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(Torîna)
»T'r'r'";t:' rTTTTi^*:*
Settimanale
della Chiesa Valdese
DELLE VA^T VALDESI
Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo...
Anno LXXXVII - N. 24
Una copia L« 30
ABBONAMENTI
1 Eco: L. 1.000 per rintemo I Eco e La Luce: L. i|p per l’interno | ^ediz. abb. posule - H Gruppo
/ L. 1.500 per Testerò I L. 2.000 per\l*estero | Cambio d’indirizzo Lire 40.—
TORRE PELLICE — 14 Giugno 1957
AmTnìn Claudiana Torre PeJlice ■ C.C.P. Î-17557
Il monito di Melouza
Si è continuato a discutere in questi ultimi tempi sul problema del disarmo e in modo speciale sull’eventuale controllo dell’energia nucleare.
I delegati delle grandi nazioni si sono riuniti a Londra, ma per ora nessun risultato ragguardevole è stato
raggiunto. Anzi, per essere all’altezza della situazione, l’Inghilterra
ha fatto esplodere nelTisolotto di
Christmas (Oceano Pacifico) le sue
prime e potentissime bombe all’idrogeno, la seconda delle quali equivaleva a cinque milioni di tonnellate di
tritolo. Negli Stati Uniti si provano
i primi missili intercontinentali; e
in Russia, se non si sa sempre quel
che accade, è certo che si lavora per
non essere da meno degli altri.
In mezzo a tutti questi esperimenti
che impressionano l’opinione pubblica mondiale, si è tuttavia inserito
un drammatico appello di duemila
scienziati americani contro le prove
atomiche. L’appello ha suscitato una
forte reazione negli Stati Uniti, an
che nelTambicnte degli scienziati e
degii uomini politici addetti alla
Commissione per l’energia atomica.
Hanno soprattutto fatto impressione
i giudizi di un’autorità di fama mondiale, come il prof. Pauling, « Premio
Nobel » per la chimica, sui pericoli
delle contaminazioni atomiche e della radioattività atmosferica. Un autorevole rappresentante del Senato
americano, presidente della Commissio)ie mista per l’energia atomica, ha
detto che « senza dubbio il controllo
internazionale sugli esperimenti per
la prova di strumenti atomici e nu. cicali è ora necessario perchè può ©ssere il primo passo importante verso la fine della minaccia di una guerr;j nucleare ». Ha nerò aggiunto ch i
non ritiene possibile porre il bando
generale a tutti gli esperimenti e che,
per ora, sarebbe soddisfatto se si
stabilisse un sistema di controlli ner
detex-minare la quantità di radiohzion^ immessa ogni anno nelTatmo
sfera.
♦
Intanto, in Algeria, anche senza
l’uso di armi atomiche, la guerra continua, violenta e crudele più che mai
La situazione diventa sempre più
grave e complicata, tanto per gli indigeni quanto per i francesi colà residenti o inviati a potenziare le truppe impegnate.
La rivolta ha assunto aspetti dram
matici in questi ultimi giorni. Il 3
giugno, ad Algeri, tre homhe collocate in diversi punti di una grande arteria sono esplose quasi simultanea^
mente provocando la morte di sei
persone e il ferimento di ottantasette. La sera di Pentecoste, sempre ad
Algeri, due violenti esplosioni hanno
seminato morte e distruzione in un
locale mondano,^ frequentato da fran
cesi. Ancora più impressionante è
stato il massacro di trecento mussulmani del villaggio di Mélouza, nella
regione di Costantina. Il massacro ò
stato compiuto dall’« Esercito di libe
razione algerino » contro altri algerini colpevoli di aver ospitato nel
loro misero villaggio truppe fran'esi
in ricognizione o sospetti di passag
gio al nemico, E’ stata una tragica
rappresaglia : trecento uomini adotti
abbattuti a fucilate e poi martoriati
nelle loro carni.
♦
L’Algeria costituisce uro dei probhmi più importanti e più gravi per
la Francia. I suoi 500.000 soldati im
pegnati contro gli insorti, non riesconi
a dare alla popolazione il senso della
sicurezza. Nella tremenda tensione^
degli animi, causata da atti continui
di terrorismo e di antiterrorismo, la
^politica dei governi non è riuscita a
( riportare la calma. Molti franc?si sof
irono per uno stato di cose che offende la coscienza cristiana e civile. Il
card. Feltin, Primate della Chiesa
di Francia, ha pronunziato gravi parole nella Cattedrale di Notre Dame.
Ha detto, tra l’altro : « Ciascuno di
noi, superando il proprio _ punto di
vista o le proprie solidarietà particolari, apra il suo cuore, con la grazia di Dio, a una preghiera che_ non
j escluda nessuno dei suoi fratelli, cri! stiani o no, dai benefici della giustizia e della misericordia divina ». Ha
j poi affermato la necessità di non
: considerare nessun uomo uno straI niero a causa delle differenze di raz
za, di nazionalità o di religione:
« ...Nel campo delle idee, nessuno ha
diritto di trattare da stranieri e ancor meno da nemici, coloro che non
parteggiano per le nostre idee. Per
il fatto di appartenere a un dato partito politico, di leggere un certo giornale o una certa rivista, c’è troppo
la ten-denza a considerare coloro che
leggono quel giornale, o che non votano per quel partito, non soltanto
come avversari, ma come malfattori
o eretici che laisogna denunziare o
ridurre alla ragione. Questo atteggiamento è inaccettabile».
Dal cauto suo, Albert Finet, direttore del grande settimanale francese
Réforme, considera con franchezza
c coraggio il problema algerino : « La
Algeria », egli scrive, « mette in causa tutta la politica della Francia. Il
nroblema che essa pone divide i francesi. Il Marocco e la Tunisia hanno
ottenuto l’indipendenza. Marocco,
Tunisia e Algeria costituiscono una
unità geografica e demografica. Questi sono dati che non si pos,sono cambiare. Cl sono in Algeria un milione
di francesi che tengono le leve del comando, hanno fatto la ricchezza del
paese e la detengono. E’ impossibile
nella presente evoluzione del mondo
pensare che essi mantengano quello
stato di cose e otto milioni di algerini in una situazione di dipendenza.
Soltanto che la ribellione è incapace di assicurare all’Algeria i quadri
economici necessari alla sua esistenza ed al suo sviluppo...».
Mélouza, piccolo villaggio algeri'
no, ha un terribile suono. Ma quante rappresaglie del tipo di « Méiouza », nei civilissimi paesi europei e
oltre i nostri epnfinL da- quando la
guerra trae alimento da odi, violenze, ingiustizie, sfruttamenti!
L’ombra di Caino si estende ancora su questa nostra terra e la sua
mano è ancora alzata. Gesù ha det
to; «Beati quelli che si adoperano
alla pace, perchè saranno chiamati
figliuoli di Dio». Ma nella Bibbia sta
anche scritto: «Il frutto della giustizia sarà la pace»
Ermanno Rostan
IL PASTORE JAN MACLAREN
JttcorÉimlo uno scrittore scozzese
Lb sub ubvbHb Bd I sub! rsccButi sono diffusi in tutto ii
mondo od ossitano i sontimonti migiiori doi onoro umano
es rivières sont comme les
hommes; eUès deviennent
tortueuses en suivant ■ la ligne
de moindre résistance.
II cinquantesimo anniversario della
morte del Dott. John Watson — più
noto in Gran Bretaf^ e negli Stati
Uniti come Jan Maceen, pseudonimo sotto il quale egli scrìsse molte
novelle di vita scozzese — è stato ricordato il 5 Maggio scorso nella Chiesa dove egli esercitò il,suo ministerio;
nonché dalla stampa evangelica di tutto il mondo.
Durantè il suo lungo ministerio a
Liverpxool, nella grande Chiesa Presbiteriana di Sefton Park, egli pubblicò
vari volumi di sermoni che sono tuttora assai apprezzali per la loro profonda spiritualità. Ma la sua opera
caratteristica — che ha pure un alto
valore religioso — è-quella ch’egli ha
compiuto scrivendo vari volumi di novelle che dipingono la vita, la mentalità ed il carattere della popolazione
delle montagne scozzesà. Furon queste
novelle piene di pathos e di humour
che afferrarono il cuore dei lettori anglo-sassoni e si diffusero per tutto il
mondo.
