1
1996
Anno IV
numero 9
del 1® marzo 1996
!.. 2000
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Torino
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SETTIMANAUi DELLE CHIESE EVANGELICHE BATTISTE,^ MEIrODlSTE, VALDESI
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Bibbia e attualità
UN PAESE
MIGLIORE
A LL'INIZIO di una nuova campagita elettorale, che assomiglia
tanto alla precedente (d’altra parte sono passati solo due anni), molti si
chiedono se il nostro potrà mai diventare un paese «normale». Io, invece,
mi chiedo se il nostro potrà mai diventare un paese «migliore». Infatti, chi è
- cresciuto in una comunità protestante
italiana, con la cultura della partecipazione, della trasparenza, del rispetto delle regole, dei ruoli, del diritto
(che non è mài divino!), con la cultura
della laicità, della tolleranza, della
lealtà e della ricerca del consenso fraterno (che non significa consociativismo, ma semplicemente tener conto
delle posizioni altrui e assumerne con
serietà le proposte), può considerare la
situazione italiana veramente disperante. Siamo sempre e soltanto il paese del Gattopardo? Il paese del trasformismo in cui i nomi cambiano ma le
realtà rimangono le stesse? Sembrerebbe di sì, anche in questi anni convulsi di tanti, spesso miseri, cambiamenti: molti potenti di un tempo sono
caduti nella polvere, molto malcostume è stato punito, ma... potremo mai
..diventare un paese «migliore»?
COMUNQUE sia, anche in questa
situazione, insistiamo nel richia\mare tutti, e quindi anche noi stessi in
quanto cittadini e credenti, ai propri
doveri sociali e politici. E richiamiamo anche le chiese ai propri doveri sociali e politici, naturalmente senza integralismo e schieramenti partitici,
ma con spirito libero e laico. E a chi è
ormai stanco e disilluso, oppure a chi
non ritiene che sia compito della chiesa assumersi queste responsabilità, ricordiamo che noi rispondiamo al Signore non solo della nostra personale
anima, ma di tutto noi stessi, e rispondiamo anche del nostro prossimo, di
tutto il nostro prossimo e non solo della sua anima. Infatti, sono convinto
che quando compariremo davanti al
giudizio di Dio ci verranno fatte due
domande: la prima sarà «E tu? Come
hai vissuto, per chi e per che cosà hai
vissuto?»: e la seconda sarà «E il tuo
prossimo? Che cosa hai fatto per il tuo
prossimo?» (Mat. 25, 31-46). A questo
punto non potremo dire: «Sono forse il
custode di mio fratello?» (Gen. 4, 9),
perché Dio ha già risposto a questo interrogativo dicendo «Sì, lo sei». Dobbiamo dunque rispondere del nostro
prossimo a livello individuale (il pros
simo è prima di tutto la persona concreta che abbiamo davanti), a livello
sociale (con la diaconia, il volontariato, la solidarietà) e a livello politico.
Politico nel senso nobile del termine,
nel senso di progetto di società , di
rapporti tra gli esseri umani e tra questi e la natura, ricordando che ci è
«prossimo» anche chi apparterrà alle
fiiture generazioni a cui non abbiamo
il diritto di consegnare una società e
un ecosistema devastati.
COME cittadini e come credenti, e
come chiese, non possiamo dimenticare la nostra responsabilità so
dale e politica che deriva anche dalla
nostra responsabilità religiosa (il «digiuno» che il Signore gradisce è la liberazione degli oppressi e la cohdivisio
ne delle risorse, Is. 58, 6-7), né possia
mo dimenticare che «Dio ha tanto
amato il mondo, che ha date il suo
unigenito Figlio [...¡.perché il mondo
sia salvato per mézzo di lui» (Giov. 3,
16-17). Coloro che vivono in alleanza
con questo Dio così appassionatamente legato al mondo e alla creazione,
non possono diventare apatici. Coloro
che vivono in alleanza con questo Dio
responsabile per il mondo, non possono diventare irresponsabili.
Eugenio Bernardini
Dal 18 al 22 febbraio si è tenuto il Sinodo delle chiese valdesi del Rio de la Piata
La società e la chiesa di fronte alla crisi
i ■ . ' , . . •
tema della responsabilità sociale della chiesa appassionaJl dibattito, ma sono la preghiera
e la vita spirituale ad essere ai centro dell'iniziativa dei valdesi sudamericani
GIANNA SCICLONE
A BEIAMO le mani vuote...
\\x\pe,rò mani che si possono
tendere verso l’altro per aiutarlo a
sollevarsi, mani che condividono la
forza e la vita che ci viene da Dio.
Abbiamo la voce per esprimere una
parola di solidarietà e di affetto cristiano. Nel contatto personale, nel
dividere ciò che ognuno ha ricevuto, Dio comincia a operare il miracolo: le forze cominciano a circolare fino ai piedi, si rinnovano le forze del corpo, si tempera lo spirito,..e cominciamo a camminare».
Così si esprime il Sinodo rioplatense in un messaggio vigoroso che
vuole esortare le chiese a operare
attivamente per superare la grave
crisi che vede l’Uruguay e l’Argentina decadere a poco a poco da un
precedente migliore tenore di vita.
Pericoli per la democrazia
In realtà la gente si sente come
seduta davanti a un baratro, non si
è ancora dentro però ci si può cadere: l’Argentina è in maggiore pericolo per la démocrazia, con il
presidente Menem che chiede
sempre maggiori poteri e misure
speciali e l’Uruguay, che ha superato da quasi dieci anni un lungo
periodo di, dittatura, non ha certo
nostalgie in quella direzione ma è
afflitta dalla disoccupazione e da
una povertà crescente, da un isolamento economico che rischia il
suo soffocamento. Il Sinodo, che
ha avuto luogo nel Pareque XVII de
Febrero dal 18 al 22 febbraio, è stato aperto da un bel culto presieduto dal past. Christophe Zensas, che
da qualche anno fa il professore di
teologia pratica presso la Facoltà
teologica di Buenos Aires (Isedet),
in un programma di interscambio
della Cevaa. Al culto ha partecipato
una piccola delegazione cattolica
con il vescovo Pablo Galimberti,
che al termine ha rivolto all’assemblea qualche parola di saluto. ,
L’atmosfera festosa con strumenti musicali moderni e nuovi
cantici è trascinante. Il tema trattato nel sermone è la, preghiera; una
confessione di fede moderna che
definisce Dio «padre e madre» noii
scandalizza nessuno. Il culto si
svolge nel tempio di Colonia Vaidense, grande e solenne, che ricorda un po’ quello di Torre Pellice.
Per i lavori sinodali ci spostiamo
invece a Playa Fomento, a 15 jon di
distanza, al Pareque XVII de Febrero che è un bellissimo camping,
dotato di alcune casette nel mezzo
di lina foresta fluviale che sorge
sulla sponda del Rio de la Piata
(formato dal delta dei grandi fiumi
Uruguay e Paraná) che qui sembra
un mare vero e proprio.
Il lavoro in gruppi
In una sala sittìile ad un capannone si riuniscono i sinodali che
sono un centinaio circa. Presidente
del Sinodo è stato eletto il past. Ruben'Artus, che in Italia abbiamo
imparato ad apprezzare, vicepresidente la pastora Claudia Tron. Presiede la commissione d’esame il
past. Ricardo Collazo, anch’egli
ben conosciuto per il suo stage in
Italia non molti anni fa. Gli atti formali sono quelli a noi abituali; un
po’ di novità comincia con il lavoro
nei gruppi. La vita delia chiesa, te
II Parque XVII de Febrero, dóve si svolge ogni anno il Sinodo delle chiese valdesi rJoplatesni
stimonianza e servizio, funzionamento istituzionale, amministrazione e finanza sono le quattro aree
di temi nei quali si articolano i
gruppi. Qui il lavoro è bello e informale, ma non meno serio di quello
che da noi si fa stretti nei bànchi
scomodi, afflitti dai vestiti buoni;
qui tutti sono sbracciati e in pantaloncini e di tanto in tanto qualcuno
che sopporta rheno il caldo corre a
farsi un bagno nell’intervallo.
Per un giorno e mezzo dei tre a
disposizione si lavora in gruppi; i
gruppi preparano un verbale del
loro lavoro che verrà letto in seduta
plenaria e dei veri e propri atti che
verranno letti e approvati in plenaria: se là non raccolgono il consenso e devono essere a lungo discussi,
li si rinvia al gruppo stesso o alla
commissione proposte perché vengano rielaborati. Apprendo dalla
discussione che i campi, malgrado
la semplicità delle strutture (tutte
rigorosamente con cameroni e letti
a castello, compreso il Parco del Sinodo), sono molto ben frequentati
da bambini, giovani e famiglie: circa 2.000 utenti, e quasi 200 leader
in una dozzina di posti diversi!
Le vocazioni pastorali
e la crisi della Facoltà
C’è allarme per la mancanza di
vocazioni pastorali: da due anni
nessun nuovo iscritto all’Isedet, la
quale dal canto 'Suo soffre di una
crisi di lunga durata: ha ridotto e
dato in affitto una metà delle sue
strutture per impossibilità di mantenerle, e chiuso la scuola musicale
che era fiorente fino a qualche anno fa. Parlo con il pastore Delmo
Rostan, che è uno dei professori
incaricati e che si dimostra molto
afflitto per la situazione. «Il peggio
che si può fare in questi casi è ripiegare - afferma Rostan -: è vero
che ITsedet era sovradimensionata,. ma andavano prese iniziative
per andare avanti. I maggiori problemi stanno nella mancanza di
accordo fra le 8 denominazioni che
sostengono la Facoltà. L’accordo
manca perfino sulle linee fondamentali o su documenti di grande
rilievo,’come quello di Leuenberg:
figurarsi se è possibile mandare
avanti una linea teologica unitari!
Tuttavia per superare la crisi si poteva chiudere per due anni la struttura e disseminare i servizi sul territorio in modo da non lasciare
vuoti: concordare con le chiese interessate alcune linee e rilanciare
Fattività con nuovo vigore».
Gli studenti iscritti sono tuttora
delle centinaia, però sono esterni e
usano solo qualche corso, molto
graditi quelli per òorrispondenza. I
professori incaricati sono 18,12 dei
quali pastori emeriti; la cosa fa
molto bene a questi ultimi che sono molto lucidi e attivi, però danneggia l’immagine nell’insieme. Il
bilancio finanziario è stato molto
ridotto senza però produrre vera
diminuzione di spesa, perché nel
frattempo è avvenuta la conversione del peso in dollaro a discapito
dell’economia argentina.
Il dibattito sinodale sull’Isedet è
sofferto: «La nostra chiesa non
vuole impegnarsi abbastanza - afferma il pastore emerito Vilfrido
Artus -; quandalo ha fatto le cose
andavano molto meglio e il livello
di insegnamento era buono quando abbiamo saputo invitare professori come Soggin, Corsani, Ricciardi». Hugo Malan sdrammatizza: «Quella che vive l’Isedet è una
crisi di crescita, come avviene anche a noi nel corso della vita. Bisogna rifare gli accordi con alcune
chiese che la gestiscono e rinnovare il corpo docente. Poi riprenderà
a funzionare; è uno strumento indispensabile».
L'assicurazione malattia
per ì pastori
Un altro tema su cui aveva già discusso il corpo pastorale e che il Sinodo ha approvato riguarda la prevenzione della salute dei pastori e
dei diaconi. Si prevede la creazione
di un’équipe interdisciplinare a cui
si possa rivolgere chi si trovi In difficoltà con il lavoro, la famiglia,
ecc. Una commissione apposita
dovrà occuparsi del problema della
diaspora (diseminados), sentito più
acutamente in Argentina, dove distanze immense separano una
chiesa dall’altra,, e famiglie disperse vivono spesso a centinaia di chilometri Funa-dalFaltra. Vanno in
emeritazione il past. Daly Perrachon, uno studioso dei regolamenti, vero archivio vivente con la memoria storica delle motivcizioni per
cui si sono prese decisioni, e l’assistente di chiçsa Julia Campos che
ha molto aiutato con lavoro pastorale volontario a Montevideo.
Votazioni
Infine ci sono state le votazioni: è
stato rieletto «moderator» Hugo
Gönnet, e altri 3 membri dellq, Mesa (Noemi Bremermann, Silvio
Charbonnier, Sergio Bertinat), uno
invece è cambiato; il past. Hugo Armand-Pilon, che si trasferisce a Colonia del Sacramento, zona dalla
quale ci sono già altri membri della
Mesa: è,stato eletto al suo posto
Mario Talmon di Bahia Bianca.
Il Sinodo rioplatense ha, com’è
giusto, le sue proprie çonnotazioni
all’interno di una struttura logica
che è identica nelle nostre chiese.
L’accoglienza ai delegati dell’area
europea è come sempre molto calorosa: abbiamo dedicato una serata a un colloquio di approfondimento sulla situazione italiana.
Gli indios .Toba
Un’altra serata, questa sì indimenticabile, è stata quella riservata
a un concerto di un gruppo di indigeni Toba della provincia argentina del Ghaco; questi, con due chitarre, un ukulele e un tamburo
hanno cantato cantici nuovi nei
ritmi propri della loro culmra musicale e li hanno in parte insegnati
all’assemblea sinodale, alla qude si
erano aggiunti membri delle chiese
vicine e conoscenti per un totale di
più di 250 persone. Le chiese rioplatensi sono, grazie a Dio, delle
realtà molto vive che sanno rispondere alle esigenze del loro tempo e
dei loro paesi con bella franchezza
e semplicità bibliche che il Signore
saprà conservare loro anche per gli
anni thè verranno.
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PAG. 2 RIFORMA
«Perché se evangelizzo^ non debbo vantarmi, poiché necessità me
n’è imposta; e
guai a me, se non
evangelizzo! (...)
Pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di
tutti, per guadagnarne il maggior
numero; con i
Giudei, mi sono
fatto giudeo, per
guadagnare i
Giudei; con quelli
che sono sotto la
legge, mi sono fatto come uno che è
sotto la legge
(benché io stesso
non sia sottoposto
alla legge), per
guadagnare quelli che sono sotto
la legge; con quelli che sono senza
legge, mi sono fatto come se fossi
senza legge (pur
non essendo senza la legge di Dio^
ma essendo sotto
la legge di Cristo),
per guadagnare^
quelli che sono
senza legge.
Con i deboli rpi
sono fatto debole,
per guadagnare i
deboli; mi sono
fatto agni cosa a
tutti, per salvarne
ad ogni modo alcuni. Efaccio tutto per il Vangelo,
al fine di esserne
partecipe insieme
ad altri»
(I Corinzi 9,16; 19-23)
«Giunse anche a
Derba e a Listra;
e là c’era un discepolo , dì nome
Timoteo, figlio di
una donna ebrea
credente, ma di
padre greco. (...)
Paolo volle che ,
egli partisse con
lui; perciò lo prese
e lo circoncise a
causa dei Giudei
che erano in quei
luoghi; perché
tutti sapevano
che il padre di lui
era greco»
(Atti 16, 1-3)
PAOLO L'ANIMATORE
Evangelizzare non è una tecnica, non è una strategia a breve o a lunga
scaiJenza. È un compito che richiede il dono dell'empatia
SAVERIO MERLO
Nel suo lavoro di evangelizzazione e nell’animazione
delle comunità Paolo trova il
senso e sviluppa la pratica dell’empatia: trasferirsi nella pelle
di un altro o di un’altra, nfella
sua cultura, nella' sua lingua,
ascoltarlo, vivere i suoi stessi
sentimentì e le sue idee. La rtiissione di Paolo è diretta sostanzialmente verso i pagani, e nei
loro confronti gli è necessario
sviluppare il massimo deU’empatia, perché la loro cultura non
è la sua. «Con i senza legge mi
son fatto senza Ipggé»; con i
«greci» si fa anche lui un po’ greco, adotta (fino ad un certo punto) il loro linguaggio, entra nella
loro mentalità, per trovare in loro la breccia aperta, lo spazio lasciato vuoto per il «Dio sconosciuto» (cfr. Atti 17,23).
Ma come esercitare l'empatia
nei confronti degli ebrei? «I miei
fratelli, i miei parenti secondo la
carne»,-così li chiama in Romani
9,3. Con loro, è tutto ancora più
difficile, perché essi vengono a
toccar^ la ferita che Paolo porta
sempre nella sua carne. Si tratta
della sua attrazione-repulsione
per la Torah. È quella Legge che
ha avuto la grande funzione di
accompagnare come un «pedagogo», cioè come una specie di
«custode»', i credenti fino all’avvento del Cristo ma che ha anche, agli occhi di Paolo, la grande colpa di averlo tenuto lontano dalla chiesa e di averlo reso
suo nemico e persecutore,
«Con i Giudei mi son fatto
giudeo per guadagnare i Giudei»: ma l’empatia di Paolo ver
so gli ebrei è immedesimazione
sincera, o non è piuttosto solo
una finzione, un trucco del mestiere di missionario?
L'empatia di Dio
il caso Timoteo
PAOLO ha persino circonciso
Timoteo (Atti 16, 3), che è di
madre ebrea e che quindi, secondo la Legge, appartiene di
diritto al popolo di Israele e deve essere circonciso. Ma perché
l’ha fatto, dal momento che ritiene che la circoncisione non
sia più il passaporto per la salvezza? In generale, sappiamo
che Paolo, quando entra in contatto con ebrei, adempie a precetti della Torah senza però attribuire ad essi un valore salvifico^ Allora l’ha fatto per rispetto
umano o per paura degli ebrei?
Ma sappiamo che Paolo non è
mai stato tipo da aver paura o rispetto umano.
Dunque l’ha fatto per empatia. Perché Timoteo sia e si senta
«a posto». Per non scandalizzare, per non ferire i sentimenti
religiosi degli ebrei. O forse anche perché un ex fariseo come
lui riconosce che i precetti della
Legge restano comunque buoni
per l’uomo? In ogni caso. Paolo
ha circonciso Timoteo (se veramente Tha fatto)* per empatia,
per rispetto ver^ l’altro. Per
non contravvenire alla legge
dell’agape di Cristo. «Con i deboli mi son fatto debole...».
Nell’annuncio di ciò che
salva c’è sempre una reciprocità, un ritorno del messaggio a chi l’ha mandato. Questo
ritorno del messaggio è implicito nel saper ascoltare, che è come la quintessenza deH’empatia. Chi non sa ascoltare non sa
neppure annunciare, e annunciare vuoi dire anche, contemporaneamente, ascoltare. Questo è il senso delle parole: «E faccio tutto per il Vangelo, al fine di
esserne partecipe anch’io».
Ma ò’è di più. Perché anche ilcolloquio del credente con Dio è
insieme un dire e un ascoltare. E
la prima forma di empatia che
abbiamo sperimentato è quella
di Dio stesso, che impietosito ci
ha ascoltati. «Ascoltaci!», «Siano
le me orecchie attente alle mie
supplicazioni!», o addirittura
«Non fare il sordo con me!»'. Sono espressioni correnti nei Sai
mi e indicano la volontà ansiosa
di essere ascoltati, la richiesta
pressante di ascolto, così... empaticamente comprensibile, di
ogni credente e forse di ogni essere umano..
estendere a tutti i cristiani. E
per lui una necessità quasi fisica, come la fame o la sete, non
può farne a meno. Non pretende dagli altri credenti che facciano lo stesso, la sua non è
un’intimazione moralistica.
Siccome il suo metodo è quello deH’empatia, egli fa esattamente il contrario di ciò che
normalmente noi intendiamo
per evangelizzazione: prendere qualcuno e farlo diventare
evangelico, omologarlo, farlo
assomigliàre a noi (peggio ancora, se l’altro è africano, asiatico, indio...). Per evangelizzare.
Paolo non solo si fa prossimo,
ma si rende simile all’altro anche rinunciando a qualcosa di
sé. Sa che in questo tipo di messaggi quel che conta è il messaggio stesso e il suo destinatario; chi manda il messaggio deve necessariamente passare in
secondo piano.
Di solito, nella predìi
zione ci si trova semprsj
fronte qualcuno che è,
storia personale o comui
tarla, sensibile ai tei
del l’evangelizzazione;
dell'animazione. A loro
particolare questo studi
è dedicato. Ma, alme;
potenzialmente, tutti s]
mo sensibili a questi tei
in tutte le chiese cristiani
Però con «evangelizzazi^
ne» e «animazione» si ii
tendono, in ambienti di
versi, cose notevolmen
diverse tra di loro. In tei
come questo Paolo ni
parla svelando, per cosi dj
re, i ferri del mestiere.
In particolare, lo stri
mento o il metodo di ci
qui si parla è quello di
l'empatia. La parola non
neotestamentaria, ma
stata inventata dalla ricerca psicologica del nostrà’
secolo
Essa ha avuto qualche]
diffusione nell'ambienti
evangelico italiano nel
contesto delle attività
animazione che si sono
diffuse all'incirca nell'ulti*
mo quindicennio, specie a'
partire dai centri giovanili
e con qualche utilizzo anche nei convegni di studio,
nei corsi di catechismo e
scuola domenicale.
Tuttavia, a parte la parola, se il concetto
‘schiettamente paolino (e
questo è l'assunto dello
studio biblico), niente di
meglio che chiedere allo
stesso Paolo di che si tratta: «La Scrittura è interprete di se stessa»! L'im-magine che ne viene fuori,
è quella di un dono che
chiunque lo riceva può va-,;
giu;
llMES:
R‘
lèpnanic
lèfiertina
metí Jesi
,una volta
litote con
mo di Ber
sus su Lu
iteme
i il
Un Dio che si abbassa
leghiamo
: -Si#-'1 ^ '
fi Non nasconderti più, o Signore! Sii be. nevolo e rivela il tuo volB a ititti i popoli.
^ che non possono abbandonare la grazia
della vita e la dolcezza ancor troppo poco
goduta. E se'così farai, misericordiosamente, fìnirdhno la spada e l’odio invidioso è tutti ì mali e tutti riconosceranno
che nella moltepiicità dei riti religiosi esiste un’unica reliarte. Ci) JÙdtri pietà, Signore, della tua debole crmtura, psBhé la
^giustizia è misericordia. l
Nicedò Cusano.
Il limite dell'empatia
Tuttavia anche l’empatia
deve trovare il suo limite.
Paolo non è «disinteressato», pia
ha un obiettivo ben preciso e
non lo nasconde: «salvarne ad
ogni modo qualcuno»; lo esprime anche con un verbo dal significato molto forte, «guadagnare», riferito a persone. Questo è il limite della sua empatia,
e il fatto che esso venga dichiarato è un segno di onestà.
Nessuna comunicazione può
essere disinteressata, neppure
(tanto meno!) quando finge di
esserlo. Come tutta la pretesa
«informazione» di oggi, che non
rende mai conto degli interessi
sottesi alle sue scelte ma finge
obiettività, come fosse la realtà
stessa del mondo a parlare. Il limite posto all’empatia sta nella
consapevolezza di sé e dei propri scopi, in quella accettazione
di sé che impedisce di appiattirsi completamente sull’altro, fino
alla perdita del proprio scopo e
della propria identità.
DIO ci ascolta, Dio è capace
di empatia più di noi e prima di noi. Questo è un pensiero
che ci rimanda a Karl Barth: Dio
ha l’iniziativa; Dio ci parla per
primo, e parlandoci per primo
anche ci sa ascoltare e ci ascolta,
abbassandosi in Cristo fino alla
nostra altezza.
Così risuona anche l’intenso
inno di Filippesi 2. È l’abbassamento (letteralmente «svuotamento») di Dio stesso in Cristo
che rende il credente capace di
«abbassarsi» e di andare verso
l’altro, cioè di rinunciare volontariamente al privilegio o al tesoro che possedeva, che da «rapina» può così diventare dono
per altri. Dio si è abbassato, e
rende i suoi capaci di abbassarsi
allo stesso modo.
Paolo era un uomo «libero da
tutti», libero anche davanti alla
legge dell’impero, come cittadino romano, e si fa «servo a tutti», rinuncia alla sua posizione
di privilegio e si cala nella condizione del servo volontario,'
perché il messaggio di cui è portatore sia credibile.
«Guai a me se non evangelizzo!». Evangelizzar’e è per Paolo
una necessità personale, non
un nuovo comandamento da
Animatore è lo Spirito
EVANGELIZ2!ARE non è una
prestazione, non è una tecnica, non è una strategia a breve
o a lunga scadenza. Non è neppure un’offerta fra le altre sul
mercato del religioso, che possa
essere facilmente fatta a chicchessia e altrettanto facilmente
ritirata con un «buongiorno e
grazie» se non interessa.
È però un compito che richiede una capacità, un dono particolare, comunque altamente
apprezzabUe nella chiesa: il dono delTempatia, controbilanciato da altri due doni: la consapevolezza dei propri scopi e
l’accettazione di sé. E l’empatia
che permette a Paolo di essere,
oltre e più che un fondatore di
chiese, soprattutto un animatore di chiese. Ma l’animazione è
opera in primo luogo dello Spirito Santo. È lui che fa sì che
nella chiesa ci sia vita, che non
vi venga ostacolata, ma facilitata la circolazione della linfa vitale, l’agape che «non verrà mai
meno».
Lmunque io riceva può va-, lyg ntra
lorizzare sviluppando
parità come quelle complementari dell'empatia e,
dell'accettazione di sé. Mi
perché ricorrere a Paolo ss!
ci arrivano già la psicoloi S^itip.
già o le varie tecniche dell, ten^a c
l'animazione? ^ et;^®nis
Primo, perché la Bibbii|' fhart^àn
per noi non è soltanto pa- ; <ìMote:
rola umana, ma è parolai seremom
umana che è veicolo diff lo’mrtia
una Parola divina, che .¡oìna au
nessun modo potremmo), della farri
inventare o dirci da soli,i; ^
IMVCIILCIM:; U UIÍU Ud bUII-ii
Ma siccome questa
, ossi:
Vescovo '
è rivolta a noi, può aver
bisogno di tutte le parole
del nostro vocabolario (e| -S
a volte anche di qualche) 'Wbe Un
neologismo) e di tutti fS jo anchi
concetti di tutti i saperi? Wllesa et
umani, perché deve sempre essere ritradotta in
una lingua che cambia in]
continuazione.
Secondo, perché questa
Parola si è incarnata nella
persona storica dell'uorno i
Gesù di Nazareth, e pos-.i
siede quindi tutta la ric-'Ì]
chezza inesauribile e sempre rinnovantesi del Gesù
presente e operante tra
noi. L'apostolo Paolo era
c^rto di questo, e anche
noi lo siamo.
Terzo, perché l'anima-; jptoblem:
(1) Così deve essere intesa la parola «pedagogo» nell’uso paolino del
termine, come spiega K. Stendahl
nel suo Paolo tra ebrei e pagani, Torino, 1995, p.73-74.
(2) cfr. Ch. Wolff, Der erste Brief
des Paulus an die Korinther, Berlino
(Est), 1982, l.c.
(3) Qualche commentatore nega
la storicità del fatto.
(4) Così traduce Guido Ceronetti il
V. 1 del Salmo 28 nel suo II libro dei
Salmi, Milano, Adelphi, 1985.
zione delle comunità cristiane, e di conseguenza
anche l'evangelizzazione,
non sono una tecnica e
hanno assoluto bisogno,,
per sussistere, del soffio,
dello Spirito del Signore.
Quarto, esiste un'analogia, che va esplicitata nella predicazione, tra l'empatia primaria e fondamentale esercitata da Dio
nei nostri confronti, ®
l'empatia che siamo chia-'
mati a vivere nei confronti
del nostro prossimo. Senza la prima, la seconda
non esisterebbe né potrebbe avere senso.
^ebbe tt
bione di ;
ni dovrei
di un cor
poiico", ci
Povere
definito
lii Cristo)
di acqua
taeampc
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i^aste {
l'eauner
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Protesta
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Ui l'osta
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¡dà non
oloccan.
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Per
approfondire
H.-D. Wendland: Le le*'
tere ai Corinti, Paideia.
Brescia, 1976
G. Bornkamm: Paol®’
apostoio di Gesù Cristi
Torino, Claudiana, 1977.
K. Stendahl: Paolo tr*
ebrei e pagani, Torino,
Claudiana, 1995.
G. StAhlin: Gii Atti de*
gii apostoli, Paideia, Brescia, 1973.
sutio ha
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3
PAG. 3 RIFORMA
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,ntro interreligioso di «reciproca comprensione e riconciiiazione» con la partecipazione di indù, buddisti, (Musulmani e rappresentanti delle chiese cristiane (Monaco di l^aviera, chiesa di San Luigi, 1993)
nostrci
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ività di
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iovanili
rzo anstudio,,
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Le chiese tedesche e l'anniversario di Lutero
Il supermarket della religione
Il pensiero del riformatore è patrimonio di tutta
la cristianità. Ecumenismo passionale o anemicoì
V..V
OIUSEPPE PLATONE______
,JESSO il piede in Italia
Ìopo una breve visita in
^ania vedo in edicola la
fectina del periodico catktì j^sus che recita: «C’era
- «unavolta Lutero» con un padorè con tanto di toga e fac1° Itole tìtratto davanti al duo° modi Berlino. Il dossier di JeSKS SU Lutero e curato e saipteniemente diretto. I pastori
fe^rani intervistati $ono tutti
licolof '^^ti parroci o preti e r«inle del, t^ilfeta .clou» è affidata all’
mista evangelico Wol
ànnenberg che spiega:
mestanti dovrebbero ésnti ad accettare il ruocolare del vescovo di
he in^
"'i Ruma quale rappresentante
della famiglia delle chiese criamlali come fanno gli or
aven'P”®**'- considerandolo un
groiij|:fcoi/o “primus inter pares”.
io beninteso, significhe
ilchéflgrande cambiamenitti tinche all’in terno della
iperi|^lìesa cattolica: il Papa dosem-Wtebbe tener conto dell'opi:a inWtiiane di tutti e le sue posizioni dovrebbero essere il frutto
di un consenso davvero “cat.Jttiìco”, cioè “universale"».
