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ECO
DELLE Wll VALDESI
BIBLIOTECA VALDESE
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Settimanale
della Chiesa Valdese
Anno 111 - Num. 27-28
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TORRE PELLICE 12 Luglio 1974
.Amni. : Via Cavour, 1 bis - 10066 Torre Pellice - c.c.p. 2/33094
Evangelizzare
Una cosa è certa: che all’origine del
movimento valdese c’è il bisogno, la
volontà di evangelizzare, cioè di far
conoscere e capire l’Evangelo, di farne
sentire al popolo tutta la gioia e la serietà, l’impegno e la speranza. E se
non sono gli ’’addetti ai lavori” a farlo,
lo fa il cristiano qualunque, quello che
sembra non adatto, non preparato. E
nel mentre evangelizza, approfondisce
la propria fede, e scopre che quel che
si è messo a fare non è affatto un’attività eccezionale, d’emergenza, ma è la
condizione ’’normale” di ogni cristiano; o almeno, dovrebbe essere.
Evangelizzavano, Valdo e i suoi seguaci contemporanei e successivi, in
un modo che certo farebbe storcere il
naso a molti, oggi: in pieno letteralismo biblico, e con un’accentuazione
sulle opere che non a torto sembrò
poi un po’ sospetta a qualche Riformatore, anche se non li aveva salvati dagli inquisitori di santa romana chiesa.
Comunque, evangelizzavano: era questa la loro passione, la loro ragion di
essere, e solo a poco a poco, schiacciati dalla reazione e dalla persecuzione,
si ripiegarono su se stessi. Ma erano
stati se stessi nel momento più vivo,
correndo l’Europa da sud a nord e da
ovest a est, suscitando la grande ’’internazionale valdese”. Predicatori che
avevano voluto essere non un ordine
di predicatori ma un popolo di testimoni.
Una cosa è altrettanto certa, oggi:
che il bisogno e la volontà di evangelizzare, fra noi non palpita. Siamo
ormai innanzi nell’anno delVS” centenario del movimento valdese, ci avviciniamo al ’’culmine” delle manifestazioni, abbiamo studiato, riflettuto e dibattuto, in molti casi seriamente, le tematiche del valdismo primitivo e ne abbiamo cercato i riflessi per l’oggi, abbiamo ternato bilancile svolto inchiesti fra noi (qualcuno, anche all’esterno), abbiamo tentato di coinvolgere altri, nelle nostre città, in questa rievocazione riflessiva, abbiamo pubblicato
articoli, opuscoli e libri ponderosi, .che
resteranno come pietre miliari, abbiamo cercato, qua e là, di essere ’’presenti al mondo”, come si dice, e impegnati in battaglie civili. Ma quella che
avrebbe dovuto essere la nota dominante — anche il Sinodo l’aveva ricordata e richiesta —, l’evangelizzazione,
è singolarmente assente dalle nostre
azioni, dalle nostre manifestazióni,
dalle nostre stesse riflessioni. In un
anno centenario come questo ci si
sarebbe potuto attendere un rilancio
del ’’senso missionario” nelle nostre
chiese. Ma non è stato così. La passione di testimoniare di Cristo, di chiamare uomini — accanto a noi e lontano da noi, in senso geografico come in
senso storico e sociologico — a incontrare l’Iddio vivente, il Padre del nostro Signore Gesù Cristo, Salvatore
del mondo, è stata di pochi. Pochi a
pieno tempo, pochi a tempo parziale,
pochi ’’laici” e pochi pastori; e nessuno ha sentito o lasciato ¡naturare in sé
una vocazione missionaria: almeno,
così pare, eppure sarebbe stato questo
il tanto discusso ’’gesto significativo”
del centenario.
Scrivo questo con umiliazione, chiedendomi: nel corso di quest’anno chi
hai avuto il coraggio (e la semplicità)
SESSISMO
donne
cristiane
a cenvegne
a Berlino
Oltre centocinquanta
donne provenienti da
paesi di ogni continente si sono riunite
a Berlino, su invito
del CEC, per una
conferenza su « Il
sessismo nel mondo
attuale »; hanno partecipato pure rappresentanti di organismi
dell’ONU; iniziative
future in relazione
con l’Anno internazionale della donna,
indetto dall’ONU per
il 1975. Leggere un
servizio a pag. 5. Nella foto, alcune partecipanti, fra cui il
giudice Annie liagge,
del Ghana.
(foto CEC)
di mettere in presenza di Cristo? Chi,
che non lo conoscesse, ha incontrato
Cristo per mezzo tuo, in quest’anno?
Chi è stato chiamato e formato ad
evangelizzar Lo, nella propria cerchia,
attraverso la tua predicazione, la tua
catechesi? E ti sei lasciato muovere a
gelosia, da chi s’impegnava più di te,
magari (pensi) con meno conoscenza,
ma con ben altro zelo? Insomma, hai
o non hai presente, per te e per gli
altri, la « sola cosa necessaria »? E ci
credi o no, che lo Spirito Santo è lo
stesso oggi come alla Pentecoste? Gli
stessi interrogativi valgono forse per
la mia chiesa torinese, per la nostra
chiesa valdese.
Ecco, quel che ci è mancato, finora:
il ravvedimento, la vera umiliazione
davanti al Signore della vocazione e
della missione, umiliazione sofferta,
nel senso bruciante della nostra inutilità ( i « buoni a nulla » della parabola
di Luca 11, che anzi non possono neanche dire di « aver fatto tutto quel che
è stato loro ordinato »!), se non siamo
bocche, pensieri, vite che offrano un
supporto, come un candeliere, alla
fiamma dell’Evangelo.
Dovremo ancora parlare dell’evangelizzazione, riflettervi, chiederci che
vuol dire, e come farla. Pregare perché
ci sia data. E evangelizzare. ’’Duriamo” solo per questo.
Gino Conte
1! Moderatore Aldo Sbaffi ha partecipato a Louisville, Kentucky,
aH’Assemblea generale della Chiesa presbiteriana unita negli U.S.A.
Il rifiuto di tacere di fronte aii'ingiustizia
Le due maggiori Chiese presbiteriane statunitensi verso l’unione — Il tentativo di una nuova confessione di fede — Parole chiare di fronte a questioni attuali politiche e sociali
Inaugurate a Torre Pellice
il Museo Valdese rinnovato
Nel pomeriggio di domenica 7 luglio è stato inaugurato il Museo Valdese di Torre Pellice completamente ristrutturato, rinnovato e
ampliato: lo hanno presentato, nel suo significato di testimonianza, il prof. A. Armand
Hugon e il Moderatore A. Sbaffi; hanno portato un saluto augurale i consiglieri provinciali L. Bein e C. Martina e il sindaco G.
Steffanetto. La cronaca a pag. 3.
niini
Avendo partecipato lo scorso anno
al Sinodo della Chiesa Riformata Unita (Prespiteriani e Congregazionalisti)
a Londra, la prima impressione trovandomi a Louisville è stata quella
della grande diversità delle due Assemblee. A Londra dominava infatti
l’antica solennità tradizionale inglese,
a Louisville lo stile del nuovo mondo,
efficienza nella organizzazione, ma assenza totale di apparato esterno.
L’Assemblea ha avuto luogo in un
immenso salone che ha contenuto talvolta 5.000 persone. Erano presenti i
delegati di ben 160 Presbitèri, da quelli dell’Alaska a quelli confinanti col
Messico. I rappresentanti delle Chiese
estere comprendevano asiatici in gran
numero ed anche africani.
Va tenuto presente che contemporaneamente alla Assemblea della Chiesa Presbiteriana Unita, si teneva in
Louisville anche l’Assemblea della
Chiesa Presbiteriana (Southern) degli
Stati Uniti. Complessivamente rappresentavano 4 milioni di credenti.
Mentre le due Assemblee si riunivano indipendentemente per i lavori,
i culti erano tenuti in comune. Il culto
di Santa Cena all’inizio dell’Assemblea
è stato tenuto in comime. Cosi, circa
5.000 credenti hanno partecipato insieme alla Santa Cena. Gli anziani delle
Chiese di Louisville (180) hanno distribuito gli elementi. lutto è proceduto con grande ordine g raccoglimento.
Le ventiquattro corali delle rispettive
Comunità di Louisville erano riunite
per guidare il canto.
Vi è stata la predicazione, molto
aderente ai problemi del nostro tempo, ma essa — pur centrata su un unico testo — è stata pronunciata in forma dialogata da parte dei Moderatori
delle due Assemblee.
La presenza della Chiesa Valdese
a Louisville
L’invito ufficiale giunto al Moderatore della Chiesa Valdese a partecipare
aH’Assemblea di Louisville, offrendogli
la copertura di ogni spesa, aveva un
significato ben preciso: la United Presbyterian Church degli Stati Uniti, voleva in tal modo esprimere la propria
partecipazione aH’VIII centenario del
sorgere del movimento valdese.
La Chiesa Valdese è molto conosciuta negli Stati Uniti ed abbiamo un folto numero di amici nel nord America.
Così, mentre le due Assemblee erano
riunite, circa 4.000 persone, è stata data la parola al rappresentante della
Chiesa Valdese. L’Assemblea ha voluto
sottolineare la propria comunione con
la Chiesa Valdese, alzandosi spontaneamente in piedi.
Il nostro amico pastore Michael
Testa, incaricato dei rapporti ecumenici della UPCUSA a Ginevra, ha poi organizzato una riunione particolare per
dar modo al rappresentante della
Chiesa Valdese di esporre i problemi
attuali della nostra Chiesa e di rispond.ere alle domande.
Nella precedente visita a New York
avevo richiesto alla United Presby
STA PER APRIRSI A LOSANNA IL CONGRESSO INTERNAZIONALE
PER L’EVANGELIZZAZIONE MONDIALE, 16-25 LUGLIO
“Terra, ascolta la sua voce,,
Lungamente preparato, sta per aprirsi, a Losanna, il Congresso internazionale per l evangelizzazione
mondiale, organizzato da rappresentanti cristiani di ogni continente - Larga partecipazione del terzo^
mondo, laica, femminile, giovanile — Pubblichiamo, riprendendola da ”Le Christianisme XX°
siede” (4.7.’74), un’intervista con Lue Verlinden, uno dei responsabili della preparazione di ’’Losanna 74”; ritorneremo sulla tematica del congresso
• Nel 1966, a Berlino, si è tenuto un
primo Congresso internazionale di
evangelizzazione. Perché un secondo congresso di questo tipo nel
1974?
Quel primo congresso internazionale
ha dato uno slancio nuovo aU’evangelizzazione. Come conseguenza diretta, si sono avuti un po’ dovunque nel
mondo incontri del genere: in America Latina, in America del Nord, a Sin
gapore, a Amsterdam etc. Nel 1971 il
dr. Billy Graham ha scritto a un centinaio di responsabili di chiese evangeliche disperse nel mondo per sottoporre loro questa domanda: « Si avverte
la necessità di un nuovo Congresso
mondiale sull’evangelizzazione? » La risposta fu quasi unanimemente positiva, tutti erano fermamente convinti
che fosse giunta l’ora di una testimonianza evangelica che abbracciasse il
mondo intero ed erano d’accordo nel
cogliere l’occasione. Così è nato Losanna 1974, e si è subito imposta la
necessità che fosse un congresso di
lavoro, non di discorsi, cercando soluzioni pratiche e strategie efficaci, definendo il quando, il come e il perché
di una evangelizzazione mondiale.
• Chi ha convocato il Congresso?
Un Comitato d’invito comprendente
173 leaders cristiani di tutto il mondo
e avente il dr. Billy Graham come presidente d’onore; fra i membri di questo comitato, l’esecutivo è costituito
da 29 persone rappresentanti tutti i
continenti.
• Non si tratta dunque di un Congresso organizzato dall’Associazione Billy Graham?
L’evangelista B. Graham e i membri
della sua organizzazione collaborano
alla preparazione del Congresso, B.
Graham darà due messaggi nel corso
dei suoi lavori e la predicazione nello
Stadio olimpico di Losanna, il 21 luglio alle 15; ma il Congresso è organizzato dal comitato dei 173 responsabili cristiani.
• Chi sarà invitato?
Il Congresso riunirà 2700 responsabili, pastori e laici, uomini e donne, venuti da ogni parte del mondo. I gruppi nazionali comprenderanno donne,
laici, evangelisti, missionari, pastori.
professori in teologia, pubblicisti cristiani, di fatto tutte le categorie di
persone impegnate nell’evangelizzazione. Secondo il desiderio degli organizzatori, si fa largo posto alla chiesa del
terzo mondo in piena evoluzione, e ai
giovani ministeri: 20% dei partecipanti avranno meno di 30 anni e 60% meno di 45 anni. Il comitato esecutivo ha
rivolto gli inviti in stretta collaborazione con i comitati consultivi nazionali. Gli invitati devono essere evangelici convinti impegnati in un settore
dell’attività cristiana.
9 Che faranno i partecipanti?
Il Congresso è concepito come una
tappa, piuttosto che come un avvenimento di dieci giorni. Ciò che avviene
e avverrà prima e dopo sarà altrettanto importante di ciò che avverrà in
quei dieci giorni. Chi accetta l’invito
s’impegna a una partecipazione attiva.
Già in precedenza hanno studiato i
testi delle mattinate di studio in sessione plenaria, inviando ai vari autori
le loro reazioni; in tal modo gli oratori potranno immediatamente entrare
nel vivo. Durante il congresso l’accento verrà posto sulla partecipazione
personale alle discussioni nei gruppi
di studio, che occuperanno la metà del
tempo del programma. Si prevedono
in particolare discussioni sul modo di
raggiungere regioni non ancora evangelizzate e altri gruppi religiosi, come
pure dimostrazioni pratiche di attività
evangeliche che hanno dato buona
prova, e seminari per stabilire il nesso fra teologia ed evangelizzazione.
Eminenti responsabili cristiani di
vari paesi parleranno nelle sessioni
plenarie; oltre la metà proverranno
dalle chiese del terzo mondo, africane, asiatiche e latinoamericane; e naturalmente parteciperanno alle discussioni pomeridiane, che prevedono pure
(continua a pag. 1)
terian Church degli U.S.A., di prendere in esame la situazione dell’Uruguay. Avevo espresso la necessità di
documentarsi e di interrogarsi sulle
responsabilità degli Stati Uniti nella
situazione del Sud America.
La mia grande speranza, accettando
1 invito a recarmi a Louisville, era
proprio quella di poter porre le stesse
domande in sede più allargata. Mi è
stata data questa possibilità includendomi nella Commissione per gli affari
internazionali.
Molte tematiche dell’Assemblea richiederebbero una relazione a parte;
i problema discussi infatti sono stati
di estremo interesse. Permettetemi di
limitare questa informazione a due
sole tematiche: quella del progetto di
unione delle due Chiese Presbiteriane
e quella della presa di posizione dell’Assemblea nei confronti dei popoli
oppressi.
I! progetto di unione
delle due Chiese Presbiteriane
Abbiamo detto che in Louisville si
sono tenute contemporaneamente le
Assemblee generali delle due Chiese.
Questo non avveniva dal lontano 1913.
La divisione delle due Chiese è avvenuta al tempo della Guerra Civile. Esistono certo anche altre Chiese Presbiteriane negli U.S.A. ma di minore entità; anch’esse sono in qualche modo
coinvolte dal progetto di unione.
Il primo atto indicativo della volontà di unione Io hanno compiuto le due
Assemblee nella nomina dei Moderatori. La Chiesa Presbiteriana (southern) per la prima volta nella sua
storia ha eletto quale Moderatore un
pastore di colore. La Chiesa Presbiteriana Unita, ha nominato quale nuovo
Moderatore il pastore Roberto Lamar,
uno dei più accesi sostenitori dell’unione.
Le due Assemblee hanno avuto riunioni in comune, anche per determinate discussioni. Un documento (125
pagine a stampa) « A Pian for Union »
testimonia della serietà del progetto
di unione. Nella prima parte è interessante notare come si sia tentato di
esprimere in termini moderni una nuova confessione di fede. Questa si fonda sulle antiche confessioni di fede e
su quelle del tempo della Riforma,
prendendo però anche in seria considerazione la Confessione di Barmen.
Qualcuno ha definito questo tentativo
di esprimere la fede in un linguaggio
comprensibile dall’ uomo moderno
una « dichiarazione di fede del XX secolo ». Ora tutto il documento andrà
all’esame delle Chiese e dei Presbiteri:
verrà esaminato durante tutto il 1974
e il 75, Il varo definitivo per l'unione
delle due Chiese è previsto per la General Assembly del 1976.
Di questa bozza di nuova Confessione di fede, riteniamo utile dare qualche esemplificazione, tratta dal capitolo: «La missione della Chiesa»:
« La Chiesa è chiamata ad essere
un segno nel mondo e per il mondo
della nuova realtà che Dio ha resa possibile in Cristo Gesù. Questa nuova
realtà rivelata in Cristo Gesù è la nuova umanità, una nuova creazione, un
nuovo inizio per la vita umana nel
mondo... », « le cose vecchie sono fatte
nuove ».
« La Chiesa è chiamata a proclamare la buona novella... che il nuovo
mondo sta per sorgere: che l’Iddio che
dà la libertà agli schiavi, che libera i
prigionieri, che dà la vista ai ciechi... è
ancora all’opera nel mondo. La Chiesa
è chiamata, con una chiara qualificazione della propria vita, a rendere visibile la nuova realtà in Cristo... ».
« La Chiesa è chiamata a partecipare
all’attività di Dio nel mondo mediante
il dono della propria vita per gli altri,
sanando e riconciliando; partecipando
alle sofferenze di coloro che soffrono;
impegnandosi a far sì che abbiano
"potere” coloro che ora ne sono privati; impegnandosi nella lotta per la
giustizia; provvedendo .alle necessità
dei poveri, dei malati, di tutti coloro
che sono oppressi ».
«La Chiesa è chiamata a compiere
la propria missione assumendone i
i rischi nella propria vita, confidando
in Dio soltanto... ».
« La Chiesa è chiamata ad una nuova "apertura” nella comunità, affer(continua a pag. 2)
2
pag. 2
N. 27-28 — 12 luglio 1974
IL SINODO DELLA CHIESA RIFORMATA DEL BELGIO
• - i
Una Chiesa minoritaria
cerca il suo ruolo nel paese
Nei giorni 7-8-9 giugno, a Nessonvaux (Uegi) ha avuto luogo il Sinodo
della Chiesa Riformata del Belgio.
Mentre il treno mi portava attraverso la Svizzera, la Francia, il Lussemhurgo e il Belgio, attraversando regioni come il Cantón Ticino, il Giura, la
Alsazia, la Lorena e le Ardenne, toccando città come Lugano, Lucerna,
Basilea, Strasburgo, Metz, Lussemburgo e Liegi, il mio pensiero andava a
quell’« internazionale valdese » che, nel
Medio Evo, percorreva (spesso a piedi) l’Europa portando le esigenze evangeliche della predicazione, della povertà, del rifiuto del potere e della violenza, della comunità fraterna, cioè le
esigenze di un cristianesimo vissuto...
e mi domandavo quale potrebbe ancora essere oggi lo specifico apporto
« valdese » nell’Ecumene cristiana europea, e, molto più modestamente,
quale sarebbe stato il messaggio che
avrei dovuto recare ai fratelli riformati del Belgio.
Non è necessario che io dica con
quale cortesia e calore sono stato accolto da quei fratelli che ben conoscono la nostra storia.
« « *
La Chiesa Riformata del Belgio è
una piccola chiesa; conta circa 6.000
membri; 45 comunità; 20 pastori, di
cui 9 provenienti dalla Svizzera e dalla Francia. Ho avuto il piacere di incontrare il Pastore Raymond de
Rham, che le nostre chiese di Roma
ben ricordano, e il Pastore Jean-Marc
Buscarlet che fu Pastore per vari anni ad Angrogna. La Chiesa Riformata
non è l’unica chiesa Evangelica del
Paese. Ve ne sono varie altre: la Chiesa Protestante (legata allo Stato da
un concordato), le « Gereformeerde
Kerken» (di lingua fiamminga), una
Chiesa Luterana (di lingua tedesca),
oltre a varie altre denominazioni come
i Battisti e i Metodisti.
Da alcuni anni la Chiesa Riformata
intrattiene trattative con la Chiesa
Protestante e le « Gereformeerde Kerken» al fine di giungere ad una imione con esse e formare una sola Chiesa.
Tra i vari temi dibattuti al Sinodo c’è
stato appunto questo dell’unione delle
tre Chiese. Le difficoltà per l’unione
non vertono tanto su particolari punti dottrinali (anche se, ho notato, i
belgi come gli olandesi sono piuttosto
puntigliosi in fatto di dottrina e di
teologia!), quanto piuttosto sulle implicazioni che tale unione comporterebbe nelle relazioni con lo Stato. La
Chiesa Protestante, come si è detto, è
legata allo Stato mediante un concordato che risale, in origine, al secolo
scorso quando il Belgio acquistò l’indipendenza. Le singole parrocchie di
quella Chiesa sono riconosciute dallo
Stato e sono sullo stesso piano di quelle cattoliche : lo Stato provvede finanziariamente al loro mantenimento e
paga i pastori. La Chiesa Riformata
(di cui sono stato ospite) non ha concordato con lo Stato ed i suoi rapporti con questo sono regolati più o
meno come lo sono i nostri con lo
Stato Italiano. Questa Chiesa, nella
sua maggioranza, è contraria al concordato, anche se si riconosce che la
Chiesa ha un compito di testimonian
za nei suoi riguardi e nei riguardi del
Paese. La critica che molti muovono
alla Chiesa Protestante ed alla corrente concordataria della Chiesa Riformata non è solo contro eventuali « privilegi» che potrebbero derivare (e che
di fatto derivano là dove la Chiesa vive in regime concordatario), ma contro un certo « trionfalismo » : un protestantesimo modesto che vorrebbe essere tenuto in considerazione dallo
Stato, dall’opinione pubblica, un protestantesimo che vorrebbe essere maggiormente presente alla radio, alla televisione, nella scuola statale (ove c’è
l’obbligo per tutti ^ gli alunni di seguire un corso di religiohe cattolica, prò-'
testante, ebraica, o un corso di « morale laica » per i non appartenenti ad
una confessione religiosa). Le trattative con le altre due Chiese (specialmente con la Protestante) non sono
facili su questo punto.