Le novelle sono scritte in parte in
scozzese; ma sono accessibili ai lettori che conoscono bène l’inglese. Descrivono dal vero la vita di una parrocchia scozzese (il modello è quello
della parrocchia di Kinloch ch’egli conobbe molto bene) ritraendo i vari tipi di agricoltori e di professionisti in
riuscitissimi bozzetti. Non esitiamo ad
affermare che queste novelle sanno risvegliare nel cuore dei lettori tutto
quello che v’è in essi di migliore. Innumerevoli lettori hanno confessato
di aver ricevuto incoraggiamento, is'pirazione ed anche aiuto per la vita spirituale, dalla lettura di queste novelle.
Alcune di esse sono anche state tradotte in francese. Noi stessi avevamo
in animo, diversi anni orsono, di tra
durne un certo numero in italiano specialmente per la popolazione delle Valli Valdesi che ha punti di contatto, come" mentalità, con quella delle montagne della Scozia. Non fu possibile realizzare questo progetto che era caldamente appoggiato dal Sig. William
Gibson, un caro amico della nostra
Chiesa, il quale ci avrebbe anche assistiti per la giusta comprensione di
alcune tipiche espressioni scozzesi.
Il Pastore attuale della parrocchia
di Kinloch, scrivendo sul British Weekly esprime il convincimento che il
momento attuale sarebbe favorevole
per tentare una rivalutazione dei grandi novellieri scozzesi quali J. M. Barrie, S. R. Crockett e Jan Maclaren.
Siamo convinti che anche dal punto di
vista religioso, una rinnovata conoscenza di alcune fra le più belle novelle di Jan Maclaren potrebbe esercitare un’ottima influenza nei nostri tempi. C’è, in quelle novelle, una semplicità di sentimenti e di riflessioni che
troverebbe sicura rispondenza nei lettori. In tempi di acuto cerebralismo,
fa del bepe tornare a SCTitti che risyegii^o i migliori sentimenti nei cuori.
Alcfmi tipi di uomini retti, semplici,
dai sentimenti nobili, potrebbero servire, oggi ancora, di esempio ed incoraggiare a camminare per le vie della
rettitudine e del dovere.
« « «
In questi giorni nei quali ovunque
nel mondo evangelico si è festeggiato
la Domenica della Madre, ricordando
con riconoscenza l’influenza che le madri cristiane hanno sempre esercitato
sui figli, abbiamo pensato ad una novella di Jan Maclaren in cui egli descrive la venuta di un giovane Pastore
nella sua prima Chiesa, su sulle montagne della Scozia.
L'UNGHERIA CINQUE MESI DOPO
Sono passati più di sei mesi da
quando i primi rifugiati ungheresi si
sono messi in marcia nel freddo e
nella neve verso il rifugio austriaco;
circa 180.000 sono gli Ungheresi che,
dalla fine di ottobre, hanno varcato
la frontiera con l’Austria; altri 18.000
hanno cercato rifugio in Jugoslavia.
In febbraio la cortina di ferro è ricaduta, pressoché inpenetrabile.
Di questi 180,000, 130.000 sono stati
reinstallati, in vari paesi d’Europa e
d’America. Relativamente ristretta,
in base alla legislazione vigente, la
immigrazione negli Stati Uniti, che
non accolgono profughi provenienti
da paesi di secondo asilo. Però in
moltissimi casi questa nuova sistemazione è ancora provvisoria.
In quest’opera le Chiese hanno dato il proprio aiuto: in questi cinque
mesi il Consiglio Ecumenico ha aiutato a far emigrare 26.000 persone;
altre 10.000 sono nelle liste, e la metà
di esse dovrebbe trovare una sistemazione entro giugno.
Ma non tutti i problemi sono risolti con l’uscita dei rifugiati dall’Austria. Gli uffici del Consiglio Ecumenico nei paesi di secondo asilo (in
modo speciale l’Italia, la Gran Bretagna ,il Belgio, i Paesi Bassi, la
Francia e la Svizzera) sono assaliti
da centinaia di domande di Ungheresi che desiderano emigrare oltremare.
Dopo lo slancio dei primi momenti, molte opere assistenziali sono cadute, ed il Consiglio Ecumenico, coadiuvato dalla Chiesa d’Austria, dalla
Federazione luterana mondiale e da-,
gli Hilfswerk delle Chiese tedesche e
svizzere, si è trovato pressoché solo a
sostenere il peso di questa assistenza
prima condivisa. Oltre all’aiuto materiale, che continua ad essere dato
a Vienna e nei campi sparsi per il
paese, ed all’opera di collocamento,
viene assai curata l’assistenza spirituale. 6 équipes sono continuamente
impegnate in quest’opera: ogmma
di esse è costituita da un pastore, da
una o due diaconesse, da un interprete e da un autista, e sono costantemente in viaggio, visitando i vari
campi, e tenendovi i culti ogni domenica. Ma pure molti pastori dànno il loro contributo per i culti e la
istruzione religiosa: fra questi spiccano naturalmente i pastori e studenti in teologia essi stessi rifugiati.
Uno dei problemi più gravi è quello degli adolescenti che sono giunti
soli in Austria: non possono emigrare prima dei 18 anni. Molti di loro
non conoscono la differenza fra libertà ed anarchia; non hanno fiducia in nessuno. Sono dispersi in quasi tutti i campi, vivendo in promiscuità con gli adulti in stanze sovrapopolate.
Il governo cerca di raccoglierli tutti nei campi intorno ad Innsbruck,
dove potranno seguire le scuole; i
loro insegnanti saranno essenzialmente immigrati ungheresi.
Il Consiglio Ecumenico fornisce libri per 1000 alunni, e si incaricherà
completamente di 300 ragazzi. Altri
progetti sono in cantiere.
Per giungere a sostenere tutte queste spese, le offerte raccolte dalle
Chiese del mondo intero in risposta
all’appello rivolto dal Consiglio E
cumenico hanno raggiunto la somma di 556.416 dollari; altri 304.939
sono stati inoltre promessi. Mai ancora, nella storia dell’aiuto offerto
ai rifugiati, le Chiese avevano risposto in modo tale all’appello.
In parte diversi sono i problemi
dei rifugiati in Jugoslavia (18.000):
quasi tutti vorrebbero emigrare, ma
per ora è infimo il numero delle domande che potranno essere accolte,
in base alle offerte dei vari paesi. TI
Consiglio Ecumenico ha rivolto il
suo appello alle Chiese affinchè si
sforzino di convincere i loro governi ad accogliere il maggior numero
possibile di questi Ungheresi di Jugoslavia. Essi sono assistiti dalla
Croce Rossa. Anche là una « équipe »
del Consiglio Ecumenico e della CIMADE presta la propria opera.
(Da im Comunicato del
Consiglio Ecumenico).
Quel giovane Pastore era stato condotto alla conversione ed al Ministerio, dalla fede della madre vedova, la
quale aveva consacrato tutta la sua vita al figlio. Purtroppo la madre non
aveva potuto aver la gioia di accompagnare il figlio nella sua prima Chiesa. Essa aveva chiuso gli occhi a qi«sta vita poco tempo prima ed il giovane era stato accompagnato dalla
buona zia, quando era venuto a stabilirsi nel presbiterio.
Dopo aver sistemato i suoi pochi
mobili, il giovane si era seduto nel suo
studio per preparare il primo sermone
che doveva predicare nella nuova Chiesa. Egli era un giovane intelligente ed
aveva avuto un notevole successo nei
suoi studi, ottenendo anche una difficile borsa di studio. Ora e^i si sentiva impegfaato ad offrire ai suoi parrocchiani un sermone denso di cultura moderna, affrontando senza esitazioni i più ardui problemi teologici ed
esponendo i più recenti risultati della
critica teologica. Egli era convinto di
dovere aggiornare le opinioni arretrate
dei suoi uditori i quali certamente avevano biSo^d di essere ilinmiuati dalia moderna scienza teologica.
Più tardi, parlando con la buona
zia, essa espresse il suo profondo rincrescimento perchè la madre, purtroppo, non sarebbe stata presente l’indomani per il suo esordio nella sua prima Chiesa. Di passata, essa ricordò al
giovane Pastore la parola che la madre aveva lasciato al figlio come estrema raccomandazione, prima di morire ; « Figlio mio sii ben sicuro di dire
ai fedeli una buona parola per Gesù
Cristo ».
Nella notte il giovane Pastore si
sentì spinto a rileggere il suo sermone.