Povero Lutero, che aveva
.definito il papa la «scimmia
idlGiisto». Certo ne è passata
di toqua sotto i ponti. Oggi,
jp campo protestante e cattofco, le punte polemiche sono
Waste patrimònio di pochi,
, iffeumenismo sta cambiando
Mche il modo di affrontare i
problemi. Senza aggressioni,
l^ualiflche, ma enfatizzando
che unisce. Tuttavia il fatto stesso di avvicinarsi tra
protestanti e cattolici, per
indarno si possa sterilizzare
j ambiente dal virus della po•amica, fa vedere nella loro
lel" grandezza 1 fattori di di,iTi. che sono ancora tan
ia* i “■ “Papato certamente rima3io l'ostacolo più ingombran, e I ® sulla via deU’ecumenismo
to'f : ®a non per questo le cose si
ntl ( Ploccàno. Anzi il terzo milsarà prevedibilmente
da itWpre più ecumenico, nesmno ha voglia di tornare inmetro anche se, spesso, non
; Sa bene quale nuova direzione imboccare per andare
•vanti. Lutero è comunque,
°8gi> sempre più apprezzato
jj®!! ambito degli studiosi
^Wici. E credo che da parte
^Vtogelica siamo anche un
P? fieri che la Claudiana ab^ mtrapreso in questi anni
J®a un po’ troppo pacataoepte), la pubblicazione in
. usuano di importanti opere
w«mne; si tratta di un debi
da j P*®’“ piano sal
wdo con la cultura italiana
questo sforzo occorre es
jesta
nella
lornoi
pos-^j:
) rlcsem-1
Gesù,
a tra)
> era
oche
cri-ì
:a e
alo-.i!
oo
sere grati all’editore e al curatore della collana luterana,
Paolo Ricca.
Le pagine di Lutero sono
patrimonio deH’intera cristianità, se è vero che da tutta
quella protesta sono nati un
interesse e un amore maggiore e determinato per la Scrittura. Paradossalmente oggi
leggere Lutero potrebbe significare non tanto rafforzare
la propria identità protestante ma rimetterla in gioco di
fronte alla superiore autorità
della Scrittura. Più Bibbia e
meno identità confessionale.
Oggi Lutero sarebbe critico
sul protestantesimo? Lasciamo rispondere il pastore evangelico Martin Hindricks,
responsabile dell’Istituto
missionario della Chiesa
evangelica delTAssia, che incontro a Francoforte: «In effetti non possiamo più oggi
formulare la nostra comprensione della chiesa da sóli. Lo
possiamo fare solo in un processo ecumenico, pena l’andare alla deriva, nelle secche
dell’isolamento. La Chiesa
evangelica, ma diciamo qualunque chiesa cristiana, non
può più non tenere conto delle altre chiese. Bisogna aprirsi
a un confronto ad ampio raggio, senza pregiudizi, avendo
come unica preoccupazione
quella di essere fedeli all'Evangelo di Cristo. La libertà
che Lutero ci ha insegnato è
una libertà dalla paura del
giudizio degli altri; non abbiamo paura di interpretazioni diverse, ben vengano, siamo per la libertà di coscienza
da sempre. Oggi in Gerniania
le differenze tra cattolici ed
evangelici, per la massa della
gente, non sono molto evidenti e forse non sono nemmeno
importanti. Siamo come entrati in un supermercato della
religiosità, ognuno cerca
quello che vuole, si riempie il
carrello ed esce».
Ma il sacerdozio universale
dei credènti è pur sempre
uña bella differenza rispetto a
una chiesa che si vuole gerarchica... «Certo, teologicamente questa differenza è sana e
biblicamente ben fondata. Ma
di fatto la.nostra Chiesa evangelica è mossa dai pastori e
dagli specialisti. La chiesa continua Hindricks - non ha
saputo seguire le trasformazioni della società: è andata
più in fretta la società che la
chiesa. Abbiamo un sacco di
pastori supèrpreparqti, grossi
intellettuali, minisM specializzati,. con la conseguenza^
che spesso le comunità locali
hanno perso le loro competenze in campo sociale, diaconale, anche le competenze
teologiche. I laici hanno rinunciato a molte responsabilità; chi, comune membro di
chiesa, si permetterebbe di
chiedere o fare osservazioni a
un laureato in teologia ad
Heidelberg? I laici hanno delegato le loro copipetenze agli
specialisti perdendo in vivacità, sicché le chiese sono sempre più utilizzate come servizi
liturgici. La chiesa è diventata
come l’Adàc [Allgemeine
Deutsche Automobile Club],
ognuno vi fa parte ma si spera
di non averne mai bisogno. La
chiesa va bene per i momenti
rituali della vita ma non per
la vita di tutti i giorni».
Allora possiamo chiudere?
«No - ribatte Hindricks -, ma
solo se sappiamo diventare,
come diceva Bonhoeffer, chiesa per gli altri. Chiesa che non
solo legge la Bibbia dal pulpito ma la vive in tre direzioni
primarie: giustizia, pace, salvaguardia del creato. Noi ci
siamo già stancati del processo conciliare prima ancora di
interiorizzarlo e praticarlo.
Abbiamo cominciato a parlare di nuovo di spiritualità ma
abbiamo dimenticato la grande lezione di Lutero, la cui
spiritualità cresceva nella battaglia quotidiana per il
trionfo della verità evangelica.
La nostra spiritualità rischia
di diventare evasione, mistica.
Si veda per esempio l’esperienza spirituale di Taizé, che
da protestante che era è diventata cattolica. Anziché entrare nel vivo delle contraddizioni del nostro tempo rischiamo di uscirne con nuove
forme di religiosità.
Occorre ritornare a una fede evangelica che ponga domande sui temi del nostro
tempo e tenti anche delle risposte, senza perdere di vista
la parola biblica che non può
essere imbalsamata nella
tradizione o nelia semplice
ripetizione di un passato che
tornerà mai più perché la
storia va avanti nonostante
tutto. Compito nostro è quel■ lo di sapere indicare la giusta
direzione a favore deila persona umana prima che sia
troppo tardi. Non possiarno
dare indicazioni ai dijuori di
quel comune destino, di quel
dialogo con la cultura del nostro tempo a cui Lutero stesso
non rinuncerebbe. E certamente l’uomo di Wittenberg
non risparmierebbe oggi
qualche battuta mordace
sull’ecumenismo anemico
che senibra prevalere su
quello passionale, battagliero, polemico. Forse per queste
ultime caratteristiche più autentico e interessante».
(secondo di una serie di artieoi)
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MARTIN LUTERO
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Lutero giunge alla conclusione che il papato
in sé è una potenza spirituale negativa che si
contrappone all’opera di Cristo nel mondo.
In appendice: il famoso Passionai, órnato da
27 splendide incisiohi di Luca Cranach.
Scuola e cultura
Compiti delle autorità, doveri dei genitori
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Due scritti fondamentali (del 1524 e del
1530) sulla necessità di una formazione culturale completa per tutti i laici - uomini e
donne - in vista dei nuovi compiti della società civile, affrancatà dall’asservimento clericale.
Gli Articoli di Smalcalda
I fondamenti della fede (1537-38)
in appendice:
Trattato sul primato e l’autorità del papa
di Filippo Melantone ( 1537)
pp. 200, L. 24:600 L. 12.000
Gli Articoli si sono presto imposti come
l’essenziale della fede evangelica e sono tuttora la più chiara indicazione dei temi ancora irrisolti del dialogo cattolico-protestante.
II testo di Melantone (in appendice) offre la
sintesi delle ragioni che inducono il protestantesimo a negare al papato l’ubbidienza
della fede. ’’ ,
4
PAG. 4 RIFORm
Ecumene
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CR
Verso le Assise della «Comunità evangelica di azione apostolica» (Cevaa) J)^l MONDO CRISTIAM
La Chiesa protestante metodista del Benin
/
/
Fondata 150 anni fa, è una chiesa minoritaria in un paese a maggioranza
cattolica ma il suo impegno nella società non passa inosservato
Nel 1993 la Chiesa protestante metodista dèi Benin
ha festeggiato’ i suoi 150 anni.
Benché minoritaria (5%) su
una popolazione stimata a
circa 4.100.000 abitanti, il suo
impegno nella vita del paese
non passa inosservato. Fu
fondata da un missionario
metodista liberiano, Thomas
Birch Freeman, che aveva lavorato sulla costa Ovest
dell’Africa. Nel 1843 iniziò il
suo lavoro missionario nell’
ex Dahomey (oggi Benin) che
proseguirà fino a Aneho (Togo). Questo lavoro verrà poi
ripresò dalla «Methodist Mission Society».
Vita della della chiesa
Fin dalla sua indipendenza, nel 1960, il Benin ha conosciuto una grande instabilità'politica (almeno 6 presidenti in L2 anni). Neppure
l’opzione marxista, adottata
il 26 ottobre 1972, ha saputo
rispondere alle aspirazioni
del popolo che, nel 1990, ha
chiesto e ottenuto l’istituzione di una Conferenza nazionale. Dal 1972 al 1990, la testimonianza della chiesa fu
più o meno ostacolata dalle
autorità politiche. Nel 1990 i
membri di chiesa parteciparono attivamente al grande,
cambiamento verificatosi
nella vita del paese. Fin dal
Una giovane membro della Chiesa protestante metodista del Benin
1968 un’azione apostolica
comune è stata lanciata nella
provincia di Fon; ci fu un
movimento di conversione
molto importante in quella
provincia ma occorre un personale qualificato per sviluppare quest’azione.
Oggi la Chiesa protestante
metodista conta circa 78.000
membri, 61 pastori di cui 4
donne, 10 evangelisti di cui 3
donne, 2 animatrici rurali e
913 predicatori laici (uomini
e donne). Tre istituzioni di
formazione preparano i candidati al ministero: la Scuola
biblica di Abakyame (Togo),
la Scuola di teologia prote
stante di Porto-Novo e la Facoltà,di teologia protestante a
Yaoundé. Un Centro cristiano di accoglienza e di formazione a Porto-Novo si occupa
della formazione dei laici (seminari, colloqui). Oltre che
della Cevaa, la Chiesa protestante metodista del Benin è
membro delle seguenti organizzazioni internazionali:
«Methodist Church overseas
Division» (Londra), Consiglio
ecumenico delle chiese (Cec,
Ginevra), Conferenza delle
chiese di tutta l’Africa (Ceta,
Nairobi), «World Association
for Christian Communication» (Londra).
Le opere diaconali
Nella provincia di Fon, dove si è svolta l’azione apostolica comune, si trova attualmente un ambulatorio per la
prevenzione delle malattie
materne e infantili (vaccinazioni). A Cotonou, un ospedale confessionale «Bethesda» si
occupa quotidianamente di
circa 100 persone e un centro
di riabilitazione nutrizionale
accoglie una cinquantina di
bambini al giorno a Dangbo.
Non vanno dimenticate le
attività agro-pastorali. La
Chiesa protestante metodista è inoltre molto coinvolta
nel lavoro di alfabetizzazione, di formazione dei giovani
e delle donne. A livello scolastico, il rinnovamento democratico e il governo provvisorio nominato- in seguito al
«grande cambiamento» che
ha segnato la fine dell’ideologia marxista nel 1990, la
Chiesa ha riaperto i suoi edifici. Oggi, la direzione delle
scuole protestanti gestisce 12
scuole elementari e medie. Il
servizio comunicazione produce un giornale («La Sentinelle», con Una tiratura di
1.000 copie), trasmissioni radio e televisive: ha in progetto la realizzazione di cassette
audio e video per l’evangelizzazione e lo s^Uuppo.
Verso la firma dello storico accordo
Cattolici e luterani d'accordo
sulla giustificazione
La Federazione luterana
ihondiale (Flm) potrebbe firmare l’accordo con la Chiesa
cattolica romana sulla questione teologica della «giustificazione», che fu la causa essenziale della Riforma protestante. Lo ha annunciato L’
Osservatore Romano, organo
ufficiale del Vaticano, il 23
gennaio scorso. Secondo il
giornale vaticano, la prossima assemblea generale della
Flm, programmata per il
1997, potrebbe segnare Tannuncio di questo «accordo
storico», tuttora in fase di
preparazione.
L’assemblea deUa FÌm, scrive ancora L’Osservatore Romano, potrebbe altresì essere
l’occasione di porre un termine definitivo alle «condanne
dottrinali delle differenti confessioni luterane relative alla
dottrina della giustificazione
nei confronti della Chiesa
cattolica». La dottrina della
^ustificazione riguarda infatti la salvezza dell’uomo dopo
la morte: l’uomo è giustificato dai propri sforzi e dalle
proprie opere o dal solo sacrificio dèi Cristo? Oggi la
Chiesa cattolica romana insegna, senza alcuna ambiguijtà,
che la giustificazione dell’uomo non proviene dalle sue
opere ma dal Cristo, il che
consente un riavvicinamento
con i luterani, al punto di
giungere a unei «dichiarazione comune sulla dottrina della giustificazione».
Già redatto da una commissione mista di esperti, il
progetto di testo circola dal
gennaio 1995 nelle 122 chiese
membro della Flm, per ricevere le modifiche necessarie
e per ottenere la loro approvazione. Si sa già che questo
progetto di accordo sta ricevendo un «largo consenso»
nelle chiese luterane. Una
volta conclusa la consultazio
ne, una nuova commissione
di lavoro elaborerà un testo
definitivo che dovrebbe essere reso noto «entro la fine del
1996», precisa il quotidiano
vaticano.
L'Osservatore Romano si
congratula per i passi decisivi compiuti dai luterani e dai
cattolici durante l’anno 1995,
sottolineando quanto fu apprezzata la visita in Vaticano,
il 9 giugno 1995, del segretario generale della Flm, Ishmael Noko. Viene tuttavia
fatto rilevare che dopo la
questione fondamentale della giustificazioone, resteranno da chiarire le questioni
cruciali del primato del papa, dell’eucarestia e dell’insegnamento della morale.
Secondo l’Osservatore Romano, si stanno avviando commissioni di specialisti per affrontare ognuno di questi
problemi. Al riguardo, l’organo della Santa Sede parla di
prospettive «molto promettenti». (spp/apic)
Una decisione del presidente Soglo
Nel Benin anche il «vudù»
è diventato religione ufficiale
Il Benin ha ufficialmente riconosciuto il culto degli
antenati, chiamato a volte
«vudù», come religione ufficiale. Secondo l’agenzia «All
Africa Press Service», il presidente Nicéphore Soglo ha
decretato che d’ora in poi
l’il gennaio sarebbe festa
nazionale per celebrare ufficialmente questo avvenimento. Questa decisione, ha
precisato un responsabile del
governo, conferisce al culto
degli antenati lo stesso riconoscimento dato alle feste
cristiane e musulmane. Secondo il presidente Soglo, la
maggior parte degli abitanti
del Benin ha in qualche occasione praticato il culto degli spiriti.
In occasione di una festa
del «vudù» nel 1993, il presidente Soglo aveva sottolineato che il «vudù» era il legame
tra il Benin e la costa occidentale dell’Africa da un lato,
e la diaspora nera delle Americhe e dei Caraibi dall’altrò.
Un gran numero di coloro
che vennero imbarcati con la
forza come schiavi verso le
Americhe provenivano da
quella parte dell’Africa. Per
Alan Anderson, del Centro di
studio delle nuove religioni a
Birmingham (Gran Bretagna),
il «vudù» è la religione tradizionale deU’Africa occidentale. Era stato soppresso durante il periodo coloniale e considerato come stregoneria.
Secondo l’agenzia di stampa «All Africa Press Service»,
il riconoscimento del «vudù»
«è visto come uno stratagemma politico del presidente
Soglo per ottenere appoggi
prima delle elezioni presidenziali del 3 marzo». Soglo
sarà candidato per la seconda volta dopo il 1991, data in
cui è diventato il primo presidente democraticamente
eletto del Benin. (spp/eni)
■ Lo hanno deciso le tre Facoltà romando di teologia
Nasce a Ginevra un nuovo Istituto di etica
Il 20 marzo prossimo verrà
inaugurato a Ginevra un
nuovo istituto di etica, collegato alle Facoltà protestanti
di teologia di Ginevra, Losanna e Neuchâtel. Dopo
Tistituto di storia .della Riforma, l’istituto delle scienze
bibliche, l’istituto romando
di pastorale e l’istituto romando di ermeneutica e di
sistematica, le tre Facoltà,
con l’accordo dei rettorati rispettivi delle tre università,
hanno deciso di creare un
istituto interamente dedicato all’etica. Situato a Ginevra, il nuovo «Istituto romando di etica» (Ire) avrà come
obiettivo generale di favorire
il lavoro teologico in materia
di etica e di contribuire
all’attuale dibattito sulle
questioni etiche che si pongono nella società.
Il direttore, professor Eric
Fuchs, precisa la missione
del nuovo istituto con tre termini: ricerca, formazione e
servizio. «Oggi, la ricerca - dice - non può più essere portata avanti da individui isolati; l’ampiezza del campo di
osservazione e la complessità
dei problemi posti è tale che
occorre che ogni ricerca, anche specializzata, si iscriva in
un insieme di collaborazioni
indispensabili. La formazione passa attraverso la messa
in comune delle risorse in
materia di etica disponibili
nelle nostre diverse Facoltà».
1 temi delle lezioni e dei seminari in etica svolti nelle tre
Facoltà sarannó decisi dopo
concertazione tra i professori
Fuchs, M.üller e Bühler. Inoltre l’Ire potrebbe fornire alcuni servizi specifici: «Si tratterà di mettere Tire a disposizione di coloro che, nell’università, nella città o nella
chiesa, vorranno fare appello
ad esso per documentazione
o costituzione di dossier su
temi precisi».
Per l’inaugurazione, che
avrà luogo nell’Aula magna
dell’Università di Ginevra, è
stato invitato l’ex primo ministro francese Michel Rocard,
di origine protestante, (spp)
Perù: il Consiglio nazionale
evangelico'sospende le sue attività
b
LIMA — Il presidente del Consiglio nazionale evangelico J
Perù (Conep), pastore Juan José Rivas, ha annunciato las
spensione delle attività del Consiglio che, secondo l’ageiv
j“dc (notizie dall’America Latina e dai Caraibi), si trova di fioi
a una gravissima crisi di natura strutturale e amministrativaj
10 gennaio scorso il Conep ha cessato le sue attività, nella s/
ranza di poterle riprendere fra tre mesi: si trova di fronte ad*3
enorme deficit finanziario. A questa crisi economica si ;
gono difficoltà amministrative e problemi di personale. iTdí
cit è in parte dovuto alla mancanza di sostegno finanziario |
parte delle chiese membro. Le contribuzioni delle chiese in
ti non raggiungono il 30% del budget. Il Conep è la più ¡
istanza rappresentativa dei protestanti in Perù. Venti delle p
grandi chiese, che rappresentano un milione e mezzo di me^
bri, e una quindicina di altre organizzazioni collegate alle eli
se sono membri del Conep. Per il pastore Juan José Rivas, ci
ha chiesto un congedo straordinario, il Consiglio deve ridefi
re il molo del Conep nei confronti della chiesa e deila sociel
per continuare ad essere l’istanza rappresentativa dei proa
stanti nel paese. «La soluzione di questo problema sta nel del
nire con precisione il molo del Conep di fronte alle esigere
della missione della Chiesa alla vigilia del prossimo millenni
ha detto Rivas che ha quindi chiamato ie chiese a «raddoppi
re gli sforzi per rafforzare la stmttura istituzionale del ConepJ
per fare di quest’ultimo uno spazio propizio aiia testimonial
zà evangelica nello sviluppo della nazione». (bipM
$s'era :
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Francia: verso l'Assemblea generale
della Federazione protestante
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PARIGI — Riunito a Parigi il 12 febbraio scorso, il Consi^
della Federazione protestante di Francia (Fpf) ha dedicato la)
parte dei suoi lavori alla preparazione dell’Assemblea genera
deUa Fpf che si svolgerà a Marsiglia i 9 e 10 marzo prossimi S
condo il nuovo statuto il ruolo dell’Assemblea generale, cheti
mai si riunisce ogni anno, è di determinare gli orientameJ
della Federazione per l’anno in corso e di pronunciarsi sullefl
chieste di adesione fatte da chiese e associazioni che desidei
no diventare membro della Fpf II Consiglio ha accolto favoq
volmente le richieste presentate dall’Unione delle Chiese ev
geliche libere, dalla Società degli amici del minitei protestanti
dalla Chiesa evangelica del Nazareno, e dalla Chiesa avventii|
del 7° giorno. Il Consiglio ha approvato la proposta di creareii
Servizio protestante nel mondo del lavoro: il nuovo ser
coordinerà in particolare l’attività delie cinque cellule di «N
sione nell’industria». È stato inoltre deciso di creare un comi{|
to di dialogo tra la Fpf e.le Assemblee di Dio. (¡i||
CIO
ìéhe i
Egitto: tre copti uccisi dagli isiamicil^
ABU QUARGAS — Tre cristiani copti egiziani sono statili
cisi e altri due feriti l’8 febbraio scorso a Abu Quargas da tei
roristi islamici. Secondo la polizia, i tre aggressori hani
aperto il fuoco quando Fuad Malik Manna, di 45 anni, e T(
Abdel Bagi Ahmed, di 38 anni, stavano per iniziare il loro tu
no di guardia nella cattedrale copta di Abu Quargas. La tei
vittima è l’avvocato Youssef Fawzi Zaria, di 26 anni, che pi^
caso si trovava sulla piazza della chiesa. Un altro guardiani g
un pedone sono stati feriti. .Secondo informazioni fornite di
la polizia egiziana, 951 persone sono già state uccise due
scontri tra le forze di sicurezza e i gruppi islamici armati
marzo 1992. Da alcuni anni, i militanti fondamentalisti sol
molto attivi nella provincia di Minya, a circa 250 km a sud
Cairo, dove i cristiani copti, abbastanza numerosi nella zoi
sono diventati bersagli prediletti. (sppli
Francia: Jacques Caillot crea una
«diocesi virtuale» su Internet
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Tunisi
PARIGI — L’ex vescovo di Evre.ux, Jacques Gaillot, revocò
dal Vaticano nel gennaio 1995, ha creato una «diocesi virtuali
sulla rete Internet, denonainata «Partenia». Com’è noto, Pi
nia è il nome dell’ex diocesi, ormai inesistente, situata in Aftii
del Nord, che è stata affidata al vescovo Gaillot dopo la suait
voca. «Oggi, grazie a nuovi mezzi di comunicazione e di infd
mazione, Partenia esiste di nuovo- e diventerà la prima dioc®! j’i-:
virtuaie, ii che mi darà la possibilità di proseguire ia mia azi^’
ne», ha detto Gaillot. Il «sito» della nuova diocesi (httpii
T0www.partenia.fr) offre informazioni suila revoca del vesci
Gaillot e una fotografia del vescovo insieme al papa scattaj
durante l’incontro in Vaticano del dicembre scorso.
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Colloquio internazionale «Le donne e l'energiài|
- Dall'«Albero di vita»
al «Giardino della speranza»
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Cercan
Il colloquio, organizzato dalia «Commissione ecologia^
bioetica» del Forum ecumenico delle donne cristiane d’fi™
ropa, si svolgerà a Minsk (Bielorussia) dal 23 al 28 apr
1996.
Venite a piantare, insieme a 60 donne dell’Est e deU’0»»i
st, del Nord e del Sud, il Giardino della Speranza intorno^
la Cltìesa ortodossa che si sta costruendo in memoria
vìttime di Cemobil. / f
h. L'invito giunge da patte di donne di Minsk che hauw
’;]pmedpato nel 1993, a Santa Severa, alla Conferenza ^
primavera silenziosa - 30 anni dopo», convocata d^
Commissione ecologia e bioetica, e posta sotto il se
deir«Altero di vita». 10 armi dopo CemobR, esse attend
una primavera che 'canta e che fiorisce e. desiderano
sformare T «Albero di vita» in «Giardino delia speranza»
Per infomtazlùni eìxiizioni Hmlgersi a: Marguerite
ser, Otemin ChatìmUn 12,1208 Ginevra,(Svmzera); tei
41-223490865^ '
5
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ÆRDÎ 1°- marzo 1996
PAG. 5 RIFORMA'
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Una singolare comunità di cui oggi rimangono solo poche testimonianze
Livorno «nazione ebrea» per tre secoli
Il Una grande diaspora che dalla Spagna si diresse verso alcune città europee
ft Un crocevia di incontri e (^li parentele nella «piccola Venezia»
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ROSALBA DAVICO
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' \ VEVO bisogno di raciilX contare ai miei figli che
&s'era stata la nostra storia ^five Lionel Lévy nella prefai’zione al suo libro* - perché
■■ chi avrebbe saputo, dopo e
ìcora, che era esistita per tre
;oli a Tunisi dalla metà del
TI secolo al 1945 una comunità chiamata alternativalente 0 “ebrea portoghese" o
ione ebrea livornese", deitivamente cancellata nel
flS57 in una dispersione che
'^cia a tutt’oggi soltanto la
italgia di immagini sbiadiate, di visi e di luoghi amati, e
'fm presente di oblio?».
i^èi paesi deU’lslam questa
storià era cominciata con
fésilio comune di musulmani
, andalusi e di marrani porto¿pesi e spagnoli espulsi a mi¿paia dalla Spagna cattolica:
■itatoria di un’immensa diaspo■' ra da! diversi destini e di una
,comune sotterranea antica
tìtà di coesistenza. Su uno
indo di roghi, torture, e di
wólenze antisemite tutte le
rtenze, avide del commercio spagnolo in America e
dente si fecero contempoleamente avanti per «ricette» questi «portoghesi» e
m loro il pepe, l’oro, il taicco. Si arriva a «tollerare»
iiièhe i «nuovi cristiani» ritorniIto al loro giudaismo d’origiIf.ne, cosa che a termini di legEige era passibile invece di
irte. In base a questo dirit[to pratico, cioè non legale, e
tndaloso per Roma e l’Inlisi^ione, sorsero le sinagodi Venezia, Ancona, Feria^, Livorno, Amsterdam,
■poi Bordeaux. In Oriente le
lUpunità ebreo-spagnole di
. Costantinopoli e Salonicco
'^^pendevano dalla giurisdi'^ne dell’impero ottomano e
iónvogliarono i nuovi arrivati
ielle comunità di esiliati del
We XVI secolo in una simiiosi che non fu immediata.
La malinconia lacerante del
lamenco di Pepe de la Matrona, commercializzato come autentico folclore andaluL. so, nasce invece da questi
dversi di esilio e percorre i
ricordi infantili dell’autore e il
suo lessico familiare: strade
dell’antico quartiere Grana di
, Tùnisi dove si parla «bagltó»
Il Golfo di Tunisi in una carta dei 1616
ebreo-toscano, della sinagoga
portoghese, detta poi «livornese», di Slet-Rebbi Haim.
È in questa storia intragenetazionale, «storia lunga»,
che l’autore ripercorre i dettagli impalpabili di una straordinaria vicenda, ricostituita indietro nel tempo di 74
famiglie iberiche «livornesi»,
di cui 12 italiane (Castelnuovo, Cesana, Pinzi, Modigliani,
Montefiore, Sinigaglia, Volterra, Arditti, Forti, Astrologo,
Spizzichino, Funaro). Dal
1520 i Medici ne catalizzano
molte nell’area di Livorno, la
«piccola Venezia», che diventerà una sorta .di terra promessa della multiforme diaspora portoghese-spagnola,
un caleidoscopio di vivaci differenziazioni culturali interni
al poliedrico gruppo. «È Fernand Braudel che mi ha dato
il gusto della storia - scrive
Lionel Lévy - rivelandomi la
durata, nozione che provavo
confusamente senza potermi
esprimere». Approfondendo
quella del giudaismo spagnolo, poi marrano, scopre l’introvabile: una incredibile
continuità, in una catena di
azioni e reazioni politiche e
culturali tali da sembrare
«...un movimento premeditato della storia destinato a fare
di noi quello che noi siamo
diventati» (p. 134). Lionel
Lévy non scrive quindi dei livornesi come di un’etnia tra
le altre che vissero un tempo
la Tunisia coloniale e precoloniale, non disserta sulle interpretazioni del «marranesimo» di Baruch Spinoza, Urici
Da Costa, Juan de Prado, ma
ripercorre gli affascinanti itinerari onirici di un’avventura
umana grandiosa, seguendo
forse l’idea suggerita dal
grande marrano eretico Spinoza, che il verbo ebraico Yodo’h significa insieme «conoscere» e «amare», o forse Maimonide, che anticipa quella
r
Baruch Spinoza
stessa intuizione: l’amore di
Dio è proporzionale alla conoscenza che se ne ha ed è la
sua stessa ricompensa. È in
questo sotterraneo filone culturale infatti che anche le parentele prestigiose della prestigiosa, elitaria, raffinata, \
aristocratica comunità dei livornesi riaffiorano nel libro
come secondarie, attraverso
un sorriso dolente ò un’amabile ironia e distanza.
Il prèstigio internazionale
di molte parentele è sentito
comunque come secondario
rispetto al senso di un’appartenenza più grande. Si ritrovano gli Espinoza (grafia
olandese e italiana di Spinoza) solidali con gli Attias, antenati dell’autore, i Villareal
(ascendenti con gli Aboab e i
Cardoso di Benjamip Disraeli), i Gutierres-Pena, i Modigliani. Questi ultimi, di origine romana, si integrano nel
XVIII secolo alla comunità livornese, il che farà scrivere
alla figlia di Amadeo Modigliani, Jeanne: «Livorno era
per me bambina la città (civitas) terrestre per eccellenza,
mentre Amsterdam restava la,
città celeste, o più precisamente nel pensiero vagamente deista e fortemente libero
dei miei antenati, là città dello spirito. A Livorno si erano
incontrati per mettermi al
mondo degli ebrei di origine
romana e degli ebrei di origine spagnola, che dopo gli
splendori del XVII secolo
olandese erano sciancati da
Amsterdam verso Tunisi,
Marsiglia, Livorno» (p. 150).
È un epopea che transita
dall’età dell’oro spagnolo allo
splendore olandese, Tunisi e
Livorno, sino aH’indomani di
una nostalgia: dove casualmente e direttamente implicato «l’ultimo dei livornesi»
ne racconta la tragica tenerezza con tutta la «nonchalance» che la sua stessa
«grandeur» esige.
(’) Lionel LévyV La Communauté juive de Livourne. Paris,
L’Harmattan, 1996. (Cfr. anche
Yirmiyahu Yovel, Spinoza et autres hérétiques, Paris, Seuil, 1991;
lean-Pierre Filippini, Livorno e
gli ebrei dell’Africa dei Nord nel
Settecento, Firenze, Olschki,
1980; Renzo Toaff, La Nazione
ebrea a Livorno e a Pisa [15911700], Firenze, Olschki 1990).