La speciale « Commissione di Contatto », che si occupa delle trattative,
ha indicato una data possibile per fare l’unione: il 1978. Ma ha anche affermato che non dovranno essere le « Direzioni » delle Chiese a promuovere
l’unione ma la base, cioè le comunità
locali che vivono nella stessa città o
nello stesso villaggio, spesso senza conoscersi a fondo. C’è, dunque, un grande lavoro da fare nelle comunità.
* * *
Altro tema è stato quello delle comunità locali. Benché il Belgio sia un
paese relativamente piccolo, le chiese
evangeliche, modeste per numero e
niembri di chiesa, si trovano mo.lto
disseminate. Si sentono isolate e staccate le une dalle altre (come in certe
regioni le nostre comunità della diaspora). Spesso mancano di Pastore e
sono servite dal Pastore che ha la cura di tre o quattro altre comunità, il
quale, benché motorizzato, non può
naturalmente fare miracoli e non ha
certo la virtù dell’ubiquità. A questo
proposito, si è parlato di « animatori
di comunità », cioè di laici che si sentono impegnati nella vita della comunità e che potrebbero (ed in im prossimo futuro dovrebbero, e dovranno
forse) prendersi il carico della direzione della comunità stessa. È un po’
il discorso che si fa da noi sul «Pastore locale », già in atto in alcuni casi. Sono stato invitato a esporre la situazione delle nostre chiese là dove,
anche da noi, mancano i Pastori e dove, giocoforza, è necessario riscoprire
i doni per oortare avanti il lavoro di
predicazione, istruzione e cura d’anime. È stato detto che questi «animatori di comunità » non devono essere
considerati dei « mini-pastori », anche
se, per forza di cose, non avranno subito una formazione teologica completa. Una buona base biblica è punto di
partenza sufficiente; la formazione teologica dovrà necessariamente seguire
come alimento costante per conservare alla predicazione, all’istruzione e alla cura d’anime quel livello di forma
e di contenuto senza i quali esse scadono e si inaridiscono.
* *
Il tema dell’istruzione catechetica e
•fffia gioventù è stato un altro punto
di rilievo. Per quanto si riferisce all’i
Affamati
Leggendo
il sermone
sul monte
della giustizia di Dio
La serie delle beatitudini si chiude con un’affermazione che
le riassume tutte: « Beati i perseguitati a causa della giustizia,
perché di loro è il Regno dei cieli » (Mt. 5: 10).
Infatti, quando noi saremo stati poveri in ispirito, mansueti,
misericordiosi, puri di cuore, e così via, che cosa avremo fatto se
non contribuire allo stabilirsi della giustizia sulla terra, fra gli
uomini e fra le cose? « E questa sarà la nostra giustizia: l'aver
cura di mettere in pratica tutti questi comandamenti nel cospetto
dell’Eterno, dell’Iddio nostro, com’Egli ci ha ordinato » (Deuteronomio 6: 25).
Così proclama il Deuteronomio, dopo aver esposto la legge
di Dio, quello che Dio vuole che sia compiuto dagli uomini, affinché possano vivere. La giustizia così intesa, non quello che gli uomini chiamano giustizia, ma la giustizia di Dio, che si riassume
nel credere, nel tenersi uniti alla persona vivente del Figlio
unico di Dio, Gesù Cristo.
Ma c’è qualcuno che non vuole vedere gli uomini giustificati
nel Cristo, che odia la giustizia di Dio, e cerca d’illudere gli uomini proponendo loro molte altre giustizie che all’uomo naturale,
non rinnovato dalla grazia e reso da essa figlio di Dio, sembrano
più piacevoli, meno dure, perché assecondano i suoi istinti egoistici. Ed allora questo Nemico .svolge una guerra contro quelli
che esercitano la giustizia di Dio, che desiderano vivere come Dio
vuole; e suscita contro di essi difficoltà d’ogni sorta, persecuzioni
fino alla morte fisica.
Il credente, colui che preferisce Dio al diavolo, deve resistergli malgrado tutto, con la forza che il Cristo inevitabilmente fornisce ai suoi fratelli; ed allora, quando la lotta avrà fine — perché
avrà certamente fine un giorno — entreranno trionfanti nel Regno della giustizia, nel Regno di Dio finalmente instaurato.
Lino De Nicola
struzione catechetica, più che una quetione di programmi e di metodo, è parso al Sinodo che fosse questione della
partecipazione dei giovani catecumeni
alla Santa Cena, i un problema attualmente dibattuto in varie chiese europee. Ci si chiede; dal momento che i
catecumeni cominciano a essere istruiti nella conoscenza dell’Evangelo, perché non dovrebbero essere ammessi, a
loro richiesta, alla Santa Cena? Si ritiene che il condizionare la partecipazione dei catecumeni alla Santa Cena
all’atto formale della confermazione,
dopo un periodo ,abbastanza lungo di
studio, non solo non ha riscontro nella prassi neotestamentaria ma può essere controproducente per la fede nascente nel cuore dei ragazzi. Nel Nuovo Testamento, l’àmmissione al battesimo (e quindi anche alla Cena del Signore) avveniva ^ generalmente dopo
un sommario annunzio della Parola e,
naturalmente, dopo la accettazione di
questo annunzio e non, come poi lentamente si è instaurato nelle chiese,
dopo anni di stujdio con esami sulla
conoscenza, la fede, la morale dei giovani. Il Sinodo è .stato dell’idea di lasciare ampia libertà alle chiese locali,
di non voler regolamentare sempre
tutto, di fare affidamento sulla fede
personale dei giovani catecumeni, e
quindi di ammetterli, a loro richiesta,
iniziato il catechismo, alla Santa Céna.
Cos"', facendo, la ammissione alla Santa Cena non sarebbe più considerata
come una specie di premio, un certificato di maturità dopo di che nulla più
è richiesto.
Per quanto riguarda il problema
della gioventù, risulta che anche in
Belgio c’è una crisi profonda (ogni
mondo è paese!). I giovani sono poco
attirati e interessati alla vita della
Chiesa. (C’è da chiedersi, come ha fatto qualcuno, se lo siano di più per il
messaggio dell’Evangelo). Anche lassù
i giovani si interessano volentieri di
ben altre cose: divertimento, evasione. sport, droga... di politica, ma un
po’ meno che da noi!!. Se alcuni elementi sono disposti ad avere qualche
contatto con la Chiesa lo fanno a condizione di poter usare i suoi locali e
senza troppi controlli e senza essere
« inouadratl » in una organizzazione.
Direi che i giovani belgi sono molto
meno «politicizzati» ma assai più
«laicisti» di quelli italiani (il «laicismo » in Belgio è cosa di vecchia data!). C’è un giovane candidato che si
occupa di questo settore, ma — come
mi ha confessato — senza molto successo. Dal Sinodo è, tuttavia, emersa
la convinzione che bisogna dare fiducia ai giovani e non sempre voler riSDondere con la contestazione alla loro contestazione.
* * *
Si è _ parlato anche della stampa
evangelica. La Chiesa Riformata pubblica un settimanale « Paix et Liberté ». Per quanto considerato positivo,
il contenuto di questo giornale non
accontenta sempre tutti (e quando mai
un giornale di chiesa accontenta tutti?
Passiamo la domanda a Gino Conte!).
Il Direttore ha risposto che la funzione di un giornale di chiesa non è di
accontentare sempre tutti (ciò è impossibile e forse non auspicabile) ma
di portare una riflessione evangelica,
obiettiva, onesta, indipendente sui problemi del momento. Se talvolta il contenuto del giornale è lacunoso o parziale (per non dire partigiano e settario... il che è anche possibile!) ciò è
dovuto — ha detto il Direttore — alla
"mancanza di collaboratori assidui, regolari e puntuali. Un giornale di chiesa dovrebbe poter contare su un certo
■numero di collaboratori che esprimano una vasta gamma di orientamenti
e di tendenze sia in campo strettamente religioso che in quello sociale e politico.
* * *
Terzo Mondo. La Chiesa Riformata
Belga è imoegnata nel progetto di costruzione di una « ferme-école » a Kalulushi nello Zambia. La quota annuale che le comunità devono raggiungere è di 125 mila franchi belgi pari a
circa 2 milioni e mezzo di lire. La stessa Chiesa, nel quadro della Federazione Protestante Belga e dei rapporti col
cattolicesimo ha pure sostenuto una
azione denominata « Anno della giustizia 1973-74 ». Si tratta, prevalentemente. di sostenere certe iniziative che il
Consiglio Ecumenico di Ginevra e la
commissione cattolica « lustitia et
Pax » intraprendono nel campo assistenziale, medico, educatl-'m e di sviluppo sociale in Africa. Il Sinodo ha
lamentato che. nonostante la diffusione di un « dossier » esplicativo, le comunità non sembrano essersi molto
interessate alla questione. Durante il
dibattito di questo tema, sono state
raccolte delle firme dei membri del
Sinodo per sollecitare il Governo di
Bruxelles a interessarsi e intervenire
nella questione dei prigionieri del SudVietnam le cui condizioni inumane sono state denuncipte recentemente dal
Pastore Valdese Tullio Vinay, che ha
tenuto una serie di conferenze in varie
città del Belgio.
* « *
Rapporti interconfessionali. Anche
in Belgio c’è una Federazione che raggruppa le principali Chiese protestanti. Questa Federazione si occupa principalmente dei culti radio e della televisione, dell’insegnamento religioso
evangelico nelle scuole statali, della
cappellania negli ospedali, nelle forze
armate e negli stabilimenti di pena.
È stata lamentata una certa unilateralità di orientamento teologico nel
servizio radio-televisione (i messaggi
sembrano ad alcuni troppo « fondamentalisti», pietisti... Da noi si direbbe il contrario, almeno in certe circostanze ! ).
I rapporti con la Chiesa Romana
sono improntati a cordialità (e dov’è
che, oggi, non c’è cordialità tra le Chiese almeno sul piano della ufficialità?).
In Sinodo sedeva un rappresentante
del vescovo di Liegi, anche se era difficile riconoscerlo perché, benché abate di un certo rango, vestiva del tutto
simile a qualsiasi membro del Sinodo,
anzi, direi in una foggia ostentatamente sportiva! Ha, naturalmente, rivolto
un messaggio, molto breve e familiare. La nota che ho potuto cogliere nel
Sinodo è questa: l’unità non è ancora
né per oggi né per domani. È però necessario sforzarsi per sgombrare il
terreno per giungere alla sostanza dell’Evangelo. C’è, in questo momento, un
certo disagio nei rapporti col cattolicesimo .a causa di certe motivazioni e
iniziative che si vanno prendendo a
nroposito dell’« Anno Santo », motivazioni e iniziative che fanno pensare —
mi si diceva — di essere tornati in pieno XVI secolo (la vendita delle indulgenze che fu come la scintilla che fece
divampare la protesta di Lutero).
Benché fossi già stato invitato due
volte a prendere la parola su alcuni
punti particolari in discussione nel Sinodo, domenica mattina, 9 giugno, po
co prima che iniziasse il culto solenne
di insediamento del nuovo Consiglio
Sinodale (la nostra Tavola), mentre
era presente una grande assemblea di
membri di chiesa venuti da varie parti del Paese, fui invitato a recare un
rnessaggio. È stato, certo, un onore
singolare che il Sinodo volle riservare
alla Chiesa Valdese in occasione dell’8'’ centenario del movimento di Valdo. Nel recare il saluto fraterno della
nostra Chiesa, ho ricordato brevemente le origini del Valdismo ed i suoi caratteri specifici. Ho letto il messaggio
che il nostro Sinodo (1972) ha formulato all’indiiizzo delle Chiese della Riforma ed illustrato alcuni aspetti della nostra presenza e della nostra testimonianza oggi in Italia: il problema
ecumenico, specialmente in rapporto
al cattolicesimo del dissenso, il problema socio-politico nella visuale evangelica e il problema della nostra identità cristiana ih una società in trasformazione.
♦ 4: 9):
In complesso, un Sinodo interessante, vivace e spigliato, anche se taluni
problemi mi sono apparsi un po’ troppo ingigantiti rispetto alla loro reale
portata. Porse ciò è caratteristico di
tutte le Chiese minoritarie, per le quali anche i minimi particolari acquistano rilevanza. (Non è forse cosìi anche
per il nostro Sinodo?). Sono lieto di
essere stato mandato dalla nostra Amministrazione a rappresentare la Chiesa Valdese perché, oltre ad aver avuto
l’occasione di recare un messaggio fraterno, anche se modesto, ho ricevuto
un arricchimento in fatto di esperienze e di conoscenze di problemi, situazioni e persone che, per certi aspetti,
ci sono assai vicini ma che non sempre conosciamo come dovremmo.
Giovanni Peyrot
Rifiuto di tacere di fronte aii'ingiustizia
Esegue da pag. 1)
mandosi come una comunità che accetta la diversità... una nuova ’’apertura” alle possibilità ed ai pericoli della
propria istituzione e costituzione... una
nuova ’’apertura” alla continua riforma della Chiesa ecumenica, affinché
essa possa essere un più efficace strumento di missione nel mondo ».
Questo motivo della "diversità" e
quello dell’ "apertura" lo ritroviamo
in molti documenti. Per la "diversità”
è stato affermato:
« Noi crediamo che la "diversità” all’interno della nostre Chiese, può essere una delle grandi forze. Nelle tensioni e nelle differenze diviene possibile
diventare veramente creativi. Una cieca uniformità può portare alla morte,
co.‘'-ì come le polarizzazioni portano alle divisioni ».
La testimonianza cristiana
nelle società repressive
e la responsabilità degli Stati Uniti
La Chiesa Presbiteriana Unita degli U.S.A. è fortemente impegnata nella vita sociale e politica della nazione.
Sono conosciute le prese di posizioni
molto chiare e coraggiose al tempo
della guerra nel Vietnam. Ricordiamo
anche che è stata proprio le Chiesa
Presbiteriana Unita a eleggere quale
Moderatore, molti anni fa, un pastore di colore, quando le tensioni razziali erano molto acute. Quest’anno l’Assemblea ha preso posizione sullo scandalo Watergate affermando che la così
detta crisi politica è in realtà una crisi di carattere morale del popolo americano e che va sostenuto il legale e
costituzionale processo di « impeachment », quale un mezzo per risolvere
questa crisi morale.
Il documento preparato per la Commissione « Affari Internazionali », è di
grande importanza. È appunto in questo documento che ho richiesto di inserire la denuncia sulla situazione di
oppressione in Uruguay.
Vale la pena di riportare alcune affermazioni della dichiarazione per far
comprendere la validità della denuncia.
« Alcune nazioni nel mondo hanno
recentemente sperimentato un mutamento da una forma costituzionale di
governo ad un governo per decreto.
Sovente, ma non sempre, ciò è stato
preceduto da un colpo militare, talvolta pacifico, talvolta sanguinoso,
ou-si sempre rapido, a cui hanno fatto
seguito mutamenti decisivi. Ciò ha
comportato l'istituzione della legge
marziale, la sospensione delle attività
parlamentari e delle elezioni, restrizioni nella stampa, soffocamento delle
libertà civili, imprigionamento e tortura degli oppositori politici ».
Nei casi più gravi, la giunta militare
diviene detentrice del potere e dell’autorità, ma anche quando ciò non avviene, il potere è sostenuto dalle forze
repressive: polizia segreta, minaccia
del carcere e tortura.
« Alle Chiese viene richiesta "lealtà”
nel sostenere il governo... ».
Il documento denuncia la responsabilità degli Stati Uniti e il danno che
viene recato ai paesi noveri dagli investimenti delle società multinazionali.
« Evidentemente in questa situazione, i sindacati, gli scioperi, ed ogni forma di lotta sociale, sono messi fuori
legge, in modo da poter preservare i
profitti degli investimenti esteri. Questi investitori appoggiano quindi la
repressione del regime autoritario. La
legge costituzionale può essere così
sospesa, gli oppositori soppressi ed i
privati cittadini imprigionati o torturati, senza accusa, la stampa soffocata
e l’opposizione costretta a sottomettersi... con la tacita o aperta approvazione del nostro governo... gli Stati
Uniti sono coinvolti in situazioni nelle
quali governi repressivi sono al potere ».
Il documento descrive alcune situazioni: Brasile, Cile, Corea, Mozambico
e poi continua: « La nostra responsabilità cristiana di cittadini ci obbliga
ad esaminare attentamente queste situazioni di oppressione nelle quali la
condotta del Governo degli Stati Uniti
e le istituzioni economiche sono coinvolte. Noi, come cristiani, negli Stati
Uniti, siamo corresponsabili di questa
situazione quando con il nostro silenzio ci rassegnarne alla politica del nostro Governo che rafforza i regimi repressivi mediante i programmi di aiuto militare ed economico ».
« Alla luce di queste considerazioni
la 186“ Assemblea Generale... impegna
le Chiese ed i singoli membri a documentarsi sulla reale situazione dei popoli oppressi e sulle responsabilità
del Governo degli Stati Uniti. L’Assemblea Generale si rivolge al Governo
affinché si pronunci apertamente contro l’uso della tortura nei paesi che ricevono aiuto militare ed economico.
« Il Presidente dovrebbe negare ogni
forma di assistenza militare ed economica ai governi di qualsiasi paese straniero che pratica l’imprigionamento
dei cittadini per motivi politici ».
In queste note informative sui lavori dell’Assemblea Generale della Chiesa Presbiteriana Unita degli Stati Uniti, abbiamo sottolineato soltanto due
dei molti temi discussi; essi, pensiamo,
possono fornire delle indicazioni utili
nella attuale situazione della Chiesa
Chiesa Valdese in Italia.
1) La prima tematica, quella del
progetto di unione delle più grandi
Chiese presbiteriane degli Stati Uniti,
pone in evidenza la necessità di formulare una nuova confessione di fede
che abbia, certo, il solido fondamento
delle antiche confessioni di fede del
tempo della Riforma, ma che tenga anche conto delle « dichiarazioni di fede » che si sono succedute nel tempo,
come ad esempio quella di Barmen. E
molto sentita altresì la necessità di
riuscire ad esprimere una dichiarazione di fede in un linguaggio comprensibile all’uomo moderno e che
tenga conto della realtà storica che
ogni generazione vive.
Una « dichiarazione di fede » non dovrebbe limitarsi a precisare la « dottrina » della Chiesa, ma dovrebbe lasciare ampio spazio per indicare quale
è la « missione » della Chiesa in un
determinato contesto storico.
2) La seconda tematica affrontata
dall'Assemblea Generale della Chiesa
Presbiteriana Unita degli Stati Uniti,
interessa anch'essa molto da vicino la
Chiesa Valdese, in quanto molti nostri
fratelli in fede vivono in Uruguay e
non pochi stanno sperimentando le
conseguenze dell’oppressione. Ma non
solo questo, la chiara posizione assunta dalla Chiesa Presbiteriana Uniti degli Stati Uniti pu- far riflettere quanti nelle nostre comunità valdesi in Italia sono turbati quando la Chiesa denuncia le ingiustizie del nostro tempo
e si inserisce nella problematica delia
vita sociale e politica del nostro
tempo.
L’Assemblea Generale della Chiesa
Presbiteriana Unita degli Stati Uniti
ha rifiutato il « silenzio » di fronte alle iniquità ed alle oppressioni e questo
per una esigenza di fedeltà al messaggio del nostro Signore Gesù Cristo.
Aldo Sbaffi
3
r
12 luglio 1974 — N. 27-28
pag. 3
Notiziario Evangelico Italiano
Il Generale Erik Wickberg, comandante mondiale dell'Esercito della Salvezza, lascia il suo posto per limiti
d'età ; il nuovo comandante è il Commissario Clarence Wiseman, canadese, eletto dall'Alto Consiglio, riunitosi
in maggio a Londra per l'elezione.
« Quando lo Spirito Santo è venuto » di S. L. Brengle è un libro edito
a cura dell'Esercito. È un'esposizione
semplice e realistica sull'opera dello
Spirito Santo, scritto da uno dei più
fecondi autori sull'insegnamento della santificazione. Costa L. 1.200.
L'Esercito è all'opera per le sue attività estive: colonie per bambini,
campi biblici per giovani, campi comunitari per adulti, nelle località di
Forio d'Ischia e di Bobbio Pellice.
* * *
La « Circolare per emigrati e famiglie » periodico ciclostilato che da
cinque anni esce a cura del C.E.S.E.,
ha a's'sunto un volto nuovo, si chiama « Emigrazione siciliana » ed è ora
un opuscolo stampato e illustrato. Il
C.E.S.E. è un servizio della Federazione evangelica italiana e fa parte dell'organizzazione « Centri di sviluppo
in Sicilia », operando nel campo dell'emigrazione. Il nuovo periodico si
rivolge a tutti gli emigranti siciliani
sparsi nel mondo e alle loro famiglie.
Il gruppo del Centro è composto da
una decina di persone, quasi tutte
evangeliche, a pieno o a mezzo tempo oppure volontari, che operano
mediante varie attività : l'assistenza
agli emigrati nello svolgimento di
pratiche e in particolari momenti di
bisogno, l'informazione, il contatto
con organizzazioni all'estero, contatti
con gli emigranti mediante incontri e
assemblee.
* * *
Il Centro Evangelico di Solidarietà
di Firenze organizza, a partire dal 7
luglio, presso la sede del Cares, a
Reggello, una colonia per ragazzi,
che sarà diretta da Leopoldo Sansone.
Inda Ade
Camp:
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nei Centri e van
AGAPE
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Campo biblico per evangelici italiani
La comunità cristiana
di fronte ai problemi
attuali della famiglia
Data: 11-20 agosto 1974.
Quota: lire 24.000 (caparra 2.500).
Lingua: italiano.
Responsabili: Gustavo Bouchard, Francesco
Casanova, Mario Lopergolo, Massimo Romeo, Bruno Rostagno. 11 campo si varrà
pure della collaborazione del prof. Ezio
Ponzo.
IL TEMA :
La famiglia è in crisi. Questa constatazione,
sulla quale tutti concordano, è vera sotto due
aspetti: 1) La famiglia è il luogo dove si
riproducono le contraddizioni della nostra
società; la sua crisi è un aspetto della crisi
generale. 2) La famiglia è sotto giudizio, come uno dei principali fattori di conservazione di un ordine sociale basato sull’autoritarismo e sulla subordinazione ai più potenti.