Alla luce della raccomandazione materna esso non gli parve più, come prima, un capolavoro. Le critiche severe
delle antiquate opinioni (che erano
probabilmente anche quelle della madre) gli sembrarono molto poco cortesi e assai presuntuose: il contenuto
spirituale gli parve scarso e diluito.
Vedeva fra gli uditori la figura della
madre che lo fissava con volto coperto
di tristezza.
Angosciato, il giovane si decise.
Prese il suo capolavoro e lo spinse
nella stufa, compiendo un difficile sacrifizio, perchè si era convinto che quel
sermone era inadeguato ed incapace
di far del bene alle anime. Poi si sedette al suo tavolo per cercare le parole da dire ai fedeli « per Gesù Cristo ». Quelle parole le trovò, guidato
dallo Spirito invocato; quando rilesse
il nuovo sermone il volto della madre
non gli appariva più coperto di tristezza, ma illuminato di gioia sovrannaturale.
Il giorno seguente, dopo il Culto
i montanari scozzesi lo circondarono
commossi. Poche parole uscivano dalle loro labbra, perchè non era nella
loro natura di parlare molto: ma la
forte stretta di mano esprimeva con
eloquenza i loro sentimenti. Un mistico, di stirpe celtica, gli disse soltanto
fissandolo con volto ispirato : « Gli
amici dello sposo si sono grandemente rallegrati udendo la voce dello sposo... ».
n richiamo della madre aveva fatto
comprendere al giovane predicatore
quale sia il messaggio che i fedeli —
spesso stanchi e scoraggiati e bisognosi
di una parola di fede, di conforto e di
speranza — aspettano dal pulpito
evangelico.
Paolo Bosio.
2
8 —
L’ECO DELLE fAIJJ VALDESI
La
ii
Protestante „ di Ginevra alte Valli
La visita degli
amici svizzeri
Sabato sera di fronte al tempio c’era un movimento insolito, si notavano
molti costumi valdesi. Una piccola folla di cantori della nostra corale e qualche curioso attendevano l’arrivo del
pullman ginevrino che doveva portarci i nostri ospiti della « Maîtrise protestante ».
Il loro arrivo era previsto per le nove, ma dato il cattivo tempo, qualcuno dei soliti pessimisti diceva che prima delle nove e mezzo o le dieci non
li avremmo visti arrivare. Ed ecco che
ad un tratto ancor prima delle nove ci
siamo visti davanti un bel pullman elegante : erano i nostri ospiti. Battimani, soprattutto all’apparire dei coniugi Picot, qualche stretta di mano e dopo le ricerche dei rispettivi bagagli, il
gruppo si è avviato alla sala dell’Asilo, dove era stata preparata una tazza di tè. Alcune parole di benvenuto,
due cori cantati dalle due corali e poi
ciascuno si è preso i suoi ospiti.
Al culto di Pentecoste, presieduto
dal pastore Luigi Marauda in francese, la Maîtrise ha partecipato attivamente. Infatti non solo ci ha cantato
due corali prima e dopo il sermone,
ma ha cantato durante tutta la Santa
Cena; di questo siamo loro profondamente grati, essi ci hanno reso un servizio nel senso più profondo, cristiano, della parola. Qualcuno dei nostri
membri è rimasto colpito dal ritmo
veloce con cui vennero cantati alcuni
salmi ugonotti (per esempio: Come
cerva che assetata), senza tener conto
che chi canta fuori ritmo siamo noi,
in quanto è cosa ormai risaputa che
nei nostri culti cantiamo con lentezza
esasperante.
Dopo il culto ci siamo ritrovati nel
refettorio del Convitto; sulle tavole dispo§Je a ferro _di eayal|g atoiago^^notato, inniate nei mazzetti di fiori, le
bandierine svizzere ed italiane. Dopo
il pranzo ci sono stati i messaggi del
prof. A. fallar del prof. Armand Hugon, la risposta del presidente della
corale svizzera ed im’applauditissima
poesia del nostro Adolfo Jouve, composta per l’occasione. Finiti i discorsi,
la corale valdese ha cantato alcuni
pezzi fra i quali molto apprezzata una
vecchia complainte ugonotta, della
quale gli svizzeri hanno chiesto una
copia. Essendo presente la signora Picot-Revel non poteva essere che la
corale di Torre non la reclamasse alla
direzione e cosi è stato. La corale svizzera ci ha cantato ancora qualcosa ed
è così giunta l’ora di recarsi a Bobbio.
Il tempo era il meno favorevole per
una gita del genere e così la sosta'a
Sibaud, di cui, il prof. Armand Hugon
ne ha ricordato il significato,, è stata'
brevissima. Poiché la pioj^ia aveva ricominciato a cadere, U pastore Genre
ha ritenuto che era meglio ritrovarsi
al tempio, dove la corale s.vizzera ha
ancora cantato alcuni salmi ugonotti.
La Domenica sera ci siamo ritrovati
nel tempio di Torre per ascoltare il
concerto offertoci dalla Maîtrise. Del
concerto stesso è detto in altra parte
del giornale. Qui vogliamo solo sottolineare l’ottima partecipazione del
pubblico sia di Torre che di altri centri vicini, tanto che il tempio era quasi pieno.
Una cosa è mancata, non tanto forse per i nostri amici svizzeri, quanto
piuttosto per il nostro pubblico, che
ci sembra essere abituato ad avere una
sia pur breve presentazione, o una parola: conclusiva alla fine del concerto.
Non per questo diremo, però, che la
serata è stata incompleta, il concerto
bastava a soddisfare i presenti. •
Questo è stato l’ultimo contatto della corale svizzera col pubblico. Dopo
il concerto c’è ancora stato un breve
incontro con la nostra corale nei locali dell’Asilo. La mattina di lunedì
il pullman ginevrino riportava i membri della Maîtrise alle loro case e al
loro lavoro.
La loro visita ci è stata molto gradita e vogliamo sperare che non sia
l’ultima. b. t.
con|erfò nel Tempio di Torre Pellice
Per lo studio
della Bibbia
Presentiamo una serie di Commentari di libri delia Bibbia in
vendita alla Libreria Claudiana
di Torre Pellice:
E.'BO'Std : Epistola 'di E.'
Paolo ai Romani L. 500
I e II Epistola di S. Pao-
lo ai Corinzi » 500
Epistola ai Tessalonicesi
e ai Galati » 1.500
Epistola di Giacomo, Pie-
tro, Giuda e Giovanni » 1.000
Apocalisse » 1.000
G. DEHN: Il Figlio di Dio ( Commentario del Van- gelo di Marco) }> 650
C, BRUTSCH: Apocalisse » 650
La «Maîtrise ^rétestante» è una
corale di Ginèvraìite non confondersi con i vari « cotì parrocchiali » locali, anche se op^u nell’ambito delle chiese riformate ginevrine. Fondata nel 1940 e -diretta tuttora dal
M» Rpger VuatE* dirigente di Radio Ginevra, la S^itrise si è specializzata nell’esecuzjlbhe dei salmi ugonctti, restaurati é pubblicati in versione aderente iaH’origlnale, dallo
Psautier Romand (1926). Si dedica
inoltre, alla mus^ sacra polifonica
protestante e ca^lica (termini poco simpatici, in 'sede artistica, ma
chiarificatori) e cura con particolar
re amore lo studio dei corali di Bach.
Fa parte della Maîtrise la Signora
Dora Picot Revel, già direttrice della Corale di Torre Pellice: a lei ed
al marito Sig. Jacques Picot, va il
merito di aver progettato e organizzato il viaggio della corale ginevrina: viaggio che malgrado la desolante .situazione meteorològica, ha
procurato molta gioia e soddisfazione sia ai Ginevrini che ai valdesi di
Torre Pellice e di altre comunità, e
in modo tutto particolare alla Corale di Torre Pellice, che ha provveduto egregiamente all’organizzazione locale.
La graditissima' visita ha avuto
dunque due aspetti: quello artistico
e quello della fraternizzazione. Questo si è svolto in quattro principali
momenti. L’arrivo à Torre: sabato
sera 8 giugno e ricevimento degli ospiti.
Domenica 9: ci^to di Pentecoste,
ben frequentato e con una buona
partecipazione allá S. Cena, che ha
favorevolmente ijnpressionato i ginevrini. Essi cantano dopo il sermone uno splendido . corale di Pentecoste (arm.-di Bach) ed alcuni salmi
che si alternano al suono dell’organo durante la comunione. Non pochi svizzeri si associano al canto degli inni italiani.