Il volume di Corrado Cavinelli espone stili e tendenze della costruzione
le religioni negli spazi dell'architettura contemporanea
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IvesOW ¿; \T/EL suo r cente libro*
scattai jji Corrado Gavinelli (pro«isore di Storia dell’architettura e di Storia dell’architet- toa contemporanea presso il
jÌÙlitecnico di Milano) racco■’^ee analizza gli eventi significativi più recenti dell’archi, lettura attuale, cominciando
; dal secondo dopoguerra e
, ideando di proporre una vaj,|jtotai;ione complessiva dei nu
m
merosi e variegati fenomeni
che caratterizzano e distinguono, in maniera multiforme é eterogenea, la cultura
progettuale odierna nei suoi
ultimi 50 anni di produzione.
Si tratta del primo libro che
affronta, non solo in Italia,con esplicita sistematicità e
classificazione, il difficile e
ancora in atto panorama storico mondiale dell’architetturai contemporanea, con una
ampiezza e una documenta
imOjÉj
ia<
han
^ cattedrale di Santa Maria a TóWo
zione di sicura comprensione
repertoriale e di utile referenzidità critica.
Partendo dalla constatazione dei vasti cambiamenti verificatisi nell’ultimo mezzo
secolo, l’autore considera lo
sviluppo dell’architettura
contemporanea partendo
dalle sue premesse di trasformazione e opposizione nei
confronti della tradizione del
Movimento moderno, per arrivare a una approfondita e
organizzata interpretazione
degli, aspetti specifici della
post-modernità secondò categorie generali e ricorrenti*
che riflettono le tendenze
progettuali attualmente im
corso (manieratezza, doppia
codificazione, ambiguità, ironia, eterogeneità, complessità, mescolanza, storicismo,
popolarismo, partecipazione,
semanticismo).
Nel volume, abbondantemente illustrato con più di
1.200 immagini a colori e in
bianco e nero (tutte realizzate
daii’autore stesso) sono trattati anche alcuni argomenti
di diretto riferimento alie reli
A Roma la teologa Karl Borresen
Le chiese si dividono sull'idea
del ministero femminile
ELIZABETH OREEM
gioni più diffuse e praticate
nel mondo (non soltanto il
cristianesimo nelle sue articolazioni ma anche l’ebraismo, l’islamismo e lo scintoismo). Vengono così ampiamente considerati organismi
sostanzialmente diversi come
chiese, templi, sinagoghe,
moschee, nelle loro qualità
architettoniche e spaziali di
maggiore evidenza progettuale e espressiva nel mondo.
Per quarito riguarda il protestantesimo si fa riferimento soprattutto alla Cappella
ecumenica di Eero Saarinen
realizzata al Mit di Cambridge nel 1953-56. Tra gli àrchitetti di più individuabile adesione riformata in Italia viene citato Leonardo Ricci,,
analizzato nel suo lavoro
progettuale pubblico e civile
con particolare riferimento
all’importante, anche per la
critica estera. Villaggio del
Servizio cristiano su Monte
degli ulivi a Riesi.
(*) Corrado Gavinelu: Architettura contemporanea dal 1943
agli Anni ’90. MUano, laca Book,
1995.
T A linea di demarcazio\<l^ne tra le confessioni
cristiane non è più quella segnata dalla Riforma ma frjnodo in cui le chiese si pongono
nei confronti delle donne». La
distinzione tra chiese cioè
non è più misurata sulla giustificazione per fede o sulPautorità delle Scritture, ma
sull’antropologia teologica e
sul ministero femminile.
Questa è stata l’interessantissima tesi avanzata da Kari
Borrèsen, nota teológa cattolica, nell’intervento tenuto
nel dorso del seminario «E
maschio e femmina li creò»
promosso dàlia Commissione nazionale per le parità e le
pari opportunità (Roma 9-10
febbraio). Nel suo intervento
la Borresen, che si è occupata
della donna nella riflessione
teologica a partire dagli anni
’60', ha messo a punto una tipologia delTimago Dei nella,
tradizione teologica. Secondo
la teologa norvegese, il protestantesimo fu il primo ad accettare la piena equivalenza
uomo-donna e a trarne le
conseguenze sia sul piano sociale che ecclesiale. Il cattolicesimo, invece, pur accettando tale equivalenza, si trova
ipotecato da un’articolazione
androcentrica delTimago. In
altre parole, mentre il cattolicesimo accetta l’equivalenza
sociale della donna, continua
a declinarla a partire dalla
sua funzione procreativa. Giù
spiega, secondo la Borresen,
l’accordo fondamentale tra il
Vaticano e i paesi islamici su
alcune questioni. Il Vaticano,
assieme ad alcuni paesi islamici, non solo non ha ratificato due importanti convenzioni dell’Onu sui "diritti delle
donne ma, cdm’è noto, ha
cercato néll’Islam un alleato
contro la riproduzione responsabile delle donne.
Nonostante gli interventi di
alcune pastore evangeliche
(Adriana Gavina ha parlato
sull’identità femminile e il
ruolo pastórale. Letizia Tomassone sulla relazione come metafora di Dio, chi scrive su nna teologia della parola al femminilé), il convegno
si è mostrato poco pronto a
un vero confronto interconfessionale. n dibattito si è infatti polarizzato suUa posizione contraddittoria nei confronti delle donne all’interno
del cattolicesimo e non è riuscito a cogliere la tesi provocatrice della Borresen.
Ma è proprio vero che a divi,dere le chiese del protestantesimo storico dal mondo cattolico (e ortodosso)
non sono tanto i principi della Riforma, quanto la sua visione teologica della donna?
10 credo che la tesi della Borresen colga nel segno ma, come ho sostenuto altroveV
credo che siano proprio i
principi protestanti ad aver
portato (col tempo) le chiese
evangeliche ad affermare
l’equivalenza sociale (ecclesiale) e culturale (teologica)
delle donne. Potremmo dire,
quindi, che uno dei modi
principali in cui oggi si concretizza la specificità del protestantesimo è da ricercare
nella sua visione della donna? E se ciò fosse vero, che
cosa implicherebbe per la testimonianza evangelica nel
nostro paese? Come ho detto,
11 convegno a Roma non si è
soffermato su questo aspetto
della tesi della Borresen, che
forse meriterebbe un dibattito su questo giornale.
(1) Cfr. Natura e ruolo della
donna in Agostino e Tommaso
d’Aquino, Assisi, Cittadella, 1979.
(2) Mi sia perdonato un rimando al mio Perché la donna pastore. Il volto femminile nel ministero delle chiese, di prossima pubblicazione presso la Claudiana'.
La «Rassegna mensile di Israel»
La responsabilità degli
storici di fronte alla Shoà
Un lavoro di «memoria al
quadrato», ovvero di memoria della memoria è quello su
cui fa il punto Liliana Picciotto Fargion nel saggio più significativo dell’ultimo numero (n. 3/1994, ma è uscito a fine 1995) della Rassegna mensile di Israel, pubblicazione di
studi edita dall’Unione delle
comunità ebraiche italiane.
Nell’editoriale del direttore
Guido Fubini si fa rifèrimentò al cinquantenario della Liberazione e si legge un’esortazione a mantenere la memoria dei fatti della guerra e
della pratica dello sterminio,
anche di fronte ai tentativi
più recenti di «rilegittimazione» del fascismo.
Lo studio' che apre la rivista, .«Memoria della Shoà:
condizionamenti, revisioni,
negazioni», fa invece una sìntesi completa delle posizioni
storiche che sonò maturate,
a partire dalla guerra stessa,
in merito alla programmata
distruzione degli ebrei: dalla
prima, confusa percezione di
ciò che avveniva alla scoperta dei lager, dalla guerra fredda ai silenzi della Chiesa cattolica (fino al 1965), daH’interpretazione italiana che
poneva sotto lo stesso cappello la deportazione degli
oppositori al fascismo e quella degli ebrei al riconoscimento di una terribile specificità nell’organizzazione
dello sterminio di questi ultimi. L’ultima parte dello studio affronta le diverse correnti di «revisionismo» e di
«negazionismo» della persecuzione e dello sterminio.
(*) Rassegna mensile di Israel.
Abbpn. annuo £ 60.000. Ccp n.
45169000, intestato a Ucei, Lungotevere S^lnzio 9,00153 Roma.
Nidi di mitragliatrici a Auschwitz
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PAG. 6 RIFORMA'
VENERDÌ 1^ MARZO 1996
■ Il lavoro delle donne
11.000 miliardi di
dollari non contabilizzati
TONY NELSON ^
S ECONDO il recente Human Developement Report 1995 elaborato dall’United Nations Development
Program, le donne rappresentano il 70% dei poveri del
mondo e i due terzi dei 900
iwiioni di analfabeti e ricevono solo il 26% del reddito
totale da lavoro. Sebbene tra
il 1970 e il 1990 le iscrizioni
femminili alla scuola elementare siano passate dal 67
all’86% del tasso maschile, le
femmine costituiscono ancora il 60% dei bambini che
non hanno accesso all’istruzione elementare e quasi
dappertutto le donne sono
escluse dai processi decisionali economici e politici: detengono solo il 14% delle posizioni manageriali e amministrative e solo il 10% dei
seggi parlamentari del mondo. Sebbene negli ultimi
vent’ailni siano stati realizzati significativi progressi, le
donne non hanno ancora
raggiunto l’eguaglianza con
gli uomini in nessuna misura
di sviluppo umano esaminata nel rapporto.
Dal 1990, VHuman Development Report viene commissionato ogni anno dall’
Undp. Quello del 1995 affronta per la prima volta la
questione dell’eguaglianza
di genere tra le nazioni, e al
loro interno. Due nuove misure del benessere correlate
al genere, il Gender Development Index (Gdi) e la
Gender Empowerment Measure.(Gem), forniscono un
quadro delle limitate opportunità a disposizione delle
donne. 11 Gdi riflette gli squilibri uomo/donna nella sanità di base, nell’istruzione e
nel reddito, mentre la Gem
misura l’accesso delle donne
ai processi economici e politici basandosi su tre variabili: quota dei seggi parlamentari; quota delle posizioni
amministrative, manageriali,
professionali e tecniche; capacità di guadagno, determinata dall’acces&o a lavori e
salari. Per entrambi gli indici, una misura uguale a 1
rappresenta la completa
eguaglianza con gli uomini.
Ecco alcuni dati tra i più importanti ergersi dal rapporto:
Prese nel loro insieme, le
nazioni hanno registrato
progressi consistenti. Nei 79
paesi per i quali erano disponibili dati relativi al periodo
1970-1992, il valore medio
del Gdi è aumentato del 48%,
passando dallo 0,43 allo 0,64.
Il Gdi più elevato - 0,92 - è
stato raggiunto dalla Svezia.
Nonostante questo miglioramento complessivo, 45 delle
130 nazioni esaminate hanno fatto registrare valori di
Gdi ancora inferiori allo 0,50,
segnalando il permanere di
profondi e persistenti ritardi
nella sanità, nell’istruzione e
nel reddito. I valori della
Gem si sono rivelati sostanzialmente più bassi, il che riflette il più limitato accesso
delle donne al potere economico e politico. Solo nove
nazioni hanno raggiimto valori di Gem superiori allo
0,60, mentre ventiquattro
paesi sono sotto lo 0,25.
Uno degli aspetti più significativi del rapporto è che
esso costituisce il primo tentativo di quantificare a livello globale il valore del lavoro
femminile non pagato o sottopagato. Con una ricerca
estensiva condotta in 31 nazioni sull’utilizzazione del
tempo, gli autori hanno scoperto che le donne lavorano
di norma più a lungo degli
uomini, da una media del
53% del tempo-lavorativo tor
tale nei paesi in via di sviluppo al 51% dei paesi industrializzati. Le donne, però,
sono pagate solo per un terzo circa del loro lavoro,
mentre gli uomini per i tre
quarti. Ne risultano attività
economiche svolte dalle
donne per un valore di
11.000 miliardi di dollari che
non vengono incluse nei sistemi di contabilità economica tradizionali. Poiché la
produzione mondiale è calcolata a 23 bilioni di dollari,
il valore non pagato del lavoro delle donne rappresenta un contributo essenziale,
/ benché troppo spesso ignoréto, al benessere economico delle famiglie, delle comunità e delle nazioni. ,
• Sebbene neH’ultimo ventennio, grazie alla diminuzione della mortalità materna e degli indici di natalità,
all’aumento della speranza
di vita e al diffondersi dell’alfabetizzazione e dell’istruzione, le capacità delle donne siano rapidamente cresciute, le loro opportunità di
utilizzare queste capacità restano limitate. Eppure, come
concludono gli autori del
rapporto, «finché le donne
saranno escluse dal processo
di svilùppo, lo sviluppo rimarrà debole e squilibrato»,
n Gdi e la Gem, essi sperano,
stimoleranno i governi a
procedere con maggiore ra^
pidità verso Teliminazione di
queste ineguaglianze
* del World Watch Institute
medicinali omeopatici non sono più al bando
n ■ ' m cas
¿miti
Le cure dolci dal farmacista
Per cinque anni ancora si potranno comperare le medicine
omeopatiche, in attesa di studi scientifici^
I due milioni e mezzo di
persone che in Italia scelgono di curarsi con medicinali
omeopatici possono rilassarsi. Il decreto legislativo 185
del maggio ’95, che recepiva
in senso restrittivo una direttiva europea, è stato modificato in senso positivo. Trecentomila firme raccolte dal
Comitato in difesa dell’
omeopatia, l’iniziativa dei
Verdi e un ministro di parola
hanno consentito una soluzione positiva in tempi brevi.
L’emendamento sull’omeopatia del ministro della sanità, Elio Guzzanti, proposto
dai Verdi, è stato infatti approvato il 22 febbraio dal
Consiglio dei ministri in sede
di reiterazione del decreto su
«disposizioni urgenti in materia sanitaria».
L’emendamento risolve
tutti i problemi creati dal decreto 185/95, che di fatto
escludeva dal mercato italiano il 60% dei farmaci omeopatici esistenti. Il «bando» sarebbe scattato a fine mése.
«Il ministro della Sanità
Elio Guzzanti è stato di parola»,. commenta l’on. Paolo
Galletti. L’impegno era stato
preso da Guzzanti in un incontro con gli on. Galletti e
Cardia. Una riunione tecnica
in cui era stato definito
l’emendamento che autorizza «automaticamente e con
la medesima presentazione»
per im periodo di cinque anni-tutti i prodotti omeopatici
presènti in Italia al momento
dell’entrata in vigore del decreto legislativo (maggio
1995), anche quelli immessi
sul mercato negli ultimi tre
anni. Al ministro erano state
consegnate le firme dell’appello promosso dai Verdi e
sottoscritto da 124 parlamentari di tutti i grùppi politici.
Guzzanti si era impegnato a
risolvere in tempi brevissimi
il problema delle norme restrittive per il settore.
La prossima battaglia dei
Verdi progressisti sarà su tre
punti: rendere i prodotti
omeopatici mùtuabili; lanciare una campagna di informazione: ottenere cattedre
universitarie. «L’obiettivo politico - sottolinea Galletti - è
bavaglia per la libertà di cura
vede anche rinserimento dei
prodotti omeopatici nel
prontuario farmaceutici, e la
presenza di esperti di medicina non convenzionale negli
organismi preposti all’autorizzazione, valutazione e immissione in commercio dei
farmaci.
Giulio Marasca, direttore
della Medom (una delle 40
associazioni di medicina
omeopatica italiane, aderente alla Liga Medicorum Hoepatica Internazionale di Ginevra), ha dichiarato all’Ansa
che il decreto Guzzati è «positivo» perché «in qualche
modo rappresenta un riconoscimento per l’omeopatia» in
un paese come l’Italià che
non ha neppure una propria
farmacopea omeopatica ufficiale, al contrario di quanto
accade in Inghilterra, Francia
e Germania. La legge italiana
però è «ancora troppo restrit-.
tiva rispetto alle norme europee» e prevede «lunghe e
onerose procedure di registrazione dei prodotti omeopatici come se fossero farmaci tradizionali» non ricohoscendone la specificità.
Considerata dai medici allopatici una non-cura, con
effetti plqcebo, l’omeopatia
viene ora studiata con attenzione da diverse équipes di
ricercatori. La rivista scientifica Lancet nel 1994 ha riportato i risultati di tre studi che
rilevano effetti «inesplicabili»
ma senza dubbio differenti
da quelli placebo.
Il tempo libero dei ragazzi italiani
Davanti alla televisione
perché non c'è il nonno
Diecimila lettori della rivista cattolica per ragazzi «Il
giornalino» hanno risposto a
un sondaggio sul tempo libero proposto dal settimanale,
con il pàtrocmio del «Bureau
International Catholique de
l’Enfance» (Bice) e in collaborazione con il Centro internazionale studi famiglia (Cisf). I
risultati dell’indagine sono
presentati a Firenze in occa
sione dell’apertura della
«Conferenza per l’infanzia» e
la libertà di cura, già possibile in diversi i
paesi europei».
Le 309.000 firme raccolte
dal Comitato per la difesa
dell’omeopatia comprendevano anche quelle di 3.000
tra medici e farmacisti. La
rivelano che il 60,3% dei ragazzi passaci! suo tempo libero guardando la tv, il 36,6%
leggendo e il 35% facendo
dello sport.
L’interesse per la tv, come
risulta daH’fndagine, va diminuendo con l’età: mentre si
registra il 70% alle elementari, l’interesse scende al 52%
alle superiori e cresce quello^
per la musica: 13% alle elementari e 50% alle superiori. '
Le femmine (41,1%) leggono
più dei maschi (28,3%) che
invece prediligono computer
e videogiochi. E ancora il
29,7% degli intervistati ascolta musica, il 26,3% disegna o
scrive, solo il 20,7% gioca
'all’aperto. Fra le attività più
trascurate la frequenza di
corsi extrascolastici.
Alla domanda «cosa vorre
Quante ore al giorno?
sti avere?» il 38,3% dei ragazzi
ha risposto meno compiti e il
31,3% meno attività da fare.
In particolare, i ragazzi del
Nord affermano di volere più
tempo (43,3%) e quelli del
Sud chiedono più spazi
(41%). Il 43% degli interpellati ha detto di trascorrere il
tempo libero anche da soli; il
77,7% decide da solo come
trascorrerlo. Solo il 7% passa
del tempo con i nonni. Il 35%
afferma di avere a disposizione due o tre ore al giorno ma
il 10,3% dichiara di non avere
mai tempo libero».
Meccanica Riesi Srl
SOS
- Chi siamo: Un’azienda meccanica di precisione che da più di 25 anni impiega 23 operai specializzati (ex allievi della scuola meccanica del Servizio
cristiano).
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a collaborazioni con aziende che cercano sul mercato prodotti già lavorati
e/o semilavorati.
- Contattateci; per ulteriori informazioni rivolgersi al seguente indirizzo:
Meccoruca Rìesi - via Monte de;^'UÌM 8
39016 Riesi (CL)- tei. 0934-928026; fax <f9M^9280SS
(chiedere del sig. Loris Tontassinif .
Brevi
Ora di religione
cattolica
L'Edite
H diritti
È scaduto il 28 febbraio il
termine stabilito dal ministero della Pubblica istruzione
perché le famiglie e gli allievi
maggiorenni esprimano la^
volontà di avvalersi o non av,
valersi dell’insegnamento
della religione cattolica (Ire)
nelle scuole statali di ogni ordine e grado. La dichiarazione di volersi avvalere o meno
dell’Irc andava espressa sugli
appositi moduli al momento
dell’iscrizione al primo anno
delle scuole elementari, medie inferiori e superiori. Per
gli anni successivi la dichiarazione si considera confermata d’ufficio. Per la scuola
materna, invece, la scelta va
espressa ogni anno.
Sapremo come è andata a
settembre. Per ora conosciamo come è andata quest’anno. Secondo l’annuario Gei
sull’insegnamento della religione cattolica nelle scuole,
statali italiane, nel 1995 gli
awalentisi dell’ora di religione cattolica sono stati il
94,4% degli studenti. La più
alta percentuale di non awalentisi si riscontra nelle medie superiori: 9,7% contro il.l
5,6% della media nazionale.,,|
In particolare sono gli istituti
professionali a detenere il record di studenti che rifiutantì
l’ora di religione; l’ll,8%.
Tra le possibilità alternative
all’ora di religione offerte
dalla scuola, prevale l’uscita
dalla scuola, nel 49,4% degli
istituti, e lo studio non assistito, il 22,9%. Solo il 15,6%
delle scuole ha organizzato
attività didattiche formative
in alternativa all’ora di reli-i
gione cattolica. Il 12,1% ga
rantisce lo studio assistito.
Sull’argomento è statar
tiì
.I'-,
su
in
pubblicato un utile volumetto';
per le famiglie: «L’insegna-i(
mento della religione cattoli-f
ca nelle scuole pubbliche: ay-1
valersi o non avvalersi». Il vo- f
lume, preparato dal Comitato |
nazionale Scuola e Costituzione, costa 4.000 lire e pre-1
senta una lettura aggiornata j
della normativa in materia: ]
può essere richiesto all’Editrice valore scuola, via L. Serra, ]
00153 Roma, fax 06-5813118.
Pari opportunità
«E maschio e femmina li
creò»: è stato questo il titolo,
e la prospettiva, di un seminario internazionale di studi
svoltosi il 9 e il 10, febbraio a
Roma presso la sede del Cnel
(Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro). Organizzato dalla Commissione nazionale per la parità e per le
pari opportunità tra uomo e
donna della Presidenza del
Consiglio, il convegno
contribuito all’approfondimento dell’immagine fenjininile nelle religioni cristiana
(cattolica ed evangelica), isj^'
mica, ebraica e buddista.
Hanno partecipato studiose e
laiche delle diverse culturei
creando una fertile discussione con reciproco interesse.
Particolarmente significativi
gli interventi di tre pastore
protestanti. Tomassone ha
reso partecipe il pubblico della sua ricerca su una mediazione femminile in Dio e si_è
soffermata sul suo «desiderio
di sperimentare la libertà che
nasce nei rapporti fra donne».
Della sua esperienza in un
ruolo tradizionalmente svolto
da uomini ha parlato Adrian*
Gavina, che ha segnalato
nuove vie per creare un’iden*
tità e .un’autorità femminili
nel compito pastorale. Concorda nche Elizabeth Green
che, proponendo una teolO"
già della parola ispirata all*
filosofia della differenza sessuale, ha concluso con un
ampio panorama della teolO'
già femminista protestante.
If.tem]
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Spedizione in abb. postale/50 - Torino
In caso di mancato recapito si prega restituire
; ^ mittente presso l'Ufficio PT Torino CMP Nord.
L’fditore si impegna a corrispondere
diritto di resa.
Fondato nel 1848
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Domenica 3 marzo, a Bobbio Pellice, si svolgerà la
Giornata mondiale di preghiera delle donne; vi parteciperanno le donne di tutte le chiese del I distretto, oltre a quelle di Torino. Il tema dell’incontro, «Dio ci chiama, rispondiamo!» è stato preparato dalle donne protestanti di Haiti e
rappresentanti delle diverse chiese locali cureranno i diversi momenti della giornata. Si inizierà con il culto, alle
10,30, con Santa Cena, per passare all’agape e a un porneriggio di canti e preghiere e informazioni sulla vita delle
popolazione e delle chiese di Haiti. Anche la colletta sarà
dedicata alle donne cristiane di Haiti.
C he cosa significa essere
valdesi? Se ne è parlato
a lungo in una serie di riunioni quartierali nella chiesa di
Pinerolo, come è riferito dalla
circolare locale, il Vincolo.
. «Domanda semplice a prima
vista - dice Marina Bounous
- ma anche discutendo animatamente non siamo riusciti
a dare una risposta precisa».
Per Franco Siciliano «porsi il
problema della propria iden-,
tità è spesso sintomo del fatto
che l'identità stessa si va forse perdendo o è messa in pericolo». «I presupposti - continua Paola Geymonat - erano la lettura della Bibbia, il
senso critico, l'onestà; ma
l'attualità in cui siqmo calati
viene vissuta in modo diverso
dalle varie generazioni».
VENERDÌ 1® MARZO 1996 ANNO 132 - N. 9 URE 2000
TRA STORIA E VOCAZIONE
IDENTITÀ
MARCO ROSTAN
Nel Vincolo c’è anche una
scheda che tutti sono invitati
a compilare indicando le caratteristiche più sentite dell’
essere valdesi: attaccamento
al territorio, partecipazione al
culto, senso del risparmio,
amore per la libertà, complesso di superiorità verso i cattolici, impegno, ecc. Identità
valdese: interrogativo permanente, ma anche questione
particolare di questi anni re
centi: io, ad esempio, apparteùgo a una generazione che
non si è tanto posta la domanda «chi siamo», quanto piuttosto «che' cosa ci stiamo a
fare al mondo».
Indubbiamente per molti
valdesi questa identità la si
cerca guardando indietro, riflettendo sul passato: sapere
chi si è, conoscere la storia e
la testimonianza del passato è
importante. Senza storia sia
: .-Piemonte
Infortuni
sul lavoro
in lieve calo
t
Verso le politiche di aprile: Malan e Bonansea dovrebbero essere ricandidati
Riconferme del Polo, incertezza per l'Ulivo
Gli infortuni sul lavoro e le
lalattie professionali in Pielonte hanno subito nell’ultiiho anno una flessione,, sep^Jur lieve; è quanto evidenzia
(la quinta edizione del rapportto specifico basato sulle fonti
^|nail disponibili, a livello re[,j|ionale. Fra il 1992 e il 1993
, si registra un calo di circa il
Serra,, t,1^7,2% nelle denunce di infor3118. i;:( ';iuni sul lavoro. I casi definiti
, ^ , con indennizzo si sono risolti
inita rin massima parte con inabilità
temporanea al lavoro (poco
Jpiù del 95%) mentre quelli
che hanno determinato postumi permanenti sono stati
2.715 e quelli mortali 116.
1178,7% (62.511 casi) delle
denunce interessa J’industria;
: in sostanza si registrano
23,07 episodi ogni milione di
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^ germente inferiore all’anno
precedente. Fra i settori mag' " giormente a rischio ci sono le
costruzioni e il settore minerario. Gli eventi con esito
. .mortale, evidenzia il rapporto
Regionale, sono accaduti con
. frequenza pari a 0,04 decessi
definiti per ogni milione di
ore lavorate.
I dati piemontesi rappresentano il 7,5% del totale na,‘zionale; in Italia infatti siamo, sempre per il 1993, a
1.106.763 denunce di inci"denti 0 malattie con 1.200
y, ,decessi: in sostanza ogni
PIERVALDO ROSTAN
incidenti o malattie professionali 3 persone.
. Secondo quanto riportato
, dall’Inail, il dato degli inci, denti sul lavoro in Piemonte
è Ulteriormente migliorato
anche nei successivi 1994 e
1995, in particolare nel settore a^colo, dove sono entrate
in vigore nuove, specifiche,
normative. I dati non devono
tuttavia far calare l’attenzione: recenti episodi hanno diniostrato che il rischio può
essee sempre in agguato.
A due settimane dalla presentazione di liste e candidati, pare proprio che i collegi pinerolesi di Camera e
Senato ripresenteranno, per il
Polo delle libertà, i due parlamentari useenti anche se né
Claudio Bonansea né Lucio
Malan danno la conferma ufficiale. All’intemo dell’Ulivo
le discussioni sono in corso
ma almeno una certezza c’è:
né Giorgio Bouchard né
Franca Coisson ripeteranno
l’esperienza di due anni fa.
Lucio Malan, eletto nelle
file della Lega Nord da cui ne
uscì in contrasto con la gestione di Bossi, si dichiara disponibile: «Il gruppo di cui
faccio parte, i Federalisti liberali - dice Fon. Malan -, è
componente convinta del Polo delle libertà ed è molto
probabile che ci si presenti
con Un unico simbolo». Una
prima valutazione, a caldo,
dell’esperienza parlamentare?.
«Il lavoro in Parlamento è
molto difficile ma può dare i
suoi frutti e dei risultati che
rispondono alle aspettative
del paese», afferma Malan.
Dichiarandosi a sua volta
disponibile per la candidatura
Claudio Bonansea anticipa:
«Dimostrerò con una pubblicazione quale è stato l’impegno profuso nelle istituzioni.
Chi oggi mi accusa di aver
trascurato il Pinerolese sulla
vicenda dei Mondiali del Sestriere finge di ignorare che le
condizioni e i presupposti
erano molto più favorevoli in
vai di Susa». Bonansea, oggi
osservatore preoccupato della
discesa in campo di Dini e
del suo polo di centro, potrebbe anche presentarsi nella
lista proporzionale del Ccd.
L’Ulivo, dopo alcune riunioni nei mesi scorsi, ha ripreso solo di recente a tessere
un discorso che è più avviato
in alcune zone (vai Chisone)
e meno in altre. Voci, ma nul
la più, danno per fatto un accordo Popolari-Pds con la
presentazione alla Camera del
giornalista Rai Giorgio Merlo
in cambio di una candidatura
a sindaco di Pinerolo di un
uomo della Quercia, probabilmente Alberto Barbero.
Per il Senato c’è chi insiste
sulla candidatura di Elvio
Passone ma l’impressione è
che il magistrato non si faccia
attrarre da questa prospettiva;
la vai di Susa potrebbe però
chiedere un candidato di
quella zona.
C’è poi l’incognita della
Lega Nord; ci sarà la desistenza con l’Ulivo o Bossi
correrà da solo? «Dovessi seguire il cuore - dice Ettore
Micol, coordinatore della Lega Nord - sceglierei di presentarci da soli ma dobbiamo
anche far in modo che la destra venga bloccata. Crediamo nel federalismo solidale e
ci aspetteremo che gli altri
capiscano le nostre buone ragioni. Sulle candidature abbiamo appena iniziato le discussioni: sarà un personaggio del Pinerolese; mi ritengo
un possibile, ma improbabilissimo, candidato».
Ho l’impressione, stimolata dalla
lettura di un articolo di Tullio Parise sull’ultimo numero de «La beidana» a
proposito della diversa considerazioneche i valdesi hanno per le loro valli, che
L'eco delle valli non sempre faccia tutto
il possibile per evitare la sensazione che
esiste una valle privilegiata rispetto alle
altre. E non mi riferisco solamente alla
direzione e alla redazione: io stesso nh
rendo conto di non conoscere a sufficienza la vai San Martino e la vai Chisone per scriverne correttamente e con il
rilievo che è loro dovuto. Forse vi è
qualche conoscitore delia realtà di quelle
valli che potrebbe dare qualche contributo? Per parte mia cercherò oggi di ovviare, riportando, riassunto, un bellissimo
«pezzo» àeìVEcho des Vallées Vaudoidel 1883.
