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Spedizione in a. p. 45
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Filiale di Torino
Contiene P.A.
In caso di mancato re
SI prega restituire al mittente
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L'Editoie SI impegna
corrispondere il diritto
-¡»Vi
LA VOCE DI UNO
«La voce di uno grida: "Preparate
nel deserto la via del Signore, appianate nei luoghi aridi una strada per il
nostro Dio!” (...) Ecco il Signore, Dio,
viene con potenza, con il suo braccio
egli domina»
(Isaia 40,3; 10)
^nella grande città di Babilonia,
li solcata da lunghe e spaziose vie
sulle quali avanzavano in processione
le varie divinità e i re che andavano
incontro al loro trionfo, che risuona la
triplice parola: consolate, preparate,
annunciate! E a un popolo di esiliati,
alcuni pienamente inseriti, altri nostalgici e insofferenti, che viene detto
che il loro debito è stato pagato, che è
tempo di mettersi al lavoro per preparare il terreno in vista di un cammino,
che il Signore sta arrivando. È nella
grande città dell’uomo, solcata dalle
vie del mercato globale e intersecata
dalle strade percorse dai mezzi militari, brulicante di persone ammirate
dalla statura gigantesca di queste nuove divinità che, in questi giorni, risuona una parola diversa. A Seattle donne
e uomini di vari paesi del mondo si sono dati convegno per dire no a strategie che dovevano essere elaborate dal
vertice del commercio mondiale. Parole e gesti di pace vengono pronunciate
e compiuti nell'Irlanda del Nord tra
cattolici e protestanti, in Palestina tra
arabi e israeliani. Flebili voci si alzano
puntuali per dire di no ogni qualvolta
una nuova guerra conquista per qualche giorno le prime pagine dei giornali. È nella grande città dell’uomo che,
accanto alle persone sazie e soddisfatte, scopriamo ogni giorno anche le vittime della violenza prodotta dalla bramosia e dall’indifferenza.
COME per gli esuli in Babilonia le
vie processionali della città erano
i segni imponenti che dimostravano la
potenza di Babilonia, quella potenza
che aveva soggiogato Israele, così oggi
come si fa a non lasciarsi incantare
dal verbo del liberismo o non impaurire dal sibilo che prelude lo scoppio di
un missile, o non affascinare dall'idea
che soggiace alla parata religiosa del
prossimo Giubileo-Anno Santo? Come
non capire coloro che fanno di tutto
per scrollarsi di dosso l’etichetta di
esule e acquistare il titolo di cittadino
a pieno titolo di Babilonia?
CONSOLATE, preparate, annunciate sono le tre parole che risuonano
anche in questo nostro tempo d’avvento. Parole che vengono lette, ripetute,
amplificate e che vengono accolte nel
momento in cui riescono ad aprire gli
occhi per vedere che le strade di Babilonia sono state costruite da un regime
schiavizzante, che nessuna di queste
strade porta verso un mondo di giustizia, pace e libertà perché questa non è
la strada che Dio ha percorso in Gesù
Cristo. Viene consolato chi obbedisce
all’ordine di costruire una nuova strada, non ampliando o modificando il
tracciato delle vie processionali della
città delTuomo, ma chi è disposto ad
affrontare il rischio del deserto, dello
sconosciuto, del nuovo. E la sua consolazione consiste proprio nel lavorare
per spianare l’aridità dell’animo umano, per rimuovere gli ostacoli che si
frappongono nelle relazioni interpersonali, nel colmare i dislivelli culturali,
economici, sociali. È una strada tante
nolte iniziata e mai finita. E noi diciamo in questo Natale che essa è già stata
indicata e iniziata da Dio in Gesù Cristo. Ma la cosa più grande e sorprendente è che noi possiamo dare il nostro
eontributo nella costruzione di questa
nuova strada perché il Signore ci ha
già liberati da Babilonia. Egli è venuto
^ la sua potenza si è manifestata nello
splendore di una mangiatoia e nell'altezza di una croce.
Arrigo Bonnes
SKJTIMANALK DKU.K OfIKSK KVANiiKIJCIIK UVTIISTK, MKTODISTIC, VALDKSl
Molti i problemi aperti dopo il fallimento della Conferenza di Seattle a inizio dicembre
La globalizzazione e i suoi anticorpi
Anche le chiese^ oltre ai movimenti di varia natura che hanno contestato la Wto, sono chiamate
a riflettere sui rischi di un modello di commercio sottratto al controllo democratico dei cittadini
GIORGIO GUELMANI
Al termine di quattro giornate
di estenuanti trattative i ministri delegati di 135 paesi, incaricati
di ripensare le regole per il commercio del 2000, si sono arresi
all’evidenza: troppe divergenze e
incomprensioni, meglio rinviare
tutto. Così la conferenza mondiale
della World Trade Organisation
(Wto) si è chiusa con un grosso insuccesso. Ma facciamo un passo
indietro. Nel 1948 fu costituito il
Gatt (Accordo generale su tariffe e
commercio) allo scopo di annullare
progressivamente le barriere al
commercio internazionale di beni
e servizi. Attraverso una serie di
«round» negoziali furono raggiunti
numerosi accordi che coinvolsero
una serie sempre più ampia di prodotti e un numero crescente di
paesi. Nel 1995 è nata la Wto che
ha competenza, oltre che sui dazi,
sulle cosiddette «barriere non tariffarie al commercio», comprese le
leggi e regolamenti concernenti la
tutela dei consumatori in merito a
standard alimentari e sanitari. La
novità è che la Wto consente ai
paesi e alle aziende di citare, di
fronte a una corte speciale, gli stati
membri qualora in essi vigano leggi
che in qualche modo violano le regole. Nel 1997 la Wto ha obbligato
gli Usa a modificare una propria
legge contro l’inquinamento dell’aria (Clean Air Act) perché proibiva l’utilizzo di benzine contenenti
alcune sostanze chimiche dannose
presenti in molti tipi di petrolio (a
sollevare il caso fu il governo del
Venezuela). Nel 1999 la Wto ha autorizzato Usa e Canada ad applicare ritorsioni contro l’Unione europea per un valore di oltre 100 milioni di dollari perché quest’ultima
aveva impedito l’importazione di
carne con ormoni. Si potrebbero
fare molti altri esempi: il punto è
che le regole di un organismo tecnico come la Wto prevalgono su
leggi votate da Parlamenti democraticamente eletti e impongono la
priorità assoluta della liberalizzazione del commercio a discapito di
SRiUEB
qualunque considerazione di tipo
sociale, ambientale, sanitario, entrando in conflitto con orientamenti e norme di altre istanze internazionali come il Protocollo
Onu sulla biodiversità, o il «principio di precauzione» (in assenza di
certezza scientifica si possono
prendere misure cautelative, fin
quando non sia dimostrata l’innocuità di un nuovo prodotto). Nelle
intenzioni dei promotori, Seattle
doveva stilare l’agenda per un nuovo «round» di liberalizzazioni (il
Millennium Round), che avrebbe
esteso la competenza della Wto alla
politica degli investimenti, ai beni
culturali, agli appalti e ai servizi
pubblici, all’agricoltura e all’ambiente (tra gli obiettivi c’era quello
di arrivare a un accordo globale per
la libera deforestazione).
Ognuno di questi capitoli è stato
materia di conflitto aspro, con
schieramenti diversi e trasversali
(né il Nord né il Sud formano un
blocco omogeneo per interessi, e il
prossimo ingresso della Cina complicherà ulteriormente il quadro).
Sull’agricoltura, Europa contro
Usa e grandi esportatori del Sud;
sui diritti di proprietà intellettuale.
Usa contro tutti; sulle clausole sociali e ambientali. Terzo Mondo
contro tutti, e così via. Ma il fattore
nuovo, e decisivo, sono state le
proteste di piazza (sia la piazza
«reale» di Seattle, che quella «virtuale» di Internet) contro la logica
antidemocratica della Wto. I negoziatori non si sono trovati davanti
la solita sparuta minoranza di «alternativi», ma un variegato movimento di contestazione (40.000
persone convocate da oltre 1.400
organizzazioni di base di tutto il
mondo) che vedeva fianco a fianco
agricoltori francesi, metalmeccani
Assemblea Ucebi
Per il rilancio della
testimonianza battista
Dal 4 all’8 dicembre, al
Villaggio della gioventù
di Santa Severa, si è svolta l’Assemblea generale
straordinaria dell’Unione cristiana evangelica
battista d’Italia (Ucebi),
convocata per discutere sulle prospettive attuali della testimonianza
battista nel nostro paese
e su ipotesi di riforma
strutturale dell’Unione
stessa. L’Assemblea generale si riunisce di norma ogni due anni; la
convocazione di una Assemblea straordinaria si
è resa necessaria per la
mole di questioni sul
tappeto (la collaborazione con metodisti e valde
si, la multiculturalità, la
ricerca in campo spirituale e liturgico, l’evangelizzazione, vari problemi di carattere amministrativo e organizzativo)
e anche perché la prossima Assemblea ordinaria,
prevista per agosto del
2000 a Torre Pellice, si
riunirà (per la terza volta,
con cadenza quinquennale) in sessione congiunta con il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste. Le chiese dell’Ucebi hanno circa 5.000
membri adulti con una
popolazione complessiva di circa 15.000 persone, e 50 pastore e pastori
in servizio attivo. (nev)
Irlanda del Nord
La Chiesa presbiteriana
per un futuro di pace
«Abbiamo la responsabilità di fare ogni cosa
in nostro potere per vivere in pace gli uni con gli
altri», ha dichiarato la
Chiesa presbiteriana delrirlanda del Nord, che
già in passato ha sollecitato i leader politici a trovare soluzioni per la pace
nel paese. Pochi giorni
prima del voto favorevole sulla formazione dell’
esecutivo nordirlandese,
avvenuto lo scorso 27
novembre, il «Comitato
chiesa e governo» della
Chiesa presbiteriana ha
salutato con favore «i
progressi compiuti nella
revisione dell’Accordo
del venerdì santo, e l’op
portunità reale che adesso esiste di muovere insieme verso il futuro». La
Chiesa presbiteriana auspica che le forze politiche creino «una società
in cui persone di provenienza diversa possano
sentirsi a casa, in cui nessuno debba sentirsi come uno straniero, in cui
le responsabilità e le opportunità siano realmente condivise». «Già dall’
Assemblea generale, a
giugno del ’99, abbiamo
incoraggiato il governo, i
partiti politici e i gruppi
paramilitari a realizzare
tanto la lettera quanto lo
spirito dell’Accordo del
venerdì santo». (nev)
ci statunitensi, indios centroamericani, ecologisti indiani. C’erano
anche le chiese locali; la Chiesa
metodista di Seattle ospitava i sindacalisti, e in testa ai cortei c’erano
il vescovo luterano di Washington
e il vescovo episcopale di Olympia.
Un arcipelago accomunato, al di là
dei diversi interessi materiali, dalla
volontà di contare, diffidente di
quell’élite di politici, tecnici, lobbisti delle multinazionali che orienta
in modo sempre più oligarchico
l’economia mondiale, unificato
dalla rivendicazione di tenere fuori
la Wto (da riformare profondamente nel senso di una maggiore
democrazia, rappresentatività e
trasparenza) da questioni vitali come gli organismi geneticamente
modificati, i diritti dei lavoratori, la
cultura e gli investimenti.
Anche il Consiglio ecumenico
delle chiese ha seguito con attenzione la questione, producendo un
articolato documento di critica alla
Wto inviato alle chiese membro
neU’ottobre di quest’anno. Già l’Assemblea di Harare del 1998, sottolineando il «bisogno di sfidare il paradigma economico prevalente»,
aveva dichiarato «necessario e possibile indicare alternative che
rafforzino la partecipazione e la democrazia nei rapporti internazionali», e aveva invitato le chiese a
«riflettere sulla sfida della globalizzazione da una prospettiva di fede».
Un’agenda impegnativa ma ormai
ineludibile. Una delle lezioni di
Seattle è che la globalizzazione sta
producendo i suoi anticorpi: movimenti che non si attardano a combatterla in nome di nostalgie senza
futuro, ma neppure si arrendono a
ritenere inevitabile il costante degrado dell’ambiente, della democrazia, delle condizioni di lavoro.
Non contro la globalizzazione, ma
contro la sua versione «a una dimensione», che trasforma il creato
in merce e il cittadino in consumatore. Anche per noi, evangelici italiani, diventa essenziale imparare a
orientarci su questi temi, che saranno il nocciolo dei conflitti economici e sociali di domani.
MEDITAZIONE
Faraone, Erode e gli altri
A PAGINA-2
SPIRITUALITÀ
Perdono e pentimento
■ di P. RICCA e F. FERRARIO ^ _
PAGINE b~7
editoriale««
Dopo 30 anni
di PIERA ECIDI ^ ^
A PAGINA /O
¡COMMENTO
Le nuove droghe
di FEDERICA TOURN . _
A PAGINA II/
VILLAGGIO GLOBALE^r
Il Cec e la guerra fredda
intervento di KONRAD RAISER . ^
A PAGINA I i(S
di ANNA MAFFEI
2
PAG. 2 RIFORMA
All’As
Della Pa
VENERDÌ 10 DICEMRRf
« Gesù era nato in
Betlemme di Giudea,
all'epoca del re Erode.
Dei magi d’Oriente
arrivarono a
Gerusalemme, dicendo:
^“Dov’è il re dei Giudei
che è nato? Poiché noi
abbiamo visto la sua
stella in Oriente e siamo
venuti per adorarlo”.
^ Udito questo il re Erode
fu turbato e tutta
Gerusalemme con lui.
'Riuniti tutti i capi dei
sacerdoti e gli scribi del
popolo, s’informò da
loro dove il Cristo
dovesse nascere.
^Essi gli dissero: “In
Betlemme di Giudea... ”.
^Allora Erode, chiamati
di nascosto i magi,
s’informò esattamente
da loro del tempo in cui
la stella era apparsa;
“e mandandoli a
Betlemme, disse loro:
“Andate e chiedete
informazioni precise sul
bambino e, quando
l’avrete trovato,
fatemelo sapere,
ajfinchéanch’io vada
ad adorarlo”.
’’Essi dunque, udito il re
partirono e la stella che
avevano visto in Oriente
andava davanti a loro
finché, giunta al luogo
dov’era il bambino,
vi si fermò sopra.
"Prostratisi,
l’adorarono...
'^Poi, avvertiti in sogno
di non ripassare da
Erode, tornarono al loro
paese per un’altra via.
'^Dopo che furono
partiti, un angelo del
Signore apparve in
sogno a Giuseppe e gli
disse: “Alzati, prendi il
bambino e sua madre,
fuggi in Egitto e restaci
finché io non te lo dico;
perché Erode sta per
cercare il bambino per
farlo morire”. "Egli
dunque si alzò, prese di
notte il bambino e sua
madre, e si ritirò in
Egitto. '^Là rimase fino
alla morte di Erode,
ajfinché si adempisse
quello che fu detto dal
Signore per mezzo del
profeta: “Euor d’Egitto
chiamai mio figlio”.
'"Allora Erode vedendosi
beffato dai magi,
si adirò moltissimo, e
mandò ad uccidere tutti
i maschi che erano in
Betlemme e in tutto il
territorio dall’età di due
anni in giù, secondo il
tempo del quale si era
esattamente informato
dai magi. '^Allora si
adempì quello che era
stato detto per bocca del
profeta Geremia: '"“Un
grido si è udito in Rama,
un pianto e un lamento
grande: Rachele piange i
suoi figli e rijìuta di
essere consolata perché
non sono più”»
(Matteo 2, l-5a; 7-9,
llb, 12-18)
Foto Acnur
FARAONE, ERODE E GLI ALTRI
L evangelista Matteo parla del piccolo Gesù come di uno scampato a un genocidio
Viviamo nell'attesa di quel giorno in cui le stragi non avranno più l'ultima parola
ANNA MAFFEI
//T ^ intero commando, ad
eccezione di una sentinella, si mise in marcia quel
giorno verso le 6 del mattino, diretto al luogo delle esecuzioni.
Ci fermammo su una strada lastricata fino in aperta campagna, dove terminava. Là era riunito un grandissimo numero di
ebrei ed era stato anche disposto un luogo dove gli ebrei dovevano depositare gli abiti e il bagaglio. Dopo un chilometro vidi
una grande voragine naturale.
La voragine era profonda circa
10 metri, lunga circa 400, larga
in alto circa 80 metri e in basso
10. Subito dopo il mio arrivo sul
terreno delle esecuzioni dovetti
scendere con altri camerati in
questa conca. Non passò molto
tempo che già i primi ebrei ci
vennero condotti giù per le pareti della voragine lungo le quali
dovettero sdraiarsi faccia a terra. Nella conca si trovavano tre
gruppi di tiratori, in tutto 12. Gli
ebrei venivano condotti di corsa. Quelli che seguivano dovevano sdraiarsi sui cadaveri di quelli precedentemente fucilati. 1 tiratori stavano di volta in volta
dietro gli ebrei e li uccidevano
con colpi alla nuca. Mi ricordo
ancora oggi in quale stato di terrore cadevano gli ebrei che di
lassù sull’orlo della voragine,
potevano per la prima volta
scorgere i cadaveri sul fondo.
Molti gridavano forte per lo spavento. Non si può nemmeno immaginare quale forza nervosa richiedesse eseguire laggiù quella
sporca attività... Tutte le fucilazioni di quel giorno possono essere durate alTincirca fino alle 5
o alle 6 di sera. In seguito fummo riportati nel nostro alloggiamento. Quella sera fu nuovamente distribuito del liquore».
Questo è un brano della testimonianza di Kurt Werner, un tiratore, membro della squadra
SK 4 dell’Einsatzgruppe C, l’unità mobile della polizia di sicurezza del Terzo Reich, che il 29 e
30 settembre 1941 ha giustiziato
presso Kiev 33.771 ebrei.
tori, in cerca di asilo in terra straniera. E poi con pochi tratti descrive questo genocidio che si attua comunque su altri bambini
seminando lutto e morte in terra
di Giuda. Questo aspetto della vicenda raccontata da Matteo ci
dice qualcosa sul popolo di Dio,
su Gesù, sul nostro mondo. Infine ci dice una cosa su Dio.
Un popolo in pericolo
IL popolo di Dio, e qui intendo
Da Erode a Hitler
CHI legge oggi la storia del
Preghiamo
«Il mio cuore egiziano anela, o mio Dio, alla redenzione del mio popolo. È stata per noi una vergogna che l’oppressione dei Faraoni abbia portato i figli d’Israele verso
il rnare. Ma tu, mio Dio, che ci liberi da tutti i nostri peccati, tu che rendi nuove tutte le cose, scegliesti questo
stesso paese come rifugio per la sacra famiglia, e come
casa per colui che fu perseguitato e oppresso affinché
potessimo aver vita e averla in abbondanza.
Grazie, mio Salvatore, per il grandissimo dono che mi
hai dato. Da bambina il mio cuore traboccava di gioia
ogni volta che mi portavano a giocare a Matariah, sotto
l’albero dove tu riposasti con Maria, tua madre, e Giuseppe. Mi piaceva toccare le pietre su cui fu deposta la
tua culla nella buia chiesa sotterranea del vecchio Cairo;
sentivo la tua presenza, sentivo il tuo pianto e il tuo riso.
Piangevo con le madri i cui bambini furono uccisi da
Erode. Mi rallegravo perché eri scampato. Ti lodavo e
continuo a lodarti, mio Salvatore e Redentore, che ci
conduci dalle tenebre alla tua meravigliosa luce.
Marie Assaad, cristiana copta
(in «Emmanuel» - La venuta di Gesù nella Bibbia e
nell’arte, di Hans-Ruedi Weber, Claudiana, 1986, p. 84)
_ Natale deve un attimo soffermarsi a riflettere su quanto ci
viene detto a proposito di Erode
e della sua reazione alla notizia
della nascita di Gesù. Il Vangelo
di Matteo ci parla di una sua decisione criminale dettata da una
paranoica paura di perdere il potere. Il fatto che l’episodio non
sia riportato inequivocabilmente
da fonti estranee alla Bibbia, non
ci autorizza a liquidarlo come un
elemento leggendario a cui non
dare eccessivo peso. Matteo parla di Erode e parla di una strage
commessa su bambini. Su questo dobbiamo riflettere. Anche il
libro dell’Esodo comincia col
tentativo di Faraone di attuare il
genocidio del popolo ebraico attraverso l’uccisione di tutti i
neonati di sesso maschile.
Ho riportato sopra la fredda
testimonianza di uno delle migliaia di anonimi esecutori del
più criminale e ben orchestrato
proposito di genocidio di questo
secolo, quello di Adolph Hitler.
Nel mondo ci sono sempre stati
e ci sono, purtroppo, gli erode, i
faraoni, gli hitler e poi ci sono i
soldati di Erode, di faraone, di
Hitler. Ci sono sempre i mandanti e poi c’è anche una folla di
anonimi obbedienti killer senza
i quali le stragi non potrebbero
mai compiersi. Mandanti ed
esecutori, insieme, se intendono
cancellare un popolo dalla terra
spesso cominciano dai bambini.
I bambini sono le prime vittime
perché sono il futuro da distruggere insieme al presente.
Il Vangelo di Matteo parla del
piccolo Gesù come di uno scampato a un genocidio, di un bimbo
portato via in fretta dai suoi geni
gli ebrei, è sempre stato un
popolo in pericolo. Ha rischiato
di scomparire dal mondo per effetto della sua irriducibile diversità dalla fede e dai costumi degli altri popoli. Ha avuto vita travagliata, anche e soprattutto
nella cosiddetta era cristiana,
per bocca e per mano dei cristiani medesimi. L’eredità del
secolare antigiudaismo cristiano
che aveva spesso cacciato gli
ebrei dai propri paesi dicendo in
sostanza: voi non avete diritto di
vivere fra noi, venne in questo
secolo raccolta da qualcuno che
disse semplicemente: voi non
avete diritto di vivere. Quella
stessa persona osò parlare di
Gesù come del «più grande antisemita di tutti i tempi».
Ma Gesù fu ebreo e, proprio
come possibile messia degli
ebrei, la sua vita fu in pericolo.
Matteo dice che sin dall’inizio
Gesù ebbe nemici mortali che
sparsero sangue innocente pur
di impedire al piano di salvezza
di Dio di compiersi. Ed ecco la
verità sul mondo che Matteo annuncia: non tutti reagiscono alla
stessa maniera quando Dio interviene nella storia. Mentre due
giovani sposi accolgono nel proprio seno un figlio anomalo,
mentre dei sapienti seguendo
una stella vanno ad adorare un
re bambino, altri congiurano
per impedirgli vita e futuro. Sin
dalla sua nascita il mondo si divise fra accoglimento e rifiuto
del figlio di Dio. Si profilò subito
per lui l’ombra sinistra della violenza e della morte.
mata in Ruanda, in Bosnia, in
Kosovo, a Timor est... Noi abbiamo a che fare con questa tremenda verità: Dio non ferma le
stragi. Forse perché non le può
fermare. Dio interviene per salvare, ma non sempre e non per
tutti. Dio salvò il salvatore dalle
mani dei suoi assassini. Poi la
salvezza fu compiuta ma paradossalmente solo dopo che Gesù ebbe attraversato la violenza
e la morte procurata da un altro
mandante e simili assassini.
Dalle tenebre alla luce
della Pasqua
Ma gli assassini vanno disar
I ■ " ' " ....... ‘
Che fa Dio?
E Dio? Dio, per condurre in
I---- "
porto il suo progetto di salvezza per il mondo, fece in modo che Gesù sfuggisse ai suoi assassini. Lo fece guidandolo attraverso i sogni di Giuseppe. Ma
non riuscì a fermare la strage.
Non la fermò allora, non la
fermò ad Auschwitz, Belzec,
Treblinka, Dachau, non l’ha fer
mati. E non è facile. Alla fi
ne di questo millennio le stragi
continuano, quelle palesi per
mano di esecutori ciechi e violenti, e quelle nascoste ad opera
della globalizzazione dei mercati e dell’iniqua distribuzione delle ricchezze della terra. Dai killer
delle mafie agli spacciatori di
droga, dagli stupratori di stato ai
consumatori di turismo sessuale, dalle fabbriche sfruttatrici di
manodopera schiava alle multinazionali produttrici di armi, i
mandanti e gli esecutori delle
stragi si moltiplicano. Faraone,
Erode e gli altri sono oggi come
ieri agguerriti contro i propositi
di salvezza del Dio di Mosè e di
Gesù. Travestendosi di luce servono la morte e le ideologie che
le sottendono, creano miriadi di
rifugiati e li scacciano. Congiurano contro il Figlio e contro i figli
di Dio, soprattutto quando sono
bambini. La storia del Natale di
2000 anni fa ci dice che non è
cambiato niente. Tanti bambini
come il piccolo Gesù sono costretti a scappare, tanti altri soccombono alla spada di Erode. 11
Natale si proietta verso il venerdì
santo, e fi staziona in silenzio.
Ma il venerdì santo stesso non
offrirebbe alcuna speranza se
quelle fitte tenebre non avessero, dopo tre giorni, incontrato la
luce di un’imprevedibile alba.
Solo la Pasqua dà al Natale il suo
significato vero: Dio prima beffò
Erode, poi beffò Pilato. «Perché
Cristo Gesù è colui che è morto,
ma più che questo è risuscitato,
è alla destra di Dio e anche intercede per noi» (Romani 8, 34). In
attesa di quel giorno in cui le
stragi non avranno più nel mondo l’ultima parola.
(Terza di una serie
di quattro meditazioni)
Note
omiletiche
I testi si riferiscono i
I opposizione di Erod*
alla sua volontà
nei confronti di Gesù l
tenzione dei commentai!
n va in genere in due di!
zioni: una è la discussi!
su la possibile storicità!
fatti e l'altra è il para,,*
smo fra la vicenda à\<^
e quella di Mosè. Sul!
condo ci siamo sofferj
la scorsa settimana. Si,i
prima possiamo offri'
qualche informazio„,
Erode fu re di Giudea i!
mai un re giudeo in sé!
proprio. Idumeo, figlio,
convertiti al giudaismo j
comportò sempre da'»,
straneo alle leggi e ai »
stumi del popolo sul qual,
regnava. Lo storico Gin.
seppe Flavio scrive di.
Erode il Grande godeva
della massima fiducia di
Cesare Augusto il guai,
gli aveva conferito il titolo
di «amico e confederatoi
e infatti si comportò sempre da monarca pagano,
Una tradizione rabbinica riportata dalla Mishnah
sostiene che l'unica aziono
che Erode fece in ossequio
alla sua appartenenza giudaica, ossia la ricostruzione del tempio di Gerusalemme, andava considerata come un singolo attedi
riparazione per averucdso
tanti saggi in Israele- Usuo
comportamento sanguinario e tirannico lo portòa
sopprimere almeno tre dei
suoi stessi figli- Famosaa
questo proposito la frase
attribuita da Macrobio
all'imperatore Augusto
che avrebbe esclamato facendo un gioco di parole:
«È meglio essere il maiale
(hys) di Erode che suo figlio (huios)». Nonostante
lo storico Giuseppe Flavio
documenti accuratamente
gli ultimi anni del regno
di Erode e molti suoi misfatti, egli non riferisce
della strage di bambini
narrata da Matteo- Ne fa
cenno solo il già citato
Macrobio ma si trattaci
una testimonianza molto
tarda (intorno al 400 d-C).
È possibile che la tradizione riportata da Matteo sia
stata influenzata dal rat-'
conto dell'infanzia e della :
vita di Mosè e accostatasi
quella di Gesù per ragioni
teologiche.
Da questo parte la meditazione proposta, ossia dal}
tentativo di comprendere,
teologicamente quanto'
narrato da Matteo, senza |
sminuirne in alcun modo,
la portata a causa della
non certa attendibilità I
storica del racconto. W' |
costamento al genocidio |
perpetrato in questo secolo ai danni del popolo |
ebraico da Flitler e la scel-1
ta di proporre una testi-,
monianza di un esecutore, sono stati dettati dal |
desiderio di uscire dallo |
rappresentazioni ovattato,
dei Natale e richiamare alla mente un genocidio |
storico e il cinismo degli j
esecutori. i
L'attualizzazione mi ^
anche consentito di intrO' |
durre alcune delle domar- j
de cruciali implicite ao i
racconto stesso: petojo
Dio opera in un caso (b |
salvezza di Gesù dalle ma- |
ni di Erode) e non opera
in un altro (la strage)Nella meditazione prop® |
sta non c'è risposta a guo |
sta cruciale domanda. 5o
lo un suggerimento, ur
pista di riflessione. I
\^ERI
Per
approfondii'^
La testimonianza del
ratore nazista propo^^^.^j
trova in «Bei Tempi"sterminio degli ebrei ra
contato da chi l'ha ®se9
to e da chi stava a ^
re, a cura di Ernst Kie '
Willi DreBen, Volker R'®"'
Giuntina, 1996. j
Sulla storia della Sb
consultare i due ,
La distruzione degli Eb
d'Europa, di Raul Hilbert»'
Einaudi tascabiii, 1995
La tei
0en
-Seconc
Georges
tante del
nico di C
nia, che r
uftcialn
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0 La visita in Albania del Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo
Albania^ il risveglio della Chiesa ortodossa
La testimonianza di Georges Tsetsis, rappresentante del Patriarcato: «L'Albania sta
diventando un modello di crescita religiosa e un esempio per il resto dell'Europa»
Secondo il prete ortodosso
Georges Tsetsis, rappresentante del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli l’Albania, che nel 1967 era diventata
ufficialmente il primo stato
ateo del pianeta, sta ora diventando un modello di crescita religiosa e un esempio
perii resto dell’Europa. Al suo
ritorno da una visita alla Chiesa ortodossa dell'Albania dove accompagnava il patriarca
ecumenico Bartolomeo all’inizio dello scorso novembre,
Georges Tsetsis, ex rappresentante del Patriarcato ecumenico presso il Consiglio
ecumenico delle chiese (Cec),
è stato intervistato dalTagenàa Eni. Sotto il regime comunista instaurato negli Anni
40, le organizzazioni religiose
erano severamente vietate.