Il pranzo in comime è stato servito nel refettorio del Convitto gentilmente concesso, ,-r
l,a gita a Sibaud non è stata favorita dal tempo, ma il Pastore Genre
ha provveduto ad allietare il soggiorno a Bobbio con un thè riconfortante. Là « Maîtrise #íl7isita 'il tèmpio di
Bobbio: il Pastore illustra alcune
vicende locali, ei'.‘quindi ascoltiamo
ancora alcuni salmi e cantici classi
ci della Riforma,?
Il pomeriggio si conclude con una
visita al Museo di Torre Pellice, illustrato dal Prof. Armand-Hugon.
#
La sera della domenica, il tempio
di Torre è, a dispetto del tempo, affollato da un pubblico numeroso e
di varia provenienza. Il programma
offerto dalla Maîtrise si divide in
quattro parti: musiche francesi, tedesche, spagnolo-italiane, svizzere
contemporanee. Il' M<> Vuataz esegue
all’organo brani di Gouperin, Pacbelbel, due corali di Bach, ottimamente eseguiti e soprattutto profon. demente meditati ; quindi un Fre
t
Risvegliati, o tu che dormi!
All’estero, molte campagne di appello e di risveglio hanno avuto o avranno luogo per richiamare le coscienze degli uomini al pentimento
ed aiutarli a camminare nella luce
di Cristo.
A New York, la «crociata» di Billy Graham ha avuto inizio il 15 maggio e durerà due o tre mesi. Dopo
Londra, Nuova Delhi, Glasgow, Parigi, Tokyo, Stoccolma, Ginevra, Berlino, l’evangelista americano si rivolge al pubblico della grande metropoli degli Stati Uniti. Le riunioni
hanno luogo ogni sera al « Madison
Square». La preparazione è intensa
ed è fatta soprattutto nella preghiera.
A Bordeaux, dal 21 al 31 Marzo, si
è svolta una campagna d’appello organizzata dalla « Ligue pour la lecturc de la Bible». Tutte le Chiese ed
organizzazioni evangeliche della città parteciparono a quella manifestazione. Ogni Sera, tre predicatori annunziarono l’Evangelo in tutta semplicità. Una Corale di 70 voci sosteneva il canto.
A Montpellier, è stato fatto uno
Sforzo evangelistico per raggiungere
migliaia di persone che non conosco^
no l’Evangelò.' Sii 100.000 abitanti, sei
o sette mila soltanto sono noti alle
chiese protestanti. La campagna di
evangelizzazione durò dal 17 marzo
al 7 aprile. Ogni sera nell’uditorio
c’era una media dal 25 al 50% di persone sconosciute alle chiese. Nell’assemblea, una grande varietà di persone: dottori, professori, studenti, operai... La «Mission évangélique pour
l’Europe » ha inviato una grande tenda per mille posti. Un grande fervore
spirituale ha caratterizzato le varie
riunioni. Ci sono state molte decisioni per Cristo. Centinaia di giovani
accorsi da tutte le parti per la riimione di domenica 24 marzo.
A Lione, dal 2 al 14 aprile, la grande sala di danze del « Palais d’Alcazar» capace di 1200 posti si è riempita per ascoltare i messaggi di alcuni
evangelizzatori. Sette Commissioni
hanno lavorato con ardore per la preparazione delle riunioni; sono stati
impiegati 2000 manifesti e 100.000 fogli volanti sono stati deposti nelle
buche delle lettere. La preparazione
spirituale della campagna comprendeva riunioni di preghiera per gruppi
di circa 250 persone — l’invito rivolto
a molti, specialmente agli ammalati,
agli infermi, ai vecchi, affinchè portassero davanti a Dio quelle riunioni
in preghiera — il lavoro di propaganfia nelle parrocchie — l’invio di « carte di preghiera» in molti paesi del
mondo (sono giunte delle risposte
dalla Svizzera, dal Camerum, dalla
California ecc. ecc.) — una «retrai
te» di pastori e responsabili di chiesa con meditazione su questo argomento : « La santificazione del testimone» — la formazione di ima Corale di 140 voci pqjT cantare 23 cantici.
I motivi cristiani dell’appello e del
risveglio risuonano ancora nel mondo. Da noi, molti li trascurano e ne
sorridono, rifugiandosi nella tranquilla atmosfera della tradizione ecclesiastica o nelle trincee di una sicura
o apparentemente inattaccabile dogmatica.
Abbiamo il massimo rispetto per la
dogmatica e per là tradizione ecclesiastica. Ma la Chiesa non deve mai
venir meno all’esigenza dell’evangelizzazione e dell’appello rivolto agli
uomini di questa generazione e di
queste nostre comunità, per un chiaro impegno con Cristo.
La testimonianza a Cristo non si
esaurisce nei santuari, ma continua
sulle piazze e sulle Vie di questo mondo. Quel che importa non è innanzi
tutto il nostro nome, la nostra tradizione, il nostro particolare modo di
concepire il Cristianesimo: ma il regno di Dio e la conversione degli uomini a Cristo.
Importa soprattutto che ci risvegliamo dalla quiete di una tranquilla coscienza per essere presenti sulla
via dell’impegno. ' Red.
scobaldi, forse anche troppo sobrio
come espressione; infine due interes
santi saggi moderni, «La Pâque»,
dell’esecutore stesso, e « Con moto
maestoso » di Otto Barblan. Notiamo con un certo disappunto l’atteggiamento non del tutto corretto del
pubblico, che non ha saputo astenersi da frequenti e diffusi bisbigli
durante le prime esecuzioni organistiche; ci sono ancora dei progressi
da fare, quanto a rispetto i»r chi
suona e per chi ha piacere di ascoltare!
La corale ha reso magnificamente
tre corali di Bach e tre mottetti di
da Vittoria (il drammatico « O vos
omnes»), di Corsi (stupendo quanto poco noto), e di A. Scarlatti (un
« Exultate » pieno di italiana vivezza).
Una parola ancora sui salmi, compresi nella prima parte, come pure
nel culto mattutino. Dobbiamo dire
che è stata una vera e propria lezione innologica offertaci, con amore e
senso di responsabilità, dai fratelli
svizzeri. Da noi si è ancora troppo
ancorati all’idea falsissima che i salmi siano musiche massicce da eseguirsi con pesante gravità. Li trasformiamo perciò del tutto arbitrar
riamente in lugubri nenie, le quali,
oltre al resto, stancano terribilmente chi canta. Che la maestosità possa essere accoppiata alTeleganza di
fraseggio ed alla scioltezza ritmica,
lo hanno dimostrato gli amici ginevrini, particolarmente col salmo
« Tes jugements ». Notiamo ancora
che i coristi della Maîtrise non si
ritengono affatto disonorati di can
tare a un concerto gli inni della loro raccolta, ecclesiastica...
La corale concludeva la sua esibizione con la « Grande liturgie » del
M'- Vuataz, una suite di responsori
vari, eseguiti dal coro in occasione
di culti solenni; si tratta di un felice contemperamento di esigenze liturgiche ed artistiche, e di una fusione dello stile sacro arcaico con
l’aimonia moderna.
A parte un guasto dell’organo durante il primo pezzo, il concerto si
è svolto nel modo migliore e col massimo diletto e profitto, pensiamo, dei
numerosi coralisti presenti. Qualcuno lamentò la mancanza assoluta
di una presentazione aH’inizio, (e di
un ringraziamento alla fine - n. d. r.)
il che avrebbe generato un certo
senso di freddezza: registriamo l’appunto per dovere di cronaca. Comunque freddezza non c’è stata assolutamente nella fraterna riunione
conclusiva, in cui la corale di Torre,
servito un modesto rinfresco, diede
altresi la stura al repertorio dei canti popolari, suscitando l’entusiastica
ammirazione dei ginevrini. Verso
mezzanotte ancora, dopo gli ultimi
ringraziamenti e saluti, svizzeri e italiani erano affratellati sulla via provinciale, sotto l’inarrestabile pioggerella, nei vortici di un tumultuoso
« picoulet ». Ferruccio Corsani
Le coeur a des raisons que la
raison ne connaît pas... C’est le coeur
qui sent Dieu et non la raison.