La comunità cristiana è ritenuta responsabile di questa situazione, in quanto ha soprattutto affermato una concezione gerarchica e chiusa della famiglia. La posizione della
Chiesa Cattolica sul divorzio è un esempio
impressionante di questa pretesa assoluta di
possedere la concezione autentica della famiglia cristiana e di conoscere quindi la vera
natura della famiglia e il suo carattere di
fondamento della società.
D’altra parte anche le Chiese Evangeliche
hanno spesso fatto un uso legalistico dei passi biblici che parlano della famiglia.
È dunque giustificata la critica alla concezione cristiana della famiglia? Quello che
è certo, è che non ci possiamo accontentare
delle idee tradizionali, ma dobbiamo sforzarci
di trovare una risposta ai problemi che oggi
rendono così incerta e instabile la vita della
famiglia. Nel campo vogliamo tentare di avviare una riflessione comune su questi problemi aperti, cercando di prendere sul serio
il messaggio biblico nel suo carattere di liberazione, e non di legge.
Il campo sarà diviso in cinque sotto-temi :
Rapporto genitori - figli
Il periodo di maggiore tensione tra genitori
e figli si colloca neH’adolescenza : il bambino
che si fa adulto rifiuta la protezione paternalistica e ricerca Tindipendenza; l’autorità dei
genitori è messa in crisi e la libertà è il sogno degli adolescenti; i conflitti aumentano
in riferimento ai diversi modi di interpretare
la libertà nei confronti dei problemi più scottanti come quello religioso, politico, scolastico, sessuale, ecc. Riteniamo però che gli errori più gravi si compiano nel periodo in cui
l’autorità si esercita in modo sbagliato e contradditorio con conseguenze che si fanno sentire soprattutto nell’età successiva.
La vita della coppia
deve essere concepita come una comunione^ che renda possibile l’effettiva crescita di
entrambi i coniugi. Questa comunione deve
far fronte alla disgregazione che è frutto dell’organizzazione del lavoro e del modello di
sviluppo dell’attuale società, ma d’altra parte
non deve diventare un’euasione, che sottragga le persone all’impegno politico e sociale.
Rapporto famiglia - habitat
L’habitat è l’ambiente in cui si svolge la
vita della famiglia: casa, spazio, terreno per
giochi, rumore, inquinamento, ecc. È un
ambiente insufficiente, che mortifica la vita
famigliare, e soprattutto l’esistenza dei bambini. Si comincia adesso a vedere l’importanza del problema, che anche nelle comunità
cristiane non è mai stato affrontato. Nel campo ne parleremo, partendo da una realtà precisa: quella di Torino-cintura.
Rapporto famiglia - comunità cristiana
L’aumento della popolazione ed il suo concentrarsi nelle grandi città industriali —
con forme di abitazione e di vita alienanti
__ hanno determinato il profilo della cosidetta ’’società di massa”. Tra le sue caratteristi
VITA METODISTA a cura di Valdo BenecchI
la tap Ilei 1971; lecoido lavaro della Coelerenza
Si insiste suWimportanza dell’unità dell’evangelismo italiano operante nella situazione attuale del
nostro paese, e il ^confluire della GEM nella EGEI ne è un segno — Procede la ristrutturazione interna: rivalutazione dei ministeri, proposta di unificare le due sessioni (pastorale e plenaria) della
Conferenza, riflessione rinnovata sul problema del la diaconia e attenzione particolare rivolta alle opere sociali più o meno ’’istituzionalizzate”
che notiamo il pauroso calo di relazioni ed il
predominare invece dei rapporti d’affari, dì
ufficio. Gli incontri diventano sempre più
impersonali e forzati, la gente non si conosce
più come una volta, né desidera conoscersi.
Quando la famiglia è ben affiatata succede
che essa si chiude in se stessa, diventa un posto sicuro, una ’’rocca di rifugio” dove ogni
suo membro trova tranquillità e riparo.
Di conseguenza, i rapporti tra famiglia e
comunità cristiana d’appartenenza sono rimasti scossi, riducibili anch’essi a semplici incontri formali, quasi professionali : tutto è
diventato più difficile, pesante, d’obbligo. La
domanda che si impone è la seguente : è la
famiglia una realtà a parte, indipendente dal
destino storico della comunità cristiana d’appartenenza ovvero è parte integrante del suo
tessuto? La comunità cristiana e le famiglie
che la compongono hanno cioè due morali e
due traguardi differenti, o sono un tutt’uno,
un impasto di vocazioni e di testimonianza?
La vecchiaia
Nella Bibbia l’anziano è costantemente tenuto in onore (« onora tuo padre e tua madre »). Oggi non è più così. La famiglia moderna sfrutta gli anziani per le mansioni domestiche (esempio : tenere i bambini), oppure
li considera come un peso. A questo punto
interviene la soluzione del ricovero, in cui il
vecchio è definitivamente emarginato. Il problema è dunque connesso sia con quello dell’habitat, sia con quello del servizio agli anziani inteso come compito della società.
COME SI SVOLGE IL CAMPO
La prima giornata sarà dedicata a rispondere a un questionario che sarà distribuito a
tutti i partecipanti. Successivamente un gruppo di esperti elaborerà le risposte. Le giornate seguenti saranno dedicate ognuna ad un
sotto-tema. La discussione, prima a gruppi e
poi generale, sarà preceduta da una breve introduzione che presenterà i risultati del questionario e i problemi che ne emergono. Ogni
giorno si comincerà con uno studio biblico
sul tema deU’alleanza tra Dio e il suo popolo.
PROGRAMMA :
dom. 11 : arrivo per cena, culto di apertura,
assemblea;
lun. 12 : ore 9.15 : Studio bìblico su Giosuè
24: 1-28;
ore 10: Tavola rotonda: I problemi attuali della famiglia;
ore 16.30 : Risposte al questionario;
mar. 13 : Studio biblico su Genesi 15: 7-16;
ore 10 : Il rapporto genitori-figli;
mer. 14 : ore 9.15 : Studio biblico su Geremia 31: 31-34;
ore 10 : La vita della coppia e la situazione della donna;
gio. 15: giornata libera;
ven. 16 : ore 9.15 : Studio biblico su Marco 14: 22-24;
ore 10 : Il rapporto famiglia-habitat;
sab. 17 : ore 9.15 : Studio biblico su Galati
3: 15-29;
ore 10 : Il rapporto famiglia-comunità
cristiana;
dom. 18 : ore 10.30 : Culto con la Comunità
di Prali;
ore ^7 : Il problema degli anziani;
lun. 19 : Conclusioni;
mar. 20 : partenza dopo colazione.
Impegno sul piano federativo, integrazione valdo-metodista, inserimento
della GEM (Gioventù evangelica metodista) nella EGEI, predicazione e celebrazione della S. Cena, diaconia:
questi i temi principali della X Conferenza metodista che si è svolta ad
Ecumene nei giorni 18-23 maggio 1971.
Il problema deH’unità dell’evangelismo italiano è stato senz’altro prevalente nei confronti degli altri problemi. E non è per caso. Se infatti rileggiamo il rapporto del Comitato Permanente ne possiamo cogliere le precise
motivazioni. Esso, per una buona metà, si sofferma ad analizzare la situazione in cui la Chiesa si trova ad operare nel nostro Paese, «una situazione che continua ad essere determinata
dalla logica del profitto con l’aggravante di crescenti squilibri territoriali e
settoriali, di gravi carenze nell’ambito
dei servizi pubblici essenziali, di sistematica distruzione dell’equilibrio naturale, di condizioni di paurose arretratezze, di pericoli di scivolamento verso
forme chiaramente eversive. Inoltre,
la difficoltà di procurarsi con mezzi
leciti, giusti guadagni, e l’enorme spinta consumistica, tipica della società
del' benessere, spingono gruppi crescenti ad attività delittuose, favorendo
il rapido sviluppo di azioni criminose,
che coinvolgono spesso i giovani, e lo
aumento della prostituzione, spesso
minorile. Al cospetto di tale realtà, appare evidente che la Chiesa non può
rimanere chiusa nel suo ristretto ambito, né limitarsi ad annunziare in
forma teorica il Regno che viene.
« 'Viceversa essa è chiamata ad individuare e a denunziare i concreti segni
del peccato, evidenti nei rapporti economici e sociali, anche quando tali
rapporti non sono in contrasto con le
leggi del tempo. Essa è chiamata ad
operare concretamente perché sia eliminata nella società ogni forma di soprafazione e di sfruttamento dell’uomo
sulTuomo, e perché si creino le condizioni più idonee a consentire a tutti
gli individui di riconoscere nel prossimo il proprio fratello. Certamente, in
tale suo operare la chiesa è chiamata
ad indirizzare il messaggio di cui è
portatrice ai poveri e ai ricchi, agli
sfruttati e agli sfrtìttattori, ma tale
messaggio non potrà essere né unico
né generico, come non unico né generico è in proposito il contenuto dell’Evangelo ».
Riporto questo brano, con la speran-za di non tediarvi, da una parte perché
il suo contenuto in questi ultimi anni
non solo non è cambiato, ma si è aggravato, e dall’altra perché è da questa
analisi che il documento del Comitato
Permanente e poi la Conferenza desumono l’urgenza della riscoperta della
« comune vocazione » di testimonianza
e di servizio dell’evangelismo di cui la
Federazione è indispensabile strumento.
Dal dibattito della Conferenza scaturisce, e ciò è espresso in un ordine
del giorno, la piena convinzione che
’n Federazione «nella sua forma attuale, sia solo una tappa verso l’attuazione di una piena unità dell’evangelismo italiano », « strumento per l’annuzio dell’Evangelo e la testimonianza
'ei. Regno ». n cammino, d’altronde,
sembra ormai irreversibile alla Confe’•'^nza in quanto aumenta sempre più
il numero di organismi settoriali che
funzionano esclusivamente su base inter denominazionale.
È proprio nel corso di questa Conferenza che viene deciso lo scioglimento dei Segretariato GEM perché i
n:rupoi metodisti si federino nella
FGEI.
Da Ecumene parte nn forte appello
alle altre denominazioni evangeliche
perché si proceda più speditamente
nel cammino dell’unità in quanto è
giunto il momento « per le chiese facenti parte della Federazione di porsi
obiettivi più avanzati e scadenze più
^o’^creto per il raggiungimento della
-éta finale» sia pure, come avverte
l’o.d.g. «con ogni necessario gradualie nel rispetto delle peculiarità
dottrinali, delle tradizioni storiche e
d'alte esigenze amministrative delle singole denominazioni ».
CAMPO PRE-CADETTI
FAMIGLIA, SCUOLA, TEMPO LIBERO
Data: 11-20 agosto 1974
Direzione: Eliana Bouchard, Orietta Cassano,
Luciana Chauvie, Bruna Ferrerò.
Quota: Lit. 16.000, caparra Lit. 1.600.
Lingua: italiano.
Età: 8-13 anni.
TEMA :
Dopo il campo ben riuscito dell’anno scorso, sulla storia di Giuseppe, abbiamo preferito quest’anno, seguendo un indicazione dei
partecipanti al campo del 1973, partire dalle
situazioni in cui i ragazzi si trovano a vivere: famiglia, scuola, tempo libero. Come
vengono vissuti i rapporti in ognuna di queste situazioni? Come agiscono reciprocamente
i vari ambienti in cui i ragazzi si trovano
volta a volta inseriti?
La Conferenza 1971 intende anche
rilanciare il processo di integrazione
valdo-metodista. Questa esigenza viene
già chiaramente espressa nel citato
rapporto del Comitato Permanente
per il quale quella consapevolezza della comune vocazione dell’evangelismo
italiano non può che accelerare il processo di integrazione già in atto da
anni. La Conferenza traduce questo in
una proposta concreta e cioè che il
Sinodo congiunto che si è svolto per
la prima volta nel 1969 divenga « ormai
stabilmente il centro della vita ecclesiastica delle denominazioni, riservando a sessioni separate della Conferenza e del Sinodo solo la trattazione di
materie strettamente relative alla gestione di una singola chiesa ».
Un passo in avanti viene compiuto
in questa Conferenza nel campo della
ristrutturazione interna. Nello scorso
intervento ho riferito della proposta
della Commissione per lo studio dei
ministeri di affermare il principio che
chiunque sia chiamato a presiedere il
culto possa anche celebrare la S. Cena e del susseguente invio alle comunità di un o.d.g. perché il problema
fosse discusso ed approfondito. Ebbene le comunità ed i circuiti lo hanno
fatto e quindi la Conferenza, letti e
discussi i vari pareri espressi, afferma
il principio. Si chiede però che i componenti metodisti della commissione
mista valdo-metodista si facciano sostenitori di « tale principio in vista di
una definizione unitaria della materia », ma nel contempo, tuttavia, si lasciano liberi i circuiti di procedere
all’attuazione del principio stesso.
La X Conferenza inizia altresì il dibattito, indubbiamente molto importante, sulla proposta di unificare i lavori della Conferenza in un’unica sessione. È certamente utile ricordare
che la Conferenza è composta da due
sessioni: pastorale e plenaria. La sessione pastorale ha facoltà di deliberare, fra l’altro, su queste materie: vigilanza sulla predicazione, sulTamministrazione dei sacramenti, e sull’insegnamento cristiano ; sull’esame dell’opera pastorale dei ministri ; sull’esercizio della disciplina sui pastori
ed evangelisti ; sull’accettazione di
nuovi ministri ; sulla destinazione di
pastori ed evangelisti. In questi ultimi
anni quella proposta di massima di
unificazione è andata avanti, si è concretizzata maggiormente, è stata discussa nei Circuiti e su di essa si pronuncierà la Conferenza che si svolgerà a Torre Pellice il prossimo agosto.
Quando riferiremo sui suoi lavori, illustreremo nei dettagli le soluzioni
proposte e quelle che saranno adottate
perché l’unificazione delle due sessioni non è una faccenda marginale, ma
un avvenimento di notevole rilevanza
ecclesiologica.
Un posto di rilievo del tutto particolare nella Conferenza del 1971 è occupato dal rapporto della Commissione
per la diaconia. Tale rapporto sarà
successivamente pubblicato nella forma di opuscolo, e questa è una deliberazione della Conferenza « perché esso
formi oggetto di riflessione in seno alle nostre comunità». La Conferenza
del 1968 aveva affermato nel documento che già abbiamo illustrato : « La
chiesa rifiuti di essere conforme ad un
sistema di vita che vuole soltanto conservare se stesso, ma accetti di promuovere il processo di liberazione dei
minimi dallo sfruttamento ». Il rapporto fa il punto delle iniziative prese
dalle comunità dal 1968 al maggio ’71.
Esso constata come le comunità tendono a diventare dei centri di predicazione e di azione, di apertura verso la
società circostante e non « dei ghetti di
isolamento religioso pensosi soltanto
della propria conservazione».
Da uno sguardo panoramico alla
vita delle comimità, risulta che un certo gruppo di esse è impegnato in opere sociali più o meno istituzionalizzate
(fra questa Casa Materna, di Portici,
il centro sociale di 'Villa S. Sebastiano,
il centro sociale di Rapolla, il centro
sociale di Scicli ecc.). Ci sono poi comunità impegnate in un servizio non
istituzionalizzato (fra cui Napoli, CESE di Palermo, ecc.).
Nella seconda parte il rapporto, dopo aver sollecitato le comunità già
impegnate a proseguire e dopo aver
incoraggiato quelle apparentemente
inoperose ad iniziare un cammino, affronta alcuni punti che sono proposti
come ulteriori indicazioni. Necessità
della accettazione del dialogo con il
mondo della tecnologia e della scienza : « Il Vangelo di Cristo non è un
relitto del passato, né un ostacolo per
il progresso storico ».
Cooperazione con quelli che non credono. Dialogo ecumenico da condursi
con il cattolicesimo del dissenso. Questo ha da essere, in primo luogo, non
un dialogo « sui principi », ma un « dialogo della vita » in un comune impegno per un mondo più giusto e più
umano.
L’ultima indicazione riguarda la rinuncia allo sfruttamento della diaconia. Un servizio disinteressato, liberamente e gratuitamente reso nella fede
e non inteso come mezzo per il raggiungimento di altri scopi.
Inaugurato a Torre Pellice il museo valdese
Un nuovo strumento culturale
e di testimonianza
Si comincerà dunque con uno scambio di
esperienze, che verranno poi confrontate con
situazioni diverse, di ambienti che i ragazzi
non conoscono direttamente; verrà perciò
fornita una documentazione che sarà studiata
nei gruppi. In alcune conversazioni saranno
presentati alcuni testi biblici che porteranno
ad interrogarsi sul comportamento di adulti
e ragazzi.
Accanto alla riflessione, il campo ha in
programma come sempre gite e giochi.
PARTECIPAZIONE:
Il campo è aperto a tutti i ragazzi dagli 8
ai 13 anni. Data la coincidenza con il campo
biblico, il numero dei posti sarà limitato a
30. compresi i figli dei partecipanti al campo biblico.
Con una semplice e simpatica riunione è stato ufficialmente riaperto al
pubblico il museo di Torre Pellice,
completamente rinnovato nella impostazione e in locali anch’essi rimessi
a nuovo.
Esso consta attualmente di due sezioni: una propriamente storica ed
una etnografico-folcloristica. La prima
tende a dare, attraverso documenti ed
oggetti, una visione completa della storia valdese dalle origini ai giorni nostri. E stata infatti colmata una grave
lacuna del precedente museo: il visitatore avverte oggi che i valdesi non
hanno origine al momento della riforma del XVI secolo, ma la loro origine
si colloca molto più in là nel tempo,
nel medioevo.
La prima sala, curata con profonda
competenza dal pastore Giorgio Tourn,
descrive infatti le origini del movimento valdese, la sua diffusione europea verso Austria, Boemia, fino alla
Lettonia, i suoi contatti con altri movimenti ereticali del medioevo cristiano, le sue relazioni col movimento bussila e da ultimo l’inizio del dialogo con
la riforma e l’adesione alla medesima,
sancita nel sinodo di Chanforan del
15.32 (non senza opposizione, come si
sa).
La sala successiva, curata dal professor Augusto Armand-Hugon, narra
le vicende e peripezie del popolo valdese durante il periodo drammatico
della Controriforma, con le sue persecuzioni e la resistenza armata, l’esilio
e il ritorno, la costituzione delle colonie tedesche e l’intervento di amici
come il Beckwith o il Gilly, il periodo
napoleonico e infine l’emancipazione
del 17 febbraio 1848.
L’ultima sala infine, ancora a cura
di Giorgio Tourn, illustra e documenta l’inserimento nella vita italiana, le
reazioni liberale e clericale, la costituzione delle chiese italiane, le colonie
dell’America settentrionale e meridionale. le vicende travagliate dell’epoca
fascista ed infine alcuni aspetti della
situazione attuale.
Immutata la saletta del tempio.
La sezione etnografica raccoglie invece moltissimi oggetti che documentano la vita alle Valli nei secoli passati. Assai efficace la ricostruzione di
un ambiente di cucina, di camera da
letto e un’aula scolastica. Molti ed interessanti gli attrezzi da lavoro agricolo ed artigianale. Curatori di questa
sezione sono stati il dottor Enrico
Peyrot ed il dottor Osvaldo Coisson.
Prima della visita alle sale del museo il nubblico, invero non troppo numeroso, ha ascoltato alcune parole di
presentazione del Presidente della Società di studi valdesi prof. ArmandHugon, un messaggio del Moderatore
della 'Tavola Valdese, l’adesione del
Presidente della giunta regionale piemontese, del presidente dell’amministrazione provinciale rappresentato
dall’assessore C. Martina e dal consigliere L. Bein, alcune parole apprezzate del sindaco di Torre Pellice. Erano pure presenti alcuni sindaci delle
Valli e rappresentanti delle comunità
montane.
In sostanza, possiamo affermare che
il lavoro portato avanti con cura e
competenza dalla Società di studi vaidesi offre uno strumento interessante
ed utile, a chi voglia servirsene. L’intenzione è quella di favorire una riflessione sul passato del movimento e
della chiesa valdese, per aiutare ogni
credente ed ogni cittadino nelle scelte dell’oggi che possono determinare
il futuro.
L’augurio che questo discorso non
venga coperto dal disinteresse e che
molti siano i visitatori attenti. Per loro il museo è aperto nei giorni di martedì. giovedì e domenica dalle ore
16,30 alle 18,30.
br.
Alla redazione di questo numero hanno
collaborato Bruno Bellion, Renato Coìsson, Ermanno Genre, Roberto Peyrot,
Claudio Tron.
4
pag. 4
N. 27-28 — 12 luglio 1974
ECHI DELLE CONFERENZE DISTRETTLfALI
SECONDO DISTRETTO: Coazze, 28 e 29 giugno
Oggi e domani
insieme ai fratelli metodisti
I lavori della Conferenza del 2“ Distretto hanno avuto luogo nella piccola chiesa di Coazze nei giorni 28-29
giugno.
L’ultima Conferenza Distrettuale tenuta in questa chiesa risale all’anno
1911, come ci raccontava con commozione la sorella più anziana di questa
comunità.
Gli argomenti molti ed importanti
nella vita delle chiese proposti alla
Conferenza dal presidente della Commissiphe Distrettuale, pastore Paolo
Ricca, sono stati accolti con interesse
ed hanno sollevato ampie e accese discussioni.
Le chiese del 2" Distretto che sono
nel Piemonte in Val d’Aosta e in Liguria, ognuna, con i propri rappresentanti, hanno esposto un quadrò della propria situazione che nelle linee generali
è simile; in qualche caso, l’austerità
hà creato dei problemi che péro in
complesso ogni chiesa ha risolto bene.
Unico punto « dolente » per la quasi
totalità • è la voce finanze. In seguito
all’avvenuto aumento del costo della
vita, anche-.la Tavola si trova costretta
a chiedere un aumeno delle contribuzioni alle chiese, e purtroppo qualcuna di queste con popolazione decrescente, a causa di vari fattori, si trova
in difflcoltà.
Si è pensato di convocare i cassieri
per una riunione nella quale essi discutano il problema e cerchino di preparare un piano da presentare alla Tavola Valdese.
Le discussioni sugli argomenti come 8° Centenario, referendum abrogativo del divorzio, battesimo agii adulti e problema giovanile sono state
ampie e le decisioni che ne sono scaturite rivelano il senso di responsabilità che la Conferenza Distrettuale ha
assimto e assume per le proprie comunità.
