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DELLE VAilT VALDESI
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(tor'n^ì .. to:ì:ì~ rri-i.::
Settimanale
della Chiesa Valdese
"Gettate lungi da voi tutte le vostre trasgressioni per le quali avete peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo,,.
Spedi^. abb. posule - II Gruppo I TORRE PELLICE - 21 Giugno 1957 I
Cambio d’indirizzo Lire 40,— I Ammin. Claudiana Torre Peflice - C.CJ. 2-17557 |
Anno LXXXVII - N. 25
Una copia L, 30
ABBONAMENTI
}£co: L, l.OOO per l’interno
L. 1.500 per l’estero
Eco e La Lucei L. 1.500 per l’interno
L. 2.000 per l’estero
Il maltempo in Piemonte
Vaste zone della pianura piemontese e, in modo speciale, le valli alpine sono state sottoposte al maltempo con conseguenze addirittura disastrose. Le continue pioggie hanno
ingrossato i torrenti, provocato frane e erosioni, allagato i campi, distrutto abitazioni. Si sta facendo il
bilancio della situazione ed esso appare molto grave, in certe zone Veramente tragico. Il nubifragio ha
prodotto danni immensi, non tutti
riparabili; comunque, per restaurare
le rovine occorreranno mesi di lavoro e imponenti aiuti finanziari.
iJelle nostre valli la più colpita è
indubbiamente quella del Pellice;
non tanto a causa delle inondazioni
qu.ìiilo a causa della grandine che
ha ilagellato la campagna danneggiando o distruggendo i raccolti in
un periodo particolarmente importante dell’anno. Vari ponti sul Pellice sono stati danneggiati o travolti
daì!.i piena. del torrente. Nella Val
Gemianasca, un tratto di strada carros/i bile nel pressi di Villa di Prali
è stato totalmente asportato e vari
praU dell’alta valle sono scomparsi.
M.i altrove, i violenti nubifragi hanno prodotto danni ancora maggiori,
tna delle zone più colpite è quella
della Valle di Susa, dove la Dora ha
scav.ito nuovi letti e i torrenti alpini
hantio travolto ogni ostacolo. Le strade del Monginevro e del Moncenisio,
spe< ahílente la prima, sono interrotte ii.i frane per centinaia di metri.
Le comunicazioni ferroviarie con la
Fraat-ia sono pure interrotte, perchè
la ìuria del torrente Chianocco ha
distrutto 300 metri della linea Torino Modane. Il Colle Sestriere à isolalo; bloccate o allagate sono Cesana
♦e Bussoleno. Due grandi cotonifici*
sono fermi a Bussoleno e a Borgone.
Tre sono le grosse interruzioni in
Val (Uiisone; una a Mentoulles, un’altra a Fenestrelle, l’ultima a Pragelato. Si>!io i punti in cui il Chisone ha
cozzalo contro la massicciata fino a
farla sprofondare e trascinarla con
sè nei gorghi nerastri.
Il Cuneese recherà per lungo tempo i segni di un disastro che si è abbattuto sulle sue valli, rovinando
un’economia già precaria. Nelle Valli Varaita, Maira e Stura di Demonte sono crollati i ponti e scomparsi
chilometri di strade; in certi paesi,
isolati e minacciati, i rifornimenti e
i medicinali sono giunti soltanto con
gli elicotteri. E nella fertile pianura
di Saluzzo e Savigliano i raccolti del
grano, della vite e dei foraggi -sono
seriamente compromessi.
Grave il quadro anche nella Valle
d’Aosta dove bO ponti sono stati asportati, 20 chilometri di strade regionali e 40 di strade comunali sono da rifare.
Per esaminare ia grave uivaazio.ie
di molte Valli piemontesi, ha avuto
luogo a Torino una riunione di
parlamentari, 6 presidenti di provincia, 10 tecnici, 4 presidenti di Camere di Commercio ed Enti del Turismo,
oltre ad altre personalità.
Il Presiue oeiia provincia di l«.r.no ha detto ; « Non siamo qui per far
delle parole grosse; ma tutti si rendono Den conto cne la situazione e
Slave». ... .3 ,1
L’assessore ai lavori puboiici della
Valle d'Aosta ha calcolato che i danni assommano a minarai e luczzj,
escludendo da questa dira i uanni ai
raceoiii ed ai privati. Secondo il noti.
Girauuo, i danni suoiti uali’agricoitura nella provincia di Cuneo superano i 20 miliardi; il grano avrà uà
raccolto di alio mila quintali in meno
dell'anno scorso. iMeila provincia di
Asti i danni soprattutto ai vigneti su
perano i a miliardi. Nella provincia
di forino la situazione si può riassumere così: 18 strade interrotte, senza calcolare quelle statali; molti ponti asportati; 6000 ettari di terreno ab
lagati; danni alle strade provinciali
per 1 miliardo, aile strade statali per
oltre 2 miliardi, aU’agricoltura per
oltre 10 miliardi. La gravità del disastro si ripercuote soprattutto nelle
valli di montagna.
L’assemblea dei parlamentari ha
votato un ordine del giorno in cui:
« constatata la necessità di un provvedimento legislativo urgente di carattere speciale » si delibera di « predisporre immediatamente, in accordo col governo, tutti quei provvedihienti nece.ssari a ristabilire la nor
i,.
malità di vita nelle zone devastate,
sia con ricostruzione di opere pubbliche, sia con adeguata assistenza alle
categorie meno abbienti... ».
Ma, in Italia, da parecchie settiniane il governo vero e proprio è inesistente. Motivi di interesse all’interno dei partiti e d’ordine politico ostacolano ancora (nel momento in
cui scriviamo) la formazione di un
ministero che, comunque, non dovrebbe aver vita lunga a causa delle prossime elezioni.
Le calamità che si sono abbattute
in questi giorni sul Piemonte e altrove esigono l’intervento e la collaborazione del governo. Ma sono anche
per tutti noi motivo di riflessione davanti agli uomini e di fronte a Dio.
Ci sono delle forze più potenti di noi
che ci fanno sperimentare in modo
improvviso e tragico il carattere transitorio e fragile della nostra vita e
dei nostri beni terreni.
L’uomo è sempre « come l’erba che
verdeggia la mattina, la seia è segata e si secca». Nella fragilità della
sua esistenza terrena, Dio lo esorta
a ravvedersi e ad essere umile dinnanzi a Lui. «Io li redimerei», dice
l’Eterno per bocca del profeta Osea.
« ma essi dicono menzogne contro di
me. Essi non gridano a me col cuor
loro, ma si lamentano sui loro letti;
si radunano ansiosi per il grano ed
il vino, e si ribellano a me! »
La parola di Dio si rivolge a tutti
noi : « Seminate secondo la giustizia,
mietete secondo la misericordia, dissodatevi un campo nuovo! Poiché è
tempo di cercare l’Eterno».
Ermanno Rostan.
Per lo studio
della Bibbia
Presentiamo una serie di Com
mentari di libri della Bibbia in
vendita alla Libreria Claudiana
di Torre Pellice:
E, BOSIO: Epistola di S.
Paolo ai Romani L. 500
I e II Epistola di S. Pao-
lo ai Corinzi ' » 500
Epistola ai Tessalonicesi
e ai Calati ‘ » 1.500
Epistola di Giacomo, Pie
tro, Giuda e Giovanni » 1.000
Apocalisse » 1.000
G. DEHN: Il Figlio di Dio
(Commentario del Van-
gelo di Marco) » 650
C. BRUTSCH: Apocalisse » 650
Commento ad un articolo
Y^ n pre^rhicra r Va sofferenza metìiante la fede in Gesù Cristo,
possono ogni rosa.
G. Eliot (1604-90)
®>- .
^ i (leve parlare di più a Dio dei
nostri figli elle non parlare di
Dio ai nostri figli.
L’articolo di fondo del ’’Corriere Alpino” del 13 giugno u. s. è dovuto alla penna del padre G. Scaltriti, presentato a)i lettori come ’’noto e dotto teologo”.
Lo scritto vuol essere una reazione contro « uno stato di confusione ideologica
con la dilagante psicosi di una apertura a
sinistra ». Non entriamo in merito ai giudizi politici di uno scritto che, comunque,
ci è parso ancor più confusionario della
cosidetta ’’confusione ideologica” dell’attuale momento storico. Ma, a certe affermazioni, due parole di commento le dobbiamo pur fare.
L’articolo è di una faziosa veemenza contro tutto ciò che non è cattolico. E, nella
sua 'faziosità, rivela un assolutismo degno
della più rigida mentalità totalitaria. Ad un
certo punto, l’autore se la prende con quei
« poveri erranti » i quali affermano che
« in Francia, in Inghilterra, in Olanda,
nella Germania di Adenauer, in Svezia e
in Norvegia la collaborazione tra cristiani
e socialisti democratici è vasta e feconda ».
Poi, mosso da sacro zelo, così ammonisce
i lettori: « Ma ancora non comprendono
queste nostre caprette saltellanti e riottose,
che i cristiani che nelle suddette nazioni
collahorano col socialismo, sono di un cristianesimo che i cattolici respingono, e i
frutti ottenuti da una tale collaborazione
sono quelli a cui bene si sarebbero adattati
i farisei del popolo eletto; l’eresia del regno puramente terrestre, con il massimo di
benessere, le assicurazioni più varie per
evitare il dolore, e due valvole di sicu
rezza apposte alla cellula della società: il
libero amore e il divorzio. E’ una civiltà
illusoria, che i cattolici non possono accettare, e sulla quale sono già caduti e sempre più cadranno i flagelli di Dio, quali la
prima e la seconda guerra mondiale, con
il progressivo sovversivismo sociale che le
ha accompagnate, e gli altri cataclismi di
natura che la fede ci insegna non doversi
attribuire al caso ».