(Pascal)
La Parola della vita
La grandezza
di Gesù Cristo
« ... sarà grande ». (Luca 1 : 32)
' Ché'Gesù'Cristo sia sfato veramente grande — che, cioè, la parola detta riguardo a Lui dall’angelo Gabriele si sia pienamente avverata — tutti lo riconoscono, non solo i credenti ma anche gli incrvuuli. Ma in che cosa è consìstita la grandezza di Gesù Cristo? Alcuni
uicono che Gesù Cristo è stato grande per la profondità, la origìnant.i
e la perenne vitalità del suo insegnamento; altri vedono la grandezza
di Gesù Cristo nel fascino esercitato siigli uomini di tutti i tempi dai
la sua personalità eccezionale; altri vedono tale grandezza neiia a->
soìuta purezza e santità delia sua vita.
Tutto questo è vero : tanto il suo insegnamento che ia sua perso
naiità e la sua vita pura e santa concorrono in qualche modo alia
grandezza di Gesù Cristo, tuttavia, seconuo la BiDoia, la vera gran
dezza di Gesù Cristo va ricercata altrove, e precisaiiiente nell'atto tho
più sembra contrastare con ridea di grandezza: cioè nel suo abbassamento. Cerchiamo di spiegare.
L’esistenza di Gesù Cristo non è cominciata ii giorno della sua
nascita a jtSetleem; prima tu iniziare la sua vita in questo mondo. Egli
viveva già presso Dio, nella gloria del cino. Ma a quella sua gloriosa
condizione Egli ha rinunziato per venire ad assumere la nostra povera
condizione umana. Come è detto in modo impareggiabile dall’Apostolo
t'aolo : « Gesù Cristo, essenoo in forma di Dio non riputò rapina l’essere uguale a Dio, ma anmcniii sè stesso, prendendo forma di servo »
^rilippesi 2: 6-7).
«
Gesù Cristo, dunque, prima di venire su questa terra era con Dia
ed era simile a Dìo: era partecipe aedo splendore e delia periezione di
uio; era, con Dio, sovrano deli universo intero; sedeva sudo stesso
trono di mio e gli angeli cantavano la sua grandezza. Eppure, Gesù
Cristo non na considerato quella celeste grandezza come una cosa da
ritenere con avidità, ma- un giorno l'na lasciata, se n’e spogliato, ed c
venuto a rivestire la debolezza, la miseria, la povertà delia nostra urna
na natura. Volontariamente si è abbassato, si è umiliato, si è annichilito; ha scambiato ia sua dimora celeste con una staila, la sua ricchezza uìvina con la povertà più assoluta, la sua immortalità con la morte
sulla croce.
Ebbene, in questo abbassarsi, umiliarsi e annullarsi è appunto la
grandezza di Gesù Cristo; una grandezza, però, di un ordine nuovo:
una grandezza che anziché piegare gli altri al proprio servizio, piega
se stessa ai servizio degli altri; una grandezza che raggiunge il suo
vertice nel dono totale di sè.
Se Gesù Cristo avesse voluto essere grande secondo la maniera
umana di concepire ia grandezza, avrebbe potuto esserlo laciimente,
perchè avrebbe dovuto semplicemente accettare la potenza, la ricchezza
c la celebrità che Satana gli offriva in cambio della sua adorazione. Ma
se Gesù Cristo avesse scelto un tal genere di grandezza, il mondo avrebbe avuto pro'òabilmente un grand’uomo di più, ma non avrebbe avuto
un Salvatore, e noi saremmo rimasti prigionieri per sempre dei nostri
peccati e delle nostre tenebre.
Per amor nostro, dunque, Gesù Cristo ha rifiutato ogni grandezza
umana; per amor nostro si è abbassato fino a diventare l’ultimo di
tutti, il disprezzato, « colui davanti al quale ciascuno si nasconde la
faccia» (Isaia 53: 3). Ma nel suo abbassamento Egli è stato più grande
di tutti i grandi della terra. E se oggi noi possiamo guardare con distacco e senza invidia gli splendori di cui si ammantano le grandezze
umane, è perchè abbiamo imparato da Gesù Cristo che la vera grandezza non consiste net domi.nare gli altri, ma nel servire gli altri e nel
dare la propria vita per gli altri.
d. c.
3
L'ECO DELLE VALU VALDESI
— 3
Una
Diaconessa
ci parla
In occasione di una breve pernia
nenza di Suor Alba Jazzeolla, da
Neumiinster, alla Casa Valdese delle
Diaconesse, le abbiamo chiesto di
riassumere alcune sue impressioni
per il nostro giornale. Pubblicandole, la ringraziamo sentitamente, nell’attesa che Dio susciti ancora nell'animo di qualche giovanetta Valdese una chiara risposta alla vocazione della diaconessa. Red.
Per chi ancora non lo sapesse, anche nel comune di Zollikerberg, sul
la collina di Zurigo, sorge una casa
I di Diaconesse, che festeggerà nel 1958
il suo centenario: una casa che comprende 550 Suore.
L’edificio è molto esteso; si compone della Casa Madre, cioè la casa
delle Suore, l’ospedale che contiene
circa 250 posti e la cappella col campanile.
550 Suore, questa sì che è una famiglia numerosa! E pensare che non
è l’unica casa di Diaconesse della
Svizzera e nemmeno l’unica a Zurigo.
Ma facciamo un po’ capolino al
l’interno. Che andirivieni, che movimento, che agitarsi!
Di che cosa si occupano tutte quelle Suore?
La maggior parte di esse si occupa
dellii cura degli ammalati, alcune la
vorano in cucina, altre al telefono,
altre negli uffici, altre in lavanderia,
insorama ognuna è una pietra che
compone l’edificio.
Altre membra della famiglia sono
lontane, perchè hanno impegni speciali e cioè sono ; Suore visitanti,
mae.'itre giardiniere. Suore missionarie. Alcune si occupano della gioventù corrotta e della prostituzione.
M;> sono queste creature sempre e
solo così prese dal loro compito?
No, esse si riuniscono mattina e
sera intorno alla parola del Signore,’
per trarre da essa il nutrimento per
la loro anima ed il loro lavoro. Le
novizie aggiungono al lavoro lo studio per compiere la loro preparazione.
Non mancano concerti, convegni,
conferenze e festeggiamenti vari.
Nelle ore di riposo si può godere
di un po’ d’aria pura od il tepore
della propria cameretta. Le vacanze
di ogni anno vengono a spezzare la
attività abituale.
Questa la vita che si svolge al Neumiinster, la Casa di Zurigo.
E’ bene ricordare a molti Che anche in seno alla Chiesa Valdese esiste una Casa di Diaconesse. Anche
qui creature volenterose, obbedienti
alla chiamata del Signore, si affaticano da cinquant’anni, e più con gli
stessi principi, gli stessi scopi, gli
stessi desideri ed ideali delle altre sorelle.
Ma, purtroppo, al fronte, sulla linea di combattimento, i rinforzi mancano.
La nostra Casa non ha 550 Suore
e nemmeno la 20= parte di esse e l’ultima novizia è entrata 3 anni fa.
E’ quasi umiliante all’estero, dove
i valdesi sono apprezzati, amati, stimati e dove si ha il concetto che gli
Italiani siano più sensibili alla sofferenza, dover far notare che le gio
vani valdesi non sentono la responsabilità, non vedono e non si accorgono della necessità e dell’urgenza di
stendere le proprie mani al fratello
bisognoso.
Si, sono da ammirare ed apprezzare quelle persone che dedicano, molto silenziosamente e nell’ombra, parte della loro esistenza per qualsiasi
opera sociale; ma, oggi l’invito si fa
imperioso per alcxme figliuole; Tu
devi mettere a disposizione tutta la
tua vita; tu seguimi, ^na novizia
Valdesi di Riclaretto in gita a Marsigiia
E vari commenti
Dai Chiotti si pensa
ad un bei viaddin
E’ stata organizzata dalla Chiesa
di Villasecca ed estesa ad alcuni
membri delle Chiese vicine, ha rischiato di andare a monte per via
del tempo e di altre varie difficoltà,
ma poi è stata realizzata, sia pure
facendoci trattenere il fiato fino all’ultimo minuto: chi lo avrebbe detto, quando si sono iniziate le iscrizioni a febbraio, che a fine Maggio il
colle del Monginevro sarebbe stato
bloccato per pericolo di valanghe?
Partiti con la pioggia giovedi mattina 30 Maggio abbiamo avuto la
soddisfazione di constatare che sulla
Còte d'Azur non pioveva. No, davvero, a Cannes diluviava semplicemente!