La Chiesa ortodossa d’Albania fu ristabilita solo all’inim degli Anni 90 e da allora,
ha rilevato Tsetsis, ha compiuto «enormi passi avanti».
«Quando l’arcivescovo
Anastasios giunse in Albania,
nel 1991, la Chiesa aveva cinque preti già anziani - ha ricordato -. Oggi conta 110
preti, in maggioranza giovani. Possiede un seminario
nuovissimo con 100 studenti,
donne e uomini. L’arcivescovo Anastasios ha ordinato la
costmzione di 72 nuove chiese, il restauro di 65 chiese e
vecchi monasteri e la riparazione di altre 130. L’Accademia di teologia della Risurrezione, che finora era sistemata in stanze d’albergo in affitto, è stata trasferita dal 1997
in un nuovissimo edificio. La
Chiesa ha inoltre una propria
scuola secondaria, centri medici, giardini d’infanzia ed altre istituzioni sociali».
L’arcivescovo Anastasios, capo deila Chiesa ortodossa d’Albania
Negli ambienti ortodossi
come all’interno del movimento ecumenico mondiale,
l’arcivescovo Anastasios, uomo di grande spiritualità, gode di un’ottima reputazione
ed è considerato come uno
dei capi spirituali più capaci.
Questa fama si è consolidata
durante il conflitto del Kosovo. Infatti, nonostante critiche serbe, la sua chiesa ha
compiuto grossi sforzi per
aiutare i profughi musulmani
che affluivano dal Kosovo in
Albania. Nel 1992, l’elezione
di Anastasios da parte del Patriarcato ecumenico come
primate della Chiesa ortodossa albanese, aveva suscitato la
resistenza di alcuni albanesi,
tra cui cristiani ortodossi, perché era di origine greca.
Georges Tsetsis ha fatto notare che l’accoglienza riservata dal governo albanese al patriarca Bartolomeo, che è stato ricevuto calorosamente dal
presidente e dal primo ministro albanesi, dimostra quanto sia cambiata la situazione
dal 1992 e dall’era comunista
durante la quale il governo di
Henver Hotdia aveva proibito
la religione. Che questo «miracolo sia stato realizzato in
solo otto anni», dimostra che
la decisione del Patriarcato
ecumenico di mandare Anastasios in Albania era «saggia
e perspicace». Durante la visita del patriarca, il presidente Mejdani e il primo ministro Meta si sono congratulati per la coesistenza pacifica
tra le diverse comunità religiose in Albania: «I politici albanesi dovrebbero trarre insegnamenti dalla tolleranza
fra i fedeli», ha sottolineato il
primo ministro.
In un periodo in cui le chiese d’Europa vengono riconvertite in sale di concerto e
centri di esposizioni, in cui le
chiese vengono chiuse per
mancanza di vocazioni, credo, ha detto Tsetsis, che la
Chiesa ortodossa d’Albania
possa essere citata ad esempio. «L’Europa ha bisogno di
un grande disastro per risco
prire la propria identità cristiana?», ha aggiunto. Secondo Georges Tsetsis, la Chiesa
ortodossa è diventata il principale investitore in Albania
grazie a fondi dati dai cristiani di Grecia, da americani
greci e da agenzie donatrici in
seguito a tavole rotonde coordinate dal Cec. La Chiesa è
essa stessa direttamente impegnata nella costruzione di
scuole, ambulatori e altri edifici, il che significa creazione
di lavoro per gli albanesi.
Georges Tsetsis ha rilevato
che la Grecia e l’Italia erano le
due maggiori potenze finanziarie che sostenevano la crescita dell’economia albanese:
per questo gli albanesi realizzano che hanno tutto Tinteresse a portare avanti un rapporto amichevole con la Grecia. Tstetsis ha precisato che
la Chiesa ortodossa d’Albania
è davvero una chiesa multietnica, che comprende albanesi, greci, montenegrini e romeni. La diversità e il carattere multinetnico della chiesa
sono stati sottolineati nell’Atto ufficiale del Patriarcato
ecumenico che ha concesso
alla Chiesa «l’autocefalia»
(autonomia) nel 1937.
Durante la sua visita, il patriarca Bartolomeo ha posto
l’accento sull’importanza
della tolleranza e delle tradizioni etniche delTAlbania:
«Vogliamo aiutare la gente a
riscoprire e a sviluppare la
propria fede e a coltivare la
virtù, in particolare attraverso la propria lingua e la propria cultura», ha detto. Secondo l’agenzia stampa albanese Ana, circa il 70% dei 3,5
milioni di abitanti sono musulmani, il 20% ortodossi e il
10% cattolici romani.
Dopo il ricorso presentato da Testimoni di Geova e da pentecostali
Russia: chiese minoritarie soddisfatte del responso della Corte
La Corte costituzionale
russa ha dato un’interpretazione liberale della legge
molto controversa del 1997
sulla religione. Ha però mantenuto i principi della nuova
j®gge che mira a restringere
le attività delle sette e dei
gruppi religiosi stranieri.
La decisione è stata presa il
23 novembre scorso dopo il
ricorso presentato nell’ottoore 1998 da una comunità
uei Testimoni di Geova di
Yaroslavl, nella Russia centrale, e da un gruppo penteLtestale di Abakan, nella Siberia occidentale. A Yaroslavl, il
procuratore della città aveva
tentato di chiudere il ramo
locale dei Testimoni di Genica dichiarando che il gruppo
non aveva i documenti comprovanti la sua presenza da
®uneno 15 anni, come lo esi86 la nuova legge: ora i Testimoni di Geova potranno
proseguire le loro attività.
' .un certo senso, è una vitona per i Testimoni di Geoa e pgf organizzazioni
. igiose», ha detto alTagenla Reuters Albert Polanski,
portavoce dei presentatori
eh por aggiungendo
he le organizzazioni religioe più piccole avrebbero an<=ora difficoltà.
La legge del 1997 ha creato
^megorie di associazioni
Ohgiose. La prima è quella
elle «organizzazioni religio6» m possesso di tutti i loro
httti, come gli ortodossi, i
musulmani e gli ebrei, che
®Ppresentano le fedi tradi^ onali della Russia; le orgaj^^hzioni della seconda cagoria, quella dei «gruppi
religiosi», sono in Russia
da meno di 15 anni. Questi
«gruppi religiosi» non sono
autorizzati a possedere beni,
a organizzare culti nei luoghi
pubblici, a diffondere materiale religioso o a invitare ecclesiastici stranieri in Russia.
All’inizio, la legge era retroattiva ed esigeva che tutte le organizzazioni iscritte in base
alla legge liberale del 1991
fossero registrate ogni anno.
Con la sentenza dello scorso
mese, la Corte ha deciso che
le organizzazioni religiose locali registrate prima della
nuova legge conservano il
proprio statuto e non sono
costrette a farsi registrare di
nuovo. D’altra parte, i rami
locali di organizzazioni religiose «centralizzate» registrate a Mosca e rappresentate in
almeno tre delle 89 regioni
della Russia non dovranno
dimostrare di essere in Russia da almeno 15 anni. «È sostanzialmente quello che volevamo», ha dichiarato Anatoly Pchelintsev, direttore
dell’Istituto del diritto e della
religione e uno degli avvocati
dei presentatori del ricorso.
Usa: iniziativa di un prete anglicano
Per un «Sabato mondiale»
Un prete anglicano di Detroit (Michigan), Rod Reinhart, ha deciso di istituire il
«Sabato mondiale», festa interreligiosa che sarà celebrata il prossimo 22 gennaio, il
Sabato mondiale della riconciliazione religiosa ha due
obietti-vi: istituire la prima festa sacra che dovrebbe essere
condivisa da tutte le religioni
del mondo, e insegnare ai responsabili religiosi come opporsi pubblicamente alle
campagne di odio e alle guerre religiose.
Reinhart ha scelto il 22
gennaio per tre motivi: è una
data vicina all’inizio dell’anno, ma non troppo a riddosso
di altre manifestazioni del
millennio per celebrare la pace; è vicina alla giornata Mar
tin Luther King; a-wiene alla
fine della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Dopo il 2000, il Sabato
mondiale avrà luogo il quarto sabato di gennaio. Il progetto ha ricevuto l’appoggio
della diocesi episcopaliana
del Michigan, di una sinagoga (Tempie Israel di Ann Arbor), del Centro musulmano
di Detroit, della United Religion Initiative, del Parlamento delle religioni mondiali e
del Consiglio nazionale per la
comunità e la giustizia (già
chiamata Conferenza nazionale di cristiani e ebrei).
Il Sabato mondiale di Rod
Reinhart avrà luogo la sera di
sabato 22 gennaio, a Christ
Church Crambrook, a Bloomfield Hills, Michigan, (eni)
Per il metropolita Kirill di
Smolensk e Kaliningrado,
che dirige il dipartimento
delle relazioni esterne della
Chiesa ortodossa russa e che
ha svolto una parte importante nella redazione della
legge, la decisione della Corte è una conferma che la legge è legittima dal punto di vista costituzionale: «Lo stato
non intende privare della loro entità giuridica gruppi religiosi che la possiedono
già», ha detto. L’arcivescovo
Tadeusz Kondrusiewicz, responsabile dei cattolici romani della Russia europea,
ha dichiarato che non ci sono problemi di registrazione
per le parrocchie cattoliche
in quanto la Chiesa è già registrata come «organizzazione religiosa centralizzata».
Ha però «salutato» la decisione della Corte come «un ripristino della giustizia» perché annulla gli effetti retroattivi della legge.
Arri Kugappì, vescovo della
Chiesa evangelica luterana di
Ingria (la Chiesa luterana di
origine finlandese in Russia)
ha sottolineato che questa
decisione è «positiva da un
punto di vista democratico».
Per Lawrence Uzzell, direttore deU’Istituto Keston, di
Oxford, in Inghilterra, e uno
dei detrattori della legge del
1997, la decisione è «un passo nella buona direzione ma
non è sufficiente». I gruppi
che, come i battisti indipendenti, rifiutano di farsi registrare in base ai loro principi
religiosi, non avranno il diritto di pubblicare e di diffondere materiale religioso, (eni)
■Svizzera: no degli evangelici al progetto
di una nuova legge sul lavoro
BERNA — Rifiuto netto della Federazione delle chiese
evangeliche della S-vizzera (Fces) del progetto di decreto federale per una nuova legge sul lavoro. La Federazione delle
chiese rileva in un comunicato che il decreto proposto non
protegge sufficientemente il riposo domenicale riducendo
inoltre le protezioni legali in caso di lavoro notturno o straordinario. «Le ore di -vita non sono una merce - dice il documento - e la domenica va considerata e celebrata come un
giorno particolare che Dio ha donato alTumanità». (nev)
iGermania: prosegue la lotta contro
l'apertura domenicale dei negozi
FRANCOFORTE — Prosegue in Germania con grande intensità il dibattito sulla legge che prevede l’apertura domenicale
dei negozi, un’eventualità fortemente contestata da tutte le
chiese. La chiesa evangelica tedesca (Ekd) si appresta a lanciare
una massiccia campagna in difesa della domenica festiva con lo
slogan «Senza la domenica sono solo giorni di lavoro». (spp)
’ Cile: riconosciute le minoranze religiose
SANTIAGO — Significativo evento a Santiago, dove il presidente della Camera dei deputati, Carlos Montes, ha convocato
oltre 400 pastori e leader di tutte le chiese evangeliche del paese per esporre il contenuto della nuova legge in materia di religione, fortemente voluta dalle minoranze religiose che vengono ora finalmente riconosciute legalmente al pari della Chiesa
cattolica romana. «Questa legge - ha dichiarato il pastore
Francisco Anabalon, presidente del Comitato evangelico, che
si è lungamente battuto per l’approvazione della nuova legislazione - è un segno di quanto sia irnportante l’unità delle nostre chiese per lo sviluppo democratico del paese». (nevlalc)
■Uruguay: la tragedia dei «desaparecidos»
MONTEVIDEO — Tormenta anche l’Uruguay il problema
dei «desaparecidos» durante il regime militare. Come in Argentina, sono molte le famiglie che cercano ancora notizie di
parenti scomparsi durante gli anni bui della dittatura. «Non
possiamo continuare ad avere come risposta il silenzio - ha
dichiarato il pastore Emilio Castro, già segretario del Consiglio ecumenico delle chiese e cittadino uruguaiano -. Il nostro paese non può progredire nella strada della democrazia
senza affrontare chiaramente questa tragedia». (nev/alc)
BBrasile: verso un grande incontro
dei battisti dell'America Latina
NITEROI — «La presenza del Signore nella preghiera personale e collettiva» è il tema scelto per un grande incontro dei
battisti latinoamericani. L’incontro si svolgerà a Niteroi (Brasile) dal 15 al 18 marzo del 2000, con la «sponsorizzazione»
dell’Alleanza mondiale battista e dell’Unione battista latinoamericana e prevede che il tema venga affrontato sia nel suo
aspetto spirituale che in quello teorico-teologico, così come in
tutti i suoi risvolti di ordine musicale. (nev/alc)
■Uzbekistan: registrate due chiese battiste
UZBEKISTAN — Buone notizie dall’Uzbekistan, dove due
chiese battiste hanno finalmente ottenuto la «registrazione»
ufficiale che le toglie dalTincomoda posizione di illegalità nella quale finora operavano. Dopo numerose multe e sempre
sotto la minaccia di una condanna a tre anni di carcere per i
pastori che conducevano i culti e guidavano l’attività delle comunità, i battisti delTUzbekistan possono ora proseguire serenamente nella loro testimonianza. (nev/bwa)
■Svizzera: l'impegno degli evangelici
per i richiedenti asilo politico
BERNA— Riuniti a Berna, Svizzera (1-2 novembre), i 63 delegati delle chiese che aderiscono alla Federazione delle chiese
evangeliche della Svizzera (Fces) hanno lungamente dibattuto
il tema dell’asilo politico alla luce delle attuali leggi confederali
sul rimpatrio e l’espulsione dei richiedenti asilo, decidendo di
intensificare il proprio impegno in particolare nei centri di accoglienza di Basilea, Ginevra, Zurigo e Chiasso. È stata inoltre
accolta nella Fces la Chiesa riformata del Cantone di Zug. (nev)
■Cina: scoperta la più antica
chiesa cristiana in Estremo Oriente
MONGOLIA — Archeologi cinesi avrebbero scoperto i resti
della più antica chiesa cristiana in Estremo Oriente. Secondo
l’agenzia di stampa cinese «Xinhua», questa chiesa sarebbe
stata costruita intorno all’anno 700. È situata in Mongolia, a
circa 190 km a nord della città di Baotou. La superficie della
chiesa è di circa 100 mq e i restanti muri hanno un’altezza di 5
metri. Attorno al luogo dell’edificio sono stati rinvenuti numerosi pezzi di ceramica di colore bianco che ricordano le decorazioni delle antichità romane. La prima scoperta di queste vestigia risale agli anni attorno al 1930, tuttavia l’identificazione
come chiesa cristiana è stata resa possibile solo di recente, dopo la scoperta di una statuetta di leone alta 16 centimetri. Secondo gli archeologi, questa rappresentazione non proviene
dall’arte cinese di quell’epoca ma dall’arte italiana. (spp)
■Sono due miliardi i cristiani nei mondo
Secondo dati pubblicati dall’Agenzia missionaria cattolica
Fides, organo della Congregazione per l’evangelizzazione dei
popoli, 1 cristiani nel mondo sono 2 miliardi (1 miliardo i cattolici). Secondo la stessa statistica, i musulmani sono un miliardo e 88 milioni, 801 milioni gli induisti, 396 milioni i buddisti e 21 milioni e mezzo gli ebrei. (nev/spp)
4
PAG. 4 RIFORMA
venerdì io DICEMBRF
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Torino: una conferenza del pastore Emanuele Fiume
Scipione Lentolo, storico del '500
MARVI REVELLI
VENERDÌ 19 novembre,
nei locali di via Pio V, il
pastore Emanuele Fiume ha
condotto un uditorio non numeroso, ma attento alla scoperta e alla riscoperta di uno
storico che forse alcuni di noi
conoscevano soltanto dalle
citazioni che ricorrono nel secondo volume della Storia dei
valdesi di Augusto ArmandHugon. 11 pastore Fiume ha
percorso il cammino dello
storico Scipione Lentolo, autore della «Elistoria delle grandi e crudeli persecutioni fatte
ai tempi nostri in Provenza,
Calabria, Piemonte contro il
popolo che chiamano Valdese
delle grandi cose operate dal
Signore in loro aiuto e favore,
raccolta fedelmente da Scipione Lentolo, Napoletano, in
tempo ch’egli era ministro
della parola di Dio nelle Valli
d’Angrogna, Lucerna, Bobio,
Peroscia e San Martino {in
Piemonte) 1556-1559» nei tre
momenti fondamentali della
sua esperienza di vita: lo sviluppo e il declino dell’evangelismo italiano, la Riforma nelle valli valdesi, la Riforma in
Valtellina e nei territori di lingua italiana dei Grigioni.
Nato nel 1525 a Napoli da
una famiglia della piccola nobiltà, giovanissimo, Scipione
Lentolo visse l’esperienza del
convento presso i carmelitani, ma conobbe l’Evangelo a
Ravenna. Frequentò i gruppi
evangelici dell’Italia meridionale, fu consegnato al Tribunale dell’Inquisizione, interrogato e condannato all’ergastolo. Fuggito fortunosamente, riparò a Ginevra. Nel 1559
venne assegnato come pastore alla comunità di Angrogna,
Il tempio valdese del Ciabas (1557)
per la zona in cui si predicava
in italiano: visse quindi l’esperienza dei primi decenni
dell’adesione alla Riforma e
gli anni di importanti decisioni politiche (trattato di Cateau-Cambrésis, trattato di
Cavour) e delle loro conseguenze sulle valli valdesi. Di
questo periodo la stesura e la
pubblicazione (1562) della
sua opera storica maggiore,
di particolare interesse per il
fatto che egli fu testimone e
protagonista degli avvenimenti che narrò ed ebbe la
possibilità di utilizzare testimonianze di prima mano.
Lentolo vide la storia come
storia didattica, storia parenetica, cioè di esortazione,
all’interno della quale si individua la protezione da parte
di Dio; storia apocalittica in
cui Dio governa gli avvenimenti secondo un progetto
che non può che essere il mi
gliore: Scipione Lentolo fu
quindi uno storico teologo
oltre che un osservatore aperto e acuto delle vicende
politiche del suo secolo e vivace polemista contro le «papistiche superstizioni». Espulso dalle valli valdesi nel
1563, Lentolo si stabilì in Vaitellina, territorio controllato
dai Grigioni, in cui vigeva un
regime di tolleranza religiosa,
e morì a Chiavenna nel 1599.
Alcuni interessanti interventi di richiesta di chiarimento e di ampliamento a livello specialistico hanno
concluso questa serata, lasciando però un interrogativo di fondo, cioè fino a che
punto sia possibile definire
storica un’opera come quella
di Scipione Lentolo così connotata culturalmente e ideologicamente, che ha per oggetto avvenimenti che gli sono contemporanei.
Un convegno svoltosi alla Provincia di Milano
Le persone omosessuali nella chiesa
ALBERTO ROCCHINI
Le chiese cristiane sono
tornate a parlare di omosessualità, in un convegno
svoltosi a Milano il 23 ottobre scorso, presso il Nuovo
spazio Guicciardini della
Provincia, in via Melloni. Il
titolo «Le persone omosessuali nella chiesa: problemi,
percorsi, prospettive» rivela
già una combinazione semantica non casuale, basta
una preposizione a volte per
cambiare totalmente il senso
di un messaggio. Si tratta di
una scelta di campo: i soggetti in questione, le persone
omosessuali, sono infatti
componenti costitutive di
una realtà: la chiesa.
Non dunque «e» oppure
«con». Ma c’è dell’altro ancora. Le «persone omosessuali»
sono i soggetti concreti e individuali, non sono l’astratta
«omosessualità», e c’è un
luogo definito, quasi tangibile: «la chiesa» non la «fede» o
altro. Chiesa singolare e
maiuscola, quella santa e
spirituale del dottor Luther
ma visibile proprio lì nella
sala affollata di via Melloni,
nelle sue umane raffigurazioni. La cattolica di don Giannino Piana, teologo moralista di Novara e di Domenico
Pezzini, sacerdote a Milano:
la valdese di Gregorio Plescan, pastore a Ivrea, i relatori della mattinata dedicata ai
problemi.
Piana ha presentato alcune
suggestioni provocatorie, come le ha definite, sorte dalla
recente riflessione antropologica e biblica sul concetto di
natura e di identità-distinzione dei generi sessuali. Questi
sarebbero un acquisto culturale piuttosto che un intrinseco dato biologico, cioè prodotto di uno strutturarsi indi
viduale sotto vari stimoli
esterni, attorno a dei nuclei
propriamente «naturali»,
quali configurazioni genetiche, ormonali, somatiche. Per
interderci meglio, i concetti
comuni di maschio-femmina
legati a una rappresentazione
e a dei ruoli standard, contrapposti e complementari,
andrebbero diluiti in una visione fluida della sessualità,
che attraversa i due generi, li
comprende e li supera. Si potrà ad esempio individuare
una distinzione dei ruoli tra
uomini e donne quando queste ultime avranno ottenuto
una parificazione assoluta
delle opportunità sociali rispetto ai primi, cosa ancora
lontana da realizzarsi. Criterio di moralità in ambito sessuale per Piana sarebbe dunque non una astratta naturalezza o meno degli atti, ma la
loro qualità relazionale, essendo la relazione il luogo
cruciale di strutturazione ed
espressione dell’io, fatte le
suddette premesse. Se l’altro
cioè lo consideriamo fine e
non mezzo.
Il pastore valdese Gregorio
Plescan ha reso la valutazione della Chiesa valdese non
tanto sulla questione omosessualità, per la quale vale il
principio del libero esame
della Scrittura, ma sui suoi
membri omosessuali. Anche
pastori-e gay-lesbiche, rispetto ai quali l’esperienza
di chiese sorelle (San Gallo e
Zurigo) può illuminare. Due
principi al riguardo: nessuna
comunità può essere obbligata a tenersi un pastore non
gradito; nessun candidato al
ministero pastorale sarà valutato in base all’orientamento sessuale. Accenno alla benedizione di coppie
gay-lesbiche; gesti liturgici di
accompagnamento dei fede
li in situazioni decisive della
loro vita.
Domenico Pezzini ha raccontato la propria esperienza
col gruppo la Fonte, di Milano, vivo da un decennio, uno
dei primi luoghi in Italia dove
si sono realizzate le esortazioni, su cui per altro si è pruriginosamente glissato, conte’nute in un documento vaticano degli anni Ottanta relativo
alla «Cura pastorale delle persone omossessuali». In calce;
alla Fonte non si cura ma
semmai si accompagna...
Dopo pranzo tavola rotonda con diverse esperienze:
dalla cappellania per la pastorale gay della diocesi di
Innsbruck alla Rete evangelica fede e omosessualità
(Refo), all’associazione Genitori di omosessuali, ai gruppi
aderenti al Coordinamento
gruppi omosessuali cristiani
d’Italia. Voci risentite e ferite,
altre appassionate e piene di
speranza.
A concludere Gianni Gerani, presidente del Guado, primo parto (si fa per dire...) e
fratello maggiore della Fonte,
di Domenico Pezzini, smarrita la conclusione preparata,
ha letto la lettera della Congregazione delle religiose
statunitensi al Vaticano, in
seguito alla vicenda di padre
Robert Nugent e suor Jannine Gramick. A loro, che da
un ventennio operavano per
promuovere «giustizia e riconciliazione» con gay e lesbiche è stata «permanentemente vietata ogni attività
pastorale in favore di persone omosessuali ed essi non
sono eleggibili per un periodo indeterminato, ad alcun
ufficio nei loro rispettivi ordini religiosi». «Guai a voi,
uomini della curia vaticana!
- ha letto Geraci ripetutamente -. Guai a voi!».
Incontro italo-israeliano a Siracusa il 22 novembre
Il giudizio di Dio di fronte alla trasgressione
TERESA NAPOLITANO
------- T
..T E immagini di Dio nel
«1j1’
’approccio alla devianza miriorile» è stato il tema che il pastore Salvatore
Rapisarda ha svolto nel corso
del convegno internazionale
italo-israeliano sulle devianze minorili, tenuto a Siracusa
il 22 novembre. Organizzato
dall’Istituto meridionale di
studi universitari e dall’Istituto di Gestalt e dall'Osservatorio regionale per l’infanzia e
l’adolescenza a rischio, e patrocinato dalla presidenza
della Repubblica, dalla Provincia di Siracusa, dal ministero per gli Affari sociali, con
la collaborazione della Jewish
Legai Heritage Society, il convegno ha riscosso una vastissima partecipazione di pubblico e di operatori impegnati
nel campo della giustizia,
della psichiatria, dell’istruzione, dell’assistenza sociale.
I relatori, in parte israeliani
e in parte italiani (tra questi
ultimi Margherita Spagnuolo
Lobb, Gian Luigi Lepri e Giovanni Salonia) hanno fornito
una panoramica degli approcci giuridici, educativi e
psicologici che vengono messi in atto per affrontare la devianza minorile. Nel suo intervento il pastore Rapisarda
ha evidenziato come la morale della nostra società
affondi le sue radici nella cultura ebraico-cristiana e particolarmente nell’immagine di
Dio, codificata nei secoli, e
nel concetto di peccato. Partendo dal racconto genesiaco
della caduta, è stato sottolineato come la ribellione
all’ordine dato evidenzia anche il desiderio di conoscenza, di sperimentazione. Il
giudizio sulla trasgressione
non può, dunque, essere univoco, ma deve tenere conto
di diverse sfaccettature. Così
pure l’immagine di Dio, specialmente grazie al contributo della teologia femminista,
si arricchisce di nuove connotazioni. Non più il Dio padre, severo, distante, ma anche il Dio che si veste delle
connotazioni di madre, quindi tenero, vicino, pronto a
pentirsi e a perdonare. Gli
episodi di Adamo e Èva, nonché di Caino, evidenziano si
la punizione di Dio, e non già
la distruzione dei trasgressori, ma anche la cura che Dio
ha nei confronti degli umani;
egli li veste e appone su di loro un segno di protezione.
Questi gesti concreti evidenziano l’amore di Dio; ne consegue, ha proseguito Rapisarda, che il nostro approccio
alla devianza deve mostrare
rispetto e amore per le persone, specialmente quelle deboli e indifese. Sarebbe da
codardi mostrarsi forti con i
deboli (immigrati, tossicodipendenti) e deboli con i forti
di casa nostra. Avviandosi al
la conclusione, Rapisarda ha
affermato che è necessario
avviare un ripensamento dei
nostri modelli di autorità e di
giustizia, che, forse, sono alla
base di molti episodi di devianza.
Nel dibattito che ne è seguito, Giovanni Salonia si è
allacciato al concetto di colpa
e lo ha legato alla sua traduzione tedesca (Schuld), che
vuol dire anche «debito»,
Dunque il colpevole deve essere visto anche come un debitore, che deve essere messo
nella condizione di risarcirei
male arrecato, non già come
una persona da cui non c'è
da attendersi nulla di buono,
Il rabbino Ytzhak Levi, ministro israeliano dell’Educazione e della Cultura, al concetto di colpa e di Sc/m/d-debito
ha voluto aggiungere il concetto di Teshuvah, ravvedimento. Il ravvedimento del
soggetto deviato, ha detto!
rabbino, è lo strumento efficace per eccellenza, è capace
di restituire il colpevole a una
condizione molto più alta di
chi pensa di non avere colpe
di cui ravvedersi.
L'incontro con l'altro in un libro di Domenico Pezzini
Uno spazio non abitato alle porte di Sion
LIDIA MAGGI
Ly INCONTRO con l’altro,
I quando davvero diventa incontro, ha qualche elemento divino, l’altro con la
sua alterità improvvisamente
smette di essere un tema, un
problema e lo si scopre persona, amico, fratello, sorella,
l’altro che vive la fede con la
mia stessa passione, l’altro
che ama la mia chiesa come
io la amo... l’altro che si racconta, non imprigionato dalle mie domande, dal mio modo di capire, dall^mie definizioni e dalla mia comprensione troppo parziale.
Sono voci di uomini e donne omosessuali e credenti
chte Domenico Pezzini ha
raccolto nel suo libro «Alle
porte di Sion» (ed. Monti di
Saranno), titolo che rimanda
al Salmo 122 ed evoca l’immagine di un confine, una vicinanza alla meta, uno spazio
ancora non abitato. La porta
è un luogo di passaggio, da
dove si può entrare e uscire,
la porta può dischiudere un
mondo per molti tra noi ancora negato o parodizzato o
tagliarlo fuori.
Sono voci che ci narrano
disagio, gioia, paure di chi vive la fede senza negare la
propria affettività, voci raccolte in anni di lavoro pastorale. Voci spesso sussurrate
per paura del giudizio, normalmente troppo precipitoso, di chi «presume di sapere
senza aver visto con i propri
occhi». La chiesa qui raccontata non è sempre «comunità», luogo dove si accoglie e
si ama. Qualche volta è «il Divisore» che separa dall’amore
di Dio. Ben lontana dalla terra promessa, la chiesa appare
in questo schizzo più come la
terra dell’esilio, del disagio,
deH’eitìarginazione e della
conseguente solitudine.
Nonostante ciò, alcuni credenti non rinunciano a voler
tenere assieme fede e omosessualità. Nascono allora
gruppi di riflessione, spazi
protetti dove questi fratelli e
sorelle possono confrontarsi,
aprirsi, senza la paura del
giudizio; La «Fonte», il «Guado»... luoghi di confine che
preparano il dibattito, stimolano le domande, luoghi fatti
da persone che sperimentano sulla propria pelle il «problema». Alcune volte questi
gruppi corrono il rischio di rimanere paralleli all’istituzione, vivono nell’ombra, invisibili, tollerati oppure, peggio
ancora negati. Più spesso
però, rafforzati al loro interno, questi credenti escono allo scoperto: riscoprono la
«parresia-franchezza» evangelica e pungolano le chiese a
riflettere, a smettere di praticare le stesse dinamiche di
emarginazione presenti nella
società «civile».