Il culto tenuto dal pastore Gustavo
Bouchard ci hà fatto riflettere sull’impegno di ogm singolo membro in seno
alla sua comunità e siamo grati al pastore di avercelo esposto così bene.
La Santa Cena che è seguita è stata
un atto di comunione fraterna con i
fratelli metodisti presenti.
Appunto con i fratelli metodisti si
sono aperti i lavori in seduta congiunta, il 29 pomeriggio e dopo che il pastore Becchino ha presentato nelle sue
linee fondamentali un progetto di « integrazione globale », si è passati alla
discussione di detto progetto che, peraltro, ha lasciato tutti molto felici e
riconoscenti al Signore auspicando
che l’attuazione possa verificarsi a breve termine.
Ci rallegriamo inoltre per la costituzione della Federazione delle chiese
evangeliche del Sud Piemonte e Liguria, che ci è stata presentata dal pastore Marauda.
I lavori si sono conclusi nella serata
del 29 in un sincero spirito di frater
nità.
Un ringraziamento sentito al pastore Paolo Ricca che ha presieduto gli
anni scorsi la Commissione Distrettuale e che si dimette per dedicarsi di più
alla sua chiesa, ed un grazie anche ai
suoi collaboratori E. Pons e A. Rutigliano.
Chiediamo al Signore di assistere la
nuova Commissione nel suo presidente Gustavo Bouchard e vice Franco
Giampiccoli che, già molto occupati,
hanno assunto anche questo impegno
con vero spirito di missione.
Arlette Armoni Ricca
N.d.r: Arlette Armoni Ricca tralascia, per modestia, di notare che è stata la segretaria della Conferenza (vicepresidente Carlo Monaya, segretario
per gli atti Giovanni Peyrot), e che
questa l’ha nominata segretaria della
Commissione distrettuale; anche a lei,
dunque, l’augurio migliore.
ce per rincontro di tutte le Chiese
Evangeliche della zona e per il servizio dell’Evangelo.
La Conferenza chiede al Sinodo di
proporre aUe Chiese di proseguire la
loro riflessione sul battesimo e, più in
generale, sui sacramenti, tenendo conto in particolare del contributo del
teologo Karl Barth sull’argomento e
della discussione che ha suscitato, e di
riferirne a un prossimo Sinodo, in vi
sta di una presa di posizione della
Chiesa nel suo insieme.
La Conferenza, dopo aver riflettuto
sull’azione svolta dalle nostre Chiese
a favore del « no » in occasione dei
referendum del 12 maggio, la valuta
positivamente ; invita le comunità a vigilare nell’attuale clima di grave involuzione tepressiva; le incoraggia a proseguire nella linea di impegno democratico, partecipando alla battaglia
per i diritti civili e costituzionali di
nuovo oggi conculcati o minacciati.
La Conferenza, pur consapevole dell’aggràvio che ciò comporta, impegna
i Delegati a presentare alle conranità
la necessità di adeguaré le proprie offerte alla cassa culto per il 1974-75 all’efiettlvo aumento del costo della vita e cioè del 20% come richiesto dalla
■favola.
Alcuni degli
ordini dei giorno votati
La Conferenza e il Consiglio del 2°
Circuito Metodista, riuniti in seduta
congiunta a Coazze il 29 giugno, esprimono la loro gioia profonda e la loro
gratitudine al Signore per questo loro
primo incontro; decidono di convocare insieme da ora in avanti le loro rispettive assemblee ; auspicano che il
progetto di « integrazione globale »,
che è stato loro presentato nelle sue
linee fondamentali e che verrà discusso dal Sinodo Valdese e dalla Conferenza Metodista e in seguito dalle chiese locali, possa al più presto diventare realtà.
La Conferenza, informata della decisione di diverse Chiese della Liguria e
del Sud-Plemonte, di creare fra loro,
nel prossimo autunno, una Federazione Regionale, si rallegra di questa iniziativa unitaria, confidando che la Federazione diventi uno strumento efflca
La Conferenza del V Distretto, che
quest’anno ha avuto luogo a Campobasso nei giorni 22 e 23 giugno, è stata improntata alla riscoperta di nuòve prospettive di lavoro per rendere
sempre più viva ed attiva testimonianza all’interno ed aH’esterno delle nostre comunità, impegnandoci a continuare quel discorso di apertura che il
Centenario ed il Referendum hanno
dato occasione di intavolare con ambienti culturali e gruppi cattolici di
base, facendo sentire la nostra presenza e conoscere il nostro pensiero evangelico.
La Conferenza, validamente presieduta dal past. Gianna Sciclone e da
tutto il Seggio, ha affrontato i vari problemi pfoposti nella Relazione deila
Commissione Distrettuale o da questa
messi airo. d. g. :
1. La predicazione oggi. Si ritiene
utile proporre dibattiti nelle comunità
nel corso del prossimo anno ecclesiastico. A tale scopo saranno promossi
incontri preliminari di pastori (senza
esclusione per i laici più « impegnati »)
perché il problema venga presentato
alle chiese in termini chiari e precisi.
2. Prospettive di sostegno per le comunità rurali. Tenendo presenti le condizioni di isolamento, nelle quali si
trovano queste piccole comunità del
mezzogiorno, è stato approvato un
O.d.g. per chiedere alle comunità più
autosufflcienti di aiutare quelle più
piccole, impoverite dall’emigrazione,
lasciando che i loro pastori vadano in
questi piccoli centri di tanto in tanto
e a rotazione per periodi di tempo più
o meno lunghi, come fattivo segno di
solidarietà verso i minimi.
3. Integrazione valdó-metodista. La
Conferenza si è rallegrata per il lavoro svolto finora dalla Commissione
mista valdese e metodista per il progetto di integrazione globale; auspicando che il Sinodo Valdese e . la Conferenza Metodistà’tengano conto, nell’esaminarlo, delle esperienze fatte a
livello locale.
4. « Integrazione » delle chiese di Taranto e di S. Giovanni Liplopi con le
rispettive diaspore. Questa decisione
è nata dall’esame dell’art. 58/SI/1971
e dalla constatazione della reale situazione di collegamento delle suddette
chiese con le proprie diaspore.
5. Commissione distrettuale. La Conferenza, prima di procedere alle elezioni dei membri della C. D., ha ringraziato ed elogiato per il suo fedele operato il fratello Armando Russo, che
ha presentato le dimissioni, essendo
compiuto il suo séttennio nella carica
di vice-presidente. Sono stati eletti:
past. Salvatore Ricciardi, presidente;
sig. Antonio Matacchione, vice-presidente; past. Ennio Del Priore, segretario. Si è deciso di chiedere al Sinodo di studiare le pjodalità di partecipazione al Sinodo dei membri laici delle commissioni distrettuali.
Vogliamo sottolineare, prima di concludere, che la Conferenza si è svolta
in un clima di distensione e serenità.
A questo ha contribuito anche l’atmosfera di calore fraterno col quale i
membri della comunità di Campobasso hanno accolto i delegati, offrendo
loro un’agape. Cogliamo l’occasione
per ringraziare ancora una volta.
Maria Papale
llllinillllllllllllllllllllllllllllllllllllllll!lllllllllll|||lllllll!lllllllllll|||||||ll||||||!|||||||||||||||||||{||||||||||||||||||||||||||||||||||||ii|||in
Ancora per oli 8 referendum
La brutalità sostanziale della società
stabilita, che in occasione del digiuno
di Pannella si è espressa con il rifiuto
del Presidente di questa Repubblica di
ascoltare l'appello che gli rivolgevano
il Partito Radicale, la Lega per il Divorzio ed altri gruppi che si battono
per i diritti civili, cui fa riscontro il
disprezzo mostrato verso questi diritti dagli apparati e dagli esponenti della sinistra parlamentare ed extraparlamentare durante la Campagna per
gli 8 referendum, non può lasciare indifferente chi in questi diritti crede,
chi per essi ha combattuto, chi soffre
del loro mancato riconoscimento.
Le celebrazioni del Trentennale della Lotta di Liberazione con questa negazione dei valori per cui si è combattuto assume il sapore di una beffa.
Non si venga a dire che il Presidente
nel suo arbitrio non può ricevere tutti, o che le sinistre hanno il diritto di
scegliere altri obiettivi come prioritari in questo momento. Più che mai gli
obiettivi della giustizia e della libertà
apoaiono inscindibili.
La raccolta delle firme slitta fino a
settembre. Sabato 13 luglio dalle 2 alle 8 del pomeriggio, culminando alle 6,
si terrà una manifestazione in Piazza
C.L.N. a Torino con tavoli per la raccolta delle firme. In quasi tutti i comuni delle nostre Valli si può firmare
presso i segretari comunali o presso
i conciliatori per i referendum contro
il concordato, la giustizia militare in
lemoo di pace, i vincoli alla stampa
e alla televisione e il codice penale fascista.
Se dappertutto si fossero raccolte
firme come nelle nostre Valli, saremmo già a posto. Eppure anche da noi
non sono mancate tiepidezze e passi
indietro di chi poteva validamente collaborare. Sono i nostri montanari diversi dagli altri cittadini della Repubblica, o sono diverse certe nostre
strutture? È certo che altrove quelle
strutture che avrebbero potuto supplire, come i Partiti, non solo non si sono mosse, o si sono mosse troppo poco, ma hanno pesantemente osteggiato
di fatto quei progressi che a parole di■ ono di volere ottenere. L’intollerante
opposizione del Partito Comunista è
preoccupante per le responsabilità
che questo partito ha nel Paese.
Anche se non si raggiungono le 500
mila firme, continuiamo ad aderire, a
dare una dimostrazione per le nostre
Valli e per tutta la Repubblica. Come
il 12 maggio. Gustavo Malan
La politioa, Ba chiesa
e i Teileschi
(bip). La Chiesa di Berlino Ovest ha preso posizione su « La dimensione politica della missione della Chiesa », dichiarando fra
l’altro : « È bene esortare e sostenere le chiese nelle loro prese di posizione politiche, ma
è una tentazione utopica pretendere di fare
cosi apparire il Regno di Dio in terra! Da
questa missione deriva il divieto di legarsi a
programmi politici o ideologici, siano essi
atei o d’altra natura ».
A Görlitz (Slesia, Germania Orientale) il
vescovo Frankel ha preso anch’egli posizione
su « La libertà del cristiano al servizio della
società ». Per lui « dei cristiani non possono
accontentarsi di esserlo soltanto nella loro
sfera privata, lasciando il Cristo nel guardaroba della loro vita professionale e civica e
orientandosi unicamente in base ai principi
del marxismo-leninismo. La signoria di Cristo include tutti i settori e si esprime nel
servizio che i membri del suo corpo rendono
alla società. Oggi è chiaro, del resto, che vi
sono numerosi punti d'accordo fra cristiani
e marxisti ».
La leggenda di Sant'Alessio
alla Radio Vaticana
Nei giorni 11 e 18 luglio, alle ore 18,
la radio vaticana trasmetterà l’esecuzione di un lavoro del prof. Federico
Ghisi — musicologo e musicista fiorentino già noto, in particolare, per
aver curato il testo di una serie di
’complaintes’ e canzoni valdesi — sulla leggenda di s. Alessio. È noto che,
secondo una tradizione, all’ascolto di
questa leggenda Valdo di Lione ebbe
la prima spinta a rivedere tutta la sua
vita; il M" Ghisi dà con questa opera
il suo contributo specifico, fraterno al
centenario di Valdo.
TERZO DISTRETTO: Milano, 28 e 29 giugno
Testimoni alTinterno e all’esterno,
accanto agli altri evangelici
QUINTO DISTRETTO: Campobasso, 22 e 23 giugno
Tener conto dei “minimi”; le piccole
comunità rurali del Mezzogiorno
L’incontro dei delegati alla conferenza del 3" distretto, iniziatosi in modo tranquillo nella mattinata di sabato 28 giugno, è proseguita a ritmo più
intenso e vivace nel pomeriggio e nella serata di sabato; in questa prima
giornata di lavoro è stata discussa la
relazione presentata dalla Commissione Distrettuale.
La domenica, 29 giugno, è stata occupata dall’esame delle relazioni delle
chiese del distretto, dal culto, tenuto
dal pastore Neri Giampiccoli, dalla stesura degli ultimi atti e ordini del giorno e dalle votazioni;
La relazione della Commissione Distrettuale, articolata in 18 punti, ha
cercato di evidenziare il tipo di testimonianza interna ed esterna condotto
nel Distretto, l’evoluzione della Federazione Lombarda, l’attività della
FGEI, l’unione valdese-metodista, nonché i problemi dell’emigrazione, della'
diaspora e delle finanze.
La relazione sul lavoro della FGEI
è stata accolta in modo positivo; anzi,
molte comunità hanno accennato al
positivo contributo dato dai gruppi
giovanili allo svolgimento della campagna che ha preceduto il voto del 12
maggio sulle legge Fortuna-Baslini> pur
senza mettere in discussione altre forme di testimonianza all’esterno e all’interno della chiesa.
Per quanto riguarda la stampa evangelica, la discussione si è fatta vivace
sull’argomento della nrogettata unione
fra Nuovi Tempi e Com. La Conferenza ha votato a maggioranza un ordine
del giorno favorevole al progetto; durante la discussione, tuttavia, alcuni
hanno ^presso notevoli perplessità sui
compiti e sulle competenze teologiche
specifiche dei due gruppi, quello evangelico di N. T. e quello cattolico di
Com.
6 stato anche discusso e valutato
positivamente l’impegno a favore degli
obiettori di coscienza.
Per quanto riguarda l’organizzazione
interna delle chiese, una svolta importante nella conduzione interna delle
comunità locali è stata impressa con
la decisione di chiedere che la presidenza del consiglio di chiesa possa essere assunta anche da laici, modificando a questo fine gli attuali regolamenti della Chiesa Valdese.
Sul progetto di integrazione globale
fra Valdesi e Metodisti, presentato alla conferenza dal pastore Bouchard, la
conferenza si è espressa in modo molto positivo; positivamente è stata valùtatà anche l’attività della Federazione regionale, che nel futuro avrà un
raonresèntante alla Conferenza Distrettualé stessa.
Sonò state poi esaminate le relazioni
delle Chiese locali; in tutte si è notato uno sforzo di organizzazione interna
dei Javcjro e dei tentativi di testimoniànzà esterna ancorati ad avvenimenti è situazioni sociali reali.
Un’attenta e civile discussione è stata condotta" sulla situàzione interna
verificatasi nella Chiesa di Brescia. Per
nuanto riguarda le finanze, la Conferenza si è raccomandata che vengano
osservate le indicazioni date dalla Tavola e gli impegni finanziari presi dalle singole comunità.
Giuliana Micol
UN PONTI; Val Chisone - Colonie valdesi
di Germania - Valli valdesi d'Itaiia
Già abbiamo parlato, recentemente, del gemellaggio avvenuto tra il Comune di Pragelato, e le colonie di Rohrbach, Wembach e
Hahn. Oggi abbiamo notizie che prospettano
in una luce più nitida e bella quanto allora iniziato.
I giorni sabato e domenica 29 e 30 giugno
u. s. le colonie anzidette celebrarono come
ogni anno, ma in forma più solenne il 275^*
anniversario del loro arrivo come esuli dalle
Valli Valdesi. Convennero centinaia di invitati da ogni parte della Germania, dalla Francia e tre gruppi dairitalia per una visita di
due tre ed anche più giorni. DalFItalia un
gruppo valdese da Villar Perosa, Pomaretto,
S. Germano e Prarostino, un altro da Pinasca col sindaco Richiardone ed un terzo da
Pragelato col sindaco Berton.
La cerimonia ufficiale ebbe luogo il sabato
pomeriggio sotto la presidenza del pastore
Neff e consistette in studi e messaggi contornati da gioiose melodie di fanfare, cori ed orchestre.
Dopo i saluti delle autorità locali e regionali religiose, abbiamo udito le voci ben vote
del pastore Schofer di Pforzheim, presidente
dei Valdesi di Germania, e del pastore Dr,
Eiss redattore del giornale valdese ed organizzatore di tanti raduni. Hanno parlato pure i
sindaci di Pragelato e di Pinasca in modo
opportuno e sinceramente applauditi dalla
folla stipata nella palestra comunale.
A noi è stato possibile di ribadire che la
nostra fraterna amicizia non ha il suo fine
in sterili reminiscenze storiche ma in una
missione attuale da compiere insieme dai due
lati della frontiere: quella forse a lunga scadenza delPideale ecumenico e quella urgente
dell’amore fraterno.
L’indomani, domenica, dopo due culti solenni celebrati a Wembach dal pastore Kimmet e a Rohrbach dal past. Eiss, l’attenzione
di tutti si è tesa verso il grande corteo simbolico che attraversando tre villaggi, parte da
Hahn e giunge fino al tempio di Rohrbach.
Esso vuole riprodurre simbolicamente quello
che fu l’arrivo deip rofughi Valdesi 275 anni
or .sono.
Apre la marcia un giovane che rappresenta il pastore Montoux con una grossa bibbia
in mano : vestito nero, cammino sicuro, lo
sguardo volto verso la mèta; poi un seguito
di centinaia di persone la maggioranza a piedi, ma non pochi sui veicoli all’antica che
sfilano man mano : carri campagnoli con su
stipate famiglie di vecchi o di bambini; carri con su immense gabbie col bestiame da
cortile. Altri con macchine tessili nidimenta
li; uno rappresenta una fucina: da un fu
maiolo esce del fumo e suirincurline. dei gio
vani battono dei lavoretti metallici. Non man
cano i carretti trainati a mano su cui siedo
no dei vecchi che non possono camminare, le
carrozzine su cui delle mammine spìngono i
bebé, carri con le vettovaglie più urgenti
Fiancheggiano il corteo, a cavallo, i solda
ti del governo deirAssia, in uniforme del
tempo... V’è anche un dettaglio tetro: una
ruota con su legata l’eflige di un martire e
che gira strisciando sul terreno: deve ricordare il supplizio della ruota spesso inflitto ai
Valdesi. Su di una carrozza sfilano anche gli
ospiti invitati per l’occasione. Il tempo non
è clemente, sul più bello comincia a piovere
a dirotto ma nessuno nc sembra turbato; il
pastore locale a capo scoperto e senza riparo cammina imperterrito e lo stesso il direttore del grande stabilimento industriale
locale « Schneider », che cammina, ansimando un poco, dietro alla mia carrozza e
che appare vlsìliilmente inzuppalo... C*è pe
rò una grande novità sul passato: una numerosa fanfara evangelica che segna il passo
del corteo suonando le tipiche melodie del risveglio (vedi quelle del nostro innario francese). Anche questi se ne infischiano della
pioggia e la folla resta folla fino al tardo
pomeriggio. Ma il tempo corre più presto che
al solito. Siamo, specialmente noi delle Valli, alla conclusione della nostra impresa : abbiamo fatto una grande esperienza, un atto
ecumenico in un senso inconsueto.
Questa volta i fratelli valdesi di Germania
ci hanno dato davvero una parola dì testimonianza efficace: la visione di quel corteo rievocatore e significativo a fianco della splendida e fraterna accoglienza : Gente che perché
molto ricorda mollo ama: contrasto che ci ha
tutti affascinati, valdesi e cattolici.
Noi Valdesi d’Italia, con l’aiuto di Dio.
sappiamo anche molto amare, ma, forse, per
rendere più efficace la predicazione dell’agape di Cristo dovremmo anche studiarci di ricordare di più.
PER LA NOSTRA COMITIVA
La conclusione si è poi avuta in tre momenti significativi :
1) Alle ore 18, in casa del sindaco di
Wembach, presente tutto il gruppo italiano:
ci si è parlato a cuore aperto e si è detto
che dalla via iniziata non si recederà. Le popolazioni stesse lo esigono. Le difficoltà
dogmatiche, in un tempo nel quale tutti leggono la Bibbia, son destinate ad essere superate. L’amicizia Valchisone-Germania, però,
non potrà non far capo con quella dei Valdesi d’Italia che partiti profughi non sono. Se
ne dovrà riparlare. Appena possibile avrà luogo un raduno a Villar Perosa, prima località
dove si è ricostituita una comunità Valdese.
2) Alle ore 19 circa in casa dell'industriale Schneider dove dopo una cena frugale allestita dalla signora, si riuniscono alcuni degli ospiti Italiani. Per salutarci, il padrone di
casa legge la Parola di Dio eppoi si prega
tutti insieme in tedesco, il sig. Schneider e
il Direttore dello stabilimento e in francese
il sottoscritto...
3) Alle ore 21 in casa del pastore Neff.
Siamo accolti dal geom. Clot di Pinasca che,
ospite da due giorni di questa casa pastorale,
anche senza una buona conoscenza reciproca delle lingue, vi sfaccenda come se fosse un
membro della famiglia. A poco a poco, anche
senza esserci dato appuntamento, ci ritroviamo tutti lì. Si va a gara nello scambiarci le
splendide impressioni deH’inconlro. Un tributo unanime di gratitudine va al giovane
pastore Neff ed alla sua Signora il cui compito, in avvenire, sarà forse meno facile per
il fatto che le sue comunità, in futuro, non
saranno più civilmente autonome ma apparterranno a due grandi comuni diversi. Ma
l’ora è giunta; ancora un rinfresco, ancora
rinvocazione a Dìo perchè ci benedica lutti e
le macchine degli amici ci portano in fretta
verso la città di Darmstadt dove alle 23,30
passa l’espresso per ITtalia.
Enrico Geymet
P.S. Solo alcuni giorni più tardi, in Italia,
abbiamo sajiuto che nello stesso giro di tempo, su iniziativa dello studioso ex pastore
Kiefner, una cinquantina di persone di Mentoulles si sono recate por una vista di tre
giorni a Nordhausen affettuosamente accolti
dalla popolazione e dal giovane pastore locale. Ce nc rallegriamo, ma anche qui insistiamo che sarà bene, in avvenire, che ogni
iniziativa }>resa sotto il nome Valdese sia conosciuta dai Valdesi.