Che un politicante possa formulare tali
giudizi in sede polemica e con spavalda
sicurezza di sè, non ci sorprende t stupisce,
invece, che un ’’settimanale indipendente”
po.ssa farli suoi con notevole superficialità.
Non c’è bisogno di andare all’estero per
imbattersi nell’eresia ’’del regno puramente terrestre”; e quanto alle conquiste sociali di certi paesi europei, c’è pur qualcosa di più delle due ’’valvole di sicurezza
intraviste da Padre Scaltritti: qualcosa di
più e anche di meglio.
Ultimamente, sotto le severe arcate della
cattedrale di Notre Dame, a Parigi, il card.
Feltin ha detto molte cose giuste. Ha dichiarato che « certe crociate alle quali si
vogliono costringere i eristiani, in nome
d’una pretesa evidenza evangelica o storica, sono sospette e devono essere respinte ».
Ha anche accusato coloro che vogliono
« creare due campi: quello dei buoni e
quello dei cattivi, e pretendono di gettare
in quest’ultimo tutti coloro che rifiutano
di partecipare alle loro crociate ».
Il padre Scaltriti ha qudhosa da imparare dal card. Feltin. it»!
La preghiera di un patriota
Verso Tanno 445 a. C., in Susa,
splendida residenza invernale degli
antichi re. di Persia, viveva un giovane Israelita, la cui figura morale
ha qualche cosa da dire ai giovani
del nostro tempo che si propongono di onorare la loro patria.
Il giovane si chiamava Nehemia,
figlio di Hacalia. E doveva essere istruito, intelligente e distinto nella
sua persona, poiché era stato scelto
per disimpegnare a corte le delicate
funzioni di coppiere del gran re
Artaserse 1“ Lcargimane. Il giovane
ebreo godeva del favore del sovrano e poteva essere fiero della sua
situazione di privilegio fra gli esuli
del suo popolo. Egli avrebbe potuto dire come tanti dicono oggidì:
« La patria è dove si sta bene »! Ma
le notizie ricevute da Gerusalemme
10 rendevano triste in cuor suo: quelli che anticamente erano scampati
alTesilio babilonese e quelli che gi.à
erano ritornati dalla terra straniera
vivevano malamente in una città devastata, divorata dalla discordia e
dall’ingiustizia.
Nehemia decide di tornare in mezzo a loro per aiutarli a risorgere a
nuova vita. Ardua impresa! Ma prima di rivolgere una supplica al potente re dei Persiani, per ottenere il
suo consenso, egli si piega umilmente in ginocchio dinanzi al Re dei re,
invocando dalTEterno la pace del
perdono, il consiglio delTeterna Sa¡)ienza e la forza buona che ritempra
11 coraggio e rimuove gli ostacoli accumulati dagli uomini e dagli elementi sul suo cammino.
La pregliiera di Nehemia, come
ci fu tramandata dalle antiche cronache del libro che porta il suo nome, ci rivela una fede personale,
viva ed ardente, una profonda umiltà dinanzi alla ilivina giustizia ed
un grande nobile amor di patria.
La candida fede della sua infanzia
si era chiarita ed irrobustita attraverso le calamità che avevano col
pito il suo popolo. La fiamma dello
spirito divampava nella sua coscienza, dirigeva i suoi passi fra le insidie e le tentazioni della vita di corti: e temprava il suo carattere per
le future battaglie. I disastri nazionali, che forse avevano fatto vacillare la fede dei padri, gli avevano
invece rivelato le cause vere e profonde di tante calamità, nel rapporto morale che esiste fra la vita degli individui e dei popoli e la giustizia divina rivelantesi nella storia.
Come gli antichi profeti del suo
popolo egli sapeva che il mondo non
è abbandonato alla cupidigia ed alla superbia degli uomini audaci e
senza scrupoli, ma che esso è retto
in modo meraviglioso da una suprema Giustizia che si rijtercuote sui
popoli di epoca in epoca, educandoli nel dolore e guidandoli nella via
del progresso morale. E perciò, prima di parlare al sovrano da cui dipende in qualche modo umano il
buon esito della sua eroica impresa,
Nehemia parla nel segreto all’invisibile Signore del mondo, che può
far concorrere al vero bene del suo
popolo ogni evento storico.
E la sua preghiera non ci rivela
soltanto la fede sicura e la pietà sincera di un uomo che affida la sua
vita alla Divina Onnipotenza, ma pone in primo piano la sua profonda
umiltà di fronte alla maestà dell’Iddio dei Cieli. Già egli sapeva, prima del grande Pascal, che l’uomo
arriva all’ispirazione attraverso Tu
miliazione. Confessando i falli del
suo popolo, dice: « j)0.ccati che noi
abbiamo commessi ctmtro di te; sì
che io e la casa di mio padre abbia
mo commessi! » L’uomo eletto de
stinato a compiere grandi cose ri
mane sempre bambino nel cuore
ma il salmista avverte che « Dio
trae la sua fade dalla bocca dei pie
coli fanciulli », per confondere i su
perbi, e Gesù ammonirà i suoi discepoli a diventare semplici come
fanciulli se vogliono entrare nel regno dei cieli.
Non sempre i credenti sanno essere sinceramente umili nel loro cuore: la troppa sicurezza delle loro
credenze codificate e della loro pietà esteriore li rende spesso spiritualmente orgogliosi e troppo sicuri di
meritare i divini favori. E’ certo più
facile chiamar Dio col nome di Padre che riconoscere la grandezza
della sua potenza e della sua giustizia nel governo del mondo e degli
esseri; è più facile invocarlo come
grande perdonatore che sottoporsi
alla giusta legge di causalità, secondo la quale « l’uomo raccoglie sempre quello che ha seminato ».
La solidarietà nella colpa e nel dolore che ne risulta è il segno distintivo delle anime che hanno vivo il
senso della maestà del divino nelle
cose umane. Chi anela a sentirsi riconciliato con Dio, non pensa soltanto alla propria salvezza, ma tende con tutta la sua forza della sua
volontà di fede a divenire un veicolo attraverso il quale l’amore dell’Eterno possa, fluire per rigenerare il
suo popolo.
L’uomo che cerca umilmente la
benedizione dell’Altissimo dimentica volentieri se stesso per poter meglio servire la collettività umana.
Prima di tutto il savio domanda a
Dio la pace del perdono, poi la luce
della conoscenza che lo rende capace di aiutare gli altri, poi la volontà che dirige il sapere e finalmente
l’amore che ispira, fortifica e purifica quella volontà. Il giovane esule
israelita seppe dimenticare se stesso
e rinunziare al suo benessere personale, per consacrare la sua vita all’ardua missione della restaurazione
economica e spirituale del suo popo.
lo prostrato daUa sventura ed awi
lito dai suoi errori.
Il vero amor di patria non può
andare disgiunto da una fede religiosa ancorata nell’idea di un divino
governo del mondo. Quando Tamor
di patria fa astrazione da un Amore
più grande che abbraccia la terra e
l’Universo, esso diventa esaltazione
di un più vasto egoismo e facilmente
degenera in faziosità di partito.
L’uomo veramente religioso sa sempre includere Tamor di patria in
quello dell’umanità. Ciò che è contrario alTumanità e ad una visione
universale della vita, è il patriottismo esclusivo, passionale, rumoroso, insultante ed astioso, che, sotto
i nomi di nazionalismo e di imperialismo, propugna l’espansione aggressiva ed ingiusta d’una nazione a
detrimento delle altre. Chi ama saggiamente la propria patria sa anche
amar bene la più grande patria che
abbraccia tutta la famiglia umana.
Ed egli prega perchè venga presto
il tempo in cui questa più grande
patria sarà riconosciuta ed onorata
da tutti gli uomini.
Da questa più vasta solidarietà della mente e del cuore può sprigionarsi la fiamma pura dell’eroismo e
del sacrificio. Dimenticare se stessi
per favorire ed accelerare l’evoluzione degli altri significa darsi completamente a Dio, affinchè il suo Regno venga fra le genti di questo nostro mondo e la sua volontà si compia sulla terra come nei cieli infiniti. G. Fr.\ncesco Peyronel
YJ n, imUen se trouvant en ville
s’en fut au culte un dimanche
matin.
Le message n’avait aucune valeur
spirituelle, mais était ponctué par
des ge.stes énergiques. L’indien, un
bon chrétien d’ailleurs, ne fut pas
impre.s.siotmé. Plus tard, quand on
lui demniula s’il avait aimé le sermon, il répondit; « Grand vent,
gros tonnerre, PAS DE PLUIE! ».
2
3 —
L’ECO DELLE TALLI VALDESI
"C'è qualcosa di peggio
che la bomba atomica
Sotto questo titolo è comparso
su « La Stampa » di domenica 9
giugno un articolo di Filippo Sacelli che non può non indurci a pensose riflessioni.
L’autore prende lo spunto dai recenti avvenimenti accaduti in Algeria (attentati, sparatorie, rastrellamenti, eccidi, torture) ed in Francia (dove orecchi mozzi cominciano
a circolare per posta come campioni senza valore) e si domanda con
angoscia dove la nostra umanità stia
andando a finire.