Tuttavia, rientrando nel quadro di
una perfetta organizzazione, a Marsiglia il tempo era sensibilmente migliore, c’era perfino un pò' di sole ad
alleviare la lunga attesa dei parenti
ed amici che attendevano sul piazzale della Gare de St. Charles.
Qui la solita confusione di abbracci e triplici baci «barbetti» fino a
che un poliziotto, con sottile umorismo e molto garbo ci chiese di non
occupare il centro della strada « car,
remarquez, vous avez arrêté la marche de l’Armée Française! » C’erano
infatti alcuni automezzi militari
bJoccati dal nostro ingorgo che attendevano pazientemente.
Chiediamo ancora scusa. Non era
nelle nostre intenzioni e non avremmo. comunque, mai osato tanto!
I due giorni di permanenza sono
passati in un lampo. Ognuno aveva
amici e parenti dai quali era stato
invitato e purtroppo l’incertezza del
viaggio fino all’ultimo non ha permesso a tutti di ricevere la circolare
che il Presidente della Union Vaudoise Sig. Henry Poet ed i suoi collaboratori avevano inviato a tutti
per una serata in comune il venerdì.
Ad ogni modo un buon gruppo ha
potuto riunirsi nei nuovi locali della
Union Vaudoise per un incontro fraterno nel quale i Marsigliesi hanno
potuto rivedere il XVII a Villasecca
in un documentario cine (il solito
« hobby » della Unione dei Chiotti e
gli italiani hanno constatato che anche a Marsiglia il XVII non è preso
alla leggera come attestano le foto
a colori proiettate dal Sig. Vidal, le
recite dei bambini preparate dalla
Signora A. Poet e il pranzo fraterno,
altrettanto lieto quanto i nostri.
Questa visita ci ha fatto un gran
piacere ed un gran bene per i lega
mi che si sono potuti ancora stringere e per la gioia con la quale siamo stati accolti. E’ un ricordo che
nessuno dimenticherà facilmente.
Ma ci ha anche resi maggiormente
coscienti di un problema e di una
responsabilità; in una piccola inchiesta fatta nella nostra parrocchia
di Villasecca per decidere del viaggio
e degli itinerari ho scoperto che vi
sono a Marsiglia quasi tanti valdesi
recatisi dai nostri quartieri quanti
ne sono rimasti nella Parrocchia. A
Marsiglia mi si parlava di qualche
migliaio di Valdesi e loro discendenti nella città e nei dintorni.
<
Questo ci crea una responsabilità
perchè, se è vero che. i nostri fratelli
della Eglise Réformée de Prance li
hanno accolti con gioia nelle loro
comunità, è anche vero che i vincoli
di sangue e di lingua rimangono vi
vi e sentiti in tutti. Quanti conosco
no il «patois» meglio dell’italiano,
anche alla seconda generazione?
Sappiamo che non diciamo nulla
di nuovo e che ci si avvia ad una so
lozione soddisfacente del problema,
ma vorremmo assicurare che anche
noi lo abbiamo sentito vivo e concreto e siamo pronti a collaborare
tutti alla sua soluzione.
Abbiamo sentito dire che i fratelli
della zona hanno intenzione di restituirci la visita in estate. Lo speriamo davvero e faremo tutto il possibile purché prima di allora abbia
smesso di piovere. Intanto stiamo preparando il documentario girato fra
di loro per far loro vedere quanto
abbiamo goduto del ^ soggiorno marsigliese e delle rose ^ella «Roserie»,
dei colori del vecchio porto e di quelle danze provenzali che qualcuno di
noi ha potuto vedere in im paesino
della costa verso Tolone.
Franco Davite
Domani è Pentecoste;
mi vesto da Valdese,
con la culiietta a coste,
aH’uso del paese.
Ho il vestito di seta
cangiante, bleu e verde,
lo scialletto completa,
(ne l’uso se ne perde)
col bel g;rembiale azzurro
c i nastri svolazzanti.
Camminare è un sussurro
di gonne fruscianti,
perchè il vestito è lungo
e ampio sul davanti.
Qualche volta mi pungo,
con la « broche » di diamanti
Tutto questo è l’esterno,
ma non è l’essenziale;
c’è qualcosa d’eterno
che, dentro, mi dà l’ale.
E’ un antico vestito;
è un emblema di fede,
di quei che han resistito
con spirto che non cede.
per i loro figliuoli,
per goder libertà.
Furono molto soli,
e, sempre, in ansietà.
La seta del vestito,
ripiegato con cura,
ricorda chi è partito,
d’anima forte e pura.
Quante lagrime sparse,
quanti affanni duri,
quante amare farse,
che stenti duraturi,
ricordano i vestiti
delle ave nostre, antiche!
Dove sono finiti
i frutti di fatiche,
così aspre e pazienti?
Se tornassero, ora,
in fra le nostre genti,
piangerebbero ancora?
Come siamo lontane
noi, della loro razza,
dalle semplici e umane
vicende di ragazza
che, di monotonia,
numeravano i giorni,
cantando melodia!
Dov’è, or, la modestia?
Chi si ricorda ancora
che l’orgoglio è molestia !
Luce di Dio, se d’ora
in ora, con umUtà,
capiam ch’Egli ci presta
quanto di meglio abbiamo;
e presso di noi resta
solo che Lo preghiamo.
Noi siam troppo sicuri
di valer qualche cosa;
soltanto alcuni puri,
hanno visione ascosa.
Ecco cosa mi dice,
il mio vecchio costume;
il cuor lo benedice,
poich’esso mi dà lume.
A. B. T.
gilingono da Mai'siglia
Ce lût pour nous une bien grande
joie que de pouvoir recevoir la délégation de la Paroisse de Villasecca,
venue passer les fêtes de l’Ascension
dans notre grande cité phocéenne.
Depuis plusieurs jours déjà, les...
«pays» se rencontrant, parlaient de
la prochaine venue de ce car. Les
uns disaient «ils ne viennent pas, il
y a contre ordre...». Les autres disaient « ils arrivent... ». Enfin une lettre de Monsieur le Pasteur Davite
mit tout au point, et, sans exagération marseillaise, on peut dire qu’il
y avait foule à la gare St Charles,
pour accueillir les voyageurs.
Les premières effusions et salutations passées, chacun se rendit avec
plaisir chez les parents et amis qui
les attendaient, mais avant de se séparer, un petit mot de notre Président Mr Henri Poët, priait Mr le Pasteur Davite de donner rendez-vous
à tous pour le lendemain soir à 20
h 30 à la Maison "(faudoise.
En effet, là, Mr Poët, en collaboration avec Mr Peyronel, notre Président des Fêtes, avait organisé une
amicale réception.
Bon nombre de nos membres qui
avaient reçu notre convocation
étaient là pour accueillir nos amis.
Le rayonnement des visages, la joie
du revoir de chacim était des plus
évidente. Et nous ne pouvons une
fois encore que remercier vivement
Mr le Pasteur Davite pour son heureuse initiative, ainsi que pour les
instants si agréables qu’il nous a procurés, en nous faisant faire, par ses
projections de films, un voyage aux
Vallées. La préparation du 17 Féviîpr à Villasecca, et les « falos » furent particulièrement appréciés et
revus par tous avec joie et émotion.
Inutile de vous dire que... Marseille
ne voulut pas être en reste et, grâce
à la gentilesse et au dévouement de
la famille Vidal — par projection
aussi, nous avons pu montrer à nos
amis, comment se passait un 17 Février à Marseille! — Cette petite
fête de famille nous permit de revoir,
à l’écran. Monsieur le Pasteur E. Micol — auquel nous adressons notre
meilleur et bien amical souvenir.
Après une légère collation... où les
langues allèrent bon train, l’heure
du départ arriva. C’est avec regret
que nous nous séparâmes, souhaitant fortement que d’autres voyages
soient organisés, nous permettant
ainsi de sentir nettement combien
nous faisons toujours une même et
grande famille.
Ces deux journées passèrent pour
tous comme un éclair... Nous vous
adressons encore nos amitiés à tous,
et formons le soixhait de revoir en
Un libro sulla
Predestinazione
Pierre Manry aveva già dedicato a
questo difficile capitolo di teologia un lavoro datante dal 1936 a proposito del quale K. Barth nella prefazione al preserte
lavoro dice: « Pierre Maury doit être mis
sur le même rang que les rares théologiens
du passé qui, à cause du fondement christologique de leur doctrine, me semblent
être restés ici sur un terrain solide (tels
Athanase, Augustin, John Knox, Joh. Cocceius!) » e prosegue « On peut certainement
dire que c’est lui qui, alors, a contribué
d’une manière décisive à donner à mes recherches sur ce point leur orientation fondamentale » (p. 6).