In epoca di «scisma sommerso», di quel dissenso vissuto ma taciuto nei confronti
dell’insegnamento morale
delle chiese (in particolare di
quella cattolica che, avendo
costruito la sua specificità
morale sull’etica sessuale risulta meno disponibile all’ascolto), va apprezzato il coraggio di chi trova la forza di
prendere posizioni diverse da
quelle ufficiali, di porre domande scomode. Se poi a farlo è un prete, un uomo dell’istituzione, un fine intellettuale, non si può proprio non
riconoscerne il merito. Domenico Pezzini, non soltanto
autore del libro, ma voce scomoda. Voce che si alza, ogniqualvolta la Chiesa cattolica
(e non solo) è sorda al grido
dei suol figli e figlie omosessuali e reprime quanti si fan
no loro compagni di strada
méttendo a disposizione
strumenti teologici e attività i
pastorale (vedi il recente caso
di padre Robert Nugent e dii
suor Jannine Gramick). Una,
chiesa sorda, incapace dii
ascolto, troppo preoccupata i
di tracciare coordinate etiche ;
precise, questa è la dura dia- (
gnosi della situazione, ma
l’Evangelo ci impone anche»
sogno. Le voci che compon' I
gono il libro sembrano indi-1
care la via dello Spirito. Invi;
tano all’ascolto, al «travoi
non sia così». . i
Il contesto del libro è chiaramente cattolico. È vetoj
però che le linee di confini |
su questo fronte sono moli® j
più fragili, le differenze con- ^
fessionali meno sentite. Fot-.
se perché alcune diffiooli*
che emergono dai racconti
sono trasversali, potrebbet» |
essere storie vissute neh j
nostre chiese. Diventa dun ^
que necessario convertiP| ^
all’ascolto, senza la fretta
voler valutare, ascoltare
HI
voce del prossimo che m |
racconta un diverso rnodo ^ |
essere e sentire mi aitii®,.^.i |
«incarnare» l’omosessua
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in un volto, in un nome e
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di chi si ostina a sentirsi pan
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Vita
Chiese
PAG. 5 RIFORMA
Una comunione intensa che si esprime con scambi di visite e di risorse
Le chiese valdesi e metodiste e la Cevaa
ysPer vivere la «Comunità di chiese in missione» (è il nuovo nome della Cevaa)
, ha bisogno del sostegno spirituale e finanziario di tutte le chiese membro
Giornata mondiale di preghiera
Le donne battiste e la
dimensione della solidarietà
«Alleo TA6LIERO
L»ATT0 19 Sinocio 1999
, ha sancito ancora una
volta l’importanza dell’ap
oaitenenza delle chiese valS e metodiste alla Cevaa.
Non è la Chiesa evangelica
^dese, Unione delle chiese
valdesi e metodiste in Italia,
che fa parte della Cevaa, ma
le comunità locali, addirittura 1 membri di chiesa: in altre
parole l’appartenenza alla
Cevaa non è un atto simile
all’adesione ad altri organismi ecumenici che spesso sono lontani dalla realtà del popolo della chiesa e sembrano
piuttosto essere affare di pochi eletti, appassionati di
problemi interecclesiastici.
La Cevaa sei tu, fratello e sorella di Angrogna e di Padora, di Perugia e di Catania.
Questa appartenenza si
esprime in diversi modi. Innanzitutto con lo scambio di
grappi (lo scambio dei giovani con il Madagascar, per
esempio), con la visita di
persone di chiese diverse
(addirittura, se proprio si volesse, si potrebbe dire che
anche gli scambi con le chiese valdesi del Rio de la Piata
sono una espressione della
Cevaa), con l’invio di fratelli
e sorelle a incontri internazionali (dal Consiglio, organo
ufficiale, alle sessioni di animazione teologica), con la
partecipazione a progetti
diaconali pesanti e leggeri (si
veda l’elenco dei progetti di
chiese membro che hanno ricevuto il finanziamento
dell’otto per mille), con il servizio di un pastore metodista
della Costa d’Avorio presso la
comunità francofona di Roma. Da ognuno di questi
scambi e di questi interventi
le nostre chiese escono arricchite, nella misura in cui le
persone coinvolte o i fratelli e
le sorelle che si impegnano
nell’accompagnamento dei
progetti riescono a far circolare le informazioni nelle comunità. È proprio in questa
prospettiva che le chiese del I
distretto si apprestano a mettere a punto un progetto di
meontro con una équipe Cevaa nell’anno 2001.
La Cevaa vuole essere un
modo di essere chiesa insiein Italia come nei paesi
meni operano altre chiese
evangeliche, Ma Cevaa è una
tealtà che non è statica e legata a schemi di appartenenza. Tant’è vero che l’obiettivo
della comunità, che è incone ''?*^'ll'^sione, è riconoscibile In tutte quelle iniziative, grandi e piccole, che han'tei come attori membri di
eniese straniere, che si trovain Italia per i motivi più
Ecco perché essere
"lesa insieme è un programma ad ampio respiro
in ^ soffio vitale
, "Ppzitutto nelle comunità
cali e non tanto negli uffici
elle amministrazioni eccleastiche. il Comitato italiano
impegnerà, come è richie
offerta in favore
Cei/aa, Comunità di
"««e in missione (collette
fi i! chiese, gruppi,
^oli membri di chièsa o
e simpatizzanti) va
-, tato alla Tavola valde^"}izzando i conti corti postali e bancari
Jtnali, specificando la
«Per Cevaa». Il CoìM ^^tiliano per la Ce^^tumento condella Tavola valhn in/nw/ lo nomi> è non gestisce un proconto economico.
Il culto nel corso della recente sessione del Consiglio della Cevaa
sto dall’atto sinodale citato, a
far sì che il dialogo con le
chiese, già intensificatosi in
questi ultimi anni, almeno a
partire dallo svolgimento della Assemblea della Cevaa a
Torre Pellice nel 1996, diventi
ancora più evidente ed entri,
se mai sarà possibile, nella
quotidianità ecclesiastica.
È perlomeno un fatto misterioso che proprio in questi
ultifni anni di maggiore visibilità della missione della Ce
vaa, le collette e i doni siano
in costante diminuzione.
L’atto sinodale parla esplicitamente dell’impegno finanziario che ogni chiesa deve
assumersi per far sì che la
Comunità possa svolgere il
suo compito e diventi sempre più strumento di conoscenza, di scambio e di formazione per tutte le chiese.
Le chiese valdesi e metodiste
italiane non hanno molte occasioni di sentirsi partecipi
dei problemi dei fratelli e delle sorelle del Sud del mondo,
spesso confrontato con la
miseria e la disgregazione sociale: proprio con la Cevaa
questo si può realizzare, ma
come ogni opera, missionaria
o no, anche questa ha bisogno di essere finanziata.
Il Comitato confida che entro fine anno ogni chiesa sappia raccogliere una congrua
somma costituita dalla colletta della domenica della
Cevaa (che può essere benissimo ancora celebrata a dicembre, se ciò non è stato
fatto a maggio, come da calendario) e da altri doni che
le persone più sensibili ai
problemi dei rapporti con le
chiese evangeliche del Sud
del mondo sapranno sicuramente far pervenire. Il Sinodo, approvando i preventivi
finanziari, approva anche,
forse senza esserne del tutto
cosciente, un impegno che si
situa intorno ai 35-40 milioni
ogni anno in favore della Cevaa. È veramente poco, tenuto conto della nostra situazione economica di paese indubbiamente più ricco di
quelli africani. In questa prospettiva non ci fa molto onore il fatto che la Chiesa presbiteriana del Mozambico
contribuisca alla vita della
Cevaa con un intervento che
corrisponde alla metà di
quello delle chiese valdesi e
metodiste italiane.
MARIA SECCI ARCIDIACONO
Anche quest’anno è arrivata l’opportunità di pregare insieme alle nostre sorelle battiste di tutto il mondo.
In occasione della Giornata
mondiale di preghiera, le sorelle delle comunità di Barletta e Gioia del Colle si sono ritrovate insieme domenica 7
novembre alla comunità di
Barletta. Ci siamo ritrovati tra
sorelle e fratelli in 50 circa,
per condividere questo momento particolare, rendendoci conto che forse nello stesso
momento molte altre donne
pregavano in tutto il mondo,
in più di 191 paesi, in grandi
chiese o nei luoghi più remoti, villaggi isolati ma tutte con
la stessa gioia di incontrarsi
per pregare insieme le une
per le altre.
Abbiamo pregato per le sofferenze delle donne e dei
bambini in Sierra Leone, in
Angola e in Sudan, per coloro
che soffrono disastri, carestie,
alluvioni in Asia, per il lavoro
evangelistico in Europa, per
gli anziani, le donne e la Missione battista nell’America
Latina, per le donne aborigene, le australiane e le donne
delle isole Figi nel Pacifico
Sud-occidentale. La meditazione si è basata su quattro
promesse che troviamo nel
Vangelo di Matteo, dove Gesù
promette ai suoi discepoli risorse e benedizioni. Promesse condizionanti, che iniziano
con un invito, una chiamata,
un comandamento in cui Cri
La Domenica della Riforma nella Chiesa metodista di Carrara
Il «dono della Bibbia» ai più piccoli della comunità
MARCO CISOIA
Nella chiesa metodista
di Carrara la Domenica
della Riforma è stata caratterizzata da due momenti particolari e dalla presenza di un
ospite. È stato infatti fra noi il
pastore Emanuele Fiume della Chiesa valdese di Prali, che
al mattino ha presieduto il
culto e alla sera ha tenuto
una conferenza sulla storia e
gli effetti della Riforma protestante del ’500 in Italia. Nella
sua conferenza, che è stata
molto apprezzata e ha visto
la partecipazione di una cinquantina di persone, il pastore Fiume ha sottolineato la
dipendenza della Riforma in
Italia dalla Riforma europea e
in particolare l’influenza
dell’evangelismo francese oltre che deH’umanesimo in
genere. I primi effetti della
Riforma furono l’inculturazione biblica da un lato e
dall’altro lo sviluppo di una
spiritualità evangelica, a cui
contribuirono testi come il
Manuale del soldato cristiano
di Erasmo da Rotterdam e II
beneficio di Cristo.
Il primo momento della
Riforma in Italia fu il tentativo della Riforma dall’interno,
portata avanti da personaggi
come il cardinale Fole, alcuni
vescovi tra cui il Ghiberti di
Verona, o Pietro Martire Vermigli, abate di San Frediano a
Lucca. Abbiamo scoperto che
proprio a Lucca un monaco
agostiniano che seguiva le
idee di Vermigli era noto come Agostino da Carrara, e
che quindi proveniva dalla
nostra zona. Il secondo momento fu la costituzione di
chiese riformate, che avvenne soprattutto nelle valli vaidesi e in Valtellina e Valchiavenna. 11 terzo e ultimo momento fu il congelamento
della situazione grazie alla
azione della inquisizione romana: Valtellina e Valchia
venna tornarono ai Grigioni e
vi fu proibito il culto riformato, mentre le valli valdesi resisterono fino all’esilio del
1686; molti teologi, come il
citato Vermigli (di cui quest’anno ricorre il cinqueccntesimo anniversario della nascita) andarono in esilio
all’estero dove diedero il loro
contributo alla teologia protestante della seconda metà
del Cinquecento.
Il culto mattutino è stato
caratterizzato, oltre che dalla
predicazione del pastore Fiume, dal «dono della Bibbia»
che la comunità ha voluto fare alle bambine e ai bambini
della scuola domenicale e alle
ragazze e ai ragazzi del cate
chismo. Cinque di loro hanno
iniziato quest’anno il corso di
catechismo e dieci bambini/e
partecipano alla scuola domenicale; con tutti loro si lavora ovviamente sulla Bibbia,
ma fra i più grandi alcuni
possedevano solo la Tilc e i
più piccoli non avevano una
Bibbia personale. Così il Consiglio di chiesa ha deciso di
regalare una copia della Tilc a
tutti i bambini e le bambine
della scuola domenicale e
una copia della Nuova Riveduta ai catecumeni. Ci è sembrato giusto regalare la Bibbia
non (o almeno non solo) alla
fine del percorso catechetico,
cioè al momento della confermazione, ma aH’inizio o
nel corso di questo cammino,
affinché i ragazzi possano
avere una Bibbia da portare a
casa e mettere nella loro libreria, da sfogliare, e chiaramente da leggere con i loro
genitori. Questa Bibbia li accompagnerà nel loro cammino, nella speranza che la Parola di cui essa è testimone li
guidi nella loro vita.
I due momenti della Domenica della Riforma, il culto con il dono della Bibbia e
la conferenza sulla Riforma
in Italia, dunque un momento liturgico e uno culturale,
ci hanno entrambi aiutati a
rimettere la parola di Dio al
centro della nostra vita comunitaria.
sto è il centro, ci invita a andare con lui per diventare pescatori, per trovare riposo,
per essere fondamenta della
sua chiesa, messaggeri, per
ammaestrare e battezzare
tutti i popoli nella consapevolezza che egli è sempre presente, e ci indica la via da seguire verso il mondo dove il
suo mandato aspetta di essere proseguito.
Qui avviene la bella scoperta: colui che ci ha comandato
di andare si trova infatti al
nostro fianco per rendere gli
altri quel che siamo noi, non
dobbiamo limitarci ad ascoltare la sua parola, ma diventarne portatori affinché tutti
possano andare da lui. Perché
non c’è dolore umano che
non sia stato accolto da Gesù
e non abbia attinto dalle sue
labbra una parola di sollievo.
Anche per noi dunque, oggi,
qualunque sia il problema
che ci affligge, vi è qualcosa
di più profondo della nostra
angoscia, ed è il tesoro della
grazia e della pietà di Cristo.
Dobbiamo ricordare tuttavia
che Cristo la sua consolazione la promette a quelli che
piangono sui loro peccati,
sulla loro incredulità, sulla
propria debolezza morale.
Con questo carico ci rivolgiamo a Gesù per estinguere la
nostra sete e trovare riposo.
Lo scopo della Giornata
non è solo la preghiera, ma
anche quello di raccogliere
fondi per dei progetti che
vengono messi in cantiere: in
questa occasione l’offerta è
stata molto generosa. Il culto
è stato allietato con bellissimi
inni di lode, di ringraziamento, risposta e testimonianza, a
cura del gruppo musicale di
Barletta con il contributo del
pastore David Mac Parlane e
della moglie Anna. La serata
si è conclusa con un rinfresco
offerto dalla comunità: ci siamo lasciate con l’auspicio di
celebrare spesso momenti come questo, unite sempre con
lo Spirito di Dio nostro padre
e con l’amore di Gesù Cristo.
Gianmario S.
54 anni
imprenditore
Per godei*si i privilegi della terza età
‘‘Ma madre si è ripresa
la sua libertà”
Quando mia madre mi ha detto che si
annoiava a vivere in casa sola tutto il giorno, io le ho suggerito
una soluzione residenziale.^
Lei cercava un posto dove stare con persone
della sua ètà, io le ho trovato una bella villa confortevole con
un parco facilmente raggiungibile dalla città.^
Lei voleva mantenere la sua indipendenza
e le sue abitudini e io ho provveduto ad assicurarle insieme,^
anche un servizio qualificato e un'assistenza continua.
Insieme abbiamo scelto La Residenza e siamo
felici di stare così bene insieme ogni volta che ci vediamo. Ijl
laj^esìd^za
Via P. Lazzari, 25
21046 Malnate (Va)
Fax 0332 86 10 72
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cortesia
Tel. 0332
42 61 01
6
RIFORMA
A pochi giorni dall'apertura dell'Anno Santo-Giubileo della Chiesa cattolica
Perdono, pentimento, conversione
Contestata dai protestanti, ignorata dagli ortodossi, la prassi e la dottrina delle k
con un linguaggio nuovo. Per i protestanti bisogna percorrere un cammino "
Tra pochi giorni la Chiesa cattolica romana aprirà solennemente la celebrazione del suo Anno Santo-Giubileo in cui V«acquisto» delle indulgenze avrà un ruolo significativo. Contestato
da Wyclif Hus e poi, soprattutto, da Lutero e da tutta la Riforma protestante, ignorato dalle Chiese ortodosse orientali (le indulgenze si sviluppano in Occidente dal secolo XI) questo particolare sviluppo dottrinale continua a essere proposto anche oggi, pur con un linguaggio diverso. Per esempio, oggi il cattolicesimo romano spiega con maggiore chiarezza che l’indulgenza è
legata alla penitenza e non al perdono, perché il perdono è dono di Dio trasmesso (per i cattolici) con il sacramento della
confessione. Il credente perdonato deve comunque fare penitenza per riparare in qualche modo alle distorsioni provocate dal
peccato nel suo essere e in quello degli altri. L’indulgenza ini
viene a questo punto, non come sostituzione delia penite^
che, anzi, la suppone ed esige, ma come «un aiuto in più,,^
Lutero, le indulgenze, il perdono e la grazia di Dio
la chiesa (cattolica romana) dà ai peccatori perdonati
que, l’indulgenza è parte del cammino spirituale che
nel credente la scelta della conversione. Gli evangelici contesi
no la prassi e la dottrina delle indulgenze ritenendo che, anà
nella loro forma attuale, producano una grave distorsióne ai
rituale di tipo «mercantile», confermata dalla natura ' ^
mente dettagliata delle istruzioni del recente «Manu
indulgenze». Per gli evangelici è necessario percorrere un can
mino spirituale diverso per rafforzare nel credente la fi '
grazia di Dio e una condotta di vita conseguente, (e.b.)
PAOLO RICCA
Lutero sì era accorto,
confessando la gente, delle conseguenze nefaste della
predicazione delle indulgenze. Aveva constatato che le
accurate e sottili distinzioni
dei teologi non valevano nulla
nella concreta pratica quotidiana. La gente aveva fiducia
nelle indulgenze più che nella
parole bibliche dei perdono.
La gente si sentiva sicura
quando possedeva un’indulgenza, ed è proprio questa sicurezza che Lutero denuncia
come falsa sicurezza. Egli
muove quattro obiezioni di
fondo alle indulgenze.
Prima di tutto, le indulgenze ingannano e illudono i cristiani offrendo loro un cristianesimo facilitato. Già anni
prima, nel 1515, Lutero deplorava il fatto che «facilitiamo molto la via al cielo, per
mezzo delle indulgenze, per
mezzo di facili dottrine». Ma
la via facilitata, aperta dalle
indulgenze, è la via larga che
conduce alla perdizione. Le
indulgenze, che compi pensando che ti portino in cielo,
ti portano dritto dritto alla
dannazione. Un cristianesimo facilitato non è quello di
Paolo, né quello di Gesù.
In secondo luogo, la compravendita delle indulgenze
distrugge nella gente il timor
di Dio. Già nel 1514, commentando il versetto 17 del
Salmo 66, Lutero scriveva: «Le
sottigliezze dei tomisti, scotisti e di altri teologi mi sono
venute così in odio perché essere trattano senza timore il
santo Nome di Dio, secondo il
quale siamo segnati e alla presenza del quale cielo, mondo
e inferno tremano...». Ecco il
paradosso, ecco la crisi che ha
nel commercio delle indulgenze la sua cartina di tornasole: la religione va a gonfie
vele ma Tonor di Dio è messo
sotto i piedi. C’è molto culto
di Dio e poco timor di Dio. La
Chiesa non è più la casa ma
10 spaccio di Dio, un Dio venduto a poco prezzo, offerto in
liquidazione, che nessuno
prende più veramente sul serio, né quelli che «vendono»
né quelli che «comprano».
L’indulgenza, che doveva promuovere le buone opere, diventa essa stessa l’opera che
occupa un posto tale da mettere in ombra la fede stessa.
Invece di essere espressione
della fede, ne diventano un
surrogato. E dove svanisce la
fede, svanisce il timor di Dio.
In terzo luogo, le indulgenze deformano la comprensione e l’annunzio dell’Evangelo.
L’Evangelo, secondo Lutero, è
la giustificazione dell’empio,
11 perdono gratuito e incondizionato dei peccatori. L’indulgenza reintroduce nel
processo del perdono l’idea
di una condizione posta al
suo conseguimento: c’è una
pena temporale da espiare, tu
la devi espiare, il perdono di
Dio sarà pienamente operante solo se ci sarà questa espiazione che l’indulgenza può
aiutarti a compiere. Ma Dio,
quando perdona, cancella
tutto: colpa e pena. Cancellando anche la pena, l’indulgenza non ha più ragion d’essere, è diventata superflua. Il
perdono di Dio si ottiene unicamente e totalmente mediante la fede. «Figlia, la tua
fede ti ha salvata. Va’ in pace», dice Gesù alla donna dal
flusso di sangue (Me. 5, 34).
Nell’atto di fede si compie
ogni cosa: liberazione dalla
colpa e dalla pena. Non hai
più debiti, perché tutto è stato
pagato, tutto è stato rimesso: i
10.000 talenti che, secondo la
parabola di Gesù, il servitore
doveva al re. «Impietositosi
del servo, il padrone lo lasciò
andare e gli condonò il debito» (Mt. 18, 27). Dio, insom
ma, non pone condizioni, il
suo perdono è gratuito e incondizionato. La Chiesa pone
delle condizioni: «Sei perdonato - dice - a patto che, a
condizione che tu faccia questo o quest’altro». La Chiesa non riflette quindi la realtà
di Dio, non è specchio ma
schermo. E le indulgenze sono uno dei modi con i quali
questa immagine deformata
di Dio giunge al popolo.
In quarto luogo, infine, le
indulgenze alterano la comprensione che la Chiesa ha di
se stessa. Essa si presenta come una ricca possidente che
ha in mano quello che viene
chiamato il «tesoro della
Chiesa», costituito dai meriti
di Cristo e dei santi. Lutero
obietta: a) i meriti di Cristo
non aspettano certo l’amministrazione delle indulgenze
per dispiegarsi a favore dei
peccatori pentiti; essi sono
operanti nell’annuncio di Cristo, predicare Cristo significa
predicare i suoi meriti, credere in Cristo significa credere
nei suoi meriti, ottenuti davanti a Dio per noi che non ne
abbiamo; b) i meriti dei santi,
se ci sono, non possono essere supererogatori, cioè in eccesso rispetto a quelli di cui
ciascuno ha bisogno. Nessun
santo è tanto santo che non
abbia anche lui bisogno che
Cristo venga a coprire la sua
nudità con il manto della sua
giustizia. Nessun santo è tanto santo da non dover essere
anche lui salvato per grazia,
per pura grazia; c) «il tesoro
della Chiesa», quindi, è costituito soltanto dai meriti di
Cristo, ma i meriti di Cristo
sono spesi (per così dire) o investiti ogni qualvolta lo si annuncia, ogni qualvolta si pronuncia il suo nome. Pertanto
il vero tesoro della Chiesa, come dice Lutero nella Tesi 62,
«è il sacrosanto Evangelo della gloria e della grazia di Dio».
Quale pentimento
per quale perdono
Come contributo a proposito di perdono e pentimento
è illuminante una parte di
una lettera scritta l’8 aprile
1516 da Lutero al suo confratello Georg Spenlein, monaco
agostiniano come lui.
«Desideravo ardentemente
sapere, inoltre, a che punto è
l’anima tua e se essa, disgustata infine della propria giustizia, sta imparando a respirare nella giustizia di Cristo e
a confidarsi in questa. Difatti
nella nostra epoca la tentazione della presunzione arde
nel cuore di molte persone, e
in particolare di quelli che
cercano con tutte le loro forze di diventare buoni e giusti.
Ignorando la giustizia di Dio
che ci è data abbondantemente e gratuitamente in
Cristo, cercando di compiere
da sé le buone opere, fino a
che sono certi di comparire
davanti a Dio adorni delle loro virtù e dei loro meriti; ma
questo è impossibile. Anche
tu hai condiviso questa opinione, o meglio^ questo errore, quand’eri con noi; anch’io
Tho condivisa; ora combatto
questo errore, ma non l’ho
ancora vinto. Mio caro fratello, impara dunque a conoscere Cristo, e Cristo crocifisso; impara a cantare le sue
lodi, a disperare di te stesso e
a dire: “Tu, Signore Gesù, sei
la mia giustizia, ma io sono il
tuo peccato; tu hai preso su
di te ciò che era mio, e mi hai
dato ciò che io non ero”. Bada, mio caro fratello, che non
ti accada un giorno di aspirare alla purezza tanto da non
essere più disposto a vedere
in te il peccatore, per quanto
tu lo sia. Difatti, Cristo abita
soltanto presso i peccatori...
Troverai pace solo in lui dopo
aver disperato di te stesso e
delle tue opere».
Pentirsi dei propri peccati davanti a Dio, secondo l’esempio di Da»
de e di Manasse, è la risposta alla pratica delle indulgenze
(incisione di H. Holbein|
«Cristo abita solo presso i
peccatori». Questa è la verità
centrale della comprensione
evangelica del cristianesimo,
che possiamo affiancare alla
frase che Lutero scrisse a Melantone: «Dio non salva peccatori immaginari». Se non
sai che cosa vuol dire «peccato», non saprai mai che cosa
significa «perdono». Alla luce
della frase «Cristo abita solo
presso i peccatori», succederà
forse che non sappiamo più
se prima viene il pentimento
e poi il perdono, o se invece
prima viene il perdono e poi
il pentimento. 0 se perdono e
pentimento vengono insieme, sono come la due facce
di uria stessa e unica medaglia. È vero che, logicamente,
il pentimento precede il perdono, ma è anche vero che,
dopo il perdono, è come se avvenisse un secondo pentimento, più profondo, più radicale,
più consapevole. Ci pentiamo
prima e ci pentiamo dopo,
più a fondo. Non è la misura
del pentimento che determina la misura del perdono ma,
al contrario, è la misura del
perdono che determina la misura del pentimento. Ed ecco
allora la verità ultima del'
nostra vita: siamo più perdej
nati che pentiti, il perdono ì}
più grande del pentimento,
Nessun pentimento è grandi
come il perdono.
Il perdono dei peccati èi
più grande mistero che risia
in cielo e sulla terra. E anche
il più grande miracolo. Nessuno può capire veramente!
fino in fondo che cosa significhi questa parola, perdom
e questo verbo, perdonare}
sicuramente il più grande atto di libertà che sia possibii
e non c’è nessuna realtà coi
generatrice di libertà cornei
perdono, così come accettare il perdono, ricevere il p®
dono, è una specie di nuovi
nascita della persona. Nuli
nel mondo, nulla nella vitati
porta così vicino a Dio co®
il perdono. Anzi, l’esistena
del perdono è, a mio giudi'
zio, l’unica vera prova deiresistenza di Dio.
Questo testo è tratto da
studio di Paolo Ricca intitov
«Le indulgenze e la crisi dei’
cristianità medioevale» conte»
to in AA.W., Quale pentimeij
per quale perdono?, Pazzinie^'
tore, Verucchio (Rn), 1999.
Spedizione
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Papa Leone X vende indulgenze in una stampa di L. Cranacbt
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di mancato recapito si prega restituire
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Fondato nel 1848
PINEROLO: INCONTRO DI PREPARAZIONE ALLA GIORNATA MONDIALE DI PREGHIERA — In
preparazione alla Giornata mondiale di preghiera, che si tema
nel marzo 2000, il 5 dicembre nel tempio di Pinerolo si è
svolto un pomeriggio ecumenico di preghiera e di riflessione.
Dalle Valli e dal Pinerolese sono confluite diverse donne della Chiesa valdese, dell’Esercito della Salvezza, della Chiesa
avventista e delle varie realtà della Chiesa cattolica (Focolarini. Cooperatori salesiani, suore Giuseppine, comunità San
Lazzaro, San Donato, Madonna di Fatima e altre). Una rappresentanza del Comitato organizzatore ha sottolineato come
.sia importante che le donne continuino a incontrarsi e a confrontarsi, pregando insieme e sentendosi così in comunione
con chi soffre e spera in un mondo più giusto e più unito.
venerdì io dicembre 1999
ANNO 135 - N. 48
LIRE 2.000-EURO 1,03
Sull’ultimo numero della
«Val Pèlis», bimestrale
diffuso dal «Grup d’assioun
piemountèisa Val Pèlis», si
lamenta che siano «ignorate
da troppi amministratori e burocrati locali le opportunità di
sviluppo a motivo di una
mentalità chiusa e condizionata da pregiudizi politici e
religiosi»; colpa dei politici
ma anche della popolazione
che «continua a dare fiducia
alle forze cosiddette progressiste» perchè «narcotizzata da
una propaganda politico-religiosa capillare».
A meno di pensare a nuove
forme religiose in valle, le religioni che oggi possono essere propagandate tanto da avere
effetti così disastrosi sull’economia valligiana sono la cat
LE CHIESE FRENANO LO SVILUPPO?
PREGIUDIZI
GIORGIO TOURN
tolica e la valdese; ma in che
cosa creano pregiudizi dannosi al turismo? Difficile capire
il pensiero dell’articolista non
essendo neppure chiaro quale
sia la soluzione che si propone; perché mai le chiese dovrebbero essere un freno allo
sviluppo? Perché difendono
posizioni di potere, i loro interessi, lo status quo? A meno
che il guaio stia non nella religione ma nei politici che l’uti
lizzano per bloccare lo sviluppo creando remore nell’opinione pubblica; non si vede
perchè i politici della valle dovrebbero utilizzare la religione (quale?) per puntellare i loro programmi antituristici.