5
12 luglio 1974 — N. 27-28
LA CHIESA E LA SUA MISSIONE NEL MONDO
pag. 5
Nei paesi deH'Est europeo
POLONIA: restituiti alle chiese immobili confiscati
Quando i territori tedeschi orientali — a est della linea Oder-Neisse —
furono annessi alla Polonia, gli edifici ecclesiastici furono dichiarati proprietà
dello Stato e lasciati in uso alla chiesa dietro versamento di un « fitto simbolico ». Tra l’altro, in queste confische furono assai avvantaggiate le chiese
cattoliche rispetto a quelle protestanti, come a suo tempo abbiamo riferito. All’inizio di quest’anno la Repubblica popolare polacca ha restituito alle chiese
144 di questi edifici, per lo più bisognosi di restauri: la Chiesa cattolica romane ne ha avuti 138, la Chiesa della Confessione di Augusta (luterana) 2, quella
ortodossa 2, quella cattolica polacca (vecchio-cattolica) 1 e quella evanvelica
unita 1.
Chiesa e Stato, versione polacca
I rapporti fra la Chiesa romana e lo Stato polacco paiono oscurarsi, negli
ultimi tempi. Il 12 maggio a Cracovia il card. Wishynsky ha vivamente criticato
il nuovo^ sistema, organizzato dal partito, del lavoro gratuito in alcune domeniche: « L’uomo non è un concime, una fabbrica, cemento o ferro. Se è costretto
a lavorare nei giorni festivi e nelle domeniche, sarà incapace di prestare nuovi
sforzi il lunedì ». E ha invitato i fedeli a fare rispettare i loro diritti, senza contare sui vescovi, il che sarebbe « poltroneria; un cittadino pauroso, poltrone, silenzioso fa un gran danno a sé e a quelli che lo dirigono ».
II 22 maggio si apprendeva la nomina aH’Ufficio culti di un nuovo funzionario, Kasimierz Kakol, che nel 1968 si era distinto per particolare intransigenza
contro gli studenti e gli ebrei; là suà nomina è stata accolta con riserve dalla
Chiesa romana.
CECOSLOVACCHIA:
recenti
pubblicazioni biblico-teologiche
Washington {spr) - Considerando la
minaccia di una « disumanizzazione
massiccia » a causa della cibernetica e
di altre scienze, discipline e tecniche
connesse, William P. Thompson, segretario generale della Chiesa presbiteriana unita negli USA ha proposto la
creazione di organizzazioni tendenti a
proteggere le vita privata degli individui dall’intrusione dello Stato e
delle imprese commerciali.
W. Thompson, rivolgendosi a una
Commissione governativa statunitense, ha dichiarato che era in gioco la
stessa libertà delle persone, e ha chiesto con forza che nella legislazione degli USA fosse inserito un articolo che
vieti la violazione della vita privata.
Egli ha proposto di creare due organizzazioni di prevenzione. L’una sareb« un organo indipendente dotato di un
iilllllll!
Ginevra (spp) - Riunito il 21 giugno
alla Casa della Riforma, il Concistoro
della Chiesa nazionale protestante di
Ginevra ha adottato, con riserva di
alcune modifiche redazionali, una dichiarazione sul battesimo che segue
un documento analogo letto ufficialmente l’anno scorso sotto forma di
messaggio per il «Digiuno federale».
Constatando che le pratiche battesimali hanno variato nel corso della storia della Chiesa, la dichiarazione prosegue: « Con la duplice pratica del battesimo dei fanciulli e del battesimo
degli adulti la Chiesa tenta di rendere
ragione alle esigenze diverse della pratica battesimale in una tensione vivente. (...) La nostra Chiesa riconosce
tutti i battesimi amministrati secondo
runa o l'altra pratica. (...) Il battesimo è amministrato dopo un periodo
d’istruzione personale o comunitaria;
la Chiesa nel suo insieme e la comunità locale esercitano così il loro ministero d’evangelizzazione. Il battesimo
è un atto unico nella vita del cristiano.
Esprime il .suo impegno nella comu
La Chiesa ortodossa in Bulgaria
ha recentemente organizzato la prima
riunione della Commissione per la
gioventù della Conferenza cristiana
per la pace. Durante la seduta d’apertura, giovani cristiani giunti da quattro continenti hanno analizzato i sistemi educativi attuali ed il loro contributo a una educazione per una responsabilità politica. Si sono dichiarati d’accordo che l’educazione deve
eliminare le differenze di classe nelle
società capitalistiche e nel Terzo Mondo. Hanno anche affermato che i giovani cristiani dovrebbero appoggiare i
movimenti di liberazione del Terzo
Mondo, che lottano per portare alle
proprie popolazioni una vita dignitosa,
del pane, del lavoro e l’autogestione.
Si tratta di traduzioni dal tedesco, come Mille anni e un giorno di C. Westermann o Introduzione all'Antico Testamento di A. W. Lappie; entro l’anno si attende il Gesù di G. Bornkamm.
Sono poi state pubblicate varie opere di autori cèchi o slovacchi, ad opera
delle Facoltà teologiche « A. Comenius » (della Chiesa evangelica dei Fratelli Cèchi) e « Jan Hus » (della Chiesa cecoslovacca) di Praga. Le parabole di Gesù, di
J. Manek, un Dizionario greco-cèco del Nuovo Testamento di J.B. Soucek (ne è
già in preparazione una seconda edizione riveduta e accresciuta), una Patrologia
greca dello studioso cattolico S. Smelhaus etc. La casa editrice cattolica « Charitas » ha pubblicato Le buone notizie del Nuovo Testamento di J. Merell (già autore de La Bibbia nella tradizione culturale cèca): si tratta di una introduzione
alla critica letteraria del N.T. scritta per il grande pubblico, e il libro è un esempio interessante dell’atteggiamento cattolico post-conciliare nei confronti degli
studi biblici. Il prof. K. Gabris, della Facoltà di teologia luterana di Bratislava,
ha pubblicato una Problematica della vita di Gesù, e si attende un Commentario
all’Evangelo di Marco, di P. Pokomu.
L’elenco non sarebbe completo se non si aggiungessero vari articoli pubblicati da riviste teologiche come « La rivista cristiana » o « Communio viatorum » (quest’ultima compare in inglese, tedesco e francese) o in vari periodici
in Cecoslovacchia e all’estero.
D’altro canto è apparsa la prima parte della nuova traduzione ecumenica del
Nuovo Testamento, comprendente i quattro Evangeli. Il secondo volume, comprendente tutti gli altri libri del Nuovo Testamento, è pronto per la stampa, che
potrebbe avvenire fra 2 o 3 anni. La tiratura di questa edizione è stata di 21.000
copie per una serie tascabile e di 7.500 copie in ottavo, che sarà il formato delTedizione definitiva. Il lavoro per questa nuova traduzione è iniziato nel 1952
sotto la direzione del prof. Soucek e il patrocinio della Chiesa evangelica dei
Fratelli cèchi; rapidamente altri traduttori, di altre confessioni, inclusa quella
cattolica, si erano uniti all’équipe iniziale. Questa traduzione moderna è stata
compiuta seguendo il principio della "equivalenza dinamica ”, e. per lo stile è
assai vicina alla « New Enghish Bible » e alla traduzione unitaria tedesca, o ancora all’edizione francese del Nuovo Testamento, « Bonnes nouvelles aujourd’hui ». Il pubblico l’ha accolta con calore e così pure gli slavisti, sopratutto a
causa del rispetto per il lettore, di cui fa prova, pur vegliando a conservare l’originalità di ogni autore biblico.
Il iigretii'lo generale della Chiesa presbiteriana
unite negli USA chiede
Protezione ner la vita privata
potere esecutivo ben definito, incaricato di studiare, sorvegliare e ratificare la raccolta e la diffusione di informazioni personali da parte di agenzie
o di organi governativi o di privati,
che lo fanno a fini pubblici o commerciali ». La seconda sarebbe « un ufficio nazionale per la protezione della
vita privata, che fornirebbe, attraverso un ’’ombudsman" (un consigliere
giuridico indipendente, un istituto democratico noto e operante soltanto
nelle nazioni anglosassoni e scandinave), servizi ai cittadini la cui vita privata sia minacciata dall’intervento di
organismi governativi, commerciali o
scientifici, e che non riescono a risolvere i loro problemi attraverso le vie
normali offerte dalla legge, le regole in
uso nel mondo degli affari o i metodi
di certe agenzie ».
Il Concistoro ginevrino adotta
Una dichiarazione sui battesimo
nità acclesiastica. La santa cena è un
atto che si ripete. Esprime la perseveranza dei cristiani nella comunione
e nel servizio di Cristo ».
La dichiarazione rileva inoltre l’importanza della formazione cristiana
nécessaria al destarsi della fede e al
perseverare in essa; invita tutta la
Chiesa a non dimenticare che sono
sempre più numerosi coloro che non
praticano più il battesimo.
0 II sinodo dei vescovi luterani svedesi ha
creato una eommissione d’indagine sui
problemi deU’omosessualità. Questa, eomposta di un teologo, un medico e uno psicologo,
in un rapporto distingue tre categorie di
omosessuali di ambo i sessi: episodici, prostituti, per natura (questi ultimi sono il 4%
della popolazione svedese); essa ritiene che
le coppie ’’regolari” della terza categoria dovrebbero poter ottenere una benedizione dalla
Chiesa luterana, senza es.sere ’’sposati" nel
senso tradizionale del termine...
0 A cura delle varie curie vescovili e pròvincie religiose italiane è in corso un
censimento dei preti e religiosi che durante
Tultimo referendum hanno pubblicamente
’’disubbidito” alle istruzioni dei superiori e
si sono comportati in contrasto con la dottrina ufficiale. Gli elenchi confluiranno a Roma.
Pare che la GEI utilizzerà questi dati per
uno studio sul clero italiano, e solo in casi
eccezionali per misure disciplinari.
iiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
Un laico presiede
la Chiesa riformata
del Vailese
Il sinodo straordinario della Chiesa
riformata del Vallese, riunito a Loèche-les-Bains, ha eletto il suo presidente, che per questo turno doveva essere
un laico, nelle persona del sig. Max
Brònnimann, un tecnico di Brig; quale
vicepresidente è stato eletto il past.
Pierluigi dalla, di Montana-Crans.
Il past. Jalla, della cui malattia avevamo dato notizia, notevolmente migliorato, si trova ora in una clinica di
Losanna, per un ulteriore periodo di
cure. Lieti delle migliori notizie, confermate indirettamente anche dall’attestato di stima e fiducia del sinodo
vallesano, gli rinnoviamo l’augurio di
un pieno ristabilimento,
iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimii
Sud Vietnam
Caro direttore,
non voglio entrare in polemica anche se è
facile dimostrare che nel Sud Vietnam non
esìste alcuna libertà di stampa, di sindacato,
di riunione e via dicendo. Anche la Croce
Rossa Internazionale ha dovuto ritirarsi per
impossibilità di lavorarvi. Preferisco riferire
il messaggio di un prigioniero, il grido disperato e di speranza di una delle più di
200.000 persone straziale nelle carni e nello
spirito.
Tullio Vinay
A TUTTI I MIEI FRATELLI
DEL MONDO INTERO ^
Ecco quasi un anno che le autorità della
repubblica del Vietnam mi tengono rinchiuso
nella prigione di Thua Thién perché ho
scritto denunziando la sanguinosa partecipazione degli Americani nella guerra del Vietnam...
Ho dovuto vivere i giorni più lunghi, le
notti più lunghe durante gli interrogatori di
fronte ai poliziotti ed ai loro « strumenti di
lavoro » per rispondere alle loro domande
sul mio conto. Alla fine han dovuto convenire con me che il mio comportamento era legittimo. E tuttavia son sempre nel fondo di
questa prigione.
Ormai da otto mesi, ho avuto fame e sete,
ho avuto freddo, ho sofferto, sono stato malato, ho vissuto nell’angoscia e nel terrore,
ora dopo ora nelle celle speciali. Ormai da
otto mesi non ho vissuto che nella speranza e
neU’attesa. Nella speranza che cessi la guerra
e che torni la pace. NelFattesa del giorno in
cui avrei potuto uscire da questo mondo strano ed infernale.
Adesso non comprendo più nulla! Non so
più dove sono né con chi sono! Sono ancora
in questo mondo o già alFinferno? Sono fra
uomini o fra bestie? Sognare l’indipendenza,
la pace, il riso per la fame, l’acqua per la
sete, il vestito per non patire il freddo, il
cielo per respirare a volontà, la luce per vedere, le medicini per guarire, sognare una
vita d’amore e d’uguaglianza... è un sogno
legittimo per un uomo che vive su questa
terra? E se lo è, perché mi trovo, insieme a
centinaia di migliaia di Vietnamiti, gettato
dentro simili prigioni?
Nella miseria di questa vita, in queste ore,
in questi minuti benché così vicini alla morte, ho sete di vivere più intensamente che
mai. Devo sopravvivere come il popolo Vietnamita è sopravvissuto. Le mie due mani
scarne, doloranti, si appoggiano al limite instabile dell’abisso, io rialzo la testa per dire
la vergogna, rumiliazione, le sevizie,, mentre
il cuore trabocca di speranza che alla fine io
possa ridiventare un semplice uomo, come
gli altri, che vive libero.
Mando queste dolorose righe a tutti i miei
fratelli del paese e del mondo intiero, a tutti
gli uomini che voglion riconoscere resistenza degli altri e vivere con loro in una fraternità autentica : mando loro queste dolorose righe come un messaggio. Aiutatemi, aiutateci. aiutate i Vietnamiti che, a centinaia di
migliaia, muoiono a fuoco lento, di sofferenze e sfinimento, in queste prigioni di modello americano.
Prigione di Thua Thién
Tran Hué detto Chu Son
insegnante, scrittore, 30 anni
Al tavolo della presidenza: M. Hartlich (Germania)^ R. Andriamanjato (Madagascar), P. Webb
(vicepresidente del CEC), N. Morton (USA), Christa Lewek e G. Diestel (Germania).
la liberazione della persona
questo lo scopo delle donne riunite a Berlino per
il colloquio internazionale sul '‘sessismo''
' Tradotto dal recente libro della « Communauté Vietnamienne » Les Prisonniers politiques - Librairie Sudeslasie - 17. rue Cardinal Lemoine - 75005 Pari.s.
Berlino Ovest (soepi) — In tutti i
paesi le donne sono vittime dell’oppressione a causa del loro sesso, ma
sperano di creare una società più umana. Questa la conclusione cui sono
giunte le 154 donne che hanno partecipato al colloquio intemazionale su
« Il sessismo nel mondo attuale », organizzato dal 15 al 22 giugno a Berlino Qvest sotto gli auspici del CEC.
Ospiti della Federazione femminile
delle Chiese tedesche, le partecipanti
venivano da 49 paesi e rappresentavano per la prima volta con tale larghezza le donne attive nella Chiesa.
Grazie a uno sforzo concertato, ogni
continente era equamente rappresentato. Parlamentari, avvocatesse, psicologhe, assistenti sociali, professoresse,
tèologhe e donne operanti per le Chiese hanno scambiato esperienze in fatto di discriminazione e hanno tracciato un piano d’azione per eliminarla
nella chiesa e nelle nazioni.
Inizialmente le differenze di tradizione, di orientamento teologico e di
situazione nel primo, nel secondo e
nel terzo mondo sono sembrate insormontabili. Le donne dei paesi poveri
hanno fatto notare che è superfluo
parlare di ’sessismo’ quando c’è gente
che muore di fame. Le donne provenienti dai paesi totalitari hanno dichiarato: « I nostri mariti non ci opprimono, perché sono in prigione. Nostro scopo è la liberazione dell’umanità intera ». Le donne del primo mondo hanno sostenuto i diritti delle donne nubili e di quelle che scelgono stili
di vita diversi da quello della famiglia
ristretta; hanno condannato le attuali
forme di teologia, così spesso oppressive nei confronti dei laici e soprattutto delle donne: essendo la teologia
considerata un campo riservato agli
esperti, i laici non possono esprimere i loro pareri sul senso della fede.
La teologa statunitense Nelle Morton è risalita alle radici del sessismo,
nel sistema patriarcale che ha strutturato la società in strati basati sul
sesso; valendosi di immagini stereotipe
esso ha creato unà mentalità di padrone-serva che ha generato il razzismo,
il sessismo, le classi e le caste. Il gruppo teologico ha visto Segni di speranza negli sforzi fatti dalle donne, nel
colloquio, per capirsi e giungere « ai
frutti di una vita riconciliata e riconciliatrice » in Gesù Cristo: « Aspiriamo a cogliere una visione nuova della
piena umanità in Cristo ».
Il giudice Annie Jragge, del Ghana,
ha riassunto in questi termini il colloquio: « Siamo cresciute insieme e insieme abbiamo scoperto che la sofferenza generata dal sessismo è quella
dell’ingiustizia. Discriminazione e oppressione sono le due facce della medesima realtà. Dopo che le partecipanti hanno centrato il problema, le donne dei paesi sviluppati e quelle dei
paesi in fase di sviluppo hanno parlato delle stesse cose, ma da angolature
diverse. Il sessismo non si limita all’assoggettamento ai lavori casalinghi.
La nostra liberazione non ha senso se
non è legata alla liberazione degli uomini in tutto il mondo », ha concluso
A. Jiagge, rallegrandosi perché le partecipanti hanno capito che se qualcosa si doveva fare, erano le donne a
doverlo fare: « In meno di una settimana siamo cresciute e maturate politicamente », e ha invitato le donne a
partecipare alle Commissioni nazionali per lo Statuto della donna, in preparazione dell’Anno internazionale della
donna (1975).
iiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiii
Lavoratori migranti
e Comunità europea
(spp). Un colloquio su « I lavoratori
migranti nella Comunità europea » ha
riunito a Grenoble i rappresentanti degli eletti locali dei paesi membri della
CEE, dell’Austria e della Svizzera. I
delegati hanno constatato che dopo decenni di prosperità le società europee
non sono ancora riuscite ad assicurare
l’inserimento sociale dei lavoratori immigrati, sui quali questa prosperità si
fonda.
Pur contribuendo all’espansione economica della Comunità europea, questi lavoratori non si son visti riconoscere i diritti elementari sul posto di
lavoro e nelle comunità di accoglienza.
I partecipanti hanno quindi chiesto
che il Consiglio dei Comuni d’Europa
rimedi a questa carenza della società
europea e garantisca l’applicazione di
una regolamentazione comunitaria,
nel senso di un vero e proprio statuto
europeo dei lavoratori, che garantisca
reale difesa e uguaglianza di diritti sul
piano sociale.
La signora Liselotte Nold, della Repubblica federale tedesca, si è dichiarata felice di vedere che le donne seguivano la loro strada, in teologia, e
ha espresso la speranza che abbiano
finalmente il coraggio di spezzare le
strutture del pensiero teologico sistematico per « portare a tutti la buona
notizia dell’amore... Abbiamo bisogno
di teologi ché si rivolgano agli uomini ».
Nel quadro dell’Anno intemazionale
della donna, il colloquio ha raccomandato che sia formulato un programma
particolare per le donne che soffrono
di peggiori condizioni di alloggio, di
salute e di alimentazione. Si potrebbe
prevedere un programma tendente a
fornire tutte le donne di acqua potabile.
Si sono fatte tre serie di raccomandazioni. L’una, al CEC, schiettamente
teologica, chiede l’avvio di uno studio sul ’linguaggio di Dio’, facendo appello alla teologia della liberazione e
alla teologia autoctona per parlare
dell’azione di Dio in termini comprensibili a tutte le razze, a tutti i sessi e
a tutte le culture. In un’altra raccomandazione l’assemblea ha chiesto la
raccolta di fondi per la formazione
teologica delle donne e la loro partecipazione a commissioni teologiche di
studio organizzate dal CEC.
Sono state fortemente raccomandate direttive tendenti a, eliminare il linguaggio, j concetti e le immagini sessiste da tutti i discorsi e documenti
distribuiti nelle riunioni del CEC. Si
è pure suggerito di chiedere ai comitati responsabili delle traduzioni bibliche di correggere gli ’errori sessisti’
nella traduzione delle Scritture.
Una seconda serie di raccomandazioni, rivolte alle 267 Chiese protestanti, anglicane e ortodosse membri del
CEC, ha posto l’accento sui programmi educativi; questi dovrebbero portare le donne a prender coscienza del
loro potenziale umano e a capire che
sono anch’esse capaci di assumere nella chiesa e nella società responsabilità
diverse da quelle di sposa e di madre.
Bisognerebbe aiutare gli uomini a rinoscere alla donna il diritto a una vita creativa e la sua responsabilità nel
condividere i compiti domestici. Si è
Due docenti universitarie Bolanle Awa (Nigeria) e Anne Marie Aagaard (Danimarca)
chiesto alla chiesa di riesaminare il
suo atteggiamento nei confronti delle
donne nubili, delle nubili madri, delle
divorziate e delle vedove, e di dare il
suo appoggio a questi gruppi spesso
negletti.
Le partecipanti al colloquio hanno
chiesto alle Chiese di creare centri
consultori e programmi, con personale maschile e femminile, per informare sui problemi derivati dalle relazioni distorte fra le donne e altre persone e la società nel suo insieme. « Bisognerebbe ammettere che il clero ha
bisogno di formazione in fatto di educazione e di consulenze familiari e
di stili di vita ».
Si è suggerito alle Chiese di modificare radicalmente le loro' strutture e
di aprire alle donne tutte le possibilità di servizio, compresa la consacrazione, associandole veramente alla
missione della Chiesa.
Alle organizzazioni femminili si è
chiesto di rafforzare la legislazione
volta a proteggere le lavoratrici domestiche, di combattere lo sfruttamento
economico delle donne, di condannare
la pubblicità che perpetua immagini
femminili stereotipe e di eliminare dall’insegnamento ogni testo o termine
discriminatorio. Le partecipanti, a titolo personale, e le loro organizzazioni devono premere perché cessi lo
sfruttamento ad opera delle società
multinazionali, e devono lavorare affinché la legislazione garantisca alle donne le stesse facilitazioni nell’educazione, nella formazione professionale e
nell’impiego. Qccorre creare una commissione permanente del CEC per l’attuazione di queste proposte.
Il colloquio, cui hanno partecipato
rappresentanti delTONU, del CEC e di
varie Chiese, era presieduto dalla signorina Pauline Webb, di Londra, vicepresidente del Comitato centrale del
CEC, e dalla signora Gudrun Diestel,
tedesca.
