ai pastori T. Noffke, P. Marauda
e A. Genre, al Dott. Bertalino ed dEla
locale sezione A.N.A.
Pramollo, 16 febbraio 1983
Il Consiglio Direttivo deUa Pro
Loco di Torre Pellice partecipa commosso al lutto deRa Presidente Clara
GiampiccoR per la scomparsa deRa
mamma signora
Margherita Spartel
ved. Sibille
Torre Pellice, 18 febbraio 1983
RINGRAZIAMENTO
Renata Gamba, con la famiglia tutta, ringrazia commossa quanti le sono
stati vicini con dimostrazioni di affetto e solidarietà in occasione deRa tragedia che ha stroncato la giovane vita
della sorella
Anita
Torre Pellice, 25 febbraio 1983
RINGRAZIAMENTO
<( Fattosi sera Gesù disse: passiamo all’altra riva »
Il giorno 9 corrente è mancato all’affetto dei suoi cari
Giovanni Giacomo Tron
di anni 93
I famRiari ringraziano tutta l’équipe
medica del reparto medicina deM’Ospedale EvangeRco di Torino assieme a
tutto U personale paramedico e di servizio per le amorevoli cure prestate al
loro caro. Ringraziano pure coloro che
con scritti o di presenza sia a Torino
che a Maniglia hanno manifestato la
loro simpatia verso i familiari.
Maniglia, 14 febbraio 1983
RINGRAZIAMENTO
I famUiari di
Ester Carojina Durand
ved. Malan
ringraziano parenti, amici e conoscenti
che con la loro presenza e il loro aiuto
hanno preso parte al loro dolore.
Un grazie particolare ai pastori BelRon e Ribet, al medico curante dott.
Marinaro e alle cugine Ivana e Mary.
Luserna S. Giovanni, 25 febbraio 1983
AVVISI ECONOMICI
TRASLOCHI e trasporti per qualsiasi
destinazione, preventivi a richiesta;
Sala Giulio, via Belfiore 83 - Nichelino - tei. (011) 6270463 - 6272322.
CERCO per 10 ore settimanali aiuto
domestico. Zona Crocetta Torino.
Telefonare sig.ra Carla 58.40.45.
GIOVANE pastore cerca un commentario esegetico pratico da Matteo all’Apocalisse deRa serie Bosio, Luzzi,
Stewart. Scrivere: Enrico Caravaggio, via del Sebino Ih, 25100 Brescia. ,
12
12 uomo e società
25 febbraio 1983
CATANIA
GENOVA
Nonviolenza e politica
Un dibattito a cui hanno partecipato eminenti personalità d’oltre
oceano apre un dialogo che è ancora tutto da costruire
Quali spazi per una politica
nonviolenta in Italia? Intorno a
questa domanda è ruotato il dibattito di un Convegno dal titolo
« Nonviolenza e politica », svoltosi in due riprese (29-30 gennaio e
7 febbraio) presso l’Università di
Catania. All’incontro — organizzato dal gruppo etneo di « Amnesty International», dalla rivista cattolica « Cataniadue » e dalrUniversità — hanno partecipato
circa 150 persone (250 nei- momenti di punta): studenti e professori, membri di « Amnesty »,
cattolici ed evangelici giovani e
meno giovani, militanti del movimento per la pace.
Tra i numerosi interventi ufficiali, particolare interesse hanno
suscitato quelli di tre oratori di
Oltre Oceano: Vincent McGee, ex
presidente di « Amnesty » negli
USA, attualmente presidente dell’Associazione degli Amici di Comiso negli Stati Uniti e del Fondo per la Pace; Joseph C. Lowery, pastore metodista di colore,
presidente della Southern Christian Leadership Conference di
'Atlanta (Georgia); Adolfo Perez
Esquivel, argentino, premio Nobel per la pace nel 1980. Tutt’e
tre, più che analizzare in chiave
teorica la dialettica fra i due termini contenuti nel titolo del Convegno, hanno affrontato la questione a partire dalla loro esperienza, strettamente connessa
con quella di vaste masse popolari negli USA e nell’America Latina. Tutt’e tre — seppure in situazioni molto differenti — hanno sempre lottato esclusivamente con armi nonviolente: con la.
disobbedienza civile, con lo sciopero della fame, con « sit - in »
e con molti altri metodi che spesso erano gli stessi frangenti a
suggerire; sempre, però,’dedicando le loro energie migliori all’informazione, alla sensibilizzazione, al coinvolgimento delle masse, utilizzando i canali più diversi. « Il riscatto del popolo — ha
detto infatti Esquivel — passa
necessariamente attraverso la
tessitura di una rete informativa a livello internazionale, che
sappia essere alternativa a quel
« L’Eco delle Valli Valdesi »: Reg.