Quale sia il ruolo della cultura religiosa nella immagine
della valle è forse da studiare,
e da utilizzare in caso, ma coltivare pregiudizi e diffondere
sospetti non giova a nessuno,
non contribuisce a dare l’idea
di una valle che merita di essere visitata. Questo ben lo
sanno le decine di migliaia di
persone che dall’estero come
dall’Italia scelgono le valli
valdesi e la vai Pellice in particolare come meta di una di
vacanza. Lo sanno le innumerevoli scuole che, aH’interno
dei pacchetti proposti da vari
agriturismi locali, scelgono la
vai Pellice per gite scolastiche
alla ricerca di un ambiente tipico e di una storia particolare. E del resto questo ben lo
evidenziano le crescenti presenze nelle strutture ricettive
del territorio, foresterie e alberghi che siano. Quale immagine vogliamo dare allora
di questa benedetta Val Pèlis ?
Questo è il problema.
Prima neve
Tragedia sulle
piste di Frali
Dramma sulle nevi di Prali.
Domenica scorsa, intorno al
mezzogiorno di una gelida
giornata di vento, è morta
una ragazza di Pinerolo, Silvia Pusineri, di 20 anni. Era
il secondo fine settimana di
apertura di alcune piste; alla
(poca) neve naturale caduta il
21 novembre, la società Seggiovia 13 laghi aveva aggiunto, su alcune piste, quella
prodotta dai cannoni. Un modo per aprire gli impianti; un
sistema diffuso quando il cielo si mantiene sereno e dispensa con eccessiva parsimonia l’«oro bianco» della
montagna.
Ma que.sta volta la montagna ha tradito, almeno a sentire chi conosceva la ragazza,
a cominciare dal padre Franco Pusineri, medico all’ospedale di Pinerolo che era a
bordo pista quando è accaduto l’incidente. La ragazza era
considerata sciatrice esperta:
correva sulla neve da molti
3nni, era atleta dello Sci Club
Prali e dunque conosceva bene anche la pista Salci che
aveva percorso più volte nella
stessa mattina di domenica.
Forse per stanchezza, o per
un banale errore, Silvia Pusineri ha incrociato gli sci, è
caduta sulla neve: quella sparata dai cannoni, si sa, è molto più dura di quella naturale.
La ragazza ha ricevuto un
colpo fortissimo al torace e al
''olto: inutile il tentativo di
^animazione effettuato subito
ttopo anche dallo stesso padre
subito accorso. Inutile come
" volo dell’elisoccorso chianrato per accelerare un evennale trasporto in ospedale,
nvia si stava allenando con i
SUOI compagni dello Sci Club
rali con cui gareggiava da
'versi anni, come suo fratelcon ottimi risultati,
tudentessa, si stava preparando ai campionati regionali
' sci che già diverse volte
avevano vista protagonista;
a neve che era stata la sua
passione fin da piccola, l’ha
radila nel modo più assurdo.
Pinerolo: proficua giornata di studio organizzata dall'Asl 10
Gli anziani e la nuova Sanità
FEDERICA TOURN
La Sanità sta cambiando:
nel senso di una diversa
cultura di approccio al malato,
che non si limiti alle sole cure
mediche ma coinvolga chi gli
sta accanto, e nel senso di
sempre minori risorse finanziarie, che costringono gli operatori sanitari a conciliare
l’erogazione di servizi sempre
migliori con la scarsità dei
fondi a disposizione.
In questo quadro si è inserita
la giornata di studio del 3 dicembre scorso a Pinerolo, organizzata dall’Asl 10, che si
proponeva di fare il punto
sull’assistenza agli anziani non
autosufficienti, una questione
fondamentale soprattutto per il
nostro territorio, in cui i residenti con più di 65 anni hanno
un’incidenza del 19,96% sulla
popolazione totale (dati Asl
1998); nelle valli Chisone e
Germanasca si arriva addirittura al 25%, mentre la percentuale per tutto il Piemonte si
abbassa invece al 17%.
Al teatro Incontro, dove si
svolgeva appunto il convegno
sulla «Costruzione della rete
territoriale di servizi per gli
anziani non autosufficienti», si
sono ritrovati tutti i soggetti
coinvolti, dai medici dell’Asl
10 ai gestori di case per anziani e agli assistenti sociali; tutte
le relazioni in programma hanno ripercorso le linee d’azione
seguite in questi anni nella cura dell’anziano, cercando in alcuni casi di evidenziare le linee guida per il futuro.
Il concetto chiave, che è
emerso praticamente da tutti
gli interventi, è la necessità di
incentivare in ogni modo l’assistenza domiciliare, riducendo il flusso dei malati verso le
strutture ospedaliere e sanitarie in genere. «L’assistenza
domiciliare è un’alternativa al
ricovero ospedaliero, un intervento di integrazione fra diverse strutture professionali rivolto prioritariamente a pazienti
anziani - ha detto Antonino
Dentini, responsabile dell’Assistenza domiciliare integrata
(Adi) dell’Asl 10 - lo scopo è
quello di una migliore qualificazione dell’assistenza sociosanitaria, una riduzione dei costi di gestione e il mantenimento del paziente nel proprio
habitat». Una soluzione che
privilegia il benessere del paziente (la vai Pellice fu la prima a sperimentarla con 8 assi
stiti nel 1993; da allora i casi
di assistenza domiciliare nel
territorio dell’Asl 10 sono diventati 331 ) e che costa meno,
visto che si avvale della collaborazione attiva della famiglia
del malato, che per di più resta
a casa propria.
Un sistema caldeggiato anche da Raffaella Vitale, funzionarla della Regione, che ha
ricordato come la recente
riforma Hindi indichi per il futuro «lo sviluppo di sistemi di
collaborazione fra ospedali e
servizi territoriali, che devono
avere il loro punto di forza
nella medicina generale». E
infatti il medico di famiglia il
perno dell’assistenza domiciliare, attorno a cui ruotano
specialisti, personale infermieristico, volontari, assistenti domiciliari e sociali; è lui infatti
il primo riferimento del paziente, ne conosce la situazione complessiva, è compartecipe dei suoi problemi e può intervenire a ragion veduta caso
per caso. «A questo proposito
bisogna insistere su una corretta educazione sanitaria, che
coinvolga anche la famiglia ha insistito Danilo Murglia,
medico di medicina generale
dell’Asl 10 - in vista del be
nessere generale dell’anziano
e contro un’aggressione diagnostica e terapeutica».
No a un’«ipermedicalizzazione» della società, quindi, e
sì a riportare l’anziano in un
contesto il più possibile familiare. Ma non sempre l’assistenza domiciliare è la soluzione migliore: se può andare bene per Pinerolo, non è infatti la
soluzione adatta per la vai Chisone e Germanasca, dove la
metà degli anziani vive nelle
borgate ed è difficilmente raggiungibile, come hanno ricordati in molti. Proteste si sono
alzate anche da parte dei gestori di case per anziani, che
hanno lamentato un taglio in
La ricostruzione del tessuto sociale
dopo il Rimpatrio non riguardò solo
la società civile, ma coinvolse profondamente le chiese. È il caso ad esempio
delle famiglie che si sono disgregate con
l’esilio, in cui uno dei componenti ha deciso di non ritornare. Così accade che nel
Sinodo tenutosi a Bobbio nel 1698, poco
prima della partenza dei pastori Arnaud,
Giraud, Dumas, Jordan, Papon, Moutoux
e Javel, espulsi dal duca di Savoia in
quanto sudditi del re di Francia, questi
stessi pastori siano incaricati, qualora dovessero incontrare nel loro passaggio in
Svizzera Marie Coìsson, moglie di Da-niel Monnet, di «informarsi sui motivi
del suo abbandono». Essi ne informeranno i loro colleghi che sono rimasti alle
Valli. Questo incarico ai partenti viene
dato prima di procedere nell esame della
richiesta di separazione e quindi di poter
contrarre un nuovo matrimonio.
Del caso si dovrà occupate ancora il
IL FILO DEI GIORNI
DIVERGENZE
BRUNO BELUON
Sinodo dell’anno successivo, dove i due
compaiono davanti all’assemblea che
ascolta «le ragioni deH’uno e dell’altra,
quindi li riconcilia e li esorta a vivere insieme, come un vero marito con una moglie fedele, testimoniandosi una amicizia
reciproca e di dimenticare e seppellire i
rancori passati, senza muoversi più alcun
rimprovero: cosa che hanno promesso».
Non è il solo caso di divergenze matrimoniali che si presentano in questi anni,
anche se forse è quello più emblematico.
Oltre quindi alle famiglie distrutte dalle
morti causate dalla guerra, dalla prigio
nia e dall’esilio, abbiamo una serie di
problemi che insorgono, probabilmente
legati alla volontà dell’uno, non condivisa dall’altro coniuge, di rimanere in
Svizzera o di ritornare alle Valli.
Un altro fatto sintomatico viene segnalato dal Sinodo del 1695: «Susanne Cardonne della chiesa di Prarostino, essendo
andata a Savigliano per riprendersi Maddalena Cardón, sua figlia, conducendola
con sé in compagnia di Susanne Sourdel e
arrivando esse a Campigliene, fu seguita
da quattro cavalieri che, dopo aver rapito
e maltrattato la detta Susanna, hanno riportato al detto luogo di Savigliano la detta Maddalena». Evidentemente si tratta di
una delle tante bambine e adolescenti
consegnate a famiglie della pianura piemontese dopo la guerra del 1686, perché
venissero cresciute nella fede cattolica.
Dopo il ritorno dall’esilio la madre la rivuole con sé, ma l’opposizione a questo
diritto arriva anche all’uso della violenza.
discriminato dei fondi, in una
politica regionale che non distingue le peculiarità dei diversi territori e che nella fattispecie non valorizza la ricchezza
di strutture delle nostre valli,
che si vedono sempre più tagliare il numero delle convenzioni con l’ente pubblico. Con
il risultato di una drastica riduzione dei ricoveri (negli ospedali di Torre Pellice e di Pomaretto sono stati destinati 10
posti letto, un tempo per acuti,
alla riabilitazione e altri 30 alla
lungodegenza), come ha ricordato la presidente della Ciov;
Franca Coìsson, che ha inoltre
lamentato la mancanza di coinvolgimento dei rappresentanti degli istituti valdesi nella
preparazione della giornata.
E un fatto che c’è uno spostamento di risorse dalle strutture assistenziali al territorio e
che verranno sostenute le
strutture convenzionate che
rinunccranno alla convenzione interna per una sul territorio, come ha sperimentato
l’Asilo di San Germano con 4
posti letto. «L’obiettivo fino
al 2003 è il contenimento della spesa sanitaria - ha ribadito
la dottoressa Vitale - si chiede alle aziende sanitarie di fare uno sforzo di inventiva per
diversificare e razionalizzare
gli interventi». E se non c’è
alternativa, ha concluso il dottor Giovanni Mathieu dell’Agnelli in accordo con i sindacati, tanto vale mettersi tutti
in discussione e collaborare
per produrre un progetto operativo sul territorio.
8
PAG. Il
Cronache
A BUON PUNTO I LAVORI PER LA ROTONDA — Prose
guono celermente i lavori, a cura della Provincia di Torino,
per la realizzazione della rotonda del ponte di Bibiana (foto)!
Da anni punto davvero critico della viabilità sulla strada della vai Penice, al centro di numerosi incidenti, l’incrocio darà
una maggiore sicurezza alla circolazione. La rotonda, così
come quella inaugurata lo scorso anno più a valle, sarà arredata in modo da renderla gradevole e «comunicativa»; se la
precedente è stata corredata da viti e attrezzature per la vinificazione, vista la vicinanza con la Cantina sociale, la rotonda di Bibiana avrà come tema Ja pietra di Luserna, trovandosi al crocevia fra Bagnolo e Luserna-Rorà.
ANCHE TORRE CADE SULLA «GIUNTA ALLARGATA» — La proposta di allargare la composizione delle
giunte comunali deriva dalle ultime leggi sulle autonomie
locali. Quattro (o due) soli assessori sono pochi per amministrare al meglio i piccoli Comuni. Tuttavia la modifica
dello Statuto comunale, con un aumento del numero di assessori, deve essere approvata con la maggioranza dei due
terzi il che, vista la composizione dei Consigli, significa che
tutti i consiglieri di maggioranza devono essere presenti, a
meno di raggiungere accordi con le minoranze. E così, dopo
Luserna, anche Torre Pellice è caduta su questo punto. Convocato il Consiglio la scorsa settimana con all’ordine del
giorno la modifica dello statuto sulla composizione della
giunta, il sindaco Armand Hugon ha dovuto fare i conti con
ben tre assenze (Marco Bellion, Monique Jourdan e Valentina Giorgi) fra i «suoi» consiglieri. Risultato lo statuto non
è stato inodificato e si parla di «verifica» con i consiglieri
assenti. E stato invece approvato il progetto di risistemazione del centro storico, con una variante: sono stati trovati i
fondi anche per la sistemazione, mediante pavimentazione a
ppé, del cortile della ex caserma Ribet, e per il riordino del
piazzale antistante la caserma dei Vigili del fuoco con la segnalazione dei parcheggi e alcune opere di arredo.
SAN SECONDO: FOGNATURE DAL PATTO TERRITORIALE? — Il Comune di San Secondo ha deciso di affidarsi ai «Patti territoriali» anche per realizzare una fognatura; un progetto preliminare per la zona delle Cantine, su via
Val Pellice, per un importo di circa 200 milioni, è stato presentato fra le schede del patto del Pinerolese.
PRAROSTINO: CHIUSO IL CENTRO VENDITA DELLA
COOPERATIVA — Mentre si cerca di avviare la collaborazione fra le cooperative del Pinerolese sulla raccolta e trasformazione del latte, con l’individuazione della Latteria di
Bobbio come luogo di produzione dei formaggi ottenuti col
latte della vai Pellice, di Prarostino e della vai Chisone, si
segnala un problema legato alla cooperativa agricola di Prarostino: il centro di vendita, da poco trasferito dal centro di
San Bartolomeo ai nuovi locali all’ingresso del capoluogo, è
chiuso. L’attività è scarsa e le spese troppo alte; la Comunità
montana e la cooperativa stanno ipotizzando di acquisire il
centro di vendita del Macello cooperativo a Pinerolo (a sua
volta destinato a chiudere) per rilanciarne l’attività.
ORARIO DI MERCATO — A Pinerolo, i mercati di sabato 18
dicembre e mercoledì 22 dicembre saranno aperti dalle ore
6,30 fino allo sgombero totale dell’area alle ore 18, Lo stesso
orario vale per il mercato anticipato di venerdì 24 dicembre.
DIAPOSITIVE SUL MONTE SAN GIORGIO — Venerdì 10
dicembre alle ore 21, nella sede del Wwf pinerolese in via
Brignone 1, si tiene una serata didattica con proiezione di
diapositive su «Monte San Giorgio; un parco per il nostro futuro». Durante rincontro, a ingresso gratuito, si potrà vedere
com’era il monte di Piossasco prima dell’incendio dello
scorso febbraio. Il Wwf vorrebbe ora attuare un progetto che
prevede la creazione di un parco, che comprenda il Monte
San Giorgio, il Tre Denti di Cumiana e il Monte Freidour.
FUMATA NERA PER IL PRESIDENTE COMMERCIANTI — Eletto il direttivo dell’associazione commercianti di Torre Pellice, mercoledì 1“ dicembre era attesa la
nomina del presidente. Non è stato così. «Prima di nominare un presidente - spiega Bruno Gonin, principale candidato
alla presidenza - abbiamo voluto valutare bene i programmi
e le prospettive della nostra associazione, gli impegni che
vogliamo assumere e cosa chiedere agli enti pubblici». Se
ne riparlerà dopo le feste di Capodanno.
RIPRESI I LAVORI AL PARCHEGGIO — Dopo un lungo
periodo di inattività sono ripresi i lavori di realizzazione di
due parcheggi nei pressi della stazione Fs di Torre Pellice;
l’area più vicina al palaghiaccio è stata nei giorni scorsi
asfaltata e sono stati posizionati i punti luce; ora l’impresa
sta lavorando lungo il torrente Angrogna per il secondo
piazzale. Il Comune conta di utilizzare queste aree a parcheggio, oltre che per la sosta veicoli, anche per gli spettacoli ambulanti e, in prospettiva, come area mercatale.
AMNESTY CONTRO LA PENA DI MORTE — «Diciamo il
nostro no alla pena di morte» è il motto con cui Amnesty International e l’Associazione pace vai Pellice propongono ai
cittadini della valle di accendere una candela sul davanzale
delle finestre nella serata di sabato 11 dicembre, dalle 19.
Eco Delle \àlli mDESi
venerdì io dicembrf
195s
Comunità montana valli Chisone e Germanasca
Accordo per Prinzìo presidente
DAVIDE ROSSO
Dopo alcuni mesi di trattative serrate sembra essere finalmente raggiunto un
accordo fra le forze politiche
per la formazione della nuova
giunta della Comunità montana valli Chisone e Germanasca. Il presidente sarà come
previsto Roberto Prinzio, sindaco di Villar Perosa, che
verrà affiancato nel suo lavoro da sei assessori in attesa
che, con la modifica dello
Statuto della Comunità, sia
possibile elevarne il numero a
otto. Non sarà una giunta unitaria quella che governerà ma
potrà contare sull’appoggio di
30-32 consiglieri cosa che garantirà un certo margine di sicurezza a fronte di una minoranza che conta fra le proprie
file una quindicina di persone. La nuova giunta, il cui
programma è stato consegnato lunedì 6 dicembre, sarà insediata nel corso della seduta
del Consiglio che si terrà lunedì 13 dicembre. La soluzione politica è arrivata dopo
una lunga e, per ammissione
di alcuni protagonisti, logorante trattativa e l’accordo ora
sembra essere stato trovato
non «solo» intorno al programma e al nome del presidente ma anche sulle persone
che lo affiancheranno come
assessori. Alla fine i nomi
che sono emersi sono quelli
di Renato Ribet, il quale come già nella scorsa giunta di
Comunità avrà la delega al
Lavoro, Marco Bourlot, al
quale andrà la vicepresidenza
e la delega al Turismo, Riccardo Legger, sindaco di Perrero, che sarà l’assessore al
Bilancio, Laura Barzani, alla
quale è stata affidata la delega all’Istruzione e alla Cultura, e Davide Sola che sarà
l’assessore all’Urbanistica.
Per ora Prinzio terrà per sé le
deleghe all’Agricoltura e allo
Sport in attesa, che sia aumentato il numero degli assessorati. La soluzione è stata
trovata praticamente sul filo
di lana anche perché il 20 dicembre scadevano i termini
per l’insediamento dell Con
Solidarietà con i lavoratori pinerolesi
Ci sono trattative
in corso per la Beloit
Continua l’attesa dei lavoratori della Beloit Italia di Pinerolo sul futuro della loro
azienda. Nel frattempo si
moltiplicano gli sforzi e le
manifestazioni di solidarietà
da parte sia delle istituzioni
locali (recentemente anche la
Comunità montana vai Pellice ha approvato un documento di appoggio alle maestranze della Beloit) che nazionali
e dei sindacati che si stanno
preparando allo sciopero generale del Pinerolese previsto
per il 17 dicembre, sempre
che nel frattempo non sia
cambiata la situazione.
Il sottosegretario alTIndustria, on. Morgando, recentemente rispondendo a una interrogazione presentata dall’on. Giorgio Gardiol in merito alla situazione dell’azienda
pinerolese, sembra confermare l’interessamento della proprietà americana dello stabilimento alla vendita a un gruppo italiano e la decisione del
Consiglio di amministrazione
italiano di provare a raggiungere un accordo anche con
l’intervento del ministero
dell’Industria. La situazione è
quindi ancora aperta e d’altra
parte lo stesso Consiglio di
amministrazione italiano della
Beloit si è preso tempo fino al
20 di dicembre per dare una
risposta definitiva sulla questione. Alcuni dipendenti della Beloit Italia intanto hanno
scritto ai parlamentari del Pinerolese, il sen. Elvio Passone
e l’on. Giorgio Merlo, lamentando una loro «scarsa visibilità» alle iniziative dei lavoratori sul teiTitorio e invitando i
due parlamentari a prendere
posizione e a dichiarare quali
iniziative intendano prendere
ora che, dicono i lavoratori,
«la situazione sembra più
chiara con la volontà espressa
dalla casa madre di vendere
Beloit Italia con la presenza
tangibile di un interlocutore
incaricato dalla assemblea dei
soci (il nuovo presidente Sergio Conti)».
A stretto giro di posta è arrivata la replica del sen. Passone e dell’on. Merlo. Quest’
ultimo in particolare nella sua
lettera aperta ai lavoratori Beloit afferma: «Personalmente
e compatibilmente con gli impegni parlamentari, ho cercato di seguire passo dopo passo le vicende e gli sviluppi legati alla Beloit Italia cercando, attraverso canali istituzionali e governativi, di attivare
le condizioni per far uscire la
Beloit Italia da questo stallo. I
contatti, frequenti e assidui,
con il sottosegretario Morgando mi portano a dire che
non manca oggi la speranza
per una fuoriuscita dalla fallimentare gestione del management della casa americana.
Mi pare che l’interesse attorno alla Beloit stia crescendo,
anche se non mancano preoccupazione e incertezza».
;ta
Messaggio cifrato
Ho letto con stupore nel n.
45 de L’eco delle valli valdesi
l’articolo di Giorgio Tourn,
«La fregabilità». Conoscendo
e ammirando da vent’anni
Pintelligenza prodigiosa e la
dirittura di Tourn, non riesco a
capire che cosa l’ha spinto a
scrivere tali insipienze e già il
titolo è volgare e irriverente.
Ma forse è da leggere in filigrana e purtroppo non ho una
chiave valida. Voleva far sorridere? in quanti lo prenderanno alla lettera? in quanti coglieranno il criptomessaggio?
chi sta prendendo in giro? e ne
valeva la pena? i valdesi delle
Valli sono davvero diventati
una riserva tipo navajos?
Avere sull’altro uno sguardo costruttivo, questo mi pare
il solo modo di crescere;
l’ironia, la negazione sono
controproducenti. Non dico
tutto perché anch’io, sebbene
«vecchietta non caratteristica», voglio conservare su
Tourn uno sguardo benevolo.
Lui saprà meglio di me la ragione del suo scritto, e un
giorno me la spiegherà.
Violetta Fasanari - Losanna
siglio e la Comunità rischiava
il commissariamento con tutto quello che poteva conseguirne. «La situazione per ora
è ancora fluida - dice Prinzio
- ma l’accordo per la formazione della nuova giunta è finalmente stato trovato e nonostante tutto ha prevalso il
buon senso». Questi mesi sono stati laceranti soprattutto
per due dei gruppi politici
presenti in Comunità: «Impegno per la valle» e «Lavoro e
progresso»; quest’ultimo in
particolare si è spaccato e da
una sua costola è nato il gruppo «Indipendenti di sinistra»
che andrà a sedersi sui banchi
della minoranza.
Pinerolo, ospedale
Trapianto
di cornee
E stato effettuato il pfj
trapianto di cornea all’o,!'
dale Agnelli di Pinerolo *
operare sono stati due sdos.
hsti dell’Asl 10, il
della Divisione oculistica a
fano Amasio e un suo co/
boratore, il dottor Giovani’
Palombo. Grazie a questo C
pianto, un paziente pinerofa
di 70 anni potrà continuare,
vedere ed evitare la ceciu
prodotta da una grave perfi/i
zione corneale: l’espiantoi
stato effettuato su un uonioi
68 anni, morto per arresto ca
diocircolatorio, grazie al s«
precedente consenso e a quel,
lo preventivo dei familian,
Linea ferroviaria Torre Pellice-Torino
Il biglietto non c'è
PIERVALDO ROSTAN
Da tempo ci giungono segnalazioni di biglietti
Fs introvabili a Torre Pellice.
Nello stesso tempo sono
comparsi sui treni e nelle stazioni perentori avvisi ai viaggiatori a munirsi di biglietto;
l’acquisto del biglietto a
bordo e la mancata convalida
comportano maggiorazioni di
prezzo», annunciano le Fs.
Ma come evitare le «maggiorazioni» se i biglietti non si
trovano e le obliteratrici sono
state asportate o distrutte?
E così lunedì 29 abbiamo
deciso di seguire tutte le indicazioni delle ferrovie; posto
che non vi sono biglietti nel
posto più logico e cioè al bar
della stazione, siamo andati
all’ufficio postale (aperto comunque solo al mattino):
«Non abbiamo più i biglietti
ferroviari» è la laconica risposta dell’impiegato. Né miglior sorte si ha recandosi
all’edicola Pallard indicata
come punto vendita da un volantino Fs; da anni non tengono i biglietti! E così non resta
che salire sul treno senza il
«titolo di viaggio». Mi piazzo
sul primo sedile in modo da
poter avvisare il capotreno
della mia situazione (anche
altre persone vagano fra una
ottantina di studenti pendolai
alla ricerca di un biglietto), A
Luserna esce dalla cabina i
guida il capotreno che rapidamente apre e chiude le porte;
a Bibiana stessa scena e riesco a presentagli il problema,
«Ha ragione da vendere - dice il gentile capotreno i biglietti non ci sono ma io le
devo comunque far pagare la
maggiorazione, 10.000 lire al
posto di 6.000 lire». Conversando con il ferroviere scopriamo alcune cose interessanti; un indirizzo a cui fai
pervenire le nostre proteste:
telefono 011-6652598 peri
servizi di vendita, «Direzione
trasporto regionale Piemonte,
via Nizza 8 bis, 10129 Torino» per i reclami in genere.
Ma non finisce qui: il mansionario del ferroviere prevede che egli possa muoversi
dalla cabina accanto al guidatore soltanto a treno ferino,
dunque nelle stazioni. Perii
resto deve assistere il conducente, segnalargli eventuali
anomalie o problemi. DunqK
chiunque salga sul treno a
Torre Pellice, senza biglie®;
ha buonissime probabilità 4
«farla franca»; chi invece,
onestamente vorrebbe acquistare il biglietto non lo può
fare: ora ha un indirizzo e u»
telefono in più per protestare!
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venerdì
10 DICEMBRE 1999
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Ainm in ¡Stratori del Pinerolese
Come si preparano
le Olimpiadi del 2006
Il palazzo del ghiaccio a Pinerolo
_______DAVIDE ROSSO________
Gli amministratori del Pinerolese si sono dati appuntamento numerosi, al Circondario della Provincia a Pinerolo, sabato 4 dicembre, su
invito del sindaco di Pinerolo,
Alberto Barbero, del sen. Elvio Passone e dell’on. Giorgio Merlo, per fare il punto
sulla preparazione dei giochi
olimpici invernali di Torino
2006. Ne è emerso un dibattito serrato intorno alle esigenze che il territorio deve portare avanti perché le ricadute
deir«evento Olimpiadi», come è stato più volte sottolineato, non sia limitato ai 30
giorni in cui si svolgeranno le
gare (le Olimpiadi vere e proprie dovrebbero durare circa
una quindicina di giorni a cui
seguiranno altri quindici giorni di competizione delle paraolimpiadi) ma si protragga
nel tempo. I temi toccati nel
corso dell’incontro andavano
dalle ricadute ambientali sul
territorio al problema dei trasporti (era presente tra l’altro
al convegno anche un rappresentante delle Ferrovie che ha
parlato di un progetto di riqualificazione della stazione
di Pinerolo oltre che di un potenziamento della linea Torino-Pinerolo), dalla presenza
di rappresentanti locali negli
organismi che si occuperanno
della preparazione dei Giochi
alla necessità di superare «la
fase dell’entusiasmo», come
l’ha definita il senatore Passone, che ha caratterizzato i
primi momenti successivi alla
vittoria della candidatura di
Tonno 2006, e della «corsa
^Sli organigrammi», per arrivare in fretta alla progettazioJjo e quindi alla realizzazione
delle opere necessarie affin
ché i Giochi possano compiersi e al meglio.
Quest’ultimo aspetto è stato
evidenziato soprattutto dal
sindaco di Sestriere, Jaime,
che ha ricordato come in questo momento sia importante
condurre le analisi ambientali
necessarie e quindi passare
immediatamente alla fase
progettuale per non rischiare
di sbagliare i tempi di realizzazione delle strutture con le
ovvie conseguenze. Sono stati molti quindi i temi e i problemi affrontati nel corso
dell’incontro ma è parsa da
subito chiara la necessità di
coinvolgere tutti i soggetti del
territorio perché le Olimpiadi
del 2006 diventino un fattore
di crescita per tutto il Pinerolese. Al termine del dibattito
Fon. Merlo ha lanciato la
proposta di costituire un forum del Pinerolese che sia il
segno di unità del territorio e
che aiuti a pesare di più a livello decisionale nelle sedi
organizzative. Uno strumento
quindi che aiuti a governare
questo evento evitando di esserne governati.
Dalla Spi-CgiI
Chiarimenti
sulle pratiche
dei pensionati
In questi giorni molti pensionati riceveranno una lettera dall’lnps a proposito della
loro pensione. La lettera potrà
forse creare problemi di interpretazione e di risposta: ecco
alcune indicazioni, diffuse
dalla Spi-Cgil, per capire meglio la comunicazione Inps.
Innanzitutto, le prestazioni
pensionistiche interessate sono quelle che usufruiscono di
integrazioni, maggiorazioni,
assegni sociali o assegni per
il nucleo familiare concessi in
base a condizioni di reddito;
infatti rinps vuole accertare
se sussistono ancora le condizioni di reddito che hanno a
suo tempo determinato la
concessione dei benefici. Va
sottolineato che la mancata
risposta o una risposta errata
da parte degli interessati determinerà, dopo un eventuale
sollecito, la perdita della
maggiorazione o assegno in
questione. I pensionati che riceveranno queste lettere potranno recarsi alla sede sindacale 0 rivolgersi, nelle giornate indicate, al patronato sindacale per essere aiutati a
compilare le dichiarazioni richieste. Sarà importante portare tutta la documentazione.
Ecco gli orari delle sedi
sindacali: Luserna San Giovanni, via Ribet 7 (tei. 0121954315), venerdì ore 10,1512,30; Torre Pellice, via
Guardia Piemontese 18 (tei.