Non so con certezza chi sia l’autore,
ma la sigla H. B. sembra indicare Tallora
pastore di San Germano, Enrico Bosio. Il
titolo è: Storia di un ballo pubblico e
IL FILO DEI GIORNI
IL BALLO
_____________BRUNO RBUION______________
Tarticolo si divide in tre capitoli: prima,
durante, dopo. Piena di autentico humour è la premessa: il ballo di cui si
tratta ha luogo a San Germano e, «dato
il nome della cittadina, tutti voi penserete che il santo patrono si chiami Germano. Errore. Il vescovo Germano è troppo
antico e troppo evangelico per essere
patrono di una parrocchia insediata tra i
valdesi. Si doveva cercare un patrono
più apertamente ostile ai protestanti e si
è quindi scelto Ignazio di Loyola, il fondatore delTordine dei Gesuiti».
Sempre secondo H. B., per ottenere
l’autorizzazione al ballo pubblico due al
bergatori valdesi, devoti di Sant’Ignazio,
si sono rivolti all’assessore competente.
Avendone ricevuto un diniego, si sono
rivolti alla sotto-prefettura di Pinerolo,
la quale ha ritenuto che le motivazioni
addotte dall’assessore non fossero sufficienti e così l’autorizzazione è stata concessa. Perché tanto zelo da parte degli
albergatori? Nella cittadina ce ne sono
ben quattro, anzi quasi cinque, e per
campare è necessario ogni tanto attirare
gente da fuori, con qualunque mezzo,
buono 0 cattivo che sia. >
Il ballo è stato montato stilla piazza del
mercato del bestiame, lungo il Risigliardo. Fin dalle nove del mattino si vede arrivare gente a piedi da Villar e da Porte,
dal tramways scendono numerosi pinerolesi; Prarostino fornisce un contingente^
notevole. Al culto si notano molte facce
forestiere, che pensano di accontentare
l’uno e l’altro, dando a Dio la mattinata e
al diavolo il pomeriggio.
(gli altri due capitoli al prossimo numero)
mo persi. Ma sappiamo che
per dei credenti la vera identità sta nella vocazione e la
vocazione non è alle nostre
spalle, nei nostri padri, ma davanti a noi, sempre e di nuovo
tutti i giorni. In questa^prospettiva mi piace collegare il
tema dell’identità a quello che
verrà affrontato in un bel seminario organizzato dalla Federazione delle chiese nel mese di marzo: si parlerà dei diversi tipi di spiritualità protestante, ma il' sottotitolo è «lo
spazio di Dio nella nostra vita». Non c’è dubbio che saremo aiutati a comprendere la
nostra identità se sapremo fare più spazio a Dio nella nostta giornata, anziché rinchiuderlo in un angolo, spesso
sommerso dalle ciantasaglie.
In Quisto
Numero
Nuova scuola
A quanto pare entro la
fine di quest’anno la scuola media di Luserna San
Giovanni potrà contare sul
nuovo edificio. I lavori di
costruzione sono infatti a
buon punto e sono stati il-’
lustrati nel corso di un incontro tenutosi presso il
municipio. - t ^
. . Pagina n
San Secondo
' Un aumento dell’aliquota lei consentirà al Comune di far fronte allá necessità di nuove assunzióni. È
questo uno. dei puiili salienti del biiancjo ^%revisione 1996, approvi^ dal
Consiglio il 23 fd)i:n?àio.
Rifiuti
La raccolta e lo smaltimento dei rifiuti in vai Pellice vedranno nel corso
dell’anno alcune importanti novità: entreranno in vigore, delle «tasse ecologiche» che serviranno a incentivare la raccolta differenziata; è anche allo studio un progetto di «compc^hffigio». -,fK. \
' PAfrlSl.W
CORCOS
Un’azienda che sembra
‘conoscere una stagione abbastanza felice è la Corcos
■^tfi Pinerolo, che produce
•ianelli di tenuta e articoli in
¿ingomma. Ne parliamo con
i’amministratore delegato,
.^ott. Dario Debemardi.
-V: Pagina IH
fL ....
Isolde e le altre
-, Valerio Ghirardi, luser■¿ese, è l’allenatore di Isolde Kostner, recente vincitlìce del titolo mondiale di
pergigante, e delle albe'
iscesiste: l’abbiamo in
Oontrato dopo i mondiali in
§na pausa dell’ attività.
. . , Pagina IV
8
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PAG. II
Sgombero neve nel centro di Torte Pelllce
Cronache
NEVICA: PER L’ENNESIMA VOLTA SI CHIUDE LA
STRADA — L’abbondante nevicata della scorsa settimana
(la trentesima di questo lungo inverno), ha ancora una volta
messo in ginocchio la viabiUtà delle valli; se ie difficoltà a
raggiungere le borgate si possono considerare fisiologiche
quando il manto supera di parecchio il metro d’altezza,
preoccupa maggiormente la chiusura delle strade del Sestriere e di Frali. In vai Germanasca è caduta una slavina e
si è provveduto celermente, in vai Chisone la chiusura è
stata dettata dal pericolo di valanghe segnalato dalla Prefettura: i mezzi sgombraneve hanno tenuto aperta una corsia
ma il transito è stato bloccato. Fra un anno ci saranno i
Mondiali di sci al Sestriere... i
MUORE INVESTITO DA UN’AUTO Un giovane autista
ventinoveime, Antonio Bertino, è stato investito da un’auto
intorno alla mezzanotte di venerdì 23 febbraio nella zona del
passaggio a livello di viale De Amicis a Lusema San Giovanni. Inutili i soccorsi prestati al giovane, che secondo il
racconto della ragazza che lo ha investito, Ursula Nisbet, di
Lusema, è sbucato a improvvisamente a piedi sulla strada.
I CREDENTI IN UN MONDO CHE CAMBIA — Questo è
il titolo di una serie di incontri che la diocesi cattolica di Pinerolo propone fra la fine di febbraio e il mese di marzo alla chiesa Madonna di Fatima in via Caprini. «Viviamo in
un tempo di grandi travagli sociali e politici - scrive il vescovo Giachetti - di grandi implicazioni per la condizione
dei credenti e per la sorte della fede. Occorre avere il coraggio di ridefinire l’identità ultima, verificare i principi ispiratori, rivedere il senso e il modo della propria missione».
Martedì 5 marzo, alle 20,45, il priore Enzo Bianchi parlerà
su: «Come annunciare il Vangelo oggi?». Sono previsti anche incontri sull’ecumenismo e con la partecipazione del
cardinale Ersilio Tonini e di padre Bartolomeo Sórge.
BELLION INTERROGA IN REGIONE — Il consigliere re
gionale Marco Bellion ha presentato una proposta di ordine
del giorno in Regione sulla questione dell’abbonamento integrato per j. trasporti. Il documento evidenzia che con la
proposta di tariffa integrata si va a penalizzare i fruitori di
un solo mezzo pubblico e chiede che ai pendolari venga data la possibilità di scegliere se usufruire o meno della nuova
tariffa e che si intervenga per un miglioramento complessivo del servizio su rotaia al fine di realizzare una efficace rete di servizi pubblici. Sempre Bellion ha presentato un’interrogazione in merito alle notizie di possibile presenza di
lupi nel territorio delle alte valli pinerolesi, per sapere quali
iniziative e interventi la giunta intenda mettere in atto sia
sul piano informativo sia sul come gestire questa eventualità che potrebbe creare danni alle attività umane.
CAMBIO NUMERI TELEFONICI AL COMUNE DI
TORRE PELLICE — Sono cambiati i numeri telefonici
del Comune di Torre Pellice; ogni area di servizi avrà il suo
telefono: Anagrafe, Commercio: 953033; Polizia urbana e
amministrativa: 953064; Ragioneria: 953442; Segretaria e
sindaco: 953221 oppure 953035; Ufficio tecnico: 95^440.
E Eco Delle Vao.i aàldesi
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Le maggiori uscite per l'alluvione
Varato il bilancio
della Pedemontana
VENERDÌ 1^ MARZO 199(13
SERVIZIO POSTALE IN MONTAGNA — L’assessore regionale alla Montagna, Roberto Vaglio, e il direttore regionale delle Poste, Oliviero Palmieri, hanno recentemente affrontato la questione della ristrutturazione del servizio postale in montagna, in sospeso tra le esigenze delle Poste di
ridurre le spese nelle valli a traffico postale limitato e l’esigenza di erogare un servizio essenziale per la popolazione.
Sono state avanzate alcune ipotesi, come la figura dell’operatore unico, cioè di Uij solo impiegato che lavorerà allo
sportello per consegna e ritiro della posta oltre a mansionh
, come il pagamento della pensione. La Regione intende istituire un tavolo di confronto per affidare le mansioni postali
e di sportello bancario direttamente ai Comuni montani, in
vista dell’attuazione del progetto di che presto andrà a coinvolgere le prime Comunità montane del Piemonte.
BIGLIETTI VINCENTI DELLA SOTTOSCRIZIONE
PRO OSPEDALE, COLLEGIO E CASA DIACONESSE — Nel corso della «Giornata dell’Ospedale valdese di
Torre Pellice» è stata effettuata l’estrazione dei biglietti
vincenti della sottoscrizione a premi a favore del Collegio,
dell’Ospedale e della Casa delle diaconesse, destinatari
dell’eredità della signora Anna Maria Malan Ruhoff; pubblichiamo l’elenco dei biglietti estratti: 6005, 9980, 3384,
13710, 6947, 1821, 2303, 462, 9707, 416, 7875, 3319,
9808, 1274, 585, 5027, 9574, 8763, 1622, 6464, 1687,
4665, 2971, 9458, 3929, 5155, 8989, 1572, 79, 5203, 643,
6721, 9456, 6132, 2066, 4051, 13167, 3965, 4954, 7299,
10672, 6493, 7726, 10803, 14830, 10853, 3752, 2430,
4735, 10620, 14161, 2982, 2468, 10496, 5465, 7337,
10718, 10938, 14,236, 11735.1 premi possono essere ritirati presso il Collegio valdese ogni mattina dalla 9 alle 12.
Eletto da poche settimane il
nuovo esecutivo, il Consiglio
della Comunità montana Pinerolese pedemontano ha approvato lo scorso 20 febbraio
il bilancio 1996. Sulla proposta della giunta è stata raggiunta l’unanimità: il bilancio
sarà di circa due miliardi e
mezzo, salvo ulteriori entrate
derivanti dal fondo regionale
della montagna. Le spese più
significative riguardano il ripristino di danni alluvionali
(833 milioni), vari interventi
a salvaguardia dell’ambiente
(190 milioni) e 216 milioni
del fondo regionale per la
montagna che verranno utilizzati per la realizzazione di
studi programmatici.
Sempre dalla Regione potrebbe arrivare un ulteriore
miliardo e con questa cifra si
potrebbe lavorare su progetti
precisi, già impostati. La Comunità montana sosterrà poi
l’attività dei singoli Comuni
con 5 milioni sui settori sport
e cultura mentre un’ottantina
di milioni verrà investita a favore del turismo sociale per
la terza età.
Oltre al bilancio il Consiglio ha anche affrontato alcuni altri argomenti di interesse
più specifico. È stato adottato
il regolamento (che ancora
mancava) per l’organizzazione e il funzionamento del
Consiglio; è stata deliberata
l’adesione, mediante una quota, al costituendo consorzio
universitario di Pinerolo che
dovrebbe portare nel 1997 ad
attivare un corso di diploma
in Economia aziendale.
Ci saranno infine due tipi di
tessera per regolamentare la
raccolta dei funghi sul territorio: i residenti pagheranno
10.000 lire l’anno mentre i
non residenti dovranno versare 40.000 lire.
Approvato ¡I bilancio 1996
A San Secondo l'Id
aumenta al 5 %
Approvato, con il voto con-,
trario della minoranza, nella
serata del 23 febbraio, il bilancio previsionale 1996 del
Comune di Sàn Secondo. Fra
gli obiettivi primari dell’amministrazione va segnalato il
completamento della rete fognaria: investimenti per 1.200
milioni sono infatti previsti in
tre anni per poter costruire
nuovi tronchi di collegamento
e il sistema di depurazione,
che servirà anche il territorio
di Prarostino. Un altro importante intervento si avrà nel
campo dell’irrigazione: è infatti previsto il completamento delle rete irrigua con investimenti di 1.100 milioni che
si dovrebbero ottenere da apposito contributo della Regione Piemonte.
Altri interventi, illustrati dal
sindaco con la relazione previsionale che accompagna il
bilancio, riguardano un’area
verde in zona Airali che verrà
attrezzata, interventi per.l’edilizia scolastica per un importo
di circa 140 milioni, l’assunzione di personale per l’ufficio tecnico. Le maggiori spese derivanti dalle nuove assunzioni troveranno copertura
finanziaria grazie all’aumento
di un punto dell’aliquota lei
che passerà al 5%o. ,
Interessante il dibattito che
ha accompagnato la determinazione delle varie indennità
a sindaco, assessori e consiglieri. Nei Comuni fino a 5
mila abitanti viene riconosciuto un assegno mensile al
solo sindaco, mentre gli assessori, al pari dei consiglieri,
ricevono un gettone di presenza che può essere al massimo 29.000 lire lorde; nei
Comuni oltre i 5.000 abitanti
invece anche agli assessori,
come al sindaco, viene riconosciuto un rimborso mensile, ma non è affatto detto che
l’impegno sia minore in un
paese con poco meno di
5.000 abitanti piuttosto che in
uno con pochi di più. Durante
SOSALCOUSMÚ
’Villar Perosa: tei. 51045 ' Pomaretto; tei: 82352-249
il Consiglio da più parti si è
ricordato che l’incarico amministrativo è assolutamente
volontario e^non a scopo di
lucro e tuttavia si è anche ricordato la gran mole di impegni, riunioni e incontri che
coinvolgono un assessore.
Alla fine è stata approvata la
proposta di aumento di indennità al sindaco, agli assessori
e ai componenti le commissioni, mentre rimaÌTà invariato (18.000 lire lorde) il gettone di presenza t/ei consiglieri.
Da ultimo il Consiglio ha
accolto la proposta dell’Unione sportiva di intitolare gli
impianti comunali alla memoria del compianto Gianfranco Sanmartino.
Scuola media di Lusema San Giovanni I
Il nuovo edificio
pronto a fine 1996
Il 19
; pOVità
raccolti
Entro la fine del 1996 la
nuova scuola media di Luserna San Giovanni sarà pronta
e con buona probabilità alunni e insegnanti varcheranno
le soglie del nuovo edificio
dopo le vacanze natalizie. Di'
questo e dell’assetto interno
della nuova scuola si è parlato di recente in un incontro
svoltosi presso l’aula consiliare del Comune al quale
hanno partecipato non solo i
responsabili tecnici del Comune lusernese ma anche
rappresentanti del mondo
della scuola.
Allo stato attuale dei lavori, sono ancora possibili alcune piccole modifiche della
parte interna e per questo si è
voluto incontrare il personale
docente e ausiliario al fine di
illustrare la disposizione di
aule e laboratori secondo il
progetto e verificare quindi
se rispondono alle esigenze
didattiche e ricreative. Dalla
proiezione dejle diapositive
presentate da un tecnico,
l’architetto Isoardi, è emersa
una situazione sicuramente
rispondente alle esigenze di
ragazzi e insegnanti per
quanto riguarda gli spazi
esterni, con punti verdi, posti
per automobili e cicli, percorsi pedonali, scivoli per
carrozzine, mentre qualche
perplessità è stata posta dai
presenti a proposito della
prevista destinazione dei lo
cali interni. I docenti hanno,
fatto notare che la maggioi,
parte delle aule sono eccessivamente grandi e questo non
va incontro alla situazione
demografica attuale che, anche senza subire un recesso
di alunni, non vede nei prossimi anni classi molto numerose alle medie; inoltre allo
stato attuale dei lavori tiitto il
seminterrato, che secondo il
progetto ospiterà tra gli altri
la mensa e un locale polivalente (sala incontri, teatro);
non sarà comunque pronto
per la fine dell’anno e quindi
per un tempo indefinito saranno i locali del primo piano (secondo il progètto destinati ad aule) che in un primo
momento funzioneranno da
refettorio.
Per quanto riguarda la palestra è ancora tutto sulla car-’
lice; a
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quindi sembra prevedibile
che i ragazzi continueranno
ad usufruire per lungo tempo
degli impianti comunali di
cui si servono attualmente; „ _____
Nella nuova scuola media pd^ ''¿?:ande
non mancheranno una «faraonica» biblioteca, laborato-s
ri di scienze, informatica, lingue, bagni in abbondanza con
particolare attenzione ai disa
bili motori, il tutto, alméno; &luzic
da quanto visto attraverso le
diapositive, in locali lumino- i';donare
SI, ricchi in ogni piano di
grandi finestre.
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l^oto
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:di 4.001
I lavori per il nuovo edificio scoiastico
Posta
Per una vera
rete di
comunione
Mentre sostengo e firmo di
tutto cuore l’appello dal popolo di Dio «Noi siamo chiesa», che chiede maggior democrazia nella Chiesa cattolica (v. Riforma n. 6, pag. 6),
voglio sottolinearne lo spessore teologico e pastorale.
Finalmente ci troviamo posti di fronte a un documento
che esprime, con felice sintesi
e con rara lucidità, il cammino e l’impegno di moltissimi
cattolici, uomini e donne. Sono infatti queste le linee di
forza del cattolicesimo del
dopo Concilio. Per quanto si
sia cercato di soffocare questo «esodo» da una chiesa di
potere e di cristianità, il vento
impetuóso di Dio non si è lasciato imbrigliare. La forza
dell’Evangelo è più viva che
mai e costituisce una. grande
gioia poterlo constatare.
Non si tratta di «istanze» o
«richieste» di esìgue minoranze di credenti, come talvolta la gerarchia cattolica ha
voluto far credere. L’appello
«Noi siamo la chiesa» sta affratellando molte componenti
del popolo di Dio, unisce credenti di nazioni diverse e di
varia sensibilità. Esso rappresenta un evento ecumenico di
vastissima portata sul piano
pastorale, dando vita ad una
fitta «rete di comunione» ed
esprime un orizzonte teologico propositivo e percorribile.
Anzi, esso parte molto spesso
da pratiche teologiche e pastorali già in atto in forza di
una libertà evangelica che si è
espressa senza né chiedere né
attendere autorizzazioni gerarchiche.
La rilevante dignità teologica del documento consiste, a
mio avviso, nel coraggio di
una riflessione che prende sul
serio il vissuto degli uomini e
delle donne di oggi (specialmente quelli e quelle sofferenti), la loro cultura, i loro
bisogni, le'loro ricerche. Nello stesso tempo l’appello rappresenta una singolare occasione per espellere dal volto e
dal corpo della Chiesa cattolica alcune brutture, parecchie
nefandezze e alcune disumanità che offendono Dio perché calpestano la libertà e la
coscienza dei suoi figli e del
le sue figlie. L’impegno che ^
firmando questo appello ei
assumiamo è animato, a miop'
avviso, anche da un grande
amore per la Chiesa cattolica,
un amore spesso deluso. Si
spera ostinatamente che le rigidità strutturali, teologiche e
pastorali della nostra chiesa
possano e sappiano, coni'
aiuto di Dio e mediante un ab
tivo impegno di conversione
personale, assumere dei h|
neamenti umani perché 1
Evangelo di Gesù non sopporta la disumanità.
Se lasciassimo cadere nel
vuoto questo appello perderemmo una grande occasione
per riconciliare la fede e ;
mo moderno, la donna ntO')
dema. La Chiesa cattolica, s* J,
continua a ribadire alcune sue (
posizioni disumane, rischia ® t
emarginarsi dal cammino p.
liberazione, favorendo
molte persone una definitivi i
eclissi di fede. i
Per questo motivo sopecontento che la sede della mie 5
comunità sia diventata,
nostro territorio, uno dei
ti di raccolta delle firme a sostegno dell’appello «Noi sismo chiesa».
Prog
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:Veicoli
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Franco Barbero - Pinerolo -
9
;IMERD1 P marzo 1996
11
f Una serie di novità in vai Pellice per incentivare la raccolta differenziata «ecologica»
Aria nuova per lo smaltimento dei rifiuti
hanno
aggior
ccessiito non
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Vai II ^iDESI
PAG. Ili
i II 1996 porterà numerose
■ novità per quanto riguarda la
'I Scolta dei rifiuti in vai Pellice; a determinarle sono più
elementi intervenuti per cause
diverse. Da un lato il fallimento della ditta Nuova Api
che effettuava la raccolta nei
due Comuni principali, Lu„serna San Giovanni e Torre
^„lellice, oltre a numerosi altri
:i05muni della zona, dall’altro
■fièntrata in vigore, per la prima volta, di tasse «ecologi'che» che concorrono talvolta
a jnotiific^re le tariffe ma so^attutto hanno lo scopo di ri'durre i conferimenti in discaÌfea promuovendo la raccolta
$fferenziata.
: Per incentivare la raccolta
v'^erenziata l’Acea ha deciso
di potenziare decisamente i
flirati di raccolta: per carta e
i wo la separazione dai rifiuti
fijfbani ha una tradizione con;>)^lidata nelle valli dove chiese e gruppi di volontariato fin
dai primissimi anni ’80 ave„^no installato dei punti di
J^ccolta; la novità, dopo alcuni primi esperimenti a Pinerolo, sarà la distribuzione capilllaie di contenitori per la plastica. Ormai quasi tutte le bevande sono confezionate in
‘-^ttiglie in plastica, difficile
■ da smaltire in discarica e praSc'amente indistruttibile: la
iijaccolta separata affronta in,
ai disa- J-ìarte il problema ma la vera
ìlmenó’ i^luzione consisterebbe nel
erso le [^■toare al vetro e nell’abbanumino- :' donare il facile concetto del
.yfyuoto a perdere».
■ '^jCon una quota aggiuntiva
' jli 4.000 lire per abitante ogni
' Ilfemune concorrerà all’inve
lento che l’Acea sta comedo sulla raccolta differen:a: «Il servizio verrà stanizzato - dicono al conio - con l’installazione di
netti per la carta uguali
'tutti, di colore giallo.
JL
mentre per il vetro rimarranno le tradizionali campane».
Ci sono, per la vai Pellice,
due progetti di aree controllate per il conferimento dei rifiuti ingombranti; un’area
verrà costruita a Torre Pellice, nella zona del depuratore
e l’altra a Lusema San Giovanni nella zona del cosiddetto «giro dei càvalli».
Lì si potranno portare, oltre
a carta, vetro, plastica', anche
pile e oli esausti, frigoriferi
usati e i vari tipi di rifiuti ingombranti: affinché si possa
partire con i lavori, da tempo
finanziati, manca una semplice delibera, attesa da alcuni
mesi, delia giunta regionale.
Anche nei piccoli Comuni
montani si dovrà in qualche
modo risolvere il problema:
per gli ingombranti si ipotizza il posizionamento di un
cassone, una settimana ogni
tanto, ip un punto prestabilito. Fra cassonetti, contenitori
vari e stazioni di conferimento l’Acea punta a passare, entro due anni, dall’attuale raccolta differenziata che riguarda appena il 6% dei rifiuti al
23%: un obiettivo che dovrà
essere raggiunto per evitare
sovrattasse ecologiche ma anche perché la discarica del
Torrione a Pinerolo ha ormai
una vita assi breve.
Restano altri settori, su cui
siamo appena allo studio o
piccoli esperimenti: basti
pensare alla porzioné umida
dei rifiuti che rappresentano
circa il 30% della pattumiera
di éiascuna famiglia, ai rami
delle potature, allo sfalcio del
verde pubblico e privato. A
Osasco i ragazzi dell’istituto
per l’agricoltura e l’ambiente
hanno da qualche tempo avviato un esperimento di
«compostaggio», cioè di trasformazione in compost (fertilizzante) dell’erba dei giardini pubblici: si tratta di un
, settore nuovo per la zona, ma
a sua volta da perseguire. Su
tutti questi fronti sono impegnati amministratori della vai
Pellice, tecnici dell’Acea e
della Comunità montana vai
Pellice; ci vorrà anche molta
informazione.
«Stiamo predisponendo un
numero speciale del bollettino del servizio di Ecologia dice Marisa Rigo, responsabile del settore Ambiente della
Comunità montana vai Pellice - in modo da poter presto
fornire ai cittadini il massimo
delle informazioni sulla raccolta rifiuti e sulla differenziata. La crescita di conoscenza e consapevolezza è
fondamentale, a partire dai
ragazzi delle scuole».
, Alolloquio con Dario Debernardi, amministratore delegato della Corcos
[è ottimismo per l'industria del Pinerolese
SERGIO TURTULICI
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ainerol»
rogettare generazioni di
motori per automobili,
'Veicoli industriali, motocicli
p macchinari di impiantistica
Industriale sempre più funzionali, affidabili, sicuri e di lunga durata nel tempo, ecologici non è solo problema tecnico e tecnologico di meccanica complessa: è anche e prilla di tutto problema di funrionalità dei materiali e degli
elementi apparentemente più
l^inplici che entrano nelle applicazioni della meccanica è
bella costruzione della macchina. Elementi come gli
■^elli di tenuta, le guarnizioni
^lle stelovalvole, degli ammortizzatori e servosterzi, dei
®)rcuiti-frenanti, le guamiziobi combinate per tenute estreme sono essenziali nell’ecobomia di funzioiìamento di
bba macchina.
Nella produzione meccanica degli anelli di tenuta e desìi articoli tecnici in gomma
bn azienda di Pinerolo, la
'-btcos Industriale Spa è lea
der di mercato in Italia e, associata com’è con una delle
più importanti aziende nel
settore delle guarnizioni, la
tedesca Cari Freudenberg, sta
penetrando a fondo nei mercati internazionali.
Dario Debernardi è amministratore delegato della Còrcos: gli chiedo quale quota di
mercato detenga la Corcos in
Italia, quanto l’anello di tenuta sia in genere un prodotto
maturo o suscettibile di evoluzione tecnica, quanto sia le_gato ai trend di sviluppo della
produzione automobilistica.
«La quota di mercato italiano
detenuta dalla Corcos - risponde Debernardi - è superiore al 50%; di questa quota
circa il 50% è venduta ai
produttori di autovetture e
veicoli industriali, il resto
alViìidustria in generale, delle macchine agricole e dt movimento terra e degli elettrodomestici. La produzione non
è troppo dipendente dalle vicende del mercato dell’automobile. Nel ’95, per esempio,
il mercato dell'auto è rimasto
Usato garantito
Sviluppo e starrpa
frinenti scientifici
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PUNT
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'’'ta Buniva 27 - 1(X)64 f>INERDLO (TO) - Tel, Fax 0121Z795223
stazionario ma, in compenso,
ha tirato molto il camion, il
veicolo industriale. Praticamente ogni settore della meccanica, della componentistica ’
industriale è potenzialmente
nostro cliente. La ricerca sul
prodotto è in continua evoluzione. I primi anelli di tenuta
erano di cuoio, ora si sperimenta l’utilizzo di gomme e
plastiche via via più avanzate. Nella ricerca sui materiali
ci avvalliamo molto delle
esperienze del gruppo Freudenberg, nella ricerca delle
soluzioni applicative e quindi
delle tipologie del prodotto ci
poniamo come partner qualificato delle aziende clienti».
Quali sono le prospettive
di sviluppo dell’azienda, e di
conseguenza le prospettive di
nuova occupazione? «Nel
biennio 1994-95 la Corcos è
cresciuta molto, consolidando le posizioni in Italia e penetrando su più mercati esteri — afferma Debernardi -.
C’è stato un grosso balzo occupazionale, ben 130 unità di
lavoro in più, attualmente
siamo attestati su 490 lavoratori in azienda. Ci aspettiamo uno sviluppo anche
per il 1996, anche se non
nella misura degli ultimi due
anni, e contiamo di assumere
una decina di nuovi addetti».
Siamo, dopo tre anni almeno di teTremoti politici, di
nuovo in campagna elettorale. Chiedo a Debernardi che
cosa si aspetta l’imprenditoria pinerolese dalle politiche
di governo prossime e come
gli sembra sia messa questa
imprenditoria. Debernardi ci
pensa un po’ : «Stabilità, soprattutto stabilità - risponde
-; l’industria può fare da sé,
deve fare da sé, ma senza
stabilità politica non c’è nessuna certezza. Nel complesso
il mondo della produzione e
del lavoro nel Pinerolese non
mi sembra messo male. Il
tessile, il settore forse meno
forte, si sta riconsolidando».
Come mai c’è ancora una
certa misura di sospetto nei
confronti del mercato, dell’
imprenditore qui, a Pinerolo e
dintorni, dove pure l’industria
ha messo piede presto e alcuni caratteri culturali avrebbero dovuto favorire lo spirito
d’impresa? Che scambio collaborativo avrà il mondo produttivo pinerolese con l’Università di Torino che, come
annunciato, istituirà a Pinerolo i corsi di studio per laurea
breve? fe/« Italia scarno più
umanisti che tecnici, a Pinerolo ci sono due licei, nessuna scuola tecnica - sintetizza
Dario Debernardi -. L’industria pinerolese si ripromette
di fare bene la suolante con
l’Università nella formazione
pratica dei corsi di gestione
aziendale. Nell’arco dei tre
anni di durata del corso di
laurea breve, almeno 6 mesi
saranno di stage presso le
aziende locali per una convergenza proficua nella preparazione di teoria e pratica
fatta sul campo».
Sistema bibliotecario di Pinerolo
I lettori in rete
Sono più di 254.000 i cittadini che negli 82 Comuni
collegati-al servizio bibliotecario di Pinerolo possono
usufruire dei prestiti e delle
consultazioni offerte dal centro rete: questi dati essenziali
sono contenuti nella relazione che a fine anno è stata redatta a cura del servizio stesso. Oltre 20.000 volumi sono
stati fatti circolare per il prestito nelle varie biblioteche
nel corso del 1995; nell’ultimo anno altre tre biblioteche
hanno aderito al sistema pinerolese (nella zona Bibiana
e Frossasco), e all’inizio del
’96 anche Angrogna ha fatto
questo passo.