Egli, tuttavia, ci ifiette in guardia contro la facilità che vi è per
noi, persone cosidette- per bene, di
giudicare e di condannare questi fatti dall’alto di una pretesa superiorità farisaica. In questi avvenimenti. tutti noi, vicini o lontani siamo
coinvolti .Diremmo di più: di questi avvenimenti, tutti siamo responsabili ; è svifficiente per esserne convinti esaminare la nostra vita con
le sue invidie, i suoi odii, i suoi rancori, certo ben nascosti nelle pieghe
dell’anima e che non danno luogo,
almeno in apparenza, a conseguenze cosi disastrose soltanto perchè abbiamo paura noi per primi di queste conseguenze stesse per noi.
Sembra davvero impossibile che,
dopo gli orrori della guerra scorsa
e dopo le generali affennazioni ripetute dovunque: « Basta con la
guerra » ! l’umanità si stia di nuovo
incamminando sullo stesso binario
che la porterà al suicidio.
In ogni settore della vita vige per
tutti una incertezza, un’ansia che
scoraggia e deprime. Da noi si mol
tiplicano all’infinito i congressi di
ogni genere con programmi meravi
gl ¡osi, con conclusioni sulle qual
tutti sono d’accordo ed accompagna
te da frenetici applausi. Siamo or
mai in piena inflazione per quanto
riguarda parole come « pace », « giu'
stizia », « libertà » ecc. Da dodici
anni le udiamo pronunziare al ter
mine di ogni discorso e particolar
niente in periodo di campagne elet
torali; all’inizio esse provocavano,
udendole, aneliti di speranza; oggi
esse non provocano o rischiano di
non provocare altro che una sorda
irritazione. Sì, perchè l’uomo della
strada si rende ben conto che da noi
il malcostume politico e gli interessi di partito ed altri elementi ancora sono le piaghe che impediscono
alla nazione di assurgere ad un reale progresso sociale ed economico
non certo raggiungibile con le chiacchiere interminabili dei politicanti
e neppure cogli insulti ed i pugilati
indecorosi dei deputati in Parlamento.
Il Sacchi si domanda verso quale
avvenire noi stiamo camminando.
Egli scrive: « quando ¡Mrlianio della guerra del futuro, siamo abituati
a pensare soltanto ai terrificanti spettacoli della pirotecnica termonucleare. Danzarlo davanti a noi, in una
apocalittica ridda, atomici funghi,
file di razzi che incendiano gli spa
La Parola della Vita
Nuovi cieli e nuova terra
---------- Apocalisse 21 : 1-5 ---------
La settimana scorsa abbiamo dato varie notizie suH’Ungheria. Oggi pubblichiamo per i nostri lettori alcuni pensieri di un sermone del
vescovo riformato ungherese Elenier Gyory, trasmesso per radio in
Ungheria il 24 febbraio, Li abbiamo tratti dal notiziario del Servizio
stampa delle chiese evangeliche ungheresi. Red.
Il primo capitolo della Bibbia descrive la creazione del mondo,
mentre gli ultimi^ due capitoli parlano della nuova creazione dell’universo. Il mondo rinnovato è rappresentato daH’evangelista con l’immagine di una città, chiamata la Nuova Gerusalemme. Gerusalemme significa fondamento di pace. La stessa realtà è espressa dall’immagine
del tabernacolo di Dio in cui Egli vive con gli uomini, i quali sono il
suo popolo. Il peccato non corromperà più i rapporti fra gli uomini e
Dio, fra gli uomini e le nazioni.
Il nostro testo dichiara che nella visione del nuovo mondo « il mate non era più ». Il mare è un simbolo : il simbolo dell’agitazione e del’intimidazione, che separano continenti, paesi, nazioni. Net mondo di
Cristo il mare della separazione, l’odio, le rivalità che abbattono il
prossimo, la mancanza di fraternità non saranno più. L’agitazione dei
popoli e l’opprimente sentimento di paura della razza umana spariranno. Una pace eterna dominerà nei nuovi cieli e nella nuova terra. E
tutto ciò sarà l’opera di Colui il quale siede sul trono e dice : « Ecco, io
fo ogni cosa nuova ». Egli inizia il rinnovamento nell’uomo. L’uomo
rinnovato, pertanto, affronterà il mondo nella compagnia di Cristo. Recherà gioia nella tristezza, luce nelle tenebre, amore nell’odio, pace nelle guerre, fede neU’incertezza, perchè porterà con sè Cristo il quale
creerà ogni cosa nuova. Recherà testimonianza a Cristo con le sue
parole e l’amore di Cristo sarà incarnato nelle sue opere.
Pensate qual vita sarebbe la nostra se, a cominciare da domani,
potessimo lavorare essendo veramente accompagnati da Cristo; se potessimo dire: dimentichiamo le cose che stanno dietro, perdoniamoci
a vicenda, come Cristo ci ha perdonati. Abbiamo noi molte ragioni per
accusarci gli uni gli altri? Pensate un po’, che cosa avverrebbe se le
ferite di Cristo ci accusassero! Ma Cristo non accusa; ci solleva fino
a Lui, ci accarezza e ci perdona. Impariamo ad amarei gli uni gli altri
come Egli ci ha amati. Dobbiamo tutti essere così rinnovati; è l’eterna
volontà di Dio, poiché Egli si serve di uomini rinnovati e pentiti, per
collaboratori suoi nel rinnovamento del mondo.
Gesù Cristo rinnova ogni cosa. In questo « ogni cosa » è inclusa naturalmente la chiesa. La prima tappa del rinnovamento della chiesa è
il suo ritorno al « suo primo amore », in una umile e irrevocabile sottomissione alla guida ed alla volontà di Cristo. Dobbiamo dunque andare
alla scuola di Cristo e imparare che cosa significa « vivere secondo lo
Spìrito e condurci secondo- lo Spirito». C’è una sola via aperta alla
Chiesa: la via della santificazione nella fede e nella carità. Se l’Iddio
misericordioso accetta di usarci al suo servizio per il rinnovamento del
mondo, ciò non può essere che mediante una vita purificata e santificata nella fede e nella carità.
Infine non dobbiamo sapere altro se non Cristo crocifisso e risorto
dai morti. Ci sono ancora molte lagrime, ferite, dolori; ei sono delle
vedove e degli orfani che non hanno trovato amor fraterno e carità;
il peccato e la morte non sono ancora spariti da questo mondo. Ma nè
lagrime, nè dolori, nè miseria, nè peccati potranno render vana la graziadi Dio rivelata in Cristo. Ciò che la Chiesa non può fare da sola,
è fatto dal Signore della Chiesa, che è tale in mezzo a noi, anche adesso, « al servizio degli altri ».
L’evangelizzazione e l’opera di carità, compiuta dalla Chiesa nel
nome e con l’autorità di Cristo, fanno parte del grande compilo di rinnovare il mondo. Ecco ciò che Cristo ci ordina: tutti voi — Chiesa,
cristiani, pastori e fedeli — dovete nascere di nuovo.
Perciò « gettate lungi da voi tutte le trasgressioni per le quali avete
peccato, e fatevi un cuor nuovo e uno spirito nuovo. Convertitevi dunque e vivete! » (Ezechiele 18: 31-32).
ff
zi astrali, mostruosi missili che viaggiano di continente Ui continente e
piombano polverizzando intere citta... E tuttavia, forse ancor piu di
ogni conflagrazione, quello che dovrebbe terrorizzare è il pensiero
delUì scatenarsi infinito degli odi.
Odi teologici, ideologici, razziali.
Ben presto su tutta la terra dilagherebbe una specie di universale guerra civile... Bisogna assolutamente evilare la guerra... perchè, con i nuoti mezzi diventerebbe illimitata la
rovina morale. La guerra atomica
non distruggerebbe soltanto Vuomo,
distruggerebbe Cristo. E’ un rischio
troppo grosso. Bisogna metterci tutti d'accordo, bianchi o neri, ricchi
o poveri, deboli b forti, per non correrlo ».
all’esigenza della nuova nascita
E’ pienamente legittimo che Fili))po Sacchi inviti quelli che egli
chiama « tutti gli uomini di buona
volontà » a mettersi d’accordo per
evitare il peggio che incombe. Ed è
anche coraggioso affrontare la questione radicalmente, senza mezzi termini. Sarà raccolto questo avvertimento, questo invito?
Non ne siamo tanto persuasi. Forse, sarà raccolto così, idealmente,
ma quando si tratterà di tradurre in
atteggiamenti ed in prese di posizione concreti il proprio pensiero e
il proprio sentiniento, i più, come
sempre, si trarrjanno indiètro. Si
tratterebbe in questo caso di essere
dei (( violenti ». secondo la nota parola di Gesù stesso; ma noi Italiani
non siamo violenti; non lo siamo soprattutto contro noi stessi; al rischio
noi preferiamo il molto più comodo
conformismo, magahi brontolando
e maledicendo in sordina; anziché
assumere fino alle estreme conseguenze una precisa responsabilità,
preferiamo affidarla ad una autorità
superiore ed obbedire poi, passivamente, accorgendoci troppo tardi
dei terribili inconvenienti di questo
atteggiamento rinunciatario.
Questo conformismo deteriore
spiega esaurientemente come il fascismo abbia potuto sussistere per
un ventennio tra noi. Chi si è peritato di insorgere è stato messo a tacere con la violenza; la massa impiaurita ha accettato il nuovo stato
di fatto. A] popolo sono stati furbamente dati « panem et circenses » ;
ciò gli è bastato e gli ha anche consentito di passar sopra a tante cose
che non andavano ; ci è voluto la catastrofe militare perchè il fascismo
fosse travolto e in un baleno tutti
0 quasi gli italiani si sono trovati
ad essere sempre stati a antifascisti », molto nel profondo, naturalmente! Lo stesso discorso potrebbe
essere ripetuto per quanto riguarda
1 autoritarismo ecclesiastico clericale che pretende di curare gli interessi religiosi e spirituali d’ogni italiano. Ed anche quji l’italiano delega
al sacerdote la cura della sua anima
e dei suoi interessi spirituali e la
« religione » che è « fede e vita vissuta in conseguenza ed in conformità di questa fede » si stempera e diventa per i più obbedienza formale
ad una serie di precetti.