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Stampa: Cooperativa Tipografica
Subalpina ■ Torre Pellice (Torino)
la dei ceti dominanti ». Per queste persone — e per i movimenti che esse rappresentano — la
nonviolenza non è solo metodo
di lotta, né solo utopia: è il segno e insieme la speranza di una
società nuova. È « ciò che libera
l’oppresso e l’oppressore », per
usare le parole di Lowery, ed è
« trasformazione della società »,
per usare quelle di Esquivel.
Negli Stati Uniti, in America
Latina il movimento nonviolento
raccoglie tutte le istanze e tutte
le forze tese alla trasformazione, a tal punto che — sono parole di Esquivel — « non ha senso porsi il problema della lotta
armata in linea di principio. Il
popolo non vuole armarsi. Se arriva a farlo è perché la società
è giunta all’ultimo stadio della
putrefazione. >
In tutto il mondo si conosce
il ruolo avuto, nella rivoluzione
nicaraguegna, dalla lotta armata
dei Sandinisti: quanti conoscono
la miriade di battaglie nonviolente di massa che l’hanno preceduta? ».
E in Italia? Né gli interventi
degli oratori di casa nostra, né il
dibattito hanno saputo indicare
una direzione per superare la
storica contrapposizione fra
movimento di classe da una parte e movimento nonviolento dall’altra.
Le sinistre italiane — ha affermato Antonino Drago, professore
di fisica all’Università di Napoli
— non hanno mai cessato di giustificare la violenza come mezzo
per conquistare o per difendere
il potere. Dall’altra parte Giacomo Cagnes, presidente del Comitato per la pace di Comiso, e
Giuseppe Giarrizzo, docente di
storia moderna all’Università di
Catania, nell’affrontare (non senza imbarazzo) il tema « Nonviolenza e cultura meridionale », si
sono potuti permettere il lusso
(senza che alcuno potesse gridare allo scandalo) di dimenticare esperienze come quella di Danilo Dolci contro la mafia o
quella di Lorenzo Barbera nel
Belice. Se da una parte si possono elencare decine e decine di
esempi di lotta nonviolenta anche in Italia, dall’altra si può a
buon diritto obiettare che — nei
fatti, se nr.n nelle ideologie —
ai movimenti di massa nelle
Americhe e nei paesi del CentroNord europeo ha rassomigliato
assai più — per dimensioni, per
incisività, per capacità di unificare istanze economiche e sociali — il movimento operaio e studentesco nostrano che non quello
nonviolento.
Ma il problema non può più
essere affrontato con sterili contrapposizioni di questo tipo. Un
movimento autonomo dai partiti,
ma allo stesso tempo popolare
e incisivo, non solo per la pace
e il disarmo, ma anche — ad esempio — contro la mafia (come
ha sottolineato la presenza di
don Cosimo Scordato, in rappresentanza del Comitato Popolare Antimafia di Casteldaccia) e,
più in generale, per la trasformazione della società, presuppone
capacità dialettica e disponibilità
all’autocritica da ambo le parti,
pena la sconfitta.
Il dibattito — grazie anche alla NATO! — è cominciato, ma
è ancora tutto da costruire.
Bruno Gabrielli
Doni Eco-Luce
ABBONAMENTI SOSTENITORI
Abbadia Alpina: Costante Costantino
— Alessandria: Contino Ida — S. Giorgio a Cremano: Fiorio Aiberto — Dresano: Manfredini Tullio — Trieste: Cozzi
Sergio — Frosinone: Costa Luigi — Brescia: Lorandi Micljeletti Anna Maria —
Mompiano: Macchini Siro — Milano:
Rostan Max, Stein Luigia, Venturi Miriam, Messina Monica, isenburg Roberto, Gay Franco, Penna Aurelio — Feionica Po: Natali Valdo — Firenze: Sorgi
Mario, Rossi Olimpia, Villani M. Luisa,
Messina Claudio — Roma: Vezzosi Giovanni, Angiolillo Gioia. Angiolillo Guglielmo, Long Gianni — Pordenone: Cognonato Edda — Como: Zaffanti Elena
— Bologna: Rostain Enrico — Pino Torinese: Fam. Armand Pilon — Palermo:
Pasquini Filippo — San Remo: De Nicola Lino — Segrate: Beltrami Umbetto
— Casteinuovo dei Sabbioni: Garrou
Aiba — Vinovo: Vinçon Vera — Scandicci: Cattai Luciano — Pisa: Pavone
Franco — Sesto Fiorentino: Spini Bruno — Savona: Castelii Giorgio — Taranto: Velluto Vera — Torino: Berutti
Alice, Peyrot Alberto, Operti Franco,
Pons Carlo — Verona: Schirò Grazia
— Venezia: Ambrosini Antonio — Madonna di Tirano: Papacella Carlo — Riclaretto: Rostagno Emma — Torre Pellice: De Bettini Ada, Rostagno Avondetto Laura, Cocorda Niny, Benecchio
Marcella — Genova: Barone Gabriella,
Lombardi Boccia Bruno, Perrona Emiiio,
Peyrot Elena e Maria — Pinerolo: Vola
Fiorella, Giai Pietrina, Fornerone Jole,
Coucourde Ernesto, Giraud Edoardo,
Grill Elio Luciano, Pons Gianni, Garro
Edoardo, Jahier Mario.