6
pag. 6
ORON AC A CELLE VALLi
N. 27-28 — 12 luglio 1974
Alle Valli oggi
Dalla Valle Germanasca
29-30 GIUGNO, A PERRERO
Conferenza del f Distretto
Il problema dei convitti - La stampa - In difesa
diritti delle popolazioni
dei
21
28
Agosto 4
La Conferenza del primo distretto, che quest'anno si è tenuta a Ferrerò,
nei locali della caserma, gentilmente concessi dal patronato scolastico, ha discusso soprattuHo i problemi degli istituti, della stampa e della autonomia delle
popolazioni montane. Che ci si dovesse occupare anche degli istituti che non
dipendono dalla CIOV, era stato deciso dalla Conferenza dell'anno scorso per
rispondere all'esigenza di un maggiore , __________________
Sett.
11
18
1
collegamento fra comunità e opere,
quest’anno vi era comunque una certa
attesa per la discussione sui convitti,
perché molti erano stati colti di sorpresa nelle ultime settimane dalla notizia delle dimissioni dell’intera équipe
pedagogica del Convitto maschile di
Torre Pellice. La discussione ha volutamente evitato le questioni personali,
per concentrarsi sul problema dei rapporti tra convitti e comunità. Non si
poteva infatti ignorare che, al di là
della questione che oppone Direttore e
Tavola Valdese, esistono sessanta ragazzi e la necessità di continuare un
lavoro di cui nessuno ha contestato la
validità.
Diversi interventi hanno messo in
rilievo il cambiamento che è avvenuto
aH’interno di tutti i convitti (la tendenza è stata infatti di sottolineare più i
problemi generali che non i problemi
particolari di un convitto): i convitti
ospitano ora una maggioranza di ragazzi provenienti dalla città e da famiglie disgregate; sono le situazioni
create dalTimmigrazione di massa, dall’inadeguatezza dei servizi sociali e dalla frantumazione del tessuto sociale
che caratterizzano non soltanto la
grande città, ma anche una città come
Pinerolo, e che nei prossimi anni interesseranno sempre di più anche le nostre valli. Ospitare dei ragazzi che
provengono da queste situazioni non
è un’esigenza che premeva alle nostre
porte.
Si tratta ora di vedere in questa necessità un preciso servizio che la nostra chiesa è chiamata a rendere. In
questa prospettiva alcuni delegati hanno criticato l’atteggiamento ostile che
troppe persone mantengono, e verso i
ragazzi, e verso gli istituti che li ospitano, costretti spesso a lavorare in condizioni di completo isolamento. Questa
critica non era però condivisa da tutta la conferenza. Alfredo Sonelli, Marcella Gay e altri hanno osservato che
le comunità non sono state consultate
sul nuovo orientamento che stavano
prendendo i convitti, e d’altra parte
esse si sono dimostrate più aperte e
disposte alla collaborazione di quanto
si pensi.
L’ordine del giorno che conclude la
discussione è impegnativo: piena approvazione della linea pedagogica e
della ricerca svolta dai convitti, invito
alle comunità a inserirsi in questa prospettiva e a darle il loro appoggio.
Questo significa mettere i convitti al
centro del programma di lavoro della
chiesa nel distretto.
Nessuna decisione, invece, sul problema della stampa. Il dibattito (o
scontro frontale) che quest’anno ha
occupato tanto spazio dell’Eco delle
Vaili - La Luce, si è riprodotto in conferenza, e forse non è male riferirne
qui i termini essenziali. Di fronte a chi
auspica un giornale interno alla chiesa, che tenda soprattutto a edificare,
con un linguaggio semplice e temi alla portata di tutti (posizione espressa
dalTAnziano Chiavia di Villar Pellice),
sta chi è preoccupato dal problema
dell’informazione e vorrebbe che TEcoLuce svolgesse un’azione più penetrante, con lo scopo di permettere alla po
polazione di avere un’idea chiara dei
fatti, dei giochi di potere nella politica
generale e locale, e della risposta che
come evangelici possiamo dare, sul
piano delle decisioni personali e dell’organizzazione. Si vorrebbe che la
conferenza chiedesse a tutta la chiesa
una precisa decisione nel senso di dedicare maggiori mezzi e più uomini a
questo tipo di informazione.
Per il direttore, Gino Conte, questo
sarebbe piuttosto il compito di un’informazione laica, mentre il giornale
della chiesa non può far altro che riflettere la diversità di posizioni attualmente esistente nella chiesa. Per limiti
di tempo, o forse perché il problema
non è ancora sufficientemente maturato nelle comunità, non si giunge a una
conclusione operative. Resta la proposta di Liliana Viglielmo, di dedicare
l’inverno prossimo alTindagine sulla
stampa locale e alTelaborazione di una
formula giornalistica più adeguata alla
nostra realtà, riunendo più spesso i
corrispondenti.
Che non si tratti soltanto di questioni accademiche lo dimostra la mi
naccia molto concreta alla nostra autonomia di cittadini e di credenti: due
fatti hanno provocato la presa di posizione della conferenza: l’inchiesta della Prefettura di Torino sulla attività
ecclesiastiche e i responsabili delle nostre comunità, e il crescente isolamento dei Comuni montani, che per ottenere il rispetto dei propri diritti (strade, elettricità, ecc.) rischiano di dover
dipendere sempre di più dal beneplacito di qualche uomo di governo. Di
fronte a questi fatti, si poteva esser
tentati di cadere nel qualunquismo. La
conferenza ha voluto invece indicare
la via della libertà e della dignità che
traggono la loro forza dalTEvangelo:
rifiutando l’ingerenza governativa nella propria vita interna, ha chiesto nello stesso tempo alle Amministrazioni
comunali di riaffermare la propria
funzione democratica di fronte al tentativo autoritario degli organi centrali. Riguardo al secondo fenomeno, che
è più profondo, la conferenza ha esortato a non considerare i metodi del
sottogoverno (che ha chiaramente denunciato) come inevitabili, ma a cercare e trovare le forme di azione capaci di difendere gli interessi delle popolazioni.
Ricordiamo le altre decisioni della
conferenza: il ringraziamento a Suor
Susanna Coìsson, che lascia il Rifugio
Carlo Alberto dopo 25 anni di attività;
la richiesta alla Commissione Distrettuale di nominare una commissione
per il coordinamento della preparazione dei laici; la richiesta al Sinodo
di ampliare il numero dei membri della commissione distrettuale; Taumento medio del 16% nelle contribuzioni
alla cassa centrale per l’anno ecclesiastico in corso.
Il culto della conferenza è stato tenuto con la comunità di Ferrerò; il Pastore^ Bellion ha predicato sulTincontro di Gesù con il giovane ricco. I lavori della conferenza sono stati guidati da un seggio composto da Bruno
Bellion, Valdo Fornerone, Rosanna Pireddu e Mario Sibille.
Le sorelle e i fratelli di Ferrerò si
sono prodigati in modo ammirevole
per dare ai membri della conferenza
un’accoglienza festosa e calorosa. Ed
ora tutti noi siamo impegnati a far sì
che il programma della conferenza
non rimanga sulla carta.
Bruno Rostagno
CULTI ALL’APERTO
Con il mese di luglio sono ripresi i
culti al Bagnau, ai quali si alternano
quest’anno alcune altre riunioni a Rocciamaneod ed al Prassuit.
Diamo qui il calendario di queste attività, rivolgendo un cordiale invito a
tutti ad unirsi a noi.
Luglio 14 ore 1.5 : Rocciamaneod ;
ore 14.30: Bagnau;
ore 15 : Prassuit;
ore 10 : Bagnau: giorna
ta comunitaria;
ore 15 : Rocciamaneod;
ore 14.30: Bagnau;
ore 14.30: Bagnau;
Si ricorda che il culto a Pradeltorno
ha luogo durante Testate quindicinalmente in alternanza con il culto al
Bagnau alle ore 10.30.
SCUOLA BECKWITH
DEGLI ODIN-BBRTOT
La scuoletta degli Odin-Bertot è stata ultimamente sistemata ad esempio
delle vecchie scuole Beckwith, le « università delle capre» (come scherzosamente le chiamava lo stesso Beckwih)
che tanta parte hanno avuto nella
formazione delle popolazioni delle nostre valli.
Abbiamo raccolto insieme, oltre ai
vecchi banchi che già c’erano, parte
del limitato materiale didattico di cui
disponevano: lavagna in legno, pallottoliere, cartelloni per la lettura, ed i
libri di testo a partire dalla vecchia
Bibbia di Oservald, fino ai « Premier »
e « Deuxieme livre de lecture ».
Certamente diverse cose mancano
ancora per rendere più completo il
quadro, ma presentiamo quanto abbiamo potuto fare ad umile testimonianza
del lavoro svolto nelle nostre scuole
quartierali.
Ringraziamo il gruppo di volenterosi del quartiere che hanno compiuto
il lavoro ed invitiamo tutti a venire a
vedere. La scuola si trova sulla strada
che dalla Ghieisa d’ia Tana conduce
a Chhanforan : una buona occasione
per rivedere questi luoghi.
Commissione turismo
È stato stampato un dépliant con gli
orari dei culti ed il calendario delle
varie riunioni e culti all’aperto che si
termnno quest’anno nelle varie comunità delle valli, nonché le indicazioni
delle varie manifestazioni connesse
con TVm Centenario della conversione di Valdo.
Chi ne fosse interessato lo può richiedere alla Commissione Turismo Casa Valdese - 10066 Torre Pellice.
R. C.
Perrero
IL DIBATTITO SULLA C.I.O.V,
Medicina preventiva
e disponibilità pastorale
La discussione sull'operato della CIOV ha avuto come primo argomento
l'Ospedale di Torre Pellice : da quattro anni è stata richiesta la qualifìcazione
come Ospedale per convalescenti e lungodegenti o, subordinatamente, l'estensione alTOspedale di Torre Pellice del regolamento stipulato per l'Ospedale di
Pemaretto, ma — cosa inaudita in qualsiasi altro paese civile — ancora non è
arrivata alcuna risposta; ciò comporta ——
una situazione di disagio sia per la po
polazione che non può avere un’assistenza adeguata, sia per la CIOV che
non^ può procedere ad un allestimento
delTÓspedale corrispondente alle esigenze della popolazione.
Gli argomenti di fondo proposti dalla relazione della Commissione d’esame sono stati due. Anzitutto il problema della « medicina preventiva » a
proposito soprattutto dell’Ospedale di
Pomaretto. La meta indicata già dalla
Conferenza Distrettuale dello scorso
anno non riguarda tanto la « diagnosi
precoce » che pure è indispensabile:
'ì’Ospedale di Pomaretto, da questo
punto di vista, si presenta ben all’altezza della situazione per modernità di
impianti e per la competenza e la dedizione del personale, a tutti i livelli.
Ciò che viene proposto è che TOspedale stesso, con le sue attrezzature e con
il suo personale diventi un centro propulsore per tutta la vallata di sensibilizzazione sociale per tutti gli aspetti
del problema sanitario: medicina preventiva è curare la salubrità delle abitazioni, dei luoghi e dei metodi di lavoro, ecc., perché si possano prevenire molte malattie dovute proprio alle
condizioni di vita e di lavoro. La CIQV
garantisce la disponibilità a questo
tipo di problemi sociali e ai contatti
con la popolazione e con i responsabili locali, pur precisando che TQspedale ha una sua precisa funzione e
quindi, non può sostituirsi alle iniziative proprie di altri organismi, come
i sindacati o le amministrazioni locali.
Per rispondere alle esigenze sanitarie
della zona l’Ospedale ha istituito un
corso per infermiere visitanti.
Il secondo problema di fondo è
stituito dall’esigenza di creare tra
CIOV e il personale un rapporto
verso da quello puramente aziendale.
Quando il Sinodo aveva eletto a presidente della CIOV il past. E. Aime, si
pensava che egli avrebbe potuto svolgere presso il per-sonale degli Istituti
un’azione prevalentemente pastorale, il
che certamente il past. E. Aime ha cercato di fare; tuttavia ha incontrato
molte difficoltà, soprattutto per la mole sempre maggiore di lavoro che la
funzione di presidente comporta. La
Conferenza ha raccomandato agli altri
membri della CIOV di studiare il modo di assicurare al presidente una più
ampia disponibilità per la sua azione
più propriamente pastorale nei confronti del personale.
Si sono trattati anche casi personali,
felicemente risolti con reciproca comprensione fraterna. Un saluto particolarmente caloroso è stato rivolto a
Suor Susanna Coìsson, la quale ha lasciato la direzioné del Rifugio Carlo
Alberto, dopo circa 25 anni di impegno
costante e di una disponibilità senza
limiti. Suor Susanna ha dedicato a
vari Istituti della CIOV circa 40 anni
di attività: era giunto il momento di
prendersi un po’ di riposo, anche se il
suo congedo lascia un gran vuoto in
coloro che lei ha tanto amorevolmente
curato e in lei stessa. La Conferenza
Distrettuale si è unita alla CIOV nelTesprimerle tutta la riconoscenza delle chiese delle Valli. A. Sonelli
L’anno scolastico si è concluso alla
scuola media di Ferrerò, come negli
anni scorsi, con la promozione generale degli alunni delle prime due classi. Viceversa si è avuta una piccola
strage in terza media con la non ammissione all’esame di licenza di ben 5
alunni su 25 frequentanti. La percentuale dei non ammessi, del 20%, è la
più alta di tutto il Pinerolese.
La ragioni di questo sono molteplici.
Innanzitutto non è stata del tutto assente la considerazione che è meglio
far ripetere la terza media piuttosto
che una delle prime classi, nel senso
che questa viene con ogni probabilità
ripetuta, mentre una eventuale ripetenza delle prime classi può indurre
una famiglia a non far terminare al
proprio figlio la scuola delTobbligo,
con danni giuridici ed umani che è facile intuire.
Si è anche considerata la situazione
attuale del « mercato del lavoro » che
offre assai scarse possibilità di impieRo precoce a quelli che non proseguiranno gli studi e in questo senso si è
ritenuto da parte di alcuni che è meglio per qualche ragazzo tornare un
anno a scuola piuttosto che bighellonare in attesa di un’occupazione, valutando realisticamente le speranze illusorie destate dalla riapertura della
scuola RIV.
Ma va anche detto che i motivi della non ammissione dei cinque candidati sono soprattutto di ordine didattico e scolastico. Si è infatti venuta
consolidando nella classe che si preparava alla licenza una situazione del
tutto particolare di assoluto e completo disinteresse per qualunque tipo di
problema. I cinque non ammessi sono
stati soltanto alcuni fra i peggiori
alunni della classe, ma alla fine del1 anno scolatico c’erano nerplessità notevoli anche su vari altri elementi. Tra
le cause di questo riteniamo che vada
menzionata l’impostazione del doposcuola, che ha concesso tropno largo
spazio ad attività sportive che i ragazzi potevano portare avanti in modo autonomo e di cui,comjmque, in un
ambiente di montagna, non avevano
bisogno per motivi di salute. Il mugugno di una parte delle famiglie per
Quest’impostazione non si è fatto mai
abbastanza vivo nelle assemblee dei
genitori per poter imporre una linea
diversa, culturalmente più seria e più
critica. In questo modo l’attenzione
degli alunni, oltre che le energie ed il
tempo, sono stati sviati dalle attività
i”’ nroblematiche e formative.
La rioroya di questo nensiamo nos^3. trovsTsi cs3mi È
bastata una quindicina di giorni di lavoro autonomo, oltre naturalmente
allo spauracchio della bocciatura che
era diventato assai concreto dopo la
vista dei tabelloni del secondo quadrirnestre, per una netta ripresa che è
dimostrata dalla media abbastanza
buona dei giudizi di licenza. Due privatisti hanno sostenuto l’esame con
es'+o lusinghiere.
TAcenziati: Artus T.iretta, Artus Luceitn. Barai Amia. Rarus Paolo. Bertalnt Claudia. Bertetto Enrico. Bertettn Valter. Breusa Giorgio, Breuza Maria Angela, Ghign Fiorenzo. Giacomino Bruno. Grill Letizia. Ma.son Maria,
Pascal Piero. Pevrot Dario. Pi.sanu Mano, Preve Rossana. Poet Marisa, Sanmorfino Daniela. Tron Piero.
Prh’ntisti: Barale Marcellino, Peyrot
Sergio.
C. Tron
Prall
Novità al Museo
Valle e che manteneva il suo antico carattere chiaramente europeo. Davanti
a queste bacheche sono stati montati
elementi dell’antica tubazione dell’acqua potabile di Cugno, scavati a mano
in tronchi di larici con grande pazienza ed abilità. Nella cucina è anche
esposta una pietra con la quale si
chiudeva il forno per il pane, decorata
con motivi geometrici incisi. Anche
la bacheca dei minerali si è arricchita
di un blocco di magnesite, minerale
che si trova con il talco.
Tuttavia la novità più notevole è
rappresentata da una scure di selce,
di eccellente fattura e risalente all’inizio del neolitico. È esposta nella prima bacheca, quella della preistoria.
ORARIO DEL MUSEO: Giorni feriali: 14-18; giorni festivi: 9-12; 14-18.
F. Da vite
Massello
co
la
di
Luserna S. Giovanni
SCUOLA MEDIA STATALE
«E. DE AMICIS»
Gli esami di licenza presso la nostra Scuola Media Statale, quest’anno, si sono conclusi con dei risultati positivi tanto per gli alunni interni quanto per i candidati provenienti
dal corso popolare d Luserna San Giovanni.
Le iscrizioni per il nuovo anno scolastico
si sono regolarmente iniziate il primo luglio
e proseguono normalmente, nonostante l’ambiguo comportamento di alcune genitrici e
genitori di alunni delle classi quinte eiementali di San Giovanni che, pur non conoscendo l’attività scolastica del nostro Istituto, continuano, nella loro sprovveduta condotta civile, a sostenere determinate scuole « non
statali » adoperando Tarma della denigrazione
sulle scuole statali con i soliti luoghi comuni degli scioperi e delle ritardate nomine degli Insegnanti.
Sarebbe bene che cessasse questa nociva
condotta che dimostra un meschino carattere
clericale e reazionario che la popolazione valdese, grazie alla sua storia, non dovrebbe
avere!
Il Preside
(Prof. Mario Rivoir)
Con l’inizio del mese il Museo di
Frali e Val Germanasca ha riaperto
i battenti con parecchie novità rispetto all’anno precedente.
Prima di tutto è in distribuzione la
Guida del Museo, un opuscolo di 52
pagine, edito a cura della Regione Piemonte. Non si ratta soltanto del catalogo dei documenti e degli oggetti esposti nel museo, ma la presentazione
della storia della Val Germanasca dal
lontano tempo del neolitico, 10.000 a.C.
ai nostri giorni. Una storia vista « dal
basso » cioè dalle popolazioni che hanno subito l’iniziativa dei « potenti » e
vi hanno reagito, talora con successo,
talora con sconfitta, ma sempre in modo sofferto ed autentico.
Fra le novità ricordiamo il completamento della bacheca della storia valdese di Jean Léger. Il frontespizio
delle prime storie valdesi del ’500 e
del ’600, il ritratto del Léger, le fotocopie di tutte le illustrazioni della pagina
fuori testo « la religion qui pleure »
che si trova solo in poche edizioni del
Léger, una presentazione critica dell’opera permettono di avere una visione esauriente della storiografia valdese di quel periodo. Anche la bacheca
del valdismo medioevale ha nuove fotocopie (anche a colori) di antichi documenti medioevali valdesi. Nel periodo della riforma : il trattato di Cavour,
pagine della Histoire des persecutions
relative ai fatti accaduti a Riclaretto
nel 1500, la lettera del gesuita Torre
che conferma le atrocità denunziate
dal Léger in occasione delle Pasque
Piemontesi.
Nel periodo più recente verso la metà delT800 due nuove bacheche illustrano il tipo di cultura che circolava nella
Intorno al 10 giugno si è avuta una
distribuzione gratuita fra i contadini
di Massello di patate da semina. Non
sappiamo a chi sia dovuto il ringraziamento per una scelta così opportuna del periodo dell’anno in cui si è
dato questo aiuto alla montagna. Proponiamo, comunque, per il prossimo
anno, di aspettare qualche giorno in
più e di distribuire patate novelle per
il consumo. Almeno saranno le persone a beneficiarne e non le galline.
La tradizionale giornata di
Incontro
Italo-ffrancoso
dal Collo dolía Croco
avrà luogo la domenica 21 luglio.
Il culto con Santa Cena è fissato per le ore 11 (ora italiana).
Nel pomeriggio vi sarà una
presentazione della situazione
della chiesa riformato di Francia e qualche nota sul Centenario del movimento valdese.
AVVISI ECONOMICI
CERCO donna per governo casa in Torre
Pellice con due bimbe età scolare - Telef,
22095 ore ufficio.
QUACCHERO, 36enne, distinto, colto, m.
1,75, conciliante, sposerebbe giovane, graziosa medichessa disposta collaborare in
opera di servizio.
VALDESE 44enne abitante Castelnuovo Pinasca desidera incontrare signorina valdese
per formare focolare cristiano. Scrivere
presso direzione giornale che farà seguire
all’interessato.
I familiari di
Luigi Emanuele Micol
ringraziano tutti coloro che hanno
preso parte al loro dolore, in occasione della dipartenza del loro Caro.
« Ho combattuto il buon combattimento, ho finito la corsa, ho
serbata la fede».
(2 Tim. 4; 7).
Massello, 10-6-1974.
Le famiglie Rivoiro, Dosio e Rubat
to ringraziano chi ha preso viva parte
al loro dolóre per la dipartenza della
cara
Emma Benech
ved. Rivoiro
Prarostino, 3-7-1974.
RINGRAZIAMENTO
Il marito, i figli Marcello e famiglia,
Roberto e famiglia, Attilio e parenti
tutti, della compianta
Cordin Luigia
nata Catalin
di anni 69
nella impossibilità di farlo personalmente, ringraziano vivamente quanti
hanno preso parte al loro dolore intervenendo all’accompagnamento funebre
dell’Estinta e testimoniandole del loro
affetto durante la lunga e dolorosa malattia.
Un ringraziamento particolare esprimono al prof. Gambetta e al personale dell’Ospedale Civile di Pinerolo, al
dott. Coucourde e al Past. Micol.
Villar Pellice, 29 giugno 1974.
7
12 luglio 1974 — N. 27-28
Un augurio
Nella circolare fiorentina «Diaspora
evangelica » i pastori rivolgono ai fratelli queste parole, che riprendiamo
per tutti noi.