Gesù Cristo
unico Signore del mondo
L’Italia è stata fatta, sì. Ma gli
Italiani sono ancora da fare. Questa
è la verità. E solo quando essi crederanno nell’Evangelo di Cristo e vivranno in ogni campo le implicazioni della genuinà, autentica fede cristiana cesseranno di essere un popolo di conformisti e diventeranno un
popolo di « responsabili » al quale
davvero nessun politicante potrà pili
far vedere lucciole per lanterne.
Bisogna che nasciate di nuovo »
ha detto Gesù Cristo. Mai come oggi, nell’attuale clima politico, sociale, economico, internazionale,
questa parola è apparsa così véra
con la sua esigenza imprescindibile.
Inutile cambiare le listitiniioni se
l’uomo non è cambiato.
E terminando, vorremmo rassicurare Filippo Sacchi. Egli segnala,
nella chiusa del suo articolo, il pericolo di « distruggere Cristo ». Ma
questo jiericolo, davvero non c’è. Gèsù Cristo è venuto una volta nel mondo « in incognito », rinunziando per
un tempo alla manifestazione della
sua gloria divina; ha abbassato se
stesso prendendo forma di servò, ba
annientato se stesso e si è lasciato
distruggere .sulla croce. Ed i suoi
nemici hanno cantato allora vittoria. La politica dei furbi, dei mestatori, di « coloro che pensavano,
in una tragica buona fede di rendere servizio a Dio crocifiggendo il suo
Figliuolo » sembrò allora avere pieno successo. Ma il giorno di Pasqua
trasformò questo suoces.so in disastro.
Gesù Cristo è e rimane il solo, unico Signore del mondo. E questa
verità, ce la annunzia e ce la conferma soltanto la nostra fede cristiana
la quale resiste ad ogni prova od evidenza contraria. La nostra fede cristiana ci annunzia pure che questi
tempi difficili e gli eventuali tempi
futuri terrificanti dal punto di vista
materiale e morale (tutto quanto è
già previsto dalla Scrittura) non sono altro che lo sfondo sul quale il
Signore stesso apparirà nella sua gloria per giudicare i vivi ed i morti e
per stabilire il suo Regno eterno.
Noi crediamo in questo Regno. Noi
aspettiamo con ansia e con gioia questo Regno. E nell’attesa siamo chiamati a vivere quaggiù nei Regni di
questo mondo quali cittadini del regno di Dio denunziando la falsa politica umana e annunziando la politica di Dio, proclamando al mondo
e segnatamente al nostro popolo la
urgenza della sua conversione a Cristo.
Convertirsi, significa « non conformarsi » alla mentalità di questo
secolo, ma, ripudiando ogni manifesto o latente conformismo, essere
« trasformati mediante il rinnovamento della nostra mente » per conoscere e compiere la volontà di
Dio, la buona, perfetta, accettevole
volontà. AU’apparizione del Signore, nessun conformismo potrà servire; anzi: esso sarà prova lampante
di incredulità. E come increduli i
conformisti saranno essi distrutti.
Non si tratta dunque per noi oggi
di « temere coloro che ucàidono il
corpo ma non possono uccidere l’anima »; si tratta invece di « temere
piuttosto colui che può far perire
ranima ed il corpo nella geenna ».
e. aime.
L’Eglise doit sauvegarder et proclamer la doctrine chrétienne et, elle aussi, descendre dans les profondeurs de l’humanité où s’exprime et
s’incarne l’amour. Il n’y a pas d'Eglise authentique là où l’Evangile
n’est fms annoncé avec fidélité, mais
là non plus où les fidèles ne s’aiment ¡ms ou ne s’unis.sent pas pour
aimer et servir autrui.
Le scatulale, la pierre d’achopitemente sur lesquels buttent .souvent,
et quelquefois d’une manière mortelle pour leur jeune foi, les convertis à Jésus-Christ de date encore
fraîche, c’est le manque d’amour
fraternel manifesté entre les membres du corps de Christ, entre les fidèles de la communauté qui leur
ont pourtant montré le chemin de
la foi. Je pourrais citer de multiples
cas d’Eglises dont les vieilles rognes
familiales ou de coteries entravent
tout développement, annihilent tout
essai d’évangélisation et, au bout de
un certain temps, créent un réel
pourrissement. Ça ne sent pas bon.
comment l’EgUse voudrait-elle attirer, dans ce cas, ceux qui aspirent
à la vérité, à la .sainteté? Je pourrais aligner bietv des noms d’iicinmes qui, déçus après leurs premiers
pas dans la communauté, s’en sont
éloignés, non avec dégoût, mais gardant dans le coeur une très grande
tristesse. Je pense aussi aux jeunes
— aux jeunes de trop de ruts Eglises
— que scandalisent non les divisions
ecclésiastiques auxquelles ils ne comprennent. rien et ne s’intéressent ‘tue
fort peu mais ces divisions inti aines qui témoignent trop directenvm
contre la foi elle-même.
Dans la foi au Christ seul. Dans
l’Eglise, avec Lui, vous trouvcicz
des hommes, de pauvres homme:: —
semblables à vous — qui ont ar int
tout besoin — comme vous — de découvrir leur dénuement, leurs misères... et la grâce, seule puissaioe,
de Dieu. Vous les aimerez — car
vous ne pouvez rien faire de plus efficace — tels qu’ils .sont. Car CInist
vous a aimé tel que vous êtes, et
c’est même à cause de ça qu’il est
mort .sur la croix; preuve que ça
peut coûter cher d’aimer, de vous
aimer. Dans l’Eglise, quand votre
coeur communiera avec celui du
Christ, des âmes humbles, ardentes,
plieuses et fidèles, se révéleront dont
vous n’aviez jamais soupçomié la
présence. A. Mascaux
CAMPI ESTIVI AD A6AP
Per cadetti
Tutti i ragazzi e ragazze della nostra
Chie.sa, dai 13 ai 16 anni, sono vivamente
invitati a partecipare a questo campo appositamente organizzato per loro.
Come ogni anno il Campo offrirà ampie
possibilità di gite, passeggiate, giochi, sport
in modo da assicurare ai nostri ragazzi un
periodo di vacanza e distensione, dopo le
fatiche scolastiche invernali, nella salubre
atmosfera delle nostre- montagne.
Ogni giorno, salvo le giornate dedicate
alle gite, sarà studiato e discusso un problema di vivo interesse anche per i ragazzi, intorno al quale è bene che abbiano le
idee chiare fin dal principio.
Il tema è:
NOI E I CATTOLICI
DI FRONTE ALL’EVANGELO.
11 cotifronto con TEvangelo ci invita alla
umiltà nel giudizio nei rapporti con i nostri fratelli cattolici e, aiutandoci a precisare e chiarire il contenuto della nostra fede, ci chiama alla comprensione della fede
altrui e a distinguere i veri motivi di dissenso, dai falsi.
11 secondo periodo del Campo va dal 24
giugno al 3 luglio.
Ricordare di portare buone scarpe e giacca a vento per ripararsi da piogge eventuali, oltre alià propria Ribbia e quadernetto
per appunti.
Le iscrizioni vanno indirizzate al più
presto alla segreteria di Agape, Frali di
Ferrerò (Torino).
Fer le norme generali di partecipazione
vi rimandiamo al programma a stampa ottenibile dalla stessa Segreteria.
Per unionisti
Anche quest’anno la FUV, in stretta collaborazione con la Direzione
di Agape, organizza ad AGAPE, il
CAMPO UNIONISTI, aperto a tutti
i giovani della Chiesa.
Il Campo avrà luogo dall’l all’ll
Agosto.
Il tema « A colloquio con i nostri
fratelli cattolici » ripropone alla nostra attenzione il problema -sempre
attuale dei nostri rapporti con il Cattolicesimo. Data la nostra situazione
di Chiesa di minoranza in paese -a
maggioranza cattolica, non possiamo
ignorare questo problema che fin dai
primi anni della nostra scuola siamo stati chiamati ad affrontare. Le
soluzioni « polemiche » a cui sono tutt’oggi ancorati tanti evangelici italiani, sono ancora valide? Sono possibili altre impostazioni e soluzioni
del problema? Quali nuovi orienta
menti e ispirazioni possiamo ricevere
da una impostazione « ecumenica »
del problema?
Nello svolgimento del tema distingueremo il Cattolicesimo (nella sua
delineazione dogmatica e politica),
dai Cattolici, gli uomini con cui abbiamo da fare tutti i giorni.
Il programma dettagliato della
giornata al campo sarà inviato a tutti gli iscritti e a chiunque lo richiederà alla Segreteria di Agape (Prali
di Perrero - Torino).
Le iscrizioni vanno fatte al più
presto alla Segreteria di Agape e ad
essa potrete richiedere il programma
generale a stampa dei campi a cui
vi rimandiamo per le norme di partecipazione.