11 presente saggio, sensibilmente più ampio della conferenza del ’36, che tiene certamente conto di quanto il teologo di Basilea ha nel frattempo scritto (Kirch. Dogmatik 11-2) su questo stesso argomento, ha
conservato tuttavia la caratteristica di un
pensiero proprio senza diventare divulgazione di quel capitolo della dogmatica bartiana (del resto già tradotta in francese) e
si presenta con quelle caratteristiche di pen.
siero e di esposizione piane cosi amate dal
nostro spirito latino.
Non è possibile cercare di riassumere
questo lavoro che merita di essere letto p^
esteso e che sarebbe molto difficilmente
riassumibile, specie per tutta la parte di
teologia biblica che prende in esame i testi della grazia, della elezione e jH-edestinazione dalla chiamata di Abramo a tutto
il Nuovo Testamento.
La caratteristica della interpretazione bartiana di questo problema è duplice: in primo luogo il suo carattere Cristocentrico.
Gesù Cristo: il diletto Figliuolo di Dio
che Egli ha scelto per compiere il suo disegno di salvezza, « il luogo di tutta reiezione eterna » per usare un termine caro a
Barth ed al Nostro.
Con questa particolare prospettiva biblica sembra essere possibile evitare il tremendo scoglio contro il quale si è infranta
l’ortodossia calvinista del XVII« e XV111«
CONFERENZA
DISTRETTUALE
Anche il pubblico Valdese è cofdialmente invitato ad assistere alla
Conferenza distrettuale che avrà luogo a San Germano Chisone giovedì
20 Giugno. Essa avrà inizio alle ore
9 con un culto presieduto dal Pastoie Giorgio Tourn.
I Concistori sono pregati di far
pervenire al Sovrintendente i mandati di deputazione dei delegati.
secolo: di parlare della predestinazione in
termini filosofici e toglierla dal contesto di
tutta la Bibbia.
In Cristo vediamo anche un’altro fatto
fondamentale che Calvino stesso non aveva
scorto in tutta la sua realtà, sviato da una
esagerata concezione della elezione come
« décret absolu de Dieu ». In Gesù Cristo
vediamo come essa sia un atto del « bon
plaisir » di Dio, ma anche come esso sia
veramente una volontà buona, un atto di amore.
Come si può vedere siamo molto lontani
dalla oscura visione di un certo calvinismo.
E se l’elezione rimane ancora incomprensibile questo dipende dal fatto che l’amore
di Dio è per la nostra mente ed il nostro
cuore una realtà che rimane misteriosa.
Ma l’elezione di Cristo permette anclie
di tratteggiare U secondo carattere che la
teologia bartiana crede di vedervi: la dop
COre Monsieur le Pasteur Davite pia elezione non anticipa il verdetto del
iirv vkAii rvliie Innor TTri _• li_l_ A ____ J________________»
pour un séjour un peu plus long. En
effet, ses nombreux paroissiens de...
Marseille, souhaitent et forment le
le voeu de l’avoir parmi eux pour
présider un prochain 17 Février.
P.
In prenoiaxione
CHIAVE BIBLICA
Bross. L. 3.500
Rilegato L. 4.500
A chi si prenoterà entro la fine di
Giugno, il volume verrà inviato per
L. 3.000 in brossura, e L. 4.000 rilega
to. Spese postali in più. Il volume
uscirà probabilmente nel corso di
Ottobre.
Inviare le prenotazioni alla Librerie Claudiana - Torre Pellice.
giudizio finale, è una doppia elezione attuale e dialettica. Gesù, il vero Eletto, è lo
stesso ehe dice sulla croce « Dio mio, Dio
mio, perchè mi hai abbandonato? », è Colui che non avendo conosciuto il peccato è
stato trattato come il peccato stesso per la
nostra salvezza.
Di qui una concezione radicalmente nuova di tutto il problema, la cui esposizione
supera i limiti della nostra presentazione,
ma che vale la pena di conoscere e che
apre la via non solo ad una nuova soluzione di questo problema, ma apre vie impensate alla morale ed all’impegno del cristiano in questo mondo ed in quest’ora che
passa. Franco Davite
(1) Pierre Manry: La prédestination. Nouvelle Série Théologique Labor et Fides.
Genève 1957. pp. 62. s. p.
4
f
\
\
« —
VEOO DBUiE VMU TAU1E8I
Qlotiziarin delle Chiese
Angrogna (Capoluogo)
Rianioni Domenicali alTaperto
Domenica 16 giugno - ore 15; Martel
(in caso di cattivo tempo, n^la
scuola).
Domenica 23 giugno - ore 15 : Prassuit
(in caso di cattivo tempo, neila
scuola).
Domenica 30 giugno - ore 15: Rougnousa (in caso di cattivo tempo,
sospesa).
Bobbio PelHce
Durante li mese di Maggio, si sono spoeti nel nostro Tempio: Bertinat Guido e Geymonat Elsa; Geymonat Giovanni e Pontet Annina; Fattori dott. Emilio e Melli Giorgina.
A Palermo, il 25 maggio, il pastore
P. V. Panasela benediva il matrimonio di Boujour Lino e di Compagno
Antonina.
« Se l’Eterno non edifica la casa,
invano vi si affaticano gli edificatori ».
La domenica, 19 Maggio, un numeroso corteo ha accompagnato al
cimitero la salma di Bertinat Susetta, deceduta al Laus, dopo lunghe sofferenze, all’età di anni 61.
Beati i morti che muoiono nel Signore ».
La nostra comunità ringrazia il
Signor Cairus di Villar, che ha accettato di presiedere il culto del 26
maggio.
I Signori Geymonat Abele e Charbennier Giovanni sono stati nominati delegati alla prossima Conferenza Distrettuale. Il maestro Paschetto Edgardo rappresenterà, invece, la nostra Chiesa al prossimo
Sinodo.
Domenica, 9 maggio, abbiamo avuto la gradita visita della Corale «La
Maitrise » Protestante di (Ginevra.
Dopo essere saliti a Sibaud, i bravi
coralisti ci hanno fatto udire alcimi
bei cori, nel Tempio. Grazie di cuore.
Pisa
A partire dal 15 giugno l’indirizzo
del Pastore Gustavo Bertin non è
più: Via Randaccio 26, bensì: Via
Berna n. 15. La casa del Pastore non
è ancora fornita di telefono.
Un buon libro per le famiglie
S’AIMER
par
Maurice Ray
« La triste réalité, ce’st qu’on
ne sait plus s’aimer. Mais la réalité de Dieu, c’est qu’on peut apprendre à s’aimer en Jésus-Christ,
à s’aimer dans le plein sens du
mot, malgré toutes les difficultés.
Retrouver ensemble le chemin de
la victoire sur la voie de l’amour,
où tant d’époux et d’épouses connaissent de douloureuses défaites,
tel est très simplement le but de
ces pages ».
Edition Ligue
pour la lecture de la Bible
Le Calel - Vennes - Lausanne
In vendita alla Claudiana
Roma - Via IV Novembre
Dopo la stasi pasquale, l’Unione
femminile ha intensificato la sua attività con sedute settimanali. La seduta del 10 Maggio, tenuta in comune con le sorelle di Piazza Cavour in
occasione della visita della missiona
ria signorina Spelta, è stata consacrata all’opera delle Missioni a Tahiti. L’attenzione con la quale l’esposizione della signorina Spelta, accompagnata da belle proiezioni a colori,
e stata seguita e il buon numero delle intervenute hanno dimostrato che
l’interesse del nostro ambiente per
l’opera delle Missioni in terra pagana non è completamente venuto meno anche se non è più all’attenzione
di tutti.
Il culto di Pentecoste è stato allietato dalla Confermazione di alcuni
giovanetti e di alcune giovanette che
hanno ultimato la loro preparazione,
nonché dalla Ammissione alla Chie
Guida per il lavoratore
italiano in Inghilterra
Nelle sue 72 pagine il piccolo volumetto, redatto in forma piana e con la consueta cura deirOrganismo benevolo « Italiani
nel Mondo », dopo aver fornito in sintesi
alcune notizie geografiche, storiche ed economiche, parla del modo di vita degli inglesi, dell’alimentazione, delle condizioni
climatiche, del sistema monetario ecc.