Il regime estivo è ormai in atto: si
tratta forse della più pazza estate di
un paese sull orlo della bancarotta. Al
di là delle opinioni, sembra che questo
sia il momento di vivere la fede anche
come cittadini, responsabili e coinvolti. I mezzibusti della TV fanno ridere
quando parlano di "austerità”, di riduzione di determinati consumi passivi
etc.; ma in uno stile di vita protestante v'è posto per autocontrolli, disciplina delle spese, rifiuto di collaborare
alla corruzione dello Stato.
È un avvenire carico di incertezze e
di minacce per tutti, e non ce lo fanno
certo dimenticare le vacanze all’italiana. L’augurio e l’esortazione che ci rivolgiamo è di vivere anche questa stagione così carica di tensioni e contraddizioni come creature chiamate a servire in libertà.
Vita, problemi, prospettive delle chiese valdesi
Il Moderatore e la sua compagna
In visita alla comunità di Cerignoia
pag. 7
Il Pastore Aldo Sbaffi vi era stato di
passaggio nel 1966. Vi era giunto con
l’allora Moderatore Neri Giampiccoli
il quale doveva firmare l’atto di alienazione che il Comune (amministrazione Comunista) faceva a favore della
Tavola Valdese, di quel suolo, dove nel
1970 veniva inaugurata Ja costruzione
del Centro Sociale e della casa pastorale.
La gentile signora Florence ad Herrenalb nel 1969, in una simpatica riunione delle ospiti di quella Casa di riposo, aveva presentato i coniugi Castiglione, interessati al lavoro di Cerignoia, traducendo in tedesco.
Si può bene immaginare come la loro visita fosse attesa. Per il Moderatore, reduce dalla missione fra i fratelli
tribolati dell'Uruguay, la visita ai dis
I lettori ci scrivono
Divorzio
Pisa, 22 giugno 1974
Signor direttore,
La lettera della lettrice Vittoria Stecchetti. da Genova, pubblicata nel n. 24, del 14
giugno 1974, deir« Eco-Luce » mi trova completamente consenziente e la sua risposta
completamente dissenziente.
Però non riesco a capire, nella sua risposta, che cosa mai significhi questo passo : « E
ci siamo rallegrati che un certo numero di
cristiani italiani siano stati d’accordo, spiacenti che sia stato necessario che un certo
numero di italiani secolarizzati forzassero i
cristiani del ”sì” a rinunciare alla loro pretesa umanamente ed evangelicamente inaccettabile ». L’unica cosa chiara di questo passo,
naturalmente, è che lei si è molto rallegrato.
Il resto è incomprensibile.
Le sarei grato — credo anche a nome di
altri lettori — che lei, magari senza rientrare nel merito generale della questione, perché
lo conosciamo benissimo (la sua gioia, cioè),
chiarisse il senso di queste parole. È soprattutto la parola « forzassero » di cui non si
capisce la vera portata, qui.
Con molti saluti
Avv. Antonio Ardito
Spero di aver toccato^ con quella frase, il
fondo delle oscurità di cui sono capace! Per
esser brevi., a volte, si fa un pasticcio. La ringrazio per averlo rilevato, e faccio ammenda
di questo esempio tipico di come NON si deve scrivere. Volevo semplicemente dire questo: un certo numero di cristiani italiani, in
larga misura cattolici, hanno capito il giusto
rapporto fra chiesa e società civile: testimonianza. non imposizione; e questo è rallegrante. Purtroppo, invece, per la massa dei
cattolici nostrani questa chiarezza non si è
avuta, e quello che avrebbe potuto essere
una libera scelta, è stato invece imposto loro
a maggioranza dal ^^fronte del no’\ che raccoglieva accanto a un certo numero di cristiani
convinti un buon numero di italiani secolarizzati. La pretesa degli antidivorzisti era una
pretesa umanamente ed evangelicamente inaccettabile. Fra le non molte cose chiare e nette, oggi, questa, per me e per noi in redazione, lo è; e, come abbiamo abbondantemente spiegato, non per motivazioni laiciste, ma
per motivazioni evangeliche.
Cordialmente
Gino Conte
Genova, 27.6.1974
Caro direttore,
ho Ietto con tanta attenzione la lettera della Prof. Vittoria Stecchetti suH’azione che
le nostre Comunità hanno svolto nei giorni
del referendum e faccio mie le sue riflessioni.
Credo che mai, come in questa occasione,
l'Èvangelismo italiano, almeno quello federalo. si sia applicato con tanta costanza, operosità e zelo per appoggiare l’idea divorzista.
Qualcuno ha osservato, e giustamente, che
se un uguale impegno ci fosse nell’evangelizzazione. le nostre Chiese vivrebbero una vita
ben più florida e consacrata.
NeH’ultimo Congresso delle Chiese Evangeliche Battiste, tenuto a Rimini nell’aprile
scorso , fu formulato un ordine del giorno
con il quale si sosteneva l’idea divorzista e
si invitavano le comunità ad adoperarsi per
tale scopo. Ebbene quando fu messa in votazione l’approvazione di tale ordine del giorno, ci fu un solo voto contrario (oltre a molti
astenuti) e poiché il votante era un membro
della mia Chiesa dì Genova io dovetti sopportare espressioni poco riguardose ed offensive di elementi che vedevano, con indignazione, nella presa dì posizione del votante dissidente un effetto della predicazione della
Chiesa.
Si vede che queste persone non ammettono diversità dì parere, e vogliono votazioni
a senso unico.
TI divorzio è una medicina che può sa
Cambio d’indirizzo
deiia Tavoia Vaidese
Ricordiamo che con l'inizio di loglio l'UFFICIO della TAVOLA VALDESE, a Roma, SI t TRASFERITO. Ogni
comunicazione dovrà dunque essere
indirizzata non più in Via 4 Novembre 107, bensì in VIA MARIANNA
DIONIGI 57, 00193 ROMA.
nare molti mali ma ricordiamoci che il Signore non lo vuole e se qualche volta lo permette « è per la durezza dei nostri cuori ».
Pastore Emidio Santilli
Convitto Maschile Valdese
di Torre Penice
Torre Pellice, 30 giugno 1974
Ci stupiamo della poca sensibilità evangelica dimostrata dal Direttore deir“Eco-Luce”
con il sovratitolo i< A Torre Pellice e nel pinerolese, molto rumor per nulla... » circa la
questione del Convitto.
Comunque siano andate le cose non crediamo che quanto sia accaduto al Convitto sia
nulla, considerando che dal 1° luglio non è
garantita la direzione. Non crediamo che il
trauma per i hamhini che vedono andare via
improvvisamente le persone che rappresentavano per loro l’aiuto e la sicurezza sia nulla
come non crediamo che la grossa incognita
finanziaria che ora si apre (dovuta alla partenza di molti ragazzi) sia nulla.
L’équipe dimissionaria del Convitto;
Marcella Bonjour, Henri Beckert, Donatella Sommani, Adriano Converti,
Walter Bertolo, Salvatore Lentini.
Non ho detto che tutto quel che è avvenuto in questi ultimi mesi al Convitto sia
« nulla .». Ho detto, e ribadisco, che tutta la
montatura ’’ideologica” che si è fatta o lasciata fare intorno alla questione è stata e
resta « molto rumor per nulla ». Infatti, come la Tavola Valdese ha dichiarato (forse
in ritardo, pubblicamente, ma all’équipe pedagogica la cosa era stata espressamente chiarita, nella riunione avutasi a Pinerolo il 28
maggio fra essa, il Comitato de Convitto e la
Tavola) e ora ribadisce, la linea pedagogica
non era e non è in discussione. Quanto al
trauma di cui si parla, sarebbe stato comunque minore se l’équipe pedagogica, con una
scelta certo difficile fra la solidarietà con il
direttore e quella con i ragazzi, avesse accolto la ripetuta richiesta della Tavola di rimanere al suo posto anche in futuro.
Gino Conte
Torre Pellice, 5 luglio 1974
In merito a quanto pubblicato sullo scorso
numero dell’" Eco-Luce” (28 giugno 1974)
« A Torre Pellice e nel pinerolese molto rumor per nulla... Direzione e impostazione del
Convitto Maschile Valdese, in mancanza di
maggiori informazioni sulla stampa evangelica, ritengo utile fare alcune precisazioni.
Il comunicato della Tavola Valdese, inspiegabilmente tardivo, a mio avviso non rende
bene l’idea della successione dei fatti (del resto assai complessi) con una semplificazione
invero eccessiva.
Infatti, convocato a Roma il 29 aprile,
senza conoscerne il motivo, fui posto davanti
ad accuse, apparentemente provenienti da
ambiente non evangelico, sulla conduzione
pedagogica del Convitto, e messo davanti al
pericolo di un attacco alla mia persona su
organi di stampa, che ovviamente sarebbe andato anche a danno del Convitto e della
Chiesa Valdese. (Si pensava infatti ad una
vendetta da parte di un individuo di pochi
scrupoli in contrasto con la direzione). È
a causa di questo pericolo — che oggettivamente non ci sentivamo di escludere — ehe
mi convinsi « fosse bene concludere la direzione del Convitto ».
Al mio ritorno però vidi subito che le cose
stavano diversamente : il pericolo risultava
infondato e accuse ingiuste nei miei confronti erano state raccolte con leggerezza, accuse
che sono state subito riconosciute infondate
da persone e responsabili di enti, non appena ne sono venuti a conoscenza, testimoniando inoltre in vari modi la loro solidarietà :
l’intiera équipe degli educatori, ex-collaboratori, ex-convittori, genitori di convittori, la
scuola media Leonardo da Vinci, il C.G.I.L
di Pinerolo, il Centro di Igiene Mentale di
Torino, il Centro assistenza minori della Provincia di Torino, l’ENAOLI, l’OMNI, il
Centro di Tutela Minorile, La Dott.sa Mussa Ivaldi, cioè praticamente tutte le persone coinvolte nell’azione educativa del Convitto. Senonché alla Tavola è parso più opportuno non muovere ulteriori passi.
Questo per la verità.
Termino il mio lavoro a Torre Pellice
con amarezza e il dispiacere di lasciare in
difficoltà i ragazzi e un’opera in cui mi sono
seriamente impegnato e in cui ho creduto.
Dott. Fr.anco Girabdet
ex-direttore del Convitto
seminati di Puglia deve essere stata
come una specie di una ben meritata
distensione e al tempo stesso un felice riprendere contatto con la base. Ma
proprio su questo punto cercherò di
chiarire l’equivoco nell’ora e mezza
che sull’autostrada da Bari ci porterà
a Cerignoia. La base non significa più
oasi tranquilla di vita protesa verso un
futuro migliore; la campagna da mietere perché le spighe sono mature, come si cantava negli inni del risveglio.
Si tratta invece di gruppi più o meno
consistenti che vivacchiando resistono
allo sbriciolamento continuo perché
il contesto nel quale vivono è loro decisamente avverso. Ma perché resistono? Mi sovviene quanto scrive in quel
gioiello di arte drammatica la nostra
sorella Edina Ribet: « Il sapore del
sale ». Resistono in quanto sanno conservare, attraverso una vita comunitaria ancora autentica, il sale delTEvangelo. Al momento opportuno, vale a dire nell’ora della crisi, lo sanno adoperare. Questi due ultimi decenni sono
stati molto duri per le Comunità del
sud. Siamo stati letteralmente decimati dall’emigrazione. Non abbiamo più
giovani da spingere alla testimonianza
o meglio non abbiamo il ricambio
pronto. Il fossato che’ ci è sempre stato tra Comunità e mondo esterno è
diventato sempre più abissale. Discutibile la nostra scelta, e ne conosciamo i limiti, ma bisognava pur tentarla.
La visita del Moderatore ha raggiunto senz’altro il suo duplice scopo. Innanzi tutto ha fatto come il punto di
tutta una situazione. Il suo messaggio ha ribadito il concetto del medesi-no combattimento della fede. Cristo
ha bisogno di discepoli. In Uruguay,
nelle grandi città, nei piccoli centri occorrono credenti che con coraggio si
sappiano porre tra le sofferenze di Cristo e una chiara consapevolezza dell’annunzio, a tempo e fuor di tempo.
Se il discepolo tace grideranno le pietre. Inoltre è stato raggiunto l’altro
scopo che la visita si proponeva: la
presa di contatto diretto con la Comunità, sia con la parte più viva degli impegnati, dai membri del Consiglio di
Chiesa ai responsabili del servizio sociale e anche al livello di Comunità:
giovanetti e bambini. C’erano tutti nel
salone dove si svolse l’agape fraterna
attorno ai tavoli ove comparivano i
frutti della terra di Puglia offerti dai
partecipanti. Si cantò, si conversò come in famiglia a cuore aperto. Si realizzò ancora una volta quanto è saldo
il vincolo dell’amore, della fede e della speranza. L’indomani ebbe luogo la
visita sia all’Asilo che alla Scuola Laboratorio in Maglieria e furono fatte
molte fotografie.
I nostri ospiti si compiacquero per
tutto quello che a loro giudizio è sembrato valido. A noi ha fatto anche piacere di mostrare la bella facciata in
marmo e il nuovo portone in douglas
con croce di marmo pregiato che conferisce austerità al vecchio locale che
fu acquistato nel lontano 1930 clandestinamente. I restàuri, sìa all’interno
e particolarmente all’esterno li abbiamo potuti realizzare per il provvido
aiuto dei nostri Amici di Solingen. Di
tutto siamo grati al Signore. In
fondo siamo stati un po’ tutti convo
Sul terrazzo attrezzato a giochi, coi bimbi dell’asilo
gliati e adoperati per metterci accanto
ad una Comunità che tanto aveva sofferto nel passato ed alla quale abbia
COMUNICATO
Dì fronte al persistere delle
polemiche sulla situazione del
Convitto Maschile Valdese di
Torre Pellice, la Tavola Valdese
ribadisce quanto ha già affermato nel precedente comunicato (pubblicato sul n. 28, del 28
giugno 1974) :
1 ) L'attività del Convitto
continua seguendo la stessa linea pedagogica.
2 ) Il congedo concesso al
direttore Franco Girardet è stato concordato con lui per motivi personali.
3 ) La Tavola non ritiene di
avere agito con leggerezza ed
è comunque pronta a rispondere del proprio operato nella sede competente, cioè di fronte
al Sinodo Valdese.
La Tavola Valdese
mo dato una mano perché uscisse dal
forzato isolamento cui sembrava condannata.
Per la storia, maestra di vita, quella
che è tutta nel processo concatenato
delle lotte per la liberazione dell’uomo
dalle oppressioni, che sono tante, e che
sociologi e politici cercano di evidenziare del continuo, devo sottolineare
un fatto. A Cerignoia dal punto di vista della libertà religiosa che ci è tanto cara, abbiamo cominciato a respirare dal giorno in cui la pesante parentesi della dittatura clerico-fascista
divenne anche per la cittadinanza un
triste ricordo del passato. Di cattolici
del no ne ho incontrati molti salendo
le scale del Comune o della Prefettura
o del Genio Civile trovando ovunque
cortese ascolto. Nessuno dei dettati
della carta costituzionale, che assicura
parità di diritti alle minoranze, Tho lasciato cadere, compreso quello che è
forse il meno importante, di una riduzione che l’Acquedotto Pugliese riserva agli Enti religiosi.
La lezione che ci viene da Cerignoia,
come evangelici, deve spingerci a fruttuose riflessioni nel cammino della testimonianza dell’Evangelo che c’impegna tutti nell’oggi e nel domani.
G. E. Castiglione
“Terra, ascolta la sua voce”
(segue da pag. 1 )
testimonianze personali, musica, films.
La comunione fraterna con cristiani di
ogni denominazione e gruppo sociale
in ogni parte del mondo arricchirà i
momenti liberi.
Rientrando a casa dopo il Congresso
i partecipanti saranno aiutati e incoraggiati a diffondere i risultati dei lavori nella loro comunità e nel loro
paese. Si farà di tutto per condividerli
con la Chiesa universale.
Due cnrdiali ricuunsciuientì
pressa ¡'Ospedale Valdese di Torinu
La sera del 26 giugno, il personale
dell’Ospedale Valdese e un gruppo di
amici erano raccolti presso l’Ospedale
Valdese di Torino, su invito della Commissione direttiva, per un ricevimento
in onore del prof. Ettore Conte, che
va a riposo dopo lunghi anni di apprezzato servizio quale radiologo dell’Ospedale: un servizio nel quale ha riportato progressive, dolorose lesioni.
In quell’occasione il prof. Conte,
nella sua qualità di segretario tesoriere della Società Italiana di Radiologia
medica e Medicina nucleare, ha consegnato alla dott. Lea Vìnay, anch’essa
dell’Ospedale Valdese, la medaglia istituita come attestato di riconoscenza
nei confronti dei medici chirurghi plastici che hanno prestato la loro opera
a favore dei colleghi radiologhi colpiti
da radiolesioni : la medaglia le era stata attribuita dal Consiglio direttivo
della Società italiana di Radiologia medica.
A entrambi i sanitari rinnoviamo
qui l’attestazione della stima cordiale
e riconoscente di tanti, rallegrandoci
per questi riconoscimenti.
verte con particolare durezza il vuoto
che si apre nei ranghi già radi. Cos'
è stato la scorsa settimana a Terrazza : un centro d’evangelizzazione un
tempo fiorente (varie diecine di membri, intorno al volger del secolo), com’è stato recentemente ricordato anche su queste colonne in una pagina
dedicata alla diaspora piemontese, ora
un gruppo resistente ma ridotto a poche unità, è stato privato del suo anziano, Felice Abbena. Ha dato fino alla
fine la sua testimonianza di fede serena, paziente, di quella pazienza cristiana che non è rassegnazione ma
speranza e attesa. Era un uomo vivo,
attento, con il quale si poteva parlare
di tutto, anche quando il male che lo
rodeva avrebbe potuto concentrarlo
tutto sulla sua sofferenza; un uomo
che leggeva e si guardava attorno : ma
aveva «lo sguardo intento alle cose
che non si vedono, e che sono eterne ».
Cosi, lo ricordiamo, con affetto e con
gratitudine a Dio. g. c.
9 Come sarà finanziato il Congresso?
I partecipanti dei paesi più ricchi
dovranno pagare tutte le loro spese.
Quelli che verranno dai paesi meno
privilegiati, riceveranno ’’borse” che
permetteranno loro la partecipazione,
dato che il Comitato esecutivo desidera che nessun invitato sia impedito di
venire per mancanza di fondi (tutti,
comunque, sono chiamati ad accettare un sacrificio personale). Il Comitato ha lanciato Tappello per 1500 borse
del valore di circa 300.000 lire, offerte
da cristiani o da Chiese, per permettere la venuta dei responsabili cristiani del terzo mondo.
9 Un Congresso di questo tipo rappresenta un modo particolare di
concepire l’evangelizzazione; ma vi
sono altri modo : quale parte avranno a Losanna?
Suppongo che voglia parlare del
Consiglio ecumenico delle Chiese e della Chiesa cattolica romana. Non avranno modo di inviare spiecialisti per animare una discussione o presentare uno
studio, dato che scopo del Congresso
non è confrontare concezioni diverse,
ma mettere a punto un’azione per
evangelizzare i 2 miliardi di uomini e
di donne che non conoscono Gesù Cristo. Essi invieranno tuttavia, ciascuno, 5 osservatori che potranno assistere a tutte le sessioni dei lavori.
Oltre a questi invitati, che potranno seguire il Congresso, vi parteciperanno 200 osservatori di ogni parte
del mondo, su invito aperto. Vi saranno 250 rappresentanti della stampa
mondiale, che riferiranno di questo avvenimento senza precedenti e contribuiranno ad ampliarne l’impatto al di
fuori degli ambienti evangelici. Avranno una parte importante nell’attuare
il desiderio degli organizzatori, che è
di provocare un movimento profondo,
che influirà in modo determinante nel
lavoro d’evangelizzazione degli anni
venturi.
Un lutto
nella diaspora piemontese
Il lutto colpisce sempre duramente.
Ma forse chi vive nella diaspora, dove
ogni persona pare insostituibile, chi
vive in chiese che a viste umane vanno
spegnendosi, come quelle, in particolare, falcidiate dall’emigrazione o bloccate dall’indifferenza dell’ambiente, av
II. P. I.
onoRRnze PUReRRi
Disbrigo di tutte le pratiche inerenti ai decessi,
trasporti in Italia ed all'estero
COFANI COMUNI E DI LUSSO
Interpellateci saremo a Vostra disposizione
Servizio ininterrotto
Via Monte ManzoI, 3 LUSERNA SAN GIOVANNI
Telef. 90771 - Notturno e festivo 90731
8
pagr 8
I NOSTRI GIORNI
N. 27-28 — 12 luglio 1974
VITA ITALIANA a cura di Emilio
Più tasse
per uscire dalla crisi ?
I sacrifici richiesti dal governo non servono senza un
nuovo modello di sviluppo
Il pesante aumento di tasse appro- li discorso potrebbe articolarsi così,
vato dal Governo è stato il suggello Siamo in una crisi non determinata
del superamento della crisi del 5° ga- da noi, ma ci siamo dentra comunque
binetto Rumor. L’esigerla di ridurre tutti; vogliamo uscirne e Sappiamo ditaluni consumi che squilibrano la bi- dover fare dei sacrifici tutti, ma in prilancia commerciale internazionale e mo luogo chi ha fino ad oggi speculato
quella di sanare il deficit delle casse sul lavoro altrui; siamo comunque didelio stato_ sono i due principali mo- sposti a fare dei sacrifici, ma vogliativi ufficiali di questo nuovo « prelievo mo la garanzia che questi servano ve/iscaZe ». Il ministro Colombo ha ri- ramente a frenare rinflazione e a ri
speculatori. Pertanto quello che vogliamo è che il governo provveda ad
uria organica programmazione economica, assuma e mantenga precisi impegni e controlli di fatto lo sviluppo
econoinico. Per fare tutto questo è necessaria altresì una reale volontà di
lotta antifascista, perché non è possibile sottostare al costante ricatto della
violenza di fanatici prezzolati bombardieri ogni volta che le masse avanzano
le loro giuste rivendicazioni. È noto
infatti che i fascisti sono sempre stati
la marionetta in uniforme, in giacchetta sportiva, o in doppio petto del
capitalismo, che li usa quando vede
messa in discussione la sua egemonia.
Ora le ultime decisioni del governo
non rispondono a queste richieste dei
lavoratori, sebbene, come si diceva, il
PSI abbia tirato la corda nel senso
Pietro Pinna condannato
per vilipendio
Una presa di posizione del M.I.R.