0121-932048), venerdì ore
8,45-10; Bricherasio, via Vittorio Veneto, Circolo Rinnovamento, il 2° e 4° giovedì
del mese ore 9-11,30; Angrogna. San Lorenzo (biblioteca
comunale), 1° e 3° giovedì
del mese ore 9-11.
Angrogna: incontro sul Rifugio C. Alberto
Troppa burocrazìa?
FRANCO TAGLIERÒ
Nell’ambito degli «Incontri del giovedì» nella
scuola grande del capoluogo
di Angrogna, organizzati dalla Chiesa valdese. Elio Meggiolaro, direttore del Rifugio
Re Carlo Alberto, ha dato
una dettagliata informazione
Nuova apertura
DI GIANLUCA MARTINA
è
iì Tosa Garden Service offre Fopporì^unità di acquistare una motosega
nuova rivalutando l’usato.
La promozione sarà valida per tutto il
niese di dicembre fino al 30 gennaio
2000.
^ tutti coloro che visiteranno la nostra officina verrà offerto un simpatico omaggio.
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sul progetto di «Centro diurno per dementi senili e malati di Alzheimer» attività che
dovrebbe prossimamente
prendere il via nell’Istituto.
Purtroppo da circa due anni e
mezzo il progetto passa dalla
Asl 10 all’Istituto e viceversa
senza che la situazioni si
sblocchi. Tutti gli intervenuti
hanno espresso profonda partecipazione ai problemi delle
famiglie coinvolte, le quali
vedono rimandare di mese in
mese l’apertura di questo atteso servizio.
Il Centro diurno del Carlo
Alberto è stato pensato con il
duplice obiettivo di cercare di
alleviare le sofferenze degli
ammalati e di aiutare i loro
congiunti nel loro accompagnamento: infatti le demenze
senili, e in paiticolare il morbo di Alzheimer, sono terribilmente destabilizzanti per tutto
l’ambito famigliare. Ci si è
chiesti addirittura se non sia
possibile prendere iniziative
popolari di appoggio, affinché
gli organi competenti arrivino
finalmente alla firma di quella
convenzione senza la quale il
servizio non può decollare.
Purtroppo ancora una volta
queste lungaggini mettono in
evidenza come spesso l’interesse degli amministratori sia
rivolto quasi esclusivamente
verso problemi gestionali e di
immagine, più che verso i reali bisogni della popolazione
più in difficoltà.
Durante la serata è stata ricordata la «Carta della diaconia» preparata dalla Csd.
A Prarostino
Il tempio
è stato
ristrutturato
Sono .state numerose le persone che hanno voluto partecipare domenica 28 novembre
al culto di inaugurazione del
tempio di Prarostino e all’agape comunitaria che è seguita.
I lavori di ristrutturazione
dell’edificio, che si sono protratti per tre anni, sono costati
circa 200 milioni molti dei
quali arrivavano dalla comunità (circa 150 milioni) mentre la Regione e il Comune di
Prarostino hanno contribuito
rispettivamente con 40 e 10
milioni. «Importante - dice il
pastore di Prarostino, Ruben
Vinti - per i lavori di ristrutturazione (che ha riguardato
tra l’altro il ripristino degli intonaci, il restauro delle parti
in legno, l’aumento quantitativo e la messa a norma dell’illuminazione interna del locale) è stato anche il lavoro volontario, perché ci ha permesso di contenere le spese». Tuttavia i lavori a Prarostino non
sono terminati infatti è prevista prossimamente la ristrutturazione dell’organo e continuano anche i recuperi di altri
locali della chiesa.
Nelle
Chiese Valdesi
SCOUT — Sabato 11 dicembre, alle 16, nella sala unionista
dei Coppieri, incontro dei gruppi scout dei tre circuiti.
ANGROGNA — Domenica 12 dicembre, culto in francese. 11 Gruppo giovanile visiterà gli anziani per augurare
11 buon Natale sabato 11 e domenica 12 dicembre. Martedì 14 dicembre, alle 20,30, al presbiterio, studio biblico sull’Evangelo dell’infanzia di Gesù.
BOBBIO PELLICE — Domenica 12 dicembre elezione
dell’anziano del quartiere Inverso.
LUSERNA SAN GIOVANNI — Domenica 12 dicembre,
alle 17, nel tempio, musica e preghiera; alle 18,30 merenda sinoira a cura degli Amici dell’Asilo (prenotarsi
presso l’Asilo). Martedì 14, alle 20,45, al presbiterio,
studio biblico su «Valutazione: tutte le religioni monoteiste sono uguali?». Riunioni quartierali: martedì 14,
alle 20,30, alla Cartera, giovedì 16 dicembre, alle 20,30,
a Fondo S. Giovanni, venerdì 17, alle 20,30, agli Airali.
FERRERÒ — Martedì 14 dicembre, alle 14, riunione
quartierale alle Grangette.
PINEROLO — Domenica 12, ore 15, incontro di studio
biblico sulla creazione; introduce il past. Deodato. Giovedì 16, ore 15, festa di Natale deH’Unione femminile.
POMARETTO — Riunioni quartierali: giovedì 9, alle 15,
all’Inverso Paiola, mercoledì 15, alle 20,30, alla Lausa.
Culto al centro anziani di Perosa Argentina venerdì 17
dicembre, alle 16.
RODORETTO — Domenica 19 dicembre, alle 10, culto di
Natale in casa di Valter Tron.
RORÀ — Venerdì 10 recita del gruppo teatro. Sabato 11,
nel tempio, alle 20,45, grande concerto natalizio della
corale di Rorà e del coro La Roca di Cavour. Domenica
12 pranzo comunitario. Giovedì 16, incontro alle Fucine.
TORRE PELLICE — Riunioni quartierali: martedì 14 dicembre ai Simound, mercoledì 15 ai Bouissa, venerdì 17
agli Appiotti. Domenica 12, alle 15, alla Casa unionista,
incontro dell’Unione femminile con le sorelle delle chiese evangeliche locali. Da martedì 14 dicembre, alla Casa
delle diaconesse, esposizione di lavori e oggetti natalizi.
VILLAR PELLICE — Riunione quartierale venerdì 10 dicembre al Ciarmis.
VILLASECCA — Riunioni quartierali: martedì 14 dicembre, alle 20, a Morasso, mercoledì 15, alle 20, a Trussan,
giovedì 16, alle 14,30, a Bovile, alle 20, al Serre Giors.
RADIO BECKWITH EVANGELICA
FM 91,200- 96.550
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Approvato dal Senato il disegno di legge sulle minoranze
Occitano, lìngua da tutelare
Dopo più di cinquant’anni,
l’articolo 6 della Costituzione
ha trovato applicazione. Con
la votazione al Senato, avvenuta nel pomeriggio di giovedì 25 novembre, il Parlamento italiano ha approvato
in via definitiva il disegno di
legge 3.366, «Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche», che riconosce ufficialmente le lingue
minoritarie parlate in Italia e
avvia alcune misure concrete
per la loro tutela.
Con questo atto, il Parlamento riconosce ufficialmente nello stato italiano anche
resistenza di lingua e cultura
occitana. Secondo Dario Anghilante, presidente dell’associazione culturale «Ousitanio vivo», è questo il dato più
rilevante contenuto dal provvedimento. Dopo quarant’anni di impegno politico e culturale, la popolazione occitana in Italia si vede riconosciuto il suo diritto all’esistenza, grazie soprattutto a
tutti quei gruppi e associazioni che negli anni hanno sostenuto questa battaglia.
Con questo atto si chiude
un’epoca per le valli eccitane
e se ne apre un’altra. Il provvedimento arriva quando la
lingua e la cultura eccitane
hanno perso non poco del loro vigore; tuttavia questa legge, sostiene «Ousitanio vivo», si può rafforzare e può
dare una spinta decisiva a un
processo di identità culturale
riuscendo e far sì che la lingua occitana sia sempre più
un fattore di sviluppo sociale
ed economico del territorio
in cui è parlata.
Ma la legge registra un’importante omissione, secondo
Gustavo Malan, fra i promotori, subito dopo la guerra, della
«Carta di Chivasso» sulle autonome locali: «Non comprende il francese, che pure
per le valli valdesi è sempre
stato fondamentale; basti pensare alla Bibbia di Olivetano,
tradotta in francese perché era
una lingua che capivano tutti.
Il francese era poi previsto anche nello Statuto del Regno, e
oggi non è stato preso neanche in considerazione come
lingua minoritaria».
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VENERDÌ 10 DICEMBRE 19qq
HOCKEY GHIACCIO
Serie A
Finalmente è arrivato anche
un successo esterno! Il Valpellice, in trasferta martedì
sera a Forno di Zoldo con
l’ultima in classifica, si è imposto per 6-1 nella prima
giornata del girone di ritorno.
I veneti hanno cercato di metterla sul gioco pesante ma,
malgrado molte penalità ai
fratelli Meneghetti, alla fine
tutto è filato liscio. I parziali
dicono di un crescendo del
Valpellice (1-0; 2-0; 3-1), con
reti di Marziale (2), Dorigatti,
Malan, Grannonico e Olivo
che ha aperto le segnature nel
primo tempo. Il capitano Scapinello è stato quello che
maggiormente ha risentito
delle ruvidezze dello Zoldo;
bene la terza linea finalment a
rete con un Malan sempre più
positivo e con Grannonico.
16° giornata, i risultati;
Auronzo-Fassa 1-4; Brunico-Bolzano 4-5 (ot); VareseAlleghe 3-6; Renon-Appiano
4-3 (ot); Como-Val Venosta
7-3; Zoldo-Valpellice 1-6;
Merano-Asiago 3-5; ha riposato il Vipiteno.
Renon-Valpellice 5-3
La Valpe in trasferta delude. Il Renon aveva destato
maggiore impressione nella
partita del 5 ottobre a Torre
Pellice; sulla pista di casa,
rinnovata e con una copertura
realizzata in sei mesi, gli altoatesini mostrano un paio di
eccellenze (il nuovo straniero
Campeau ed Emanuel Scelfo)
ma poco altro. Anzi, la difesa,
quando viene pressata, va in
difficoltà e perde numerosi dischi in fase di impostazione.
L’inizio è comunque del Re
non che dopo 4’ 18” sfrutta al
meglio una superiorità numerica (espulsione d Grannonico) e va in vantaggio con
Holzner. Il pareggio della
Valpe arriva al 12’: al termine
di una bella triangolazione
con Cintoli e Olivo, Stevanoni realizza con un tiro dalla
blu. Il Renon si riporta in vantaggio, sfruttando un’altra superiorità, a 19’ 10” con Scelfo.
Il break decisivo arriva nella
prima metà del secondo tempo: due gol simili con la Valpe in attacco che subisce i
contropiedi degli avversari.
Due volte due contro uno (il
terzino avanti e nessuno a coprire in difesa) e reti di Scelfo
e Baumgartner. A 9’52 seconda rete di Stevanoni, arrivato
a Collalbo direttamente dal
raduno della nazionale under
20 a Bressanone.
Il terzo tempo vede finalmente la Valpe protagonista
(«non si può giocare un solo
tempo, prenderemo provvedimenti!», dirà a fine partita un
amareggiato presidente Cotta
Morandini) e i biancorossi
tengono gli avversari chiusi
nel loro terzo difensivo. Numerosi errori di mira e un po’
di sfortuna allontanano il momento di andare a rete; ci riesce Tomasello quando mancano poco più di 5’ alla fine. Da
lì in avanti è un assedio; Da
Rin fa uscire il portiere Rossi
mettendo un sesto uomo di
movimento: ne derivano tre
ingaggi in attacco ma sull’ultimo è Scelfo a conquistare il
disco e scagliarlo nella porta
sguarnita. Finisce 5-3 e con la
convinzione che il Valpellice
avrebbe meritato miglior sorte. Dopo la terza trasferta di
martedì a Laces (senza Da
Rin e Stevanoni impegnati
con la nazionale under 20
contro la Francia), ci sarà il
turno di riposo e poi una pausa della nazionale maggiore.
La Valpe tornerà a giocare, in
casa, martedì 21 col Brunico.
17° giornata, i risultati:
Bolzano-Varese 10-0; Zoldo-Alleghe 2-6; Renon-Valpellice 5-3; Como-Auronzo
%5; Asiago-Vipiteno 11-1;
Val Venosta-Fassa 0-5; Appiano-Merano 2-4; ha riposato Brunico.
Classifica:
Asiago 44, Fassa 43, Merano 39, Bolzano 36, Vipiteno
34, Alleghe 29, Brunico e
Como 26. Valpellice 21, Renon 20, Auronzo 14, Appiano
13, Varese 9, Val Venosta 3,
Zoldo 0.
Giovedì 9, intanto, il palaghiaccio di Torre Pellice sarà
impegnato in varie iniziative
a sostegno di Telethon ’99
per la lotta alle malattie genetiche. Si inizierà alle 17,30
con una partita dei giovanissimi per proseguire in serata
con una partita di hockey fra
serie A e veterani.
Serie B
Sconfitta senza attenuanti
per il Pinerolo nel girone occidentale della serie B; opposto alla Lariana sulla pista di
casa il Pinerolo è stato battuto
per 4-0. In classifica la squadra di Gajda resta così ferma
a 6 punti, penultimo posto.
Sale invece il Torino che ha
battuto per 4-3 i Falchi Bosco
raggiungendoli al quarto posto con 10 punti.
La stagione invernale dell'associazione musicale «Divertimento)
A Torre Pellice musica indiana
Inizia sabato 11 dicembre la
stagione musicale invernale
promossa dall’associazione
musicale Divertimento di Luserna San Giovanni. Saranno
ben sette gli spettacoli serali,
di notevole livello, che non
mancheranno di richiamare un
folto pubblico a Torre Pellice,
al teatro del Forte. Sono previsti degli abbonamenti al costo
intero di lire 75.000 e ridotto
di 60.000; i biglietti d’ingresso costeranno invece, l’intero
15.000 e il ridotto 12.000. Per
gli spettacoli del 18 e 19 dicembre 7.000 lire. Gli abbonamenti potranno essere prenotati telefonicamente (dal lunedì al venerdì ore 9,30-13 e
14,30-18) allo 0121-323186 e
dovranno essere ritirati presso
il teatro del Forte nei giorni 9,
10 e 11 dicembre 1999 dalle
ore 16 alle ore 19. I biglietti
potranno essere prenotati con
lo stesso modo e orario e dovranno essere ritirati in teatro
la sera della rappresentazione
tra le ore 18,30 e le 21.
Si inizia, sabato 11 dicembre. ore 21,15, con la musica
tradizionale indiana, una delle
più antiche e delle più vive al
mondo. L’India è l’unico paese asiatico in cui la musica occidentale non è riuscita a radicarsi. La musica «classica»
dell'India è invece apprezzata
da un numero sempre maggiore di ascoltatori. Il ricco linguaggio indiano, in cui predominano le due nozioni di roga
(«modo») e loia («ritmo») rivela sostanziali differenze, sia
nel repertorio che nella prassi
esecutiva, tra la musica indoslana (India del Nord) e carnatica (India del Sud).
Sitar e tabla sono tra gli
strumenti tradizionali indiani
più conosciuti in Occidente
insieme a sarangi (viella),
sanai (oboe), vina (cetra) e
vansa (flauto dritto), che speriamo di aver l’opportunità di
. .■%
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Il musicista indiano Shanka Chatterjee
ascoltare al più presto. Un’ottima occasione di incontro e
conoscenza, impreziosita dalla disponibilità offerta dai
due concertisti a incontrare
gli allievi della scuola di musica della vai Pellice e accompagnare tutti noi alla scoperta di un nuovo universo
sonoro.
Sabato .si esibiranno Pandit
Manilal Nag, sitar e Pandit
Sankha Chatterjee, tabla.
Pandit (maestro) Manilal Nag
discende da una famiglia di
musicisti appartenenti alla Bishnupur Garana (Scuola di
Bishnupur), la più antica famiglia di sitaristi dell’India.
All’età di 5 anni Manilal Nag
è iniziato all’arte del sitar dal
padre Shree Gokul Nag. Dopo dieci anni di studio e pratica rigorosa, debutta all’«India
Music Conference», accompagnato da Shamta Prasad.
Nei cinquant’anni di attività
concertistica Manilal Nag ha
tenuto numerose conferenze
in tutto il mondo, con lo scopo di favorire una più profonda comprensione della musica classica indiana.
Pandit Sankha Chatterjee ha
studiato in tre differenti garana nell’India del Nord, Farukkabad, Dheli, e Punjab; i
suoi maestri Kheramattulla
Khan, Maseed Khan e Alla
Raka sono tra i più famosi
esponenti della musica indiana. Docente della «Rabindra
Bharati University» di Calcutta fino al 1996, è stato insignito dal governo indiano della medaglia d'oro per i tabla
nel 1961. Sankha Chatterjee è
molto noto anche in occidente, dove ha iniziato a suonare
e insegnare dal 1956. Vanta
allievi in tutta Europa, in particolare in Inghilterra, Germania e Francia. In Italia in.segna
ormai da vent’anni all’«Istituto internazionale di musica
comparata» di Venezia e tiene
corsi regolari a Denno (Tn) e
a Pratovecchio (Ar).
Mostra a Torino
L'arte del
cioccolato
in Piemonte
Una mostra che è anche
una piccola tentazione: fino
al 30 dicembre, in via delle
Orfane 7 a Torino, a Palazzo
Barolo, è allestita infatti una
mostra storica sul cioccolato.
«C(i)occolare» è il titolo che
gli organizzatori, il comitato
per la promozione del cioccolato e dell’arte dolciaria di
Torino e Piemonte «Dora la
dolce», hanno voluto dare a
questa iniziativa, che porta il
visitatore attraverso la storia
del cioccolato nella nostra
Regione. Dall’ingresso del
cacao in Piemonte alla fine
del ’500, direttamente dalla
corte di Spagna dove era arrivato con le navi dei conquistadores, a Gianduia, che lega i dolci al carnevale, e alle
cioccolatiere e confetterie cittadine di inizio '900 che servono il bicerin alle signore,
fino alla popolarissima Nutella, inventata da Pietro Ferrerò
negli Anni 50.
Un grande spazio è naturalmente dedicato alla Caffarel e
ai suoi prodotti: oltre a un
modellino della prima fabbrica «Caffarel Prochet & C.»
del 1826, si possono vedere
gli strumenti per la lavorazione del cacao e i manifesti
pubblicitari dei diversi prodotti, dalla crema in tubetto
«Elefante goloso» degli Anni
30 alle caramelle e cioccolatini che conosciamo oggi.
Fra le iniziative collaterali:
fino al 30 dicembre «11 pasticciere artista», la mostra delle
opere in cioccolato, zucchero
e confezionamento prodotte
dagli artigiani torinesi, agli
Antichi Chiostri in via Garibaldi 25; e «Ciok si gira: cinema e caroselli sul cioccolato»,
lunedì 13 dicembre alle ore
21 a Palazzo Barolo, in collaborazione con Torino Film
Festival. Sono inoltre previsti
dei «Laboratori dolci per l’infanzia», riservati ai bambini
delle scuole. Chi volesse mettersi in contatto con «Dora la
dolce», che con que.ste iniziative vuole promuovere il progetto di un museo del cioccolato e dell’arte dolciaria piemontese, può farlo contattando la presidente. Isabella Faccioli, allo 011-4366795.
Torre Pellice
Suoni d'oboe
e pianoforte
Secondo concerto per 1’
Unitrè, mercoledì 18 novembre a Torre Pellice, di due
giovani artiste, Nathalie Dorigato all’oboe e Ombretta
Bressan al pianoforte: attualmente suonano in duo e hanno partecipato a corsi di alto
perfezionamento della Cee.
Il programma, mollo vario,
è iniziato con la «Sonata prima per pianoforte e oboe» di
Haendel; per solo pianoforte
r«Improvvisa, opera 90» di
Schubert e di seguito, per pianoforte e oboe le romanze «la
Siciliana» di Cimarosa e
«Song without words» di Barre!, la romanza di Macpherson. Ancora di Schubert, F
«Improvviso tema con variazioni, op. 142 n. 3» per solo
pianoforte. Per finire, una sonata di Donizetti, oboe e pianoforte all’unisono, che ha
evidenziato l’intesa perfetta
delle brave concertiste che
hanno concesso come bis «F
archetto» di Cimarosa.
Appuntamenti
9 dicembre, giovedì
TORRE PELLICE; Alle
15,30, nella biblioteca della
Casa valdese, conferenza su
«La figura femminile nel millennio che si chiude (2° parte)», con il dr Giuseppe Ellena.
TORRE PELLICE: All’ospedale, dalle 8,30 alle 11,30,
prelievo collettivo di sangue.
10 dicembre, venerdì
TORRE PELLICE: Al teatro del Forte, alle 21, concerto natalizio «Mille e una nota», con la banda musicale cittadina, accompagnata dal corpo di ballo, ingresso gratuito.
11 dicembre, sabato
PINEROLO; Alle 20,45,
nel tempio valdese, il Gruppo
teatro Angrogna, in collaborazione con la Regione Piemonte, presenta «Fort village».
LUSERNA SAN GIOVANNI: Nella chiesa del Sacro Cuore, alle 21, concerto
del coro femminile «Arcadia»,
diretto dal maestro Mario
Cappellin.
TORRE PELLICE: Dalle
14,30 alle 18, a villa Elisa, pomeriggio natalizio di solidarietà per le opere sociali
delFYwdca-Ucdg.
RORÀ: Alle 20,45, nel
tempio, concerto della corale,
in collaborazione con il Comune, ospite il coro «La roca»
di Cavour. Ingresso libero.
BRICHERASIO; Alle ore
21,15, nella chiesa di Santa
Maria, si conclude il Tacabanda ’99; con ingresso libero si
esibiscono «Alphorn & Baghet», musiche per corno e
cornamusa delle Alpi centrali.
TORINO: Dalle 14,45, alla
sala Eurostar della stazione di
Porta Nuova, il gruppo Verdi
del Parlamento europeo organizza un seminario transfrontaliero italo-francese dal titolo
«Le Alpi prendono il treno», la
montagna tra sviluppo e conservazione. I lavori proseguono domenica dalle ore 9,30.
PINEROLO: Al teatro Incontro, alle 21,15, la «Fondazione sipario Toscana» presenta «I veri uomini sputano
lontano», ingresso lire 15.000,
ridotto 12.000.
12 dicembre, domenica
TORRE PELLICE: Alle
21, al teatro del Forte, replica
del concerto natalizio con banda musicale cittadina e corpo
di ballo. Ingresso gratuito.
13 dicembre, lunedì
TORINO: Alle 17, al Centro valdese di via S. Pio V,
conferenza di Nedelia Tedeschi su «Donne e amori nella
Bibbia».
TORRE PELLICE: Alle
20,45, alla biblioteca del Centro culturale, conversazioni
sul libro «Alcune inquisizioni
su Borges», proposta di Davide Dalmas.
14 dicembre, martedì
TORINO: All’Archivio
storico della Città di Torino,
alle 17, presentazione del volume «Aetatis suae», ritratti
fotografici di Giorgio 19101926, di Francesco Agosti.
LUSERNA SAN GIOVANNI: Alle 21, all’auditorium, sala d’arte, incontro per
amici e simpatizzanti del circolo culturale «Armonia del
verde».
PINEROLO; Alle 21,15,
nella sede dell’associazione
Stranamore, proiezione di
«Voyager», di V. Schlondorf
TORRE PELLICE: Alla
Bottega del possibile, incontro
su «Alcol e casa», informazioni allo 0121-953377.
15 dicembre, mercoledì
TORINO: Alla sala Giolitti
del Centro «Torino incontra»,
alle ore 18, Guido Badino]
dell’Università degli studi di
Torino, parlerà su «Fiumi e laghi malati; come controllare la
situazione».
16 dicembre, giovedì
ANGROGNA: Alla scuola
grande, alle 21, il past. Plato,
ne parlerà su «Il monumento
dei valdesi medievali si Steyr
(Austria), ipotesi di impiantarne una copia al Serre».
17 dicembre, venerdì
TORRE PELLICE: Nella
sede del Cai, alle 21, diapositive e immagini a cura dei soci
sulle attività del 1999.
18 dicembre, sabato
CUMIANA: Nella sala Carena, alle 21,15, va in scena
«Due dozzine di rose scarlatte», con la compagnia «Plausus teatro», ingresso 12.000.
19 dicembre, dom|enica
SAN GIOVANNI: Nel tempio, alle 21, concerto «In dulci
jubilo», la natività in musica
dal Medioevo a oggi.
)ERVIZI
VALLI
CHtSONE - OERMANASCA
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
telefono 167-233111
Guardia farmaceutica:
(turni festivi con orario 8-22)
DOMENICA 12 DICEMBRE
Rinasca: Bertorello - v. Nazionale 22, tei. 800707
VAL PELLICE
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva:
telefono 167-233111
Guardia farmaceutica:
(turni festivi con orario 8-22)
DOMENICA 5 DICEMBRE
Torre Pellice: Internazionale
- Via Arnaud 8, tei. 91374
PINEROLO
Guardia medica:
notturna, prefestiva, festiva;
Ospedale civile, tei. 167-233111
SERVIZIO ELIAMBULANZA
telefono 118
Cinema
BARGE — Il cinema Comunale propone, venerdì 10,
alle 21, The hi-Io country;
sabato 11, alle 21, Resurrection; domenica, ore 16, 18,30
21, lunedì, martedì e giovedì,
ore 21, Destini incrociati.
TORRE PELLICE — H
cinema Trento ha in programma, giovedì 9 e venerdì IO,
ore 21,15, Pazzi din Alabama; sabato 11, ore 20,10 e
22,10, domenica 12. ore 16,
18, 20,10 e 22,10, lunedì 13,
ore 21,15 American pie.
PINEROLO — La multisala Italia ha in programma, alla
sala «2cento», da giovedì.
Tutto su mia madre; feriali
20.15 e 22,20, sabato 20,15 e
22,30, domenica 16,05, 18,10,
20,15, 22,20. Alla sala «-5cento» da venerdì, Blu profondo:
feriali 20,15, 22,20, sabato
20.15 e 22,30, domenica
16,05. 18,10, 20.15 e 22.20.
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Reg. Tribunale di Pinerolo n. 175/60
Resp. ai sensi di legge Piera Egid'
Stampa: La Ghisleriana Mondovì
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VENERDÌ IO DICEMBRE 1999
spieghiamo il significato della critica protestante alla dottrina delle indulgenze
iinmino della spiritualità protestante
è uno sviluppo teologico della sola Chiesa cattolica romana che oggi le ripropone
forzare nel credente la fede nella grazia di Dio e una condotta di vita conseguente
La traduzione protestante della regola «ora et labora»
FULVIO FERRARIO
Secondo Karl Marx, Lutero «ha trasformato i
preti in laici trasformando i
laici in preti»; l’osservazione
intende essere polemica, ma
coglie acutamente una delle
dimensioni essenziali della
Riforma. È vero, infatti, che
quest’ultima sposta il baricentro della vita cristiana dal
convento alla società; ma appunto, si tratta del baricentro
della vita cristiana, cioè dell’esistenza condotta alla luce
della parola di Dio. Interpretare un simile progetto come
pura e semplice «secolarizzazione» 0 «laicizzazione» (come purtroppo accade frequentemente, anche in ambito protestante) è a dir poco
riduttivo. L’idea, al contrario,
è che la parola di Dio deve
permeare Linsieme dell’esistenza sociale. Annunciare
l’Evangelo è compito della
chiesa, ma il contenuto dell'annuncio è che Dio regna
ben al di là dei confini della
chiesa, poiché è il Signore
della storia. Quando Lutero
afferma che il lavoro secolare
ha dignità di culto nel senso
diRom. 12, Iss., non intende
dire (a differenza di certo
protestantesimo) che il culto
dell’uomo e della donna moderni è il lavoro, ma che quest'ultimo è un servizio che tei stiraonia la signoria di Dio
nel mondo.
Si tratta dunque di portare
nella società l’aspirazione alla radicalità cristiana caratteristica del monacheSimo, il
che implica, naturalmente,
una massiccia reinterpretazione. La spiritualità protestante intende essere una traduzione in termini nuovi del
programma ora et labora
’ (prega e lavora), che tradizionalmente sintetizza l’ideale
monastico. Nella visione della Riforma non si tratta di un
progetto per pochi eletti dello spirito, avanguardie del regno di Dio capaci di prestazioni religiose precluse ai
pili; al contrario, occorre
pensare l’ora et labora in mo1 00 che esso possa costituire
I uria proposta praticabile da
lotte e da tutti, senza perdere
nulla della sua serietà. Alla
radice del tentativo c’è la certezza del perdono di Dio in
hesù Cristo, il messaggio dello giustificazione.
La giustificazione per
grazia mediante la fede
La vita cristiana come tale
è possibile perché Dio stesso
ha già compiuto tutto quanto
c’era da compiere per la nostra salvezza. Secondo la Riforma, molti aspetti della spiritualità medievale tradiscono la preoccupazione umana
di legittimarsi di fronte a Dio,
mediante «opere buone» che,
sovente, gli esseri umani
scelgono per conto loro, senza che Dio le comandi, nella
speranza che una via religiosa più «difficile» corrisponda
a maggiori probabilità di salvezza. Si può discutere sulla
corrispondenza o meno di tale critica alle effettive affermazioni della teologia tradizionale, ma l’esistenza di una
logica della salvezza per meriti nella sensibilità religiosa
popolare è un dato di fatto
non solo del Medioevo, ma
anche odierno.
L’annuncio della giustificazione per grazia accolta nella
fede intende eliminare alla
radice un simile equivoco; la
salvezza è puro dono, non
dev’essere meritata perché è
regalata. Essa è gratuita per
noi perché è costata moltissimo a Dio; è costata la vita di
Gesù, offerta una volta per
tutte. Se le cose stanno cosi,
le energie che prima erano
sequestrate dallo sforzo religioso di piacere a Dio e da un
tipo di chiesa spesso organizzata in base a tale programma, si esprimono ora nella
gioia della gratitudine, ricca
di conseguenze a tutti i livelli.