Invitiamo i giovani unionisti a partecipare al Campo. Ricordiamo la
data:
1-11 AGOSTO
3
L’ECO DELLE VALU VALDESI
— S
RIEVOCANDO IL PASSATO
I Valdesi nei “limiti tollerati,,
L’autore di questo articolo e di quello che sarà pubblicato
la settimana prossima, esamina la situazione geografica
e storica delle Valli nei limiti anticamente < tollerati»
L’esercizio pubblico del culto era
consentito ai Valdesi unicamente entro limiti di territorio ben determinati, chiamati ordinariamente « limiti
tollerati ».
Essi erano costituiti dai territori nei
quali era concesso ai Valdesi di abitare e di vivere, e che si {xjssono fissare all’incirca in quel triangolo di
terre comprese, grosso modo, fra il
Penice ed il Chisone ed il tratto di
Alpi Cozie fra il Granerò e la Rognosa del Sestriere, che funge da frontiera fra la Francia e l’Italia, fra il Delfinato ed il Piemonte.
In questo triangolo di terre sono
comprese: a) le Comunità di S. Giovanni, Angrogna, la Torre, Villar,
Bobbio e Rorà, situate tutte nelle valli di Luserna e del Pellice, e comprendenti altrettante Chiese con sette templi permessi, così distribuiti: 3 in
quel di Angrogna, uno per le altre
com:mità della valle, tranne S. Giovanni, ove i Valdesi non potevano
avere alcun tempio e si dovevano raccogli're in quello del Ciabas, su Angrogna; b) le comunità di Inverso
Porte S. Germano, Pramollo, Inverso
Pinas;;a e Pomaretto, situate nella
parte bassa della vai Chisone, o vai
Peroi,'!, ove si trovavano le Chiese di
S. Germano, Pramollo, PomarettoPerosa, con quattro templi: di cui
uno :.i Balmassi, in territorio di San
Gerni uio, uno a Pomaretto (ricostruito al principio del ’700, come del resto
buonii parte degli altri, andati distrutti du-'ante le guerre dal 1686 al 1696),
uno a S. Germano ed uno a Pramollo; cì ie comunità di Bovile, S. Martino, Ri .-ìaretto, Faetto, Traverse, Chiabrano. Maniglia, Massello, Salza, Rodoreiio, Prali, situate nella valle di
S. Martino, o valle della Germanasca,
con le Chiese di: Villasecca, Maniglia-Massello, Prali-Rodoretto, con
sei templi; d) le comunità di Prarostino e Roccapiatta, « luoghi annessi »
0 (i ten e mediate ìì, cioè situate fra le
due vaili (comunità che finirono, un
secolo oiù tardi, a gravitare verso la
valle del Pellice e a considerarsi come ad essa appartenenti), con un tempio a Roccapiatta ed una capanna tollerata a S. Bartolomeo, erettavi nel
1692.
In tutti i predetti luoghi era permesso lesercizio del culto riformato,
tranne a S. Giovanni, ove era consentita sì l’abitazione ai Valdesi, ma
dove era loro vietato l’esercizio del
culto pubblico; donde la necessità per
gli abitanti di avere al Ciabas, sui confini di Angrogna, il loro tempio, fino
al 1808.
Il tentativo effettuato nel Sinodo
del 1709 di aggregare alle Valli le
chiese valdesi del Pragelato, come
già lo erano stato nel passato, quando la valle non era ancora caduta sotto il dominio francese, non ebbe alcuna possibilità di riuscita, per il netto rifiuto del delegato ducale, l’Intendente Gasca, il quale, a nome del
principe sabaudo, che riotterrà quelle
terre in virtù del trattato di Utrecht
(primavera 1713) sottoscrivendo gli
atti di quel Sinodo, accompagnò la
sua firma colla riserva seguente : « dichiariamo detto sinodo esequtorio in
tutti li suoi articoli sovraposti, a riserva del secondo concernente l’intervento de' Particolari di Pragelato,
ïiucd articolo dichiariamo inadmissibile, e nullo, e come tale l’habbiamo
reietto come non compresi d.ti Particolari del Pragelato nella supplica
presentata a S.A.R. dalle Valli, e decretto in seguito ad essa ev.te designato ».
Effìmera fu pure la speranza dei
Valdesi di poter regolarmente considerare come chiesa delle Valli quella
di S. Veruno, d’oltr’Alpi, che al sinodo del 1801 mandò un suo pastore
ed un delegato, per dichiararvi di volersi riunire alla vecchia Chiesa madre: « demandant instamment d’être
considérée comme ne faisant qu’un
seul corps avec la nôtre, et la sup
pliant de vouloir bien lui accordei
tous les secours spirituels qui seront
en son pouvoir » (Sin. 1801, art. 3).
Al di fuori di questi « limiti tollerati », era proibito ai Valdesi l’esercizio del culto pubblico non solo, ma
anche privato, ed in modo generico
perfino l’abitazione fissa, come si può
leggere nell’Editto di Carlo Emanuele I del 25 febbraio 1602 (ed in altri
posteriori) ove si trova la seguente interdizione: « prohibiamo, diffendiamo alli Ministri, et Heretici della pretesa Religione, che non ardiscano ne
presumano di praticare, far congregationi et altri Ministeri} d’Heretici
in qual si voglia città. Terre e luoghi
del dominio nostro fuori dei limiti
gratiosamente tollerati... sotto pena
della vita, e confìscatione de beni »...
Come pure era proibito, sotto le stesse pene, ad ogni persona d’assistere e
d’intervenire fuori dei limiti alle dette
prediche ed esercizi religiosi... sotto
qualsivoglia pretesto.
T. G. Pons.
Alla Scuola Latina
di Pomaretto
Gli scrutini, gli esami di Ammissione e di Licenza sotto il controllo della Commissaria governativa Dott. Renata Bandone, docente nella Scuola
«Valfrè» di Torino hanno avuto l’esito seguente:
Candidati all’ammissione n. 20.
Classe la ammessi: Allemandi Silvana (da Cuneo); Bertalot Dino (Prali); Beux Gustavo (S. Germano Ch.),
Chiurato Giorgio (Pomaretto); Per
rerò Aldo (Pomaretto); Giordano Andreina (S. Germano Ch.); Godino
Erica (S. Secondo); Marcoz Marilena (Prali); Massel Valdo (Chiotti
R.); Poet Ada (Perrero); Ribet Guido (Maniglia); Tron Elvio (Ponte S.
Martino); Tron Ezio (Ponte S. Martino) ; Tron Graziella (Massello) ;
Tron Uva (Ponte S. Martino); Villielm Roberto (Pomaretto).
Promossi alla 2a classe : Avondet
Mara; Chambon Leontina; Costantino Enrico; Ghigo Dino; Lawton Beniamino; Pascal Arnaldo; Peyronel
Odetta; Peyronel Silvio; Rostagno
Adele; Scarano Ide; Tron Edda;
Tron Rolando.
Promossi alla 3« classe: Beux Nadina; Gaydou Nicoletta; Giai-Checco
Franco; Godino Alba; Innocenti Sergio; Menusan Aldo.
Licenziati: Baret Marta; Benech
Fiorina; Coucourde Ugo; Duò Rodolfo; Lo Bue Giovanni; Micol Ettore;
Pelizzaro Paolo; Pons Ettore; Romano Piero; Vinçon Bruno.
1 danni alle strade in Valle Germanasca
n perdurare delle piogge nella Valle
Germanasca ha cominciato a produrre dei
seri danni alle colture ed alla viabilità.
Non parliamo dei ritardi nella costruzione della strada dai Chiotti al Giulber60, il cui tracciato è pressoché finito, ma
che è per il momento ridotta ad un mare
di fango intransitabile che non permette i
successivi lavori del compressore e della
costruzione dei muretti di sostegno, e lasciamo da parte i lavori di asfaltatnra della
strada di Prali, che attendono da oltre un
mese con gran danno alla viabilità costretta ad essere effettuata sulla massicciata, fra
pietroni e buchi innumerevoli. Ma purtroppo danni assai maggiori sono stati segnalati giovedì 13 u. s.-,sulla strada di Prali e su quella di Massello.
Le borgate di Prali sono state totalmente isolate da una interruzione verificatasi
al Km. 8 (quasi alla fine della salita dell’Adreit d’i Marmou). Una grossa frana si
è abbattuta sulla strada su di un fronte di
una quindicina di metri, asportandone una
parte e danneggiando fortemente il resto,
dimodoché l’acqua infiltrandosi nella massicciata l’ha fatta crollare completamente
fino contro le rocce a monte. 11 guasto si
é successivamente allargato per altri franamenti della strada per cui la situazione il
venerdì mattina si presèntava come segue:
la strada totalmente asportata per una lunghezza di circa 50 metri. Ogni traffico, anche quello pedonale, è interrotto e sappiamo di persone che hanno dovuto fare il
giro da Rodoretto attraverso il colle di
Galmount.
11 Capocantoniere, clig ci ha fornito queste notizie, ci ha informato che una squadra di operai sta cercando di tracciare un
passaggio a monte della frana, fra le rocce,
in modo da permettere il transito ai pedoni e un minimo di collegamento con le
borgate di Prali. Per il. ripristino completo della strada non si possono ancora fare
delle previsioni in quanto molto dipende
dal tempo dei prossimi giorni e da possibili ulteriori franamenti.
E dire che proprio lo stesso giorno l’Impresa della strada aveva fatto salire il compressore e la bitumatrice per iniziare la
parte conclusiva dell’asfaltatura!
Anche la strada di Massello è interrotta
al Km. 4,200 da una fraina che ha asportato
una parte della strada, pur permettendo
ancora il passaggio di pedoni e moto spinte a mano.