La dotazione totale del
centro rete è ormai di oltre
centomila volumi, oltre a un
buon numero di musicassette
e audiolibri, bobine di film,
dischi; un discorso a parte
meritano le mostre che sono
a disposizione dei Comuni e
non sempre utilizzate al massimo delle potenzialità: i te
mi proposti sono assai interessanti, dall’immigrazione
affronfata nell’esposizione
«Macarpni e vu cumprà»,
realizzata lo scorso anno, ad
altre sulla scrittura, l’arte, la
terra. Nel corso dell’anno a
San Germano sono stati «rinfrescati» i locali e ricollocati
i libri; un controllo e riordino
dei cataloghi è stato avviato a
Bibiana e Perosa Argentina.
Un aspettò in espansione
sarà per il prossimo 1996
quello dell’informatizzazione
che renderà possibile il collegamento col polo regionale
del sistema bibliotecario nazionale. Posto che dal centro
rete sono arrivati alle varie
sedi continue forniture di libri grazie a cosiddetti «pacchi» che vengono fatti ruotare una o due volte l’anno, resta da segnalare che nella zona Vajli solo tre Comuni
(Frali, San Germano, Torre
Pellice) hanno messo a bilancio e quindi acquistato libri
tramite il centro rete.
Un nuòvo corso di aggiornamento
Storia e metodi
del totalitarismo
Dopo la buona riuscita dei
cinque incontri realizzati in
novembre sul tema «Nazismo
e sterminio», che hanno visto
l’attenta partecipazione di un
centinaio di insegnanti pinerolesi, il Centro culturale val^
dese, con la collaborazione di
Francesca Spano e di Claudio
Canal, e su richiesta degli
stessi partecipanti, organizza
un secondo ciclo di incontri,
sempre presso la Scuola media San Lazzaro (via de’ Rochis 29), che si terrà nei quattro mercoledì di marzo, dalle
ore 17 alle 19, con riconoscimento delle ore ai fini dell’
aggiornamento. \
Il ciclo si propone di approfondire alcuni temi che
sono stati appena accennati
nella prima parte (come la
questione del totalitarismo
nel Novecento e in particolare di quello sovietico) e di
consentire, fra gli insegnanti,
un confronto delle rispettive
esperienze didattiche. Questo
il programma delle lezioni. ,
6 marzo: La questione delle
origini del totalitarismo nel
Novecento a partire dal pen
sièro di Hannah Arendt (F.
Spano); Il totalitarismo in
Urss: il livello informativo —
repressione del dissenso nel
partito, dei Kulaki, delle minoranze; il Gulag (C. Canal).
13 marzo: (proseguimento
prime lezioni); // totalitarismo sovietico in alcuni testi
letterari: Grossman, Solzenicyn, Ginzburg (C. Canal e
F. Spano).
20 marzo: La persecuzione
nazista degli zingari (C. Canal); La riflessione teologica
dopo Auschwitz (F. Spano).
27 marzo: Etty, spettacolo
teatrale di Annette Hinnemann (Teatro nascosto, Volterra), basato su una libera
rielaborazione del Diario
1943-45 di Etty Hillesum,
ebrea olandese deportata a
Auschwitz (data la brevità,
circa un’ora, dello spettacolo
si avrà spazio per il dibattito
e per riprendere eventualmente questioni già affrontate, come la memoria delle donne,
l’ebraismo assimilato, la
scrittura, ecc.).
Per informazione Centro culturale valdese, tei. 0121-932566.
Regione e Comunità montana
Compiti e risorse
L’assessore regionale alla
Montagna, Roberto Vaglio,
ha presieduto il 10 febbraio la
Conferenza dei presidenti
delle Comunità montane piemontesi. Con la legge 97/
1994, le Regioni e gli end subordinati diventano protagonisti nel rilancio di'queste zone; inserendosi nella traccia
della legge 142/1990, la nuova normativa affida agli enti
locali opportunità di intervento e possibilità di sviluppare
maggiormente le loro capacità operative.
Lo Stato ha affidato alle
Regioni il compito di guidare
gli enti locali ricercando nei
propri bilanci le risorse; la
legge regionale 72 riserva alla montagna il 20% degli introiti derivanti dall’addizio
nale sul consumo di gas metano, consentendo di fornire
al capitolo «Fon^o regionale
per la montagna» 20 miliardi
a partire dal 1995: parte del
fondo andrà a integrare il finanziamehto di progetti speciali. La Regione affida poi
alle Comunità montane compiti di gestione, di applicazione sul territorio della programmazione regionale, di
erogazione di contributi per
favorire l’elettrificazione ,e la
rete telefonica, costruzione di
strutture tecnico-amministrative, smaltimento rifiuti, trasporto pubblico e polizia municipale; la realizzazione di
strutture sociali. Il Piemonte
conta 46 Comunità montane
, per un totale di 520 Comuni e
650.00 abitanti.
X
10
■ - \
PAG. IV
E Beo Delle mLLi miDEsi
Parla Valerio Ghirardi, allenatore della sciatrice iridata
intorno a Isolde c'è un gruppo
C’è anche un po’ di vai Pellice dietro le medaglie ottenute dalla spedizione italiana ai
recenti mondiali di sci a Sierra Nevada in Spagna. L’allenatore della squadra femminile di discesa (e dunque di
Isolde Kostner) è della vai
Pellice e abita a Lusema San
Giovanni; incontriamo Valerio Ghirardi in una brevissima
pausa dedicata alla famiglia,
di ritorno dalla Spagna e in attesa di partire per la Norvegia.
Valerio Ghirardi ha trascorso tutta la sua vita di sciatore
in zona, cominciando a 10
anni con i vari maestri di sci
della valle, Frache, Costantino, Boasso, per passare poi al
Sestriere e per due anni al
Centro sportivo dell’esercito
di Courmayeur. «Dopo il ritiro dall’attività agonistica racconta Ghirardi - ho fatto
un anno il maestro di sci al
Rucas e successivamente ho
superato un esame per diventare allenatore federale di sci.
Ho passato sette armi con le
formazioni giovanili e poi ho
cominciato ad occuparmi della squadra A come aiuto allenatore; c’era allora Alberto
Tomba agli inizi della carriera. Poi è venuta la responsabilità della squadra femminile
con Isolde Kostner, Deborah
Compagnoni e le altre della
Coppa del mondo».
- Che tipo è Isolde, altoatesina capace di vincere una
medaglia d’oro a vent’anni?
«Isolde proviene da una famiglia di sportivi; i fratelli
sono giocatori di hockey su
ghiaccio come il, padre che,
venuto a giocare più volte a
Torre Pellice, si ricorda benissimo del “caldo” pubblico.
Isolde Kostner
La ragazza ha una grande calma interiore, capacità di concentrarsi. Sono molto orgoglioso del clima di amicizia
che si è creato all’interno della squadra; ricordiamoci che
lo sci è pur sempre sport individuale e che si deve viceversa lavorare insieme 250 giorni l’anno. Una delle chiavi
dei nostri successi sta sicuramente nell’armonia che c’è
aH’intemo del gruppo».'
— Non sempre è così, pare
di capire, negli altri gruppi...
«Infatti, specialmente fra
gli uomini c’è chi finisce per
mettere gli uni contro gli altrii e questo alla fine penalizza i risultati di squadra».
- In uno sport individuale
si corre il rischio di divismo?
«Sappiamo quanto i giornali possano a volte “montare” o
“smontare” un atleta: io chiedo sempre di non esaltarsi
troppo e non demoralizzarsi
se i risultati non vengono; in
vista di questi campionati del
mondo abbiamo seguito una
preparazione specifica che ci
Nelle
Chiese Valdesi
PRECONGRESSO EGEI — Sabato 2 e domenica 3 marzo, presso il convitto valdese di Villar Perosa, si terrà il
precongresso Fgei Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria;
inizio sabato alle 15,30. Per informazioni e adesioni telefonare a Silvia Gardiol (0121-500621).
COLLETTIVO TEOLOGICO MIEGGE — Domenica
10 marzo, alle 17,30, presso la sala valdese di San Secondo, si svolge un incontro del collettivo teologico
«Miegge»; la prima parte sarà dedicata al «Coraggio di
esistere» di Paul Tillich, la seconda alla «Teologia sistematica» di Paul Tillich.
INCONTRI DI PREGHIERA — Domenica 10 marzo, alle 15,30, alla sala Albarin di Lusema San Giovanni, si
svolgerà il terzo incontro di preghiera delle chiese evangeliche di Torre Pellice e Lusema San Giovanni.
ANGROGNA — La prossima riunione sarà il 5 marzo, ore
20,30 al capoluogo.
BOBBIO PELLICE — Martedì 5 marzo, ore 20, si svolgerà la riunione all’Inverso.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Le prossime riunioni saranno il 4 marzo, ore 20,30, agli Airali e il 5 per il quartiere Boer Priorato.
PERRERO-MANIGLIA — Le prime riunioni del mese
saranno il 6, ore 20,30 a Perrero e il 7; ore 15, al Bessè.
11 5 marzo, alle 14,30, si riunisce l’Unione femminile.
POMARE'TTO — Le prossinie riunioni quartierali saranno il 4 marzo, ore 20, ai Masselli, il 6 ai Pons alle 20 e,
alle 20,30 alla Lausa, e il 7, ore 15, a Inverso Paiola.
PRALI — Le prossime riunioni quartierali saranno lunedì
4 marzo ai Malzat e martedì 5 ad Orgere, ore 19,30.
Mercoledì 6 marzo, alle 21, nella sala del tempio, avrà
luogo una serata dedicata alla Palestina con diapositive e
canti ebraiai eseguiti dal gmppo giovani di Villar Perosa.
PRAROSTINO — Le prossime riunioni saranno il 6 marzo, ore 20, ai Cardonatti e il 7, alle ore 15, a Pralarossa.
RORÀ — Giovedì 7, alle 20,30, incontro di studio biblico.
TORRE PELLICE — Le prossime riunioni saranno il 1°
marzo, ore 20,30 alla Ravadera e il 5, ore 20, ai Simound. Domenica 10, ore 15, riunione al Tagliaretto.
VILLAR PELLICE — Le prossime riunioni quartierali
saranno il 5 marzo al Ciarmis e 1*8 al Serre; allo studio il
documento sinodale sull’ecumenismo.
VILLASECCA — Le prossime riunioni saranno il 5 marzo, ore 20, a Villasecca e il 6, ore 20, a Serre Marco. La
recita «La miniera»verrà ripetuta il 2 marzo alle 20,30.
ha portati a un certo punto a
non essere al massimo. Sono
subito arrivate delle critiche
che io giudicò immeritate e
Ho dovuto intervenire psicologicamente nei confronti
delje ragazze».
- Questo mondo vi porta
tanto tempo lontano da casa,
dalla famiglia; si tratta anche
di affrontare sacrifici non indifferenti...
«È forse questo l’aspetto
più brutto del nostro “circo”;
d’estate andiamo un mese in
Sud America, in Cile, ma abbiamo un po’ di spazio per
noi e le nostre famiglie. D’inverno praticamente non esiste
il tempo libero a casa».
- Una veloce puntata in
valle dopo le medaglie e poi
via verso la Norvegia; due
settimane per la fase finale di
Coppa del mondo e poi ci saranno alcune gare minori e i
campionati italiani. Il prossimo anno l’appuntamento dei
mondiali sarà al Sestriere;
dopo tante medaglie come ritrovare gli stimoli giusti?
«Le nostre ragazze hanno
ancora voglia di affermarsi;
Isolde è una vera professionista e vuole fermamente continuare a vincere».
«I musicanti»
«I tre violini»
chiudono la
rassegna
Si conclude sabato 2 marzo la rassegna musicale della
vai Chisone «I musicanti»; al
tempio valdese di Pomaretto,
con inizio alle 21,15, si esibiranno «I tre violini». Il gruppo è nato nel 1987 su iniziativa di tre musicisti (Bernardo Falconi, Giuliano Grasso
e Giulio Venier) provenienti
da tre diverse regioni del
Nord desiderosi sia di confrontarsi nei loro diversi stili
sia di rapportarsi alla musica
di altri paesi: ne è derivato
un primo lavoro discografico, «Matuzine», che ha ricevuto unanimi consensi.
Attualmente il gruppo sta
per far uscire un secondo Cd
«Il ballo dei pazzi» interamente dedicato alla riproposizione di danze violinistiche
del patrimonio popolare italiano fra il XVI ed il XIX secolo. Nello spettacolo vengono presentate melodie di corte e di carnevale, arie da battello o da balli in piazza, musiche padane del ’700 ed
espressioni della minoranza
etnica resiana.
CICLISMO — La società di ciclismo «Brieherasio Favout»,
nona classificata anno 1995 in Piemonte su un totale di 41
società affiliate alla Fci, mantiene viva nel pinerolese la pratica del ciclismo a livello di giovanissimi (6-12 anni) ed esordienti (13-14 anni). Anche per la stagione in corso la società
continuerà la sua opera e già da ora sono aperte le iscrizioni
per ragazzi e ragazze interessati a fare agonismo in bicicletta.
Per informazioni tei. al 0121-590162 (Aurelio Trorhbotto).
PALLAMANO — Nel torneo federale «Open Cups» (maschile
seniores) Città Giardino Torino ha prevalso su Libertas 3S di
Lusema San Giovanni con il punteggio di 24 a 15. Con questa sconfitta i ragazzi lusemèsi si sono fatti raggiungere in
vetta alla classifica proprio da Città Giardino, dopo una partita disputata al freddo, e in sei uomini per assenze e infortuni.
Nella serie B femminile 3S Libertas ha vinto in trasferta su
La Vallèe Aosta per 15 a 17, ih un momento certo non dei
più facili per la squadra, dopo la recente sconfitta col Mortara e alcune assenze per di più al cospetto di una squadra considerata superiore alle pinerolesi. Grazie al contropiede e la
chiusura in difesa le ragazze di Comoglio (Leone, Bellion,
Rivoira, C. Consaga, Bertin, Mazza, Rinaldi, S. Consaga)
hanno saputo imporsi sulle avversarie. Ottenuti i primi due
punti del campionato è ora lecito coltivare qualche speranza
in vista del match di sabato prossimo con l’Einaudi Torino.
Per la Under 18 regionale maschile il 3S Libertas è stato
sconfitto dal Biella per 15 a 26.1 valligiani (Barberis, Rosso,
Amando, Bonetto, Maiorana, Pons, lassogna, lorio, Comba,
S. Rivoira e D. Rivoira) hanno sofferto in una partita non alla loro portata tecnica ma soprattutto fisica.
PALLAVOLO: DOPPIO KO PER PINEROLO — Finisce
nella trasferta col Sumirago la corsa in testa che fin qui aveva condotto il Magie Traco Pinerolo nel campionato di B2;
pur con l’attenuante di importanti assenze le ragazze pinerolesi fanno comunque registrare una brutta prestazione e un
pesante 0-3. Approfitta della sconfitta del Magic il Trecate
che si porta da solo al comando del girone. /
Niente da fare nemmeno per i ragazzi in CI che opposti in
casa al Pino ne spno stati sconfitti per 3 a 1.
Ennesimo successo per gli allievi del 3S A che si sono imposti a Vinovo con il Jolly per 3 a 0 confermandosi al comando
della classifica; iniziano bene per i valligiani i tornei di terza
divisione: i ragazzi hanno battuto il San Giak Torino per 3 a
1 e le ragazze hanno superato le «cugine» del 3S Bar dei tigli
di Pinerolo per 3 a 1. Sconfitte invece per 3 a 0 la formazione
under 14 B del 3S a Torino dal Cus e la formazione B del 3S
femminile in terza divisione ad opera del Torino Pallavolo.
VENERDÌ 1« MARZO 1996
29 febbraio, giovedì —
TORRE PELLICE: Presso
la biblioteca della Casa valdese, per il 4° corso di storia
e cultura locale per insegnanti
elementari, prima lezione su
«Tradizioni orali, lingue, nomi e folclore nelle valli vaidesi»; relatore Arturo Genre.
29 febbraio, giovedì —
BOBBIO PELLICE: Alle
21 è convocato il Consiglio
comunale; tra gli altri argomenti, in discussione l’acquisto della caserma Monte Granerò e gli interventi socio-assistenziali.
29 febbraio, giovedì —
PEROSA ARGENTINA:
Alle 20,30 è convocato il
Consiglio comunale; in discussione il bilancio preyenti
BOCCE: IL PEROSA IN A2 — Battendo in finale di serie B
il Cuorgnè per 7 a 5, la Perosina di Perosa Argentina ha ottenuto sabato scorso la promozione in serie A2.
TENNIS TAVOLO — Due sconfitte e una vittoria per la polisportiva Valpellice nell’ultima giornata dei campionati di
tennis tavolo. L’unico successo è venuto dalla C2 che ha superato il Villar Perosa per 5 a 1 (due punti di Piras e Rossetti
e uno di Sergio Chiri) e può puntare al secondo posto in
classifica finale. La squadra di CI ha perso, come preventivato viste le assenze di Rosso e Malano, a Ciriè: hanno giocato Enrico Gay, Maurino e Davide Gay autore dell’unico
punto. Influenzati Belloni e Pratz, la D2 provinciale ha compromesso un ottimo canipionato perdendo per 1 a 5 con
l’Amatori Torino; hanno giocato Battaglia (autore del punto), Genre e l’esordiente Amoulet. Il campionato si fema
una giornata per dare spàzio al torneo «Top 12» che si svolgerà a Moncalieri e che vedrà impegnati i migliori 12 pongisti italiani. Si giocherà sabato pomeriggio e domenica alla
Sala dei Cento in via Reai Collegio 20.
vo ’96, la convenzione per la
gestione della scuola media
statale, alcuni servizi.
29 febbraio, giovedì —
TORRE PELLICE; Alle
15,30, presso la Casa valdese
di via Beçkwith 2, per l’università della terza età concerto di Bruno Loris Pianezze,
baritono, e Andrea Musso,
pianoforte.
29 febbraio, giovedì —
TORINO; Alle 18, presso la
galleria di San Filippo in via
Maria Vittoria 5, verrà inaugurata la mostra «Codice
energetico», di Riccardo Pasoni, che resterà aperta fino al
30 marzo.
1® marzo, venerdì — CESANA: Alle 21, nella sala
polivalente, incontro con il
dottor Diego Joannes su «La
riforma dell’ordinamento delle autonomie locali».
1“ marzo, venerdì —
TORRE PELLICE; Alle 21,
presso la sede della Comunità
montana, incontro per gli apicoltori sulla varroa.
1“ marzo, venerdì —
TORRE PELLICE: Alle 17,
alla sala operaia di via Roma
7, il coordinamento vai Pellice dell’Ulivo organizza un incontro di zona in vista delle
prossime scadenze elettorali.
1“ marzo, venerdì — PINEROLO: Alle 20,45, presso il salone dei Cavalieri in
via Giolitti, serata organizza
ta dall’Alternativa; l’arch,
Flavia Bianchi parlerà su
«Urbanistica e politica del
territorio».
2 marzo, sabato — PINEROLO: Alle 16, presso il salone dei Cavalieri in via Gio
fitti, assemblea pinerolese
dell’Ulivo.
4 marzo, lunedì — TOR
RE PELLICE: Alle 17, presso la biblioteca della Casa
valdese, il professor Maselli
parlerà sul tema «Giuseppe
Gangale e la Riforma mancata», nell’ambito del gruppo di
studi «Val Lucerna».
4 marzo, lunedì — LUSERNA SAN GIOVANNI:
Alle 20,30, presso la sala mostre di via Ex Deportati ed Internati, Domenico Maselli,
deputato, e Elvio Passone,
magistrato, parleranpo sul tema; «Oltre Ìa crisi; per ritrovare impegno etico e responsabilità nella politica».
4 marzo, lunedì — TORRE PELLICE: Alle 17,15, al
Liceo europeo di via Beewith
1, incontro del gruppo Lend
(Lingua e nuova didattica)
per scambi di esperienze sulla
didattica delle lingue straniere, con il coordinamento della
professoressa Graziella Pozzo, formatrice ed esperta universitaria.
9 marzo, sabato — PEROSA ARGENTINA: Alle
9,30, presso la sede della Comunità montana, verrà presentata la rete telematica
transfrontaliera che unirà le
valli Chisone e Germanasca,
Pellice e Alta vai Susa con le
zone francesi del Queyras,
Briançon e Guillestre.
‘ VALU
CHISONE - GERMANASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale di Pomaretto, tei. 81154
Guardia farmaceutica:
DOMENiCA 3 MARZO
Perosa Argentina: Farmacia
Bagliani - Piazza Marconi 6,
tei. 81261.
Ambulanze:
Croce.Verde, Perosa: tei. 81000
Croce Verde, Porte : tei. 201454
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VAL PELLICE
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Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 932433
Guardia farmaceutica:
DOMENiCA 3 MARZO
San Secondo: Farmacia Mellano - via Rol 16, tei. 500112.
Ambuianze:
CRI - Torre Pellice, tei. 953355
Croce V. - Brieherasio, tei. 598790
PiNEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
Ospedale civile, tei. 2331
Ambulanza:
Croce Verde, tei. 322664
SERVIZIO iNFERMtERISTtCO
dalle ore 8 alle 17, presso le
sedi dei distretti.
SERVIZIO ELIAMBULANZA
telefono 118
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Cinema
TORRE PELLICE — Il
cinema Trento ha in programma, giovedì 29 e venerdì
1° marzo, alle ore 21,15, dockers (di Spike Lee); sabato
2, ore 20 e 22,10, domenica
3, alle ore 16, 18, 20, 22,10 e
lunedì 4, ore 21,15, Va’ dove
ti porta il cuore.
BARGE — Il Comunale
propone, giovedì 29 febbraio.
Seven; venerdì I buchi neri;
sabato Mai con uno sconosciuto; da domenica (15, 17,
19, 21) a giovedì 7, Babe,
maialino coraggioso.
PINEROLO — La multisala Italia propone, alla sala
«2cento» Corsari; feriali 20 e
22.20, sabato 20 e 22,30, domenica 15,15, 17,40,-20 e
22.20, Alla sala «5cento» giovedì, 21,30 è in visione Heat,
la sfida (Al Pacino); da venerdì Sabrina; feriali 19,50 e
22.20, sabato 19,50 e 22,30,
dom. 15, 17,40, 20, 22,20.
PEROSA ARGENTINA
— Si conclude venerdì 1°
marzo il cineforum al centro
anziani; alle 21 viene posto in
visione Trentadue piccoli
film su Glenn Gould di
Francois Girard.
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11.«
W breve
petite in ¡
'teteus
Isar
como IL DISAGIO
Associázione Arcobaleno
LUSERNA S. GIOVANNI
L’Eco Delle Valli Valdesi
Via Pio V, 15-10125 Torino
Tel. 011/655278
Sped, in abb. post./50
Pubblicazione unitana con Riforma
non può essere venduto separatamente
Rag. Tribunale di Pinerolo n. 175/60
Resp. Franco Qlamplocoll
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abb
11
jERDI IS MARZO 1996
■ Fede e Spiritualità
PAG. 7 -RIFORMA
PENSIERI
19 giugno 1992
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felo di mestizia
n^i occhi,
irti pronunciare
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^do per un attimo,
per un attimo,
vincere
moia
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itile esistenza», '
’dai^orrei», ^
'dal «potrei».
.ti accorgi,
^ finta?,
ié%asta l’accenno
tua voce,
ipotesi
tua presenza
•hé il vento
girile nuvole
iulate?
nei miei occhi,
mie mani,
}i pure
inforza che ti serve
t^za che mi daL
Disperatamente
guardo dentro
pff cercare i cieli azzurri
emgare
tgf^i spazi immensi
‘Siine miei.
echi
ratamente
'non vedere il buio. ...i;.
Filippo Paradiso
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Noi tutti siamo amici del Signore, nostro Salvatore
L'amicizia a caro prezzo di Gesù Cristo
verso di nói, peccatori e suoi nemici
Se Cristo ci chiamasse «servi», già questo sorpasserebbe
ogni nostra immaginazione.
E invece dice molto di più: ci
chiama «suoi amici». Eppure
ci conosce bene! Come Pietro, anche noi, pieni di confusione gli diciamo: «Signore, tu
sai ogni cosa...». Solo lui può
compiere questo miracolò.
Come ha dato la vista ai ciechi, la guarigione ai lebbrosi,
la resurrezione ai morti, così
nella forza della sua onnipotenza ci dice: «Non vi chiamo
più servi, perché il servo non
sa quel che fa il suo padrone,
ma voi vi ho chiamati miei
amici-, perché vi Ito fatto conoscere tutto ciò che ho saputo dal Padre mio».
Benediciamo e ringraziamo Dio, perché essere amico
di Dio è una grande felicità. È
un po’ come quella gioia celeste e perfetta che gli angeli
provano ogni volta che un
peccatore si converte: «Vi ho
parlato in questo modo affinché questa gioia che è la mia
sia in voi e perché la vostra
gioia sia completa». Dio ama
i peccatori, ama i suoi nemici; questo è il suo amore. Anzi
questo è chiaramente l’amore. Dio in Gesù Cristo ha abbandonato il suo trono celeste, per discendere sulla terra. Che ognuno faccia silenzio e lo adori!
L’amicizia di Dio è acqui
La Santa Cena è il simbolo dell’amore di Dio per noi
stata a caro prezzo. Legarsi
d’amicizia con dei nemici è
sempre un rischio. Gesù si è
seduto alla tàyola dei pubblicani, ha mangiato con dei
peccatori, in uno spazio cioè
quanto mai distante dal cielo. Come non provare affanno quando ci è fatta questa
rivelazione «...e lo crocifissero insieme a due malfattori,
uno alla sua destra e l’altro
alla sua sinistra». Questo è il
prezzo della amicizia. «Non
c’è amore più grande che
quello di dare la jiropria vita
per i propri amici». Ecco perché il Signore ha preferito la
similitudine della vite ad altre piante, vedendo in essa il
simbolo del sangue versato
per noi. Così, ogni volta che
celebriamo la Santa Cena,
Gesù si siede a tavola in nostra compagnia, di noi peccatori. L’amore di Dio conduce
Cristo alla croce.
'.y,
(Da: WAL-raER LOthi; La Parole
faite chair. Méditations sur
l’Évangile de Jean. Delachaux &
Niestlé, Neuchâtel-Paris, 1947,
pp 138-139).
Lettera di Dietrich Bonhoeffer al suo amico Eberhard Bethge
Cimipartecipì fino in fondo del dolore di Dio
-^oltanto neipieno «essere-di-questo-mondo» della vita si impara a credere
%
0
MI
: lotterà che qui riproduHiamó è stata scritta dal teo.Ipgofuterano e martire della
l^ñtenza Dietrich Bonhoefftrmrante la sua detenzione
oelweere di Tegel (Berlino)
amico Eberhard Bethge
ito dopo la notizia delfal'nto dell’attentato del 20
.'io 1944 compiuto dal co^liMèllo von Stauffenberg
Pntro Hitler. È questa lettera
delle ultime espressioni
alterna amicizia che lega^ Bonhoeffer ad Eberhard
^ge e nella quale, nelle paflt tiesse di Bethge, «sotto il
^Ipo terribile del fallimento,
itu.a responsabilità per la
Wa comune si tramuta in
^yhùova impavida assuntile di résponsabilità nel
Wortare le conseguenze e i
Adoppiati dolori». Abbiati scelto questa lettera, fra le
tute che Bonhoeffer ha scritPy offrire un esempio del
^Ip fondamentale che l’ain^ia può rivestire nella vicredenti soprattutto nei
Pnenti più difficili dell’esiLe letture bibliche a
^\^f^oejfer si riferisce.nell'era sono: Salmo 20, 8;
'•ni 8, 31; Salmo 23, 1 e
'ixtnni 10,24.
21.7.44
voglio mandarti solo
u“ breve saluto. Sei certafh ispirito così spesso
^tensamente quj con noi.
Regala
un
abbonamento
Dietrich Bonhoeffer con il suo amico Eberhard Bethge
che ogni segno di vita sarà
per te una gioia, anche se per una volta - la discussione
teologica ristagna. Le riflessioni teologiche sono sempre
presenti nel mio interesse,
ma vengono momenti in cui
ci si accontenta anche degli
irriflessi avvenimenti della
vita e della fede. C’è allora il
semplice godimento delle
letture del giorno, quella di
oggi, ad esempio, ò quella di
ieri; si ritorna con il pehsiero ai bei lieder [canti] di Paul
Gerhardt e si è contenti di
possedere queste cose.
Negli ultimi anni ho preso
coscienza sempre più precisa
del profondo essere-di-questo-mondo del cristianesimo. Non homo religiosus, ma
uomo semplicemente, è il
cristiano, come Gesù - a differenza certamente dal Battista - era uomo. Non il piatto
e banale essere-di-questomondo degli illuminati, degli
indaffarati, degli indifferenti
o dei lascivi, ma il profondo
essere-di-questo-mondo,
che è pieno di disciplina e in
cui la conoscenza della morte e della risurrezione è in
ogni momento presente. Lutero è vissuto, io penso, in
questa «mondanità».
Ricordo una conversazione
che ebbi tredici anni or sono
in A. [America] con un giovane pastore francese. Ci eravamo molto semplicemente
posti la questione: che cosa
vogliamo fare della nostra vita? Lui disse: Vorrei diventare
santo (e ritengo possibile che
lo sia diventato): la cosa mi
fece allora una grande impressione. Tuttavia replicai,
'dicendo pressappoco: Io vorrei imparare a credere. Per
molto tempo non ho afferrato la profondità di questa replica. Pensavo thè avrei potuto imparare a credere, cercando di condurre io stesso
qualcosa di simile a una vita
di santità. La fine di questo
itinerario è stato per me senza dubbio Nachfolge [il libro
tradotto in italiano con «Sequela», cioè discepolato]. Oggi vedo chinamente i pericoli
di quel libro, anche se il mio
atteggiamento nei suoi confronti non è mutato.