L’«ora et labora protestante»,
se così vogliamo chiamarlo, è
la gioiosa espressione di tale
gratitudine.
La caratteristica
passione biblica
L’Evangelo della grazia non
è recepito una volta per tutte.
La comunità credente non
cessa mai di farlo proprio,
meditandolo giorno e notte
come il giusto del Salmo 1 fa
con la Torah. La passione biblica è forse la caratteristica
più-vistosa della spiritualità
protestante. Naturalmente
non bisogna pensare che nel
Cinquecento tutti i protestanti sapessero leggere e che le
Bibbie circolassero come accade negli ultimi due secoli.
Tuttavia il protestantesimo
porta effettivamente con sé
un potente sforzo di alfabetizzazione e libretti con porzioni
importanti della Bibbia (anzitutto Dieci comandamenti.
Padre Nostro e gruppi di salmi) e relative spiegazioni sono abbondantemente diffusi.
Decisivo, come tutti sanno,
è poi il ruolo della predicazione, tesa a creare una consapevolezza biblica di massa.
Nella tradizione zwingliana e
calvinista (detta in seguito
«riformata») si impone la
prassi di dedicare lunghi cicli
di predicazioni a interi libri
biblici (quella che la tradizione chiama lectio continua): la
comunità entra così in contatto con l’interezza dei testi
e impara a conoscere la Scrittura nel suo insieme. Anche
l’uso luterano di un lezionario, non dissimile da quello
in vigore nella chiesa romana, svolge però la stessa funzione; nel corso dell’«anno liturgico» viene ripercorsa la
storia della salvezza, alla luce
di entrambi i Testamenti.
Infine occorre ricordare i
catechismi; essi costituiscono la traccia di predicazioni e
lezioni, in cui le coordinate
fondamentali della fede cristiana (concentrate da Lutero
in cinque linee di forza; Comandamenti, Credo, Padre
Nostro, Battesimo, Cena del
Signore) vengono diffuse in
tutti gli strati della popolazione. Indottrinamento? La lettura di un catechismo di Lutero o di Calvino basta a far
passare la voglia di usare
questo brutto termine.
La passione protestante
per la Bibbia si dota in seguito di altri strumenti; dal 1731
si pubblicano le Losungen, il
celebre lezionario dei Fratelli
Moravi oggi tradotto in 43
lingue (in Italia lo pubblica
l’editrice Claudiana) e giunto alla 270=“ edizione; l’Ottocento vede la grande epopea
delle Società bibliche che
traducono, stampano e diffondono la Scrittura nei paesi di tradizione cristiana e in
quelli «di missione». La storia del protestantesimo italiano dell’Ottocento coincide in buona misura con
quella della diffusione della
Bibbia e delle sue porzioni.
L’eroe di tale vicenda è il
«colportore», venditore itinerante di Bibbie, sovente
fatto oggetto della violenza
teppista molto spesso aizzata (bisogna pur dirlo) dal clero cattolico. Il clima di passione ecumenica per la Bibbia che viviamo da trent’anni a questa parte deve molto
alla storia che qui abbiamo
brevemente accennato.
La dimensione
della preghiera
La Riforma vuol prendere
sul serio l’esortazione apostolica a pregare «del continuo», come traduce la Riveduta. Lutero pone in appendice al suo Piccolo catechismo preghiere da recitare al
mattino, alla sera, prima e
dopo i pasti; ogni ragazzino è
tenuto a imparare a memoria
il Padre Nostro; la lettura dei
salmi, infine, costituisce una
scuola permanente di preghiera. Anche qui si tratta
deU’«onda lunga» della tradizione monastica, nella sua rilettura evangelica. Il protestantesimo recente (dalTOttocento in poi) sottolinea
molto la dimensione della
spontaneità, della preghiera
detta con parole proprie.
L’idea, evidentemente, non è
ignota alla Riforma; per Lutero, tuttavia, l’uso di formule
non è affatto da disprezzare,
anzi. Quando ü cuore è arido,
quando la mente vuol correre
di qua e di là, quando «non ci
sentiamo» di pregare, l’uso
delle grandi formule della
tradizione si rivela un aiuto
potente. Del resto, la preghiera spontanea esige la disciplina di una formazione,
altrimenti esprime soltanto il
tumulto del cuore umano,
che è certamente una dimensione dell’esperienza di fede
della chiesa, ma non Tunica.
Una espressione fondamentale della preghiera della
chiesa evangelica è il canto.
Nel corale luterano la comunità intera celebra le lodi di
Dio in un clima spirituale di
serena fiducia; il canto dei
salmi, elemento fondamentale della spiritualità monastica, diviene nella tradizione
riformata pane quotidiano
che nutre la fede di chiese sovente perseguitate; la terza
grande espressione della preghiera cantata nel protestantesimo sono gli spiritual dei
neri d’America, che danno
origine al genere musicale
dei gospel song, tuttora vitale.
Lutero nell’atto di predicare
La città delle donne
e degli uomini
Il perdono gratuito di Dio
libera energie che, oltre che
nelTwora» (prega), vengono
investite nel «labora» (lavora), nella costruzione della
città delle donne e degli uomini, di un mondo meno disordinato in cui vivere; la
Riforma crede e insegna che
Dio si rallegra di tale umana
operosità. Le espressioni di
Lutero sul ciabattino e sulla
madre di famiglia, che svolgono con fedeltà il loro compito, rispondendo con ciò alla vocazione di Dio, sono note. Dal principe al contadino,
ognuno riceve da Dio la propria collocazione nella società e in questo la propria
chiamata. Occorre dire che
Lutero ha una concezione
piuttosto statica della società; l’ordinamento sociale
dato, comprese le sue evidenti ingiustizie, tende a volte, nel suo pensiero, a coincidere con l’ordine della creazione. Se Lutero vive e pensa
nella Germania ancora feudale, la tradizione riformata
cresce nelle libere città imperiali, ormai governate dalla
borghesia mercantile e professionale; la passione per la
costruzione della città ordinata e vivibile si coniuga qui
con un forte dinamismo sociale e con lo sviluppo di or
dinamenti giuridici alla base
delTodiema democrazia.
La provocazione
evangelica
Abbiamo cercato di presentare alcune coordinate del
programma di vita che la Riforma ha inteso contrapporre
(perché si è trattato di contrapposizione, e anche dura)
alla religione dell’Anno Santo,
delle indulgenze, della centralità papale. Da allora molte
cose sono certamente cambiate. II cattolicesimo romano
non è più quello di allora, anche se, per la verità, molte
dottrine e pratiche (come appunto le indulgenze), che alcuni ritenevano tacitamente
superate, mostrano la loro tenace persistenza e la centralità del ministero papale è oggi molto più accentuata che al
tempo di Lutero (il quale, ad
esempio, non aveva a che fare
con un papa che si riteneva
«infallibile»). Il protestantesimo, da parte sua, è anch’esso
passato attraverso alterne vicende che ne hanno modificato non pochi connotati.
Ogni volta, tuttavia, in cui la
chiesa protestante ha saputo
essere una provocazione
evangelica, essa ha messo al
centro gli elementi che abbiamo menzionato, che costituiscono la sua promessa anche
all’alba del nuovo secolo.
reazione cristiana neiia vita quotidiana
Un cuito nei tempio valdese di Torino
(foto D’Ottavio-Fracchia)
12
PAG. 8 RIFORMA
Vita Delle Chiese
VENERDÌ 10 DICEMBRf ■
Il prossimo 26 agosto ricorrono i cento anni della chiesa valdese di Aosta
In preparazione del centenario
In attesa dell'evento si stanno svolgendo diverse conferenze e concerti con
commenti biblico-teologici. Un luogo di culto evangelico semplice ma dignitoso
SANDRO DI TOMMASO
IL centenario della chiesa
di me Croix de Ville, in Aosta (sorta per ultima dopo
quella di Courmayeur, ai piedi del Bianco, e di Vléring,
villaggio di Champdepraz in
Bassa Valle di Aosta) che ricorrerà il 26 agosto del 2000,
è da qualche tempo per la
Chiesa valdese di Aosta uno
dei punti importanti di riferimento. I nostri padri e le nostre madri nella fede vollero,
dopo tante speranze, regalare
alla città capoluogo della regione valdostana un luogo di
culto semplice ma dignitoso,
frutto di offerte varie, arricchito da una suppellettile sobria ma di valore.
La chiesa fatta di persone,
che da circa un cinquantennio viveva anche in Aosta radunandosi al secondo piano
dello stabile acquistato dal
pastore Georges Curie per
conto della Tavola, voleva
una chiesa «anche materiale», situata proprio di fronte a
quel monumento eretto a dileggio dell’inventata fuga di
Calvino: testimonianza di un
evangelismo che sapeva sperare in tempi migliori, testimoniando il valore della
Riforma. Ogni domenica, da
cento anni, il tempio si apre
perché Tassemblea dei chiamati si raduni per l’ascolto
della parola, per il canto di
lode, per la confessione di fede, per la confessione di peccato. L’inno 274, cantando il
significato profondo di un
tempio, ci fa capire quale
fosse l’intento di chi volle
lasciarne uno alle generazioni successive: «Riconoscenti
a Dio, cantiamo nel nuovo
tempio del Signor!/ In queste
mura noi vediamo un chiaro
segno del suo amor./ Lodiamo il Nome dell’Eterno che
di sua mano ci formò,/ e nel
volere suo paterno qual popol suo ci radunò».
LFn giornale locale, L’Alpino, erede non fazioso della
grande tradizione nazionale
del liberalismo di quelli che
«avevano fatto l’Italia», pubblicò la notizia dell’inaugurazione della chiesa nel suo numero del 31 agosto 1900: sala
gremita di persone attente e
rispettose; discorso di Matteo
Prochet durante la liturgia
della consacrazione della
chiesa; il sermone è stato tenuto da Teofilo Gay sul testo:
«Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa»,
in cui non mancarono, naturalmente, strali polemici;
preghiera finale di Muston e
canto del Te Deum.
La Chiesa evangelica valdese di Aosta si appresta a celebrare questo centenario con
iniziative particolari: soprattutto concerti con commenti
spirituali (biblico-teologici) e
conferenze. Lo scorso anno il
pastore Giorgio Tourn ha tenuto una conferenza e ha
presieduto il culto; un concerto del «Gruppo musica» di
Luserna ha animato un’altra
serata. Sabato 20 novembre è
stato il turno della corale metodista di Milano che ha presentato un concerto con tutti
testi ispirati alla Scrittura e
alle varie sensibilità della teologia protestante. Il complesso vocale, nato per l’animazione del culto, si è via via
impegnato nell’esecuzione di
musiche di generi ed epoche
diverse, raggiungendo un
buon livello esecutivo; il
complesso vocale è stato accompagnato per la circostanza da un ensemble strumentale (tre trombe, due corni,
basso tuba e dall’organo suonato con eleganza e capacità
coloristiche da Christopher
La facciata delia chiesa valdese di Aosta
Howell) di grande sensibilità
e splendida resa musicale.
Sotto la direzione di Antonio
lannarone (che suona anche
la tromba), coadiuvato da
Canute Ereminaite e da Anna
Aldridge, il coro ha scelto i
brani secondo un percorso
tematico tripartito: tema della Risurrezione (Cristo è risorto di G. F. Haendel; Alleluia
di H. Purcell; Cristo è risorto
di Sally Albrecht e Jay Althou
se, ecc.); tema della fede che
sgorga dalla gratuità del dono
del Risorto (molti inni dell’Innario cristiano, alcuni testi dell’Esercito della Salvezza, e altri ancora); tema della
gratitudine per il dono ricevuto (Gloria in excelsis di Vivaldi; Laudate Dominum di
Mozart, con la splendida voce solista di Elisabetta Paglia
in dialogo con il coro; O creature del Signor, Siam grati a
te. Signor, ecc.). È stato, perciò, relativamente facile per il
sottoscritto commentare i testi in senso biblico, punteggiando il discorso con brevi
annotazioni musicali, tanto
che il pastore Marchetti, intervenendo alla fine, ha potuto dire che il coro e il pubblico presente (evangelico e cattolico) avevano partecipato a
un culto.
La comunità di St-Etienne,
con cui da anni i valdesi valdostani hanno instaurato
rapporti ecumenici, ha messo a disposizione la sua chiesa per questo splendido concerto, che era stato preparato
da mesi e annunciato nei
giorni precedenti dalla pagina locale de La Stampa e dal
T3 locale. Come i padri e le
madri nella fede vollero rendere visibile la loro testimonianza, così oggi cerchiamo
di fare anche noi: in fondo il
concerto è stato un veicolo di
evangelizzazione in un luogo
dove vige da anni un dialogo
ecumenico che non nega le
diversità ma le condivide,
cercando un cammino che
porti tutti verso l’unico centro che è il Signore Gesù.
Scicli: rinnovati i locali della scuola materna
Una nuova stagione con la direzione laica
Dopo due giorni di pioggia,
anche il sole ha baciato la
nuova Opera diaconale metodista. Lunedì 22 novembre
i rinnovati locali della scuola
materna di Scicli hanno aperto i cancelli al nuovo corso, a 40 bambini vocianti, a
genitori felici, alle autorità
cittadine, agli anonimi passanti. Il moderatore della Tavola valdese, Gianni Rostan,
il past. Valdo Benecchi, presidente deU’Opcemi, il presidente della Ced, il sovrintendente del circuito, il piccolo
Andrea Ollearo con i genitori
pastori Davide e Daniela, si
sono confusi nella folla, festeggiati e ringraziati, per
avere voluto che questa piccola opera metodista vivesse
e continuasse l’impegno sociale intrapreso nel 1967 dal
past. Schirò e proseguito nel
tempo dai vari pastori succedutisi nella direzione.
Oggi la direzione è «laica».
Teresella Mania, figlia di questa scuola, con vent’anni di
volontariato sulle spalle, ha
accettato la sfida in nome del
Cristo che da sempre ha servito. La gioia, la felicità, la
forza di questa piccola donna
hanno trasformato in breve
tempo il clima della scuola.
Sinceramente si pensava che
i tanti pastori e le innumerevoli persone con cui Teresella
ha collaborato in tanti anni
fossero più ricettivi e si stringessero alla sorella per dimostrarle quel calore che impregna l’evangelo. Ma tutto ciò,
ormai, sembra relegato a un
passato in cui si piangeva o si
gioiva «insieme»; in cui i sostantivi «fratelli e sorelle» assumevano un significato vero
ed evangelico. Oggi forse
quei sostantivi hanno perso
di valore. Oggi sono «gli altri»
che gioiscono, che apprezzano, che si meravigliano per la
visibilità degli interventi
dell’otto per mille, che affidano 1 loro figli, certi dell’impegno e della serietà di questa
struttura.
Un ringraziamento è d’obbligo inviarlo alle mamme
degli alunni, che hanno voluto assumersi e condurre l’organizzazione di questa giornata. Un augurio doveroso di
Festa a Scicli per i’inaugurazione delia scuoia
mo. Un grazie alle autorità
locali, al moderatore, al presidente Benecchi, che hanno
reso questa giornata impor
cuore va inviato al nuovo Comitato appena insediato e
presieduto da Angela Scifo e
al nuovo Consiglio di chiesa
presieduto da Mimma Paler
tante per tutti.
Chiesa battista di via Passalacqua
Torino: l'ultimo saluto
alla sorella Maria Esposito
ANNAMARIA CASANOVA
FRANCO CASANOVA
IL 17 novembre il Signore
ba chiamato a sé Maria
Esposito vedova Saccomani,
di 94 anni, da circa 50 membro della Chiesa battista di
via Passalacqua a Torino. La
sorella Maria è stata moglie
del pastore Bruno Saccomani, ancora ricordato con molta ammirazione da chi ha
avuto il privilegio di conoscerlo. È umano che la morte
di Maria abbia lasciato un
vuoto straordinario nella
chiesa e in quanti hanno avuto modo di conoscerla e apprezzarne la gioiosa vitalità.
E stata nostra coinquilina per
oltre dieci anni ed è naturale
che ora ci manchi anche come amica, oltre che come sorella in fede.
Maria era una delle ultime
colonne viventi della chiesa,
quasi un’istituzione. È incredibile come si possa occupa
re un posto significativo nella comunità dei credenti pur
senza pronunciare una sola
parola in assemblea, senza
mai esprimere una preghiera
a voce alta. Maria è passata
in silenzio, ha dato una silenziosa testimonianza di fede, è partita in silenzio, quasi
in punta di piedi, senza dare
fastidio, secondo il suo stile.
In silenzio, certo, eppure
sempre presente con la sua
gioia di vivere, il suo canto
armonioso, la sua fede innocente e trasparente, la sua
disponibilità nel momento
del bisogno. Come non ringraziare Dio per un dono così prezioso?
Ai figli Myriam, Edda e Ennio con le rispettive famiglie
vanno il nostro conforto e la
nostra solidarietà. Afflitti,
certo, ma convinti che «né
morte né vita potranno separarci dall’amore di Dio che è
in Cristo Gesù, nostro Signore» (Romani 8,39).
Chiesa battista di Firenze
Pubblico giovane e coinvoltilo^^
per il Florence Gosplel
PASQUALE lACOBINO
LTRE 200 persone han
no partecipato il 21 novembre scorso alla serata gospel con il maestro Nehemiah
Brown e i 30 componenti del
suo Florence Gospel Choir. La
chiesa battista di Firenze è
stata invasa da un pubblico
giovane ed entusiasta. Al 95%
è un pubblico di «esterni» al
piccolo mondo evangelico.
Colori vivaci dipingono gli
abiti da sera delle coriste e
fanno tendenza anche nel
look dei ragazzi e delle ragazze in sala. È il concerto del
Ringraziamento (riferito all’americano «giorno del ringraziamento») che Nehemiah
offre annualmente alla città
di Firenze. In città c’è il vertice dei grandi e la città è militarizzata. Bill Clinton è a due
passi, ma l’America nera
qui, nella First baptist Ckuli
di Firenze. Quando coming
no a cantare Edna Mas«
Marietta Harris, ospiti speJ
della serata, sembra di p' ’
bare di colpo nel film w
Blues Brothers con B ' '
«Siamo in missione per com,
di Dio!». Manca solo Arefc
Franklin, quella di Or/eJ
one faith, one baptism (un|
gnore, una fede, un battesi.
mo) che oltre ad un verseli,
biblico è il titolo di un suo c,.
lebre album da vivo registat,
in una chiesa battista nem
pensieri volano e la temper,,
tura del concerto sale. Il pq|,.
blico si alza, ondeggiaci,
sponde a ritmo, si emozióm
applaude. Eveiyday is a daji
thanksgiving, si canta co,
Brown; già, tutti i giorni so»
giorni di ringraziamento.
Cronache
ANGROGNA — L’Assemblea di chiesa di novembre, dopo avere ascoltato la relazione sui lavori del Sinodo fatta dalla deputata Marina Bertin, ha chiesto al Concistoro di intensificare le occasioni di incontro sia su temi che riguardano!,
vita della chiesa sia su temi biblici e teologici e di distribuire anche alle famiglie non valdesi la circolare di Natale, È
una piccola risposta alla riflessione sulla evangelizzazione
e sulla testimonianza attiva che la chiesa è chiamata,
compiere. In risposta alla linea dell’assemblea di cliiesaè
iniziata una serie di «Incontri alla Scuola grande del capoluogo di Angrogna». La prima serata ha riguardato i progetti relativi allo sviluppo delle strutture ricettive valdesi, viste
dalla prospettiva della Rocciaglia di Pradeltorno, ha raccolto un uditorio non numeroso, ma molto partecipe. Sii
Rocciaglia, inserita nel neonato coordinamento delle stnit
ture ricettive, che ha come capofila la Csd, e sulle struttati
ecclesiastiche di Pradeltorno, tempio e Collegio dei baibt
è in corso di studio un progetto che non solo mira aU’ade-I
guarnente strutturale degli stabili, ma anche un loro ste-j sjpopefa
tamento più idoneo alle richieste di gruppi e visitatori, hi pmsso il n
serata è stata animata dal pastore Taglierò e dalla architetta Monica Godino dell’Ufficio tecnico della Tavola valdese, liss
• Una bella giornata comunitaria ha riunito i bambini deli
scuole domenicali di Pinerolo, graditi ospiti, e quelli dito
grogna. Un vivace culto, centrato sul racconto del diluviot
del patto di Dìo reso esplicito dall’arcobaleno, ha caratterizzato l’incontro, che si è prolungato poi in giochi e inatti-l Mnl-Ività di animazione. Un grazie al gruppo delle monitriciet IVIClv
dei monitori per il faticoso, ma proficuo, lavoro compiuto.
• E deceduta la sorella Lidia Chiavia ved. Sappé. La conninità si è riunita numerosa per esprimere la sua simpatii
cristiana ai famigliari e per ascoltare l’annuncio del Sali®
119: «Questo mi è di conforto nell’afflizione, che la tuapsrola mi fa vivere».
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TORINO — Sabato 27 novembre l’Evangelo della risurreziow
è stato annunciato al funerale di Geoffrey Kpekpena, capitano di marina ganaense di soli 49 anni morto di ictust
membro della Christian Fellowship che si riunisce nei locili della (Chiesa valdese di Torino. Geoffrey Kpekpena et,
clandestino in Italia, per cui ha ricevuto dal nostro par®
un funerale «di terza classe» (come si diceva una volta),
8 di un gelido mattino. Ma non era clandestino né perilSt
gnore né per la sua chiesa, che ha partecipato con più dw
metà dei suoi membri alle esequie.
PRAMOLLO — Si ringraziano i predicatori locali Flavio Micci*
Daniel Noffke per i culti tenuti.
baga
PINEROLO — Insolito e suggestivo il battesimo nel temp>®
14 rioyembre. Non sono rari nella nostra chiesa né i battf
simi di bambini né quelli di adulti. Questa volta se ne
avuti due contemporaneamente, quello della piccola O!
lotta Ippolito e (quello della mamma, Paola Dentuto,
1 assemblea ha chiesto al Signore di proteggerle.
• In occasione della Giornata del predicatore locale hapf
sieduto il culto il fratello Sergio N. Turtulici che ringrazi*'
mo per il suo messaggio.
SAN SECONDO — La comunità è stata allietata dalla nascita^
Giorgia Paschetto di Luciano e Simona Magnetti. Un
augurio ai genitori e un caloroso benvenuto alla
• Np11;1 Qaln ___...z J 1_:
Nella sala atti-vità sono stati ultimati i lavori di sostituz
ne delle finestre: il Concistoro ringrazia vivamente tu
volontari per la loro disponibilità.
— Domenica 1° novembre è stata —
Aisha Binta Agli; il 28 novembre è stato battezzato Uw*^
to Perassi di Marco e Nadia Poèt. Vivi auguri anche 3
sella Taglierò per la sua l’ammissione in chiesa. „,,3
• Si s()no svolti i funerali di Alice Poét ved. Bonjout, i»
Chiavia e Augusto Charbonnier.
0J_trg 20 fBgliQ commerciali ed evangeliche trasmetfon*|
in tutta Italia dal lunedì al venerdì una serie compl^tu
meditazioni delia Parola di Dio, dalla Genesi all’Apocalisse(Per una lista completa delle frequenze, consultare H '
Internet http://blbbia.lombardia.com o contattare CR^Ì
CRC - Centro di Radiodiffusione Cristiana
Casella Postale, 14 - 20050 Macherio MI
tei 039-2010343; fax 039-2012520
E-mail: mailto:crcrcb@tin.it-Web: http://bibbia.lombardia.cobi
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Idee e idei
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A colloquio con Vera Marziale
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MARTA D'AURIA_______
t 12 luglio scorso ha preso
avvio il progetto «Azione
comune», realizzato in Italia
con il finanziamento della
fnmmissione europea e del
Mistero deirinterno. Quesw programma offre accoclienza, orientamento e assidenza all’integrazione ai profughi provenienti dal Kosovo
cdairarea balcanica presso
strutture messe a disposizioue da dodici diversi enti, or«anizzazioni e associazioni,
rocui il Servizio rifugiati e
migranti (Srm) della Fcei.
Rientra nel progetto «Azione
comune» il Centro evangelico
lottista di Rocca di Papa (Roi; Vera Marziale, direttrice
del Centro, condivide con i
lettori di Riforma alcuni pensieri su questa esperienza.
«Attualmente ospitiamo 40
tosovari, tra cui ci sono ben
quindici bambini: nove sono
¡n età scolastica, cinque più
piccoli e un neonato. Oltre
all’assistenza alloggiativa
rientra nel progetto anche
l’organizzazione di corsi di
italiano, distinti per diversi live!, che vengono proposti ai
profiighi due volte a settimana. Secondo gli auspici del
Srm, il Centro si avvale del sostegno delle chiese locali, il
cui coinvolgimento non si limita alla raccolta di vestiario
e di giocattoli per i più piccoli. Ad esempio Monica Cascione, del gruppo giovanile
della chiesa di Albano, fa lezioni di italiano ai più piccoli,
mentre Marco Salustri, della
chiesa di Fontana di Papa, dà
Sia sua disponibilità nei trasporti. Inoltre è molto preziosa l'opera di volontariato che
juaiuii. uj pfU55Q q nostro Centro stana architet-,
a valdese, SK-.;- '
no svolgendo Claudia e Beatrice Lupi, studentesse in teologia alla Facoltà valdese a
Roma, e Miria Di Giovanni,
assistente sanitaria proveniente dalla Chiesa dei Fratelli di Pescara.
Certamente vi sono momenti faticosi. Tra i kosovari,
ad esempio, abbiamo avuto
persone non vedenti, donne
che dovevano partorire o ricevere visite mediche di controllo. Attualmente abbiamo
una malata terminale che fa
chemioterapia presso un centro specializzato. Ma vi sono
anche momenti che incoraggiano a non stancarsi e andare avanti. È stato infatti possibile inserire i bambini nella
scuola materna, elementare e
media, ottenendo che fosse
rispettata la loro diversità
culturale. Ci siamo adoperati
perché a scuola non solo non
fossero obbligati a fare l’ora
di religione, che diventerà
per i piccoli un’ulteriore ora
di italiano, ma anche che a
mensa non fosse preparata
loro carne di maiale.
Certo il racconto delle loro
drammatiche storie di esodo,
di persone care perse ci lascia silenti. I segni della guerra sono ancora vivi e l’avvenire che si prospetta loro è
tutt’altro che roseo. Ricordo
che quando in paese c’è stata
una festa con i fuochi di artificio, i nostri amici si sono
messi a piangere, a strillare
perché pensavano che in
quella zona fosse cominciato
un bombardamento. A volte i
piccoli kosovari ci regalano
un sorriso, è questo che ci dà
la forza di continuare il servizio di accoglienza agli ultimi
a cui, come figli e figlie di
Dio, siamo stati chiamati».
abinideie.
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ÌonSlMettere anche i canti nei
ompiuto.
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Campo giovani a Bethel
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nascita^
. Uncai»
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nte tuta’
Si terrà dal 27 dicembre
al 3 gennaio il campo giovani internazionale intitolato
"Canti per il Duemila». Stianto per lasciarci alle spalle il
secondo millennio dell’era
eristiana e per entrare nel
terzo. Tempo di bilanci e di
progetti. Tempo di «fare i baSngli»: che cosa vogliamo
portare con noi nel nuovo
nuilennio, e non solo per noi,
nta anche per coloro che verranno dopo di noi? C’è chi
pensa ai molti tesori della nanna, della scienza e dell’arte:
protette, know-how,
ee e ideali, quadri, sculture,
ostruzioni, libri, poesie,
e canti.
. ^ rnnanità ha sempre canto. E non solo l’umanità,
a anche molti animali, e il
Wo, e le acque del mare e
Z solo nel millen
bj . ®fo per chiudersi abla j|JJ^,*rriparato a trasmettere
r- . .oa e il canto alle genetoni successive, e insieme
musica e il canto un
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Ìo° L. 10.000
sostl°. 1- 20.000
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(donne e uomini, popoli, modi di pensare, di sentire, di
credere e di vivere distanti secoli nel tempo e decine di
migliaia di chilometri nello
spazio) più della musica, e in
particolare del canto. Sempre
più spesso capita di innamorarsi di un altro popolo, di
un’altra storia, di un’altra lingua e cultura trasportati da
melodie e voci diverse.
Per questo i canti sono forse la cosa più preziosa da
portare con sé in un millennio nel quale ci auguriamo,
per tutto il mondo, grandi
passi avanti verso la giustizia,
la pace e l’amore del regno di
Dio che ci viene incontro. E
non solo per questo, ma anche perché nulla più del canto (di gioia e di lode, ma anche di dolore e di protesta)
ha saputo e sa esprimere l’attesa, l’esigenza, la speranza
di una nuova reeiltà. La scelta
è praticamente infinita, ma
proveremo insieme a identificare e far nostri alcuni canti
particolarmente significativi
di diverse epoche e tradizioni
(religiose e laiche) che non
vogliamo dimenticare per
farne, insieme con il loro carico di speranza, il nostro
Canzoniere per il 2000.
Coordinatore dello staff
del campo è il past. Jens Sielmann. Quota di partecipazione £ 200.000 pro capite.
Per ulteriori informazioni,
iscrizioni ed eventuali domande di riduzione della
quota rivolgersi al past. Bmno Gabrielli, via XX Settembre 62, 88100 Catanzaro,
tel/fax 0961-728045, e-mail
brunogab@tin.it
i Vita Delle Chiese ì
Ricordo di un'esperienza personale
Emigrare non è facile
PAG. 9 RIFORMA
ISÉi
GABRIELA LIO
SONO già passati parecchi
mesi dalTinizio dei campi
estivi e dalTinizio dell’estate.