Anche alle culture sono da segnalare
danni che minacciano di farsi molto gravi.
La vegetazione é molto in ritardo per
cui nelle zone più alte c’è da temere che
patate e grano non giungano a completa
maturazione e che il vino della zona fra
Pomaretto e Trossieri sia appena bevibile.
In gravi difficoltà-^ si trovano i contadini
agli alpeggi, dove l’erba è cortissima e dove non sempre le provviste di fieno sono
tali da assicurare la tranquillità per l’alimentazione del bestiame.
Ma anche più in basso le cose non si
presentano molto meglio. Anche se la nostra valle è stata finora risparmiata dalla
grandine, il vento dei violenti temporali
dei giorni scorsi ha danneggiato le culture
di grano i cui steli, aggravati dalle spighe
cariche di acqua hanno spesso ceduto e
Il giurista
Giovanni
Il sottotitolo porta l’indicazione: « rousseautista » siciliano fra illuminismo e romanticismo.
11 Castiglione che ha già pubblicato altri
due saggi su esuli italiani in Svizzera: il
poeta G. C. Pascali e Valentino Gentili, dedica ora questa biografia e questo saggio
critico alla vita spesso romanzesca del giurista Catanese G. Gambini (1761-1842), canonico per delusione sentimentale, traduttore del Codice Napoleonico, giudice di
Corte d’Appello a Venezia sotto Napoleone ed infine membro della Eglise Réformée
di Ginevra e professore di letteratura in
quella città.
La prima parte del libro che riporta larghi brani delle sue memorie scritte con
acuto senso umoristico, si legge come un
libro di avventure: e tali sono dalla prima
pagina in cui si racconta il matrimonio del
padre che « ruba » la moglie nobile « et
après deux mois de prison... fut enfin au
comble de ses voeux: il furent mariés... ».
Ma soprattutto interessante è la descrizione della società borghese siciliana alla vigilia della rivoluzione francese con le sue
superstizioni e la sua corruzione, l’imma
grosse preoccupazioni si nutrono per il
fieno che dovrà essere tagliato nei giorni
prossimi e che rischia di andare a male nei
prati.
Non abbiamo la competenza per giudicare se questi squilibri! metereologiei possono essere fatti risalire ad un raffreddamento della atmosfera e ad un aumento
di piovosità conseguente agli esperimenti
atomici, oppure se le cause di questo maltempo perdurante debbano attribuirsi a
fattori estranei alla volontà ed alle operazioni umane.
.\H’ultimo momento, comunque, ci giuuge notizia che la strada di Massello è riattivata e che tra una settimana o poco più
si spera di ristabilire il collegamento con
Prali Franco Davite.
Una veduta del vallone di Massello
ROBERTO NISBET
Ma il Vangelo
non dioe così
Edizioni Claudiana - L. 250
Torre Pellice
Questo volume tascabile di circa 130
pagine ha avuto una particolare fortuna, Infatti è giunto alla sua decima edizione, sempre aggiornata e migliorata.
La nostra condizione di minoranza
religiosa in Italia esige una buona
conoscenza delle differenze tra il Cattolicesimo Romano e il Vangelo. I
grandi motivi ecumenici non debbono farci perdere di vista la realtà in
cui viviamo : cioè l’ambiente religioso, storico, tradizionalmente cattolico, dove la testimonianza evangelica
ha lo scopo, non di inacerbire gli animi o di esaltare l’orgoglio, ma di additare la Verità.
II volume « Ma il Vangelo non dice
così » è utile a tutti. Acquistatelo c
diffondetelo.
catanese
Gambini
gine viva degli ambienti napoleonici al
Nord non meno conformisti del precedente ed in modo particolare le vicissitudini e
le persecuzioni cui ha dovuto andare incontro, il « prete spretato e coniugato » tanto negli ambienti clericali siciliani quanto
in quelli libertari di un Napoleone dispo
sto a sacrificare questi suoi sostenitori per
ragion di stato.
La seconda parte del libro è dedicata al
pensiero dell’esule « che visse il dramma
spirituale di quell’età di transizione fra
rniuminismo ed il romanticismo, tra il giacobinismo ed il libcralesimo, sotto climi
così diversi, nella Sicilia feudale e borbonica, nel Lombardo Veneto napoleonico e
frondista, nella Ginevra liberale c « radicale ». Un dramma che è al tempo stesso religioso e politico, letterario e spirituale e
il cui studio contribuisce efficacemente alla conoscenza di quell’epoca così appassionante e per altro non ancora completamente esplorata.
Franco Davite.
(1) T. R. Castiglione: Giovanni Gambini. - Ed. Cenobio, Lugano 1955 -pp. 214
s. p.
Pinerolo
Il tempo nuvoloso e poi piovoso non
ha impedito ad un numeroso gruppo di bambini della Scuola Domenicale di Pinerolo e San Secondo di salire a Pramollo, domenica 16 giugno.
Scesi dal torpedone ai « Toumim »
sono saliti alla Ruata tra il verde digli alberi e persino rallegrati da alcuni raggi di sole. Insieme alle monitrici ed ai membri della comunità locale hanno partecipato al culto, cantando un inno, e poi, nelle vicinanze
della Chiesa, hanno consumato il
pranzo all’aperto.
Nel pomeriggi.o la pioggia è caduta violenta, ma l’ampia sala dell’Unione giovanile gentilmente concessa ha accolto il gruppo compatto, riparandolo dalle intemperie. I bambini hanno giocato a lungo insieme.
PO' si sono riuniti attorno ai tavoli
per una calda tazza di tè. Tra un tem
porale e l’altro le monitrici sono anche riuscite a salire più in alto sulla
montagna per la raccolta dei rododendri. Il ritorno si è svolto senza
pioggia, talché, malgrado tutto, la gita ha avuto un buon successo. Prima
di partire da Pramollo, la Scuola Do
menicale si è riunita davanti al Tempio per cantare ed il Past. Micol ha
rivolto alcune parole di saluto.
Il culto a Pinerolo è stato presieduto dal Past. Micol che ringraziamo
sentitamente.
Un buoii libro per le famiglie
S’AIMER...
par
Maurice Ray
« La triste réalité, c’est qu’on
ne sait plus s’aimer. Mais la réalité de Dieu, c’est qu’on peut apprendre à s’aimer en Jésus-Christ,
à s’aimer dans le plein sens du
mot, malgré toutes les difficultés.
Retrouver ensemble le chemin de
la victoire sur la voie de l’amour,
où tant d’époux et d’épouses connaissent de douloureuses défaites,
tel est très simplement le but de
ces pages ».
pour
Edition Ligue
la lecture de la Bible
Le Calel - Vennes - Lausanne
In vendita alla Claudiana
AVVISI
Proli
Il 28 Aprile nel Salone di Agape alcuni giovani dell’Unione di Pomaret
to recitavano brillantemente la commedia; «Legittima difesa». Durante
gli intervalli la Banda Musicale, pure di Pomaretto, presentava un scelto programma ringraziata con vivi
applausi dal numeroso pubblico presente.
I culti del mese di maggio furono
presieduti rispettivamente dal prof.
Ernesto Tron, dal past. Tullio Vinay,
dal sig. Archimede Bertolino e dal
past. Achille Deodato. A loro esprimiamo il ringraziamento di tutta la
comunità.
II 12 maggio il past. Tullio Vinay
univa in matrimonio Emilio Rostan
di Ghigo e Dina Grill di Pomieri. Ai
giovani sposi, entrambi attivi unionisti, rinnoviamo i nostri auguri migliori.
BAMBINAIA massimo 40enne, molto pratica, ottime referenze, cercasi per subito. Scrivere dettagliando
pretese, età. Fiorini, corso Matteot
ti 42 bis, Torino.
AFFITTASI per stagione appartamento ammobigliato (tre camere e
cucina) località Massello. Rivolgersi: Claudiana - Torre Pellice.
La famiglia della compianta
Fanny Pascal ved. Genre
deceduta a Serveil nel suo 75o anno
di età sentitamente ringrazia tutte le
gentili persone che con scritti o di
presenza le hanno espresso la loro
cristiana simpatia.
Redoretto (Serveil), 23 Maggio 1957
Le famiglie Revel, Terraneo e Greppi ringraziano commossi tutti coloro
che in occasione della dolorosa perdita della loro cara
Hedy
hanno colla loro presenza o coi loro
scritti o comunque preso parte al
loro dolore.
Miravalle, Luserna San Giovanni
il 12 Giugno 1957
Redattore: Ermanno Rostan
Via dei Mille, 1 - Pinerolo
tei. 2009
Sede e Amministrazione
Editrice Claudiana
Torre Pellice - '-c.p. 2/17557
Tipografia Subalpina - s. p. a.
Torre Pellice (Torino)
4
4 —
L’ECO DELLE yAUJ VALDESI
I
NOTIZIE DALLE COMUNITÀ’
Rodoretto
Il 23 Maggio abbiamo deposto nel
cimitero di Rodoretto la spoglia moi>
tale della nostra sorella Pascal Fanny ved. Genre, deceduta a Serveii all’età di 75 anni. Ai parenti tutti ridiciamo ancora la nostra fraterna simpatia cristiana.
Domenica 26 Maggio l’assemblea di
Chiesa ha ascoltato la relazione annua sull’attività ecclesiastica fatta
dal Concistoro, che ha sottolineato
alcuni aspetti della vita della nostra
Comunità soffermandosi in particolare sulla situazione finanziaria e sulle urgenti riparazioni a diversi nostri
stabili. E’ stato nominato delegato alla Conferenza Distrettuale il nostro
anziano di Serveii, sig. Augusto Genre e quale supplente il sig. Costantino Tron della Gianna.