La seconda parte tratta delle norme generali per l’espatrio in Inghilterra e di
quelle concernenti la residenza, le condizioni di lavoro, il richiamo delle famiglie
ecc. e informa il lavoratore sulle assicurazioni sociali per concludere con un capitoletto sul modo di effettuare le rimesse in
Italia e un elenco di indirizzi utili di Società di assistenza, di circoli ricreativi, culturali e sportivi.
La guida, come tutte le altre redatte da
« Italiani nel Mondo » ha lo scopo di rendere consapevole il lavoratore dei propri
diritti e doveri e di aiutarlo a inserirsi nella vita del Paese dove si trasferisce.
Il volumetto che viene offerto al prezzo
di costo di L. 120, può essere richiesto a:
« Italiani nel Mondo » — Via Romagna
n. 14, Roma, mediante l’invio di un vaglia
postale o versando la somma sul c.c.p. numero 1/8874.
La Signora Maria Cántele ved. Jahier e famiglia, commossa dalle numerose attestazioni di simpatia in occasione della dipartenza del suo caro
marito
Carlo Emilio Jahier
esprime a tutti la sua profonda riconoscenza, e rivolge un ringraziamento particolare al pastore Paolo Marauda, al dottor Luigi Maddaloni, a
Suor Lucia, ed ai signori Paolina e
Emanuele Tron.
Perosa Argentina, 4 Giugno 1957
Le familles Girardin, Gaydou, Pastre, Sammartino, Genre-Bert ont la
douleur de faire part du décès de
leur très regrettée
Madame Jean Girardin
née Henrieile Gaydou
survenu à l’Hôpital de Monaco le 27
mai 1957, à l’âge de 56 ans.
« J’ai combattu le bon combat, j’ai achevé la course, j’ai
gardé la foi» (II Tim.: 4-7)
ORARIO IN VIGORE DAL 2 GIUGNO 1957
Torino - Torre Pellice e viceversa
Torino P. N.
Airasca
Pinerolo
Bricherasio
Torre Pellice
4.28 6.15 8.12 12.23 13.44 15.22 17 26 18.29 18.34 19.26 23.48
5.05 7.04 8.45 — 14.29 16.04 18.10 18.56 19.18 20.07 0.28
(5.25 7.32 9.09 12.56 14.53 16.25 18.35 19.08 19.43 20.28 0.48
»5.32 7.39 9.14 13.00 14.57 16.28 18.40 19.13 19.46 20.32 0.51
5.47 7.55 9.28 13.13 15.11 16 44 18.56 19.26 20.02 20.46 1.06
6.06 8.10 9.43 13.34 15.25 17.04 19.12 19.42 20.20 21.00 1.20
Torre Pellice
Bricherasio
Pinerolo
Airasca
Torino P. N.
3.44 4.44 5.36
3.58 4.58 5.50
(4.11 5.23 6.09
\4.17 5.27 6.15
4.32 5.45 6.37
5.20 6.27 7.34
6.36
6.49
7.03
7.09
7.24
8.38 12.24 13.25 16.32 18.03 19.50 21.08
8.52 12.37 13.38 16.46 18.17 20.04 21.20
9.06 12 54 13.53 17.03 18.32 20.20 21.35
9.11 12.58 13.56 17.06 18.38 20.30
9.27 13.17 — 17.25 18.53 20.49
7.56 10.03 14.01 14.47 18.25 19.44 21.42
21.40
— 22.00
— 22.52
Bricherasio - Barge e viceversa
Bricherasio
Barge
Bricherasio
,P
P
a.
5.03
5.21
4.36
4.54
5.55
6.13
5.27
5.15
8.00
8.18
6.27
6.46
9.33
9.51
13.18
13.37
16.52
17.10
19.07
19.27
20.14
20.33
21.25
21.44
8.30
8.48
12.16
12,34
14.50
15.07
17.54
18.12
19.37
19.55
20.57
21.16
giorni festivi
fino al
2:i settem. o 7
sa di alcuni simpatizzanti 1 quali
hanno domandato di fare parte più
intimamente della nostra (Comunità.
Accompagnamo questi nostri, fra^
telli con le nostre pr^hiere e facciamo si che essi possano trovare nel
la nostra Comunità (ma vera e pra
pria famiglia di credenti la quale sappia circondarli di cristiano affetto ed
aiutarli a rispondere pienamente al
la loro vocazione cristiana.
Masse!
Les membres de l’Union Féminine
ont éfféctué leur course annuelle le
li> mai choisissant cette année Prar
mol: course très sympathique malgré
le temps incertain, accueil chaleureux
de la paroisse et de son pasteur; nous
gardons de cette journée le meilleur
souvenir et nous renouvelons, pour
cause, nos remerciements aüx ^frères de là-haut.
Mrs. Bertinatti, E. Tron et Bellion
ont aimablement accepté de remplacer le pasteur les dimanches 5, 12, 19
mai; nous leurs savons gré de cette
collaboration précieuse qui nous a
valu d’entendre leurs messages et a
permis au conducteur de la paroisse
de reprendre les activités en meilleures conditions de santé.
— L’assemblée d’église convoquée
le 26 a délégué Mrs. Jules Tron et
Emanuele Micol à la prochaine conférence de District et Mdm. Elisa
Micol au Sinode. Ce même dimanche
le baptême était administré à Romano Guerrino Tron de Salse.
— -Le bazar traditionnel de l’Ascention s’est déroulé cette année sous la
pluie, ce qui n’a nullement compromis sa réussite tout aussi traditionnelle. Une brève cérémonie s’est déroulée au début de l’après midi devant le Reynaud où Ton inaugurait
une «lapide» en souvenir des victimes de la guerre 1939-45: manifestation sobre, public attentif; le pasteur
de la paroisse et Mr. E. Tron ont
brièvement souligné notre responsar
bilité concrète eri*ee qui concerne
l’oeuvre de paix qui s’impose aujourd’hui dans le monde. Le soir ce fut
la filodrammatica de Pomaret qui
complétait la journée en jouant deux
pièces de son répertoire. Il se donnait malheureusement que quelqu’un
ait pensé devoir faire ses réfléxions
à haute voix créant une ambiance
grossière et sotte. Un merci très cordial à toutes les personnes qui ont
collaboré à la réussite de cette journée.
Nous avons eu le dimanche 2 juin
la visite d’une trentaine de membres
de TA.I.C.E qui ont choisi cette année Massel comme lieu de rencontre;
Taprès midi la paroisse a eu le privilège de participer à la conférence du
prof. B Peyronel sur la flore des alpes qui s’accompagnait d’une remarquable série de photos. Avec une tas
se de thé se terminait cette fraternelle recontre.
Scuola latina di Pomaretto
Doni ricevuti dalla Direzione, riconoscente, dal 1 Gennaio al 31 Maggio 1957.
C. R. (Pomaretto) L. 1.000 — Ole
lia Vigliano-Banchetti (Bari) 1.000 Ida Revel, insegnante (S. GermánChisone) 1.500 — Rostan Edoardo (id.l
1.500 — Rag. Guido Botturi (Torino'
10.000 — Geom. Emilio Rostagno (A
lessandria) 2.000 — Rag. Ugo Rivo!
ro-Pellegrini (Torino) 10.000 — Pon.'
Maria Luisa (Torre P.) 500 — Marti
nat Pier Paolo (S. Germano Chisone)
3.000 — Irma e Arturo Rostagno (Po
maretto) 5.000 — Massel Pierino
(Chiotti Riclaretto) 1.000 — Charrier
Eugenia (Inverso P.) 1.000 — Claudk
Guglielmino (S. Germano Ch.) 2.00(
- Bouchard Silvano (S. Germane
Ch.) 1.000. La Direzione.
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Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo con decreto del 19 gennaio 1955.
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NECROLOGIO
E’ giunta la notizia della dipartenza della Signora Hedy Terraneo Revel, deceduta dopo lunga sofferenza.
Il funerale ha avuto luogo a Lusema
S Giovanni il 12 corrente.
La Signora Terraneo Revel era
figlia del Past. Davide Revel. Alla
mamma. Signora Emilia Revel, al
marito, alla figlia ed al fratello, prof.
Bruno Revel, insieme con i loro congiunti, esprimiamo la nostra cristiana simpatia nell’ora del lutto.
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Redattore: Ermanno Rostan
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Tipografia Subalpina • s. p. a.
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