Ora siamo in pieno autunno
che stenta a farsi sentire, così
come silenziosamente una
quarantina di persone trascorrono i loro giorni al Centro evangelico di Rocca di
Papa. Sono profughi di guerra, vengono dal Kosovo, ma
prima di arrivare da noi sono
stati a Qomiso o in alftfi campi profughi. Famiglie con
bambini e bambine che gratuitamente ci offrono la speranza e il sorriso che la vita
continua, che si può sperare
anche dopo aver perso la casa, i cari, e aver girovagato
fra campi e tende, in traghetti, o in gommoni forse clandestini, portati da noi nei bus
delle forze dell’ordine, con
ciò che hanno potuto raccogliere in questi mesi. Non sono arrivati con le valigie degli
emigranti, quelle dei miei ricordi legati al Tango, solo
buste di plastica, quelle
grandi nere. Nelle stanze del
Centro si sono creati le loro
singole case: una sedia, un
Kosovo: documenti delle vittime
Arzano
Corso di
teologia
ANTONIO SALVATO
SABATO 20 novembre a
Napoli, nella chiesa battista di Arzano, si è concluso il
corso di teologia organizzato daU’Associazione delle
chiese battiste del Napoletano (Aben) in collaborazione
con il Dipartimento di teologia delTLFcefei. Per tre settimane un gruppo di predicatori locali, monitori e monitrici delle scuole domenicali
e animatori di gruppo ha partecipato agli incontri che
hanno avuto come tema: «La
comunicazione del messaggio evangelico». I lavori sono
iniziati il 5 e 6 novembre con
una breve esposizione del
pastore Italo Benedetti sugli
elementi fondamentali dell’esegesi e su come bisogna
porsi davanti al testo biblico
per organizzare una predicazione. Il 12 e 13 novembre è
intervenuto il pastore Sergio
Tattoli che, partendo dall’esegesi di due racconti delTAntico Testamento «Caino e
Abele: l’eziologia della violenza» (Genesi 4, 1-17) e «La
creazione: un testo polemico» (Genesi 1, l-24a), ha coinvolto i presenti nella dinamica dell’interpretazione biblica offrendo loro degli
spunti per una meditazione
comune dei testi suddetti.
Nell’incontro di chiusura
Tattoli ha illustrato alcuni
esempi di esegesi narrativa
da rivolgere ai bambini delle
scuole domenicali. Molto
gradito è stato anche l’intervento del maestro Carlo Leila
sul ruolo e l’importanza della
musica nella liturgia.
biscottino: così offrono ospitalità mettendo come sottofondo della musica kosovara. Hanno voglia di fare,
ma da dove si inizia!
Ritornano alla mia mente
ricordi sul mio arrivo, sulla
mia situazione di immigrante clandestina giunta in Italia
per amore. È una situazione
completamente diversa, lo
so, e certamente le loro difficoltà sono ancora maggiori.
Ricordo quando venivo invitata a parlare sulla problematica delTimmigrazione.
Mentre le altre donne o uomini dicevano di essere arrivati in Italia a causa della
guerra, della farne, per aiutare i loro parenti nei paesi
d’origine, io con imbarazzo,
dicevo semplicemente che
ero arrivata per amore. Troppo privilegiata: un amore,
subito ho trovato un contesto che mi ha accolto entusiasta di conoscere una donna che veniva dal paese di
Borges, di Soriano, del Che e
poi una chiesa, dei lavoretti
trovati subito, e una grande
disponibilità di comunicare
e ascoltarmi.
Tutto questo queste persone non hanno: non sono venute inseguendo un amore,
bensì per guerra e distruzione, non hanno nessun contesto, anzi si chiede loro di costruirlo da soli. Ma come si
fa? La mano dovrebbe essere
stesa per aiutarli a fare i primi
piccoli passi, offrire loro un
lavoro e poi dire: vai, cammina. Per capire cosa vuol dire
essere emigrante bisogna vivere questa condizione. Ma
anche imparare ad essere
emigranti non è facile, soprattutto se ciò che hai sono
soltanto dei vestiti usati e due
biscotti da offrire. Peccato
che siano sempre poche le
persone a cui offrire i biscotti.
Pozzuoli
Il fratello
Luigi Tafuto
La Chiesa battista di Pozzuoli ha salutato con commozione, mercoledì 17 novembre, il fratello Luigi Tafuto, spentosi dopo una lunga
malattia e complicanze di un
complesso intervento al cuore. Gigi, così veniva affettuosamente chiamato da tutti,
aveva affrontato con straordinaria serenità l’operazione.
Prima di entrare in ospedale,
come usava fare in tante altre occasioni, aveva scritto
una preghiera che è stata poi
letta e commentata durante
il funerale: «Un giorno mi
lancerò verso di te. Io credo,
sì, io credo che un giorno, il
tuo giorno, mi lancerò verso
di te con i miei passi titubanti, con tutte le mie lacrime
nella mano, con questo meraviglioso cuore che mi hai
donato, questo cuore troppo
grande per noi, perché è fatto per te. Un giorno io verrò,
e tu leggerai sul mio volto
tutta la tristezza, tutte le lotte, tutte le sconfitte del cammino della libertà. E vedrai
tutto il mio peccato. Ma io
so, o Dio, che non è poi così
grave il peccato quando siamo davanti a te. Perché è davanti agli uomini che veniamo umiliati. Un giorno, il tuo
giorno, o Dio, verrò verso di
te e nella vera esplosione
della mia risurrezione saprò
finalmente che la tenerezza
sei tu, che la mia libertà sei
ancora tu. Verrò verso di te, o
Dio e tu mi darai il tuo volto.
Ti porterò il grido che viene
dalla notte dei tempi, “Padre
ha cercato di essere uomo,
ed ecco: sono il tuo figliuolo!”. Amen».
Agenda
10 dicembre
SONDRIO —Alle ore 21, al Centro evangelico di cultura
(via Malta 16), il pastore Fulvio Ferrarlo parla sul tema:
«Le indulgenze e la critica protestante».
11 dicembre
BERGAMO — Alle ore 17,30, al Centro culturale protestante (via T. Tasso, 55), Pietro Zappalà presenta il tema:
«L’“Oratorio di Natale” di J. S. Bach fra parodia, e simbolismo musicale e retorica degli affetti» con ascolti musicali.
NAPOLI —Alle 19, nella sala Maria Cristina del monastero di Santa Chiara, l’associazione «Oltre il chiostro» e la
Chiesa battista di via Feria organizzano un concerto liturgico d’avvento «Sogno di una notte di fine secolo» con il
coro «Ipharadisi» diretto dal m.o Carlo Leila.
12 dicembre
ROMA — Alle 16, nella sede di via Giusti 12, il Sae organizza un incontro su: «Convergenza sull’uomo del dialogo interreligioso?» con Riccardo Venturini, buddista, e Mohaddes M. Reza e Jaya Murthy. Modera il teologo Carlo Molari.
13 dicembre
ALESSANDRIA — Alle 20,30, al salone teatro di via Mazzini
85, il Centro culturale protestante organizza una raccolta di
firme per la campagna «Jubilee 2000», con interventi musicali a cura della Chiesa awentista del 7° giorno e teatrali con
il gruppo «La Parola è viva» delle Assemblee dei Fratelli.
MILANO —Alle ore 18, in via Ghiberti 29, il Sae organizza
un incontro con il prof, don Roberto Vignolo sul tema: «Il
Nuovo Testamento legge le Scritture».
TORINO — Alle ore 17, nella sala valdese di via S. Pio V 15
(I p.), per il ciclo «La donna nella Bibbia e nelTebraismo»,
Nedelia Tedeschi parla su: «Donne e amori nella Bibbia».
14 dicembre
BOLOGNA — Alle ore 20,45 il Gruppo biblico interconfessionale (via Venezian 1) propone un incontro su Ecclesiaste 9-12 a cura di Giancarla Mattéuzzi.
18 dicembre
MILANO — Alle ore 9,30, nel salone della Chiesa metodista (via Porro Lambertenghi 28), il pastore Fulvio Ferrarlo
conduce un incontro per predicatori locali sul tema: «Il
linguaggio della predicazione».
26 dicembre -2 gennaio
VELLETRI — Al Centro di Ecumene si tiene il campo invernale su: «Albania 2000: Stato e legalità». Costo per persona
£ 300.000 (costo giornaliero £ 50.000). Le iscrizioni si ricevono via fax (06-9633947) o e-mail (ecumene@allnet.it).
Radio e teievisione
CULTO EVANGELICO: ogni domenica mattina alle 7,27 sul
primo programma radiofonico della Rai, predicazione e
notizie dal mondo evangelico italiano ed estero, appuntamenti e commenti di attualità.
PROTESTANTESIMO: rubrica televisiva di Raidue a cura
della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, trasmessa a domeniche alterne alle 23,50 circa e, in replica, il
lunedì della settimana seguente alle ore 9,30 circa. Domenica 12 dicembre (replica lunedì 20) andrà in onda: «“E sarà
per voi un Giubileo”: dibattito in studio con Amos Luzzatto,
Daniele Garrone, mons. Piero Coda, Maria Sbaffi Girardet».
COMMISSIONE SINODALE
PER LA DIACONIA
ORIENTAMENTO PROFESSIONALE
DIPLOMA UNIVERSITARIO DI INFERMIERE PROFESSIONALE
A livello nazionale sta crescendo l’emergenza infermieri, che rischia di creare gravi problemi nell’erogazione dei servizi sanitari e
assistenziali nei prossimi anni.
La normativa sulla formazione professionale ha assegnato la competenza all’università, con la conseguente chiusura delle scuole infermieri gestite direttamente dagli ospedali.
Nelle valli valdesi la carenza di personale infermieristico residente in zona viene particolarmente sentita dopo la chiusura della
scuola di Pinerolo. Pochi sono i/le giovani del nostro territorio che
si iscrivono al corso di diploma universitario a Torino, per cui le
difficoltà odierne non potranno che crescere in futuro per gli ospedali e gli istituti assistenziali evangelici qui presenti.
Per favorire il contatto tra giovani e mondo del lavoro in una professione di cosi elevato contenuto di servizio al prossimo che soffre,
la Cds promuove le seguenti azioni:
• informazioni ai/alle giovani che sono interessati a seguire corsi
di diploma universitario in ambito sanitario;
• perìodi di volontariato e tirocinio propedeutico aiia sceita di
frequentare corsi di formazione in ambito sanitario, da svoigersi presso istituti evangelici della zona;
• forme di sostegno (quali borse di studio, prestiti d’onore) per la
frequenza del triennio formativo, tramite fondi destinati a questo scopo da Associazioni di amici e Fondazioni che operano
nel settore socio-sanitario.
• il corso di diploma si riferisce all’anno 1999-2000;
• il volontariato propedeutico si svolge in collaborazione con
l’Associazione evangelica di volontariato e può iniziare in qualsiasi momento dell’anno;
• le forme di sostegno possono essere erogate anche per studenti
già iscritti all’anno accademico in corso.
Le persone interessate possono telefonare allo 0121-953122, chiedendo della segreteria della Cds.
La Commissione sinodale per la diaconia
14
PAG. 10 RIFORMA
■ÄÄi
Dopo 30 anni
Piera Egidi
Ci sono date listate a lutto nel nostro cuore. Ci sono
eventi che non vorremmo mai ricordare. Né tantomeno ricordare come una piaga aperta, un lutto che non si rimargina perché le vittime invoctmo ancora la terrena giustizia.
12 dicembre 1969, piazza Fontana: un orrore che ritorna intatto, trent’anni dopo. Quante generazioni sono passate, in trent’anni? Tante, se è vero che come notano alcuni psicologi e sociologi, al ritmo di cinque anni in cinque anni mutano le condizioni di esperienza, linguaggio,
modo di seritire, condivisione di una generazione. Chi è
nato allora è oggi giovane uomo, giovane donna ormai
adulti, e nulla sa di un mondo di speranza e desiderio di
rinnovamento, le lotte del movimento degli studenti, e
poi quelle degli operai a cui la prima delle assurde e brutali violenze contro innocenti nei misteri d’Italia ha opposto U ghigno della distruzione.
Sedici morti, una decina di feriti in quella strage che
inaugurò il vortice di sangue della «strategia della tensione», una catena di processi senza esito, come senza esito
sono stati l’impegno dei tanti comitati di cittadini, i, cortei, le inte^ellanze, le lotte dei parenti delle vittime, i fiumi di inchiostro, libri e repiortage giornalistici, j’accuse di
intellettuali, inchieste, raccolte di firme. E intanto famiglie distrutte, bambini cresciuti senza un padre o una
madre, e senza neanche sapere il perché. Un trentennio
si è aperto allora, drammatico e torbido, segnato dal sangue e percorso da altre terribili stragi, dalla presenza terroristica, dai sequestri e dagli assassini mafiosi, da atten
tati e bombe: tutto o quasi insoluto.
Il caso Dreyfus, che tanto fece discutere la generazione
degli Zola e dei Proust, infinitamente meno grave negli
esiti collettivi, è.stato sciolto in soli dodici anni, tra il 1894
e Ü 1906, anni che pure hanno costituito uno scandalo
per le coscieixze democratiche e civili dell’Europa di allora, tanto che i nostri giovani lo trovano ricordato nei libri
di testo, o immergendosi nelle infinite diatribe che contrassegnano Ü tessuto culturale di tante pagine della Recherche proustiana, con le discussioni appassionate tra
«innocentisti» e «colpevolisti». Ma la Francia è stata la
grande patria dei pensiero illuminato e della rivoluzione
della borghesia sulle fatiscenti strutture ultramillenarie
del feud^esimo. Il nostro paese ha avuto una storia diversa, più complessa e più sventurata, l’unificazione nazionale conta soltanto un centinaio di anni, e un breve
inizio di democrazia parlamentare è subito stato inabissato nella dittatura fascista, potendosi esprimere compiutamente soltanto a partire dal secondo dopoguerra.
Cinquant’anni in tutto. Non c’è da stupirsi che potessimo
essere ancora terreno fertile, nella nostra fragilità, per le
opposte scorribande di forze del mondo diviso in blocchi, il
mondo della guerra fredda. Non c’è da stupirsi, amaramente, che in tale sovranità limitata su nessuna delle stragi e
dei misteri d’Italia sia stata fatta ancora piena luce. C’è una
sorda, ringhiante forza sotterranea di odio e di violenza cieca e barbara che percorre la nostra storia recente. Una forza
che riemerge, distrugge e ricatta ad ogni svolta della storia.
C’è da stupirsi, invece, che l’insieme del nostro popolo continui a lavorare e a impegnarsi, a mantenere una solidarietà
dei cuori e degli intenti. Qualsiasi altro popolo si sarebbe
già potuto sfasciare nella sua tenuta democratica.
E c’è da stupirsi inoltre che magistrati fedeli al loro compito, umili eroi del nostro tempo, continuino silenziosamente, dopo ancora trent’anni da quella prima strage, a ricercare la verità. Un immane lavoro, nonostante depistaggi, documenti spariti, imputati che si involano e che adesso, nel febbraio del 2000, permetterà di far iniziare un
nuovo processo. Mentre il teatrino della politica, che rischia di diventare grottesco, se non tragico circo, segnala
ancora forsennati attacchi al principio costituzionale della
divisione dei poteri, base ineliminabile di ogni democrazia, e alla funzione necessaria e ineludibile dell’autonomia
della magistratura, il nostro popolo, migliore forse di chi
ha'eletto a rappresentarlo, continua a lavorare e a sperare.
In tante attese di rinnovamento spirituale per il millennio
che viene, questo di avere finalmente verità e giustizia per
tante vittime innocenti dev’essere ancora un terreno di
TORINO: Via S. Pio V, 15 -10125 Torino tei. 011/655278 - fax 011/657542 e-mail: redaz@riforma.it; NAPOLI: Via Foria, 93-80137 Napoli - tei. 081/291185 - fax 081/291175, e-mail riforma.na@mbox.nelway.it; PINEROLO: Via dei Mille, 1 -10064 Pinerolo tei. 0121/371238 - fax 0121/323831, e-mail: edipro@tpellice.it;
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Tourn. COLLABORANO: Luca Benecchi, Alberto Bragaglia, Avernino Di Croce,
Paolo Fabbri, Fulvio Ferrarlo, Giuseppe Ficara, Pawel Gajewski, Giorgio GardioI,
Maurizio Girolami, Pasquale lacobino, Milena Martinat, Carmelina Maurizio, Luca
Negro, Luisa Nini, Nicola Pantaleo, Emmanuele Paschetto, Gian Paolo Ricco, Fulvio Rocco, Marco Rostan, Mirella Scorsonelli, Florence Vinti, Raffaele Volpe
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Partecipazioni: mm/colonna £ 1.800. Economici: a parola £ 1.000.
Riforma è il nuovo titolo della testata La Luce registrata dal Tribunale di Pinerolo con il n. 176 del 1® gennaio 1951. Le modifiche
sono state registrate il 5 marzo 1993.
Il numero 47 del 3 dicembre 1999 è stato spedito dall’Ufficio CMP
Nord di Torino, via Cebrosa 5, mercoledì l'dicembre 1999.
1996
Associato alla
Unione stampa
periodica italiana
VENERDÌ 10 DICE^t^p:
^ Un dibattito organizzato dalla rivista «Narcomafie>
Il punto sulle nuove droghe
La ricerca di sensazioni sempre nuove e sempre più forti
è dovuta al vuoto di valori che circonda i giovani
FEDERICA TOURN
HANNO scoperto l’ecstasy. Le pastiglie colorate
che stanno su un dito sono di
nuovo al centro dell’attenzione: in Italia circolano almeno
da una decina d’anni, nelle
discoteche e più di recente
nei rave (ritrovi «illegali» in
capannoni inutilizzati o in
vecchie fabbriche dismesse,
che cominciano verso le due
di notte e vanno avanti fino
all’alba al suono della musica
techno); costano poco e possono avere effetti devastanti,
soprattutto se mescolati ad
alcol 0 altri allucinogeni. I casi di cronaca le hanno portate
di nuovo alla ribalta, con toni
da allarme sociale spesso decisamente sopra le righe. Lo
dicono gli operatori che si occupano del problema delle
droghe quotidianamente e
che, senza sottovalutarlo, cercano di non enfatizzarlo, soprattutto per non alimentare
inutilmente (e pericolosamente) le ansie dei genitori.
«La sensazione è che la vera
emergenza sia soprattutto lo
stupore e l’incapacità di reagire - ha detto a questo proposito Riccardo De Facci, della Cooperativa “Lotta contro
l’emarginazione” di Milano,
intervenuto a un dibattito
sulle “Nuove droghe” organizzato di recente dalla rivista
Narcomafie - l’uso di queste
sostanze è un’evidenza ma
chi ha responsabilità educative ancora non sa trattare l’argomento con i ragazzi».
Allo stupore segue la domanda sul perché si prende
l’ecstasy, e qui le risposte si
moltiplicano, oscillando in
genere dal vago all’azzardato:
i consumatori, spesso occasionali, lo fanno per evadere
da una settimana pesante o
noiosa; oppure, al contrario,
«calano» per sentirsi al centro
di quello che accade, visto che
gli effetti dell’ecstasy sono essenzialmente una sensazione
di maggiore lucidità, forza, e
soprattutto disinvoltura nei
rapporti con gli altri. O ancora, come propone lo psicoanalista Umberto Galimberti,
«perché vivono un nichilismo
completo da cui escono soltanto il sabato sera per una
boccata esistenziale». Come a
dire: visto che la scuola, la famiglia, gli amici, il lavoro non
hanno nulla di significativo da
darmi, punto ogni investimento emotivo sulle sensazioni del sabato notte. Che
importa se sono chimiche, e
se sono pericolose.
La maggior parte dei consumatori, secondo Rita Gailizzi, una delle coordinatrici
del programma «Nuove droghe» del Gruppo Abele, ha la
Il laiio non e pio|)no lecenlissimo. e di due mesi la;
ma ha avuio troppo sctuso
rilievo m Italia. Il Frenilo .Nobel per la pace è stalo assegnalo quest'anno all organi//a/ione -Medici senza
frontiere». Sorta in Francia,
l’organizzazione ha ormai
delle squadre ben formate in
molti paesi d’Europa e America del Nord. Sono medici e
infermieri, uomini e donne,
disposti ad andare volontari
in zone tristi, desolate e dimenticate da tutti, per aiutare le vittime delle catastrofi
naturali, delle barbarie umane e delle epidemie. Questo
premio è un riconoscimento
del fatto che la costruzione
della pace ha bisogno di
molto di più che dell’opera
dei politici: ha bisogno di innumerevoli individui capaci
di portare avanti atti di soli
precisa consapevolezza del
rischio che corre nell’assumere queste sostanze, ma lo
fa ugualmente, per provare
un piacere che la vita quotidiana non dà. E qui, nuove
considerazioni: da un Iato c’è
chi distingue fra gli eroinomani di vent’anni fa (perché?
Forse non ci sono più?), che
si bucavano per autodistruggersi e per il male di vivere in
un mondo che non li capiva,
e gli odierni consumatori di
pastiglie, che del mondo se
ne infischiano, novelli goderecci all’inseguimento di
emozioni violente; dall’altro
c’è chi si cosparge il capo di
cenere sgranando il rosario
dei valori «che non si danno
più ai giovani», inserendo ora
nell’elenco anche il divertimento «sano».
In realtà su questo argomento, che investe questioni
esistenziali e responsabilità
sociali, è molto difficile non
dire quantomeno delle banalità, anche i questa sede, ma
qualche considerazione possiamo arrischiarla. Innanzitutto basta con la separazione
tra «noi» e «loro», dove «loro»
sono i «ragazzi con un problema», e «noi» la «gente normale» che vuole risolvere il
problema; non c’è modo migliore per creare una frattura
e rinsaldare i «loro» nella convinzione che i «noi» non capiscono niente. Frattura forzata
e grossolana, peraltro, visto
che l’ecstasy non lo «mangiano» soltanto i ragazzini preda
degli spacciatori e della logica
del branco, ma anche gli
adulti: sono moltissimi i trentenni che ne fanno uso, e non
è una droga che fa differenza
fra operai e laureati.
E poi, è così urgente stabilire che cosa c’è dietro il desiderio di assunzione di queste
droghe più o meno nuove? O
non sarebbe invece meglio,
insieme a una corretta informazione, puntare sulla riduzione del danno, come fanno
molti gruppi impegnati sul
campo, dal Gruppo Abele alla
Lila, cercando di fornire innanzitutto un’assistenza sanitaria a chi ne fa uso? La voglia
di «sballarsi», per dimenticare
un quotidiano opaco o per
provare sensazioni intense,
non è nata con le pasticche
colorate dei rane, è evidente.
Da sempre l’uomo seleziona e
produce sostanze che riescano ad alterare la sua percezione: dalle bevande alcoliche alle droghe sintetiche e no, e
anche oggi non è affatto detto
che i danni prodotti dall’etilismo e dal consumo indiscriminato di medicinali siano
meno gravi e diffusi (ma ne
siamo meno informati, visto
che si tratta di fiorenti commerci legali, che rendono non
poco anche allo stato).
Da sempre l’essere umano
è irrequieto, insoddisfatto e
cerca sensatezza, felicità e
piacere: in questo non c’è
nessun «noi» e nessun «loro».
Ma il piacere è una cosa
complessa e la questione è
piuttosto come trovare sfogo
alle contraddizioni, ai desideri, specie se irrisolti, alla
fatica di un quotidiano ripetitivo e con sempre meno risorse, senza bruciarsi il cervello con (ma anche senza)
sostanze chimiche.
»1
PIERO bensì
darietà concreta dove c’è stata guerra e odio.
La motivazione del premio
loda «Medici senza frontiere»
per la loro totale indipendenza dalle autorità politiche e
militari, riconoscendo l’importanza degli ideali umanitari e della dignità delle vittime delle guerre. La motivazione dell’accademia del Nobel afferma ancora (cito testualmente) «“Medici senza
frontiere” ha ottenuto il pre
mio per la fedeltà al principio
che tutte le vittime dei disastri, siano essi naturali o provocati dall’uomo, hanno diritto a una assistenza professionale, offerta nel più breve
tempo possibile e con la
massima efficienza. Intervenendo così rapidamente, i
“Medici senza frontiere” attirano l’attenzione della gente
sulle catastrofi umane e denunziandone le cause aiutano in modo diretto a formare
Rapportarsi al quotiddomegna,
essendo indirizzati dallaj lefonate
La ricerca del dialogo, ^ ‘
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nemici». Questa e la stra|
come suggeriva Garrone ifc ¿ggg [¡j,g
l’ultimo servizio, che bisopLigg^j
percorrere senza che chiltpgf jj jgj.
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ma vale anche a Pancevoik ehe per
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ancora lungo ma dove ni oltre. Gra
dei fatti successi nel con‘ sorelle, 1
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solo dipinti perché noJBtevolema
possono dire a parole». Vaki' che non r
casa nostra dove il dialogoi -mi riflette
diversi passa anche attia®; più diffic:
so un vivere la propriafrf'stimonia
facendo sì che sia questadi, ma quel
guidi nelle scelte e nelni;’ ®ore tn
porto con gli altri. Percoi ticato ai
distanti e costellati di inunj chiese,
gini, quelli che ci sonosiÌ Fratern
mostrati, eppure uguali ''^!
biamo visto immagini dia*;
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sentimenti che non riesci#
a manifestare con lavo*
simbolismi che esprinion#
parole quello che chip^
«sente», luoghi che ri
Serg,
no con la loro drammadij
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la diversità o lo spirito^
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ma anche con la loro «a®
abitanti. Sopra tutto,
necessità è di andare o»
cercando di comprendei»
di incontrarsi.
Davide R»*'
un’opinione pubblicaci*
oppone all’arroganza e
abusi del potere».
«Purtroppo - scrive« ;
Morley, responsabìR
gruppo canadese - ij J!*:
lavoro non ha mai nj^
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morire di morbillo er
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no a morire
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Cerchiamo di sostenere*'
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Sierra Leone alle qu#l'
state mozzate le m
piedi, come monito
tri. Tentiamo di aiut
possiamo». «Medici^
frontiere»: un punto lu
so in un mondo di tene
(Rubrica «Un fatto,
mento» della trasmise'
Radiouno «Culto eva^
curata dalla Federazioo
chiese evangeliche i**
andata in onda dorili
dicembre)
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a cura (
Il testo
dal GrL
Sinodo
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derivar!
oggi di!
Vita ste
Riento,
eli prob
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15
Caro direttore, spero che
lai ancora concedermi un
■colissimo spazio, perché
rrei ringraziare pubblica’IS^ente tutti quei pastori,
membri di chiesa e in parti^lare la Chiesa metodista di
al quotidomegna, che con le loro teatidallal lefonate e le loro lettere mi
dialogo b hanno testimoniato la loro
-di colie, amicizia, la loro stima e soI ma dilk prattutto la loro solidarietà
un percT «r il mio intervento sul culto
i' di SCO« della Riforma trasmesso in
ma anck televisione il 31 ottobre scorrnità, Qaa so Cari fratelli e sorelle, mi
esiletena sono veramente commosso
e si potei; per le vostre parole, non di
mitre sei lOtcostanza, ma parole veraone televà mente cristiane, fraterne, pa' ha prò» ' iole che mi hanno fatto sentimntataS re in colpa verso di voi; sono
imbre Ci» veramente dispiaciuto che la
ate realtà« comunicavo che
feldopoc» sarei uscito dal protestantesi3 di vitati mo abbia provocato in voi
liaevansi tanta amarezza... «Siamo
azione li amareggiati», mi avete scritsionereli to. È stata, la mia, una frase
e di unan evidentemente in un
to islamifl momento di sconforto, di destiana dd smarrimento, ma
hiesppH.a con il senno di poi posso rasanche ipd “rare tutti voi che nono
iccompaffl:Ì'>“P^''^^°.“ Riforma e
astoreDé •
^ Uscire dal protestantesimo
rtamentej
ittavia aci
significa per me, almeno per
rerrana*“!®’ dissodarmi da quelle
?! ^iniziative che attualmente
are un oa prese da una parte
lenopeii oda larghissima parte del
omprensii protestantesimo italiano in
nspettodt ecumenico. Grazie a
cercandoi siamo una chiesa libera
idevamos gj dissentire e disia la strai sociarsi nel pieno rispetto
C'®rron?i delle libertà altrui. Infatti da
, che Disoj iniousri anni non predico più
'a rhe ™^er il terrore di influenzare
propnafflfejoprio con la mia predicale a Nazione quei fratelli e sorelle
PancevoI che per tantissimo tempo
democt# hanno avuto la pazienza di
nciliazioilascoltarmi. Non mi dilungo
a dove»'oltre. Grazie ancora, fratelli e
si nel coiij'-isorelle, le vostre parole mi
ssono ess®*hanno dato un conforto riorché nouttevole ma anche molti spunti
arole».VaWchenon mancheranno di farii dialogol(*nii riflettere in questo sempre
che afflai più difficile cammino per tepropriaR'stirnoniare, non noi stessi,
a questa*' ma quel Dio di libertà e di
;e e nelii ®ore troppo spesso dimentri. Perc4beato anche dalle nostre
chiese.
Fraternamente
Sergio Margara - Vercelli
ati di ii
d sono si
; uguali.
aginidi^
10 con 14
ion riese®'
:on lavo»
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le riassuj*|
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spirito
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ndare d
iprender
lavideü®^
Lettere brevi
Chiediamo ai iettori di scriverci lettere di 15-20 righe
dattiloscritte. Grazie
Amici di Riesi
Il 7 novembre abbiamo
partecipato all’incontro annuale con gli «Amici francesi
di Riesi», di cui il past. Gérard
Cadier è presidente. Ogni anno ci fa piacere rivederci a Divenne in Francia e stavolta si
è trattato dell decimo incontro svizzero-francese: ci ha
sempre fatto piacere di rivedere gli amici francesi per
scambiare o condividere i nostri punti di vista. È stata presa la decisione di rivederci in
novembre 2000. Quest’anno,
come ogni anno, abbiamo invitato un membro del Servizio cristiano, in questa occasione la direttrice che non ha
potuto partecipare a causa
malattia della sua bambina.