Ringraziamo i nostri fratelli Enzo
Tron di Rodoretto e Alessandro Sarti di Agape per avere rispettivamente presieduto la Scuola Domenicale
ed il nostro culto la Domenica 2 Giugno.
Malgrado il maltempo un buon
gruppo di fedeli, anche dei quartieri
più distanti, ha preso parte al culto
di Pentecoste con una buona partecipazione alla Santa Cena. L’assemblea di Chiesa che ha avuto luogo
subito dopo il culto ha eletto rappresentante della nostra Comunità al
Sinodo il nostro fratello Tron Costantino della Gianna e supplente
l’anziano di Campo Clot, sig. Tron
Renato.
Villasecca
La Comunità di Villasecca si è ral
legiata di ascoltare il messaggio del
Past. Em. sig. Luigi Marauda che ha
piesieduto il culto dell’Ascensione.
Siamo sempre particolarmente liet'
di avere in mezzo a noi il Pastore
Marauda che, con la sua gentile Si
gnora, ha lasciato tanti buoni ricordi di un servizio fedele e benedetto
Domenica 2 Giugno ha predicato
i! sig. Archimede Bertolino, sceso da
Agape con la Signora; anche a questo collaboratore il cui lavoro è ormai conosciuto e stimato fra di noi,
desideriamo rivolgere il nostro sentito ringraziamento.
Matrimonio: Domenica 9 Giugno
è stato benedetto il matrimonio del
nostro fratello Enrico Griglio dei
Chiotti con la Signorina Annèmarie
Thoma (San Gallo - Svizzera).
Agli sposi, che hanno stabilito il
loro focolare nel Cantone di San Gal
lo a Niederuzwill, giunga il nostro
sincero augurio di motte benedizioni
del Signore.
Battesimo. Il Battesimo è stato amministrato, domenica 9 Giugno a Silvana Peyronel di Adriano e di Elda
Peyronel (Pian Faetto). Alla bimba.
al fratellino Umberto ed alla famiglia porgiamo i nostri auguri fraterni.
Assemblea di Chiesa: il 16 Giugno
si è riunita l’Assemblea di Chiesa
per l’esame della relazione e reiezione dei propri delegati alla Conferenza distrettuale ed al Sinodo. L’assemblea ha scelto per la Conferenza distrettuale i signori: Elena Viglielmo,
Prof. Bert e Ettore Massel.
Celebrata
la “Festa
a Pramollo
della Scuola
Il 19 maggio una simpatica festa
ha avuto luogo alla Ruata. Si sono
riuniti tutti i bambini delle diverse
scuole del Comune di Pramollo per
la festa annua,le della scuola e festa
della mamma. Presenti i bambini della scuola di Peugipmo, Lussie e Ruata; assenti, purtroppo, i bambini della scuola di Pomeano a motivo di un
leggero male a carattere infettivo.
Essi, egregiamente diretti dalle loro
insegnanti, ci hanno offerto un magnifico programma di recite e canti
molto apprezzato dal numeroso pubblico presente.
Hanno presenziato il Sindaco di
Piamollo Cav. Isidoro Rosia e gentile Signora, il Segretario Comunale
Sig. Luigi Boccone, pure lui presente con la Signora, il Colonnello Pellissero, papà di una delle due insegnanti della Ruata, con la famiglia,
un gruppo di mamme di Massello ed
un altro di mamme di Prarostino.
Presenti inoltre numerosissime :mamme di Pramollo e molto pubblico, provenienti da tutti i villaggi di Pramollo.
Al termine del programma svolto
dai bambini, ha avuto luogo la premiazione. Gli alunni, che per ogni
scuola si sono maggiormente distinti
per assiduità ed applicazione, hanno
ricevuto dalle mani del Sindaco un
dono offerto dalla Amministrazione
Comunale. Ad ogni scolaro è .stato
con,segnato un libro-ricordo, offerto
pure questo dalla Amministrazione
Comunale.
A chiusura della lesta viene distribuito ad ogni bambino, che lo porge
RICORDA TE! Trovereto pronto il più grande assortimento dì BUSTI
VENTRIERE — REGGICALZE e REGGISENI — SpeDa Milesi eiale confesione dei medesimi articoli con le migliori
stoffe attualmente in commercio — CINTI EìRNIA— RI — CALZE ELASTICHE confezionati e »u
Portici San Donato^ 11 miaara ARTI ARTIFICIALI per amputati di braccia
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MOBILIFICIO
Giuseppe Grìva
ABBONDANZA DI SCELTA
GARANZIA DI SOLIDITÀ’
Pinerolo
strada per Miradolo, di fronte alla caserma degli Alpini
(Caserma Berardi)
alla propria mamma in segno di riconoscenza e di affetto, un mazzo di
fiori.
La chiesa ha offerto ai bambini
una piccola merenda ed alle Autorità e mamme presenti un modesto rinfresco.
Un grazie di cuore alle Autorità ed
alle numerose mamme intervenute
ed un grazie vivissimo pure ai bambini ed alle loro insegnanti per la magnifica festa ed il bel pomeriggio che
ci hanno fatto passare.
Si,sono uniti in matrimonio: Dario
Reynaud (Pomeano) e Ida Long (Co
stabella): Aldo Long (Sapiatti) e
Paimira Beux (Sapiatti).
La grazia e la pace del Signore riposino sopra questi nuovi focolari.
Circondati da un grande numero di
parenti ed amici hanno celebrato le
loro « nozze d’argento », la domenica
9 giugno, Ernesto e Irma Sappè, originari rispettivamente dei Sapiatti e
dei Pellenchi e attualmente residenti
a Torino.
Auguriamo loro ogni benedizione e
diamo loro appuntamento... alle nozze d’oro.
La piccola Oriella Jahier, di Livio
e Ivonne (Ciotti), è stata battezzata
la domenica 5 maggio.
Il Signore la benedica insieme alla
sua famiglia ed al suo padrino e la
sua madrina.
Una visita molto gradita ci è stata
fatta la domenica 19 snaggio. Accompagnate rispettivamente dalla gentile Signora Peyrot e dal Pastore
Tourn sono giunte quassù, prendendo
parte al culto, una ventina di mamme dell’Unione di Prarostino ed una
trentina deU’Unione di Massello. Il
tempo non troppo clemente al loro
arrivo, ha poi messo giudizio nel pomeriggio concedendo loro di guardarsi un pò attorno e di rendersi
conto della configurazione del nostra
vallone.
Nel pomeriggio hanno assistito, insieme alle mamme di Pramollo, alla
festa della mamma e della scuola
che ha avuto luogo alla Ruata.
Ringraziamo molto queste sorelle
venute da lontano. La loro visita ci
ha fatto molto piacere; perciò diciamo loro: «Arrivederci molto presto».
I bambini della. Scuola Domenicale
di Pinerolo e Sari Secondo sono saliti quassù, per la loro gita annuale,
la domenica 16 giugno. Li accompagnavano il Pastore Sig. Rostan e il
gruppo delle loro monitrici. Il tempo, assai piovoso, non ha loro permesso — come era nelle loro intenzioni — di salire fino all’Azzarà per
la raccolta di viole e di rododendri
e per godersi il panorama che, nelle
belle giornate, si gode di lassù. Ce ne
dispiace molto; speriamo che ciò non
li scoraggi e che un’altra volta possano essere un pò più fortunati.
Ringraziamo molto il Pastore Rostan che in quella occasione ci ha
portato il suo messaggio presiedendo
il culto nel tempio.
La Corale ha chiuso la ua attività
annuale partecipando alla festa di
canto che ha avuto luogo a S. Germano in maggio, dopo un intense
lavoro compiuto durante i mesi invernali.
L’annuale « bazar », organizzato
dall’Unione delle Mamme, ha avuto
luogo il 26 maggio pomeriggio ed ha
dato un ottimo risultato.
Desideriamo ringraziare tutti colo
ro che ci hanno fatto pervenire dei
doni e tutti coloro che in qualche
modo hanno contribuito alla riuscita
di questa speciale forma di attività.
L’Assemblea di Chiesa, tenutasi il
9 giugno, ha eletto quali suoi delegati
alla prossima Conferenza Distrettuale i Sigg.ri Nino Long e Attilio Travers e delegati al Sinodo i Sigg.ri Eli
Beux e Emilio Long.
Pare che stia per aprirsi un terzo
cantiere scuola (se ne sono avuti già
due in questi anni scorsi) per il proseguimento della carrozzabile che
dovrebbe giungere alla Ruata.
Auguriamo che ciò possa avvenire
molto presto e che ci sia dato di
vedere la famosa strada fare un altro passo in avanti. Passo dopo passo anch’essa un bel giorno... finirà
bene per arrivare a destinazione.
Diretlore: Prof. Gino Costabel
Pubblicazione autorizzata dal Tribunale di
Pinerolo con decreto del 19 gennaio 1955.
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ORARIO NEL PINEROLESE IN VIGORE DAL 2 GIUGNO 1957
Tramvia Pinerolo - Perosa
fest. fer. fer.
9.30
9.48
9.55
10.03
e viceversa
;0.15 11.30
10.34 11.50
10.42 11.58
11 — 12.06
fer. fest. fer. fer. fest. fer.