DONI DI L. 10.000
Genova: Conte Giovanni, Biglione Eu
nice, Caniglia Manfredi, Cattaneo Fe
lice, Darbesio Arnoulet Vera, Polidori
Caio — Bologna: Fiorini Adriana, Medola Maurizio — Firenze: Mazzarino Anto
nio, Gattini Franco — Giulianova: Cia
Lattoni Angiolina — Milano: Anziani Davide — Carignano: Sappè Silvano —
Felonica Po: Negri Elvio — Inverso Pinasca: Costabel Ernesto — Nichelino:
Long Dante — Pomaretto: Tron Roberto, Baret Guido — Pramollo: Long Oreste — Pistoia: Pasqui Valdo — Luserna
S. Giovanni: Jalla Margherita, Gai Pio
— Pinerolo: Ribet Paolo, Costantino
Mario, Balma Giulietta, Duo Ugolino,
ReveI Silvio. Pons Liliana — Roma: Terzane Aldo, Fava Walter — Torino: Scavitto Vittorio, Mozzone Roberta, Martini
Etisia, Piccoli Aldo, Pons Guido, Ribet
Liliana, Co'r'sson Adriano, Pons Evelina,
Tetta Antonio, Mabrito Margherita —
Trezzano sul Naviglio: Caruson Mariuccia — Venezia: Vivenzi Paolo, Marturano Pierina — Ospedaletti: Long Enrico
— San Germano: Rostan Nelly —
S. Gregorio di Catania: Ehrhardt Enrico
— Germania: Piccinini-Jouve.
ALTRI DONI
Pomaretto: Villielm Germano L. 500;
Pinerolo: Balmas Rina 500; Torre Pellice: N. N. 500; Abbadia Alpina: Theiler Alberto 1.500; Pinerolo: Giraud Erica 1.500; Abbadia Alpina: Bertalot Luigi 3.500; Varese: Masino Luigi 18.000;
Venezia; Cacciari Bogo Evelina 14.000;
Francia: Averone Planchon Albina
19.800; Savona; Sauro Gottardi 31.830;
Cinisello B.: Paolo Bogo 82.000; Castellina in Chianti: Pavone Achille 42.000;
Comitato Irlanda 193.400; Como: Zuffanti Elena in memoria di Giulio Taglierini
11.000; Susa: Vetta Alessandro e C.
30.000; Svizzera: Cornuz Paul 45.000;
Genova; Rizzi Mario 52.000; Bergamo:
Luchsinger Frantlo 20.000; Svizzera;
Pons Giovanna 35.000; Chivasso: Chiesa
Evangelica 100.000; Luserna S. Giovanni: Rivoira Aldo fu Giacomo 2.500; Pomaretto: Pascal Alma 2.500; Trieste:
Gant Vittorio 14.000; Svizzera: Giaco' metti Leonilde 15.000; Francia; Averone
Planchon Albina 105.000: Pomaretto: Di
Gennaro Anna 9.000.
Testimonianze
dirette sui dramma
dei Guatemala
Nel salone « universale » di
Sampierdarena, l’8 febbraio, la
catechista Carmelina, appartenente al popolo Indios, Regina a
quello dei Meticci ed il sacerdote
cattolico Luis hanno recato una
drammatica testimonianza sul
Guatemala dinanzi ad una folla
di persone, prevalentemente giovani. Inviati in Europa dal Comitato « Giustizia e Pace » stanno visitando molte città per sensibilizzare la gente sulla reale
condizione del popolo guatemalteco.
Con umiltà hanno raccontato
gli ultimi avvenimenti tessuti di
massacri, distruzioni, raccolti
bruciati, torture, crudeltà d’ogni
specie nell’uccisione di donne,
barnbini ed anziani; pattuglie di
civili fiancheggiano l’azione dell’esercito. L’opera di questi testimoni tende soprattutto a far
prendere coscienza al popolo della sua dignità e dei suoi diritti
mediante una vita vissuta alla
luce della fede. Una commissione di propaganda del Comitato
fa giungere aiuti ai resistenti nelle montagne sfuggiti miracolosamente ai rastrellamenti più pesanti.