Più tardi ho capito, e non
ho ancora finito di capirlo e
di impararlo, che soltanto nel
pieno essere-in-questo-mondo della vita si impara a ere:
dere. Quando si è rinunciato
del tutto a fare qualcosa di se
stessi - un santo, un peccato
re convertito o un uomo di
chiesa (una cosiddetta figura
sacerdotale!), un giusto o un
ingiusta, un malato o un sano - ed è questo che io chiamo «mondanità» o «esserein-questo-mondo», cioè nella
pienezza degli impegni, dei
problemi, dei successi e degli
insuccessi, delle esperienze
acquisite e delle perplessità allora ci si getta interamente
nelle braccia di Dio, allora si
prendono finalmente sul serio non le proprie, ma le sofferenze di Dio nel mondo, allora si veglia con Cristo nel
Getsemani e, io penso, questa è fede, questa è «metànoia»; e così diventiamo uomini, cristiani (cfr. Geremia
45!). Come ci si potrebbe insuperbire dei successi e avvilire per gli insuccessi quando
nella vita di questo mondo si
è compartecipi del dolore di
Dio? Capisci quello che voglio dire, vero, anche se sono
così breve. Sono riconoscente per averlo compreso e so
di averlo potuto sapere e capire soltanto per quella via
che ho seguito sempre. Per
questo penso con gratitudine
e pace al passato e al presente. Ti stupirai, forse, di una
lettera così personale. Ma se
avevo voglia di parlare una
volta di queste cose, a chi dovevo dirle?...Dio ci guidi con
benevola mano attraverso i
tempi che viviamo, ma soprattutto ci guidi a sé.
Sono stato particolarmente
felice di avere il tuo saluto e
mi fa piacere che non abbiate
troppo taldp. Ti devono arrivare molti altri saluti miei.
Nel 1936 non abbiamo fatto
insieme più o meno lo stesso
tragitto?
Addio, stai bene e non abbandonare mai la speranza
che ci rivedremo tutti prestissimo.
(da Dietrich Bonhoeffer; Resistenza e resa. Lettere e appunti
dal carcere. Milano, Bompiani,
1969, p.268-270).
■ Lettera a un'amica
La parola fra inganno
e promessa di senso
Filippo Paradiso è mio amico. La malattia da cui è affetto
dall’infanzia, la distrofìa muscolare, la ha costretto gradualmente ad una vita molto sedentaria. Da qualche anno scrive
poesie. Me ne ha dedicata una raccolta con le parole di una
lettera che ho pensato, con il suo permesso, di pubblicare su
questa pagina perché la ritengo espressione di una spiritualità profonda oggi molto rara. (AnnaMaffei)
«La morte non esiste. La gente muore quando è dimenticata». (IsabelAllende, Èva Luna, Feltrinelli).
Però non vorrei che di me restassero solo i versi, che
pur amo e che còmpongo a volte con piacere e a volte
con una certa sofferenza, come unica traccia del mio
passaggio in questa vita. È presunzione elevata all’ennesima potenza? Del resto lo dice anche 'Hermann
Hesse in Narciso e Boccadoro: «Un petalo di un fiore o
un vermiciattolo sul nostro cammino dice e contiene
mofto più di tutti i libri di un’intera biblioteca, con le
lettere e le parole non si può dir nulla...». Potrebbe esser vero, anzi temo e spero che lo sia. La parola è fatta
di niente, un niente più reale del reale ma ben sappiamo il potere chè ha; con essa possiamo dare l’idea di
«vermiciattolo» anche a chi non ne ha mai visti. Non è
un dilettevole inganno?
Ciò che invece mi rattrista fino all’angoscia è che nulla sappiamo dell’essere più profondo delle persone e
delle cose se non una sterile testimonianza della loro
esistenza fissata in gesti spesso senza senso o in parole
spesso vuote, come fori di chiodi nel legno che laTruggine ha dissolto. Cosa sappiamo dell’anima, dei pensieri,
dell’amore? E di essi cosa ci resta? La scienza e la fede,
pur sostenutirdal dubbio, bastano da soli a spiegarceli?
Non potevo certo prevedere che, nel ¡dar libero sfogo ai
miei pensieri e ai miei sentimenti attraverso la poesia
tali domande potessero sfiorare la mia mente. Allo stesso modo mi stupisce sempre scoprire che dietro ogni
angolo, visibile o no, si nasconde un mondo: che dalla
gioia può nascere la malinconia e dal dolore la gioia.
La mia, la nostra, essenza più profonda, dunque è
tutta nelle parole? Di me, di noi, resteranno solo quelle?
Per chi non ci ha conosciuto intimamente basteranno?
Se ciò che è, e ciò che appare, è la parte più piccola di
noi e ciò che non è, che forse non è mai stato né mai
sarà, l’immaginario in altri termini, rappresenta quasi il
tutto, potremo mai comunicare che siamo e sentiamo?
Siamo dunque condannati ad essere soli? Se ciò fosse
vero sarebbe lécito chiedersi: «Esistiamo veramente?».
Si!!! Nonostante tutto. L’amicizia, quest’amicizia, ne
è la prova (divina?).
Con tutto l’affetto di cui sono capace
Filippo
Lo spazio di Dio nella nostra vita.
Storia, modeiii, proposte
per una spiritualità protestante
Seminarió promosso dalla Federazione
delle chiese evangeliche in Italia »
. Ecumene, Velletri (Roma)
vl5-17 marzo 1996
Il seminario costituisce l’adempimento di un mandato
della X Assemblea della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), che in un atto sulla «spiritualità»
esprimeva la convinzione che «la spiritualità è lo spazio
di Dio nella nostra vita, creato dàlia Parola e dal suo Spirito, con i quali Dio ci viene incontro, suscita e nutre la fede rendendola viva, lieta e feconda di opere, e ci dà la libertà e la gioia di dialogare con lui nella preghiera».
Il seminario si articolerà in una relazione introduttiva
di Giorgio Tourn su «Storia e caratteri della spiritualità
protestante» a cui seguirà una serie di testimonianze su
«Aspetti e'percorsi della spiritualità protestante»: da quella classica della Riforma al «revivalismo», alle ésperienze
del pentecostalismo, degli avventisti, dalla spiritualità del
movimento ecumenico, a quella dei giovani, delle donne,
dal filone «politico» a quello monastico. Sono inoltre previsti momenti di culto e gmppi di lavoro su: rinnovamento del culto, pietà personale e familiare, spiritualità comunitaria al di fuori del culto (riunioni di preghiera, centri incontro, ecc,), l’uso,di gestualità e di simboli, la spiritualità nella musica e nèl canto. -,
Hanno finora dato la loro adesione, come relatori o animatori dei gruppi: Massimo Aprile, Massimo Aquilante,
Gino Conte, Gabriele De Cecco,: Fulvio Ferrarlo, Elizabeth
Green, Jùrg Kleemann, Carlo Leila, Giovanni Leonardi,
Anna Maffei, Paolo Ricca, Giancarlo Rinaldi, Eugenio Rivoir. Silvia Rostagno, Alessandro Spanu, Teodora Tosatti,
Giorgio Tourn, Giovanni Traettino.
Il seminario si apre alle 17 di venerdì 15 marzo, e si
chiude con il pranzo di dòmenica 17 marzo. Il rimborso
spese per vitto e alloggio è di 80.000 lire, più 20.000 lire di
iscrizione.
/Iscrizioni: inviare la quota di iscrizione di lire 20.000 sul
conto corrente postale 38016002 intestato a Federazione
delle chiese evangeliche in Italia, via Firenze 38, 00184
Roma.
Per informazioni; telefonare ai numeri 06-4825120 oppure 483768, dalle ore 9,30 alle 16,30, dal lunedì al venerdì.
12
PAG.B RIFORMA
:V
Federazione delle chiese evangeliche della Liguria
La fede nelle religioni monoteiste
Un incontro di popolo e un convegno culturale per scoprire
che la diversità non è di ostacolo ma è un arricchimento
UMBERTO DELLE DONNE
IL 28 gennaio a La Spezia la
Federazione delle chiese
evangeliche della Liguria e
del Piemonte me^ionale e.
il Centro evangelico locale
hanno promosso una tavola
rotonda sul tema «Le tre religioni monoteiste, a confronto: tra integralismo e impegno sociale», che si è svolta
presso il centro «Salvador Allende» e ha suscitato notevole attenzione negli ambienti
religiosi e culturali cittadini,
con una presenza di pubblico oltre le più ottimistiche
previsioni.
Sono intervenuti il prof.
Fuad Khaled Allam, docente
di Islamistica presso l’Università di Trieste: il pastore e teologo battista Massimo Aprile;
il prof, don Giovanni Cereri,
co-responsabile italiano della
Conferenza delle religioni per
la pace; il rabbino Isidoro
Khan delía comunità ebraica
di Livorno; il prof. Vladimir
Zelinskij, teologo ortodosso,
docente di Letteratura russa
all’Università di Milano; ha
presieduto il dibattito Adriano Bertolini, presidente della
Federazione ligure. . ‘
Gli oratori sono riusciti a
coinvolgere i presenti con in^
terventi di notevole spessore
teologico ma espressi in maniera accessibile, e hanno
trovato sostanziali convergenze sul senso della fede
che, se vissuta coerentemente, non costituisce un elemento di divisione o di contrapposizione, ma al contrario può stimolate nuovi e più
autentici rapporti umani e
culturali.
L’impegno primario delle
religioni monoteistiche è
queUo di superare anacronistici antagonismi teologici e
di evitare di scadere in un facile sincretismo che porterebbe a una sorta di monolitismo religioso capace di affievolire ogni dinamismo dialettico e culturale. L’apertura
e il dialogo sono essenziali
per far maturare una nuova
coscienza civile, fondata sul
rispetto della persona umana
e la tolleranza; i credenti di
qualsiasi confessione devono
imparare a convivere senza
pregiudizi e riserve con chi
vive in modo diverso e crede
in modo diverso: la diversità
infatti costituisce un arricchimento, una sorprendente
scoperta dell’altro.
La moschea della Lontananza a Gerusalemme
(foto E. Correnti)
Bisogna tuttavia contrastare con forza quelle correnti
ideologiche e assolutiste,
presenti non solo nell’integralismo islamico ma anche,
per esempio, nella destra religiosa israeliana e nel fondamentalismo cristiano (cattolico e protestante). 11 limite di
questi movimenti è proprio
nel loro esasperato attaccamento alla lettera e nella pretesa di essere gli unici depositari delle verità divine. Questo présupposto li rende
chiusi al dialogo. Fondamentalismo e integralismo trovano terréno fertile in particolari momenti di crisi sociale e
di valori, quando una predicazione che comunica «sicurezze» trova consensi.
Gli oratori quindi hanno
prospettato la necessità di rispondere alle esigenze spirituali e materiali di chi soffi-e
con una solidarietà concreta
e una presenza attiva nel
quotidiano che consenta di
percepire i bisogni reali e primari della gente. Tutte le religioni sono chiamate a salvaguardare i valori di giustizia e
di libertà, a bandire l’intolleranza religiosa e razziale, e
fomentare valori alternativi
per arginare nello spirito
dell’amore la.disperazione e
OKU MINEARE VAU»SE G. P. MEIUE
BCmàlOVEREZZI(Sv)
V V SOGGIORNO MARINO 1996 per ragaz»/é
Sono stati fissati 1 due turni del soggiorno marino 1996 per
ragazzi e ragazze a Borgio Verezzi presso la Caso balneare
valdese, corso Italia n. 110- 1702/ Pietra Ligure *|Savona)
1‘ turno dktl 14 ol 28 9|it^gifio età 6-9 onni
(nati negli anni dd 19^ al 1990) ^ s.. 2'turno dal 28 giugiM tA 12 ltt|^ età 9-11 anni
(nati negli anni dal 1985 all 987} ’ '
I moduli per le iscrizioni possono essere .richiesti presso la segreteria delta Chiesa valdese di Torino, vio S.. Pio V n. 15 - :
10125 Torino. Telefono 011/669.28.38
Tonnina dolio iscrìxloni 15 magi^po1996
, ^ membri del comitato sono a disposizione^ *
‘per ogni ulteriore inhrmazion^ *
Si occettono anche domande per ‘ *
personale volontario (infermiere/i. • monitori/trici)
le fimstrazioni, retaggio naturale della miseria e dell’arretratezza culturale.
La tavola rotonda era stata
preceduta al mattino da un
«collettivo interreligioso» nei
locali della comunità battista
di via Milano: qui gli stessi
oratori hanno fatto delle riflessioni teologiche sul senso
della fede e della speranza
nell’unico Dio, sotto la presidenza di Marta Marzioli. La
partecipazione delle chiese
battiste della Liguria è stata
numerosa ed entusiasta,
mentre qualche chiesa non
ha aderito all’invito rivolto.
C’è stato invece un gruppo di
fratelli della Chiesa awentista spezzina che con il loro
pastore hanno condiviso momenti di comunione e gioia.
È stato un incontro di popolo, in una cornice gaia e festosa, un’esperienza che ci
ha arricchiti interiormente e
che speriamo si possa ripetere: questi incontri infatti, oltre a favorire la comunione
fraterna, ci fanno scoprire il
significato vero della nostra
vocazione di testimoni della
fede, di credenti aperti al dialogo con tutti quelli che animati da buona volontà vogliono costruire una società
più giusta e pluralista.
Palermo
Responsabilità
nella libertà
così accettiamo
la sfida etica
La Settimana per la libertà
ha visto al centro dell’attenzione delle chiese di via Spezio e della Noce i temi proposti dalla Federazione delle
chiese evangeliche in Italia
mediante la pubblicazione
del volumetto «Un patto per
la vita». A presentarlo sono
stati chiamati uno degli autori, Maria Bonafede, e un
membro del Consiglio della
Federazione.
Giovedì 15 febbraio la pastora Maria Bonafede della
chiesa valdese di Roma piazza Cavour, invitata dal Centro evangelico di cufturà
«Giacomo Bonelli», ha parlato nell’Aula magna dell’Istituto valdese della Noce su
«Non conformismo, una sfida per la vita quotidiana».
Sulla base di una incisiva
contrapposizione tra il desiderio di autenticità che non
sfugge al limite del conformismo centrato sul proprio
io e l’anelito verso la vita e
Dio che sta al di là del pròprio cuore. Foratrice ha prospettato la sfida etica consistente nell’assecondare il bene che la creazione contiene
e nello stesso tempo nell’impugnare la tendenza a sfigurare e snaturare il creato.
L’etica che ci è proposta non
è né responsabilità senza libertà, né libertà senza responsabilità: nessuno ci toglie la fatica, ma anche la
promessa, della scelta libera
e responsabile.
Domenica 18 si è svolto un
culto in comune delle due
chiese in via Spezio, in cui il
candidato Massimo Marottoli ha predicato su Galati 5,
1 centrando la sua meditazione sulla realtà e sulle conseguenze della liberazione in
Cristo. Dopo la festosa àgape
che è seguita, Piero Trotta ha
presentato il volumetto della
Federazione spiegando il significato dell’iniziativa, soffermandosi in particolare sul
tema «I giovani e il senso
della vita» e riproponendo la
centralità del messaggio cristiano come fonte di speranza e di significato anche per
le nuove generazioni.
Ulteriori passi nel cammino tracciato saranno percorsi nelle prossime settimane
dalla chiesa di via Spezio che
dedicherà alcuni dei suoi incontri del giovedì aU’approfondimento dei temi etici
proposti dalla Federazione.
LA COMUNITÀ EVANGELICA RIFORMATA DI
LOCARNO E DINTORNI (Ticino/Svizzera)
Cerca, per subito o per data da convenire ,
una pastora/un pastore
bilingue (italiano/tedesco), impiego a tempo pieno
La Comunità di Locamo e dintorni è una comunità di diaspora, suddivisa in tre regioni: Ascona, Locarno-Monti,
Muralto; essa conta circa duemila membri.
Compiti: cura della comunità nella regione di LocarnoMonti e dintorni, insegnamento della religione nelle scuole
medie del Locarnese (circa 10-12 ore settimanali) in italiano, cura pastorale in alcune case per anziani del Locarnese, sostituzione della collega e del collega delle regioni di
Ascona e Muralto durante assenze o ferie, partecipazione
alle riunioni mensili del Consiglio di chiesa e del Capitolo
dei ministri della Chiesa evangelica riformata nel Ticino.
Alloggio: casa pastorale a Locarno-Monti
Candidature, accompagnate dalla necessaria documentazione, sono da inoltrare, ontro II 15 aprile 1996, al seguente recapito: Commissiono di ricerca pastore,
Comunità evangelica riformata Locamo e dintorni, Via Locamo 80, CH - 6612 Ascona.
Ulteriori informazioni sono ottenibili presso Maddalena Keller, Via G. Zoppi 3, CH - 6605 Locarno-Monti; tei. 0041-91
-75142 07.
SUSA — Durante le celebrazioni del XVII Febbraio la
chiesa valdese ha avuto il grande piacere di ricevere i,
comunione di Cristo la sorella Natalia Nardone e il fray
Roberto Canu. Ambedue sono giunti a questa
dopo un itinerario personale vissuto e sofferto: la comuni
li ha accettati come segno del fatto che la chiamata noni,
ce e fonda la chiesa. Per l’occasione la nostra Unione fen
minile ha organizzato il consueto pranzo del XVII, cheh
sottolineato il carattere comunitario della giornata.
LUN
T,Ug
iWBlvers
TORRE PELLICE — L’Assemblea di chiesa del 25 febbraio t
ha nominato i deputati alla Conferenza distrettuale a al l
nodo; per la Conferenza sono stati eletti Adriano Longj
Arma Casini e Monique Jourdan, mentre per il Sinodo i
putati saranno Gianfranco Mathieu e Roberto Prochet
ANGRÒGNA — La giornata del 17 febbraio è stata intensa: partecipata, favorita anche dal bel tempo. Il tradizional
corteo ha raggiunto il capoluogo e ha visto la partecipàz# ji Btainm
ne di almeno 150 persone; guidato dal tamburino e anima
dai bambini che portavano le bandiere delle scuole quarta L
rali, dopo aver cantato il Giuro al Vengìe ha poi riempito ®
tempio dove, in un’atmosfera festosa e molto familiare; ’ì
stato celebrato un culto animato dai canti della corale e di ;i
bambini della scuola domenicale. La predicazione delpj, con tne^
store Bruno Tron è stata molto apprezzata. Lo stesso pasto ■ f .
re ha poi dato informazioni sulla prossima assemblea del f po deri
Cevaa. Si è svolto poi il pranzo tradizionale, in cui si sol L
ascoltati i messaggi del pastore Tron, di Ethel BonnetcMr^ S^P
ha rievocato la figura di una sua antenata, maestra in Cai
bria, e di Silvio Bertin'che, con la consueta verve ha lei
una poesia sull’attualità della chiesa e del nostro paese,
po cena la sala unionista non è riuscita a ospitare tutti col
ro che hanno voluto assistere alla serata organizzata c
giovane dalla corale e dai ragazzi del precatechismo, ci
hanno messo in scena due leggende angrogniné. ,
• Domenica II febbraio l’Assemblea di chiesa ha discussi ^
approvato il rendiconto finanziario del Concistoro e ha vi
tato l’impegno per il 1996 nei confronti della cassa ceni
le, decidendo all’unanimità un aumento di 6 milioni. Coi
statato che la percentuale dei membri di chiesa che no
contribuiscono affatto per la cassa culto è scesa leg^ ^ftuustr
mente negli ultimi due anni, i membri elettori (preseiii f,
60%) hanno espresso la fiducia che questa tendenza pos
accentuarsi in futuro. L’Assemblea ha poi eletto il suo è
potato al Sinodo nella persona di Elio Meggiolaro e i dep ■ ““Sael
tati alla Confereriza distrettuale nelle persone di M'
Gay, Remo Gaydou e Isabella Bertalot.
• È deceduto il 10 febbraio, dopo lunga malattia, il fratei
Alberto Rivoìra (Cassetta). Da Montevideo è giunta la nql
zia del decesso, avvenuto il 19 gennaio, della sorella
Rivoira, emigrata nel 1948 in Sud America con il mai
Adelmo Benech (Cacet). A tutti i familiari colpiti dal luttoì
comunità esprime la propria solidarietà cristiana.
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SAN SECONDO — Anche quest’anno l’occasione della tó
del XVII Febbraio ha raccolto la partecipazione di m|
persone della nostra comunità; la giornata è iniziata (
culto, con la Santa Cena e con la partecipazione della
le, a cui ha fatto seguito il pranzo comunitario: molto gB :
dita è stata la presenza del moderatore e di sua moglie,ii
vitati per l’occasione. La giornata si è conclusa con la p«
sentazione del dramma storico valdese «Il marchese di Pi
nezza», a cura della filodrammatica. L’apprezzamento cl |
lo spettacolo ha raccolto incoraggia senz’altro il lavorcP ^ nolane
questo gruppo di giovani che non hanno risparmiato j T suto un
tempo né energie per poter offrire questa serata e peni i; le tope
tere a tutti di terminare in bellezza la giornata. Esprimial la^ttii
la nostra riconoscenza al Signore per quanto abbiamo rii ¡IlÉlità (
vuto attraverso tutti i fratelli e le sorelle che hanno presi
il loro servizio in tale occasione.
• In queste, ultime settimane desideriamo sono nate
di Vanda Bounous e Roberto Vicino, e Sabrina, di
Amadin e Claudio Costantino; a queste coppie e alle li
famiglie ci uniamo nella riconoscenza al Signore pel
gioia che ha loro accordato.
• Si sono uniti in matrimonio Luca Rassetta e Sii'
Bianco: agli sposi giungano gli auguri fraterni di tutta la
munità per una vita insieme benedetta dal Signore.
• È scomparso Pierino Paschetto: la comunità esprimi
suoi familiari la propria solidarietà cristiana e la ferma
ducia nella speranza della resurrezione.
Nella collana «Dossier» è uscito il n. 33
Eli2abeth E. Green
Perché la donna pastore
II volto femminile del ministero nelle chiese
8Ópp, L 10.000
Le at
lono
iatno 1
Molte chiese evangeliche hanno da tempo donne i
re. Quali sono le loro esperienze
, in merito? ,È chiara l’importanza
del principio del «sacerdozio comune di tutti i credenti» afferma-.
to net Nuovo Testamento e rimesso in auge dalla Riforma del
'500. L’esperienza ha dirrtokrato
; che II ministero femminile è un
^ prezioso‘arricchinfsentp per le
^ chiese che l’hénno accolto. Questo «doesief^ ne fa un primo ra; .pido bilancio. . s "
, VIA PRINCIPE TOMMtóO, 1 ■ 1012S TORINO
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MARZO 1996
La Settimana per l'unità dei cristiani a Perugia
3 picco '■
^ere nel
comuni ' La chiesa oggi ascolta il richiamo all'unità, ma i credenti
;annnt .... . . _ . .
LEvangelo bussa alla nostra porta
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restano divisi; solo lo Spirito può unirci
ERMANNO CIOCCA
ÙNEDI 22 gennaio a Pefrugia, presso il Centro
ìversitario ecumenico San
^ifertino, il pastore Archimede Bertolino, invitato dal dij^ore del Centro, mons. Elio
^ Bromuri, ha tenuto una melone biblica su Apocalis
e quarti '
■p$rta e busso. Se uno mi sente
milime jìi e cenere
iraleed i, no insieme, io con lui e lui
le del PI ¡1 con me». Qualche giorno pri3SO pasti eoa., nella chiesa di San Filipblea de! i P° Incon
ui si SOI i. tto di riflessione e di preghiemnet cl « cz guidato dal pastore Renzo
* ’.8ertalot e da mons. Bromuri.
£|Bertòlino ha spiegato che
icalisse significa rivelazione deU’amore di Dio, e che il
Ibro, scritto in epoca di perIcuzioni, vuole essere un
essaggio di incoraggiamento che annuncia il ritorno
glorioso di Cristo. Il testo
¿¡¡¡(^Bsiderato è rivolto alla
'■'liesa di Laodicea, città oenta, ricca, con banche e
lUstrie tessili, con una rinomata scuola di medicina.
In realtà essa giace in una
fonda miseria spirituale, è
idele e addormentata, ha
0 coscienza della sua volpone.
»'L’uomo cerca sempre di
Ita Ìa ® raggiungere
irella liiiP®® mete; e allora la chiesa
il m^ì'i
lai luttdi
iiscusssi
0 e ha
sa ceni
ioni. Coi
1 che ni
sa leggi
tresenfi
nza po!
il suo
) e i de]
di Wil
il fratei
li locale di culto della chiesa di Perugia che sarà inaugurato il 17 marzo
deve imparare dal mondo
secolarizzato a non adagiarsi, a non essere soddisfatta e
a essere sempre tesa verso il
Regno che viene. Oggi la
chiesa cerca unità, evangelizzazione, ampliamento, risoluzione dei problemi sociali e a volte politici. Ma cerca anche il suo Signore? O
non sa più cercarlo o non ne
sente più il bisogno?
A questa condizione solo
Dio può porre rimedio: «Io
sto alla porta e busso»; egli
cerca la chiesa infedele, la
chiesa tiepida, soddisfatta di
quello che ha. A volte non gli
abbiamo aperto per timóre
che egli cambiasse la nostra
vita: tuttavia egli è rimasto là,
dietro la porta chiusa. L’annunzio del Vangelo è il bus
sare di Cristo alla nostra vita.
Cristo ci ha chiamato, ci ha
parlato nei momenti belli e
nei momenti tristi, ha camminato al nostro fianco.
La chieàa oggi ode, ma lascia Cristo fuori; parla di
unità, ma noi restiamo divisi,
per esempio sulla comunione, presenza spirituale per gli
evangelici, materiale per i
cattolici. Bisogna allora che
Cristo .entri a porte chiuse,
come dòpo la resurrezione.
Se la porta sarà forzata Cristo
entrerà e cenerà Con noi. Allora la tavola imbandita sarà
per tutti senza distinzione.
Perdendo ciò che abbiamo e
che difendiamo con avidità,
vivremo nella gioia e ritroveremo in Cristo ciò che abbiamo perduto.
Iella fi
; di mi
iata
iella cé
nolto ^
noglie,ii
:on
ese diH
nento d
La Settimana per l'unità dei cristiani a Aosta
Cresce l'attenzione verso i protestanti
Ira laici e cattolici della Vallèe
popo le festività di fine an1 lavort^T no la nostra comunità ha visrmiato i snto un periodo di particolae perni ij'reènpegno in occasione delprimiai la$ettimana di preghiera per
iamo rii :■ j^pità dei cristiani. Mentre lo
:o presa Tl^rso anno tutto si limitava
a un incontro con la vicina
late Zal Inocchia cattolica di Saintdi Gla|pE#.enne quest’anno, grazie
e alle li
ore pel;
ihe alla presenza del nuovo.vescovo di Aosta, mons.
Anfossi, che ha preso parte
a e Sili aattiva (è la prima volta in asf^luto che questo capita nellapostra città) all’incontro di
tutta lao
re.
esprimij
a ferma’
preghiera che si è tenuto il 18
gennaio presso il nostro tempio di tue Croix de Ville, davvero troppo piccolo per ospitare tutti i convenuti giunti
da ogni parte della città e anche da fuori, i rapporti sono
davvero stati a livello dell’intera realtà cattolico romana
della Valle.
Nuovamente per la prima
volta, un secondo incontro di
preghiera, anch’esso molto
ben riuscito, si è tenuto il 22
gennaio presso un’altra parrocchia, quella di Sant’Ansel
Chiesa valdese di Villasecca
ilo studio le confessioni
^"^“i fede valdesi
ire’
liese,.
3pa
RINOà
». tot
I^Le attività invernali prose^ono normalmente. Segnavamo le riunioni quartierali
ultimi due mesi in cui
'®°°>amo studiato le concluÌ Sinodo della diocesi
l^erolo sul tema della fata e le confessioni di fede
forate dai valdesi durante
'.Pòria.
(4 domenicale ha
iR ® gennaio la mòr ■ Bibbia allestita nel
I ; ^..^lioteca comunale di Vilv Porosa. L’assemblea di
-V^a di inizio febbraio ha
^^vato il conto consunti1» 1995 e il preventivo del
, ^96, che prevede un impe*^61 confronti della cassa
Kst* ° ^ milioni. Nella
occasione è stato chia^^“10 al servizio di anziano
^®ni lahier, insediato dot ^call febbraio,
il,‘‘Periodo del XVII FebPpaiohai
Icin ''es^abrato una parte- pedone numerosa sia al
'^Plto sia all’agape fraterna.
nel corso della quale il dott.
Emanuele Bosio ci ha intrattenuto con notizie sulle famiglie della comunità aU’epóca
deU’esilio e del Glorioso Rimpatrio. La predicazione di domenica 18 febbraio è stata tenuta dal pastore Domenico
Tomasetto, presidente della
Fcei; quello del 25 da Milena
Martinat, che ringraziamo. I
giovani della filodrammatica
hanno presentato sabato 24 e
domenica 25 il dramma di
Marco Ayassot «La miniera».
Due lutti hanno rattristato
la nostra comunità: all’inizio
di gennaio è deceduto improvvisamente, al Serre
Giors, Cesare Ferrier; dopo
una lunga malattia ci ha lasciato all’inizio di febbraio
Enrichetta Menùsan e la settimana scorsa Bruno Peyronel. Nell’attesa della vita
nuovà li ricordiamo con affetto e riconoscenza per
quanto attraverso di loro abbiamo ricevuto.
mo, quartiere Dora, uno dei
più problematici di Aosta.
L’incontro è stato preceduto
da una visita del pastore Marchetti che, in un vivace dibattito, ha potuto presentare ai
fratelli e alle sorelle di questa
comunità la realtà del protestantesimo e, in particolare,
quella della Chiesa valdesq.
Questo ha contribuito a creare un clima di vera fraternità,
che ha poi «riscaldato» rincontro di preghiera del 22 seguito, come del resto il primo
nella nostra chiesa, da un
momento molto bello di fratermtà, attorno a panettoni
«reduci» dalle feste e a qualche bicchiere di buon vino...
Vogliamo poi anche ricordare le due conferenze, molto ben riuscite, che il pastore
Giorgio Bouchard ha tenuto
davanti a un pubblico numeroso e interessato (come si è
visto nei dibattiti che hanno
fatto seguito alle conferenze)
il 26 gennàio e il 2 febbraio
sulla storia del protestantesimo, presso il Salone ducale
del municipio di Aosta, su
iniziativa della nostra chiesa,
con la collaborazione del Sae
e il patrocinio del Comune.
Sia gli incontri di preghiera
per la Settimana dell’unità
sia le conferenze di Bouchard
sono state seguite, con alcuni
bei servizi, dalla sede Rai di
Aosta e da altre televisioni e
organi di informazione locali,
E questo certo ha contribuito
a farci conoscere nella città e
nella regione. In questa stessa linea vogliamo ricordare
anche che, dall’inizio dell’anno, la nostra chiesa cura con
scadenza quindicinale una
rubrica dal titolo ;«La voce
della Chiesa valdese» sul settimanale Il corsivo, molto diffuso in vai d’Aosta. Si tratta di
alcuni articoli che affrontano
tematiche di attualità religiosa, morale e di costume dal
'ipunto di vista riformato.