Pinerolo 4.20 4.35 5.45 6.45 7 — 7.55 8.15
Porte 4.47 4.56 6.04 7.07 1 8.16 8.34
S. Germano 4.54 5.03 6.10 /.15 I 8.22 8.42
Vllar P. 5.25 5.20 6.17 7.22 7.25 8.30 8.50
Rinasca 5.35 5.30 6.27 7.32 — 8.40 9— 10.10 11.10 12.16
Perosa 5.45 5.40 6.37 7.40 — 8.50 9.10 10.20 11.20 12.25
fer. fest. fer. fer. fest. fer. fer. fest. fer. fest. fer. fest.
Perosa 4.45 4.50 5.55 7— 7— 8— 8.10 9.35 9.45 11.45 11.50
Rinasca 4.55 5.01 6.05 7.11 7.10 8.11 8.20 9.45 9.55 11.57 12 —
vniarP. 5.25 5.20 6.15 7.21 7.19 7.30 8.21 8.30 10— 10.04 12.07 12.09
S. Ger. 5.32 5.27 623 7.28 7.25 8.28 8.35 10.10 10.10 12.15 12.15
Porte 5.39 5.32 6.29 7.35 7.32 8.35 8.42 10.20 10.17 12.28 12.22
Pinerolo 6— 5.50 6.45 7.55 7.50 8— 8.55 9— 10.40 10.40 12.52 12.40
fest.
11.40
11.58
12.05
12.11
12.20 13.50
12.30 14 —
fer. fest.
13— 13.25
13.10 13.33
13.40 13.45
13.47 13.51
13.54 13.58
14.15 14.20
fer. fest.
12.40 13.10
13.02 13.29
13.10 13.36
13.40 13.45
13.55
14.05
fest.
14.10
14.18
14.28
14.34
14.41
15 —
fest.
15.05
15.22
15.28
15.35
15.45
15.55
16 —
16.10
16.33
16.29
16.36
16.55
fer. fer.
15.05 16.02
15.24 16.22
15.32 16.29
15.40 16.55
15.52 17.07
16.05 17.20
fer. fer.
16.15
16.55
17.18
16.55
17.03
17.11
17.35
fer.
17.50 19.25 20.55
18.09 19.47 21.17
18.17 19.55 21.25
18.25 20.02 21.55
18.35 20.11 22.05
18.45 20.20 22.15
fer.
17.25 19— 21.15
17.35 19.10 21.25
17.45 19.20 21.55
17.52 19.28 22.03
17.58 19.35 22.10
18.16 19.55 22.30
Sapav autoservizio Torino - Pinerolo - Per^a
'■— fer. sah.
7— 8.30 11.30 12— 13.10
1 — 11.55 12.25 13.35
7.45 9.15 12.10 12.40 13.50
8.05 9.30 12.30 13— 14.10
8.15 9.40 12.40 13.10 14.20
sab. fer. fer. fest.
16— 17.30 19— 20.15 0.15
1 17.55 19.25 1 0.40
16.40 18.10 19.40 20.55 0.55
17— 18.30 20— 21.15 1.15
17.10 18.40 20.10 21.25 1.25
Torino
Airasca
Pinerolo
Villar P.
Porosa
- Pragelato
le^.
a. 6.35
Sestriere
fer.
.15 9.10
6.15 7.45 8.45
6— 7.30 8.30
5.40 7.05 8 —
5.30 6.55 7.50
fer.
14.10 14.40
13.45 1
13.30 14 —
13.05 13.35
12.55 13.25
sab.
15.40
15.15
15 —
14.40
14.30
Pinerolo Autoservizio - Tramvia - Orbassano - Torino e viceversa Autoservizio Cavour - Torre Peli
(+) (*) (X) (+) (=)
Pinerolo 6.13 11.35 12.5018.13 19.15 20.10 Cavour 10.30 6.30
Frossas. 6.25 11.47 13.02 18.25 19.22 20.17 Campiglione 10.40 6.40
B. Cum. 6.37 11.55 13.10 18.33 19.28 20.23 Fenile 10.50 6.45
Piossas. 6.45 12.05 13.18 18.41 19.35 20.30 Bibiana 11 — 6.55
Orbass. 6.57 12.17 13.30 18.53 19.43 20.38 Luserna 7.05
Torino 7.35 12.55 14.08 19.36 20.05 21 — Torre Pellice 11.15 7.10
Torino (X) 6.05 7.10 7.05 (*) (X) 14.25 18.20 18.40 Torre Pellice ( = ) 11.30 (+) 6.30
Orbass. 7— 7.32 7.45 15— 18.58 19.15 Luserna 11.35
Piossas. 7.12 7.40 7.57 15.12 19.10 19.27 Bibiana 11.40 6.45
B. Cum. 7.20 7.47 8.05 15.20 19.18 19.35 Fenile 11.45 7.55
Frossas. 7.28 7.53 8.13 15.28 19.26 19.43 Campiglione 11.50 7.05
Pinerolo 7.40 8 — 8.25 15.40 19.38 19.55 Cavour 12 — 7.15
(-P) Sabato, (*) Feriale, (x) Festiva. (-f) martedì, ( = ) venerdì
18 30 20 —
1 I
17.45 19.15
17.25 18.55
17.15 18.45
fer.
5.50 8.15 9.40
6.14 8.35 10 —
8.45 10.10
9.10 10.40
9.45 11.05
fer. fest.
12.35 13.20
12.59 13.45
14 —
fer.
14.15
14.47
15.05
sab.
17.10
17.30
17.40
18.05
18.30
fer. fer.
17.30 20.25 22.20 p.
17.55 20.57 22.44
18.10 21.15 23 —
21.50
Perosa
Villaretto
Fenestrelle
Pragelato
Sestriere
fer. fer.
4.35 5.45 6.40
4.12 5.22 6.15
3.55 4.55 5.55
5.35
fer.
12.50 13.45
12.20 13.22
12 —
17.15
16.50
16.35
16.10
15.45
fer.
18.45 21.05
18.20 20.37
18.10 20.20
17.50
17.30
Autoservizio Pinerolo - S. Secondo e viceversa
fer. ( = ) fest. fer. fest. fer. fest, fest.
S. Secondo 6— 7.50 11.45 13.40 16.45 18— 19.45 20.30 0.15
Pincrolo 6.10 8— 11.55 13.50 16.55 18.10 19.55 20.40 0.25
Pinerolo
S. Secondo
( = ) Solo al
fer. ( = ) fest.
5.55 7.40 11.30 13.30
6— 7.50 11.40 13.40
mercoledì c sabato
fer. fest. fest.
16.30 19.30 20.15 24 —
16.40 19.40 20.25 0.10
Autoservizio SATTI
Pinerolo - Airasca - Torino e viceversa
Autoservizio Torre Pellice Bobbio Pellice e viceversa
(*)
Torre P. 8.30 12— 19.15
Bobbio 9— 12.30 19.45
(*) (X) ( = )
Bobbio 5.50 7.30 15.30 17 —
Torre P. 6.20 8—16— 17.30
(*) Solo vcn. (x) fer. escluso sab.
( = ) sab. c festivi.
Nei giorni di mercoledì c sabato si effettua da Bobbio a Pinerolo un autoservizio col seguente orario : Bobbio
P. 7.30 con arrivo a Pincrolo alle 8.30 ;
partenza da Pinerolo 12.30 con arrivo
a Bobbio alle 13.30.
FF. SS. - Bricherasio - Barge e viceversa
Brich. 5.03 5.55 8— 9.33 13.18 15.18 16.52 19.07 20.14 21.25
Barge 5.21 6.13 8.18 9.50 13.37 15.59 17.10 19.27 20.33 21.44
Barge 4.35 5.27T.27 8.30”Ì2rf6“l4.5y“16roFl'L53~l9TÜ“2Ù57
Brich. 4.54 5.45 6.46 8.48 12.34 15.07 16.29 18.12 19.55 21.16
Autoservizio
Perosa - Perrero - Prali e viceversa
9.20 20.20
9.50 20.45
10.30
Perosa
Perrero
Prali
6.50 18.35
6,25 18.10
17.30
FF. SS. - Torino - Pinerolo - Torre Pellice e viceversa
Torino
Airasca
Pincrolo
Brich.
Torre P.
4.28 6.15 8.12 12.23 13.44 15.22 17.26 18.29 18.34 19.26 23.48
5.12 7.07 8.52 I 14.32 16.06 18.13 1 19.22 20.09 0.29
5.32 7.39 9.14 13— 14.57 16.28 18.40 19.13 19.46 20.32 0.51
5.53 7.57 9.29 13.15 15.12 16.50 18.59 19.28 20.07 20.47 1.07
6.06 8.10 9.43 13.34 15.25 17.04 19.12 19.42 20.20 21 — 1.20
1 (*) (X) Torre P. 3.44 4.44 5.36 6.36 8.38 12.24 13.25 16.32 18.03 19.50 21.06
Pinerolo 12 — Torino 18— 18.30 Brich. 3.59 5.09 5.52 6.51 8.53 12.39 13.40 16.48 18.19 20.06 21.21
Riva 12.05 1 Airasca 18.30 19 — Pinerolo 4.17 5.27 6.15 7.09 9.11 12.58 13.56 17.06 18.38 20.30 21.40
Airasca 12.15 j Riva 18.40 19.10 Airasca 4.35 5.47 6.47 7.26 9.28 13.19 1 17.35 18.59 20.59 22.10
Torino 12.45 i Pinerolo 18.45 19.15 Torino 5.20 6.27 7.34 7.56 10.05 14.01 14.47 18.25 19.44 21.42 22.52
1 (*) feriale. ( X ) festivo (♦) Feriale.
Imiormazioni e prenotazioni
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Corso Torino, 2 - Tel. 21-44
PINEROLO