Fanno parte del Comitato, Cattolici e Protestanti che lavorano
con uno spirito evangelico degno
della causa che li anima; accanto alla schiera di catechisti e preti trucidati risultano anche evangelici, laici e Pastori, segno che
c’è una chiara distinzione nella
minoranza evangelica tra quelli
che lottano per la causa della
giustizia nel nome di Cristo e la
aberrante setta, sorta di recente
in U.S.A. cui ha aderito, per comodità, l’attuale presidente Rios
Montt, con l’appoggio d’una parte del governo statunitense per
motivi politici ed economici; infatti la scoperta del petrolio, del
nichél nonché la coltura del caffè
e delle banane hanno attirato le
multinazionali con consciente
appoggio del governo ed il programma di genocidio degli In
SOLLECITO
Il 1“ marzo parte una lettera
di sollecito a tutti gii abbonati dei
quali non ci è ancora pervenuto
il rinnovo. Chiediamo ai ritardatari di fare il loro versamento
al più presto a mezzo ccp, vrrglia o assegno. Aiutateci a non
sprecare tempo e denaro!
dios per meglio sfruttare il territorio.
Anche nel campo cattolico si
deve pur distinguere l’azione delle comunità di base a favore del
popolo e d’una parte della gerarchia mentre altri come il cardinale Mario Casariego hanno appoggiato l’oligarchia dominante.
Quello che ci rattrista, come
hanno rilevato vari articoli de
« La Luce », Com-Nuovi Tempi,
e di alcuni quotidiani, è l’uso irresponsabile che Rios Montt fa del
nome di Dio per giustificare ciò
che è chiamato genocidio.
Firme di solidarietà
In sede di dibattito dopo le testimonianze dei guatemaltechi,
si è proposto di fare qualcosa
per quel popolo; come comunità
di Sampierdarena e Sestri P. ci
siamo impegnati a raccogliere
delle firme da inviarsi agli organismi internazionali preposti per
la difesa dei diritti dei popoli. In
occasione della festa del XVII
febbraio, ricordata la domenica
13, i numerosi intervenuti al culto ed all’agape hanno firmato un
documento di solidarietà; al culto si è ricordato che nella storia valdese nei momenti più difficili le proteste hanno spesso
servito ad alleviare le condizioni del popolo; basti ricordare le
Pasque Piemontesi del 1655 quando avvenne la strage di Torre
Pellice; allora il moderatore Léger fece conoscere all’Europa
protestante la situazione; i tipografi olandesi produssero rapidamente stampe ed incisioni che
illustravano la crudeltà dei Savoia. La protesta ebbe conseguenze politiche notevoli; il duca fu. costretto a firmare il documento delle « Patenti di Grazia » che diedero per un po’ di
tempo un certo respiro ai Vaidesi.
Anche oggi non possiamo essere insensibili alla situazione di
quanti « patiscono scherni e flagelli, catene e prigioni, di quanti
sono segati, uccisi di spada, bisognosi, afflitti, maltrattati, vaganti per deserti, per monti e
spelonche e per le grotte della
terra » (Ebrei 11: 36-3^. Per questo il XVII febbraio vuol essere
ancora l’occasione di intensa vicinanza per tutte le creature perseguitate.
Gustavo Bouchard
8 MARZO
Firmiamo'per la pace
Solo in questi giorni siamo
venuti a conoscenza della iniziativa « Un milione di donne a
Bruxelles l’8 marzo », davanti alla NATO, contro la corsa agli
armamenti all’Est e all’Ove'st;
siccome è urgente, non è possibile intervenire in un altro modo, se non tramite il giornale.
Tre movimenti insieme : « La Lega internazionale di donne per
la Pace e la Libertà », « Pemmes
pour la paix » e « Résistance internationale des femmes à la
guerre », hanno siglato un volantino che dice tra l’altro; ((L’aumento delle armi atomiche mette il genere umano in pericolo. Fa dirottare somme enormi
che potrebbero servire ad alleviare dei bisogni vitali. Possiamo ancora cambiare questo scandalo. In quanto donne abbiamo
la responsabilità della vita e vogliamo fermare questa corrente
che prepara la morte. La vostra
firma è un rifiuto alla fabbricazione delle armi atomiche, un
rifiuto dello sviluppo dei missili
Pershing e Cruise in Europa, in
particolare a Comiso nell’autunno 1983. Grazie del vostro aiuto ».
Ognuna di noi è invitata a scrivere nome, indirizzo, data e firma ; « Si., desidero partecipare
con milioni di altre donne alla
lotta contro la corsa agli armamenti» (si può chiedere informazioni sui movimenti, aggiungere una contribuzione in denaro, o dire se si va a Bruxelles
per l’8 marzo), alPinfirizzo seguente : « Ligue internationale de
femmes pour la Paix et la Liberté », 24 Ouai Blériot, 75016 Paris - Francia.