■ Battisti
Tre nuovi
battezzati
a Pozzuoli
«Per anni sono stato impedito dall’awicinarmi alla fede
da un impenetrabile muro di
indifferenza, poi pian piano
ho accostato l’orecchio e ho
cominciato a mettermi in
ascolto, prima per curiosità e
poi con sempre più interesse
anche grazie alla testimonianza di...». Seguiva, nelle
parole di Antonio Del Giudice durante il culto battesimale nella chiesa battista di Pozzuoli di domenica 11 febbraio, un elenco di nomi di
sorelle e fratelli della chiesa
che giorno per giorno hanno
generosamente sparso i piccoli granelli di fede che hanno poi attecchito nella sua vita. Così Antonio, insieme a
Chiara Tafuto, sua moglie e
Antonella Tafuto ha testimoniato col battesimo della sua
giovane fede. Anche Chiara e
Antonella hanno voluto con
brevi e commosse parole
spiegare l’itinerario della loro
fede nel contesto dell’assemblea attenta e partecipe che
affoliava ii piccolo e curatissimo locale di culto. I numerosi canti e la predicazione della pastora Maffei sul salmo
126 davano il tonò gioioso
all’incontro, quella gioia che
per gli ex deportati da Babilonia e più sempiicemente per i
contadini nell’occasione della mietitura si esprimeva così
nel salmo: «Allora spuntarono sorrisi sulle nostre labbra
e canti di gioia'sulle nostre
lingue» (V. 2). li battesimo è
per la comunità dei credenti
luogo di un raccolto sempre
copioso che io Spirito di Dio
rende possibile solo per la
sua grazia in una terra che
spesso appare agli inesperti
seminatori arida e desertica.
«Il Signore - è stato detto - ci
ha grandemente benedetto,
ma questo non può che incoraggiare una semina ancor
più convinta è coraggiosa».
Fontana di Rapa
Una nuova
comunità
battista
Nel giugno del 1991 è sorta
nei castelli romani, nella località Fontana di Papa (Ariccia) una comunità evangelica
battista (via Innocenzo XII,
42), formata da una ventina
di membri e inserita nel territorio con attività di culto domenicale, studio biblico, riunione giovanile, riunione
mensile di preghiera. Inoltre
vi è un impegno ecumenico
continuo con la locale parrocchia cattolica. Vi sono stati incontri con il Movimento
femminile battista e con il
pastore Luca Negro della comunità di Albano, e a loro
siamo grati per la collaborazione pròstata.
La comunità è stata curata,
per un certo periodo, dall’attuale candidato al ministero
Daniele Campoli, dal fratelli
Augusto Pofverari e Lùca
Marzano e con assiduità lodevole dal pastore Domenico
Dentico. Ultimamente abbiamo avuto la collaborazione
del pastore Eugenio Stretti.
Tra le prossime attività della comunità segnaliamo fin
d’ora il bazar, il cui ricavato
sarà destinato a opere sociali,
previsto per sabato 8 e domenica 9 giugno. Questa attività
vuole essere un momento di
incontro comunitario e anche
di testimonianza evangelica
rivolta alla cittadinanza. Per
ulteriori informazioni ci si
può rivolgere al fratello Guido
Campoli (tei. 06-9340604).
PAG. 9 RIFORMA
Agenda
MONTEFORTE IRPINO — Per la serie
di conferenze dal titolo «Aggiungi alla fede
la conoscenza», organizzata dalle chiese
pentecostali di Cicciano e Benevento', Teodora Tosata parla sul tema «Gesù e le donne»: ore 18, presso il Villaggio evangelico.
Per informazioni tei. 081-8248463 oppure 081-8261366.
ROMA — Nell’ambito di un ciclo di incontri organizzati dalla Facoltà valdese di teologia e dal Centro evangelico di cultura e dedicati al tema della Riforma in Italia la prof.
Laura Ronchi parla sul tema «Le tendenze
evangeliche»: ore 18, nell’aula magna della
Facoltà in via Pietro Cossa 40. Informazioni al 06-3215128.
BARI — Si tiene il terzo incontro del ciclo
sulla musica liturgica organizzato dalla
Chiesa valdese in collaborazione con il «Il
coretto» a cura di Evelina Vigliano: ore 16,
nella sede dell’Associazione musicale «Il
coretto», in via Argiro 8.
TORINO — «Dio non è così» è il tema di
un corso sulla figura di Dietrich Bonhoeffer
organizzato dal Centro teologico, dall’Uciim e dall’Ufficio diocesano della scuola. In
quest’ambito Alberto Gallas parla sul tema
«La croce sul Golgota e la croce nella sto-^
ria»: ore 15, presso il Liceo M. D’Azeglio in via Patini 8.
Per informazioni tei. 011-5611923 (ore 9,30-12).
TORINO — Si tiene il quinto incontro del «corso di formazione dei laici», coordinato da G. Platone, sul tema «Un
patto per la vita». Argomento dell’incontro «Giovani e senso della vita». Il corso si articola in due sessioni uguali alle
ore 16 e alle ore 20,45 e si svolge nella sala valdese di via
Pio V, 15 (1° piano). Per informazioni tei. 011-6692838.
VENEZIA — Nell’ambito del «corso di ecumenismo» organizzato dal Centro Germano Pattaro, dalla Chiesa valdese e dal Sae, Wilma Gòzzini parla sul tema «Le donne leggono la Bibbia»: ore 18, presso il Centro Pattaro (zona San
Marco). Per informazioni tei. 041-5227549.
MODENA — Nel quadro delle conferenze
sul tema «Natura e identità» la Fondazione
Sah Carlo propone la conferenza,di Remo
Bodei sul tema «Natura e identità»: ore
17,30, presso la sede della Fondazione in
via San Carlo 5. Tel. 059-222315.
ROMA — Nell’ambito di un ciclo di incontri organizzati
dalla Facoltà valdese di teologia e dal Centro evangelico di
cultura e dedicati a «Parole per una nuova politica». Paolo
Naso e Sergio Tanzàrella parlano sul'tema «pace»:~ore 18,
nelPaula magna della Facoltà in via Pietro Cossa 40. Per
informazioni tei. 06-3215128. '
TRIESTE — Il Centro culturale A; Schweitzer organizza
un corso di aggiomamèntò sul tema «Diritti umani, libertà
religiosa, cultura e arte nella Trieste del 700». La quinta
lezione, a cura della prof. Diana De Rosa, ha come tema
«La scuola pubblica a Trieste nel 700»: ore 17,30, piazza
San Silvestro 1. Per informazioni tei. 040-632770.
ROMA — NelTambito di un ciclo di lettura ecumenica della Bibbia guidata dai biblisti Giuseppe Sorani e Daniele Garrone, viene studiata la Lettera di Paolo agli Efesini
(cap. 2). Organizza il Sae presso la sala delle Suore francescane missionarie in via
Giusti 12, alle ore 18. Per informazionj. tei. 06-58331825.
TORINO — «Il femminismo guarda a Sud. Da Pechino
un nuovo protagonismo delle donne» è il tema di un dibattito tra Doriana tliudici (Cnel), Carolina Cárdenas (Ufficio
stranieri del Comune di Torino), Giuncarla Codrignani
(Centro documentazione donne di Bologna) organizzato
dal Centro A. Pascal e da un gruppo di altre associazioni:
ore 15,30, nel salone valdese di corso Vittorio Emanuele II
23. Per ulteriori informazioni telefonare allo 011-6692838.
PADOVA — «Orientale Lumen: l’incontro
con i fratelli ortodossi» è il titolo di una
conferenza di Claudio Gugerotti organizzata dal Centro Marco Salizzafo: ore 21, presso il teatro «Antonianum», in via Briosco 7.
Per informazioni tei. 049-690269.
ROMA — Nell’ambito di un ciclo di incontri organizzati dalla Facoltà valdese di teologia e dal Centro evangelico di cultura e dedicati al tema de «i cristiani e lo stato al
tempo delTimperatore Costantino», il prof.
Giancarlo Rinaldi parla sul tema «La grande
svolta costantiniana»: ore 18, nell’aula magna della Facoltà
in via Pietro Cossa 40. Per informazioni tei. 06-3215128.
CULTO EVANGELICO: ogni domenica
mattina alle 7,27 sul primo programma radiofonico della Rai, predicazione e notizie
dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva
realizzata dalla Federazione delle, chiese
evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche
alterne da Raidue alle 23,40 circa e, in replica, il lunedì della settimana seguente alle ore
, 9,30. Domenica 10 marzo (replica lunedì 18
marzo): Donne e chiesa; ragazze madri, thè voice of glory:
fede e resistenza nella musica degli schiavi d’America.
AVVERTENZA: chi desidera usufruire di questa rubrica
deve inviare i programini, per lettera o fax, quindici giorni prima del venerdì di uscita del settimanale.
14
A- '
PAG. 10 RIFORMA
' VENERDÌ 1^ MARZO 19
Litige dì fuoco
Paolo Ricca '
La sera del 16 febbraio scorso ho di nuovo partecipato,
dopo anni, a un «falò del XVII», precisamente a quello di
Sibaud (Bobbio Pellice), a fianco del monumento omonimo, che ricorda l’avventuroso rimpatrio dei valdesi, nel
1689, daH’esilio di tre anni prima. U cielo terso, ricamato
di stelle, era di un blu notte intenso, nel quale lo sguardo
vagava felice, rincorrendo invisibili comete. Intorno alla
catasta di fascine, alta alcuni metri, c’erano adulti, giovani e diversi bambini, promessa di fùturo.
Si è conversato, cantato, pregato. Soprattutto si è assistito ancora una volta (ma ogni volta è come se fosse la
prima) alla liturgia del falò, festosa e drammatica insieme. I rami, resi incandescenti dal fuoco, si trasformano
in luce e calore, poi diventano cenere grigia. Le fiamme
compiono nella notte la loro danza leggiadra e fugace,
sprigionando mille scintille. «Laudato si, mi Signore, per
frate Foco, per lo quale enn’aUuminl la nocte: ed elio è
bello e iocondo e robustosp e forte» (così cantò Francesco
d’Assisi, vissuto poco dopo Valdo). Le lingue di fuoco
guizzano verso l’alto, quasi a volersi congiungere con le
luci lontane delle stelle. Poi lentamente il fuoco si placa.
Non è il pruno ardente che bruciava senza consumarsi,
davanti al quale Mosè si tolse i calzari e dal quale verme
fuori la voce stessa di Dio; c’è, ben distinta, la voce della
storia. Anzi di molte storie.
La prima, ovviamente, è quella del 1848, quando i falò
significarono gioia. Gioia per la fine di un’oppressione
secolare, di una discriminazione odiosa, di ima ghettizzazione iniqua. Le due minoranze storiche dell’Italia religiosa, valdesi e ebrei, regalarono a questo paese culla della Contronforma un frammento di democrazia e quindi
di civfltà politica. Non si può ancora parlare di libertà religiosa (ci vorrà ancora un secolo per sancirla - sulla carta
- neUa Costituzione repubblicana del 1948) ma si stabilisce il principio che appartenenze religiose diverse da
quella «di Stato» (com’era allora quella cattolica) non costituiscono piò un handicap civile e politico, non rendono più cittadini di serie B. Un grande passo avanti neUa
storia civile d’Italia.
Ma un’altra storia incalza, tutta diversa. Ci fu im tempo, durato secoli, in cui per i valdesi e gli altri «eretici» i
falò non significarono gioia ma martirio. Non li accendevano loro ma i loro inquisitori. Erano i roghi sui quali si
«abbruciavano» i dissidenti, sefcondo un piano organico
di «pulizia religiosa» attuato con sinistro rigore, «credendo di rendere un culto a Dio» (Giovanni 16, 2). Questi
falò-roghi illuminarono con i loro funesti bagliori tutta
l’Europa ma le loro fiamme bruciarono solo i corpi, non
le idee, soffocarono le voci, non la fede che, suggellata dal
martirio, «ha vinto U mondo» (I Giovanni 5,4) ed è giunta
fino a noi come il più prezioso di tutti i doni, molto di più
deU’oro che perisce (I Pietro 1,7). Così dal fuochi di gioia
siamo risaliti a quelli del martirio.
Allora un’altra storia ancora si è affacciata aUa memoria, anch’essa una storia di fuoco, quello acceso da Gesù:
«Io son venuto ad accendere un fuoco sulla terra; e che
mi resta da desiderare se già è acceso?» (Luca 12, 49).
Quel fuoco, che una forte coalizione religiosa e politica
cercò subito di spegnere condaimando a morte l’«incendiario» di Nazareth, splende di luce viva nella notte del
mondo, illumina le coscienze e riscalda i cuori, purifica
l’anima e orienta i passi deUa fede e fi cammino della vita. È un fuoco benedetto che rassomiglia a quello del
pruno ardente: dà luce e calore, senza consumarsi né
esaurirsi. È U fuoco dell’amore; non dell’amore nostro,
così tiepido che non diventa mai un vero fuoco, al massimo è una fiammata momentanea, ma dell’amore di
Dio, che non verrà miu meno. È intorno a questo fuoco
che, forse senza rendercene ben conto, eravamo raccolti
la sera prima del 17 febbraio.
Via Pio V, 15
Via Fofia, 93
-10125 Torino-tei. 011/655278-fax 011/657542
- 80137 Napoli - tei. 081/291185 - fax 081/291175
Via dei Mille, 1 10064 Pinerolo
DIRETTOflE: Giorgio QardioI VICEDIRETTORI: Luciano Deodalo, Emmanuele Paschello
REDATTORI: Stello Armand-Hugon, Claudio Bo, Alberto Bragaglia, Alberto Corsani,
Avemino Di Croce, Fulvio Ferrarlo, Maurizio Girolami, Anna Mattel, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca Negro, Luisa NWi, Jean-Jacques Peyronel, Gian Pàolo Ricco, Fulvio Rocco, Pietro Romeo, Marco Rostan, Piervaldo Rostan, Marco Schellenbaum, Federica Toum, Florence Vinti, Raffaele Volpe AMMINISTRAZIONE: Ester Castangia ABBONAMENTI: Daniela Actis FOTOCOMPOSIZIONE: Aec s.r.l. Mondovì - tei. 0174/551919
STAMPA: U Ghisleriana s.n.e. Mondovì - tei. 0174/42590 EDITORE: Edizioni Protestanti s.r.l. - via Pio V, 15 bis -10125 Torino.
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Riforma è il nuovo tHok> della testata La Luce registrata del Tribunale di Pinerolo con il n.
176 del 1* gennaio 1951, responsabile Franco Giampiccoli. Le modifiche sono state registrate con ordinanza In data 5 marzo 1993.
Il numero 8 del.23 febbraio 1996 è stato consegnato per rinoltro postale all'Ufficio CMP
Nord, via Reiss Romoli 44/11 di Torino mercoledì 21 febbraio 1996.
Verso le elezioni politiche del 21 aprile
Per una vera democrazia
Di fronte ai rischi di involuzione del sistema politico
anche le nostre comunità hanno un ruolo da svolgere
MAURIZIO OIROLAMI
VOTEREMO dunque il 21
aprile: non il 25, anniversario della Liberazione dal
nazifascismo, dalla quale
nacque la Costituzione. Non
il 1“ maggio, festa del lavoro,
fondamento della Costituzione, ma il 21 aprile, leggendaria data della nascita di
Roma, festa nazionale durante il fascismo. Voteremo
un candidato imposto, dati i
collegi uninominali di ottocentesca memoria. Sceglieremo, questo sì, lo schieramento, senza però aver potuto influire né sulla designazione dei candidati, né sui
programmi, entrambi di
competenza dei vertici dei
partiti, (vedi Ulivo) o delle
aziende (vedi Berlusconi) o
del governo (vedi Dini).
Dovremo faticare per distinguere, su alcuni temi, le
posizioni degli schieramenti,
tutti (o quasi) in marcia verso
Maastricht e verso le riforme
istituzionali: il presidenzialismo, «semi» o «alla Sartori» o
«alla francese» (è chiaro,
no?), il finanziamento della
scuola confessionale e privata, la svendita ai privati di
settori (anche dei più redditizi) dei servizi o delle strutture
ecoiiomiche pubbliche. Sarà
difficile, individuare nella babilonia della propaganda
elettorale le riforme ctje accrescono la democrazia, come la riduzione del numero
dei parlamentari, la valorizzazione delle Regioni, l’accelerazione del tempo di approvazione delle leggi, l’adeguamento delle attrezzature
e degli organici della giustizia, una riforma fiscale capace di eliminare l’evasione.
Saranno visibilissime, invece, al limite della nausea, le
parole chiave, i «nuovi» valori: il nuovo, l’efficienza, la governabilità, il mercato soprattutto, l’Europa, Maastricht. Slogan incomprensibili
ai più prevalgono, per ora,
sulle chiare proposte per af
frontare i problemi di fondo:
il lavoro, la salute, l’ambiente, l’istruzione. La stessa concentrazione del potere televisivo in Italia, più vicino a un
monopolio (la «Rainvest»)
che a un duopolio, incarna
un paradosso: la fede quasi
unanime nel mercato, cioè
nella libera concorrenza, affermata da un settore in cui
la concorrenza è in fin di vita.
La campagna elettorale ne risentirà ed è troppo tardi per
recriminare sulla cecità e
l’inerzia dei democratici e
della sinistra di fronte a un
fenomeno che ha le sue radici nel decennio di Craxi (e del
Caf), che è maturato con il
governo del suo grande amico Berlusconi ed è stato lasciato intatto dal governo del
«tecnico» Dini.
Anche noi evangelici abbiamo la nostra parte di responsabilità neU’aver sottovalutato il pericolo. Ma ora
non.possiamo tacere di fronte al martellamento dell’opinione pubblica in nome di
«riforme» che riporterebbero
l’Italia a tempi che pensavamo definitivamente sepolti.
Ci riguarda e ci allarma la
concentrazione dei media,
che mette a rischio il pluralismo delle idee, nel campo
deU’informazione come nella scuola e nella politica. Ci
riguarda il tentativo di attentare all’indipendenza dei magistrati, di cui alcune forze
politiche vogliono la sottomissione al governo, e del
Parlamento, di cui si vuole ridurre il potere legislativo e di
controllo, a vantaggio di un
governo, o di un «capo» magari acclamato da un popoloaudience.
Se nelle nostre comunità
. non si accende la consapevolezza del pericolo che in
un’Italia in cui la democrazia,
i diritti sociali, l’indipendenza
della magistratura hanno tradizioni giovanissime, si spacci per nuovo quanto vi è di
più tragico del nostro recente
passato, saremo correi di «falsa tqjtimonianza contro il nostro prossimo»: i deboli, gli
ignoranti, gli sfruttati, gli
emarginati del popolo italiano. E la nostra etica protestante sarà nei fatti un’etica
per tutte le stagioni.
Gli stereotipi del razzismo e la realtà dell'immigrazione
Per capire l'altro che incontriamo
dobbiamo lasciar da parte i grandi discorsi
ERMINIO PODESTÀ
Ho letto sul quotidiano
ligure II lavoro (diffuso
unitamente a La Repubblica)
la notizm che un marocchino ha rischiato la vita per
salvare un giovane che, con
l’intento di uccidersi, si era
gettato in mezzo ai binari
mentre stava sopraggiungendo un treno. Il giorno dopo lo stesso giornale riportava, a caratteri cubitali, che il
«marocchino» era stato assediato da fotografi e giornalisti per il gesto che aveva
compiuto. Nella pagina seguente si riferiva però che un
marocchino era stato picchiato da tre giovani al grido:
«Siete tutti delinquenti. Ve
ne dovete andare».
Questi fatti mi hanno dato
lo spunto per qualche riflessione. Il gesto del marocchino ha suscitato maggior impressione perché secondo
l’opinione pubblica non è
pensabile che un marocchino possa compiere un gesto
umanitario al punto da rischiare la vita. I «marocchini» sanno solo rubare, disturbare, rompere le scatole
alla gente per vendere la loro
merce. Se un italiano compie un gesto simile si tratta
di ordinaria amministrazione, ma se lo stesso gesto lo
compie un marocchino viene giudicato un eroe.
ABBONAMENTI A
ITALIA ________
»RIFORMA»
1996
ESTERO
• ordinario
• ridotto
- sostenitore
- semestraie
£ 100.000
£ 85.000
£2m.OOO
£ 50.000
■ ordinario
■ via aerea
■ sostenitore
• semestraie
£ 140.000
£ 190.000
£ 250.000
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• cumuiativo Riforma + Confronti £ 140.000 (soio italia)
- una copia £2.000
Gli abtxnati sostenitori ricevono in omaggio ia riproduzione di un’opera di PaoioPaschetto
Per abbonarsi: versare l'importo sul ccp n. 14548101 Intestato a Edizioni Protestanti s.r.l., via Pio V15 bis, 10125 Torino.
Come credenti, proprio
perché mediante la Bibbia
siamo invitati a accogliere
fraternamente anche lo straniero, dobbiamo prodigarci
per creare una cultura di solidale rispetto tanto in chi
ospita quanto in chi arriva.
Un mese fa mi trovavo, solo,
in uno scompartimento del
treno sulla linea Sàvona-Genova. A un certo punto sono
entrati due marocchini e li
ho salutati dicendo «Buona
sera». Dopo aver risposto al
mio saluto uno di loro mi ha
detto: «Veramente avremmo
dovuto essere noi a salutare
per primi. Ma non lo facciamo più perché nessuno risponde d nostro saluto».
Quel giorno ho capito che,
a livello di pacifica convivenza, basterebbe rispondere
«Buona sera» al saluto cordiale di un marocchino. Lasciando da parte tante chiacchiere sulla solidarietà e sul
razzismo, dovremmo cominciare a dare esempi e a agire
partendo dalle piccole cose.
In nome dell’umanità e, per
chi è credente, in nome di
Dib, non esiste alternativa
per sconfiggere la voglia di
razzismo di chi lo pratica e di
chi ci specula.
il Giornale
I Distributori
di ostie
ARO d
su due
ti, accomr
iligano
Non capita spesso di _
re tante sciocchezze in utinjp^^tandt
stesso articolo come quelfe; 5mo,^rnii
che abbiamo letto su II Giof/j ¡i camf
naie del 18 febbraio 199S ^„^ioni n
(pag. 14). Cominciamo dalli.! neGàulle
tolo dell’articolo: «Ostie con) yifprrand
distributori automatici nell^ Ir
chiese protestanti americai ¡¡lenti e vi:
ne». Poi vediamo l’occhiellq| jL'nnali (i
«Ai pastori le macchinette ga-; ^i?), mi
rantiscono profitti per milio^ ^5 là Res
ni di dollari». tante,',quel
E adesso passiamo aH’arti-i pondo scac
colo. Scrive Giorgio MorelHl dava oiìibr
«Volete ricevere il “corpo di ponquesto
Cristo” per elevarvi a Dio^ggtra.Cis
Mettete un dollaro in una!
macchinetta automatica,
riceverete un ostia già beni
detta pronta all’uso. Sietej
malati, o c’è brutto tempoi
non potete andare in chiesa
prendere la comunione? Ni
problemi II paradiso non
sfuggirà, vi salverete. Ne;
Stati Uniti si può partecipati
alla sacra messa guardandoli
Tv comodamente seduti ii
poltrona. Nel momento del!_
eucarestia, si manderà gifftó dotati d
l’ostia benedetta da un doU^tà di inizi
ro, comprata anche in confe
zinne famiglia nei distribuii
finora installati in 1.230 chii
se protestanti disseminate di
costa a costa. (...)
I preti di fede battista, lutei
rana, anglicana e evangeli!
non vogliono perdere tempi
a distribuire l’ostia durante'
funzione religiosa. (...) 01
all’ostia devono distribuiti
acqua, aranciata o vino. Pi
risparmiare 15 minuti guai
gnando decine di milioni
dollari, 1.230 chiese proti
stanti hanno installato q
ste macchinette... vicinB|giatnenti c
all’acqua santa. E a fine aniÀstrofi,fbis(
saranno oltre cinquemila ifepp^o c
parrocchie con la distribuzwopo gion
ne automatica dell’acqua b^Ìtto, e po
nedetta. (...) u
L’idea della Compark cor’^
poration è semplice e al cori
tempo geniale. Con un dollri
ro il .protestante americani
può comprare l’ostia beni
anno un
luoeratii
icodijiarol
,ola#ìizzei
delle suf
contéiite
ent
(oi non p
;oma in q
[ini it
adov
tadini de!
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ori. C
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inso stret
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toe.si posi
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illativa, ese
tiapessun
mente s«p<
sipuàegigi
Ne
de{|||ia fi
ritti salve
noi»re
detta in una coppetta chi
contiene anche la bevanda
per mandare giù “il corpo
Cristo”. Si può scegliere tra
acqua minerale gassata olisela, aranciata o vino. Alla
chiesa le ostie in coppetta ppiolK
JCiÈome
stano appena 12 centesiin J _________
La chiesa battista ad esenipij l’ottodos
conta 9 milioni di fedeli dèlleùnn
comprava ogni anno 180 ini' a Volte vi
lioni di ostie convenzionali a fete, pi
doveva sborsare circa 30 mi liche e eh
lioni di dollari tra ostie e he ài &ìfonr
vande. Il fatto è che per fai riello,spa
duemila ostie convenziona lettori,
un operaio impiega 9 ore^ Le .àcci
così vengono a costare 24-®
centesimi Luna. Il doppio <
quanto costa l’ostia in coj
petta chiamata Celebratiol
Cup (...)». Così conclude l'aT
ticolo: «La chiesa guada^eq
88 cent per comunione, in®
tale 140 milioni di dolla^ _________
l’anno». Infoririazione alt^ ®lnoilifa
nativa, non c’è che dire neW o l’htchio
stile del Giornale. «ss! su
,«he sul s:
tteno, eh
Jo in bjuc
tetto tìie
, ibile a I
patte vosi
.%rma
‘Orare U
(hosto
reco del eUsoiiI
Lutero
è di tutti
■ .-.JVersc
¿“hìiplicc
*hPonten
Per il fi
il
intuiti,
L’anniversario della rnort CosÌ'^pj
di Lutero ha indotto i Uriesto
li italiani a ricordare con ’
coli e servizi la figura
riformatore e il suo « .^iJiesi^^i
nella chiesa cristiana. t"“
il direttore de L’eco del ™
ne: «Lutero è un cristiano, en
tivo, fervente,
mistico della Parola e pi(, ^
• preghiera... il patrimonio « Hoj, ®
Lutero appartiene non so| n
ai luterani, ma a
Chiesa universale».
15
Pagina Dei Lettori
PAG. 11 RIFORMA
La lettera del [assetti mana
l^essunò può essere veramente super partes
flUSTAVO MALAN
aro direttore, ti scrivo
su due argomenti distin^acComunati dal fatto che
liibligano ad affrontare la piilegge-i Stentale,
in Spallando di presidenzialiquellej j„jo,<sSbminciamo sgombranU Gior- ¿g il campo da alcune con3 1995j yinyoni radicate, come che
) dal jjgjgàulle salvò la Francia e
Mit#rrand bene la guidò per
;i nella 14 ^i. In realtà ebbero dei
nerica- geriti« vissero momenti ecchiello;! ¡éàónali (ma quali sono nor6tte ga-; jì^i?), ma il primo suborniilio-i ¿¡nò la Resistenza più importante,.quella interna, e il seall’arti-i tondo scacciò Rocard che gli
dorelli^ dava Otxibra e probabilmente
orpo di [onpesto riaprì la porta alla
a Dioi Jestra. Ci sono Paesi che non
in una lanno un Capo dello Stato
tica... fii ^onocratico, sembra un gioì benej coi pàrole, come l’Uruguay
'■ Siete ola^izzera, altri in cui moltempoj te delle sue attribuzioni sono
;hiesae Siderite al Presidente dal
ne? Natìtinento, come la Svezia.
noni®oii>oi^ possiamo sedere a
'■ ^^Slpoma in quaranta milioni di
ecipai^^i^ni italiani né domani
andolapOT SO dove in miliardi di citduti initadim del mondo. Perciò
amo dei rappresentandotati di cervello e capa[dtà di iniziativa, non sempliali di magari impulsi
^Ironici che partano dagli
:ori. Così ci saranno un
lamento, un Governo in
Snso stretto e una Magistrata, lute^nirache eserciteranno, senza
ingelicMe_si possa fare una recisa
temp«^ione, le funzioni legiranteliBèiva, esecutiva e giudizia) OlttanaNessuno può essere verari buirl niente super partes. Quel che
no. Pfflsipuàesigere è il rispetto per
guadllpte. Nessuno può pretendetela fiducia inamovibile
òli,salve certe regole per
noi^l^re in balia di ondeggiamenti continui e a cata_strofi|%isogna che i leader
lièto conquistarla giorno
Jopo|iorno. Churchill l’ha
iMo, e poi è stato spazzato
via, la Thatcher è stata spazzata a metà di una legislatura
dai suoi stessi compagni di
partito..
Scendendo, se così si può
dire, al livello comunale, in
passato abbiamo avuto, nel
bene e nel male, dei sindaci
forti, come Greppi a Milano e
Lauro a Napoli, con il sistema
proporzionale. Oggi a Roma
c’è il papalino Rutelli, ex radicale ed estimatore dei Bottai, votato per una specie di
ricatto, per non avere Fini
dalle radici fasciste.
Èsolo qualche riflessione
in tèma di maggioritario, di
presidenzialismo e di podestà. Metto come prima iattura il maggioritario perché è
da quél referendum Segni, limitato al Senato, che è cominciata l’indigestione. Non
enuncio principi sacri. Qualche volta anche una dittatura
è stata utile. Non quelle che
abbiamo conosciuto e che si
profilano. Non si vedono un
Cincinnato o un Garibaldi.
Se ci si vuol rifare alla Resistenza e ai Costituenti, Leo
"Valiani ricorda che con il Partito d’Azione era favorevole al
presidenzialismo. C’era il desiderio di una grande partecipazione popolare. Ma non
tutti nel Partito erano d’accordo che si ésprimèsse così.