Martedì 25 giugno scorso la corte di
cassazione ha condannato Pietro Pinna a quattro mesi di reclusione, senza condizionale, confermando con questa sentenza le precedenti emesse dalla corte d’assise e dalla corte d'appello. La sentenza ha veramente dell’incredibile, dato che il « reato » commesso da Pinna si riferisce ad alcune
frasi contenute nel manifesto che il
giusto. La ripresa della concessione di Movimento nonviolento aveva stampa
1 «■»n- 1 —. j j _ !• ^»PP» 1 i->^^^j_ 1 A
petuto che è meglio pagare delle tasse
che vedere progressivamente diminuire il potere di acquisto del proprio salario attraverso l’inflazione e si è dato largo risalto al fatto che, grazie a
questa operazione finanziaria, potrà
essere riaperto il credito per lo sviluppo dell’ industrializzazione. In sostanza il governo chiede dei sacrifici ai
cittadini e promette stabilità dei prezzi e ripresa dell’occupazione. Questo
atteggiamento è il migliore che i socialisti siano riusciti a concordare
con gli altri partiti di governo ed è già
un passo avanti rispetto alle precedenti proposte: si è almeno accettato
il principio che ai sacrifici si devono
dare delle contropartite e che la cosa
che più preoccupa è la recessione che
deriva da soluzioni deflazionistiche
della crisi. Il coraggio col quale il PSI
ha trattato con i suoi collaboratori di
governo è stato il frutto di quella situazione di forza, soprattutto nei confronti della DC, maturata attraverso la
vittoria dei NO al referendum e i risultati elettorali della Sardegna. I voti
perduti dalla DC esprimono la presa
di coscienza di una parte dell’elettora
lanciare la produttività; inoltre non
vogliamo una ripresa di produttività
come che sia, perché altrimenti tra
dieci anni, dopo nuove speculazioni e
nuovi sfruttamenti, dovremo affrontare nuove crisi; vogliamo invece un
nuovo modello di sviluppo regolato a
misura degli interessi dei lavoratori e
non dei capitalisti o, in generale, degli
credito alle industrie, i modesti e di
sorganici provvedimenti presi per l’agricoltura e il Sud non bastano e i lavoratori lo hanno ribadito con scioperi generali articolati per regioni. Il governo (e soprattutto la DC) deve assumersi le responsabilità che gli competono o deve dimettersi. Altrimenti
la crisi si aggraverà, la produzione
verrà danneggiata... Al livello in cui
siamo giunti per le masse dei lavoratori c’è poco ancora da perdere: andremo a mare con tutti i panni? E estate, ci rinfrescheremo.
H Dopo oltre cinque anni di internamento
in ospedale psichiatrico, è stato liberato
il generale Grigorienko, uno dei primi dissidenti a esprimere pubbliche critiche al regime sovivetico, difensore in particolare dei diritti della minoranza etnica tartara.
■ A conclusione della riunione, a Sofia, dei
paesi del COMECON, il ’’mercato comune ’ socialista dell’Europa orientale, questi
hanno programmato rintegrazione dei loro
piani quinquennali nazionali e hanno rag___________________________________________ giunto un accordo di massima per lo sfruttato che certi metodi di governo non mento delle risorse di nichel a Cuba; la Ro
sono più accettabili e ciò ha avuto con
traccolpi diretti all’interno del parti
to stesso con la riapertura del dissidio
tra le varie correnti e in particolare
tra quelle di sinistra e quelle che appoggiano la segreteria Fanfani.
Il momento è stato quindi particolarmente favorevole al PSI, ma ha anche evidenziato il limite del potere
contrattuale di questo partito aH’interno della coalizione governativa. Quelle
decisioni di politica economica infatti non sono state giudicate soddisfacenti dai sindacati dei lavoratori, pur
essendo, come s’è detto, migliori di
quelle che precedentemente si minacciava. Ma che vogliono questi sindacati...?
Non è che essi ignorino che la crisi
è una realtà, che la bilancia internazionale è deficitaria, che ci vogliono fondi
per fare gli investimenti produttivi. I
sindacati sanno che dei sacrifìci sono
necessari in questo momento. Quello
che contestano è il modo col quale si
perseguono questi obbiettivi e la mancanza di garanzie riguardo ai frutti
derivanti da questi sacrifici. La prima
osservazione che sorge spontanea sulla bocca dei lavoratori è questa: «La
crisi non rabbiamo prodotta noi, perché dobbiamo pagarla noi? » È una
sacrosanta verità: non è il consumismo di operai e contadini, (magari del
Sud!?) ad avere sbilanciato l’economia
italiana! Né siamo disposti a dar credito ai fascisti che rinfacciano il danno alla produzione nazionale arrecato
dagli scioperi...! Se oggi la crisi economica, voluta dal capitalismo internazionale, ci colpisce in modo particolare è perché il paese è stato libero
pascolo per ogni sjoeculazione capitalistica, è perché l’apparato statale è
gravato da enti burocratici parassitari
e clientelari, è perché non si è. proceduto alle necessarie riforme per mettere il paese almeno al passo con gli
altri paesi europei, è perché non si è
fatto nulla per bloccare la fuga di capitali all’estero, è perché non si è governato negli interessi dei lavoratori,
ma negli interessi del capitalismo.
Che cosa chiedono ora i sindacati?
mania non ha firmato il protocollo sugli
’’standard” nei paesi del COMECON; la Jugoslavia, pur non facendo parte dell’organizzazione, parteciperà ai suoi programmi integrativi midtilaterali.
Bi Al Cairo sono state arrestate un centinaio di persone accusate di complotto
per rovesciare il presidente Sadat e il suo governo; i congiurati sono membri della « Organizzazione per la liberazione islamica », la
quale sarebbe stata in rapporto con il presidente libico Gheddafi.
I Alla quinta Conferenza islamica dei ministri degli esteri, riunita a Kuala Lumpur (Malaysia), il rappresentante pakistano,
riferendosi agli esperimenti atomici indiani
(ma anche il Pakistan ha dichiarato di volerne avviare al più presto), ha richiesto « uno
sforzo concertato » dei paesi membri della
Conferenza per proteggere gli Stati non nucleari « dallo spettro del ricatto atomico ».
■ La Repubblica popolare cinese ha comunicato ufficialmente al governo cileno il suo interesse a incrementare il commercio tra i due paesi e a stringere rapporti diplomatici. Si svolgerà prossimamente una serie di riunioni fra delegazioni dei due Stati.
11 Cile vende alla Cina rame, salnitro e altri
minerali; la Cina esporta in Cile soja e prodotti alimentari.
H Le autorità cilene hanno respinto una
richiesta deH’Alitalìa per il rinnovo dell’accordo per i collegamenti aerei Roma-Santiago. Il rifiuto è stato espressamente motivato con la « mancata definizione » da parte
italiana delle relazioni diplomatiche con il
nuovo regime cileno.
■ A fine giugno si è tenuto a Milano, presso la fondazione Carlo Erba, un convegno nazionale e internazionale sull’emofilia;
fra gli scopi, discutere ropportunità di istituire, presso i maggiori ospedali, « servizi
di emocoagulazione », che rispondano alle
necessità degli emofiliaci meglio degli attuali reparti di ematologia p centri trasfusionali.
In Italia gli emofiliaci sono oggi circa 50
mila.
H Sette studiosi italiani esperti in scienze
agricole sono in visita in Cina, invitati
dall’Accademia di scienze agricole e forestali
della Repubblica popolare cinese.
to e diffuso in occasione del 4 novembre 1972. Le frasi incriminate (che si
possono leggere più sotto) sono delle
pure e semplici verità, ma, si sa, in
Italia l’esercito è uno dei vari « mostri
sacri » ed a toccarlo c’è il rischio di
bruciarsi, come appunto è avvenuto in
questo caso.
All’indomani della sentenza si è riuto a Roma il M.I.R. che ha stilato il
documento che riportiamo qui appresso. Ricordiamo che questa sigla significa: Movimento Internazionale della
Riconciliazione, il cui segretariato italiano ha sede a Roma in Via delle Alpi 20. Princìpi e scopi di questo movimento sono quelli di « riunire quali
membri tutti coloro che credono che
l’amore quale Gesù Cristo ha manifestato è l’unica forza che può vincere
ogni male » e di « costruire la pace,
frutto dell’amore, eliminando con il
metodo della nonviolenza, qualsiasi
causa di guerra o di conflitti, come le
ingiustizie sociali, la fame, le discriminazioni razziali o ideologiche... ». Ed
ecco la dichiarazione:
« Pietro Pinna, segretario del Movimento nonviolento, primo obiettore di
coscienza noto in Italia, ha ricevuto
martedì 25 giugno dalla Corte di Cassazione la conferma della condanna a
quattro mesi di reclusione per « vilipendio alle forze armate » e dovrà
quindi subire il carcere.
« Il 4 novembre 1972 il Movimento
nonviolento aveva pubblicato un manifesto. Le frasi incriminate sono sottoelencate.
« Noi tutti ci dichiariamo solidali
con Pinna e dichiariamo di condividere le affermazioni incriminate ritenendole pienamente concordi con quanto
afferma la Costituzione italiana che
all’art. 11 respinge la guerra come strumento di soluzione delle controversie
internazionali. La vicenda così conclusasi dimostra l’improrogabile necessità di abolire i reati di opinione che
sono in palese contrasto con la libertà
d’espressione garantita dalla Costituzione.
« Frasi incriminate:
— 22 ottobre 1922: i fascisti marciano
SIMMETRIA
Interrogazione
al Parlamento europeo
sui figli
dei lavoratori migranti
Il problema dell’istruzione dei figli dei lavoratori stranieri sta diventando uno dei più
importanti nel quadro della politica sociale
della Comunità europea. Recentemente il Governo olandese ha deciso di contribuire alle
spese di istruzione secondaria, non superiore
né tecnico-professionale, dei figli dei lavoratori stranieri, purché questi non siano immigrati
in Olanda dopo il 1960. In pratica questa decisione concerne i figli dei lavoratori ita<liani,
ma non quelli dei lavoratori stranieri provenienti da altri Stati membri della Comunità.
Ora, secondo due deputati europei, i socialisti olandesi Laban e Patijn, queste decisioni
sono in contrasto con le disposizioni del Trattato di Roma sulla libera circolazione dei lavoratori e con le misure di esecuzione stabilite sulla base di tali disposizioni. Essi hanno
pertanto rivolto un’interrogazione scritta alla
commissione di Bruxelles in cui chiedono che
in tutti gli Stati membri sia riservato ai figli
dei lavoratori stranieri lo stesso trattamento
riservato ai figli dei cittadini del Paese ospitante dove il lavoratore straniero lavora, paga
le tasse e adempie a tutti gli altri suoi doveri civici.
-k- « Fa signorina
Dixie Lee Ray, presidente della commissione americana dell’energia atomica, ha firmato,
mercoledì 26 giugno, una serie di accordi di principio con Israele ed Egitto sulla fornitura d'uranio arricchito
ai due paesi. Quest'uranio arricchito
sarà il combustibile dei reattori nucleari che il presidente Nixon ha promessi all’Egitto e ad Israele.
Gli accordi firmati con l'uno e con
l’altro paese sono perfettamente simmetrici. Ognuno acquisterà, dagli USA,
da un lato un reattore di potenza 600
megawatt che produrrà elettricità, daltro lato il combustibile, cioè uranio arricchito al 3%. Il prezzo d’acquisto
dell’uranio arricchito raggiunge, per
ciascuno dei due paesi, la somma di
39 milioni di dollari.
Non sono state comunicate, in dettaglio, le modalità di credito e di pagamento dei reattori e del combustibile.
Gli accordi resteranno accordi di principio, fintantoché gli USA non avranno
fissato, con Egitto ed Israele, quale
paese sarà autorizzato alla rivalsa
(= sfruttamento di secondo grado)
del combustibile, dopo che questo sarà
stato bruciato nel reattore.
Gli accordi firmati dalla signorina
Dixie Lee Ray insieme con Israele ed
Egitto, sono gli ultimi contratti di fornitura d’uranio arricchito che la commissione americana dell’energia atomica ha intenzione di firmare: sappiamo
infatti che tali essi resteranno per lungo tempo. Le tre officine di produzione
di uranio arricchito in USA, sono ormai sature, e gli Americani si vedono
obbligati ora ad ingrandire quelle officine, per aumentare del 60% la loro
capacità di produzione.
Per i loro reattori di 600 megawatt,
Israele ed Egitto si son visti garantire
ciascuno 700.000 unità di lavoro di 'separazione isotopica, e cioè dell’operazione necessaria per fornire la prima
carica di combustibile per ciascun reattore. Otto altre operazioni analoghe
verranno effettuate nel corso dei dieci
prossimi anni. È infatti necessario ricambiare, ogni tredliai o quattordici
mesi circa, una parte del combustibile
bruciato in ogni reattore.
Sembra che gli USA si siano affrettati a firmare questi contratti di fornif'tra d’uranio arricchito, prima che
fossero tentati a farlo la società europea "Eurodif”, oppure l’URSS. Essi
hanno infatti l’intenzione di conserva
Echi della settimana
a cura di Tullio Viola
re uno stretto controllo sul combustibile, una volta che questo sia stato
bruciato: il combustibile contiene allora del plutonio, materiale che entra
nella formazione di talune bombe atomiche. Occorre dunque la rivalsa del
combustibile, operazione durante la
quale il plutonio viene estratto.
Gli USA si propongono ora di negoziare con Israele e con l’Egitto, per decidere chi effettuerà la rivalsa del
combustibile irradiato. Essi sperano
che la rivalsa venga fatta al difuori
del M. Oriente; vorrebbero anche evitare che l’operazione abbia luogo nell’URSS » (Da « Le Monde » del 28.6.’74).
Gli USA dunque, avendo ormai camDO libero in M. Qriente, sembrano voler realizzare una politica perfettamente simmetrica verso i due stati rivali,
Israele ed Egitto.
TRAVAGLIO
D’UN ANTICHISSIMO IMPERO
■k La situazione politica dell’Etiopia
si è, negli ultimi mesi, notevolmente
aggravata. A ondate successive, fenomeni di profonda insubordinazione (il
fenomeno delle ultime settimane è il
terzo in quattro mesi) si manifestano
nell’esercito, « testimoniando brutalmente il malcontento di questo. Infatti
le forze armate del più vecchio impero
del mondo hanno nuovamente preteso
d’essere arbitre della situazione: la sera del 28 giugno hanno imposto alla radio etiopica la lettura d’un documento richiedente che i ministri del gabinetto precedente l’8 maggio (di cui era
già stato annunziato l’arresto, ma richiesta la liberazione da taluni parlamentari), siano mantenuti in prigione.
Gli avvenimenti del 28 e del 29 giugno non costituiscono in realtà che un
nuovo episodio della crisi di regime
che imperversa ad Addis-Abeba. La
corruzione e il nepotismo di gran parte dell’amministrazione pubblica e dell’alto clero, hanno poco a poco sgretolato l’autorità dell’imperatore Hailè
Selassiè. Pur essendo cosciente della
gravità della situazione e delle buone
ragioni di coloro che accusano l’amministrazione imperiale, il vecchio imperatore prova ripugnanza a punire i collaboratori che gli sono più vicini.
La terribile siccità, che devasta buo
na parte del territorio etiopico, ha
messo in evidenza
Vinettitudine delle
autorità locali, rivelatesi incapaci di
fronteggiare le conseguenze d’un flagello dì cui il potere centrale aveva
fìnto, il più a lungo possibile, d’ignorare l’esistenza. Nella provincia di Uollo,
molte migliaia di persone sono morte,
perché i viveri che dovevano essere loro forniti non sono arrivati in tempo.
Da più di tredici anni imperversa in
Eritrea una guerra civile che sembra
senza vìa d’uscita: malgrado il suo armarnento moderno e la consistenza dei
suoi quadri, l’esercito etiopico non è
in grado d’imporre una soluzione militare. D’altra parte la corte imperiale
ha sempre negato ogni autorità rappresentativa ai nazionalisti dell’F.L.E.
( = Fronte di Liberazione dell’Eritrea),
tanto che si rifiuta ostinatamente d’iniziare con loro delle discussioni. La
guerriglia si moltiplica e dirama sempre più, rovinando l’economia dell’imnero. Essa ha contribuito a sviluppare
un malcontento sordo e ha trasformato così molti ufficiali lealisti in ufficiali ammutinati.
V’è poi il conflitto aperto con la Somalia, conflitto che immobilizza nelle
regioni orientali una gran parte delle
forze armate etiopiche. La Repubblica
Somala non è disposta a rinunciare
alla conquista delle immense estensioni delle province etiopiche dell’Aud e
dell’Ogaden, province abitate da tribù
nomadi di pastori somali. Inoltre la
scoperta di giacimenti petroliferi nel’’Ogaden ha riacceso ed inasprito una
lunga storia di contestazioni, punteggiata da innumerevoli scontri armati
fra gli "shifta” (forze armate irregolari somale) e l’esercito etiopico. Anche
in quella parte dell’impero il malcontento aumenta, ed infatti nell’aprile
scorso i reparti incaricati di vegliare
alla frontiera si sono ribellati ai propri ufficiali.
Gli ammutinamenti a catena, di cui
l’impero è teatro da circa un quadrimestre, gli scioperi che, nello stesso
periodo, non hanno risparmiato (si
PUÒ dire) nessuno dei settori della vita economica, l’agitazione studentesca
ormai cronica, le dimostrazioni di piazza: tutto questo dimostra che, a dispetto della tenacia e della consumata abilità di Hailè Selassiè, il potere imperiale vacilla sempre più ».
(Articolo di testa di «Le Monde»,
del 30.6-1.7.’74).
su Roma; l’esercito italiano... non
interviene;
1935: l’esercito italiano... aggredisce
l'inerme Etiopia;
— 1936-39: guerra civile spagnola; l’esercito italiano interviene... ma contro il popolo spagnolo;
— 1939-43: una frana di aggressioni
nerpetrata dall’esercito italiano: Albania, Francia, Egitto, Grecia, Jugoslavia, Russia...;
— 8 settembre 1943: i nazisti invadono l’Italia: l’esercito resiste... 3 giorni »
Hanno fin qui firmato:
N. Bobbio, D. Dolci, on. Magnani
Noya, D. Turoldo, A. Zarri, U. Vivarelli, L. Borghi, E. Enriques Agnoletti, A. Gennari, E. Ponzo, S.
Curcio, F. Fabbrini, F. Mandillo,
S. Turazzi, G. Stancari, H. Vaccaro
Un comiiniGato del
Moviniento Nonviolento
Nei giorni 29 e 30 giugno si è svolto .n
Firenze, presso il Centro Evangelico di Solidarietà (g. c.), il 7° congresso nazionale del
Movimento Nonviolento. Presenti circa 100
delegati e militanti provenienti da varie città,
SI è discusso sul tema « Strategia e organizzazione del Movimento Nonviolento ».
Sui temi presentati nelle relazioni iniziali
SI e sviluppata la discussione che ha messo in
rilievo la necessità di intensificare le iniziative per permettere l’affermazione della nonviolenza come uno dei più seri metodi politici,
e di calare i principi ideali e i temi generali
del Movimento nella realtà concreta e viva
del lavoro dal basso e della democrazia diretta.
E stato deciso di convocare per i prossimi
mesi due convegni di studio: uno sul tema
« Marxismo e Nonviolenza » in collaborazione con l’Istituto di Pedagogia dell’Università
di Firenze; un secondo convegno sul tema
« Lavoro di quartiere, potere dal basso e
non violenza ».
Il congresso è stato animato dalla vicenda
dell’imminente incarcerazione del segretario
generale del Movimento, Pietro Pinna, condannato a 4 mesi di carcere per vilipendio
delle forze armate. Su questa condanna giudicata come scandalosa, si sono già espresse
personalità del mondo religioso, culturale e
politico, tra le quali Fon. Maria Magnani
Noya del PSI, padre David Maria Turoldo,
il prof. Lamberto Borghi, e l’eminente cultore di diritto prof. Norberto Bobbio, il quale ha pubblicamente definito la condanna
« criptofascista ».
Una immediata iniziativa di protesta per la
condanna di Pinna si concreterà nei prossimi
giorni con la riaffissione a livello nazionale
del manifesto, pubblicato il 4 novembre ’72
dal Movimento Nonviolento, che ha determinato la pena al carcere del suo segretario.
Movimento Nonviolento
Via Villaggio S. Livio, 193
Perugia (telef. 30.471)
In libreria
Guida all'obiezione
di cosoienza
E uscito nei giorni scorsi un volumetto a
cura della LOC (Lega obiettori di coscienza)’
dal titolo « Guida alVobiezione di coscienza ».
L’editore è Savelli ed il suo prezzo è di 500
lire.
Come lo dice già lo stesso titolo, si tratta
di un utile vademecum, non solo per i giovani che intendono obiettare al servizio militare, ma anche per tutti coloro che hanno interesse per questa problematica.
Nella prima parte viene presa in esame la
« legge per il riconoscimento dell’obiezione
di coscienza », viene precisato quando, come
e dove presentare e compilare la domanda,
che cosa succede se la domanda è accolta e
che cosa succede se non è accolta.
Nella seconda parte viene considerato il
servizio civile alternativo e quali sono oggi
i suoi limiti, mentre successivamente si descrive che cos’è la commissione ministeriale
per il riconoscimento dell’o.d.c. e come procede.
Infine, nella quarta parte viene presentata
la Lega degli obiettori di coscienza, la relativa dichiarazione programmatica, lo statuto e
vengono elencate tutte le sedi o i recapiti.
In chiusura, alcuni documenti nonviolenti
e antimilitaristi, quali l’appello della Fed.
giovanile socialista ai giovani della classe
1891 che saranno successivamente coinvolti
nella prima guerra mondiale; la lettera —
indirizzata ai cappellani militari toscani —
che don Milani inviò a tutti i quotidiani italiani nel 1965 in risposta al loro documento
contro l’obiezione di coscienza; la prima dichiarazione collettiva di o.d.c. che motiva il
rifiuto della divisa prima dell’approvazione
della legge, nel 1971.
Pierre
Direttore responsabile: Gino Conte
Reg. al Tribunale di Pinerolo
N. 175 - 8/7/1960
Coop. Tip. Subalpina - Torre Pellice (Torino)