Abbiamo così discusso a
fondo sulle prossime scadenze del Servizo cristiano di
Riesi e del suo modo di informare gli amici; abbiamo delegato Robert Serfass per venire a Riesi e prendere contatto. Per un sito web ho creato delle pagine su Riesi e indicato dei link su Riforma e
altre attività concernenti associazioni facenti capo alla
chiesa {per esempio TerrEspoir, che vende frutta fresca
dall’Africa) http://www.microclub.ch/~rbleynat
Roberto Bleynat - Svizzera
Un cammino
irreversibile
In troppi interventi su queste colonne e nelle nostre assemblee di chiesa io non riesco a leggere amore. L'accanimento contro la Chiesa
cattolica non mi sembra più
una verace testimonianza
all’Evangelo, nella mitezza e
nella dolcezza, come numerose volte hanno insegnato
gli apostoli (II Corinzi 10, 1;
Calati 5, 22; Colossesi 3, 12; I
Timoteo 6, 11; II Timoteo 2,
24-25; I Pietro 3, 15 pass.). La
rabbia e l’intolleranza non
tengono presente il comandamento dell’amore, evocato
da tutte le grandi religioni.
Gli articoli deWEnchiridion
Indulgentiarum (e in particolare quelli relativi alla Settimana di preghiera per l’unità
dei cristiani) indubbiamente
feriscono al cuore noi evangelici, colpiscono duramente il
valore primario della Riforma
protestante, contraddicono a
tutti i passi avanti compiuti
dalle chiese e dai credenti. Ma
vi è una moltitudine di fratelli
e sorelle cattolici, vi sono sacerdoti e commissioni diocesane, vi sono religiosi e laici
che non condividono le formulazioni giubilar! della curia
romana e ne soffrono con
noi. A tutti costoro noi dobbiamo rispetto e solidarietà. A
iblieaMi
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manifl®. idici sej
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Nella collana «Cinquantapagine» è uscito il n. 16
Procreazione
medicalmente assistita
*cura del «Gruppo di lavoro sui problemi etici posti dalla scienza»
’i?
presentazione di Franca Long
^ 48 pp., Lire 5.000, Euro 2,58 cod. 325
documento presentato
. Gruppo di Lavoro «ad hoc» al
1999’ con lo scopo di av«e la ricerca di un orientamento
®ei tali argomenti. Vengono
'.®'"°otati i temi scottanti che
0 dalle possibilità tecniche,
vita , di intervenire sulla
« f per favorire il concepidi solleva una quantità
^problemi etici posti dalla scien
meiUcititticfiif,
àssislitd
0
m mmeditrioe
Claudiana
VIA PRINCIPE TOMMASO, 1 -10125 TORINO
TEL. 011/658.98.04 - FAX 011/650.43.94 - C.G.P. 20780102
http://www.arpnet.lt/'valdese/claudian.htm
Dei Lettori
PAG. 1 1 RIFORMA
tutti gli altri, forse deboli nella fede e bisognosi di cibo diverso (vedi Romani 14), dobbiamo semplicemente amore. Un amore che, come sappiamo bene, «soffre ogni cosa, crede ogni cosa, spera
ogni cosa, sopporta ogni cosa») (I Corinzi 13, 7) e soprattutto, pur nella trasparenza e
nella chiarezza, non suscita
scandalo (Luca 17, 1-2). Le
nostre irose «esternazioni» e
il nostro rancore non serviranno la causa del Signore.
Il cammino dell’ecumenismo è comunque irreversibile, ci piaccia o meno. Nonostante i non pochi e gravi
ostacoli. Perché è il Signore
che ci vuole «tutti uno» nel
suo nome (Giovanni 17).
Florestana Piccoli Sfredda
Rovereto
La chiesa
siamo noi
Cara sorella, ho letto la tua
lettera su Riforma del 12 novembre. Sono perfettamente
d’accordo, la «chiesa siamo
noi», popolo di credenti in
Cristo Gesù. Ho molte amiche
che fanno parte della Chiesa
cattolica romana, questo da
molti anni, vere credenti con
le quali mi sento in comunione e membro della chiesa
universale di Cristo. Chiese
senza frontiere, che sono una
creazione umana. Non posso
però ignorare che esiste una
chiesa istituzione con la quale
devo dialogare, con sincerità
e amore, ma con chiarezza e
verità evangelica. Si, la verità
è patrimonio solo di Dio. Vogliamo cercarla insieme?
Faccio miei i tre elementi
citati dal fratello Paolo Ricca
su Riforma del 29 ottobre à
pag. 4 nel suo breve articolo
«Le ragioni del Vangelo». Del
resto riporta parole antiche
dette dal grande Agostino alla
chiesa del suo tempo, ma valide anche oggi. Nelle questioni fondamentali, unità; in
quelle non chiare, libertà; in
tutte, amore. Elementi che
sono poi il rifiesso del Vangelo di Gesù. Per me personalmente, cittadina del terzo
millennio, con gli occhi aperti non per sterile polemica
ma per amore, per dovere
verso tutti i fratelli.
Auspico di poter continuare il dialogo, sarebbe un ottimo elemento per continuare
la «Settimana di preghiera»,
perché così com’è concepita
serve a poco, è cosa sterile,
porta poco 0 niente frutto.
Uniamoci nella preghiera a
Dio, nel nome di Gesù Cristo,
con tutte le nostre diversità
che non possono che arricchirci se il nostro dialogo
sarà svolto con agape.
Elena Rollo - Torino
Una lettera da Casa Materna di Portici
Un'oasi di «pace controllata»
FRANCO SOAVE
DOPO le intimidazioni, le minacce, gli attentati, la pace «controllata» è scesa a
Casa Materna: pace controllata da porta
blindata, ma soprattutto da preghiere, da
amicizie antiche, da proteste manifestate
con compostezza e con fermezza. La linea db
gestione intrapresa nel novembre 1997 rion
cambia, senza cedimenti e senza paura, senza compromessi e tentennamenti; tutti uniti
nella consapevolezza di essere in prima linea, di essere in controtendenza, ma di essere nel giusto.
Il gruppo dirigente ha fatto blocco con la
direttrice, con il presidente, con ü Comitato
generale e da queste righe, assieme ai molti
amici, gridiamo la nostra voglia di giustizia.
Magistrati, prefetto, forze dell’ordine, sappiano che noi non molliamo, che esigiamo
la giusta tutela e la giusta condanna.
Casa Materna, la più significativa opera
metodista in Italia, non può morire per mano di qualche pusillanime imbecille che
pensa di far tacere la voce deU’Evangelo sparando o incendiando. A questi beceri noi ci
opponiamo con la forza intelligente della
preghiera, dell’unione, della vita vissuta secondo i principi del vivere civile. Condanniamo quindi chi, in qualsiasi forma, usa e
sfrutta persone o cose altrui a danno della
privata proprietà 0 della pubblica utilità.
Ringraziamo quindi le chiese evangeliche
napoletane, la 'Tavola valdese, TOpeemi, il
distretto, le chiese valdesi di Firenze, di Palermo, di Pachino: la Chiesa metodista di
Scicli, i Comitati svizzeri, inglesi, tedeschi,
statunitensi, olandesi e numerosi privati (i
pastori Ferrarlo e Plescan, il sindaco di Portici, tutti i collaboratori di Casa Materna)
per la solidarietà dimostrata. Un grazie affettuoso alla Chiesa battista di Napoli via
Foria, ai pastori Massimo e Anna, all’ospedale Villa Betania, a Casa Mia, al Servizio
cristiano di Riesi, a Monteforte. A tutti costoro diciamo che non li dimenticheremo e
diciamo pure loro che contro la bieca violenza useremo l’arma più consona a noi; il
nome del Cristo. A Luca Baratto, Elisabeth
Löh e Sergio Manna vada il senso di gratitudine per aver saputo mantenere nei binari
tutta la manifestazione.
Un copione
già visto
In una lettera intitolata «Fare i conti col passato», apparsa sul n. del 5 novembre a firma di Lucio Malan, si legge
tra l’altro che se si fosse saputo della presenza di spie italiane assoldate dall’Unione
Sovietica «molte brave persone sarebbero state più prudenti nello schierarsi con il
partito del Kgb». Sentendomi
chiamato in causa tra le «brave persone» di cui sopra, vorrei fare alcune osservazioni e
dare qualche sommesso suggerimento a Lucio Malan.
Questa uscita allo scoperto,
che ha certo il merito di una
sincerità di approccio, si inquadra, mi pare, in una diffusa tendenza di questi ultimi
giorni a rivalutare una fase
politica e sociale, quella del
trionfo del Caf (l’asse CraxiAndreotti-Forlani) degli Anni
Ottanta, che molti nostri connazionali speravano fosse archiviata come un periodo in
cui la corruzione, gli sprechi,
l’assalto ai borsoni dello stato
avevano raggiunto il culmine
della sopportazione.
Qual è dunque il ragionamento di Malan che coincide
in definitiva con quello di
molti esponenti ex socialisti
ed ex democristiani oltre che,
per ragioni ovviamente di
parte, della destra berlusconiana e fìniana? Il Pei riceveva
finanziamenti illeciti dall’Urss
e se poi si pensa alla rete spionistica che in esso allignava
(ma non solo in esso, sembra
dimenticarsi Malan, visto che
il dossier Mitrokhin, vero 0
onfix)
i
12
DICEMBRE 1999
Dialogo
Scoppia la pace tra luterani e Roma. O quasi
Terra santa
Il pellegrinaggio ecumenico del card. Martini
Islam
Il velo della discordia
Politica
E Ruini trovò il suo progetto
Cultura
La nuova storiografia israeliana
Confronti-, una copia lire 8.000; abbonamento annuo lire 65.000;
(sostenitore lire 120.000 con libro in omaggio). Versamento sul ccp 61288007
intestato a coop. Com Nuovi Tempi, via Firenze 38, 00184 Roma.
Chiedete una copia omaggio telefonando allo 06-4820503, fax 4827901,
(indirizzo Internet; Http://hella.stm.it7market/sct/home.htm)
falso che sia, accenna anche a
esponenti socialisti, democristiani e perfino della destra)
occorre rivedere la storia recente e riabilitare le «vittime»
delle persecuzioni comuniste
(?) in Italia.
Un copione già visto. Quello che non funziona in questo
ragionamento è in sostanza
che è altrettanto fazioso e
schematico di quello, supposto tale, che vuole contrastare. Sarebbe fin troppo facile
ricordare ¡’«accanimento» di
alcuni magistrati, anche di
Mani Pulite, contro esponenti
del Pei-Pds e le sentenze in
massima parte assolutorie
che ne sono derivate; resistenza di una pericolosa organizzazione eversiva, la Gladio,
finanziata dalla Cia e formicolante di personaggi anticomunisti e la sua probabile pericolosa propaggine, la P2 a cui
era iscritto, mi pare, anche
Berlusconi; i dollari americani
ai partiti «atlantici» che non
erano, presumo, meno illegali
di quelli sovietici, ecc. Ma di
ciò Malan non fa cenno. E se
lui era troppo giovane o troppo a destra per non partecipare alle manifestazioni degli
Anni Settanta contro la guerra
americana in Vietnam e contro il fascismo di Pinochet in
Cile, oltre che doverosamente
contro gli interventi sovietici
a Budapest e Praga e la repressione di piazza Tienanmen, mi dispiace per lui: ha
perso un’occasione per tradurre in testimonianza concreta l’aspirazione alla libertà,
dignità e uguaglianza che non
Marx, ma il Vangelo ispira originariamente.
Lasci da parte il fratello Ma
lan le spie e i rubli sovietici, e
d’altra parte non mi pare di
buon gusto avere citato con
un anodino «se non lui, altri»,
il nome del pastore Giorgio
Girardet che è sempre stato
un punto di riferimento di ricchezza intellettuale ed etica
del protestantesimo italiano.
Riservi piuttosto le sue energie per questioni come il rinnovato attacco della gerarchia
cattolica alla Costituzione italiana per i finanziamenti alla
scuola privata o la messa in
stato d’accusa di quella magistratura davvero «indipendente» che ha osato processare i potenti, la loro corruzione
e le loro connivenze con la
mafia. E scoprirà dove e perché batte il cuore della maggior parte degli evangelici italiani, e in genere delle «brave
persone», ancorché sedotte
dal Kgb. I conti con la storia
non si fanno con Facrlmonia
delle posizioni pregiudiziali e
c’è una storia, quella presente
che scorre nella nostra vita,
che richiede oggi la nostra
coerenza con i valori che professiamo. Sempre, senza strumentalizzazioni e denunce a
senso unico.
Nicola Pantaleo - Bari
Errata
L’articolo di Luca Anziani
pubblicato a pag. 11 del numero del 3 dicembre, relativo
all’uccisione di un adolescente a Cerignola, ha subito
l’interpolazione di una nota
di servizio redazionale, che
niente ha a che vedere con il
testo. Ce ne scusiamo con
l'autore e con i lettori.
Partecipazioni
RINGRAZIAMENTO
«Questo mi è di conforto,
che la tua parola mi fa vivere»
Salmo 119, 50
Jean-Louis, Denise e Marisa,
nell’impossibilità di farlo singolarmente, esprimono un grazie
affettuoso a tutti coloro che sono stati loro vicini in occasione
della scomparsa della mamma
Lidia Chiavia ved. Sappé
Un particolare grato pensiero
a Paola Grand, Franco e Vilma
Taglierò, Janine, Giovanna e ai
vicini di casa di San Lorenzo e
degli Stallò.
Angrogna, 25 novembre 1999
RINGRAZIAMENTO
«lo sono la resurrezione
e la vita, chi crede in me
anche se muore vivrà!»
Giov. 11,25
La moglie, la figlia e i parenti
tutti del caro
Elio Cogno
commossi, ringraziano sentitamente coloro che hanno partecipato al loro dolore.
Un ringraziamento particolare
ai medici del reparto di rianimazione dell'ospedale civile di Pinerolo e ai pastori Berutti e Pasquet.
Luserna San Giovanni
10 dicembre 1999
RINGRAZIAMENTO
«Ho pazientemente aspettato
l’Eterno, ed egli si è chinato su
di me e ha ascoltato il mio grido»
Salmo 40, 2
I familiari di
Irene Armand Ugon
ved. Davit
riconoscenti, ringraziano coloro
che in vari modi hanno partecipato al loro dolore.
Rivolgono un particolare ringraziamento al pastore Gianni
Genre e a Dario Tron, alla direzione e al personale della Casa
per anziani Miramonti, ai medici
e agli infermieri che hanno curato e a tutte le persone che
hanno circondato d’affetto la loro cara.
vaiar Penice, 26 novembre 1999
16
PAG. 1 2 RIFORMA
VENERDÌ 10 DICEMBRF
In un colloquio con ex dissidenti cechi durante la sua recente visita a Praga
Konrad Raiser chiede un riesame critico della guerra fredda
Il segretario generale del
Consiglio ecumenico delle
chiese (Cec), Konrad Raiser,
ha chiesto un riesame critico
completo degli eventi accaduti durante la guerra fredda.
«Gli orientamenti seguiti dal
Cec durante quegli anni andrebbero interpretati in una
prospettiva nuova, sulla base
di analisi storiche obiettive»,
ha dichiarato nel corso della
sua visita a Praga, durante un
colloquio con ex dissidenti
cechi. Questi ultimi hanno
rimproverato al Cec di aver
mantenuto il silenzio di fronte alle violazioni dei diritti
della persona nella Cecoslovacchia di allora. Anziché
condannare chiaramente le
violazioni dei diritti della persona sotto il regime comunista, come aveva fatto a proposito dell’apartheid in Sud Africa, il Cec ha cercato di stabilire un consenso con gli stati
del blocco dell’Est, ha lamentato il pastore Alfred Kocab,
uno dei firmatari della «Carta
dei 77». Il Cec non ha dato un
segno che dimostrasse la sua
comprensione della posizione dei dissidenti. Il pastore
Kocab ha auspicato che in futuro, il Cec sia «più attento
nel suo giudizio su questioni
controverse come queste e
che ricerchi il dialogo con tutte le parti interessate».
Jan Dus, difensore dei diritti
civili, ha detto che le petizioni
e le informazioni relative alle
persecuzioni politiche inflitte
a pastori sono rimaste senza
eco. Anzi, è stato dato credito
soltanto alle comunicazioni
ufficiali delle autorità ecclesiastiche. In questo senso, il
Cec ha mancato al suo compito: «Per i pastori già esposti
alle pressioni dello stato, l’atteggiamento inflessibile del
Cec è stato un peso in più», ha
aggiunto il pastore Pavel Hlavac. I punti di vista dei dissidenti sono fondamentalmente differenti da quelli del Cec.
Nel frattempo, il Cec ha capito la lezione, ha detto Raiser. Esso intende prendere sul
serio le questioni e le critiche
che gli vengono rivolte, anche
se non condivide certe interpretazioni degli eventi storici.
Si tratta in parte di divergenze
fondamentali nella valutazione e nell’apprezzamento etico
della situazione, del modo in
cui si sarebbe dovuto reagire
a certe sfide. 11 dialogo avviato
dovrebbe essere portato avanti e permettere a tutte le
voci di farsi sentire.
Durante la sua visita nella
Repubblica ceca, dal 17 al 21
novembre scorsi, Raiser ha
incontrato, oltre ai rappresentanti delle chiese membro
del Cec e delle Facoltà di teologia, il primate della Chiesa
cattolica ceca, il cardinale
Miloslav Vlk, nonché rappre
Praga: il monumento a Jan Hus, eretto nel 1915
sentami del ministero della
Cultura. Il presidente della
Repubblica, Vaclav Havel, ha
invitato Raiser a partecipare
al Forum 2000 organizzato
l’anno prossimo a Praga.
D’altra parte, Raiser si è recato al memoriale del villaggio ceco di Lidice, che fu incendiato e completamente distrutto dalle SS per rappresaglia a un attentato commesso
contro il Reichsprotektor aggiunto di Boemia-Moravia,
Reinhard Heydrich. Lidice è
oggi un simbolo di riconciliazione. In questo luogo, gli esseri umani saranno sempre
nuovamente confrontati alla
necessità di risolvere i conflitti nel mondo con mezzi pacifici e non con la violenza, ha
sottolineato Raiser.
Circa la situazione delle
Federazione protestante di Francia
«Sui pericoli di certi Ogm
»
«I delegati alle Assise della Federazione protestante di
Francia, riuniti il 30-31 ottobre 1999, fanno propria la seguente dichiarazione, adottata dal Concistoro superiore
dell’Ecaal [Chiesa della Confessione augustana di Alsazia e
Lorena], il 24 ottobre 1999, sui pericoli di certi Ogm [Organismi geneticamente modificati]: “Ricordiamo che l’essere
umano è stato fatto da Dio non proprietario ma custode e
gestore del creato. Per questo, ci preoccupiamo di alcune
ricerche e manipolazioni nel campo agroalimentare effettuate da grandi imprese multinazionali. Si tratta in particolare dello sviluppo dei semi Tps, chiamati dai media Terminator. Questi semi hanno la particolarità di vedere la loro
capacità di germinazione bloccata poco prima del raccolto.
Fa conseguenza è l’impossibilità di prelevare semi raccolti
per le ulteriori semine. I paesi poveri rischierebbero di non
avere più i mezzi per comprare semi, se non a caro prezzo.
I rischi di carestia su scala planetaria ne risulterebbero
considerevolmente accresciuti. Riteniamo di dover allertare l’opinione pubblica e di dire la nostra preoccupazione di
fronte a simili derive, contrarie a ogni etica cristiana. Non è
accettabile infatti che interessi puramente economici facciano correre rischi così gravi che minacciano la sopravvivenza di intere popolazioni, in particolare nei paesi più poveri, o addirittura di tutta l’umanità. Non è lecito giocare in
modo così cinico con la natura e con le vite dei nostri fratelli e sorelle. Questo non si concilia né con la giustizia né
con l’amore voluti da Gesù Cristo. Per questo chiamiamo
alla massima vigilanza di fronte ad ogni deriva scientifica
che rischia di mettere in pericolo ciò che Dio ci affida’’».
(Raccomandazione approvata in occasione delle Assise
della Federazione protestante di Francia svoltesi a Versailles)
chiese nella Repubblica ceca,
Raiser ha detto che esse sono
chiaramente consapevoli di
trovarsi in una «situazione
marginale» nel loro paese diventato «campo di missione».
Raiser si è dichiarato impressionato dai grossi sforzi che
le chiese portano avanti per
scoprire nuovi modi di essere
chiesa nella società contemporanea, per presentarsi nella vita pubblica e trovare una
soluzione appropriata alla
questione dei rapporti tra
chiesa e stato. In questa prospettiva, il Cec cercherà di
mettere le chiese ceche in
contatto con altre chiese che
si trovano in situazioni analoghe, affinché si possano
scambiare le esperienze.
La Repubblica ceca è tra i
paesi più fortemente secolarizzati dell’ex blocco dell’Est.
Oltre metà della popolazione
è senza confessione. Secondo
le cifre ufficiali, il 40% della
popolazione è membro della
Chiesa cattolica romana. I
membri delle chiese non cattoliche rappresentano complessivamente meno del 5%
della popolazione. I ministri
di culto continuano ad essere
pagati dallo stato.
Secondo Raiser, la situazione dei rapporti ecumenici inCechia è positiva. I principali
responsabili di chiese mostrano un’apertura evidente
al dialogo. E alla base esiste
un impegno ecumenico molto forte. E incoraggiante vedere che in molti posti, con
l’accordo e l’appoggio dei responsabili ecclesiastici, vengono intraprese azioni concrete per superare le divisioni confessionali. Raiser ha
sottolineato che il Cec intende «sostenere e promuovere
questo processo». (Cec info)
Appello dal Colloquio di Bangkofc
Bisogna rispettare la sovranità
economica dei paesi poveri
I partecipanti al Colloquio
internazionale sulle conseguenze della mondializzazione in Asia hanno chiesto
alle istituzioni economiche
mondiali di «rispettare la sovranità economica dei paesi». Per l’economista Nicole
Bullard, membro del gruppo
«Focus on thè global South»,
di Bangkok, la mondializzazione equivale a una «diminuzione» della sovranità dei
governi. Il Colloquio, svoltosi
dal 12 al 15 novembre scorsi
a Bangkok e organizzato dall’Alleanza riformata mondiale (Arm) e dal Consiglio ecumenico delle chiese (Cec),
ha inoltre esortato l’Organizzazione mondiale del commercio (Omc), organismo
che negozia le regole del
commercio internazionale, a
«imporre una moratoria sull’espansione futura», nell’attesa di una valutazione generale delle conseguenze
delle sue politiche nei confronti dei paesi in via di sviluppo. Questo appello interviene in un momento cruciale per l’Omc che ha appena iniziato a Seattle un’importante riunione sulla politica commerciale.
Per molti partecipanti, 1’
Omc è dominata dai paesi
ricchi. Il Colloquio ha sottolineato che l’Omc «applica due
misure di politica, ingiusta
per i poveri e i paesi in via di
sviluppo i quali hanno poco
da dire» rispetto alla elaborazione delle politiche e delle
decisioni dell’Omc. Tale accusa è stata ripresa nella dichiarazione di uno dei sei
gruppi di lavoro, quello incaricato di esaminare gli effetti
deirOmc sui paesi in via di
sviluppo. «Le politiche di liberalizzazione del commercio» deU’Omc, sottolinea la
dichiarazione, hanno portato
al rafforzamento dell’impoverimento e delle disuguaglianze nella distribuzione
dei redditi, alla banalizzazio
ne del lavoro temporaneo al
la «femminizzazione» délià
povertà, all’aumento della
voro e dello sfruttamento dei
bambini, alla distruzione
dell’ambiente e alle sue conseguenze drammatiche sulla
salute e sulla vita dei poveri
delle zone rurali.
Un altro gruppo, incaricato di esaminare il ruolo della
Bartea mondiale e del fondo
monetario internazionale
(Fmi), ha anch’esso emesso
una serie di critiche e lamentato le intenzioni nascoste
delle forze di mondializzazione. «Siete andati oltre
quello che vi era stato richiesto», è scritto in una dichiarazione indirizzata alla Banca mondiale e al Fmi, che
sottolinea che in partenza
queste istituzioni erano state
create per aiutare i paesi a
far fronte al deficit della bilancia dei pagamenti e alla
mancanza di capitali per
progetti di sviluppo.
Queste istituzioni però, anziché attenersi a questo molo
di assistenza, si «comportano
oggi da padroni», e non esitano a ingerirsi nelle politiche
nazionali, non rispettando
neanche le Dichiarazioni dei
diritti umani. «Il Fmi esercita
grosse pressioni sul nostro
governo perché cambi la nostra costituzione affinché gli
stranieri possano comprare
delle terre», ha lamentato
Virgilio Vio Esguerra, delle Filippine. Intervistato dall’
agenzia Eni, Esguerra, che lavora presso l’Istituto sociopastorale di Manila, ha fatto
notare che queste «richieste»
del Fmi non hanno nulla a
che vedere con la crisi economica che sta attraversando
l’Asia: «È dominio economico», ha detto. I partecipanti
hanno chiesto all’Arm e al
Cec di trasmettere le conclusioni del Colloquio alla Banca
mondiale e al Fmi. (eni)
«Ra
peto: ì
dine Í
gnore
A Filadelfia, quinta città degli Usa
Eletto un sindaco avventista
Un avventista, John F. Street, è stato eletto il 2 novembre scorso sindaco di Filadelfia, la quinta città degli Usa.
Laureato presso l’Oakwood
College e la Tempie University Law School, Street occupa una delle posizioni più
elevate mai raggiunte da un
avventista negli Usa.
Street, 56 anni, ha fatto
parte del Consiglio comunale di Filadelfia per 19 anni.
Nella città balneare di Pattaya, a 150 km a sud di Bangkok, l'unico turismo è quello del sesso
Thailandia: l'impegno delle chiese contro la grande piaga del turismo sessuale
La minuscola comunità
cristiana che vive in Thailandia (200.000 persone su 63
milioni di abitanti) è in prima fila nella campagna lanciata contro la prostituzione
che sta dilagando nella città
balneare di Pattaya, a 150
chilometri a sud di Bangkok.
La Chiesa protestante del
Cristo e la Chiesa cattolica
romana gestiscono diversi
centri a Pattaya per aiutare le
prostitute e prostituti ad abbandonare il mestiere e per
impedire a bambini di essere
trascinati in quell’ambiente.
«A Pattaya tutti vendono sesso. E nessuno se ne vergogna», dice indignata Piangta
Chumnoi, una presbiteriana
che gestisce il progetto della
Chiesa del Cristo.
La maggior parte dei 18
bambini, tra i 3 e i 15 anni,
accolti in quel Centro sono
bambini di prostituti/e o
bambini abbandonati dai loro genitori. I centri «Sorgente
di vita» gestiti dalle suore del
Buon pastore e gli orfanotrofi diretti dai Padri redentoristi svolgono una parte importante nella lotta contro il
turismo del sesso, molto fiorente attorno agli alberghi situati lungo la spiaggia di Pattaya. «Pattaya è una città
speciale - spiega Piangta
Chumnoi -. Certo la prostituzione, sia maschile che
femminile, dilaga a Bangkok
e a Chiang Mai. Ma qui, a
Pattaya, il turismo significa
solo turismo del sesso».
Anche se oltre il 25 per
cento degli otto milioni di
turisti che vengono in Thai
landia ogni anno visitano
Pattaya, il numero di turisti
donne è insignificante, fa
notare la responsabile di
un’agenzia di viaggi. Anche
se la cifra esatta di coloro
che lavorano nell’industria
del sesso a Pattaya non è disponibile per ovvi motivi,
circa la metà dei 200.000 abitanti di Pattaya non sono
originari della città ma è
gente venuta da fuori per lavorare nel commercio del
sesso. La popolazione della
città «raddoppia» durante
l’inverno, quando i turisti
occidentali (per lo più uomini di una certa età) fuggono i
rigori del freddo del proprio
paese per venire a godere
temperature più clementi e i
«piaceri» di Pattaya.
Per questo, migliaia di gio
vani donne e di adolescenti
lasciano i villaggi poveri del
nord della Thailandia per venire a trovare un «impiego facile» a Pattaya. Si fanno venire anche donne e ragazze dai
paesi vicini (Myanmar, Cambogia e Vietnam) per lavorare
nei sex-shop, senza contare
le centinaia che passeggiano
nelle vie di Pattaya e «adescano» apertamente i turisti.
Secondo le informazioni
fornite dall’Ecpat (movimento di lotta contro la prostituzione dei bambini nel
turismo in Asia), con sede a
Bangkok, il reddito annuo
del «commercio del sesso» illegale in Thailandia, basato
su stime di almeno 200.000
lavoratori nell’industria del
sesso (di cui 25% di bambini), ammonta a circa 54 mi
liardi di baht (2,2 miliardi di
dollari). Joan Gormley, suora
del Buon pastore, che lavora
nel centro «Sorgente di vita»,
dichiara che questo commercio del sesso è «enorme»
a Pattaya. «Facciamo tutto
quello che possiamo per
proteggere i bambini vulnerabili da quell’ingranaggio
del vizio - spiega suor Gormley -. L’atmosfera dei quartieri poveri è incancrenita
dal traffico di droghe e dalla
prostituzione. Prepariamo i
bambini per la scuola, suscitando in loro la sete del sapere e l’amore della vita». È
l’unico modo, sottolinea
questa religiosa irlandese
che parla correntemente il
thai, «di impedire ai bambini
di cadere nel ciclo infernale
della prostituzione». (eni)
gli ultimi sei nella veste di
presidente. Ex insegnante,
Street dice di essersi avvicinato alla vita attiva della comunità perché convinto di
usare la propria istruzione
per aiutare gli altri. «Ho avuto questa preparazione nell’Oakwood College avventista che ha rappresentato
molto per me nella mia vitadice Street -. Mi è sempre
stato insegnato, e ne sono
convinto, che la mia responsabilità è quella di vivere una
vita di servizio». Street ricot"
da la guida spirituale che na
ricevuto dalla sua famigh^ ®
dalla chiesa come una del e
influenze maggiori n®**®
vita. «La maggior parte degl
impegni che ho derivati
dalla mia esperienza relig><>
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E una «persona spei
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