Passando al secorido argomento, non ini convince
quel che Rolando Musso
scrive sul 2000 come primo
anno del prossimo secolo, ^
quindi millennio. Quello che
lui chiama l’anno zero è Fan.no primo o se vuole l’anrio 1.
Mi spiego meglio. Una volta
si diceva: nel 35esimò anno
del Regno di Zeta, oggi si direbbe: nel 1996esimo A.D.,
dalla nascita di Cristo, non da
Ito del
erà gii
n doli
1 confel
ributo!
30 chi|
nate di
quando aveva compiuto un
anno. L’anno 0 non esiste né
prima né dopo, ma c’è un
primo anno, a cui segue un
secondo e giù via fino al
2000esimo anno compreso.
Si cohfonde il calcolo dei calendàH con quello degli anni
degli uomini, per cui si dice
che Ipsilon ha compiuto diciotto anni mentre ne vive il
diciannovesimo. Si confondono i numeri ordinali e i
cardinali, per far più in fretta
e semplificare. Analogamente in francese a Napoléon
Premier segue Napoléon
Trois, o si dice Luis Quinze e
non Quinzième.
Per impazienza e guadagno
si anticipa la fine del secolo al
1999. Lo stesso errore fu fatto
un secolo fa, ai tempi del balletto Excelsior. Povera urna-’
nità! 0.sbaglio?
La Tour, 9 febbraio 1996
' .X _________________
Vittime
e martiri
La vignetta della settimana
Misure urgenti contro ia vioienza nelle scuole: legare gli alunni; cambiare il personale; corsi per corrispondenza; allenare gli insegnanti; un poliziotto dietro a ogni alunno («si imparano un sacco di cose!»);
rinchiudere il personale («allora, dove eravamo?») ^ (Willem, Libération, Francia)
Mi riferisco alla lettera da
voi pubblicata sul n. 3 del 19
gennaio, a pag. 11, con il titolo «Nel campo di concentramento». Leggo che durante U
nazisipo ebrei, zingari e omosessuali erano «vittime senza
possibilità di scelta». Invec^
oppositori politici e Testimoni di Geova erano «martiri»
perché morivano per la coerenza con le loro idée.
Ho già sentito questo discorso (distinguere le vittime
dai martiri) e forse il lettore
non sa qual è la conclusione
logica del ragionamento:.il
sacrificio del comunista, poniamo, valeva più di quello
dell’ebreo, e la morte del Testimone di Geova era più nobile di quella dell’omosessuale o dello zingaro.
• Io credo invece che chiunque decideva di lottare rifiutandosi di collaborare e protestando attivamente è stato
un v^ro eroe. Inoltre chi si rifiutava di scappare 0 nascondersi, di cambiare identità 0
religione (potevano farlo anche gli ebrei se è per questo)
per non tradire affetti, fedi e
tradizioni, sapeva di andare
incontro alla solitudine, alla
fame, alle'umiliazioni, alle
torture, alla morte. Tutti costoro si sono battuti anche
per la nostra libertà: la libertà
di pregare, di amare e di vivere come e dove più ci piace.
Essi perciò sono tutti vittime
e martiri allo stesso tempo.
Quando si racconta la storia, che è complessa, bisogna
evitare le semplificazioni (come LI discorso sulla dichiarazione prestampata). Inoltre i
credenti (io lo sono con molti
dubbi) dovrebbero lasciare a
Dio il compito di stabilire chi
merita la medaglia più grossa.
Natalino' Pellizzer
Fonte (Tv)
Lettere brevi
Chiediamo ai lettori di scriverci lettere di 15-20 righe ^
. dattiloscritte. Grazie
ark cor-^
' al cofl|
n dolla*t
e ricana
a benetta che
levandi
:orp,o di
fiere tra
TTITO - DIBATTITO - DIBATTITO - DIBATTITO - DIBAHITO - DIBAniTO - DIBAHITO - DIBATTITO
La fede conosce Cristo secondo lo Spirito, ma le immagini
aiutano a condurci al Padre, scoprendo la sua umanità
GIUSEPPE PIACENTINI*
ata 0 li:
no. Allí
)ettaco p^olto difficile per un cattolico
ntesiinl Jjfeome me, e ancora di più lo è per
esemplH Ifeodossia, accogliere il problema
tie e he
fedeli) delleimmagini nei termini in cui esso
180 svolte viene, a mio parere riduttiva
tonali I tote, proposto dalle chiese evangea 30 ni^iiche e che mi pare affiori fra le righe
per fi
nzioni
9 ore
re 24
nppio
in co;
ìbratioi
ude l'aij
idagnei
^Worma del 16 febbraio (pag. 11)
Bello .spazio aperto al dibattito dei
tettori.
Le àccuse di idolatria, esplicite 0
too, che spesso affiorano mi paiolo in buona parte ingipstificate. L’efytto che queste ottengono è parago^Bnile a quello che si otterrebbe da
vostra se qualcuno accusasse la
“ di «Bibbiolatria», e cioè di
T®' la Bibbia al posto di colui che
dol*®Wl|ttosto nella Bibbia si rivela. Nesii/l“Boatti mi pare che adori la carta
ire nell | '^chiostro, o, leggendo la Bibbia,
«ssi su questi elementi piuttosto
sul significato delle parole che,
^^verso un modo convenzionale e
lolico di comunicare, sono in esl^s^ntenute.
fl fatto che contiene la rivela
isMt
la -iiffarente, dì venerazione.
Zift leaiic «./Uliucilc la iivcia
^ ne il libro stesso è oggetto, da par01 tutti, non di adorazione ma,cosa
giorns Anche le immagini, le icone, in
on afri fgjj ° modo sono intese da una cor>ura d® venerate in sé
IO ruoli ciò che raffigurano, per ciò
a. Scri^ ny ®taboleggiano e, una volta diveel Chiti> ^ ® mutilizzabili, vengono gettate
iano, a'ifeja i-he questo possa provocare
ameolff^dalo. Si potrà discutere perciò
ì e del* pj, ®me di certe forme di devozione,
0 meno corrette, di certo modo
noiUO .‘^urreue, ai cerio moai
ton s°ijUiaBS®’18Çlico di accostarsi alle im
tutta
ptg“„ di forme artistiche non sem
l^deguate 0, a volte, teologica
mente erronee (come quando si raffigura il Padre); si dovrà verificare una
religiosità popolare che non sempre
raggiunge pienamente l’oggetto della
propria fede, che è il Signore risorto
(ma può essere 0 meno in cammini
verso di esso), ma non di idolatria.
.Difatti correttamente si afferma
che il problema in Lutero nòn sussiste e in Calvino, per quel poco che ne
so, mi pare che venga posto negli
stessi termini di un Bernardo di Chiaravalle, e cioè della necessità di ima
purificazione e semplificazione della
religiosità tradizionale che sempre
più si deve concentrare sul mistero
del Cristo crocifisso, del resto già «bene rappresentato al vivo» dalla predicazione. Sono piuttosto le sette che
fanno un pùnto fondante della loro
predicazione la critica alle chiese attraverso il primo comandamento, peraltro ben presente in tutta la grande
tradizione, che mai ha ammesso forme di adorazione delle icone.
Anche volendo guardare agli aspetti
storici l’iconoclastia è durata solo due
secoli e già ben prima di essa, come
ancora oggi si può vedere nelle catacombe, il cristianesimo faceva uso di
immagini non solo simboliche e, a
ben vedere, non solo in chiave devozionale. In seguito il problema è àtato
risolto, in Oriente come in Occidente,
(dove purtroppo si Verificherà in seguito ùna gravissima perdita di senso)
con Giovanni Damasceno: il Figlio si
è mostrato nella carne, e quindi può
essere raffigurato nelle immagini, che
sono come un’esca perché veniamo
richiamati alla contemplazione delle
realtà invisibili. Certo la vera fede non
conosce il Cristo secondo la carne ma
secondo lo Spirito, e lì sono anche i
veri adoratori, ma è proprio attraver
so la conoscenza di lui secondo la
carne che conosciamo lui secondo lo
Spirito, ed è attraverso la sua umanità
(nell’eucarestia, nei fratelli) che siamo condotti al Padre.
Gli episodi evangelici raccontati
dai Vangeli (e raffigurati nelle immagini) non ci propongono forse. il Cristo storico (secondo la carne) perché
riconosciamo, attraverso l’illuminazione che non viene dalla carne né
dal sangue, che egli è il Cristo immagine di Dio? Si potrà ben affermare
che lo strumento privilegiato nel
quale egli vuole rivelare è la Parola,
ed è vero, ma siamo sicuri che sia anche l’unico, o che- questo ci conduca
a rifiutare di conseguenza ogni immagine o addirittura a cancellare di
proposito ogni vestigio giunta fino a
noi di colui che ha detto: chi vede me
vede il Padre? La stessa Parola non ci
conduce a riconoscerlo in tutto ciò
che ovunque è segno della sua presenza? Sciolti questi nodi di carattere
pregiudiziale a mio parere è possibile
un ulteriore e utile confronto sulla
Sindone.
' membro della Commissione diocesana
per l’ecumenismo, Reggio Emilia
Credere in Spirito e in verità
Ho apprezzato la lettera di Lorenzo
Ghiberti {Riforma del 2 febbraio) in
risposta a un precedente intervento
di Carlo Papini, sia per le precisazioni che apporta, sia per la sua testimonianza di credente che, superando ogni diatriba sull’autenticità deUa
Sindone, vede nell’aspetto emotivo
che l’icona di Cristo suscita, uno
strumento nelle mani di Dio per operare delle conversioni.
E ben vengano, se nell'imperscrutabile disegno della Provvidenza ciò
è vero. Ma io, che per lunghi anni mi
sono nutrito spiritualmente della
stessa religione di Ghiberti, non credo a questo tipo di conversione, specialmente se di massa, perché lo ritengo epidermico.
Il mio accostamento alla Parola di
Dio, che ha fatto di me un credente
in spirito e verità, ahimè fin troppo
infedele per essere preso sul serio, mi
ha fatto riflettere su quel ftunoso secondo comandamento che dice di
non farti «scultura alcuna né irrimagine alcuna», di non prostrarti e non
servir loro, «poiché io [Dio geioso]
punisco l’iniquità dei padri sui figliuoli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano»
(Esodo 20,4-6).
La prospettiva temporale della
conseguenza dell’errore dei padri fa
credere che moltei.generazioni ne saranno vittime inconsapevoli, proprio
pefché l’errore si inserisce subdolamente nell’immaginario collettivo
che, di lì a poco, diventa idolatra.
Per l’amore verso il nòstro unico
Dio che ci salva in Cristo, io auspico
non l’ostensione della Sindone, ma la
divulgazione dei valori della fede
(che a volte divergono da quelli della
religione) contenuti nella Sacra Scrittura, senza eccezióni 0 stravolgimen_ti, per dare forza a un’etica cristiana
che sembra vada appannandosi sempre,più.
Romano Contini - Ivrea
Lutero
e ¡ cattolici
Il 450° anniversario della
morte di Martin Lutero è una
buona occasione anche per
noi protestanti italiani per ricordare il grande frate. Costituiamo, è vero, una sparuta
minoranza, ma non per questo dobbiamo tacere. Lutero
non intendeva costituire una
nuova chiesa, voleva solo la
riforma dèU’antica. Ciò non
avvenne e si giunse alla grande rottura aH’intemo del cristianesimo. Chiamerei Lutero uno «scopritore», lo scopritore di una grande verità:
Dio ci parla immediatamente
attraverso Cristo e la Bibbia,
senza la mediazione della gerarchia ecclesiastica, cioè papa, vescovi, sacerdoti. Questa
scoperta era già stata fatta
molto tempo prima da altre
persone, per esempio dagli
eretici valdesi,, ma era stata
messa a tacere con la forza.
In questi nostri tempi di
frèhesia ecumenica, di «forzati» dell’unità (le preghiere
per raggiungerla si moltiplicano e il papa dalla famosa finestra proclama che tutti i
cristiani debbono essere uniti
entro il 2000), come la mettiamo con Lutero e gli ecumenici? Noi protestanti italiani
(spero di interpretare l’opinione di almeno alcuni di essi) siamo stanchi di sentire
sempre parlare di papa e cardini; non ci piace la loro ingerenza in politica; ci piace
l’umiltà francescana, non
l’orgoglio di chi si considera
l’unico depositario e interprete del messaggio cristiano.
Capisco il diffuso desiderio
di rornpere vecchi schemi
teologici per creare un’entità
cristiana rinnovata, ma non
capisco la volontà di raggiungere l’unità ad ogni costo.
Prima bisogna che si crei
un’atmosfera di libertà spirituàle, indispensabile per un
dialogo ecumenico costruttivo, tra càttolici più liberi e
laici e protestanti umili certo,
ma consci della loro identità
protestante.
Silvana Tron - Torre Pellice
Partecipazioni
RINGRAZIAMENTO
«lo so in chi ho creduto»
2Tim. 1,12
Il 20 febbraio 1996, dopo lunga
malattia
Mario Ferro
ha trovato la pace nel Signore,
nella sua casa di Glaveno (To).
Con dolore, ma anche con riconoscenza, la vedova Renata
Fraschla e I figli Mauro e Walter
ringraziano la Chiesa valdese di
Coazze e tutti coloro che con affetto hanno condiviso la loro sofferenza è ia speranza della resurrezione.
Coazze, 23 febbraio 1996
I necrologi si accettano
entro le ore 9 del lunetÀ,
tei. 011-655278
fdx 011-657542. '
LA MISSIONE
EVANGELICA
CONTRO LA LEBBRA
via Rismondo 10,05100 Temi
comunica che il nuovo
numero di éc p è
12278057
16
/
PAG. Ì2 RIFORMA
VENERPÌ1^ MARZO 19'
Dopo i massacri che hanno contrassegnato gli anni delle dittature militari
Democrazia a rischio in America Latina
In molti paesi del subcontinente si moltiplicano le uccisioni dei poveri
e dei «ragazzi di strada» in una preoccupante logica di «pulizia sociale»
■ Giornata «Europa dell'Est» dell'Ep
Anche in Europa esiste
la divisione tra ricchi e poveri
ROBERTO PEYROT
COME è noto, le dittature
militari deH’America Latina hanno compiuto parecchie atrocità nel periodo
1970-90. Fra di esse Una delle
più odiose è stata quella che
ha provocato la sparizione
nel nulla di 90.000 persone,
secondo le ricerche più attendibili: si tratta dei cosiddetti «desaparecidos». Naturalmente i governanti responsabili hanno sempre negato tale pratica per non essere incolpati di trasgredire le
norme giuridiche' interne e
internazionali.
Nel marzo del 1995, come
pubblicato su Lç Monde diplomatique di febbraio, un ex
ufficiale della marina militare
argentina, Rodolfo Scilingo,
rompendo il silenzio, ha descritto come venivano eseguiti i «voli della morte» per
sbarazzarsi dei «sovversivi».
Caricati su aerei da trasporto,
dopo un’iniezione («si tratta
di un vaccino», dicevano alle
'vittime) che faceva perdere i
sensi, li buttavano a migliaia
in alto mare dopo averli denudati. Solo dopo questa denuncia l’attuale comandante
in capo dell’esercito ha dovuto ammettere <d’impiego di
metodi illegittimi». Sta di fatto che, pur con il ritorno allo
stato di diritto, una grave ombra sembra pesare sulle nuove demofcrazie latinoamericane, anche per il permanere
in posti di responsabilità di
vecchi esponenti delle dittature. I parlamentari non legiferano sui crimmi passati. Peraltro in Uruguay, l’unico
paese dove i cittadini hanno
potuto esprimersi a riguardo
con un referendum, è stata
approvata un’amnistia col
57,3% dei voti. Solo il governo
‘argentino di Raoul Alfonsin
fece condannare, nel 1985, i
capi della dittatura. Ma sotto
la minaccia costante di un
colpo di stato la legge venne
annacquata con la clausola
del «dovere di ubbidienza».
Successivamente, Carlos Menem accorderà un indulto ai
generali massacratori.
In Salvador sono stati
75.000 i morti: di questi, gli
ufficiali si sono resi responsabili (fra esecuzioni, torture
sparizioni) di oltre 30.000
vittime. Anche in questo caso un’amnistia ha accordato
l’impunità ai colpevoli. Non
solo, ma il presidente Cristiani ha promosso al grado
di generale di divisione l’ex
ministro, il viceministro della difesa e l’ex capo di stato
maggiore (citati come criminali nel rapporto della commissione dell’Onu), cosa che
consente loro la massima
pensione. Anche in Guàte-,
mala gli ex dirigenti non sono stati portati in giudizio; in
Cile il generale Pinochet
continua a essere capo dell’
esercito e ha affermato: «Se
uno dei miei uomini viene
toccato,- sarà la fine dello stato di diritto». Di questi tragici
fatti gli Stati Uniti hanno una
parte di responsabilità: la
«Scuola delle Americhe»,
centro di addestramento militare controllato dagli Usa,
ha consentito a Washington
di formare oltre 50.000 militari del subcontinente americano. Nel 1993 un deputato
del congresso degli Stati Uniti ha commentato: «Se questa
scuola organizzasse un incontro di ex allievi, potrebbe
riunire fra loro diversi fra i
criminali più ripugnanti dell’
emisfero occidentàe».
La strada di transizione
dalla dittatura militare alla
democrazia sarà lunga e difficile, connessa com’è alla gra
Un «ragazzo di strada» nella periferia di Rio de Janeiro in Brasile
ve situazione economica. Secondo il Programma delle
Nazioni Unite per lo sviluppo, oltre il S0% della popolazione latinoamericana è povera; la disoccupazione raggiunge punte anche del 25%;
la rivolta esplode un po’ dappertutto. Nell’89 si sono registrati oltre miUe morti in Venezuela e massacri di contadini senza terra in Brasile.
In Centro America scoppiano disordini:, negli ultimi
due mesi del 1995 ci sono
stati 500 morti aUa settimana
mentre a Rio de Janeiro in
Brasile le uccisioni sono state 7.000 l’anno scorso. In Colombia, secondo la denuncia
di Amnesty International, i
morti sono stati 28.000 nel
’94, Ovunque sorgono «pattuglie urbane di autodifesa
civile» e «squadroni della
morte», che sono spesso formati da membri delle forze di
sicurezza con l’appoggio dei
commercianti locali.
Persone definite come vagabondi, ladri, prostitute,
tossicomani, omosessuali,
malati di mente, sovente recanti segni di torture, sono
rinvenuti quotidianamente
nelle strade, lungo i fiumi,
nelle discàriche pubbliche. A
Londina, una grossa città del
Brasile, l’aàsociazione dei
«commercianti perseguitati»
ha pubblicato un annuncio
che fra l’altro dice: «Migliora
la città, uccidi un minorenne
delinquente». Come noto in
quel paese si contano a milioni (solo a Rio De Janeiro
sono più di 200.000) i «ragazzi di strada», abbandonati
dalle famiglie.
In pratica alla triste realtà
passata dei «desaparecidos»
si è man mano sostituita
quella che Le Monde diplomatique definisce «una pulizia sociale» di fronte alla
quale le poche inchieste non
sfociano in adeguate condanney«Ancora oggi - conclude il mensile - la polizia e
l’esercito si credono liberi di
uccidere, allo stesso modo
come hanno fatto ieri con gli
oppositori».
Più di 300 persone hanno
partecipato, il 27 gennaio
scorso a Berna, alla tradizionale giornata «Europa dell’
Est», organizzata dalla «Entraide protestante suisse»
(Eper). Questo incontro, l’ottavo del genere, era dedicato
quest'anno al tema delle divisioni e delle nuove frontiere in'Europa. Quattro oratori
hanno alimentato la riflessione dei partecipanti. La
giornata era inoltre posta
sotto il sqgno della festa, dato che coincideva con il lancio delle manifestazio-ni destinate a segnare il 50° anniversario dell’Eper.
«Non ci si può preoccupare delle chiese in Europa
senza preoccuparsi dell’Europa. (Queste due preoccupazioni sono un’unica preoccupazione. È questo che
l’Eper ci vuol fare, capire», ha
sottolineato il professore
Paolo Ricca in apertura della
sua relazione. Il past. Paolo
Ricca, decano della Facoltà
valdese di teologia a Roma,
era sfato invitato per esprimersi sulla questione delle
«tensioni Est-Ovest viste dal
Sud dell’Europa». ‘
Per il professore Ricca, il
fossato è prima di tutto economico: le promesse idilliache fatte daU’ideologia comunista non si sono verificate; una volta caduta la cortina di ferro, l’Eldorado poteva
sembrava a portata di mano
ma esso si è rivelato inaccessibile, in particolare per le
migliaia di albanesi respinti
prima ancora di approdare
sulle coste italiane. «Abbiamo capito allora che in Europa non eravamo i più poveri.
Soprattutto abbiamo capito
che la divisione tra ricchi e
poveri esiste non solo tra il
primo e il terzo mondo, ma
1^*
1 socialisti cristiani della Svizzera
Chi ha detto che le leggi
del mercato risolvono tutto?
Posta sotto ü tema «Liberalismo economico: false promesse e vere miserie», la tradizionale giornata di studi
della Federazione svizzera
romanda dei socialisti cristiani ha suscitato l’interesse di
un folto pubblico, il 3 febbraio scorso a Yverdon-lesBains. Molti degli oltre 130
convenuti sono stati attratti
dalla presenza, fra i relatori,
di Ignacio Ramonet, direttore
e editorialista di «Le Monde
diplomatique».
I socialisti, come quasi tutta la sinistra, sono alla ricerca
di un nuovo soffio ideologico.
Non per mancanza di ingiustizie da denunciare, ma perché il fallimento dei regimi
socialisti e tutta l’economia
mondialé attuale pongono loro delle domande alle quali i
metodi di analisi e le soluzioni proposte dal marxismo tradizionale non rispondono'
più. Da molto tempo, la Federaziorte svizzera romanda
dei socialisti cristiani cerca di
rinnovare l’ideologia socialista per dare un’ossatura politica alla lotta per la giustizia.
Per i socialisti cristiani infatti,
la lotta per la giustizia deriva
direttamente dall’Evangelo.
Ignacio Ramonet ha accat-,
tivato i suoi uditori tracciando un quadro dell'economia
attuale, segnata dal «pensiero
unico» (è stato lui a coniare
quest’espressione) cioè 1’
ideologia onnipresente del liberalismo. -Le leggi del mercato, si dice, possono risolvere tutti i problemi, in tutti i
campi e in tutti i luoghi. Lo si.
ripete così spesso e dappertutto che è diventato una verità, un dogma universale,
anche se le sue applicazioni
pratiche hanno portato solo
ad un aumento del numero
dei poveri, ad una rimessa in
questione delle conquiste sociali più elementari, e questo
anche nei paesi ricchi. Secondo Ramonet, in questi stessi
paesi, il potere degli eletti è
diventato sempre più teorico
di fronte a quello dei «decision makers» i quali non si
sottomettono mai al suffragio
universale. Mario Carera,
presidente del Partito socialista del Cantone di Vaud, e
Charles-André Udry, economista, hanno cercato di andare oltre il livello dell’analisi
della situazione per entrare
in quello della strategia o delle soluzioni da opporre ai
partigiani della riduzione del
ruolo dello stato e della deregolamentazione sistematica.
Dal dibattito è emerso chiaramente che il ragionamento
della sinistra deve essere sovranazionale, così come fanno i responsabili economici:
deve capire ad esempio che
l’esplosione sociale del dicembre scorso in Francia
«costituisce un iermo rifiuto
popolare della società sempre più ingiusta che il neoliberalismo ci sta preparando».
Fondata nel 1915, la Federazione romanda dei socialisti cristiani ha come motto:
«Socialisti perché cristiani»;
pubblica un foglio trimestrale, «L’espoir du monde» (La
speranza del mondo), (spp)
i I protestanti nicaraguensi al papa
I «nuovi mercanti
del Tempio» sono all'opera
Nel discorso che ha pronunciato a Città del Guatemala, il papa ha affermato
che gli autoctoni e i contadini sono «i più colpiti dàll’infiltrazione delle sette e dei
nuovi gruppi religiosi, il che
provoca la confusione e l’incertezza fra i cattolici». Ha
quindi chiamato gli animatori pastorali ad impegnarsi
sulla via di una «nuova evangelizzazione», ricorrendo
non solo «a nuovi metodi e a
nuove espressioni», ma anche ad «un nuovo fervore».
~ Argentina Cuevas, ex segretaria esecutiva della Confederazione guatemalteca dei
religiosi, ha dichiarato che
«la visita del papa aiuta i cattolici a sentirsi piu forti nella
loro lotta con gli evangelici».
Ma secondo Dennis Smith,
segretario generale del Centro evangelico latinoamericano di studi pastorali, la visita
del papa è stata un tentativo
mancato di «riconquista dell’
egemonia della cultura cattolica». «Non è rnolto utile per i
guatemaltechi che si sforzano
di costruire una società pluralista», ha detto.
Poco prima della visita,
l’arcivescovo di Città del
Guatemala, Prospero Penados del Barrio, aveva descritto le chiese evangeliche come «l'oppio, del popolo, al
servizio delle potenze straniere». Il vescovo ausiliario di
San Salvador, Gregorio Rosa
Chavez, ha dichiarato che se
le «sette protestanti hanno
proliferato nei paesi dell’
America Centrale, è perché i
cattolici hanno lasciato loro
libero il campo».
Nel Nicaragua, vari leader
dell’opposizione sandinista
sono stati arrestati poco prima della visita, in relazione
ai recenti attentati dinamitardi contro le chièse cattoliche. L’ex presidente del Nicaragua, Daniel Ortega, ha
pubblicamente dichiarato
che il Fronte sandinista era
totalmehte estraneo a questi
attentati. «Gli autori di questi
attentati - ha detto - sono dei
nemici del Fronte e della de-'
mocrhzia». Ortega ha accusato la polizia di utilizzare la visita del papa come pretesto
per lanciare una vera e propria caccia alle streghe. In
una lettera al papa ha condannato gli attentati e criticato la politica neoliberaie
del governo che, a suo parere, ha effetti devastanti sulla
situazione economica del
popolo.
Un gruppo di responsabili
protestanti nicaraguesi aveva
scritto al papa, chiedendogli
di non ignorare la drammatica situazione sociale del paese. I firmatari della lettera,
fra i quali figuravano Ilo Utech,. della Chiesa luterana,
Norman Bent, della Chiesa
morava, e Miguel Angel Ramirez, delle Assemblee di
Dio, esprimevano il timore
che la visita venisse strumentalizzata «dai nuovi mercanti
del Tempio, da quelle forze
politiche ed economiche che
vogliono praticare un capitalismi selvaggio che lei ha
spesso criticato». (eni)
!,
anche all’interno dell’Euri
pa. Si tratta di una divisici
profonda e drammatica
rompe l’unità della fami
umana» ha rilevato
Ricca. Per cui questa rekli
deve portare la chiesa cristi
na ad interrogarsi. Lungo'
tutta la sua storia, la chiesatiti
ha considerato la povertà come una fatalità, senza nmet-Jff^
terla realmente in discussio-^ i
ne. «La chiesa dice: “Beatii
poveri”, senza mai aggiunge-;
re: “Guai a voi, ricchi!”», ha|
aggiunto Ricca.
Secondo Paolo Ricca le ten?
sioni tra Est e Ovest appaiono'
come la conseguenza di un
fallimento ecumenico. «L’ecumenismo è ancora un sogno, la realtà non gli assomiglia molto», ritiene Ricca;, a
questo riguardo, cita «l’assal-i
to missionario» della Chiesa:
cattolica romana e di alcune
chiese protestanti in Russia,
trasformata dopo la caduta '
del comuniSmo, in un Far
West o Far East da conquistare. È prevalso lo spirito di
concorrenza: «È la vecchialogica confessionale che celebra la propria vittoria: diffidiamo delle altre chiese, ci
crediamo migliori», ha proseguito il prof. Ricca. Il fallimento ecumenico deriva dalla contraddizione tra le intenzioni e la pratica.
L’ex Jugoslavia fornisce un
altro esempio del fallimento
dell’ecumenismo. Il conflitto;
avrebbe potuto offrire uni
terreno di azione e di testi-j
monianza comune alle chiese cristiane, serba e croata,
contro la guerra e per la pa-'
ce, ma queste chiese si soi
accontentate di «invocateli
pace, senza condannarei
guerra». Ogni chiesa siè
identificata con le visioni del
proprio popolo e del- propria,
paese. «Ognuna ha per cosi
dire nazionalizzato il Cristo.j
Ora, questa nazionalizzazitf'
ne del Cristo e di Dio ha gii
portato a tante divisioni nelf ’
corso della nostra storia..
Aspiriamo al giorno in cui
l’Europa sarà liberata dal suo
vecchio demonio: il nazionalismo», ha concluso il profes-j
sor Ricca.
Rivolgendosi al pubblico
in occasione del giubileo
dell’Eper, il consigliere federale svizzero Flavio Cotti, che
quest’anno presiede l’Organi^azione per la sicurezza e
la cooperazio.ne in Europa
(Ocse), ha salutato l’impegno dell’Eper a favore della
salvaguardia della pace ih
Europa e nel mondo. A noiW
del Consiglio federale, il ca- i;
po del Dipartimento def
Affari esteri ha inoltre rin^*'
ziato l’Eper di contribuita'
assumendo le proprie responsabilità cristiane, «aF
rendere un po’ più umano
nostro paese».
I partecipanti all’ottava
giornata «Europa deirEsh
hanno poi ascoltato Guszta* f
Btìlcskei, professore alla Facoltà di teologia di Debre^"
in Ungheria. Il docente tifo'"
mato ha parlato delle espa; ;>
rienze di dialogo intercoh'
fessionale nel suo paese. E*
rilevato alcuni elementi
mettenti: ad esempio, pai _
prima volta il Consiglio .eo®'
menico dell’Ungheria a*
Conferenza dei vescovi ih'l
gheresi hanno pubblicato
ordine del culto comune
la Settimana di preghiera P®;
l’unità.
Infine è intervenuta la ^
gnora Smeranda Enache>T Tirgu Mures, in Romanie-/ji
signora Enache è memp™]
della «Federazione Helsi
DII
L':
gifl de
il segr
perla
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fatica
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moni_
sedei
rei ri]
prese
nella
nelle I
^ment
della
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HU, ñi
-V.-.
(comitato di difesa dei umani) e fondatrice daf i
«Liga Pro Europa», un too .
"■h
mento che milita per l’i*'*S
grazione della Romanie^
Europa occidentale.